l'eclettico Thomas Griffiths Wainewright - Urbinoir
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possibilità di un avvelenamento per concentrarsi invece sulle bugie e le false dichiarazioni di Helen,<br />
e provando ampiamente che tutte le polizze erano state pagate direttamente da TGW. Il verdetto<br />
questa volta fu unanime e favorevole alla Imperial.<br />
Per TGW ogni possibilità di tornare alla sua vecchia vita era ormai definitivamente sfumata. La<br />
dimora per avere la quale aveva forse ucciso suo zio e per mantenere la quale aveva certamente ucciso<br />
sua cognata fu venduta per soddisfare i creditori. Se avesse rimesso piede in Inghilterra sarebbe<br />
stato arrestato e processato per falso, un’accusa da pena capitale. Eppure, ciò nonostante, TGW<br />
ritornò a Londra nel maggio 1837.<br />
Sulle ragioni del suo ritorno i biografi si sono sbizzarriti: alcuni sostengono (senza alcuna prova)<br />
che fu per amore di una donna della quale si era invaghito; altri pensano che la miseria della sua<br />
vita in Francia, unita alla sua spavalderia nel pensare di poterla fare franca, lo spinse infine ad<br />
imbarcarsi per il suo paese. Qui prese alloggio in una squallida pensione nei pressi del Covent<br />
Garden, uscendo solo la notte, per andare a volte a fare visita a Holst, l’unico amico che gli fosse<br />
rimasto dai vecchi tempi. Ma la sua latitanza non era destinata a durare a lungo.<br />
La sera del 9 giugno 1837, TGW fu riconosciuto in Howland Street da Daniel Forrester mentre<br />
chiacchierava con una donna non identificata (alcuni hanno ipotizzato che fosse stata pagata dalla<br />
polizia per attirarlo in trappola). Fu prontamente tratto in arresto e la mattina seguente venne rinviato<br />
a giudizio per falsificazione. Quando gli venne chiesta la sua occupazione, TGW rispose<br />
semplicemente: “I am nothing.” Appariva stordito e confuso dal colpo improvviso che si era abbattuto<br />
su di lui.<br />
In carcere, TGW sembrò avere cambiato atteggiamento nei confronti della sua situazione. Diverse<br />
volte si lasciò andare, forse per il gusto di stupire l’ascoltatore, ad affermazioni che in seguito<br />
alimentarono la sua reputazione di assassino senza scrupoli. A un incaricato delle compagnie di<br />
assicurazione che era andato a trovarlo in carcere, alla domanda se, ora che si trovava, prigioniero e<br />
umiliato, in una cella di Newgate, non pensasse che in fin dei conti il delitto, considerato come pura<br />
speculazione, non rende, rispose semplicemente: “Voi uomini della City vi imbarcate nelle vostre<br />
speculazioni e ne accettate i rischi. Alcune di queste speculazioni hanno successo, altre falliscono. È<br />
capitato che le vostre abbiano avuto successo e le mie siano fallite. Questa è la sola differenza tra<br />
voi e me.” E, per quanto riguardava la sua condizione, affermò altezzoso: “Ma vi dirò una cosa<br />
nella quale ho avuto successo. Per tutta la vita sono stato ben deciso a tenere la posizione di un<br />
gentiluomo. Lo sono sempre stato e lo sono tuttora. È consuetudine di questo posto che tutti gli<br />
occupanti di una cella facciano il loro turno nello spazzare per terra. I miei compagni di cella qui<br />
sono un muratore e uno spazzino e, per Dio, loro non mi offrono mai la scopa! 35 ” Ad un avvocato<br />
che gli chiedeva perché avesse avvelenato Helen Abercromby, replicò: “Per l’anima mia, non lo so<br />
davvero, a meno che non sia stato perché aveva le caviglie così grosse. 36 ”<br />
Nella sua cella di Newgate, TGW ebbe visitatori anche più illustri. Il 27 giugno 1837 Charles<br />
Dickens, insieme con l’attore Macready e il suo futuro biografo John Forster, era in visita nel carcere,<br />
per indagare sulle condizioni dei detenuti. Sbirciando dentro una cella, Macready vide un<br />
uomo che leggeva, e riconoscendolo esclamò inorridito: “Mio Dio! È <strong>Wainewright</strong>!” Forster descrive<br />
nella sua Vita di Dickens l’orrore provato dall’attore nel trovare in quel luogo di infamia un<br />
uomo alla cui tavola avevano entrambi cenato una decina d’anni prima 37 . Il grande scrittore fu<br />
anch’egli indubbiamente colpito dall’episodio, tanto che si ispirò a TGW per il suo racconto Braccato<br />
a morte (Hunted down), di cui parleremo più avanti. Alcuni hanno visto echi di TGW anche<br />
nel Jonas Chuzzlewit di Martin Chuzzlewit.<br />
Il viavai di legali e funzionari delle assicurazioni nella cella di TGW non era dovuto a pura<br />
curiosità: vi erano diversi interessi in gioco. Nel dicembre del 1836 Madeleine Abercromby (che nel<br />
frattempo aveva sposato il vecchio creditore di TGW, Wheatley) aveva intentato causa alla Eagle<br />
35 CURLING, Jonathan, Janus Weathercock, op. cit., pp. 308-309. Dickens si ispirò a questo episodio, che inserì alla lettera nel suo romanzo<br />
La piccola Dorrit, facendo pronunciare in carcere al fellone della storia, Rigaud Blandois, quasi esattamente le stesse parole.<br />
36 MOTION, Andrew, <strong>Wainewright</strong> the poisoner, op. cit., p. 171.<br />
37 CURLING, Jonathan, Janus Weathercock, op. cit., pp. 306-307.