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l'eclettico Thomas Griffiths Wainewright - Urbinoir

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N. Talfourd 21 e Allan Cunningham 22 mentre de Quincey si rammaricò di non aver potuto accettare<br />

un invito nel novembre 1821 ad una cena alla quale era presente anche Sir David Wilkie, grande<br />

pittore e uomo schivo che raramente frequentava ambienti mondani. Lo scrittore e poeta <strong>Thomas</strong><br />

Hood, l’attore William Macready e John Forster, che fu in seguito il primo biografo di Dickens,<br />

erano presenze non insolite. A capotavola, come il più ospitale e generoso degli anfitrioni, TGW<br />

regnava su questa élite di artisti.<br />

In tutto questo periodo egli continuava a frequentare il suo maestro Fuseli e coltivava inoltre<br />

l’amicizia con William Blake. Sebbene poco nota anche nell’ambiente artistico, l’attività di mecenate<br />

di TGW verso Blake non fu affatto trascurabile: alcune copie delle migliori e più costose edizioni<br />

delle opere del grande poeta e pittore furono acquistate proprio da TGW, che ne aveva cantato<br />

le lodi in un articolo sulla London Magazine nel settembre 1820. La sua attività di pittore restava<br />

però molto limitata; a TGW mancava, del resto, la capacità di sacrificio e di costante esercizio di<br />

cui avrebbe necessitato per sviluppare il suo indubbio talento. Il suo primo quadro a venire<br />

ammesso alla mostra della Royal Academy fu, nel 1821, A subject from the romance of Undine<br />

(uno dei romanzi gotici tedeschi preferiti da TGW, scritto dal barone la Motte Fouqué, una storia<br />

tragica di amore e morte con elementi sovrannaturali, tipico del romaticismo germanico del<br />

periodo 23 ). Né questo né gli altri quadri che espose negli anni seguenti (Paris in the chamber of<br />

Helen, 1822; An attempt from Undine of la Motte Fouqué, 1823; The Milkmaid’s song, 1824)<br />

ottennero grandi riconoscimenti, anche se Blake, come riferito dal suo biografo Samuel Palmer, nel<br />

visitare la mostra del 1824 si fermò ad ammirare The Milkmaid’s song, che era appeso in una<br />

posizione tutt’altro che favorevole vicino al soffitto, e commentò: “Very fine. 24 ” Questo non è un<br />

risultato di poco conto; molti intellettuali ritenevano allora che le grandi mostre, rendendo l’arte un<br />

fenomeno fruibile dalle masse e non solo più dall’élite come avveniva in passato, la<br />

volgarizzassero 25 .<br />

Come abbiamo già detto, il tenore di vita di TGW era assolutamente sproporzionato ai suoi<br />

mezzi; la rendita del suo capitale non era sufficiente a consentirgli di pagare i pezzi da collezione, le<br />

dispendiose cene per i suoi amici, la servitù e l’affitto di un appartamento di prestigio, le sue<br />

generose sovvenzioni a colleghi artisti in difficoltà finanziarie. Per soddisfare le sue esigenze, già<br />

nel 1822 TGW aveva compiuto il primo passo sulla via del crimine. Il 5 luglio il capitale lasciatogli<br />

in usufrutto, che era costituito da 5.000 sterline in azioni della Royal Navy al 5%, fu convertito in<br />

5.250 sterline nelle nuove Annualità al 4%. TGW fu presente allo svolgimento delle necessarie formalità<br />

presso la Banca d’Inghilterra, che comprendevano la firma dei tre amministratori fiduciari<br />

del patrimonio. Dieci giorni dopo, TGW presentò alla banca una procura che lo autorizzava a<br />

prelevare la somma di 2.250 sterline. In essa, le firme dei tre fiduciari erano state accuratamente<br />

falsificate da TGW stesso. Due anni dopo, il 17 maggio 1824, una nuova procura analogamente<br />

falsificata gli consentì di mettere le mani sulle rimanenti 3.000 sterline.<br />

Desta meraviglia la leggerezza con la quale TGW si imbarcasse in un’impresa che, se fosse stato<br />

scoperto – e poteva esserlo in qualunque momento, alla prima verifica contabile – avrebbe potuto<br />

portarlo sulla forca. Il fatto è che, come scrisse anni dopo, nell’entrare in possesso di quel denaro<br />

egli non faceva che prendere quanto era suo: il denaro era l’eredità dei suoi genitori, gli spettava di<br />

diritto, e solo le inique disposizioni del nonno lo tenevano lontano da un patrimonio che avrebbe<br />

dovuto trovarsi nelle sue tasche e consentirgli di vivere da gentiluomo come era suo diritto per<br />

circolo della London Magazine, incluso TGW. In anni successivi le sue poesie non ottennero lo stesso successo e la sua fine fu triste e<br />

tragica; entrò in manicomio nel 1834, per rimanervi sino alla morte trent’anni dopo.<br />

21 <strong>Thomas</strong> Noon Talfourd (1795-1854) era allora un giovane e brillante avvocato, che scriveva per varie riviste ed era amico di Lamb,<br />

Hazlitt e Coleridge; in seguito ottenne successo anche come commediografo, fu membro del Parlamento e infine giudice; curò l’edizione<br />

delle memorie di Lamb e fu il primo a scrivere un resconto della carriera criminale di TGW.<br />

22 Allan Cunningham (1784-1842) autore di Vite dei maggiori pittori, scultori e architetti inglesi, conosciuto anche come autore di canzoni,<br />

scriveva spesso sulla London Magazine ed era amico di TGW.<br />

23 Sebbene TGW avesse curato la recensione della mostra dell’Academy in un articolo sulla London nel luglio 1821, fu così corretto da<br />

non fare parola della propria opera.<br />

24 MOTION, Andrew, <strong>Wainewright</strong> the poisoner, London, Faber and Faber, 2000, p. 128.<br />

25 In proposito vedi STEWART, David, T.G. <strong>Wainewright</strong>’s art criticism and metropolitan magazine style, Romantic Textualities: Literature<br />

and print culture 1780-1840, n. 17 (Summer 2007), pp. 7-23 (http://www.cf.ac.uk/encap/romtext/articles/rt17_no1.pdf)

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