uomini e sport - DF Sport Specialist
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LA SVOLTA è coincisa con l’incontro di Ario Sciolari e la lettura<br />
del suo libro “Il sogno del lupo”: “Ario è una Guida Alpina, poi<br />
diventato un grande amico. Da lui ho tratto ispirazione per le mie<br />
avventure e, grazie al suo libro, ho capito che il mio sogno era<br />
possibile. A lui devo anche il mio incontro con il lupo cecoslovacco:<br />
un animale straordinario capace di una sensibilità fuori<br />
dal comune. Tanto che adesso non potrei più pensare la mia<br />
vita senza Blanca (3 anni) e Holly (20 mesi)”. Per ripercorrere la<br />
storia dall’inizio bisogna tornare all’estate del 2009 quando Fiorenzo,<br />
con l’amico Christian Vitali, ha affrontato il Kungsleden,<br />
letteralmente Sentiero dei Re, una traversata di 450 chilometri<br />
nella Lapponia svedese. Nell’inverno dello stesso anno il primo<br />
tentativo della traversata integrale della Foresta Nera (Germania)<br />
conclusa con una ritirata a causa delle pessime condizioni<br />
meteo. Una partita rimasta aperta fino all’estate del 2010 quando,<br />
sempre al fianco dell’amico Christian (e ovviamente delle<br />
due lupe), Fiorenzo è riuscito a percorrere tutti i 250 chilometri e<br />
gli 11 mila metri di dislivello. Un passo dopo l’altro per giungere<br />
a un sogno più grande.<br />
IL PROGETTO “è nato dall’esigenza di non avere un progetto.<br />
L’unico vero obbiettivo era quello di vagabondare per giorni in<br />
luoghi selvaggi e sconosciuti, libero da qualsiasi forma di costrizione<br />
di tempo. Volevo andare in una zona completamente<br />
remota e la mia mente è volata al Sarek nella Lapponia svedese,<br />
in cui ero già stato in estate: è uno dei pochi paradisi rimasti in<br />
Europa”. Partenza il 19 dicembre da Lecco alla volta di Kvikkjokk<br />
nella penisola scandinava. Tre settimane a oltre 3 mila chilometri<br />
da casa per affrontare a piedi 220 chilometri in solitaria, senza la<br />
possibilità di lavarsi, nei giorni più corti dell’anno (solo cinque ore<br />
di luce), con temperature che hanno toccato addirittura i -35 °C.<br />
LA FILOSOFIA che ha mosso Fiorenzo verso questa avventura…<br />
“L’esigenza di uscire dallo schema dell’exploit. Volevo sentirmi<br />
libero da qualsiasi forma di record e dalla bulimia del “fare a<br />
tutti i costi”. Un mondo con cui ho convissuto e convivo, ma ora<br />
voglio che mi appartenga il meno possibile. Nella vita quotidiana<br />
ci sono già parecchie pressioni, adesso voglio fare solo ciò che<br />
mi piace e mi rende felice. Durante il viaggio ho provato la sensazione<br />
di allontanarmi da tutto e da tutti, ma mentre all’inizio<br />
vedevo la natura come qualcosa da affrontare, con il passare del<br />
tempo sentivo che mi accoglieva”.<br />
FIORENZO è… “Difficile dirlo. Forse c’è una parola che ho letto<br />
da qualche parte e che potrebbe definirmi: entronauta. In poche<br />
parole cerco di capire me stesso con l’aiuto dell’esterno. Mi<br />
sento un po’ un esploratore, ma non vado alla ricerca del limite<br />
tecnico quanto piuttosto del limite interiore. Il confronto con la<br />
natura, in questo caso, mi aiuta ad accelerare e approfondire la<br />
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