quaderno n. 1 - CAI Sottosezione U.E.T C.A.I Torino
quaderno n. 1 - CAI Sottosezione U.E.T C.A.I Torino
quaderno n. 1 - CAI Sottosezione U.E.T C.A.I Torino
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
A cavallo del solstizio d’estate, nel periodo in cui la luce si attarda più a lungo,<br />
la voglia di escursionismo esplode, si fa prorompente come un bisogno naturale<br />
che attende una pronta risposta culturale.<br />
E’ una sensazione profonda che ti avvolge e che ti fa sentire la necessità di<br />
condividere con gli altri le emozioni più vere.<br />
Il desiderio dell’ “esotico” trova appagamento anche vicino a casa soprattutto<br />
quando, come oggi, il viaggiare si è banalizzato ed omologato.<br />
L’andar-per-monti restituisce il sapore delle cose autentiche se viene praticato<br />
con “intelletto d’amore”, se riesce a porci in sintonia con i ritmi della natura e dei<br />
montanari di un tempo, se viene declinato con “scienza e coscienza” attraverso la<br />
capacità di meravigliarci e di stupirci. Proprio su questi ultimi due concetti vorrei<br />
fermare l’attenzione.<br />
La noia e l’apatia che opprimono gli uomini del nostro tempo (soprattutto i<br />
giovani) sono il rovescio della medaglia dell’ansia da prestazione (generatrice di<br />
stress) che accompagna l’ideologia “sportiva” dominante, tutta giocata sulla<br />
performance, su di un antagonismo amorale che sfocia spesso in palese<br />
immoralità (sopraffazione, voglia di emergere ad ogni costo ed a qualunque<br />
prezzo, doping ecc.) e travolge con sé anche il residuo di quel sano agonismo<br />
destinato a diventare sempre più una vuota enunciazione retorica.<br />
Ritrovare il piacere di stare insieme e di con-dividere una percezione ingenua<br />
(genuina) del mondo, senza pregiudizio e con una grande voglia di<br />
immedesimazione empatica nel territorio, costituisce invece quel valore<br />
aggiunto etico-culturale che fa dell’escursionismo non una pratica sportiva di<br />
podismo out-door, ma un’esigenza di fuoriuscita dalle cose ovvie attraverso<br />
l’arricchente nomadismo della mente e del corpo.<br />
L’escursionismo, come lo proponiamo da tempo, costituisce il migliore antidoto<br />
alla malattia mortale della modernità: la fretta, la superficialità, la spinta<br />
inarrestabile a misurare tutto, anche ciò che non è o - meglio - non deve<br />
essere misurato come il sentimento, il flusso delle emozioni, la gioia,<br />
l’entusiasmo; tutti valori mortificati dalla moderna “dittatura della quantità”.<br />
L’escursionismo può essere interpretato e vissuto allora come una nuova<br />
espressione di “esistenzialismo” per le sue implicazioni filosofiche e vitalistiche e<br />
per quel comune prefisso “es” (dal latino ex = ex-currere/ex-sistere) che<br />
rimanda all’esigenza di uscire dal déja vu (andar-fuori/stare fuori) verso orizzonti<br />
di autenticità (ulteriorità di senso) e di “ecologia della mente” nell’accezione del<br />
grande psichiatra, antropologo, biologo Gregory Bateson.<br />
Annibale Salsa<br />
Presidente Generale<br />
del Club Alpino Italiano