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Archivio omelie Anno Liturgico 2004-2005 (anno A)

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pioggia, vento e burrasca. La nostra era una navetta, ma in una barca come quella degli apostoli non<br />

ci sarebbe stato da scherzare). E Gesù che raggiunge gli amici camminando sul mare.<br />

Loro ne sono spaventati e gridano: è un fantasma.<br />

Solo alla fine si aprono alla fede dicendo: “tu sei veramente il Figlio di Dio”.<br />

Per il momento in loro prevale la superstizione.<br />

Ma, se avete osservato, non c’è verso di evitare questa specie di binario: o c’è la fede o c’è la<br />

superstizione.<br />

Lì dove Dio è stato messo da parte, dove la sua parola è stata dimenticata, i suoi doni (i sacramenti)<br />

sono stati disprezzati fiorisce rigogliosa come la gramigna la superstizione, con i suoi idoli, i suoi<br />

rituali, i suoi ministri, e le sue nefaste conseguenze.<br />

Allora chi storceva il naso per pagare il catechismo al figlio, non esita tirar fuori di tasca bigliettoni<br />

su bigliettoni di Euro per maghi e fatture, per oroscopi e presagi.<br />

Sapete come la penso io al proposito?<br />

Non è da prete né pensarlo né dirlo, ma io mi prendo questa libertà e dico: ben gli sta.<br />

Avete trovato chi vi spenna, chi mi illude, chi vi delude.<br />

Lo avete voluto? Godetevelo.<br />

Ma il momento più interessante è quello del dialogo tra Gesù e Pietro, con la conseguente breve<br />

camminata dell’apostolo fuori bordo, il suo improvviso affondare, il suo grido disperato: “Signore,<br />

salvami”, la mano forte e generosa di Gesù che lo afferra e lo salva.<br />

In queste poche righe è descritta la vicenda di ciascuno di noi.<br />

Il nostro camminare con fatica sulle vie della vita.<br />

La nostra paura di fronte alla tempesta che ci circonda.<br />

Il nostro affogare, inevitabile.<br />

La nostra inaudita fortuna nel conoscere Gesù Cristo e nel potergli gridare “Signore, Salvami”.<br />

La sua mano forte e generosa che ci prende e ci salva.<br />

Questa è la vita cristiana.<br />

Ecco chi è Gesù, ed ecco chi siamo noi.<br />

Ma soprattutto ecco che cosa è la fede: non una serie di opere pie, non una litania di preghiere<br />

biascicate per abitudine, non una orgogliosa condotta morale da imperativo categorico.<br />

La fede sta tutta il quel grido: “salvami” e nello stendere verso di Lui, e non verso altri, la nostra<br />

mano perché Lui la afferri e, stringendola, ci salvi.<br />

Infatti, subito dopo l’episodi sfocia e si conclude con una solenne professione di fede: “Tu sei<br />

veramente il Figlio di Dio”.<br />

Bello, no?<br />

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