Archivio omelie Anno Liturgico 2004-2005 (anno A)
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Il fonte battesimale era costruito in modo che anche ritualmente si capisse che la prima parte del<br />
cammino era e doveva essere in discesa: scendere dal cavallo (di Paolina memoria) della propria<br />
presunzione per toccare con mano la propria fragilità ed il proprio bisogno di perdono.<br />
Ricordate la guarigione del cieco nato (Giovanni 11)? Che cosa fa Gesù? Mette sugli occhi del<br />
cieco del fango. Gli ricorda che di suo sarebbe ed è solo fango.<br />
Se noi non ci rendiamo conto che così siamo davanti al Signore, solo un po’ di fango, solo creature<br />
bisognose di perdono, non ci sarà verso che guardiamo gli altri uomini, nostri fratelli, con occhi di<br />
misericordia e di perdono.<br />
Ma no.<br />
La maggior parte di noi non la pensa affatto così.<br />
Noi crediamo che sia Dio ad essere in debito con noi.<br />
Quante volte le confessioni che ascolto iniziano esattamente così: “Padre, io non ho peccati”.<br />
Chi crede di non aver peccato si irriterà per un nonnulla con Dio e con il prossimo.<br />
Chi non dà peso al proprio peccato fatalmente sottolineerà il peccato altrui.<br />
Proprio come dice la parabola.<br />
La conclusione qual è?<br />
Che alla fine i conti debbono tornare e torner<strong>anno</strong>.<br />
Chi non ha saputo riempire il vuoto scavato dalla proprie colpe con altrettanta misericordia, si<br />
troverà a doverne rispondere.<br />
E Gesù lo ha detto troppe volte (anche il Padre nostro ce lo ricorda di continuo) perché non sia vero.<br />
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