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Archivio omelie Anno Liturgico 2004-2005 (anno A)

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4^ DI QUARESIMA<br />

Giovanni 9,1-41<br />

C’è proprio di tutto, in questo brano evangelico. E quanti personaggi! Il cieco, gli apostoli, i<br />

genitori, i farisei, la gente e, per finire, Gesù.<br />

Ma prima di scrutare le comparse, andiamo al cuore della vicenda. C’è un uomo, cieco, che non<br />

chiede nulla, neanche la carità. Gesù posa il suo sguardo su di lui, gli mette del fango sugli occhi e<br />

lo manda a lavarsi. E quello torna dalla piscina che ci vede. Ma nel frattempo ha compiuto un<br />

lunghissimo viaggio spirituale: è passato dal non sapere niente di chi l’ha guarito, all’affermare che<br />

è un profeta, poi che è uno “che viene da Dio”, al dire infine , in ginocchio, “io credo, Signore”.<br />

Amico che mi leggi: prova a vedere se c’è qualcosa che collega il vangelo di questa domenica a<br />

quello della settimana scorsa. Pensaci un istante. Vediamo se siamo arrivati alla stessa conclusione.<br />

Per me ciò che unisce i due testi è quel fango che Gesù mette sugli occhi del cieco. Alla Samaritana<br />

aveva detto la verità sulla sua vita, e si trattava di una verità amara. Amara, ma liberante.<br />

Anche al cieco Gesù, con un gesto, dice: “sei fango”, esattamente come all’inizio della quaresima ci<br />

è stato detto “ricordati che sei polvere ed in polvere ritornerai”.<br />

Da lì è iniziato il viaggio del cieco verso la luce e verso la fede.<br />

E’ per questo che io sono persuaso che la prima delle virtù non sia la carità, ma l’umiltà. E’ da lì<br />

che inizia il cammino verso Gesù. Che me ne faccio di Dio se suppongo di non averne bisogno?<br />

Ma diamo ora un’occhiata agli altri personaggi.<br />

I discepoli, che non resistono alla tentazione di trovare un colpevole: “ha peccato lui o i suoi<br />

genitori?”. E Gesù: “Perché guardare il mondo, le cose, gli uomini con sospetto? Perché non vedere<br />

(o tentarlo, almeno) nelle vicende della vita un segno dell’amore Paterno di Dio? (insomma: perché<br />

fermarsi sempre al bicchiere mezzo vuoto, quando si può essere lieti perché è mezzo pieno?)”.<br />

I ”giudei”, che non si arrendono nemmeno davanti all’evidenza e quando sono a corto di argomenti<br />

passano agli insulti: “sei nato nei peccati e ti permetti di insegnare a noi”?<br />

Amico, da allora il mondo non è cambiato. Se intendi essere te stesso, se vuoi dare testimonianza<br />

alla verità, preparati ad essere insultato. Chi è contro Gesù Cristo non ha risposte in abbondanza, in<br />

compenso non gli mancano le offese.<br />

I genitori, che alla Ponzio Pilato si lavano le mani. Chissà perché mi f<strong>anno</strong> pensare ai tanti mamme<br />

e papà che conosco e che ragionano e dicono così: “A noi basta che faccia bene a scuola. Per<br />

quando riguarda la religione è un affar suo, noi non vogliamo entrarci”. E credono di far bene. E<br />

non si accorgono che consegnano alla vita i loro figli disarmati e disorientati.<br />

I farisei, che con supponenza chiedono al Signore: “siamo forse ciechi anche noi?”. A loro ed a noi<br />

Gesù dice: “sì, lo siete, e lo siete per il semplice fatto che presumete di sapere tutto, di vedere tutto,<br />

di conoscere tutto. No, no. Anche se vivete nel <strong>2005</strong> il mistero vi avvolge. Conoscete la struttura<br />

dell’atomo, ma ignorate che cosa c’è nel cuore dell’uomo. Sapete raggiungere le stelle e non sapete<br />

parlare con il vicino di casa, il collega di ufficio, il compagno di banco. Magari riconosceste i vostri<br />

limiti: il più sarebbe fatto, perché ci sarei io, qui, a darvi una mano. Ma voi dite: di te non abbiamo<br />

bisogno. Ed è questo che vi frega”<br />

4

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