Leggi l'intero giornale in formato .pdf (circa 1 Mb) - La voce Misena

More documents

Recommendations

Info

L’AGENDA DEL VESCOVO Domenica 1 maggio 8,00 S.Messa al Santuario "Madonna della Rosa" 11,00 S.Cresima a Montemarciano 17,00 S.Messa al Santuario di Alberici Lunedì 2 maggio 9,00 Riunione dei Direttori Catechesi-Liturgia-Caritas Mercoledì 4 maggio 18,00 S.Messa e Processione nella Solennità del Patrono S.Paolino Giovedì 5 maggio 9,30 Formazione permanente dei Sacerdoti giovani Sabato 7 maggio 9,30 Riunione a Loreto Pastorale del lavoro e Pastorale Giovanile 18,00 S.Cresima a Cesanella ARTICOLI SACRI di Santina Boncompagni QUADRI IN ARGENTO - ICONE - IMMAGINI SACRE - CANDELE a Senigallia in Via Andrea Costa, 31 - 071.60597 Chiuso il lunedì mattina Domenica 8 maggio 9,30 S.Cresima a Pianello di Ostra 11,00 Saluto a Don Domenico Pasquini che lascia la Parrocchia del Porto 18,00 S.Cresima degli adulti in Cattedrale Mercoledì 4 maggio FESTA DI SAN PAOLINO Patrono della città e diocesi ore 18 Concelebrazione del Vescovo (nelle parrocchie di città non ci sono Messe) ore 19 Processione per le vie della città. La Voce Misena Settimanale della diocesi di Senigallia Piazza Garibaldi, 3 - 60019 Senigallia (An) Tel. 071/64578 - Fax 071/7914132 Poste italiane S.P.A. - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 N. 46) Art.1, comma 1, DCB Ancona. Taxe perçue - tassa riscossa ufficio P.T. di Senigallia. Autorizzazione del Tribunale di Ancona n. 137 del 12/11/1952. Parrocchia del Duomo - Senigallia Caritas parrocchiale Vicino agli anziani soli Corso per formare volontari disponibili a stare accanto alle situazioni di solitudine degli anziani Venerdì 29 aprile, ore 18 L’ascolto nella relazione con l’anziano Renata D’Ambrosio, consultorio Ucipem Venerdì 6 maggio, ore 18 La vecchiaia nella nostra società Renata D’Ambrosio, consultorio Ucipem Venerdì 13 maggio, ore 18 Profilo dell’anziano: aspetti geriatrici Franco Palermi, medico Venerdì 20 maggio, ore 18 La spiritualità dell’anziano don Maurizio Gaggini, cappellano Ospedale Vicino agli anziani soli, presentazione del progetto a cura della Caritas parrocchiale Sabato 30 aprile ore 10 - Chiesa dei Cancelli - incontro con P.Bartolomeo Sorge sj sul tema “Dare un’anima alla politica” L’incontro è aperto a tutti. Particolarmente invitati gli amministratori dei comuni della diocesi. Direttore editoriale: Gesualdo Purziani Direttore responsabile: Giuseppe Cionchi Redazione: Laura Mandolini, Tullio Piersantelli, Rosaria Cenerelli, Giancarlo Mazzotti Realizzazione grafica e stampa: Tecnostampa Recanati Tiratura: 3000 copie e-mail: vocemisena@tiscali.it • sito: www.vocemisena.it 28 aprile 2005 2 EDITORIALE 3 e Fiducia in Benedetto XVI Domenica 24 aprile ho avuto la fortuna di trovarmi in Piazza San Pietro. Un vero tripudio di colori, voci, canti, applausi. San Pietro che si tinge di arcobaleno e testimonia che “la Chiesa è viva”, così come il Santo Padre ci ha ricordato: “Sì, la Chiesa è viva, questa è la meravigliosa esperienza di questi giorni”. E’ una testimonianza preziosa, che rafforza il legame fra il pontificato di Benedetto XVI e quello di Giovanni Paolo II che ci ha lasciato una Chiesa più coraggiosa, più libera, più giovane. Ma, soprattutto, è una testimonianza che sa guardare al passato come ad una fonte inesauribile di esperienza, e al futuro come ad una strada tutta da svelare e piena di infinite possibilità. Aspettando di vedere il Papa, l’obiettivo della mia macchina fotografica coglie curiosamente in cielo un enorme segno di croce (vedi foto a fianco). Sarà stato un caso, ma mi è venuto spontaneo pensare a quel “In hoc signo vinces” da cui ha preso vigore nei primi secoli l’esperienza della fede cristiana. E da cui può prendere vigore questo millennio appena iniziato. Intanto la piazza si riempie di tanti pellegrini accorsi nella città eterna per festeggiare l’elezione del nuovo papa che ha inizialmente lasciato un po’ di smarrimento, ma che tutti sono pronti ad accettare con fiducia, sicuri che riuscirà a farsi amare come ha saputo fare Giovanni Paolo II. Tante ore sotto il sole, ma anche la stanchezza si trasforma in vigore ed entusiasmo, perché c’è la semplicità della fede. E poi arriva il Papa: ho visto un Papa che ha saputo intrattenere un lungo dialogo con la folla: trentacinque minuti di omelia passati in un momento! Ha comunicato emozioni, lui stesso a lungo emozionato durante la celebrazione e in particolare nei momenti chiave dell’imposizione del pallio e della consegna dell’Anello del pescatore. E poi la capacità di parlare forte, di catturare l’attenzione con la sua comunicativa che, diversa da quella di Karol Wojtyla, impareremo presto a conoscere. E’ risuonato ancora il “Non abbiate paura di Cristo!”, al quale ha aggiunto la rassicurazione: “Egli non toglie nulla, e dona tutto. Chi si dona a lui, riceve il centuplo. Sì,aprite, spalancate le porte a Cristo e troverete la vera vita”. Sulla piazza c’era un popolo vario e colorato, allegramente in festa, orgoglioso di mostrare le proprie bandiere nazionali e molto curioso di ascoltare la prima omelia del nuovo papa: i trentotto applausi che hanno interrotto il discorso di Benedetto XVI sono la migliore riprova del fatto che la sintonia c’è stata. Il messaggio c’è, ed è forte, anche per i giovani. Per quei giovani che fanno una Chiesa “viva e giovane”. E il messaggio c’è, per tutti: “Ciascuno di noi è amato, ciascuno di noi è necessario”. Il ministero di Benedetto XVI ha dunque ufficialmente preso il via. E’ iniziata una nuova fase della vita della Chiesa. don Gesualdo Purziani 28 aprile 2005 editoriale
1° maggio 2005 6 a domenica di Pasqua Un altro Paraclito Prima lettura: At 8,5-8.14-17; Salmo 65; Seconda lettura: 1Pt 3,15-18; Vangelo: Gv 14,15-21 Intrattenendosi con i suoi intimi amici prima della sua passione, Gesù promette loro, a più riprese, il dono dello Spirito Paraclito. Soltanto negli scritti giovannei è usato questo termine, che letteralmente significa “colui che è invocato” (da para-kalein = chiamare presso). Esso rimanda al contesto giuridico, dove il difensore interviene per proteggere il condannato. La sua funzione quindi è quella dell’avvocato, che soccorre e intercede l’assisto, o, in alcuni casi, conforta e consola. Da qui il nome di Consolatore, come compare nella Bibbia Cei. La funzione dello Spirito è quella di soccorrere i credenti che rimangono nel mondo mentre Gesù ritorna al Padre. Affinché i discepoli non restino orfani in quanto privi della presenza visibile di Cristo, Gesù prega il Padre perché invii su di loro il dono del Paraclito, il cui compito si articola in tre ambiti: insegnare al loro Giovanni riunisce nel discorso di Gesù durante L’evangelista l’ultima cena tanti temi che potrebbero essere collocati in circostanze diverse. Il brano liturgico di questa domenica ci presenta il commiato di Gesù dai suoi discepoli, che potrebbe essere collocato in maniera più appropriata dopo la pasqua, prima di salire al cielo. Gesù ha ormai compiuto la sua missione, ora nella storia della salvezza si apre un nuovo periodo, il tempo della comunità cristiana che continua l’opera di Cristo nei secoli. Nella mentalità antica ogni organismo vivente ha il suo principio vitale, ossia l’anima, e siccome la chiesa viene considerata organismo vivente, soggetto di azione propria, deve avere in sé il principio vitale che l’anima, ossia lo Spirito Santo. La sua azione nella comunità della chiesa sarà il tema di riflessione nella circostanza della Pentecoste. Nella seconda parte il brano evangelico ci presenta l’azione dello Spirito nella vita interiore di ogni singolo credente per far comprendere il dono della presenza della Trinità nell’intimo del cuore: “Chi mi ama, sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi mani- cuore quella verità che essi hanno appreso da Cristo; testimoniare a favore di Gesù, affinché essi possano testimoniarlo pubblicamente al mondo; infine accusare il mondo di peccato, e ciò viene fatto in un particolare e suggestivo tribunale, il cuore del credente. Per comprendere ciò che lo Spirito compie, è bene soffermarsi sulla prima promessa fatta da Gesù che riguarda la presenza del Consolatore. In essa si afferma l’invio dello Spirito il quale lo indica come “un altro Paraclito”. Il primo Paraclito è lui stesso, Gesù di Nazaret. Il secondo è lo Spirito di verità. L’azione di questi sarà simile e in continuazione con l’altra. Questa presenza non risulta passeggera o momentanea, riservata in particolari situazioni, ma sarà un “rimanere per sempre”, una dimora stabile. L’evangelista afferma inoltre che il mondo è incapace di riceverlo. Il temine “mondo” non allude all’umanità bisognosa di redenzione, ma sottintende la presenza di persone ottuse e incredule, che si pongono in opposizione esplicita e radicale alla salvezza di Gesù. Queste non possono ricevere lo Spirito, perché non si trovano nelle disposizioni adatte ad accoglierlo, in quanto non sono riuscite a percepirlo presente nell’opera terrena di Cristo e soprattutto nel suo insegnamento. Al contrario la condizione per ricevere lo La ricerca di Dio festerò a lui”. Subito dopo in maniera ancora più chiara: “Se uno mi ama, osserva la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui” (Gv.14,23)). Giovanni amplia l’orizzonte della narrazione evangelica, inserisce la missine di Gesù nel mistero trinitario, non però in una prospettiva puramente teorica, ma in rapporto all’esperienza religiosa dell’uomo. L’inabitazione divina nel cuore dell’uomo è esperienza mistica che non si può esprimere a parole perché oltrepassa i nostri schemi concettuali, qui la conoscenza diventa amore nella forma più alta e più assoluta. Questa interiore esperienza di Dio è stata vissuta in maniera diversa nel corso della storia. Per tanti è stata la riserva inesauribile di energia da spendere nel servizio dei fratelli. Altri però l’hanno vissuta in contrasto con la realtà del mondo, tanto da suggerire il “contemptus mundi” con un conseguente atteggiamento di fuga nella solitudine. La situazione dell’uomo moderno è caratterizzata innanzitutto dalla fedeltà alla terra, ossia dall’impegno quotidia- Spirito è la disponibilità di fede e di amore in Gesù di Nazaret, quella che si trova nei discepoli, anche se alle volte essa risulta debole, fragile o immatura. Sarà lo Spirito a portarla a perfezione. I cristiani sono idonei a ricevere quest’altro Paraclito in quanto hanno saputo riconosce lo Spirito “presso di loro”, cioè nella persona del primo Paraclito, in Gesù e nella sua verità. Lo Spirito, che nella vicenda terrena di Gesù era in lui, ora rimarrà “con loro”, nel senso che verrà ad assisterli; e perfino sarà “in loro” in quanto verrà nei loro cuori, per illuminarne l’intelligenza e sostenerne la volontà. Egli si presenta come lo “svelatore”, come la luce che illumina pienamente il volto di Gesù quale Figlio, che riflette il volto del Padre. In questo senso Gesù può dire: “Voi mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete… mi manifesterò a voi”. Il Paraclito può insegnare e testimoniare la verità perché è Colui che ascolta il colloquio di amore tra il Padre e il Figlio. Così può essere chiamato Spirito di verità. L’insegnamento interiore dello Spirito penetra in ciò che Gesù aveva detto e fatto pubblicamente, ovvero i “suoi comandamenti”, perché non rimangano esteriori o alieni, ma diventino “acqua viva” gustata nell’intimo dell’animo umano e segnata dall’amore. don Luciano Sole no nel mondo, ma proprio per non disperdere e dissipare la vita nel cerchio vizioso del produrre e del consumare, nella coscienza moderna sorge la domanda del senso di tutto ciò. Il porsi di questa domanda presuppone in noi il superamento della finitezza che caratterizza l’orizzonte del mondo e opre una prospettiva di infinito. Mentre l’ateo lascia quest’orizzonte nella sua indeterminatezza, per noi in esso si delinea il volto di Dio, pur senza la pretesa di definirlo. Infatti per noi Dio si presenta sempre nella penombra del mistero: è il Dio nascosto, il Dio che ci inquieta con il suo silenzio di fronte alla sofferenza, è il Dio che non si fa catturare entro i nostri schemi, eppure lo sentiamo presente come punto imprescindibile di riferimento di tutta la nostra vita, mai però con la pretesa di possederlo come oggetto della nostra fruizione che anticipa la situazione di paradiso. Quando cediamo a questa presunzione lo trasformiamo in idolo costruito su misura delle nostre frustrazioni e sbandierato per la copertura delle nostre insicurezze. don Vittorio Mencucci I 26 ministri al Quirinale assicurano fedeltà alla Repubblica davanti a Ciampi. Torna Tremonti ed esce Gasparri Cambiano ministero Scajola e Buttiglione Politica italiana Il governo fa il bis Si fa presto a dire “fotocopia”. In realtà il Berlusconi III, secondo governo di centrodestra della XIV legislatura, che ha preso forma la scorsa settimana è qualcosa di piuttosto diverso dal precedente. Anzi dai ‘precedenti’, visti e considerati i ripetuti rimaneggiamenti a cui era stato assoggettato il Berlusconi II, che il Cavaliere è riuscito a guidare al record dei 1.410 giorni di durata. Possiamo sbagliarci, ma quello che è stato schierato ha tutta l’aria di un governo da combattimento. Forse ancora, come sperano gli avversari, da combattimento tra alleati, ma nelle intenzioni soprattutto da combattimento con il centrosinistra prodiano. Nel primo caso, si moltiplicheranno crepe, scricchiolii e smottamenti in una Casa delle Libertà che dopo questa ufficialissima ristrutturazione in esapartito Fi-An-Lega-Udc-Nuovo Psi-Pri non si presenta più come un gigantesco monolocale berlusconiano con accessori. Nella seconda ipotesi, invece, la partita delle elezioni politiche 2006 - che qualcuno, con qualche precipitazione, ama dare per già decisa - sarà destinata a interessanti sviluppi. I due poli potrebbero essere costretti a dare il meglio di sé - l’uno stando al governo, l’altro prefigurando l’alternativa di governo - e la lunga campagna elettorale che ci attende finirebbe persino per trovare equilibri e toni adeguati alle esigenze e ai problemi del Paese. Non è certo e, forse, nemmeno probabile, ma non si può fare a meno di sperarlo e di auspi- carlo. Siamo, dunque, davanti a un classico governo da fine legislatura. Messo in campo con l’obiettivo dichiarato (e velleitario?) di fare ciò che è oggi possibile e urgente per il Sistema Italia: politiche per sostenere il reddito delle famiglie, incentivi al mondo delle imprese e del lavoro, azioni per rilanciare lo sviluppo del Sud. E organizzato con l’evidente intenzione di tentare anche l’impossibile per arginare la clamorosa crescita elettorale di un’opposizione politica che, nelle realtà amministrative regionali e locali, s’è affermata come cospicua maggioranza. Lo conferma il fatto che siano rimasti o tornati sulla breccia governativa praticamente tutti i big della CdL, esclusi il convalescente Umberto Bossi e un Marco Follini convinto assertore della logica bipolare, ma più che mai refrattario a un’incondizionata disciplina di coalizione. La scelta strategica sembrerebbe quella di rivedere e asciugare radicalmente il programma, rinunciando agli obiettivi irrealistici (a cominciare dall’ulteriore revisione delle aliquote fiscali) e, al contempo, di blindare la coalizione (i ministeri assegnati anche a Nuovo Psi e Pri sono un esplicito, reciproco, impegno), sciorinandone tutti i volti, tutte le sensibilità, tutte le capacità di presa: da Tremonti a Fini, da Buttiglione a La Malfa, da Storace a Calderoli, da Scajola a Miccichè, da Alemanno a Castelli a Pisanu. Una squadra complessa, con personalità forti e compatibilità non facili. Il problema sarà trovare schemi efficaci, che non propizino altri autogol e che risultino adatti al gioco d’attacco per il quale, sulla carta, è costruita. Questo è il quadro. Di cui fanno parte integrante le difficoltà interne ad An (si pensi solo all’uscita dall'esecutivo di Gasparri), i persistenti malumori nell’Udc (che ha meno ministri, ma più pesanti, e nel rapporto col premier non è più libera di prima della crisi né più docile), l’arroccamento della Lega sui propri scranni ministeriali e nelle proprie parole d’ordine, nonché il dato statistico e politico di una Forza Italia che non è più, tra esponenti di partito e tecnici affiliati, in maggioranza numerica nel Consiglio dei ministri. Se si scegliesse, però, di vedere solo questa o quella parte dell’operazione avviata dal centrodestra o ci si limitasse a fare dell’ironia sulla portata del “valzer delle poltrone” che si è appena concluso, si rischierebbe di non capire implicazioni e potenzialità di un gesto di “discontinuità” al quale Silvio Berlusconi, sotto la pressione degli allea ti più inquieti, si è acconciato con palese disagio. Puntando a trarre profitto da un serissimo gioco - la crisi di governo secondo tutti i crismi politico-costituzionali - che non ha mai fatto mistero di considerare inutilmente dispendioso. Trasformarlo, da qui in avanti, in investimento utile per la sua parte e per il Paese dipende da lui. Non solo, ma soprattutto da lui. Marco Tarquinio © Avvenire parola di Dio 28 aprile 2005 4 5 28 aprile 2005 sguardo sul mondo
Page 1: Festa di 4 maggio 2005 San Paolino
Page 5 and 6: Dalla Misna, l’agenzia stampa dei
Page 7 and 8: Insieme per l’Africa Due incontri
Page 9 and 10: Atutti dice che non risparmierà sf
Page 11 and 12: A denti stretti Tempi di sacramenti
Page 13 and 14: Benvenuti a Castel Colonna Nella fo
Page 15 and 16: B1 La Goldengas esordisce nei play-

Leggi l'intero giornale in formato .pdf (circa 1 Mb) - La voce Misena

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

Delete template?

Save as template?