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dalla<br />
20 Istituzioni cittadine<br />
Redazione dimitutto@teramani.<strong>info</strong><br />
ott <strong>2010</strong><br />
La Riccitelli<br />
e i “suoi”<br />
giovani<br />
Abbiamo trascorso una intera giornata presso la sede della<br />
Riccitelli e quello che ci ha colpiti è stata la numerosa presenza<br />
di stagisti della Facoltà di Scienze della Comunicazione<br />
dell’Università di Teramo e della Luiss di Roma che collaborano<br />
alla organizzazione degli spettacoli Ve ne raccontiamo l’attività.<br />
Sono giovani, belli, pieni di entusiasmo e determinati. Sono il segno<br />
dei tempi, interpreti vitali di una realtà ancora non contaminata dal<br />
degrado intellettuale, portatori sani di idee, moderni, a volte un po’<br />
geniali a volte un po’smarriti, sostenitori delle più avanzate tecnologie<br />
ma ancora indifesi di fronte alla vita e alle sue complessità. Sono<br />
i giovani della Riccitelli, un gruppo nutrito e motivato di laureati e<br />
laureandi protagonisti attivi di stages formativi grazie a un accordo di<br />
convenzione con la Facoltà di Scienze della Comunicazione dell’Università<br />
di Teramo, a cui si è di recente aggiunta Emanuela, l’ultima del<br />
gruppo, diplomata in copy editing al corso Nuovi Giornalismi organizzato<br />
dal settimanale Internazionale e dall’Università Luiss di Roma e<br />
arrivata alla Riccitelli su richiesta di convenzione, sempre per stage<br />
formativo, della Luiss stessa.<br />
Gli leggi in faccia tutta l’intraprendenza dell’età, la voglia di dimostrare<br />
quello in cui credono ma anche di credere in quello che vogliono<br />
dimostrare. Hanno negli occhi quell’integrità e quel sano integralismo<br />
che l’età ancora gli concede, lusso che a vent’anni ti è consentito ma<br />
che si dovrebbe avere sempre senza timore di etichettature, quando<br />
invece dalla dimensione del bianco e nero passi alla consapevolezza<br />
del grigio e poi all’accettazione delle infinite sfumature di grigio.<br />
Loro, alla Riccitelli, sono entrati come un ciclone, non conoscono<br />
stanchezza, non si pongono limiti, non si tirano indietro, e passano dal<br />
rispondere al telefono al ricevere gli artisti, da una conversazione in<br />
inglese, purtroppo sempre un po’ stentata, alla macchina fotocopiatrice,<br />
dall’organizzazione dell’evento al controllo di un posto a teatro.<br />
Non guardano mai l’orologio, se serve arrivano molto presto e non<br />
glielo devi mai chiedere o ricordare, lo capiscono e lo fanno, restano<br />
ben oltre l’orario concordato, e la mattina diventa l’intera giornata,<br />
uno spuntino veloce in una delle<br />
stanze dove si consuma una originale<br />
pausa pranzo che diventa momento di<br />
incontro, di scambio, di battuta e dove<br />
ogni argomento diventa possibile e<br />
familiare, dal lavoro alla famiglia allo<br />
studio, dalle prospettive alle speranze,<br />
dalle ambizioni alle relazioni affettive<br />
che diventano amicizia tra loro e tra<br />
loro e gli altri della Società.<br />
Così, si insegna loro come muoversi<br />
nel mondo dello spettacolo e<br />
della comunicazione sfruttando le<br />
competenze e le conoscenze che<br />
hanno maturato nel corso di laurea, e loro insegnano come si può<br />
fare cultura parlando anche il linguaggio dei giovani, come mantenere<br />
la freschezza dei principi, come fare comunicazione sfruttando le<br />
tecniche più aggiornate e di più immediata efficacia.<br />
Ci si diverte, ci si diverte molto anche quando non tutto fila liscio,<br />
quando un errore sembra compromettere il lavoro di giorni, quando<br />
un contrattempo rallenta l’urgenza di un compito da portare a termine,<br />
quando l’obbiettivo da raggiungere ti sfugge ancora una volta<br />
di mano. Ci si diverte, ovviamente, quando Elena si rovescia il caffè<br />
addosso e macchia irreparabilmente il documento che ha in mano,<br />
quando una ordinazione al bar che deve alleggerire un pomeriggio<br />
pesante diventa senza volere la parodia della consumazione al<br />
ristorante del film “Harry ti presento Sally”, lì nella deliziosa interpretazione<br />
di Meg Ryan, qui nell’altrettanto deliziosa e ancor più indimenticabile<br />
performance di Danilo, ci si diverte quando si arrabbiano<br />
e litigano tra di loro come vecchie comari e si deve trovare il modo<br />
di addolcire il viso contratto di Maica che sembra sempre intenta in<br />
questioni di vitale importanza.<br />
E forse è proprio questo a fare la differenza, il senso dell’impegno,<br />
l’assunzione di responsabilità, l’imperativo nel voler far bene senza<br />
scuciture, e non glielo devi insegnare, scopri che loro lo sanno già<br />
naturalmente e semmai gli devi dire ora basta è ora di andare.<br />
Sono entrati alla Riccitelli come stagisti, sono diventati suoi compagni<br />
di viaggio, quasi figli da accompagnare con garbata discrezione e con<br />
l’occhio benevolo del genitore saggio. Il futuro è aperto davanti a loro,<br />
la ricerca, difficile del lavoro, di una dimensione sociale. Una famiglia,<br />
forse, il trasferimento in altre città, forse. E, magari, con un pezzetto<br />
di Riccitelli nel cuore. n<br />
Gli leggi in faccia<br />
tutta l’intraprendenza<br />
dell’età, la voglia di<br />
dimostrare quello in cui<br />
credono ma anche di<br />
credere in quello che<br />
vogliono dimostrare.