Cambiare Pannolino - Altervista
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A COLLOQUIO CON AMICI<br />
Abbiamo invitato amici che hanno bimbi piccoli a dirci che pannolini usano e quali impressioni/esperienze hanno avuto.<br />
Il 97% di loro usa pannolini tradizionali, l'1% i pannolini monouso ecologici, l’1% pannolini di stoffa, l'1% un sistema misto –<br />
monouso tradizionali e monouso eco quando si sviluppano irritazioni, oppure pannolini di stoffa alternati a monouso ecologici<br />
quando necessario (asilo, visite, affidamenti a balie restie alla stoffa, ecc.).<br />
Con chi usa i pannolini tradizionali si discute di marche: molti iniziano affidandosi alle grandi marche, nel tempo ne provano<br />
diverse e le cambiano a seconda dei problemi che si generano. Oppure ne provano altre più economiche.<br />
Nei confronti con genitori che utilizzano pannolini tradizionali emerge che molte marche a prezzo più contenuto – Coop,<br />
Esselunga, GS, Lidl e altri – appaiono ottime alla prova dei fatti. Molti le scelgono per il prezzo decisamente inferiore, ma anche<br />
perché si trovano spesso molto bene e a volte meglio che con marche pubblicizzate e già provate.<br />
Alcuni vanno direttamente allo spaccio della fabbrica che li produce: comprando in fabbrica il medesimo prodotto del supermercato<br />
si risparmia molto.<br />
Chi si affida solo ed esclusivamente alle grandi marche sceglie a seconda degli sconti che una o l'altra marca offrono a rotazione.<br />
Spesso i genitori cambiano marca quando si accorgono che alcuni pannolini emanano un cattivo odore – qualcuno dice di<br />
PETROLIO – e soprattutto quando vedono che IL PANNOLINO RILASCIA UNA SOSTANZA GELATINOSA SUL SEDERINO DEL<br />
BIMBO (!!!) – dato riscontrato spesso con pannolini di diverse marche.<br />
STRATEGIE COMMERCIALI<br />
Una di noi ha interrogato il Servizio Consumatori della casa produttrice di un pannolino che perdeva gel. Invece di specificare il<br />
contenuto del pannolino, la casa produttrice le ha inviato gratis a casa uno scatolone da 120 pezzi, in sostituzione.<br />
Così il consumatore è di nuovo felice di usare e pubblicizzare la suddetta marca di pannolini, “E tutti continuarono a vivere felici e<br />
contenti”.<br />
Un altro dato interessante emerso è che PAMPERS REGALA I PANNOLINI AI PREMATURI FINO A 2 KG. Le multinazionali<br />
sono specializzate in queste e altre “missioni bontà”. (?!)<br />
Moltissime famiglie scelgono una marca piuttosto che un’altra perché utilizzata e raccomandata in ospedale, come avviene anche<br />
per il latte artificiale 1 . Le convenzioni con gli ospedali sono la miglior arma pubblicitaria, molto contesa tra le multinazionali.<br />
L’imprinting “Me lo hanno consigliato in ospedale” è difficile da “deprogrammare” in seguito, nella convinzione che se<br />
un prodotto viene consigliato in ospedale sia per forza il migliore... non pensando che spesso la tale ditta sovvenziona<br />
l’ospedale.<br />
LE FRASI STORICHE:<br />
“Userei il pannolino ecologico solo in caso di irritazioni. Se non ci sono irritazioni non vedo assolutamente il motivo”<br />
“Anche il pannolino della XXX lascia il gel sul sederino, ma i disegni sono molto carini!”<br />
COSA DICONO DEI PANNOLINI DI STOFFA<br />
Le argomentazioni dei nostri amici sono identiche a quelle che si trovano dovunque: non vedendo la necessità di proteggere il<br />
bambino dall'inquinamento del pannolino tradizionale (per non parlare dell’inquinamento ambientale), criticano il pannolino di stoffa<br />
per due motivi principali:<br />
IL COSTO<br />
Sovrastimano il costo dei pannolini di stoffa e non considerano il risparmio successivo nel riutilizzo per il secondo figlio, proprio o<br />
altrui. Sovrastimano il costo del lavaggio dei pannolini, inteso come energia necessaria, acqua necessaria, detersivi necessari.<br />
Noi acquistiamo pannolini di stoffa, li laviamo, usiamo detersivi ecologici e sappiamo benissimo quali sono i costi effettivi di ognuna<br />
di queste operazioni. Il costo TOTALE della produzione e dell'uso dei pannolini di stoffa è di gran lunga inferiore.<br />
1 Le multinazionali recuperano milioni di clienti di pannolini e latte in polvere sponsorizzando gli ospedali. Bisogna inoltre ricordare che l’atto di pubblicizzare Il latte<br />
artificiale è vietato e viola il protocollo dell’OMS. Per quanto riguarda i pannolini, ancora non sono emersi grandi scandali semplicemente perché quasi nessuno se ne<br />
occupa, ma per il latte artificiale gli scandali emergono eccome. Il meccanismo è lo stesso, per pannolini e per il latte. Si riporta un brano da un articolo molto<br />
interessante dedicato all’argomento:<br />
“Lettera a un biberon troppo caro” di Gianna Milano (“Panorama” del 1/2/2007)<br />
La scelta del latte, e quindi della marca, dipende il più delle volte dall’indicazione che la madre riceve in ospedale al momento della dimissione dopo il parto.<br />
“Basterebbe passare una giornata in un reparto di neonatologia per capire. Le varie marche sono fornite al punto nascita gratuitamente con una rotazione di 2-3 mesi,<br />
e i latti che ruotano non sono, guarda caso, quelli che costano meno, come Neolatte o quello della Coop” racconta Conti Nibali. Già nel 2000 l'Antitrust era<br />
intervenuto e sei aziende produttrici di latte in polvere (Nestlè, Heinz Italia, Milupa, Nutricia, Humana e Abbott), accusate di essersi accordate per vendere solo in<br />
farmacia, pagarono una multa di 6 miliardi di lire. Il latte, dopo quella sentenza, fu venduto anche nei supermercati. Quattro anni dopo l'Antitrust è reintervenuto,<br />
aprendo un'istruttoria su 15 prodotti, i sei della volta precedente più altri: le differenze di prezzo tra le marche non erano giustificate dal momento che tutti i latti in<br />
polvere devono avere le caratteristiche nutrizionali indicate dall’European society of pediatric in gastroenterology and nutrition (Espgan). Il 12 ottobre del 2005<br />
l'Autorità garante ha deliberato che le società Heinz, Plada, Nestlè, Nutricia, Milupa, Humana e Milte, che avevano stretto un'intesa per non farsi concorrenza,<br />
pagassero una multa complessiva di oltre 9 milioni di euro.<br />
I produttori di latte in polvere continuano ad avere in Italia contatti stretti con società e organizzazioni di categoria, in particolare pediatriche. Succede che offrano loro<br />
aiuti economici, fondi per congressi e riviste o acquistare strumentazione scientifica: tutti interventi il cui costo, alla fine, si riflette sul prezzo del prodotto e sulle<br />
famiglie.<br />
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