Diario di un italiano d'Austria sul fronte orientale. - Ad Undecimum
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Davanti alla chiesa <strong>di</strong> San Giusto a Trieste <strong>un</strong> folto gruppo <strong>di</strong> Esperantisti (a. ’20).<br />
zandosi a vedere tra le righe la politica. O auguri ke si finisi prest <strong>di</strong> bati e ke la<br />
pàs a torni a venì tra keste benedete int invelenade. E se no, ke almankul ’a lasin<br />
in pas i studjos ke calin da l’alt kestris begis e kesc kontrátsc’, tininsi in <strong>un</strong>e spese<br />
serene dulà ke no ’l rive il s<strong>un</strong>sur des armis e l’eko des krudeltat e des injusticiis<br />
humanis… (7)”; e <strong>un</strong>a del podestà <strong>di</strong> Tapogliano Ettore Tommasini spe<strong>di</strong>ta dalla<br />
«Pension Piccar<strong>di</strong>» <strong>di</strong> Firenze datata 28.4.1918 nella quale com<strong>un</strong>ica al Foschian,<br />
in quel mentre a Crauglio, la sua intenzione <strong>di</strong> trovare lavoro ad <strong>un</strong>a ventina <strong>di</strong><br />
operai, profughi della Bassa friulana, per poter migliorare le loro con<strong>di</strong>zioni economiche<br />
e chiedeva inoltre notizie più precise su Luigi Cian, Fumo, Zorba <strong>di</strong> Campolongo<br />
e Luigi Tomasin, Pietro Bazeu, Luigi Comar <strong>di</strong> Tapogliano, che avrebbero<br />
potuto essere interessati all’impiego offerto (8). Il podestà <strong>di</strong> San Vito al Torre, At-<br />
(7) Ibidem. Achille Tellini si trasferì dal suo Friuli a Bologna verso il 1908 dove svolse <strong>un</strong>a attività<br />
commerciale. Da questa città ass<strong>un</strong>se l’incarico <strong>di</strong> rappresentante dell’Associazione Esperantista<br />
<strong>un</strong>iversale. Anticlericale, <strong>di</strong> tendenza liberale, serbava astio verso gli Austriaci. Nonostante questo<br />
però, forse a causa del suo carattere estroverso, fu preso <strong>di</strong> mira dalle autorità militari italiane durante<br />
il conflitto che volevano internarlo. Documenti d’Archivio testimoniano che fu preso <strong>di</strong> mira<br />
da parte delle autorità italiane. Con l’evento al potere del fascismo sostenne la «friulanità» contro<br />
il nazionalismo fascista. Ritornò a U<strong>di</strong>ne nel 1927. Più o meno nelle stesse con<strong>di</strong>zioni, guarda<br />
caso, si trovava anche lo stu<strong>di</strong>oso Giovanni Lorenzoni (1884/1950). Infatti quest’ultimo subì l’internamento<br />
in qualità <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>no <strong>di</strong> <strong>un</strong>a nazione avversa (in questo caso a cura delle autorità militari<br />
francesi) dato che si trovava in Francia (Montpellier) allo scoppio della prima guerra mon<strong>di</strong>ale.<br />
Raffaella Sgubin ne fa <strong>un</strong> breve accenno in «Tre riviste e tre uomini che hanno aperto la strada<br />
alla Filologica» su «Friûl <strong>di</strong> soreli jevât», Società Filologica Friulana, Gorizia 1989, pag. 63.<br />
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