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N.104 ottobre (7,1Mb Pdf) - la Notizia

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Fame di senso<br />

Incontro con il giornalista e scrittore<br />

Massimo Gramellini<br />

In mezzo un comodo passaggio<br />

per l’andirivieni serale.<br />

A sinistra il cicaleccio dei tavolini<br />

all’aperto e delle posate.<br />

A destra una tenda fortunatamente<br />

aperta ai <strong>la</strong>ti.<br />

Le piogge di inizio settembre<br />

hanno subìto il fascino delle<br />

miti temperature ed a loro hanno<br />

concesso di incorniciare <strong>la</strong><br />

sera dell’otto mentre il Festivaletteratura<br />

di Mantova sta volgendo<br />

al termine.<br />

Massimo Gramellini, giornalista<br />

e scrittore. La rassegna è<br />

“Tracce”: 23 incontri con scrittori<br />

e personalità del<strong>la</strong> cultura.<br />

È ora di cena. La gente ha una<br />

strana fame.<br />

Un nugolo di persone, forse<br />

tentato dai lusinghieri inviti dei<br />

camerieri e dei menù, sceglie<br />

tuttavia di sfamarsi altrove. La<br />

fame di senso e di tenerezza, il<br />

bisogno di tinte rosa che colorino<br />

i gesti quotidiani, hanno fatto<br />

in modo che le persone trovassero<br />

posto ovunque: sedute,<br />

sedute anche per terra o in piedi<br />

fino a <strong>la</strong>mbire il <strong>la</strong>to opposto<br />

di piazza Sordello.<br />

In fondo inutile disconoscerlo:<br />

il mondo occidentale è già sfamato<br />

da tutto. Le re<strong>la</strong>zioni coltivate<br />

con il cellu<strong>la</strong>re, gli acquisti<br />

in rete, <strong>la</strong> ricerca di un luogo<br />

con il navigatore, lo schermo<br />

ultrapiatto preferito all’odore<br />

del<strong>la</strong> carta dei quotidiani, ma<strong>la</strong>ttie<br />

da web piuttosto che dita<br />

macchiate di inchiostro, mail<br />

favorite alle lettere pensate,<br />

scritte, cestinate, riscritte. Le<br />

persone hanno fame di senso e<br />

di tenerezza. Gramellini sfama<br />

sapientemente questi squattrinati<br />

sentimentali. Si sa, parlerà<br />

del suo secondo romanzo “Fai<br />

bei sogni” una storia intima e<br />

dolorosa, autobiografica, incentrata<br />

sul<strong>la</strong> perdita del<strong>la</strong> madre<br />

quando lui aveva nove anni. Una<br />

storia triste, unica ma allo stesso<br />

tempo simile a tante altre<br />

taciute, nascoste, mai narrate e<br />

private del<strong>la</strong> scena. Il doloroso<br />

aggrovigliarsi dello stomaco,<br />

mentre gli occhi proseguono <strong>la</strong><br />

lettura del romanzo, deve però<br />

snodarsi pacatamente e dare<br />

spazio alle riflessioni.<br />

Il dolore ha un senso.<br />

Il cuore di ognuno è stato p<strong>la</strong>cidamente<br />

scalfito o tremendamente<br />

spaccato dal dolore. A<br />

differenza del piacere condiviso,<br />

del<strong>la</strong> passione e dell’amore<br />

che sono racconti tra due, il dolore<br />

conduce al cospetto del<strong>la</strong><br />

solitudine e verso l’oblio del<strong>la</strong><br />

sconfitta. Inutile però cercare<br />

<strong>la</strong> pietà degli altri perché è <strong>la</strong><br />

nostra prima intima pietà che<br />

si deve ottenere. Il riconoscersi<br />

deboli e non quelle persone<br />

che avremmo voluto essere è<br />

un doveroso gesto di riconciliazione.<br />

Lo struggimento deve perdersi<br />

sfumando solo nelle pagine del<br />

passato e non si deve concedere<br />

al dolore di essere totalmente<br />

ripiegati su di esso e sul<strong>la</strong><br />

nostalgia. Vivere una vita senza<br />

mai fare i conti con <strong>la</strong> sofferenza<br />

è immorale. Una vita utile è<br />

una vita che cambia, anche grazie<br />

al dolore.<br />

Il cuore sa molte più cose del<strong>la</strong><br />

testa.<br />

Quando si soffre si rimane fermi:<br />

pervasi del<strong>la</strong> (in)giusta idea<br />

che il mondo ci debba qualcosa<br />

come se il mondo fosse in debito<br />

con noi. Non si deve restare<br />

fermi ma spingersi verso l’amore:<br />

è l’unica soluzione, perché<br />

il dolore è il filo con cui si<br />

tesse <strong>la</strong> stoffa del<strong>la</strong> gioia. Lo ricorda<br />

anche P<strong>la</strong>tone: Eros non<br />

è l’amato, ma colui che ama. Lo<br />

stato di grazia consiste nell’amare<br />

perché solo chi ama è<br />

posseduto dall’amore e di certo<br />

questo mutamento interiore<br />

non fa più sgorgare le gocce di<br />

resina. La resina: una <strong>la</strong>crima<br />

che co<strong>la</strong> dall’albero ferito.<br />

Tornare a sognare.<br />

L’uomo necessita allora di uno<br />

scatto morale forte per non<br />

prosciugarsi nel declino. Troppo<br />

è andato storto e in poco<br />

tempo: l’uomo chiede da tempo<br />

un cambiamento, ma senza<br />

volerne essere protagonista.<br />

Il cambiamento deve partire<br />

dall’uomo e non è delegabile<br />

al potere. L’uomo ha smesso<br />

di sognare, di sperare e di progettare<br />

soprattutto per pudore<br />

e per vergogna o forse per comodità.<br />

Sia chiaro: Gramellini non si<br />

erge a profeta. Ciò che è stato<br />

maldestramente abbozzato in<br />

queste righe era già stato sapientemente<br />

dipinto da Gesù<br />

tempo fa. Peccato che per<br />

ognuno di noi, come si dice ne<br />

“Il Piccolo Principe”, l’essenziale<br />

sia invisibile agli occhi.<br />

Michele Galli<br />

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