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parte 1

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— n —<br />

estensi vengono in generale riguardate come spettanti a quel popolo, ch'ebbe tanta<br />

fama nell'antichità, e che legò il suo nome ai colli posti a mezzogiorno di Padova.<br />

Come è noto Plinio ('), riproducendo probabilmente nn passo delle Origines di<br />

Catone, scrive: « Eaetorura et Euganeonim Verona ». Quanto ai Keti, essi furono<br />

riconosciuti dal Mommsen (') nel misterioso popolo degli Arusnates, ricordati in<br />

alcuni titoli della bassa Valpolicella. Ora ci appariscono gli Euganei, che avevano<br />

anche qui alcuni di quegli oppiiki, dei quali trentatrè sono accennati da Catone ('),<br />

che appella quella popolazione col nome complessiva di Euganeae genles. Iscrizioni<br />

euganee si trovano men rare nel Vicentino (monte Berico, Lumignano e Costoza),<br />

e nel Trentino ; se ne rinvenne qualcuna anche a Tremosine, sulla riva bresciana<br />

del Lago di Garda ('). Ma per il Veronese sono ancora una rarità. L' importanza<br />

quindi della scoperta di s. Briccio, non consiste nell'abbondanza dei materiali finora<br />

raccolti, ma nel loro valore storico.<br />

Non merita di essere dimenticato, che da questo sito medesimo proviene una<br />

freccia a mandorla di selce nera, senza che si sieno avute le desiderate precise in-<br />

formazioni intorno al suo rinvenimento.<br />

22 Dicembre 1883. — Recatomi di nuovo a s. Briccio, vi notai che poco erasi<br />

scoperto dopo l'ultima mia gita. Rendo conto ad ogni modo di quanto rinvenni e vidi.<br />

Nella <strong>parte</strong> nord-est del cocuzzolo del colle, e precisamente in prossimità al<br />

pozzo descritto precedentemente, si trovarono due avanzi di muri paralleli, distanti fra<br />

loro di circa otto metri, in direzione da nord nord-ovest, a sud sud-est, e di notevole<br />

grossezza. Ap<strong>parte</strong>nevano al fondamento ; e quando io giunsi, buona <strong>parte</strong> ne era<br />

stata demolita. Erano costruiti con sassi basaltici neri, con tufi e massi calcarei,<br />

alcuni dei quali mostravano essere stati adoperati in altri edifici. Due di queste<br />

pietre si ricompongono, e ci danno buona <strong>parte</strong> di un cippo sepolcrale. Rappresenta<br />

un littore, che tiene colla sin. una verga poggiata a terra. La destra è consunta, e<br />

la <strong>parte</strong> superiore colla testa del littore, è perduta. Lateralmente alla figura sor-<br />

gono due pilastrini senza ornamenti, anche questi in molto cattivo stato di conser-<br />

vazione. Alt. complessiva m. 0,90: largh. 0,64: spess. 0,41.<br />

In prossimità si rinvennero ancora alcuni massi di pietra bianca, che spettavano<br />

ad una viera di pozzo. Altro masso trovasi ancora infitto nel terreno, ed è posto in<br />

modo da rimanere interno al secondo muro descritto. Le misure prese sui tre<br />

massi estratti, mi danno che la luce della viera aveva 62 cent, di diametro, ed il suo<br />

spessore era da m. 0,11 a 0,13. Il pezzo dello spessore di m. 0,13 presenta dalla <strong>parte</strong><br />

esteriore un listello ed una gola diritta; e ciò dimostra che doveva servire di base.<br />

Riconobbi ancora una base di pilastro in calcare bianco, che non avea potuto<br />

vedere nelle precedenti visite, perchè coperta da materiali vari. Formava cantone,<br />

(') M. IL III, lo, Detlefsen.<br />

(') C. I. L , V, L p. 327.<br />

(') Origines li, fragra. 5, .lordan. .Siili" iiivaslono etnisca, cfr. Livio V,<br />

."3. Quanto ai Libili<br />

sembra, che si debbano e.scludere dallo jiiii anticlie popolazioni cbe abitarono il veronese : cfr. Arch.<br />

Veneto VI, .346.<br />

(') Fabiotti, n. 12, lò-:';l, e I'iìiikj siii>j,I. n. 1. in Mnn. Acc. Turino \XVI, p. ;>'79.

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