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parte 1

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— 37 —<br />

Xm. Corneto-Tarquinta — Le scoperte di antichità nella necropoli tarqui-<br />

niese in contrada Monterozzl presso Cernete, contiuuareue nello scorse anno 1883.<br />

Riserbandonii di presentare un rapporto complessivo sopra questi nuovi rinvenimenti,<br />

che faccia seguito a ciò che intorno agli scavi cornetani fu già edito (cfr. Notizie 1882,<br />

p. 136, 410 tav. Xir, XIII, XIII bis), non voglio mancare di dar conto di un nuo-<br />

vissimo scavo, di cui è parola nella seguente nota.<br />

Relazione dell' ispettore cav. L Basti, sopra una tomba antichissima scoperta<br />

nel sito denominato le Arcatelle della necropoli larquiniese.<br />

24 Gennaio 1884. — Jeri, proseguendosi gli scavi della necropoli di Tarquinia<br />

per conto di questo Municipio, si fece una nuova importante scoperta. La escava-<br />

zione ha luogo attualmente in un rialzo di terreno, a destra di chi provenendo dagli<br />

avanzi della città di Tarquinia, entra nella necropeli per l'antico passaggio chia-<br />

mato le Arcatelle. A circa cento metri da quel passaggio, nella direzione di ponente,<br />

si rinvenne un deposito mortuario, alla profondità di m. 3,50 dalla superficie<br />

del suole. Esse trovavasi in uno strato cretaceo non molto dure, e quindi facile a<br />

perforarsi, e consisteva in un dolium di terracotta, di colore rossastro, dell'altezza<br />

di m. 0,60, e diametro di egual misura alla becca. Il dolium era coperto da una<br />

lastra di nenfro bigio, del diametro di m. 0,80, che ne chiudeva la becca erme-<br />

ticamente.<br />

Tolta che ebbero gli scavatori la pietra, videro dentro il dolium un sepolcro<br />

intatto , coperto intieramente da un tessuto color castagno, a guisa di lenzuolo<br />

funebre. Il contatto immediato dell'aria produsse l' istantanea sparizione del tessuto,<br />

che si ridusse in polvere, e minuti frammenti. Alcuni di questi sono rimasti attac-<br />

cati al vaso, e seno tuttora visibili. Allora apparvero gli interessanti oggetti , che<br />

erano sotto di esso, e si riconobbero subite come ap<strong>parte</strong>nenti al genere primitivo,<br />

e somiglianti a tanti altri già ritrovati nei due anni precedenti 1882-83. Non v'ha<br />

quindi alcun dubbio, che il deposito ap<strong>parte</strong>nga al sepolcreto antichissimo, di cui<br />

scrissero già dette relazioni i chh. Kelbig e Ghirardini.<br />

Gli oggetti erane collocati dentro il dolium nell'ordine seguente;<br />

Nel centro vi era ritto in piedi un vaso cinerario di bronzo, alto m. 0,40,<br />

largo alla becca m. 0,23, nella circonferenza dove è maggiore l' ampiezza del<br />

corpo, m. 1,04.<br />

Esso vaso ha la forma molte sviluppata nella <strong>parte</strong> inferiore, che poggia sopra<br />

im sol piede rotondo, e largo alla base m. 0,12; ha il colle allungato, che si<br />

stringe verso la bocca, dove la sua circonferenza non è maggiore di m. 0,12; ha<br />

pure due sottili manichi laterali piegati in alto; in alcuni punti del colle è per-<br />

fettamente visibile l'antica doratura. Il circolo maggiore del corpo è fregiato di 30<br />

piccoli chiedi di metallo sporgenti, solidamente ribattuti. Ridotto in minuti pezzi<br />

per cremazione, il cadavere era stato collocate dentro il vaso; ma col tempo, e colla<br />

sua gravità, e forse anche per la umidità e altre cause, ne aveva rotto il<br />

fondo, e si era riversato nella base del dolium ; per lo che il piede distaccatosi<br />

giaceva tra alcuni frammenti di metallo ed i resti del cadavere. Sulla bocca del<br />

vaso era collocata una ciotola, di metallo anch' essa, del diametro di m. 0,25<br />

alla becca, e m. 0,08 di altezza. Dentro la ciotola erane situati con ordine : una

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