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Buchi neri e informazione.pdf - Nardelli

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insito π che per la semplice relazione arccosφ = 0,2879π è connesso con il numero<br />

aureo. Inoltre le vibrazioni emettono “frequenze” in ottimo accordo con gli<br />

esponenti del numero aureo). Ma la stessa stringa, se si avvicina alla IR-brana,<br />

rallenta e si espande. Da tutti i punti di vista si comporta come una glueball (adrone<br />

costitutito solo da gluoni). In questa interpretazione il gravitone e la glueball sono<br />

esattamente lo stesso oggetto, situato in punti diversi del fascio di brane. (Quindi, un<br />

bosone – il gravitone – ed un fermione – la glueball – sono in corrispondenza<br />

biunivoca, cioè dall’uno si ottiene l’altro e viceversa, secondo la relazione<br />

fondamentale del modello Palumbo-<strong>Nardelli</strong> (P-N):<br />

( G G ) f ( φ)<br />

26<br />

−∫ d x<br />

⎡ R 1 μρ νσ<br />

g<br />

⎢<br />

− − g g Tr<br />

⎣ 16πG<br />

8<br />

μν ρσ<br />

1 μν ⎤<br />

− g ∂ μφ∂νφ<br />

⎥<br />

=<br />

2 ⎦<br />

∞<br />

1<br />

= ∫ 2<br />

2κ<br />

0 10<br />

2<br />

− Φ ⎡<br />

2<br />

10 1/<br />

2 2<br />

μ 1 ~ κ10<br />

∫ d x − G e ⎢R<br />

+ 4∂<br />

μΦ∂<br />

Φ − H 3 − Tr 2 ν<br />

⎣<br />

2 g10<br />

2<br />

( ) ( F2<br />

)<br />

Anche questa interpretazione, quindi, rafforza e convalida il modello P-N che<br />

lega le stringhe bosoniche a quelle fermioniche, e la connessione con il numero<br />

aureo, insito in tale formula ).<br />

Immaginiamo una coppia di gravitoni (stringhe vicine alla UV-brana) in procinto di<br />

entrare in collisione. Se hanno energia sufficiente, quando si incontrano nei pressi<br />

della UV-brana si formerà un piccolo buco nero: un ammasso di energia incollato alla<br />

UV-brana. I bit di <strong>informazione</strong> che ne costituiscono l’orizzonte degli eventi hanno<br />

dimensioni planckiane. Ma pensiamo ora di sostituire i due gravitoni con due nuclei<br />

(in prossimità della IR-brana) e di farli collidere. Qui si fa sentire la potenza della<br />

dualità. Da una parte possiamo immaginare la versione quadridimensionale del<br />

processo, in cui due oggetti collidono e formano un buco nero. Questa volta il buco<br />

nero sarà vicino alla IR-brana e di dimensioni maggiori di quello che si era formato<br />

nei pressi della UV-brana. Ma possiamo vedere il processo anche dal punto di vista<br />

tridimensionale. In questo caso, due adroni o due nuclei collidono e formano un<br />

ammasso di quark e gluoni. L’energia della collisione sta insieme e forma una specie<br />

di goccia di fluido definito brodo caldo di quark. Esso ha alcune proprietà di fluidità<br />

molto sorprendenti che ricordano, guarda caso, l’orizzonte degli eventi di un buco<br />

nero. Si è scoperto che la viscosità del brodo caldo di quark è incredibilmente bassa.<br />

(A rigore, ad essere piccola è la viscosità divisa per l’entropia del fluido). Il brodo di<br />

quark è il fluido meno viscoso conosciuto dalla scienza. Ora, esiste in natura qualcosa<br />

di viscosità così bassa da rivaleggiare con il brodo di quark? Esiste. L’orizzonte degli<br />

eventi di un buco nero, quando viene perturbato, si comporta come un fluido. Per<br />

esempio, se un buco nero piccolo cade in un buco nero più grande, crea un<br />

rigonfiamento temporaneo sull’orizzonte. Il rigonfiamento poi si espande sulla<br />

superficie proprio come accade nel caso di un fluido viscoso. Quando i teorici delle<br />

stringhe cominciarono a sospettare un legame tra i buchi <strong>neri</strong> e le collisioni nucleari<br />

(le implicazioni del principio olografico sulle proprietà viscose del brodo di quark) si<br />

resero conto che il brodo di quark è la cosa che più somiglia all’orizzonte degli eventi<br />

di un buco nero. Che ne è alla fine della goccia di fluido? Come per un buco nero,<br />

anch’essa finisce con l’evaporare in una varietà di particelle tra cui nucleoni, mesoni,<br />

11<br />

⎤<br />

⎥ .<br />

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