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Buchi neri e informazione.pdf - Nardelli

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un piccolo anello di stringa. Quel pezzettino di stringa chiusa è una particella (un<br />

fotone, un gravitone, o una qualunque altra particella). Essendo all’esterno del buco<br />

nero, ha la possibilità di sfuggire; quando questo accade, il buco nero perde un po’ di<br />

energia. Ecco come la teoria delle stringhe spiega la radiazione di Hawking.<br />

La parola brana è un’invenzione della teoria delle stringhe; tale termine deriva da<br />

membrana, parola di uso comune con cui si indica una superficie bidimensionale che<br />

si può deformare e stirare. Una D-brana (dove D sta per Dirichlet) non è una brana<br />

qualsiasi, ma ha una proprietà molto speciale, cioè il fatto che su di essa possono<br />

giacere le estremità delle stringhe fondamentali. Prendiamo il caso di una D0-brana.<br />

La D significa che si tratta di una D-brana, lo zero significa che non ha dimensioni.<br />

Una D0-brana è quindi una particella su cui possono terminare le stringhe<br />

fondamentali. Le D1-brane sono spesso chiamate D-stringhe. Questo perché la D1brana,<br />

essendo filiforme, è essa stessa una specie di stringa, anche se non deve essere<br />

confusa con le stringhe fondamentali. Tipicamente le D-stringhe sono molto più<br />

pesanti delle stringhe fondamentali. Esistono potenti simmetrie matematiche,<br />

chiamate dualità, che collegano le stringhe fondamentali alle D-stringhe. Queste<br />

dualità rivestono ruoli importanti in molti settori della matematica pura. Le D2-brane<br />

sono membrane simili a fogli di gomma, a parte il fatto che su di esse possono<br />

terminare le stringhe fondamentali.<br />

Nel 1996 i due teorici di stringa Cumrun Vafa ed Andrew Strominger, combinando<br />

stringhe e D-brane riuscirono a costruire un buco nero estremale con un orizzonte<br />

degli eventi di grandi dimensioni ed inequivocabilmente classico. In quanto oggetto<br />

macroscopico classico, l’orizzonte avrebbe risentito in maniera trascurabile delle<br />

fluttuazioni quantistiche. La teoria delle stringhe avrebbe fatto bene a trovare la<br />

quantità di <strong>informazione</strong> nascosta implicata dalla formula di Hawking, senza ambigui<br />

fattori o segni di proporzionalità. Il punto di partenza era un certo numero di D5brane<br />

espanse in cinque delle sei direzioni compatte dello spazio. Immerse in queste<br />

D5-brane i due fisici avvolsero un gran numero di D1-brane attorno ad una delle<br />

direzioni compatte. Quindi aggiunsero stringhe con entrambe le estremità attaccate<br />

alle D-brane. Ancora una volta, i pezzetti di stringa aperti rappresentavano gli atomi<br />

d’orizzonte che contengono l’entropia. Strominger a Vafa per prima cosa annullarono<br />

la gravità e le altre forze. Senza queste è possibile calcolare esattamente quanta<br />

entropia è immagazzinata nelle fluttuazioni delle stringhe aperte. Il passo successivo<br />

fu quello di risolvere le equazioni di campo di Einstein per questo tipo di buco nero<br />

estremale. Strominger e Vafa trovarono che l’area dell’orizzonte e l’entropia non<br />

erano semplicemente proporzionali: l’<strong>informazione</strong> nascosta nei fili guizzanti<br />

attaccati alle brane concordava esattamente con la formula di Hawking.<br />

Gli altri due teorici di stringa Callan e Maldacena, riuscirono ad usare la teoria delle<br />

stringhe per calcolare il tasso di evaporazione dei buchi <strong>neri</strong> quasi estremali. La<br />

spiegazione fornita dalla teoria delle stringhe al processo di evaporazione è<br />

affascinante. Quando due increspature che si muovono in direzioni opposte si<br />

scontrano, formano una singola increspatura più grande. Una volta che questa si è<br />

formata, nulla le impedisce di staccarsi (ecco l’evaporazione in termini di stringhe).<br />

Callan e Maldacena avevano calcolato in dettaglio il tasso di evaporazione ed il loro<br />

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