Maurizio Brucchi Il gobbo napoletano Marco Valerio ... - Teramani.info
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l’intervista<br />
…alla<br />
Manola<br />
che non<br />
t’aspetti<br />
cerco un centro di<br />
gravità permanente<br />
U<br />
nica pausa: il periodo immediatamente successivo alle<br />
scosse di tangentopoli. Turbata, annichilita, confusa.<br />
Prima, da pischella, Manola Di Pasquale, pidiessina con<br />
lo scudocrociato nel sangue, è stata anche baby sitter, barista,<br />
orfana della madre a soli 16 anni, iscritta a Giurisprudenza a Chieti<br />
e appartenente al movimento giovanile della Balena Bianca. “Ho<br />
sempre fatto politica” aguzza gli occhi e mulina le mani come una<br />
Magnani corvina sul set. In seguito saranno l’avvocatura, la scuola<br />
forense (è anche insegnante), i convegni, l’associazione in rosa<br />
B52, Marini e Ginoble “perché provenienti dal mare magnum della<br />
Dc”, il suo habitat di sempre. Chicca finale: la presidenza regionale<br />
del Pd, subentrando alla Stefania Pezzopane, ora in braccio, un po’<br />
qua un po’ là, allo star system mondiale e casalingo. Manola Di Pasquale<br />
è farina del sacco del suo stesso profumo: I Love di Moschino,<br />
“né forte né acre” ma stabilente al centro, diccì appunto. Suo<br />
padre vetraio (è venuto a mancare più di un anno fa) l’ha temprata<br />
a forza di bontà d’animo: “Aveva il senso della famiglia” e ha tirato<br />
su quattro figli con dignità”. Nel primo Sperandio, l’avvocatessa<br />
teramana ha risposto alla chiamata irrifiutabile di Vincenzo Cerulli<br />
Irelli che l’ha voluta nell’agone politico assieme a Chiodi, Esposito,<br />
Pirocchi, Castellucci, Gebbia, Petrella, ed altri, il fior fiore dei grimpeur<br />
della politica locale di quei giorni. L’amore in campo politico<br />
sboccia con la Iervolino e dai Popolari sfocia nel rivolo Margherita,<br />
aspettando lo yes we can veltroniano che tanto attizza l’avvocatessa:<br />
“Ha un altro passo”, dice del cinefilo romano, è andato via<br />
per manifesta superiorità, legge tra le righe. La “mediocrità” è<br />
dappertutto e ha il sapore di una brutta barzelletta che, come uno<br />
shaker, ti squassa la mente con insistenza ed isolenza: “Ce n’è<br />
troppa”. SuperManola si definisce “iperattiva” e nel suo dividersi e<br />
riunirsi riesce bene a distribuirsi equamente addirittura tra l’acqua<br />
santa della chiesa del Carmine e quella clorata dell’acquagym<br />
della Gammarana la sera alle nove: la pietra filosofale del suo essere<br />
così diccì. Si lacera tra un consiglio comunale ed uno specchio<br />
dove recitare in anteprima la sua ultima arringa dinanzi al giudice;<br />
“ma dici a me? Ehi con chi stai parlando, dici a me?” si sarà pure<br />
detta qualche sera facendosi ritornare alla mente il De Niro di<br />
Taxi driver. Perfeziona il suo linguaggio, lo forbisce, lo lardella,<br />
novembre 2009<br />
di <strong>Maurizio</strong> Di Biagio<br />
si prepara alla battaglia. Frattanto fa sua la segreteria comunale<br />
della Margherita prima, e del Pd poi. Lo strappo solo pochi mesi fa,<br />
perché contraria alla strategia suicida del Pd nel porre a candidato<br />
sindaco una figura che fino a poche ore prima militava da assessore<br />
tra le file del nemico: per una che si definisce fortemente<br />
“anti-inciucio” è stato troppo. Figurarsi che nella stessa lotta delle<br />
mozioni, l’avvocatessa parteggiava per l’anima diccì Franceschini<br />
perché Bersani sarebbe stato “più dedito a compromessi”. La<br />
pasionaria dura e pura teramana si richiama all’intransigenza e<br />
quindi vola in regione indossando i panni da presidente del partito:<br />
“Una carica politica che ripristina alcuni equilibri anche territoriali<br />
troppo distorti a favore della costa”. “In questi quattro anni – sussulta<br />
Di Pasquale – lavorerò per fare una buona opposizione e per<br />
far diventare il Pd il nuovo partito di governo”.<br />
E sottolinea “governo”. Immaginare il futuro del Pd, oltre ad essere<br />
diventato sport nazionale, rientra in quel novero di categorie di<br />
idee platoniche in cui il concetto viene prima della forma, simbolo<br />
e gingle prima del popolo e delle sue esigenze. “Siamo destinati a<br />
morire perché continuiamo ed essere sordi ai richiami del popolo”.<br />
Inutile accennare al premier Berlusconi, “ha portato il senso del<br />
business affaristico in politica ma la gestione dello Stato è tutt’altra<br />
cosa”. Per <strong>Maurizio</strong> <strong>Brucchi</strong>, lo specchio di Manola è vuoto, senza<br />
riflessi: “I suoi primi giorni di governo sono stati inconsistenti, due<br />
progetti di cementificazione e basta; il resto tutto buche e traffico.<br />
<strong>Il</strong> 60% delle sue deliberazioni riguarda sponsorizzazioni agli eventi<br />
portati senza alcun criterio, il 30% ha a che fare con i dipendenti, il<br />
10% il Pit”. “Finito. Tutto qui”. La presidente termina a suo modo:<br />
“I clienti di un avvocato non vanno alla ricerca di un professionista<br />
bravo, ma di uno che non si vende”. u<br />
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