Maurizio Brucchi Il gobbo napoletano Marco Valerio ... - Teramani.info

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nel ricordo
Liliana
Merlo
su YouTube
nel cinquantenario
del suo arrivo a Teramo
R
icordo ancora nitidamente il giorno, verso la metà degli
anni Ottanta, in cui trovai mia madre accovacciata su di
una poltrona di casa, in tuta, con le gambe tra le braccia,
lo sguardo triste, fisso nel vuoto. Le chiesi cosa avesse. Mi
guardò e mi disse, sommessamente: “Non me la sento più, mi
sono stancata”. Solo ora comprendo che quella ragazzina di
quasi sessant’anni, una delle maggiori capacità artistiche che
Teramo abbia mai avuto, oggi riconosciuta come una delle pioniere
della danza italiana, stava gettando un peso di Sisifo che
nessun altro, né prima né dopo, avrebbe saputo raccogliere.
Primo e finora unico esempio concreto di compagnia di danza
abruzzese, il Teatro del Balletto di Teramo, da lei diretto fin
dal 1976, totalmente autoprodotto, aveva aperto la strada a
una nuova era delle arti dello spettacolo. Messomi sulle tracce
della programmazione di balletto dei maggiori teatri abruzzesi,
scopro oggi che fu lei, con il suo TBT, a portare le prime creazioni
originali di danza libera e moderna in giro per la regione,
lei con pochissimi altri pionieri a
Roma e nel nord del paese.
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L’impresa, a dir poco temeraria in
una delle zone meno evolute e più
povere di mezzi, ebbe vita alquanto
avventurosa. Le istituzioni latitavano,
le occasioni per farsi conoscere
in regione e fuori erano scarsissime,
molti genitori dei ragazzi coinvolti si
novembre 2009
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di Silvio Paolini Merlo
rifiutavano di proseguire, il pubblico preferiva le più rassicuranti
classicherie, che lei puntualmente e inimitabilmente
concedeva.
Con un gala al Nautico di Giulianova Lido, nell’estate del 1983,
la compagnia del TBT si scioglieva. Ma aveva fatto in tempo a
segnare la storia del nostro teatro, a creare capolavori coreografici
di straordinaria originalità come Quadri di una esposizione,
La contestazione, Fantasia in Tre movimenti, Morte di
un pianeta, Watch Time, e a instradare alla professione tanti
giovani.
Dopo di allora, Liliana Merlo ha accettato di “rientrare nei
ranghi”, assumendo sino in fondo il suo destino di educatrice e
di guida. Ma non ha smesso di portare avanti il suo sogno, che
nell’intimo le era necessario come l’aria.
Parte di ciò che resta di quel percorso artistico e creativo, di
autentico pionierismo culturale come ha ricordato Alberto
Testa nella sua relazione al Convegno del 2003, è oggi visibile
in rete sul canale dell’Archivio Liliana Merlo, attivato dal gennaio
di quest’anno su YouTube per festeggiare i cinquant’anni
della nascita della
scuola teramana,
canale che conta
già migliaia di
visite. Quel sogno
divenuto realtà,
ma rimasto per lo
più sconosciuto
e confinato in un
ambito semiclandestino,
è oggi visibile in tutto il mondo. E i messaggi di
sorpresa e di entusiasmo sono già numerosi.
Da qualche tempo, si è aggiunto su Facebook un blog dal titolo
Quelli che non dimenticheranno mai Liliana Merlo, che raccoglie
pensieri e testimonianze dei tanti che l’hanno conosciuta
e ammirata, o che avrebbero voluto conoscerla. Il canale ha
dunque schiuso, oltre all’impresa del TBT, un forziere colmo di
tesori. E la scoperta è solo agli inizi. u
› 1 - Liliana Merlo nel 1976, lo stesso anno in cui prendeva vita il TBT
› 2 - ritratto di Liliana Merlo nel 1963, sulle colline di Mutignano
› 3 - Quadri di una esposizione, 1979, un momento della “Seconda Promenade”
› 4 - Morte di un pianeta, 1979, su musiche di Pink Floyd e Vangelis