Chiesa di Santa Giustina a Pozzo e la tradizione organaria

Chiesa di Santa Giustina a Pozzo e la tradizione organaria
a cura di Claudio Romanzin
Posto a nord del capoluogo comunale, Pozzo si è
sviluppato intorno alla piazza principale, conservando
le caratteristiche del borgo rurale.
La chiesa parrocchiale, dedicata a Santa Giustina
vergine e martire, risale al 1624, come attesta
un’iscrizione sopra l’architrave del portale
laterale. Sulla stessa area, tuttavia, esisteva un
precedente edificio di culto, testimoniato da documenti
del tardo Quattrocento, di cui però non
si sa nulla: forse è stato incorporato nell’attuale
chiesa. Questa è stata sottoposta a interventi di
restauro dopo la metà del Settecento e, in tempi
più recenti, subito dopo la prima guerra mondiale
e negli anni Trenta del Novecento.
Il campanile risale invece al 1588 (data riportata
su un’epigrafe posta sulla parete sud) ed è connotato
da un massiccio basamento quadrangolare
in pietra. Sulla sommità poggia una statua in
Fig. 1 - Chiesa di Santa Giustina. Fig. 2 - L’organo settecentesco del Nacchini.
rame, che rappresenta un angelo, caratteristica
che a livello popolare si rispecchia nella denominazione
“Poç dal agnul”, con cui si usa distinguere
questa località da altre omonime del Friuli
(Pozzo di San Giorgio della Richinvelda e Pozzodipinto
di Valvasone).
La facciata principale della chiesa presenta un
portale in pietra, sormontato da un timpano
lobato e spezzato, al di sopra del quale è stato
applicato un mosaico di 3,40 m di base per
2,90 m di altezza, realizzato da Renato Zoratto e
Pietro Fantini, raffigurante il Cristo che benedice
l’eucaristia.
L’interno è a navata unica, con quattro cappelle
che si aprono lateralmente. In fondo, sopraelevato
di tre gradini, sta il coro con il soffitto affrescato
(decorazioni eseguite il secolo scorso dai
pittori friulani Mario Sgobaro e Giovanni Sacco-
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Progetto Integrato Cultura del Medio Friuli
mani). Oltre all’altare principale ve ne sono altri
due laterali, tutti del Settecento in marmi policromi.
Di particolare interesse l’organo realizzato
nella seconda metà del Settecento e attribuito al
maestro organaro di origine dalmata Pietro Nacchini
(1694-1769). Collocato in cantoria sopra la
porta d’ingresso, l’organo è racchiuso in una cassa
con frontone ad arco, sormontato da tre figure
angeliche, di cui una centrale in posizione eretta
e due sdraiate lateralmente che impugnano degli
strumenti musicali. La cantoria, sostenuta da
colonne, ha un parapetto diviso in sette pannelli
che raffigurano degli angeli (pure musicanti) dipinti
su fondo dorato. L’organo non è originario:
acquistato durante le soppressioni napoleoniche
dalla chiesa conventuale del Santo Spirito a Udine,
fu trasportato e rimontato in Santa Giustina
solo nel 1811. Si tratta di uno strumento costruito
molto probabilmente a Venezia, forse nel 1759.
Nella prima metà dell’Ottocento l’organo molto
probabilmente subì una radicale opera di restauro
e un parziale ampliamento. Ulteriori interventi
di manutenzione furono effettuati a più riprese
tra il 1873 e il 1930. Fu restaurato da ultimo nel
1989 da Gustavo Zanin di Codroipo, cercando di
conservare tutti quegli elementi più congeniali
alla tipologia fonica dell’organo settecentesco.
Gli organi nella nostra regione costituiscono un
patrimonio storico-artistico-musicale assai prezioso
e ricco, che solo recentemente è diventato
oggetto di riscoperta e rivalutazione. L’arte di
costruire questi complessi strumenti fu portata
in Friuli dai maestri veneziani, tra cui si distinguevano
proprio Pietro Nacchini (suoi strumenti
anche a Pordenone, Nogaredo di Corno, Latisana
e Muzzana) e Francesco Dacci (a Mortegliano,
Arte
Chiesa di Santa Giustina a Pozzo e la tradizione organaria

Arte
Chiesa di Santa Giustina a Pozzo e la tradizione organaria
Marano Lagunare, Madonna di Buia, Feletto Umberto,
Treppo Grande, Udine), ma anche Gaetano
Callido e i fratelli Bazzani. Da parte friulana la
tradizione organaria ha il suo caposaldo nella dinastia
degli Zanin, la cui origine risale alla figura
per certi versi fantasiosa di Valentino che, nato a
Camino nel 1797 da modesta famiglia di agricoltori,
avrebbe abbandonato i campi per dedicarsi
da autodidatta all’arte fabbrile, specializzandosi
nella costruzione di armi e nella fusione e tornitura
di candelieri e lampade da chiesa. A contatto
con l’ambiente ecclesiastico, egli avrebbe
sperimentato anche la costruzione di non meglio
specificati strumenti musicali piuttosto complicati,
tra i quali anche gli organi, con l’aiuto di
alcuni esperti del settore, fino a montare il suo
primo strumento, completamente nuovo, nella
chiesa di Ciconicco nel 1827. A Valentino suben-
Fig. 3 - Uno degli affreschi raffiguranti le Storie di Santa Giustina.
trò nell’attività il figlio Giuseppe e poi il nipote
Beniamino, che perfezionò la tradizione di famiglia.
Beniamino a sua volta associò all’attività
i figli Francesco e Giuseppe, che continuarono
a lavorare insieme fino al 1958. Da quell’anno,
separatisi, diedero vita a due diverse fabbriche:
una a Codroipo e una a Camino.
Bibliografia
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• Organi restaurati del Friuli-Venezia Giulia: interventi
di restauro della Regione Friuli-Venezia Giulia dal
1976 al 1993 (Quaderni del Centro di Catalogazione e
Restauro dei beni culturali, 23), Codroipo, 1994
• Codroipo: inventario dei beni culturali del Comune,
a cura di Mariella Moreno (Quaderni del Centro di
Catalogazione e Restauro dei beni culturali, 26),
Codroipo, 1996
Per ricercare e approfondire
• L’organo riesce a riprodurre i suoni di molti strumenti,
grazie a mantici che soffiano l’aria nelle canne. In
Europa fu portato dai Bizantini al tempo di Carlo
Magno; ma già gli antichi alessandrini avevano
sperimentato un organo ad acqua, l’hydraulis. Fa una
ricerca sulla storia e l’evoluzione dell’organo.
• La musica è una componente fondamentale della
liturgia in tutte le religioni. Prova a raccogliere
notizie sugli strumenti musicali che si utilizzano nelle
cerimonie religiose in varie parti del mondo.