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I proverbi - Apice

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LA PATENTE DI GUIDA PER LA CASA<br />

RISPARMIARE CON LO ZEN E IL KAIZEN<br />

I<br />

Paolo ARTUSIO


La patente di guida per la casa<br />

Risparmiare con lo Zen ed il Kaizen<br />

III<br />

A Marisa


Sommario<br />

LA PATENTE DI GUIDA PER LA CASA I<br />

SOMMARIO V<br />

PREFAZIONE 1<br />

LA CASA ECOLOGICA 4<br />

LA FOTOGRAFIA DI CASA 9<br />

LE FOTOGRAFIE “SCIENTIFICHE” 10<br />

ALCUNI SPRECHI EVITABILI 11<br />

LA CASA DIAGNOSI 13<br />

L’ANALISI A VISTA 14<br />

MATERIALI E MANUFATTI 16<br />

MATERIALI E STANDARDIZZAZIONE 19<br />

IL MATTONE 21<br />

COPPI E TEGOLE 23<br />

TEGOLE PIANE 24<br />

PIASTRELLE 25<br />

LEGNO (PAVIMENTI) 26<br />

LEGNO IN STRUTTURA (ORDITURA DEL TETTO) 28<br />

INFISSI IN LEGNO 29<br />

SABBIA 29<br />

LA CALCE: IL LEGANTE 30<br />

I CEMENTI 30<br />

INTONACO 33<br />

PAVIMENTI, MATTONELLE E LASTRE IN PIETRA 33<br />

FERRO 34<br />

LAMIERA IN FERRO 35<br />

ACCIAIO ZINCATO 37<br />

ACCIAIO INOX 39<br />

GHISA 39<br />

SILICONI 40<br />

VETRI 40<br />

PLASTICA 42<br />

MULTISTRATO 43<br />

ALLUMINIO 44<br />

RAME 44<br />

BRONZO E OTTONE 44<br />

VERNICI 45<br />

AMIANTO 46<br />

PIOMBO 47<br />

MERCURIO 48<br />

CARATTERISTICHE FISICHE 49<br />

L’EQUILIBRIO DELLE COSE 56<br />

LA CASA VISTA DALL’ESTERNO 57<br />

V


L’ESAME DELLA FACCIATA 59<br />

L’ESAME DEL TETTO 62<br />

INFISSI ESTERNI 66<br />

BALCONI E FACCIATE 67<br />

RINGHIERE E VERANDE 67<br />

PAVIMENTO, LASTRICO E LA POSA “ERRATA” 68<br />

PARTI NON A VISTA 70<br />

I SOFFITTI ED I LATERIZI 72<br />

INCASTRI E GIUNZIONI 73<br />

GIUNTI ELASTICI (PER FERRO/CEMENTO/PLASTICA) 75<br />

MANUTENZIONE 77<br />

MANUTENZIONI A LUNGA SCADENZA 78<br />

I COSTI 80<br />

COSTI MANUTENTIVI 81<br />

GIARDINO E VERDE DI CASA 82<br />

AGENTI ESTERNI ED INFLUENZA SULLA CASA 83<br />

L’ACQUA, PERICOLO NUMERO UNO 83<br />

ACQUA METEORICA 84<br />

I GUASTI DELLA METEORICA, LE ALLUVIONI 89<br />

L’ACQUA DI CASA: LA POTABILE 96<br />

L’ACQUA ED IL GELO 99<br />

TUBI IDRICI 102<br />

UMIDITA’ 103<br />

LE ACQUE DI SCARICO: I REFLUI 109<br />

ACQUE BIANCHE 110<br />

COME RIDURRE I DANNI DA NEVE E GHIACCIO<br />

SPECIE IN FASE DI DISGELO 112<br />

I RIFIUTI DOMESTICI … TRA IL DIRE ED IL FARE 113<br />

IL FUOCO, L’ALTRO NEMICO 118<br />

IMPIANTI A GAS: IL FUOCO AL LAVORO 127<br />

RISCALDAMENTO DOMESTICO CON ACQUA CALDA 133<br />

IMPIANTI TERMICI, IL FUOCO E L’ACQUA AL LAVORO 135<br />

IMPIANTI ELETTRICI 145<br />

LA CLASSIFICAZIONE ENERGETICA ED I COSTI 153<br />

I PROVVEDIMENTI CORRETTIVI, OVVERO GLI<br />

INTERVENTI MINIMI 155<br />

DALLA RACCOLTA DATI ALL’ INVESTIMENTO 156<br />

SERRAMENTI ED INFISSI 157<br />

I "VESTITI" DELLA CASA 159<br />

PREMESSA ALLE FONTI RINNOVABILI 160<br />

PANNELLI SOLARI O FOTOVOLTAICI 162<br />

L'ENERGIA GEOTERMICA 164<br />

CAMINETTO, MA NON SOLO 165<br />

VI


COME EFFETTUARE CON CALMA LE EMERGENZE<br />

DI CASA 171<br />

COME EVITARE INTERVENTI DI SOSTEGNO 172<br />

INTERVENTI EDILI 173<br />

LA PELLE DEI MATERIALI 179<br />

LA CASA E LE TASSE 180<br />

LE BUONE NOTIZIE 185<br />

BIBLIOGRAFIA 186<br />

VII


La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

Prefazione<br />

Per non farvi venire i crampi allo stomaco, come commenta la mia gentil<br />

conoscente, grande tecnica e letterata, che ha corretto in parte la bozza, è<br />

preferibile “digerire” gradualmente un capitolo alla volta. D’altronde, le<br />

esperienze tecniche maturate in oltre cinquanta anni non sono acquisibili<br />

nelle poche ore di lettura di questo testo. Abbiamo tuttavia cercato di presentare<br />

alcune soluzioni ai problemi trattati senza eccedere in tecnicismi.<br />

Il contenuto è rivolto sia ai profani sia ad alcuni addetti ai lavori che, eccessivamente<br />

impegnati in pratiche burocratiche ed in preventivi rosicati<br />

per la crisi, non hanno tempo di aggiornarsi. Far comprendere il “messaggio”<br />

al profano non è facile poiché la scuola non ha dato quell’ampia<br />

visuale richiesta anche nel campo edilizio, ma come diceva il “maestro<br />

Manzi” nelle sue trasmissioni televisive degli anni ’60… non è mai troppo<br />

tardi..<br />

La patente per la casa? Non e’ obbligatoria ma, dati gli elevatissimi importi<br />

economici di acquisto, manutenzione e conduzione, è opportuno<br />

conseguirla. In questi tempi di crisi la nostra dimora rappresenta una delle<br />

poche sicurezze ed è meglio mantenerla in vita evitando la tentazione<br />

di falsi risparmi. Proveremo a farvi risparmiare incidendo positivamente<br />

sul bilancio famigliare. In proposito ai consumi energetici risulta da prove,<br />

che se i vari contatori di luce/gas/acqua fossero posti su di un cruscotto<br />

a vista, anziché in posti scomodi o peggio in cantina, i consumi diminuirebbero<br />

di oltre il 15%.<br />

Prevedete un arco temporale di almeno tre mesi esercitandovi ad osservare<br />

gli edifici che ci circondano anche quando siete in attesa del bus o dopo la<br />

pausa pranzo. Non spaventatevi della mole di istruzioni, moltissime sono<br />

già innate in voi. Sono riportate per completare gli argomenti trattati.<br />

Meditate su quanti anni vi sono occorsi per acquistare l’alloggio o la casa<br />

e su come preservare l’investimento o l’eredità dei vostri genitori; il tempo<br />

da dedicare all’istruzione è il tributo minimo dovuto.<br />

Consiglio di lettura: il libro é un pò un “mattone”, sempre per restare in<br />

tema casa. Iniziate consultando gli argomenti di vostro interesse. Può darsi<br />

che vi vengano i citati crampi alla vista di siffatte anomalie ma, auspichiamo<br />

che la vostra dimora ne sia immune. Anche se non prenderete subito<br />

la patente qualche pillola di conoscenza in più potrebbe esservi utile<br />

nella quotidianità. Buona lettura!<br />

1


La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

Racconto Zen.<br />

Un tale aveva un figlio che gli espresse il desiderio di diventare intagliatore<br />

di giada. Il padre si mise alla ricerca del Maestro; questi accettò a condizione<br />

che il figlio non ponesse domande. Il primo giorno il ragazzo venne<br />

rinchiuso in una stanza ove comparve il Maestro che mise una pietra<br />

sul tavolo; ritornò poi a sera a rendere libero l’allievo. La scena si ripeté<br />

per alcuni giorni tanto che il figlio si confidò con il padre lamentandone la<br />

scelta. Il padre assicurò che, a detta di tutti, quello era il Maestro e pertanto<br />

ne doveva essere seguito l’insegnamento.<br />

Il figlio concentrò l’attenzione e dopo pochi giorni alla fase di posa di una<br />

nuova pietra bloccò subito il docente dicendo: Maestro questa pietra è falsa<br />

… E fu così completata la prima lezione.<br />

Morale: nulla è come sembra. Volete esempi? Le piastrelle non sono affatto<br />

piane, gli interni dei tubi in plastica o acciaio sono corrugati e le vetrate<br />

che noi riteniamo levigate sono ondulate e con imperfezioni. (I produttori<br />

di spumanti sfruttano le asperità interne delle bottiglie per far risalire le<br />

tanto gradite bollicine); anche le stoviglie sono imperfette.<br />

Per qualsiasi azione occorre attenzione e maestria, insieme di conoscenze,<br />

per valutare pragmaticamente i parametri in gioco e porre in atto i provvedimenti<br />

correttivi e/o migliorativi.<br />

Ciò vale per qualsiasi costruzione da tempi immemorabili e se l’opera, nel<br />

nostro caso l’edificio, è stata costruita “a regola d’arte” si è tramandata sino<br />

ai nostri giorni (vedi Piramidi/ Partenone) per citare i più antichi sfidando<br />

le calamità naturali, in primis i terremoti e resistendo in parte ai<br />

danni intenzionali degli uomini, vedi gli Spartani per il Partenone e i belligeranti<br />

ai nostri tempi. L’edificio è da sempre stato un simbolo di genialità,<br />

potenza che doveva sopravvivere alla vita del “committente” e così<br />

scendiamo coi piedi per terra.<br />

Purtroppo negli ultimi secoli, diciamo dal Rinascimento, nessun costruttore<br />

pone per iscritto la garanzia a vita e quindi ipotizziamo una durata casa<br />

di soli tre lustri. Tuttavia, l’ordine naturale delle cose ha le sue regole e<br />

qualsiasi elemento aggiunto e la casa stessa costituiscono un insieme estraneo<br />

all’habitat in cui vengono posti alterando, almeno per un certo lasso<br />

di tempo, questo ordine. Lo stesso dicasi per l’abitazione stessa che, se<br />

ben progettata, richiede il rispetto e cura delle sue caratteristiche originali.<br />

Dobbiamo ricordarcene quando apportiamo qualsiasi modifica all’esterno<br />

2


La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

ed all’interno. Un esempio è dato dalla nostra eccessiva richiesta di finish,<br />

aspetto esteriore di finitura di una superficie; qualora impiegassimo una<br />

vernice impermeabilizzante, all’esterno sullo zoccolo della casa ed<br />

all’interno su una parete colorata con il “lavabile” avremmo alterato la caratteristica<br />

dell’azione trasparente a cui conseguiranno l’innalzamento della<br />

zona umida, all’esterno e creazione di condensa, muffe o comunque carenza<br />

di salubrità all’interno. Ciò non significa che qualsiasi azione ci sia<br />

preclusa, verrebbe meno la portata del detto “a casa mia faccio io”, ma occorre<br />

rispettare le regole del caso. Rammentate inoltre che il tempo ripristina<br />

le condizioni originali, vedi umidità latente, per regole di equilibrio<br />

naturali. Se l’acqua sale, per capillarità e per spinta, proseguirà la sua azione<br />

istante per istante ed anno dopo anno rendendo inutili, con i relativi<br />

sprechi economici, i vari tentativi di sopprimerla.<br />

3


La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

LA CASA ECOLOGICA<br />

La pubblicità sulle nuove case ci propone, per essere ecologici, di sostituire<br />

la nostra vecchia casa con una a impatto zero. Non si deve agire<br />

proprio così. Innanzitutto una cosa poco soppesata è che una nuova costruzione<br />

ha richiesto nuovo terreno, nuovi materiali (inquinamenti aggiuntivi);<br />

altro che impatto zero!<br />

C’è poi una quisquilia … occorrerebbe avere disponibilità di almeno<br />

200.000 €!<br />

Occorre pertanto, fare fuoco con la legna di cui si dispone e, complice la<br />

crisi economica, il primo comandamento ecologico è utilizzare al meglio<br />

quanto si possiede o si conduce.<br />

Come per l’auto si deve conoscere il prodotto che è molto più complicato<br />

del mezzo di trasporto, ma gli italiani sono tutti piloti di formula uno per<br />

cui non dovrebbero esserci problemi. Esamineremo i materiali e le tecnologie<br />

impiantistiche che possono ridurre l'impatto ambientale di un edificio<br />

contribuendo ad un risparmio sui costi di conduzione.<br />

Iniziamo dapprima dai vincoli:<br />

- allocazione dell’edificio, esposizione agli agenti atmosferici e alle variazioni<br />

climatiche<br />

- materiali costruttivi utilizzati e la richiesta manutenzione nel tempo<br />

- tipologia e gestione dell’impiantistica "tradizionale", elettrica/ idraulica/<br />

termica.<br />

Fattori di miglioramento.<br />

Sono l’utilizzo appropriato dell’edificio con la relativa gestione della<br />

struttura (la parte fisica) e la tecnica degli impianti citata. Ad esempio attuare<br />

un corretto impiego degli infissi correlandoli alle condizioni climatiche<br />

(giorno/notte/estate/inverno/pioggia/neve/vento/umidità interna od esterna/abitazione<br />

continua o saltuaria ivi compresa l’assenza quotidiana).<br />

In proposito durante l´estate chiudiamo gli scuri di giorno (e di notte) per<br />

difenderci dal caldo e ci dimentichiamo che, quando siamo assenti, tale<br />

consuetudine sarebbe utile anche in inverno con grossi risparmi di riscaldamento.<br />

È efficace l’adozione di sistemi di regolazione energetica ovvero di comportamenti<br />

rivolti alla riduzione degli sprechi unitamente all’apportare<br />

innovazione tecnologica solare, fotovoltaica, geotermica, pompe di calo-<br />

4


La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

re, comignoli eolici e tubi captatori di luce previa valutazione economica<br />

degli investimenti.<br />

Come si può vedere l'ottimale è quasi un'utopia.<br />

I costi di realizzazione di certe migliorie sono improponibili al cliente,<br />

noi, e ciò è acuito dall'attuale crisi economica. Forse, occorre un compromesso<br />

pragmatico con la realtà. Ne riparleremo, ma la moglie ci tallonerà<br />

poiché vuole una bella casa.<br />

I numeri dell’area in esame.<br />

Ci sono troppe case, trenta milioni censite nel 2007, praticamente una<br />

ogni due abitanti! Il guaio è dovuto al fatto che moltissimi edifici sono<br />

lontani dal posto di lavoro ed i trasporti sono carenti; il telelavoro potrebbe<br />

contribuire a diminuire queste difficoltà. Risulta inoltre da fonti<br />

catastali che molte case, circa due milioni, siano completamente abbandonate.<br />

La popolazione italiana è invece “stabile” sui sessanta milioni di abitanti<br />

pertanto non è il caso di desertificare nuove aree per costruire case a impatto<br />

limitato (il cane che si morde la coda). Stiamo inoltre vivendo una<br />

grave crisi finanziaria e tutto quanto abbiamo sopra citato ha costi elevati<br />

e tempi di ammortamento minimo decennali.<br />

Il turn-over delle case.<br />

Ogni anno si costruiscono circa 800.000 nuovi alloggi; la ricaduta sul patrimonio<br />

edilizio è pertanto limitata. Queste case, inoltre, sono costruite in<br />

percentuale minima con criteri innovativi. Anche in questo caso i clienti<br />

utilizzano quale parametro di acquisto ancora il vecchio e commerciale<br />

costo al metro quadro e non sono “sensibili” ai nuovi parametri di costi<br />

gestionali che invece dovrebbero costituire vincolo di acquisto.<br />

Esaminiamo pragmaticamente i fenomeni già citati.<br />

Noi desideriamo:<br />

- un accurato uso delle risorse energetiche in modo da non esaurirle e nel<br />

contempo risparmiare<br />

- un comportamento virtuoso delle nostre attività produttive<br />

- un più elevato tenore di vita sotto l'aspetto qualitativo tra cui il<br />

confort.<br />

5


La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

Il tutto si può riassumere in una frase: agisci in un contesto ecologico tramanda<br />

quanto puoi ai posteri, figli e nipoti, evitando gli sprechi (ecosostenibilità).<br />

Altri dati da soppesare.<br />

Circa il 17% delle case citate sono affittate ed i proprietari hanno pochi<br />

stimoli al miglioramento che gli inquilini non "vogliono" ed a volte non<br />

possono pagare.<br />

Alcune "fotografie" dell'attuale patrimonio edilizio.<br />

Tolti gli eventi catastrofici, terremoti in primis, la proposta del famoso "libretto<br />

casa" che doveva analizzare, almeno, la stabilità strutturale degli<br />

edifici invocato da politici smemorati, è rimasta lettera morta; in proposito<br />

fatevi identificare i punti più sicuri ove ripararvi.<br />

Alcuni si sono "divertiti", si fa per dire, a fotografare l'efficacia di isolamento<br />

termico di alcune case ed edifici pubblici, indagine di Legambiente<br />

a Roma, Milano, Firenze ed altrove.<br />

I risultati ottenuti con la termografia ad infrarossi sono stati ritenuti disastrosi.<br />

Forse è opportuno copiare dai più bravi, ad esempio i Nordici. Anche l'Italia<br />

ha nella parte Nord, vedi Bolzano e Trento, dei privati virtuosi, vedere<br />

CasaClima. Non ci si deve però limitare ad agire solo sui nuovi edifici,<br />

abbiamo già citato un turn-over minimale, ma occorre rivedere il patrimonio<br />

già esistente. Analizzandolo si riscontra una parte di edifici, specie cittadini,<br />

costruita nel boom del dopoguerra dallo Stato con certe case popolari<br />

e da imprenditori poco attenti, su cui operare e ricavare efficacia gestionale<br />

e riduzione dell'impatto ambientale.<br />

Vediamo alcuni punti migliorativi.<br />

1) Istruzione ai proprietari su quanto coinvolge la costruzione, la ristrutturazione,<br />

la conduzione e la manutenzione della casa.<br />

Sinora lo Stato ha elargito aiuti condizionati ai risparmi energetici in massima<br />

parte utilizzati dai proprietari "svegli" e case non sempre bisognose<br />

di tali interventi migliorativi, certamente non su case ad altissimo e negativo<br />

impatto ecologico. Ritornando ai costi gestionali pochi conoscono la<br />

valutazione oggettiva di ogni singolo edificio, tale e quale ad una pagella,<br />

6


La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

con esigenza o meno di essere "rimandati a Settembre", ovvero avere effettive<br />

necessità di manutenzione. Per la verità alcuni amministratori di<br />

condominio sarebbero in grado di "dare i voti" ma gli interessi dei condomini<br />

non sono collimanti.<br />

Questo scritto è rivolto ad “istruire” o meglio orientare il comune cittadino<br />

alla conoscenza di alcuni aspetti fondamentali del problema casa.<br />

2) Dopo l'istruzione, altro fattore importante è la misura dell'efficacia di<br />

interventi a fronte di investimenti economici.<br />

E' dura stilare un bilancio ma è indispensabile per decidere quali debbano<br />

essere gli interventi prioritari. Sinora si è pensato prioritariamente ai costi<br />

di riscaldamento a cadenza annuale. Forse sarebbe il caso di isolare una<br />

volta per sempre l'edificio. Tale operazione avrebbe durate variabili da decine<br />

di anni a tutta la vita dell’edificio, circa 75 anni (non mettiamo limiti<br />

alla Provvidenza!). Ne deriverebbe che, anche spese elevate avrebbero un<br />

“rientro” economico.<br />

Ciò anche in quanto un edificio scarsamente isolato richiede nel periodo<br />

estivo un ulteriore e costoso raffreddamento forzato e presenta un limitato<br />

comfort abitativo.<br />

Ritorneremo in seguito sul pragmatismo dei costi.<br />

3) La riduzione degli sprechi e l'individuazione di aree d'intervento.<br />

I numeri visti da destra e da sinistra.<br />

La pubblicità ingannevole o subdola, ritorna il castigo di Eva anche nostri<br />

giorni, ci ha disabituato al pragmatismo. Un'auto che ci costi, per la sola<br />

assicurazione, quanto un cappuccino giornaliero è meno "pesante", psicologicamente,<br />

della stessa assicurazione che ammonta ad oltre 500 € l'anno.<br />

Verificando poi le cosiddette clausole scopriamo che tale ammontare è per<br />

i virtuosi di classe zero ottenibile dopo forse 15 o più anni di guida senza<br />

incidenti; forse è utile una riflessione ... Proseguendo nell'analisi scopriamo<br />

che tale valore è una spesa fissa tale e quale l'ammortamento dell'auto<br />

che, per una macchina media, raggiunge oltre 3000 € l'anno.<br />

A noi interessano tali dati pragmatici per decidere gli investimenti.<br />

Ripetiamo: il solo possesso dell’auto ci costa 3000 €/annui anche se staziona<br />

ferma in garage. Ciò vale anche per la casa, ma gli importi sono ben<br />

superiori.<br />

Ritornando all’analisi del bene casa ipotizziamo, per l’alloggio che citeremo<br />

in seguito, una spesa annua di circa 2700€ di sola manutenzione (or-<br />

7


La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

dinaria e straordinaria), iniziamo ad accantonarli. Esaminiamo una spesa<br />

per il riscaldamento per edificio valutato in classe energetica G (la peggiore)<br />

come per la maggioranza delle case italiane, con superficie di 80 mq ed<br />

ubicazione in agglomerato urbano nella Pianura Padana. Constatiamo che<br />

il valore, rivisto sotto tale angolazione, diventa 2000 € annui e cioè circa<br />

166 € /mese (attenzione anche noi vi abbiamo fornito un dato fuorviante in<br />

quanto abbiamo spalmato per motivi di bilancio l’ammontare a valore annuale<br />

mentre la spesa è da ripartirsi nei 180 giorni, 6 mesi di funzionamento<br />

del riscaldamento). Come si vede la spesa sembra più "pesante" e<br />

certamente il valore ci è più utile al bilancio famigliare che, in genere, è<br />

rapportato alle entrate mensili.<br />

Occorre abituarsi a convivere con tali dati pragmatici. Qualcuno potrà obiettare<br />

che, per risparmiare, si può evitare di sostituire la caldaia circa<br />

ogni 12 anni e rifare il bagno ogni circa 20 anni. Non si deve dimenticare<br />

che il valore dell'investimento iniziale peggiora al punto che in caso di<br />

vendita l'immobile potrebbe essere svalutato o peggio, caso ben più grave,<br />

non trovare acquirenti.<br />

Essendo poi l'acquisto della casa ottenuto con sacrifici decennali, una improvvisa<br />

esigenza di realizzo, per esempio per mutata residenza lavorativa,<br />

ci farebbe ritrovare sul lastrico.<br />

Esiste poi una grossa differenza di conduzione tra casa privata e condominio.<br />

I condomini difficilmente sono solidali per le spese di manutenzione<br />

ed il degrado aumenta. Non sempre è questione di carenza economica;<br />

gioca, invece, un grosso ruolo la mancata conoscenza delle problematiche;<br />

si preferisce il gossip o la televisione all’istruzione.<br />

Prima di “sognare” modifiche strutturali iniziamo a convivere con<br />

l’esistente.<br />

Altro passo: dall'individuazione dell'area di intervento ai provvedimenti<br />

correttivi.<br />

Abbiamo già citato l'influenza pubblicitaria disorientante. Ritorniamo al<br />

pragmatismo. Qualora presentassimo disfunzioni di salute ci rivolgeremmo<br />

ad un dottore generico, se invece riscontrassimo patologie importanti consulteremmo<br />

un medico specialista. Purtroppo nel campo dell'edilizia tecnico-innovativa<br />

tali figure sono limitate, per cui rischiamo di spendere soldi<br />

con scarsa efficacia.<br />

8


La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

Un esempio: il collettore solare "adagiato" sul tetto non riceve la giusta<br />

"soleggiatura" e peggio rischia una insolazione anche sporadica che può<br />

provocare l'eccessivo riscaldamento del liquido del collettore generando<br />

disfunzioni e riducendo a valori insignificanti le "rese energetiche". Anche<br />

il mancato e scomodo rabbocco del liquido, contenuto nel collettore, ne<br />

diminuisce fortemente l'efficacia. Non è pratica abituale il misurare in<br />

continuo l'efficacia delle modifiche (applichiamo l'apparato poi vedremo).<br />

Vedere capitolo premessa alle fonti rinnovabili.<br />

LA FOTOGRAFIA DI CASA<br />

Ripetiamo, al medico occorre segnalare i sintomi disfunzionali; non possiamo<br />

dirgli "ho male da tutte le parti" e pretendere che, quale indovino,<br />

azzecchi una diagnosi e poi la cura. Occorre infatti essere più precisi, ciò<br />

vale anche per la casa. Nessuno meglio di noi che ci abitiamo ne conosce i<br />

punti deboli. Non importa se non sappiamo valutare le priorità; certamente<br />

siamo in grado di stilare un elenco di "magagne".<br />

Ad esempio indicatori sono gli elevati costi energetici ed il basso grado di<br />

comfort abitativo riscontrato: parti fredde d'inverno, ad esempio con spifferi,<br />

e viceversa in estate. Ancora, il riscontro di condensa sui vetri nella<br />

zona di adiacenza ai telai di porte e finestre, muffe sui pannelli inferiori<br />

delle porte o negli angoli delle parete e soffitti del bagno e della cucina.<br />

Annoveriamo anche la scarsa soleggiatura e luce nei periodi invernali o in<br />

estate/ autunno a causa di piante non a foglia caduca nelle adiacenze o sole<br />

invernale basso all'orizzonte e quindi non raggiungente la casa, umidità<br />

ristagnante sui muri esterni in periodi piovosi, scarsa ventilazione di alcuni<br />

locali, volumi elevati dovuti ai soffitti troppo alti (gli oltre 3 metri dei<br />

secoli passati) ecc, ecc …<br />

Le "istantanee" citate rivelano inconvenienti che poco hanno a che fare<br />

con l'acquisto di un pannello fotovoltaico; equivarrebbe a porre, in inverno,<br />

un colbacco in pelliccia su un uomo con vestiti stracciati. Forse è conveniente<br />

e meno dispendioso rattoppare il vestito e, intendiamoci, anche la<br />

casa.<br />

A questo punto penserete che siamo contrari all'innovazione tecnologica,<br />

anzi. Vorremmo rimarcare che l'innovazione va ponderata "cum grano salis"<br />

(con soppeso critico).<br />

Citiamo ad esempio la caldaia di condensazione, oggetto di sostegno finanziario<br />

dello Stato.<br />

9


La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

E' certamente un apparato dall'altissimo rendimento a patto che l'edificio<br />

abbia certe caratteristiche di cui le principali sono il buon isolamento<br />

dell’edificio e l’esistenza di un circuito di riscaldamento a basse temperature,<br />

circa 50°C, e non come si riscontra nelle nostre vecchie case ad oltre<br />

65°C. Tali caldaie, richiedono di essere sempre accese e non consentono<br />

gli sbalzi “repentini” di temperature delle vecchie caldaie. Su impianti<br />

vecchi e con radiatori in ghisa occorre una diversa conduzione per trarne<br />

vantaggi. Non esistendo tali prerogative il rendimento scema ed i tempi di<br />

ritorno dell'investimento, molto più elevato delle caldaie normali, si allungano<br />

e non si escludono altre criticità.<br />

Si evince che non sempre si deve copiare parzialmente ed all'italiana dai<br />

nordici.<br />

D'altronde pochi si domandano di quanto diminuiranno i costi di esercizio<br />

e di gestione. Qualsiasi acquisto di apparato, in specie innovativo, dovrebbe<br />

essere accompagnato da un computo pragmatico di efficacia previo penali<br />

di rimborso dell'investimento "errato". Questo modo di operare vi<br />

cautelerà, allontanando installatori improvvisati, senza nulla togliere alla<br />

loro capacità tecnica ma solo quella però.<br />

C’è anche la nostra colpa. Noi, i clienti, non vediamo l'ora che gli impiantisti,<br />

muratori o meno lascino libera la casa e pochissimi, forse nessuno,<br />

obbliga gli artigiani a variare, altro esempio, la posa errata dei radiatori<br />

(troppo vicini o aderenti al muro) che rimarrà tale per i settantacinque o<br />

più anni di durata della casa.<br />

LE FOTOGRAFIE “SCIENTIFICHE”<br />

Sovente ci dimentichiamo dell'ausilio della tecnologia. Siamo avvezzi alla<br />

tecnologia dei telefonini (il bla-bla rende), ma ignoriamo che in ogni campo<br />

compreso quello degli strumenti esiste un avanzamento tecnologico<br />

che ci consentirebbe di "misurare" pragmaticamente l'efficacia di certe<br />

modifiche od apporti di innovazioni anche in campo edilizio o, semplicemente,<br />

la gravità dell’anomalia. La termografia, con le fotocamere a raggi<br />

infrarossi simili a quelle in dotazione ai militari, ad esempio, può rivelarci<br />

la bontà esecutiva della struttura edilizia prima e dopo la "cura"<br />

dell’intervento migliorativo. Anche le misure di umidità e di temperatura,<br />

sono fattibili con precisione e sono di ausilio per l'individuazione di aree<br />

critiche. Tutti questi strumenti "traducono" in numeri le nostre sensazioni<br />

di disagio. L'insieme delle anomalie da noi riscontrate e delle misurazioni<br />

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La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

scientifiche effettuate costituirebbe una raccolta dati da sottoporre agli esperti<br />

per decidere gli investimenti per le azioni correttive. Abbiamo scritto<br />

"costituirebbe" in quanto abbiamo dimenticato i vincoli esterni. Nessuno<br />

di noi, non addetti ai lavori, proporrebbe, per risparmiare, di trivellare<br />

per oltre 100 metri il suolo di un'isola assolata per ricavare energia geotermica,<br />

il calore che si nasconde nelle viscere della Terra; è certamente<br />

più opportuno utilizzare il sole per ricavare energia termica/ meccanica od<br />

elettrica. Si evince che dobbiamo esaminare anche i vincoli esterni e la loro<br />

variazione dovuta alle stagionalità.<br />

Un edificio posto in un agglomerato urbano, oltremodo inquinante e ricoprente<br />

con il suo smog le pellicole captanti l'energia solare o fotovoltaica,<br />

presenta enormi differenze dalla casetta posta in ambiente rurale tipo quella<br />

idilliaca di copertina.<br />

Se poi quest'ultima ha una posizione ottimale, tipo Est/Ovest, cosa non fattibile<br />

su case poste in continuità su una arteria stradale cittadina, le differenze<br />

e la "predisposizione" al miglioramento sono abissali.<br />

Ma non è solo l'esposizione, il fattore principale: anche la posizione, il sito<br />

di costruzione assume particolare rilevanza. La presenza di alberi di alto<br />

fusto, di edifici sovrastanti ed ombreggianti, l'area malsana (uggiosa, nebbiosa,<br />

umida) sono elementi importanti.<br />

Quest'ultima fase di raccolta dati, metodologia spesso trascurata, vi orienterebbe<br />

verso una tecnologia più efficace. Non è detto che un edificio<br />

sempre in ombra non possa giovarsi delle tecnologie innovative. Ad esempio<br />

potrebbe essere utile effettuare un sondaggio per verificare l'efficacia<br />

di energia geotermica e relativa pompa di calore che non richiedono<br />

l’esposizione solare.<br />

Se, con la vostra lettura, avete raggiunto questo punto potete sospendere;<br />

guardatevi attorno con occhi diversi.<br />

ALCUNI SPRECHI EVITABILI<br />

L’abitudine è una brutta bestia; lo dimostrano anche alcuni comportamenti<br />

“delegati” agli automatismi.<br />

Elenchiamone alcuni:<br />

- i comandi luce scala sono delegati a sonde crepuscolari quasi mai nettate<br />

da smog, polvere e ragnatele<br />

- la regolazione delle caldaie avviene mediante centraline o cronotermostati<br />

impostati a valori prefissati per l’intero periodo di riscaldamento<br />

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La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

ignorando le mutate esigenze del fine settimana, dei tepori primaverili,<br />

delle assenze delle vacanze natalizie o semplicemente la mancata esigenza<br />

di funzionamento durante la giornaliera pulizia casa con porte e<br />

finestre aperte. Nei condomini tale incarico affidato ad un pensionato<br />

“sveglio” farebbe risparmiare un mucchio di soldi ma si preferisce protestare<br />

per le spese elevate.<br />

- Anche il boiler elettrico è sempre acceso con stessa temperatura estate/<br />

inverno. Un timer da pochi euro vi ridurrebbe gli sprechi senza alterarvi<br />

il comfort evitandovi gli sprechi per averlo dimenticato acceso. Ripetiamo<br />

quanto citato nella prefazione: mettete a vista, ad esempio con<br />

spie luminose, l’avvenuta accensione degli apparati “energivori” (boiler,<br />

ferri stiro, ecc.).<br />

- Scaldiamo l’acqua appena presa dal rubinetto, che in inverno sgorga<br />

a circa 7ºC, per poi farla bollire per la pasta. L’andamento del consumo<br />

energetico per l’incremento dalle basse temperature è in scala<br />

esponenziale. Pertanto é opportuno iniziare con l’acqua a temperatura<br />

ambiente (circa 20º); é sufficiente prelevarla al mattino od alla sera.<br />

Per certe acque di città l’operazione ha il vantaggio di togliere<br />

l’odore di cloro e far depositare parte del calcare contenuto e non ultimo<br />

scalderà più in fretta. Sempre parametrandoci all’auto se vogliamo<br />

raggiungere i 100 (km/ora e non i gradi di bollitura della pasta)<br />

occorrono circa 20 secondi con una utilitaria e pochissimi secondi<br />

con un’auto di formula uno. In quest’ultimo caso i consumi sono<br />

stratosferici ed il motore ha una durata di poco più di 300 km, lunghezza<br />

del gran premio contro i 100000 km della vostra auto! Come<br />

si intuisce è preferibile avere una velocità di “conserva”, i circa 3500<br />

giri/min, e nel nostro caso la temperatura ambiente dapprima citata.<br />

Oltre al minor consumo di energia si incrementerà la durata<br />

dell’apparato, cucina/forno /caldaia.<br />

Rammentiamo inoltre di utilizzare tegami a fondo semplice per cotture<br />

veloci e pentole a triplo fondo per le cotture lunghe; la pentola a pressione<br />

risparmia calore e tempo.<br />

Evitiamo di far sibilare i bruciatori del gas aperti al massimo; possiamo<br />

equiparare tale funzionamento al fuorigiri del motore. La fiamma più<br />

redditizia è quella con dardo blu ben aderente al bruciatore e non fuoriuscente<br />

dal fondo tegame. Migliorerete anche l’aria che respirate in<br />

quanto diminuiranno i gas incombusti.<br />

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La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

- Utilizziamo sempre le stesse stoviglie, anche se disponiamo il servizio<br />

da 12. Con stoviglie sbrecciate e peggio fessurate rischiamo in salute,<br />

detersivo ed in decoro.<br />

- Adoperiamo le stesse sedie, magari traballanti o con rivestimenti lisi<br />

pur disponendone altre. Basterebbe invertirle scalarmene nel tempo. Idem<br />

per i cassetti della biancheria e per i bruciatori della cucina a gas<br />

(ce ne sono almeno 2 uguali ed intercambiabili). Ecc.,ecc., ecc..<br />

Sarà dura convincere il consorte, abitudinario, ma “un giro in centro” vincerà<br />

le resistenze.<br />

Il Kaizen, la tecnica del miglioramento continuo, è una metodologia utile<br />

a mutare le consuetudini.<br />

Qualsiasi azione può essere attuata in modo diverso dall’abituale. Fate un<br />

confronto, comparatevi con un amico o conoscente per la medesima attività<br />

e constaterete differenze a volte positive.<br />

Esercitatevi a variare le abitudini.<br />

Rechiamoci in un ecocentro ed osserviamo quanto gettiamo e meditiamo<br />

sul fatto che molto del rifiuto non è a fine vita ed, al limite, avrebbe dovuto<br />

essere ceduto a classi meno agiate (consultiamo internet per reperirle).<br />

Ciò vale anche per i maschietti che rottameranno, nuovi, attrezzi ritenuti<br />

indispensabili all’atto di acquisto.<br />

Osservando attentamente quanto ci circonda, la tecnica Zen, noteremo<br />

spunti migliorativi.<br />

Presso un amico notavamo un asciugamano da cucina appeso con una linguetta<br />

centrale che facilitava l’utilizzo dell’intera superficie asciugante evitando<br />

la concentrazione di bagnato e sporco della parte opposta al tradizionale<br />

aggancio posto sul lato più lungo; si tratta di un, piccolo, miglior<br />

utilizzo delle risorse estendibile a tutti i campi.<br />

Abbiamo citato alcune idee, attuarne altre costituisce ginnastica mentale<br />

al pari dell’enigmistica ma con ritorno economico.<br />

Ritorniamo al pragmatismo.<br />

LA CASA DIAGNOSI<br />

Lo Zen e l’arte di manutenzione della casa.<br />

Qualsiasi attività, e qui ci riferiamo solamente a quelle manifatturiere, può<br />

essere migliorata.<br />

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La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

La prima obiezione degli addetti ai lavori è: “fare bene le cose costa di più<br />

e la concorrenza e la crisi non ce lo permettono”. Cercheremo pertanto di<br />

non aumentare i costi… Adotteremo lo Zen ed il Kaizen ovvero la tecnica<br />

del miglioramento continuo.<br />

L’atteggiamento mentale.<br />

Occorre essere consapevoli di come-quando-perché si produce o si conduce<br />

un bene o prodotto. Non ci interesseremo di marketing od innovazione<br />

tecnologica ma rimarremo terra- terra e semplicemente osservando con<br />

occhio critico l’esistente (Zen).<br />

L’obiezione “abbiamo sempre fatto cosi” é superata dal si può sempre fare<br />

meglio (Kaizen).<br />

L’ANALISI A VISTA<br />

Tutti noi abbiamo ammirato edifici storici e monumenti con vita superiore<br />

a decine di secoli ma comparando visivamente con i nostri edifici abbiamo<br />

la sensazione che questi ultimi difficilmente raggiungeranno il secolo. Il<br />

progresso(?) ed il consumismo hanno provveduto in merito. L’aspetto estetico<br />

maschera la sostanza.<br />

Ritorniamo al confronto? Le prime varianti le riscontriamo nei materiali e<br />

nelle tecniche di costruzione, odiernamente rivolte a ridurre le tempistiche<br />

di lavorazione.<br />

I pietroni ed i mattoni pieni e ben cotti sono stati sostituiti da piastrelle (i<br />

paramano) o addirittura da semplici intonaci verniciati che nascondono<br />

mattoni forati molto alleggeriti…<br />

Voi obietterete che all’interno c’é una struttura in cemento armato ma non<br />

sempre è di totale affidabilità, alluvioni e terremoti insegnano. Non constaterete<br />

i contrafforti nelle parti portanti e meno che mai recinzioni, grate<br />

e ringhiere, in pesante ferro forgiato o ghisa che, privi manutenzione, resistono<br />

alle piogge acide ed all’inquinamento senza richiedere le manutenzioni<br />

periodiche ravvicinate degli attuali manufatti. Possiamo paragonare<br />

le facciate delle nostre case ai cosmetici e belletti che le signore che si applicano<br />

sul viso ma, il nostro maquillage per mascherare i danni non si realizzerà<br />

con poche passate di trucco o struccante…<br />

L’osservare e rimarcare le anomalie è considerato il metodo dell’analisi a<br />

vista.<br />

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La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

Non richiede strumentazioni, ma un soppeso, confronto, tra quanto è normalmente<br />

considerato accettabile e quanto costituisce invece degrado ed<br />

anomalia da sottoporre, in seguito, all’esame di un esperto. In genere<br />

l’attività non presenta pericoli, ma una certa prudenza è d’obbligo quando<br />

ci rechiamo in scantinati e/o sottotetti e solai. La prudenza richiede di essere<br />

accompagnati, anche dal nipote ad esempio, per essere reperibili<br />

sempre, norma sovente disattesa dagli anziani. Rammentate inoltre che la<br />

presenza di calcinacci o peggio ancora di mattoni caduti costituisce il<br />

blocco dell’ispezione, tornate indietro! La richiesta, urgente, all’esperto<br />

per una ispezione mirata è indifferibile.<br />

Il perché della diagnosi della casa.<br />

La scelta del bene campione da esaminare non è casuale. Il 75% degli italiani<br />

ne sono proprietari e gli altri sono… aspiranti.<br />

L’investimento di acquisto è elevato e così pure le spese di conduzione<br />

che valgono circa il 25% del bilancio familiare (media Trilussiana).<br />

Noi, per l’esame, abbiamo però a disposizione l’intero parco di edifici sul<br />

suolo nazionale e possiamo allenarci a visionare il brutto, quasi sempre<br />

edifici statali, ed il bello, in genere case private anteriori al 1930. Anche<br />

uno sprovveduto vede la differenza; si tratta di confrontare ed evidenziare<br />

analiticamente i difetti visivi e trarne esperienze per la propria dimora.<br />

Cosa osservare?<br />

Parti della casa da tenere sotto controllo.<br />

Fondamenta/facciate/soffitti/solai/tetti/tegole/gronde/balze/cornicioni e le<br />

parti sporgenti in facciata quali: balconi e terrazzi sono le zone da monitorare<br />

unitamente a riscontri di fessurazioni di muri, spostamenti di travi,<br />

tracce di umidità, perdite d’acqua, caduta mattoni e calcinacci, spostamenti<br />

manufatti dalla posizione originaria, es. tegole/coppi, ruggine in stato<br />

avanzato ecc… ecc…<br />

Vi consigliamo di allenarvi ai controlli esaminando, a vista, certi palazzi<br />

dello Stato, es. strutture scolastiche, case popolari ecc.. Purtroppo<br />

l’Autorità è quasi sempre la prima a non rispettare le regole ed a non attuare<br />

manutenzioni di sostegno. I genitori dovrebbero visionare, con un<br />

esperto, gli ambienti scolastici e verbalizzare le macroanomalie sino a<br />

giungere al ”ritiro” del pargoletto.<br />

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La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

Un accurato esame visivo, anche solo limitato alla parte esterna, vi evidenzierà<br />

i danni che voi dovrete evitare alla vostra casa.<br />

I vari capitoli relativi alla casa potranno guidarvi all’esame e con il tempo<br />

diventerete esperti. Se permettete un paragone andrete dal tecnico in similitudine<br />

a quando andate dal meccanico a cui segnalate le anomalie della<br />

vostra auto facilitandolo nella soluzione dei problemi e risparmiando anche<br />

denaro. Come già riportato quanto constatato da voi anomalo dovrà<br />

essere sottoposto a verifiche dell’esperto. E’ preferibile avere eccesso di<br />

prudenza che rischiare! D’altronde, come nel campo sanitario, ci rivolgiamo<br />

dapprima ad un medico generico, nel nostro caso un muratore, sino<br />

a scomodare il super esperto tecnico strutturale nei casi gravi o di ristrutturazione<br />

pesante!<br />

I guai più comuni: la casa cade a pezzi.<br />

Noi ci preoccupiamo quando vediamo i pezzi, ma come tratteremo non<br />

sono l’unico segnale.<br />

I calcinacci.<br />

I calcinacci, parti staccate di muratura ed intonaci, sono noti ai più. Occorre<br />

però “interpretare” i segnali premonitori più gravi e le cause del vero<br />

male. Pertanto se escludiamo quelli provenienti da ancoraggi impropri di<br />

tubazioni passacavo, idrotermiche, ganci e/o mensole dobbiamo maggiormente<br />

preoccuparci dei calcinacci conseguenti a fessurazioni e spostamenti<br />

in manufatti, non importa se di cemento o materiale misto, in zone<br />

portanti e prive di intrusi ( i vari tubi).<br />

MATERIALI e MANUFATTI<br />

Prima di iniziare l’esame della casa conosciamoli unitamente ai dintorni.<br />

Materiali da costruzione, i manufatti ed i relativi impatti di manutenzione<br />

nel tempo.<br />

Riteniamo che la trattazione, abbastanza specifica, possa costituire un<br />

mini dizionario da leggere se avrete pazienza e curiosità. Se vogliamo<br />

prendere la patente per condurre una casa occorre conoscere i componenti;<br />

nel nostro caso avremo materiali statici e non dinamici quali motore e<br />

trasmissione.<br />

Tratteremo comunque in capitoli specifici anche l’impiantistica elettrica,<br />

idrica e la termica. Di seguito daremo notizie di carattere generale che<br />

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La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

più ci coinvolgono come clienti nella scelta dei materiali “a vista” ed alla<br />

successiva manutenzione e potranno anche orientarvi nell’acquisto iniziale<br />

e successiva manutenzione.<br />

Premessa ai materiali.<br />

Le case vecchie utilizzavano i materiali “del posto” endemici, quali pietre<br />

o legno, sia per risparmio economico sia per l’amalgama con il paesaggio<br />

circostante.<br />

Però dagli anni ’60, il boom edilizio, l’aumentata facilità di trasporto per<br />

le maggiori infrastrutture stradali, la disponibilità economica e la “moda”<br />

di distinguersi nelle costruzioni, (ricordate quegli orribili mosaici in facciata)<br />

ha generato, case brutte e, peggio, edificate velocemente. A ciò ha<br />

contribuito l’applicazione dei principi delle teorie americane, il taylorismo,<br />

di parcellizzare il lavoro e generare specialisti in ogni singolo settore<br />

da cui i non ancora scomparsi “cottimisti”, quelli delle murature interne,<br />

degli intonaci e via discorrendo.<br />

La fretta ha generato case, distinguibili ”a vista”, che avrebbero poi richiesto<br />

tanta manutenzione. Ci sono state eccezioni, subito individuabili, ma<br />

qui trattiamo le case molto soggette ad interventi di “sostegno”.<br />

Cosa offre il mercato dei materiali ed il progresso.<br />

Un atteggiamento che dobbiamo imporci è quello di tendere alla “soddisfazione”<br />

delle nostre singole esigenze. Ciò non è facile perché il produttore<br />

con la sua pubblicità esalta le caratteristiche di status e, secondo un<br />

principio del marketing deve farci sentire emarginati se non possiamo<br />

permetterci tale prodotto (vedi auto/ TV / telefonino o nel nostro caso materiali).<br />

Anche il campo dell’edilizia non sfugge a tali regole commerciali<br />

nell’offerta di nuove case o semplicemente di apparati o materiali. Sono le<br />

nostre singole esigenze che vanno “soddisfatte” e non quelle del produttore<br />

non sempre coincidenti. Qualora, ad esempio, dovessimo acquistare un<br />

nuovo scaldaacqua a gas a noi non interessa il design e la modella seminuda<br />

della pubblicità e tutta l’elettronica che il produttore inserisce<br />

nell’apparato ma desideriamo un apparecchio semplice e manutentabile ai<br />

minori costi. Il mercato non ragiona sempre così con il risultato che appena<br />

il boiler denuncia un’anomalia, interverrà il tecnico, camice bianco, a<br />

sostituire ex novo una scheda elettronica dal costo di centinaia di euro che<br />

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La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

invece poteva essere revisionata e riciclata (in Azienda si procede in tal<br />

modo). Il mercato ha raggiunto il suo culmine ad esempio con certe piastrelle,<br />

pagate come quadri, ma a differenza di questi ultimi andranno calpestate;<br />

un quadro sotto i piedi!<br />

Ed ancora, ad esempio, il mercato non offre per i rubinetti quella classica<br />

crociera di apertura, ben impugnabile dagli anziani e non, ma si limita a<br />

ghiere circolari con piccoli avvallamenti inutili all’impugnatura ma certamente<br />

con costi irrisori di produzione.<br />

Qualcuno obietterà che esistono i monocomando ma forse andrebbero<br />

spiegati, anche con i minori costi, agli abitudinari. (I monocomando di una<br />

famosa ditta hanno la doppia posizione di apertura per farvi risparmiare<br />

quantità di acqua erogata di gran lunga maggiore di quella ottenuta dagli<br />

aeratori di flusso e vi eviteranno gli spruzzi inevitabili dovuti al repentino<br />

azionamento della leva; non li reperirete nei grandi magazzini e neppure<br />

vi saranno proposti da alcuni artigiani!)<br />

Ritornando ai monocomando si dovrebbe evidenziare gli indubbi vantaggi<br />

di manovrabilità, anche con l’utilizzo di singola mano, per l’erogazione<br />

mirata della temperatura dell’acqua.<br />

Associata a ciò occorre fornire la garanzia di sostituzione gratuita della<br />

cartuccia, il dispositivo interno che contiene le guarnizioni di ceramica,<br />

per almeno due anni come da garanzia di legge. Una regola da osservare,<br />

sempre valida, è quella di acquistare materiali, apparati contrassegnati da<br />

marchi di fabbrica, la firma e la garanzia del produttore, apposti in modo<br />

indelebile anche sul singolo pezzo sia esso rubinetto, tubo, putrella, piastrella<br />

o altro.<br />

I pezzi non marchiati non sono garantiti! Lo ripeteremo altre volte in modo<br />

che assuma il valore di regola comportamentale.<br />

In queste note non troverete “tutto” l’avanzamento tecnologico di cui i<br />

materiali sono oggetto.<br />

Se volete conoscere quanto offre il mercato, è sufficiente rivolgersi ai singoli<br />

settori produttivi (telefonata / siti internet / riviste specializzate). In<br />

seguito opererete la scelta pur con tutti i vincoli che avete (costi /tempi di<br />

attesa /contesto). Un magazzino di bricolage, una ferramenta o una rivendita<br />

di materiali edili non avrà prodotti fortemente innovativi o specifici<br />

per il vostro utilizzo e ciò per motivi commerciali.<br />

Dal produttore di listelli in legno per pavimenti, ad esempio, otterrete<br />

invece infinite informazioni che motiveranno la scelta successiva; avre-<br />

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La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

te inoltre esplorato l’aggiornamento tecnologico del settore. Evitate inoltre<br />

i prodotti “tutto fare” o meglio multi impiego, esempio vernici/sigillanti.<br />

La loro “formulazione” è infatti frutto di compromessi non idonei a risolvere<br />

le vostre esigenze specifiche. E per essere più pratici qualora necessitiate<br />

di un sigillante per vetri, specchi, policarbonato rivolgetevi ad una azienda<br />

vetraria e viceversa ad un costruttore di gronde e/o lamiere per tetti<br />

se volete un silicone per lamiera. Otterrete prodotti professionali di lunga<br />

durata ed efficacia.<br />

Avrete così appreso che per ogni vostra singola esigenza occorre un insieme<br />

di specifiche tecniche che con il tempo espliciterete. Vedere capitolo<br />

specifiche tecniche.<br />

MATERIALI E STANDARDIZZAZIONE<br />

Nel dopoguerra l’esigenza di fornire alla popolazione il rinnovo dei materiali<br />

distrutti ed una enorme quantità di prodotti anche alimentari ha generato<br />

l’industrializzazione con una produzione intensiva, di serie, ivi compresi<br />

gli allevamenti di ovini e bovini chiusi nelle stalle anziché all’aperto.<br />

L’anarchia dei produttori ha richiesto normative di standardizzazione, dal<br />

termine inglese standard, comune/ basilare (esisteva una catena di distribuzione<br />

con tale nome abbreviato all’italiana). Purtroppo anche il “campanile”,<br />

l’intransigenza autonomistica di ogni singolo Paese, impedisce<br />

l’unificazione delle normalizzazioni (sic!), per cui la globalizzazione agisce<br />

a piccoli passi, vedi ad esempio le norme CE per la Comunità europea.<br />

Sappiate che ogni campo, meccanico/ elettrico/ chimico, ivi compresi gli<br />

alimenti, ha le sue normative ma ce ne sono alcune di carattere generale<br />

che possono interessarvi.<br />

Norme ISO normative con valenza internazionale<br />

Norme EN normative con valenza Europea<br />

Marchio CE prodotto che “rispetta” le normative europee per le merci<br />

Marchio IMQ marchio di qualità Italiana, a volte indicato iemmequ (ad<br />

es. sui cavi)<br />

Norme DIN normative tedesche specie per i metalli, diffuse anche in<br />

Italia<br />

Norme VDE normative tedesche molto severe per il campo dei materiali<br />

elettrici; citiamo, ad esempio, la presa schuko montata<br />

sugli elettrodomestici (anche un profano la valuta più<br />

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La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

sicura delle nostre). Il marchio è riportato solo su prodotti<br />

di prima qualità da cercare in negozi specializzati<br />

Norme UNI normative Italiane da cui UNICIG (impianti a gas) ed<br />

altre<br />

Etichetta ECOLABEL etichetta Europea di prodotti ecosostenibili<br />

A volte tali simboli non sono esaustivi per cui il fabbricante dichiara,<br />

sempre marcando indelebilmente anche su di un singolo materiale di costruzione<br />

quale un cavo della luce, coppo o una piastrella altre caratteristiche.<br />

Come si può intuire le norme sono un tentativo, a volte l’alibi, per fornire<br />

prodotti di qualità standard ma non sempre eccelsa.<br />

Ciò vale anche per le prestazioni d’opera di qualsiasi artigiano od impresa.<br />

La durata a vita delle opere dei Maestri dei tempi andati si è ridotta ad una<br />

garanzia, non esplicitata, biennale (ma con infinite clausole vessatorie); e<br />

pensare che una casa deve durare almeno un secolo!<br />

La produzione in serie.<br />

Non è un termine astruso, noi inconsciamente ne siamo condizionati giornalmente<br />

anche nell’acquisto di derrate alimentari.<br />

Preferiamo pomodori belli, calibrati, anche fuori stagione, e la carne rosata<br />

sempre uguale ed economica. Il produttore attraverso volumi elevati,<br />

tecnologie spinte di produzione “governa” l’aspetto quantitativo/ fisico<br />

/estetico degli alimenti che noi andremo ad acquistare ponendo in<br />

sott’ordine la qualità ed i rischi alimentari (aviaria e bse insegnano…).<br />

Tutto ciò vale anche per i materiali di casa, mobili/ infissi/ apparati di corredo/<br />

ecc. su cui andremo ad operare. Le famose “pianelle” umbro/ toscane<br />

stanno arrivando dal Bangladesh, i piatti doccia ed i rubinetti dalla Cina<br />

ed il vetrocemento dai Paesi dell’Est ma certamente non dalla Boemia!<br />

L’analisi valore.<br />

E’ una metodologia della produzione seriale e non, che analizza i materiali<br />

ed i processi produttivi per eliminare il “superfluo” e facilitare la costruzione<br />

riducendo i costi finali del prodotto, vedi IKEA.<br />

Ne subirete le conseguenze quando acquisterete qualsiasi apparato. Citiamo<br />

due esempi banali: un tappo a salterello per il lavello e il rinnovo di un<br />

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La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

tubo di carico per lavatrice. Il primo è privo della corona sottostante che<br />

“raccoglieva” forcine per capelli o gli stessi evitandovi di dover smontare<br />

gli scarichi per il loro recupero, il secondo ha guarnizioni posticce anziché<br />

incastrate nel tubo che nella vecchia versione aveva pure un filtrino per le<br />

impurità, ed ha ghiere minute prive di alette che, nella vecchia versione, vi<br />

consentivano lo smontaggio manuale senza chiavi di sorta. Certamente<br />

sono prodotti esotici su cui la catena di vendita lucra ed i grandi magazzini<br />

prosperano! Dovremo pertanto acquistare prodotti originali? Anche in tal<br />

caso la ditta originale, trascorsi alcuni anni, in genere cinque, ci lascia in<br />

balia del mercato, leggi globalizzazione.<br />

Ancora, il famoso e decantato aeratore ed economizzatore di flusso idrico<br />

è in tutta plastica cromata che con il tempo ed il calcare si sfoglia inquinandovi<br />

l’acqua. Se non espliciterete la vostra specifica richiesta, in un<br />

magazzino di idraulica, il negoziante ha tutto interesse a fornirvi prodotti<br />

esotici. Sui prodotti realmente “made in Italy” si può scrivere una enciclopedia.<br />

Cosa offre il mercato.<br />

- Prodotti economici di produzione esotica.<br />

- Prodotti seriali uso far da sé.<br />

- Prodotti professionali, quelli studiati e prodotti per gli addetti ai lavori.<br />

Concludendo orientatevi solo sui prodotti professionali escludendo tutti<br />

quelli non marchiati in modo indelebile. Moltissime volte i prodotti scadenti<br />

sono lucenti ed “infiocchettati” per ingannare l’acquirente; può anche<br />

succedere nel genere umano… Se oltre al marchio, la sua firma, il<br />

produttore dedica del tempo ad illustrare come utilizzare meglio quanto ci<br />

fornisce merita attenzione.<br />

Finalmente trattiamo i materiali specifici.<br />

IL MATTONE<br />

Il mattone ovvero la prima “pietra” tecnologica.<br />

Dovendo sostituire la pietra, difficile da squadrare, pesante e non sempre<br />

reperibile in loco si è giunti al mattone unificandone nel frattempo anche<br />

le dimensioni, forse la prima standardizzazione in assoluto. Con l’avvento<br />

della cottura forzata col fuoco anche i materiali estranei all’argilla sono<br />

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La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

stati indirizzati ad assolvere certi compiti in specie per la difesa dagli agenti<br />

esterni e non solo. Pertanto ancora ai nostri giorni, ci si imbatte durante<br />

i lavori in mattoni vetrosi e/o con elevate durezze date oltre che dalla<br />

temperatura dei forni dalla presenza di quarzi od altri componenti particolarmente<br />

resistenti (sono quelli evitati dalle beccate degli uccelli…) E’ più<br />

facile vederli, a occhio nudo, nei coppi fatti a mano e in certe pavimentazioni<br />

rustiche ove il mattone è posato a coltello e orientato a spina di pesce<br />

o simili per contrastare l’usura da calpestio e altro.<br />

Mattoni ministoria.<br />

Da quelli essiccati al sole nell’antico Egitto si è giunti a quelli cotti in fornace.<br />

Con l’aumentata tecnologia e l’esigenza di ridurre il peso, ora si<br />

producono mattoni forati e con aggiunta di materiali diversi dalla classica<br />

argilla.<br />

I vantaggi applicativi.<br />

Sono, i mattoni, elementi costruttivi poco costosi, d’impiego quasi universale,<br />

di posa semplice se non a vista e con buona reperibilità e logistica di<br />

trasporto.<br />

Svantaggi.<br />

Caratteristiche meccaniche limitate, quasi inesistenti in certi elementi forati;<br />

lunghi tempi di posa nei casi di utilizzo strutturale (es. architrave) e<br />

non ultimo la richiesta di abilità nella posa a vista; per questo motivo se<br />

non espressamente richiesto il posizionamento avviene sotto l’intonaco.<br />

Mattoni forati.<br />

Per fare meno fatica e consentire costruzioni facilitate dalle nuove tecniche<br />

di armatura, pensate ai travetti dei solai costruiti in laboratori e poi<br />

portati in loco, si è sviluppato il laterizio forato. Troverete pertanto nelle<br />

case costruite anteguerra i mattoni a due fori per le separazioni dei locali,<br />

tramezzature. Ve ne accorgerete, se non eseguite dapprima un foro di prova,<br />

quando l’elettricista incasserà i tubi passa cavi e sfonderà l’intera parete,<br />

trovandosi come nel caso de “I soliti ignoti”, nell’alloggio del vicino.<br />

In questi casi non potrete appendere i pensili ma analogamente ai muri,<br />

pareti, in cartongesso dovete rinforzarli. Sovente costituiscono la struttura<br />

per muretti esterni o facciate sottoposte a dilavamento dagli agenti atmo-<br />

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La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

sferici per cui cederanno dopo anni, a volte pochi, obbligandovi a rifare il<br />

tutto! La brutta abitudine, tanto non si vede, ma per voi soldoni sprecati, è<br />

tuttora in vigore.<br />

Gli altri materiali oltre al mattone.<br />

Abbiamo accennato all’elemento principale delle costruzioni, il mattone.<br />

Ora vediamo gli altri presenti in casa.<br />

Elementi in cotto.<br />

Mattoni, coppi/ tegole, “piastrelle”.<br />

COPPI e TEGOLE<br />

Costituiscono la quasi totalità dei manti di copertura dei tetti. I rimanenti<br />

sono pietre a losa e/o scandole di legno in montagna e l’antiestetica lamiera<br />

che è propinata in tutte le salse (in proposito ricordiamoci la pericolosità<br />

in caso di incendio, infatti non dà sfogo alle fiamme).<br />

Le due forme più diffuse sono i coppi e le tegole.<br />

I coppi sono dei tronchi di cono, privati del vertice e tagliati a metà longitudinalmente;<br />

le seconde sono piane con protuberanza di aggancio per<br />

l’ancoraggio a listelli di legno. Entrambe sono in cotto e con dimensioni<br />

scarsamente standardizzate per le tegole. I coppi vecchi, quasi indistruttibili<br />

dal tempo, avevano forma correlata alla coscia dell’operaio su cui era<br />

piegata una striscia di pasta d’argilla, sovente con pietruzze di quarzo,<br />

compattata per poi dopo passare all’essiccatura. La tecnica descritta causava<br />

imbarcamenti di rettilineità per l’azione di distacco dalla coscia ed<br />

anche della cottura. In seguito si adottarono forme di legno e pertanto più<br />

regolari.<br />

Ora in analogia al mattone sono prodotti industrialmente e, se non correttamente,<br />

si “sfogliano” dopo pochi anni e si adattano difficilmente a rappezzi<br />

sui vecchi coppi.<br />

I difetti.<br />

Non c’è continuità di piano di appoggio, abbiamo anche citato il motivo,<br />

per cui cedono frantumandosi al calpestio anche degli addetti ai lavori motivo<br />

per cui cercate di immagazzinare come scorta i vecchi pezzi. Ciò varrà<br />

anche per le tegole. Altri difetti sono l’elevato peso, anche oltre un<br />

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La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

quintale per metro quadro per quelli antichi e la tendenza a scivolare specie<br />

con la neve. Per annullare lo scivolamento verso gronda, in questo caso<br />

per quelli di nuova tecnologia, occorre assolutamente ancorarli con appositi<br />

agganci. Vedi fermacoppi continui citati in seguito. La sfogliatura<br />

con i suoi cocci intasanti e lo scivolamento con lo spostamento dell’asse di<br />

caduta acqua in gronda sono causa di danni e si generano anche pericoli di<br />

caduta coppi sia per vento forte che trascinamento da blocchi neve. In caso<br />

di acquisto, anche per parziale rinnovo, pretendete coppi marchiati singolarmente,<br />

norma sempre valida per qualsiasi merce.<br />

Mettete a regime la ripassatura del tetto ogni cinque anni.<br />

Possiamo dire che dopo aver osservato lo stato di molti tetti, ci stupiamo<br />

del limitato, a nostra conoscenza, danno ai passanti; è meglio non sfidare<br />

la sorte ...<br />

I pregi.<br />

Sono, per i coppi, quelli di ben convogliare l’acqua e indirizzarla verso la<br />

gronda.<br />

Per quelli antichi c’è da rimarcare un’incomparabile bellezza estetica aumentata<br />

nel tempo da colorazioni cangianti di muschi e licheni che si appropriano<br />

delle cavità e porosità superficiali originate da impasti manuali<br />

e da inclusioni che reagivano in modo diverso durante la cottura<br />

dell’impasto. Oltre alla facilità di posa possono essere utilizzati anche per<br />

le linee di colmo. Con i coppi si copre quasi tutto il tetto ad eccezione delle<br />

zone d’incrocio in negativo ove una lamiera di rame (conversa) convoglia<br />

l’acqua nella gronda.<br />

TEGOLE PIANE<br />

Come avrete inteso non ci sono amiche sia per la forma; sul piano anche<br />

con incavi, l’acqua scorre lentamente, sia per l’aggancio insicuro e laborioso<br />

che richiede appositi listelli di ancoramento.<br />

L’eccessiva diversificazione delle forme e la distanza fissa dei travetti, il<br />

passo, richiedono, nella sostituzione, il rispetto di tali dimensioni motivo<br />

per cui è buona regola farsi scorta del materiale originario.<br />

Tra gli altri difetti hanno l’effetto vela; si sollevano per l’incunearsi del<br />

vento forte e se abitate in vicinanza di un aeroporto è consigliabile cambiare<br />

il manto, ad es. con coppi, ricordando che le tegole non sono facilmente<br />

agganciabili ed una eventuale foratura per fissaggio provocherebbe<br />

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La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

infiltrazioni d’acqua. Queste ultime si verificheranno, comunque, nei casi<br />

di pioggia di “stravento”, cosa ormai abituale con i violenti nubifragi che,<br />

ultimamente, stiamo riscontrando. I lembi laterali lasciano, infatti, notevole<br />

luce nell’accoppiamento, vedi le marsigliesi che rappresentano la maggioranza<br />

delle tegole. Inoltre, a differenza dei coppi, in caso di ripassatura<br />

tetto non consentono un agevole inserimento di apposita pellicola, geotessuto,<br />

a protezione infiltrazioni acqua.<br />

Le tegole ed i pregi.<br />

Costano relativamente poco, anche per la posa e, cosa gradita agli impresari,<br />

permettono una struttura alleggerita conseguente al minor peso. La<br />

diversificazione dei colori e materiali differenti dall’argilla può costituire<br />

vantaggio in particolari casi; pensate ad esempio alla mimetizzazione del<br />

tetto color verde in mezzo alla campagna o al grigio roccia in montagna.<br />

PIASTRELLE<br />

Anche questa è una vostra scelta sia in caso di ristrutturazione che nel<br />

nuovo.<br />

Abbiamo già citato l’elevato grado di qualità della nostra produzione e ciò<br />

può disorientare per l’eccesso di offerta. La forma e i colori sono a vostro<br />

piacere. Alcune notizie tecniche possono però orientarvi. Sono poco resistenti<br />

agli urti, presentano irregolarità di esecuzione pur essendoci nel nostro<br />

Paese i migliori produttori al mondo. Richiedono una linea di fuga<br />

che rende poco agevole la pulizia quotidiana e incide negativamente<br />

sull’impermeabilità.<br />

L’evoluzione nel tempo.<br />

Le piastrelle o mattonelle sono mattoni piatti sottoposti a rivestimenti superficiali<br />

con la cosiddetta ceramica. Il concetto di far apparire lo stato superficiale,<br />

sia per bellezza sia perché trattato con materiali duri antiusura,<br />

tende all’inganno in quanto lo immaginiamo quale lo strato superficiale di<br />

un blocco di materiale pregiato; ad es. marmo, minerale prezioso, ecc.. E’<br />

una regola di tutti i campi di produzione e non solo, pensate al colorito<br />

ambrato, belletti e trucchi delle donne. L’inciso a rammentare che sottosotto<br />

c’è del tenero e ci riferiamo al materiale di supporto della “ceramica”.<br />

Con il tempo l’usura da calpestio, e per stare in tema trucco, lo porrà<br />

in evidenza a iniziare dalla zona fronte specchio.<br />

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La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

Precisione-planarità-dimensioni.<br />

La precisione e la planarità decrescono con l'aumento della superficie della<br />

singola piastrella.<br />

Più è grande, maggiore dovrà essere lo spazio di posa tra due elementi, la<br />

linea di fuga.<br />

Più è elevata la durezza maggiore sarà la facilità di scheggiatura e rottura<br />

in caso di caduta di oggetti.<br />

Tutti questi valori sono identificati con lettere e numeri, compresa<br />

l’idoneità al calpestio in funzione dell’impiego, dalla vostra camera<br />

all’intenso traffico pedonale. Fatevi consigliare in merito.<br />

P. S. Nonostante la buona produzione italiana riscontriamo gli inconvenienti<br />

dell’analisi valore. I comodi elementi jolly, le piastrelle da rivestimento<br />

con lati arrotondati per evitare spigoli taglienti sui vertici di pareti,<br />

esempio per la vasca, sono ora introvabili.<br />

Le piastrelle da esterno, antigelive.<br />

Sono monocottura con lo strato di supporto indurito; in genere hanno dimensioni<br />

minime anche per ridurre le linee di fuga. Si possono scheggiare<br />

facilmente. Valgono le regole in precedenza esposte per il calpestio.<br />

LEGNO (pavimenti)<br />

Sempre che la massaia o il coniuge diano il benestare, è il materiale più<br />

caldo (purtroppo non sempre naturale nei casi di essenze pregiate in spessori<br />

millimetrici posate a vista sui supporti più disparati a controbilanciare<br />

i movimenti del legno). Nel caso del massello, tutto legno integrale, da<br />

spessori di circa 15 mm, si può pavimentare l’intera casa escluso il bagno<br />

e della zona di lavoro in cucina. Citiamo la zona di lavoro in cucina perché<br />

è piacevole e funzionale tale posa mista legno/piastrella sullo stesso<br />

pavimento specie in zone aperte e prive di tramezzature a delimitare i locali.<br />

Tecnica di posa.<br />

Varia dalla posa su sabbia, ancora presente in chiese/ castelli/ ville, a quella<br />

d’inchiodamento listelli o listoni su altri tasselli di legno (radici) annegati<br />

nella malta sottostante.<br />

Per le case nuove riscontriamo:<br />

- Incollaggio, tipo piastrella, sulla soletta sottostante<br />

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La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

- Pavimento galleggiante, flottante, che imita la posa su sabbia qui sostituita<br />

da un materassino, pochi mm, in plastica spugnosa<br />

La protezione da calpestio.<br />

E’ ottenuta con prodotti del tipo naturale, oli e cere, o artificiale con vernici<br />

vetrificanti.<br />

Anomalie.<br />

Sono relative alla vostra singola opinione sul finish. Per i pavimenti naturali,<br />

se tollerate inevitabili fessure, sono sufficienti i trattamenti della<br />

buona massaia, lavaggio con poca acqua, ripristino cera. Per gli altri, incollati<br />

e o flottanti le cose si complicano: non accettano l’acqua, si rigano<br />

facilmente e sulla vetrificazione qualsiasi anomalia, rigatura o macchia,<br />

“esalta”.<br />

La durata e la frequenza di lamatura.<br />

Per i primi è, può essere, centenaria e se ne sconsiglia la lamatura, asportazione<br />

strato superficiale, per due motivi: il primo perché ha limitata planarità<br />

e pertanto dovreste asportare elevatissimi spessori, il secondo perché<br />

la “pelle”, strato superficiale imbibito di sostanze cerose, dovrebbe essere<br />

ripristinata con lunghi anni di cura. Per quelli incollati e trattati potete<br />

ipotizzare una durata massima di quindici anni e poi non è detto che la lamatura<br />

non vi riservi sorprese.<br />

Con il progredire della tecnica si tende a utilizzare, in qualsiasi campo,<br />

compreso questo del listello di legno per pavimento, la minore quantità<br />

possibile di essenza pregiata, quella a vista. Complici gli errori di planarità<br />

di posa vi troverete dopo la lamatura, specie se in una casa di “seconda<br />

mano” e quindi non conoscendo la storia pregressa, con zone prive di essenza<br />

superficiale.<br />

I listelli di scorta.<br />

Mentre abitualmente il venditore di casa nuova vi lascerà qualche piastrella,<br />

difficilmente farà altrettanto con i listelli di legno su cui potete individuare<br />

gli spessori di legno nobile che vi possono aiutare nella decisione di<br />

“lamare”. Anche in questo caso la fantasia e la tecnica possono aiutarvi.<br />

Asportando uno zoccolino in una zona nascosta è possibile vedere lo spessore<br />

e la sua forma, in tale zona non c’è aderenza al muro dei listelli per<br />

27


La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

consentire gli inevitabili assestamenti e potrete procedere all’analisi. Altro<br />

modo, invasivo, è un’accurata foratura in una parte non “a vista”, da poi<br />

otturare con un tondino della stessa essenza che vi rivelerà cosa c’è sotto<br />

lo strato superficiale. E’ sufficiente una punta da trapano ed una fresetta<br />

affilata per la finitura del foro per consentirvi di vedere “chirurgicamente”<br />

cosa c’è sotto, ma non è detto che il palchettista abbia un passato da falegname<br />

ed allora rivolgetevi a quest’ultima figura od a buon far da sé. La<br />

riprova è nella difficoltà di trovare qualcuno che sia in grado di rappezzare<br />

un pavimento di legno.<br />

Vi diranno che costa meno rifare il tutto ... è più comodo lavorare sul<br />

nuovo.<br />

LEGNO in STRUTTURA (orditura del tetto)<br />

Se non è presente la soletta di cemento armato la struttura portante del tetto<br />

è realizzata in legno. Travi di orditura per la forma del tetto, tavolati e<br />

travetti per l’appoggio manto di copertura ne costituiscono l’insieme.<br />

Anomalie ricorrenti.<br />

Nelle case vecchie, vuoi per risparmio o per tempistiche ridotte, specie nel<br />

periodo postbellico gli elementi danneggiati erano sostituiti con tronchi<br />

appena sbozzati di castagno o essenze povere. A volte, peggio ancora, con<br />

fusti in pino non scortecciati. L’attacco dei tarli e formiche, che sguazzano<br />

nella corteccia, nei decenni può minarne l’integrità sino ad annullare le caratteristiche<br />

di portanza.<br />

Aggiungendo poi le infiltrazioni d’acqua dal sovrastante manto di copertura<br />

i tempi di degrado diventano rapidi. Rammentate che un test, empirico<br />

ma rivelatore, è il suono di risposta a una percussione con colpetto di martello:<br />

Il suono grave è negativo.<br />

Rimedi.<br />

La manutenzione consiste, dopo verifica, nell’asportazione corteccia seguita<br />

da nuovo controllo d’integrità e successivi trattamenti antitarlo e<br />

formiche con impregnanti specifici.<br />

Vedi voce vernici. Ricordate inoltre che una buona ventilazione del tetto<br />

riduce tali inconvenienti e migliora la salubrità contribuendo a risparmi<br />

energetici.<br />

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La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

INFISSI IN LEGNO<br />

Anche in questi casi si spazia da pesanti porte in noce, centenarie, a umili<br />

serramenti in essenze povere e spessori sottili. In questi ultimi gli imbarcamenti,<br />

le variazioni dimensionali stagionali, raschiano il pavimento, e<br />

relativi rigonfiamenti e fenditure dei pannelli richiedono manutenzione a<br />

livello annuale. Lo scopo è di mantenere “vivo” il legno proteggendolo<br />

dagli agenti atmosferici e impedirne l’asciugatura delle resine e sostanze<br />

volatili interne. Evitate in ogni caso pitture superficiali, i flatting, che ne<br />

impediscono la traspirazione. Questa si mantiene ripristinando con oli e<br />

prodotti specifici il vigore del legno. Un serramento esposto in pieno sole<br />

richiede manutenzione annuale e prospetta una valutazione sull’opportunità<br />

di sostituzione con un serramento in alluminio ma di caratteristiche<br />

specifiche, spessore maggiorato ed incrementato isolamento con doppio<br />

“taglio termico”; preparatevi agli elevati costi… le comodità si pagano!<br />

Per gli infissi vetrati consultare il capitolo vetro. (Vedere anche i capitoli<br />

serramenti ed infissi).<br />

Altri materiali.<br />

Abbiamo trattato dell’elemento principe delle costruzioni, il mattone, i<br />

suoi derivati e l’immancabile legno che ha resistito sino all’avvento del<br />

cemento armato.<br />

Ora vediamone i “dintorni” e quanto abitualmente troviamo negli elementi<br />

costruttivi.<br />

SABBIA<br />

E’ uno dei componenti principali della malta cementizia. In relazione alla<br />

vagliatura, tipo di setaccio utilizzato, consente diversificazione di impiego<br />

nell’ edilizia. Si spazia da quella minuta usata un tempo per la rasatura finale<br />

degli intonaci a calce, tecnica salubre ancora indicata negli ambienti<br />

umidi, all’altra grossolana utilizzata per gettate in calcestruzzo. Il cemento<br />

ne assorbe tanta ed a volte anche troppa per cui la malta perde l’idoneità<br />

richiesta. E’ un modo per lucrare, la sabbia costa meno del cemento, ma è<br />

anche errato usarne in quantità insufficiente. In occasione di interventi avrete<br />

modo di valutarne la bontà con la malta utilizzata. Si constata enorme<br />

differenza tra quella di fiume, inquinato, e quella di cava. Vedere salnitri.<br />

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La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

LA CALCE: il legante<br />

E’ il prodotto più antico ed ancora valido.<br />

Ritorna di moda, nella bioedilizia, sia come legante che quale “verniciante”<br />

non inquinante. Le sue doti di traspirante unita a effetti visivi piacevoli,<br />

immaginatela miscelata con polveri naturali, esaltano i decori delle<br />

facciate delle case di pregio. Si ricava dal calcare, minerale sufficientemente<br />

comune. Negli utilizzi attuali si utilizza la calce viva, frantumazione<br />

e ventilazione del minerale per ottenerne farina, e la calce spenta,<br />

quale quella idrata e il comune grassello, ottenuta aggiungendo acqua e<br />

anticipando un processo di reazione chimica violenta (spegnimento) per<br />

indirizzarla a specifici impieghi. Rammentiamo ancora i danni alla vista<br />

che colpivano gli operai che eseguivano tale spegnimento, con reazioni<br />

caustiche, nei pressi dell’attività edile. Dato il forte assorbimento<br />

dell’acqua, può combattere l’umidità. E’ utilizzata da sola o miscelata<br />

con cementi.<br />

Ha anche effetti negativi quale la corrosione dei materiali metallici quali<br />

ferro o l’alluminio anche anodizzato dei serramenti posati impropriamente<br />

ai piani terra di case centenarie “legate a calce”.<br />

I CEMENTI<br />

Gli antichi Romani costatando la compattezza delle rocce laviche, del tufo<br />

e della pozzolana ricavarono un legante di pregio che ci ha tramandato alcune<br />

loro opere. Ai giorni nostri i cementi provengono dalla cottura ad alta<br />

temperatura in forni ed anche qui c’è un parallelo alla temperatura di<br />

eruzioni vulcaniche che generavano i prodotti dapprima citati.<br />

I materiali da “cuocere” sono argille, silice e sottoprodotti degli altiforni<br />

come le scorie.<br />

Ne derivano pertanto prodotti specifici, di facile trasporto e preparazione<br />

in loco e non ultimo pregio la velocità di applicazione.<br />

Le malte (la “pasta” di cemento).<br />

Il prodotto si presta bene a essere unito all’acqua a formare una pasta con<br />

proprietà collose (la presa sui materiali da conglobare) ma ... valgono le<br />

regole della massaia. Si potrà tirare la pasta per la crostata, leggi gettata<br />

compatta, o per la sfoglia, leggi gettata (massetto) alleggerita, ma non<br />

dovremo cadere in tentazione di aggiungere troppa acqua, per risparmiare<br />

sul costoso cemento) e di reimpasto per non sprecare!. Ambedue opera-<br />

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La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

zioni proibite: la prima diminuisce l’entità di presa, la seconda perché<br />

avviene a reazione chimica dell’impasto già ultimata. Quest’ultima operazione<br />

è purtroppo diffusa, non si butta via nulla. Saranno causa di<br />

maggiore manutenzione o addirittura crolli della struttura così costruita.<br />

Alcuni Paesi obbligano i costruttori ad effettuare gettate in modalità vibrocompressa,<br />

in specie per struttura. Da noi non è raro attuare la costipazione<br />

della colata di cemento nei casseri ( il tavolato di contenimento) con<br />

pale e palanchini. E’ ovvio che l’omogeneità della malta differisce e così<br />

pure le caratteristiche fisiche in primis per la sicurezza.<br />

L’aspetto fisico di una gettata ben fatta deve risultare liscio, a “grana” fine,<br />

omogenea e privo di “fessurazioni” indicanti colate effettuate a più riprese.<br />

L’unione, l’aggrappamento tra i materiali edili.<br />

Lasciateci supporre che la prima costruzione dell’uomo fosse un muro a<br />

secco innalzato davanti ad una roccia rientrante e non necessariamente una<br />

caverna di gran lunga più rara, ove l’uomo si ritirava la notte. La difficoltà<br />

di estrarre le pietre da una zona fangosa, o comunque con parti ancorate al<br />

terreno ha contribuito alla scoperta di un legante quale l’argilla cementante<br />

di materiali incoerenti quali le pietre. Ebbene da allora la ricerca è rivolta<br />

a materiali più universali tenuti assieme da leganti quali pozzolana, calce<br />

e gli attuali cementi.<br />

La meta è avere, ora, materiali che consentano una veloce messa in opera<br />

e permettano forme complesse quali il muro portante con le unite braccia<br />

rappresentate da solette per i piani, i solai ed i tetti. I tempi canonici della<br />

“presa”, ultimazione del processo chimico/fisico che genera l’amalgama<br />

del cemento, I famosi 28 giorni dalla gettata, costituiscono un impiccio ed<br />

il tempo è denaro. Per tutti gli altri materiali di contorno alla struttura, i<br />

chimici e non, hanno predisposto prodotti a presa rapida già premiscelati<br />

in fabbrica; come certe medicine si allungano in acqua. E siamo arrivati ai<br />

nostri giorni!<br />

La “presa”.<br />

Parlando di manutenzione sarà la caratteristica che ci procurerà guai e<br />

grattacapi. Dovendo unire materiali disomogenei, pietra/cemento o mattone/cemento<br />

ci troviamo di fronte a vari parametri in gioco. Il primo è la<br />

natura delle superfici del corpo da conglobare in una massa; minore è<br />

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La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

l’asperità, rugosità, peggiore sarà l’ancoraggio. Ciò è lapalissiano; una superficie<br />

liscia di un pezzo di legno è più difficile da incollare di una con<br />

grado di finitura grossolano, ma non è l’unica caratteristica che ci riguarda.<br />

Un’altra è il potere di imbibimento del particolare; più il materiale ha<br />

tale caratteristica, nel nostro caso sono i prodotti in argilla quali i mattoni,<br />

più è facile da legare. Altra caratteristica fondamentale è il tempo in cui il<br />

materiale perde, nel tempo, questa proprietà; prima “asciuga” peggio è in<br />

quanto non c’è l’amalgama dei vari materiali. Se ne deduce, ad esempio,<br />

che un intonaco esterno posato sotto il solleone non è destinato a durare<br />

integro per molto tempo.<br />

Sinora abbiamo parlato del materiale basilare, mattone/pietra, ma ciò vale<br />

anche per sabbia e ghiaia e il legante. Anche quest’ultimo ha tempi di reazione<br />

ed asciugatura che non sempre sì “sposano” con quelli del materiale<br />

base. Ne consegue che, complice la fretta esecutiva, la presa evidenzi dei<br />

limiti nel tempo da cui deriveranno manutenzioni. Ripetiamo per coloro<br />

che a questo punto sbotteranno in “uffa che barba” che questa caratteristica<br />

è fondamentale per la manutenzione in specie nei rappezzi o ristrutturazioni<br />

ove si deve rientrare in casa al più presto.<br />

Le normative.<br />

Per i cementi tradizionali, secondo certe prove codificate, la presa è garantita<br />

solo dopo 28 giorni, ma tutto è relativo alla tipologia dei materiali ed<br />

alla massa, volumi, in gioco. È ovvio che un intonaco di 1,5 cm di spessore<br />

ha tempi più brevi, aiutato da moderni materiali.<br />

Il valore imposto dalle norme è riferito alle usuali gettate portanti in calcestruzzo<br />

ed è un “paletto” per evitare anche incidenti nello smontaggio armature<br />

di sostegno e/o successivo prematuro utilizzo della struttura. La<br />

presa non significa completa asciugatura dell’opera pertanto se occorrono<br />

operazioni suppletive, vedi posa pavimento di legno solo il controllo<br />

dell’umidità residua garantirà la possibilità di attuare la posa. Ed è anche<br />

per queste problematiche che il mercato offre parquets flottanti, non inchiodati<br />

o incollati, ma anche in questo caso ci sono le regole del gioco da<br />

rispettare. Anche la salubrità dell’aria è condizionata dall’umidità residua<br />

e l’umidità facilita l’insorgenza dei reumatismi.<br />

Rammentate inoltre i due difetti principali del cemento: non è “elastico” e<br />

neppure impermeabile!<br />

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La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

INTONACO<br />

Non è un materiale ma il risultato visivo sull’opera finita, la pelle del<br />

muro.<br />

Ne parliamo poichè i guai relativi sono i più evidenti nel campo manutentivo<br />

e ci preoccupano le spese di ripristino. Similarmente al corpo umano<br />

in caso di “incidenti” tendiamo subito a curarci il bernoccolo che non il<br />

sottostante trauma. Se l’anomalia non proviene da zone con incasso tubi<br />

ecc. allo stesso modo dovremmo preoccuparci dapprima delle cause del<br />

distacco o fessurazione dell’intonaco e poi pensare al rappezzo.<br />

Quest’ultimo può attendere in quanto è alterazione di finitura. A proposito<br />

di fretta, ultimamente gli intonaci gettati con pistola sono “armati” in loco<br />

con reti in fibra di vetro, similari a quelle per le giunzioni del cartongesso,<br />

ma con larghezze elevate. Impediscono la caduta, scivolamento<br />

dell’intonaco fresco anche ad elevati spessori, ma non sempre influiscono<br />

sulla presa. Ne riparleremo nel capitolo “rappezzi”.<br />

PAVIMENTI, MATTONELLE E LASTRE IN PIETRA<br />

Con la scoperta di pezzi “duri” si evince che certi mattoni, posati a coltello<br />

o diversamente orientati abbiano costituito la pelle indurita dei vecchi pavimenti<br />

che sarebbe poi sfociata nelle attuali piastrelle. Ciò non toglie che<br />

esistano ancora pavimentazioni rustiche, in mattoni, che a proposito di manutenzione<br />

non dovranno mai essere abrasi e intaccati da acidi detergenti.<br />

L’evoluzione successiva sviluppò forme squadrate e sottili sempre in cotto,<br />

anche queste presente in alcune case vecchie o rustiche di pregio. Il<br />

nome volgare mattonella, dall’originario elemento, resiste tuttora. Non<br />

sempre la “pelle” si otteneva posizionando sulla parte richiesta, pavimentazione,<br />

elementi estranei; é il caso del pavimento in terra, da cui battuto<br />

di terra, ottenuto costipando il materiale endemico. Vedi scantinati.<br />

Anche in questo caso segnaliamo l’errore di ricoprirli con un più “elegante”<br />

battuto di cemento.<br />

Così facendo abbiamo eliminato la traspirazione e ci siamo garantiti i<br />

danni, eterni, da umidità di risalita. Ecco! Sono rari i muratori che vi evidenzieranno<br />

in anticipo tali danni; si giustificheranno adducendo che tale<br />

era la richiesta del cliente!<br />

Un provvedimento correttivo, parziale, a tali malefatte è quello di eseguire<br />

per tutto il perimetro della gettata un canale largo almeno 10 cm. e pro-<br />

33


La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

fondo almeno 7 cm.(lo spessore della gettata) e scavando tanti “pozzetti<br />

perdenti”. Così facendo avrete abbassato la zona di “attacco” dell’umidità<br />

periferica consentendo una certa traspirazione ai muri e avrete un intorno<br />

periferico di battuto asciutto. Al centro, in periodi piovosi, avrete pavimenti<br />

“bagnati” e per non accentuare il fenomeno i materiali depositati<br />

vanno posti sui “trampoli”. Vedi voce umidità.<br />

Il retaggio del passato.<br />

Nel campo edilizio la pelle, lo strato superficiale a vista, è l’elemento più<br />

caratterizzante dell’aspetto estetico. Gli intonaci e certe mattonelle in parte<br />

decorate tendono a imitare, specie in facciata, quanto le case nobili evidenziavano<br />

con le loro pietre, marmi, stucchi e mattoni pieni. Rimarchiamo<br />

che certe abitudini, mutuate dal passato, non hanno più motivazione di<br />

essere in quanto sono cambiate le condizioni d’impiego. E’ il caso ad esempio<br />

delle lastre di pietra poste a zoccolatura facciate fronte strada. Ora<br />

sono causa di alterazione umidità di edifici non cantinati o con sotterranei<br />

malsani.<br />

Non ci sono più gli spruzzi di fango e sporco, delle strade fangose, che potevano<br />

motivarne la posa e, per la parte estetica, rammentiamo che in origine<br />

le pietre non erano a lastra ma a blocchi con funzioni strutturali e di<br />

“possenza”! Osservatene l’evoluzione dall’antichità: blocchi di pietra nei<br />

monumenti storici, poi nelle case d’epoca dei secoli scorsi con spesse lastre.<br />

Erano però presenti ampie finestrature di aerazione unitamente alla<br />

presenza di grigliati sui marciapiedi a dare aria a sotterranei estesi. Ai<br />

giorni nostri le cantine al confronto hanno dimensioni miniaturizzate e<br />

quindi malsane. Non aggraviamone le condizioni piastrellando con lastre<br />

di pietra le basi facciate!<br />

FERRO<br />

Dedichiamo alcune note al materiale che, come noto a tutti, ha maggiormente<br />

bisogno di attenzioni e sostegno.<br />

Ferri forgiati.<br />

Per i ferri pieni, solo per i forgiati e con spessori di almeno dieci mm., i<br />

tempi d’intervento manutentivo possono raggiungere frequenze decennali.<br />

Per certi cimeli medievali, esempio grate di ferro battuto, la durata, pur<br />

privi di manutenzione, è secolare.<br />

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La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

Rimarchiamo che si trattava di forgiatura manuale “lenta” che dava<br />

compattezza al manufatto ed eventuali giunzioni erano effettuate a caldo.<br />

Oggigiorno tali prodotti sono sostituiti con i laminati prodotti con macchinari<br />

che non sono per nulla lenti. Tali ferri, in spessori adeguati (almeno<br />

10 mm.), assolvono bene il compito previsto, es. putrelle o pezzi per ringhiere,<br />

ma si tende a sostituire con un surrogato: il laminato, la lamiera.<br />

LAMIERA in ferro<br />

Dal dopoguerra è stata un sostituto del ferro pieno per la sua facilità di<br />

modellamento e leggerezza, anche nel prezzo. In parole povere costava<br />

meno e le fabbriche, acciaierie di Stato e privati specie del Nord la fornivano<br />

formata in nastri di lamiera avvolti in rotoli. L’italica arte degli artigiani<br />

con tagli, piegature, unione di più pezzi trasformava il tutto in prodotto<br />

finito ed economico. L’abuso d’impiego aveva generato, nelle persone<br />

anziane abituate a prodotti pesanti e robusti, un senso di disprezzo e<br />

spregio. L’atavica abitudine a confrontare il passato aveva generato il detto<br />

“fatto di lamiera” anticipando il giudizio, anch’esso negativo, sul materiale<br />

successore della lamiera con i prodotti “fatti di plastica”.<br />

Tutti noi abbiamo costatato tal evoluzione con i materiali di costruzione<br />

della nostra auto.<br />

Scatolato.<br />

Come già accennato la piegatura e saldatura lamiere genera lo scatolato.<br />

E’ foggiato a forme geometriche, sembra ferro pieno ma, essendo costruito<br />

come i tubi saldati, ci creerà enormi problemi di manutenzione. Lo<br />

spessore sottile, rammentate l’”analisi valore”, risente maggiormente degli<br />

agenti atmosferici.<br />

Tramutare la lamiera in “ferro pieno”.<br />

Non è la polvere magica di “pirimpimpina” ma un accorgimento atto a<br />

preservare, ad esempio, i pali del vostro cancello in lamiera di ferro, scatolato<br />

a spessore più elevato.<br />

Il concetto è quello già citato di diminuire le dilatazioni e gli attacchi zonali,<br />

della parte più esposta.<br />

Il rimedio consiste nel riempire di cemento la parte cava prima di interrarla<br />

o cementarla a filo. Ricordiamo pure che l’operazione incrementa il peso<br />

della struttura e pertanto i classici zoccoli di cemento andrebbero legati<br />

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La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

con una piccola gettata, armata, tra i due pali. Così facendo avrete diminuito,<br />

o annullato, lo sprofondamento nel tempo della struttura contenendo i<br />

problemi di allineamento chiusure ecc…<br />

L’operazione descritta è obbligatoria in caso d’interramenti.<br />

Rimarchiamo la bassa durata dei prodotti in lamiera che richiedono protezione,<br />

vernice, con frequenze di 5/6 anni massimo.<br />

Da nuovo il prodotto ha durata più elevata in quanto è trattato in officina<br />

con specifiche tecniche che l’utente non potrà mai attuare in specie quando<br />

posati (vedi vernici).<br />

Tondini di armatura e variazioni sul tema.<br />

Il mercato offre anche quelli ad “aggrappamento facilitato” ruvidi e con<br />

protuberanze che incrementano la superficie di contatto e l’aderenza. Se<br />

verificate l’utilizzo di pezzi molto arrugginiti, posati senza trattamenti<br />

preventivi, preparatevi alle grane derivanti dal mancato aggrappamento e<br />

“denudamenti”, con relativi degrado del calcestruzzo ad iniziare da quelli<br />

più evidenti dei balconi.<br />

Annotazioni sul tema ferro.<br />

La velocità attuale di produzione del ferro, comparatela con quanto citato<br />

nella voce forgiatura lenta, è tale che la struttura interna del materiale non<br />

è per nulla omogenea e compatta cui conseguono limitate resistenze meccaniche<br />

e alla corrosione.<br />

Altro tema, non da poco, è la qualità produttiva di un prodotto “vile” quale<br />

il ferro: ne conseguono ripetuti interventi di sostegno, leggi verniciature.<br />

Nel tempo, ad esempio, il tondino arrugginisce, anche senza contatti con<br />

l’acqua e ingrandisce al punto tale da esercitare una pressione al suo intorno<br />

che denuderà la struttura. A titolo di prova certi cavalcavia di autostrade<br />

non hanno raggiunto quaranta anni di durata ed i frontalini dei balconi<br />

si frantumano molto prima.<br />

Tubi e piantoni in ferro.<br />

Qualsiasi materiale non “gradisce” l’esposizione agli agenti atmosferici e<br />

meno che mai essere annegato, anche parzialmente, nella terra o nel cemento.<br />

I manufatti in ferro, anche zincato, sono i più sensibili. La differente<br />

dilatazione e l’attacco della ruggine nel giro di pochi anni annullano le<br />

caratteristiche meccaniche sino alla rottura. Ve ne renderete conto quando<br />

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La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

osserverete le paline segnaletiche crollate; a ciò contribuiscono anche le<br />

minzioni feline e canine. Osservando, invece, un tubo del gas che fuoriesce<br />

sul marciapiede constaterete che è protetto da guaine bituminose sino<br />

ad oltre mezzo metro dal punto di fuoriuscita. Anche i pali luce hanno una<br />

zoccolatura di rinforzo. Noi dovremo copiare tale tecnica associata ad un<br />

fissaggio “elastico” ed ad una base che eviti il ristagno d’acqua in loco.<br />

Queste “zone” vi forniranno grattacapi e richieste di continue manutenzioni.<br />

Utilizzare il ferro significa fiducia?<br />

Si sente dire sovente, nel campo delle ristrutturazioni: “non si preoccupi,<br />

abbiamo rinforzato con una putrella di ferro”. Addirittura si constatano<br />

vani aperti in muri portanti in materiali misti, mattoni/pietre, ottenuti con<br />

tale tecnica. Essendo questi ultimi non armati, con tale intervento la struttura<br />

è stata indebolita sino a situazioni di pericolo, terremoti in primis, e<br />

ciò vale anche per certe modifiche a scale, ove i gradini in pietra erano/sono<br />

ancorati a mensola. Ripetiamo, richiedete preventivamente<br />

l’intervento del tecnico strutturale; ciò vale anche se il lavoro è già stato<br />

fatto e dobbiate mettere in sicurezza il tutto.<br />

Il ferro non è la panacea ma può essere utile a certe condizioni, concatenato<br />

(pensate alla costruzione con il Lego) tra le varie strutture sia verticali<br />

sia orizzontali.<br />

Quest’ultima è la tecnica, a gabbia, per migliorare la resistenza ai sismi.<br />

Tale norma vale anche per le reti elettrosaldate dei pavimenti quasi mai<br />

ancorate tra di loro ed ai muri portanti. Vedi struttura.<br />

ACCIAIO ZINCATO<br />

Tubi idrici e di adduzione gas.<br />

Uno degli elementi più diffusi è, o era, il tubo zincato di adduzione acqua<br />

potabile o gas.<br />

Se ne osserviamo uno spezzone noteremo che l’interno, la zona di scorrimento<br />

acqua, ha asperità e imperfezioni di trattamento che non riscontriamo<br />

sulla parete esterna.<br />

Tali pareti interne e le zone filettate di giunzione, ove il trattamento superficiale<br />

è stato asportato, sono facilmente intaccabili dalla ruggine e dal<br />

calcare che tende con il tempo a otturare il foro , i serraggi e “arrugginire”<br />

l’acqua spillata, in specie quella calda. Ora il progresso offre altri materia-<br />

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La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

li, es. il multistrato, ma anche nuove incognite, salubrità, durate in primis.<br />

Vedi voce multistrato.<br />

Tubi gas di condotte esterne alla casa.<br />

Rammentiamoci che se il contatore è posto sulla recinzione o se la condotta<br />

principale è in luogo non adiacente all’edificio i tubi di adduzione, zincati,<br />

possono essere stati interrati.<br />

Non essendo a vista li dimentichiamo! Preventivate una sostituzione, potrebbe<br />

anche raggiungere i cinquanta anni in quanto un tempo si abbondava<br />

sugli spessori delle pareti dei tubi (per fortuna non c’era l’analisi valore);<br />

l’importante è rammentarne la presenza in caso di puzza gas…e la ricerca<br />

della perdita.<br />

Lamiere e recinzioni zincate. Le normative antinquinamento dei processi<br />

produttivi e le piogge acide contribuiscono negativamente alla durata di<br />

tali manufatti in ambito civile, nella nostra casa.<br />

In campo industriale il trattamento di zincatura avviene a caldo ed è preceduto<br />

da trattamenti preparatori, sabbiatura ed altro; in tali casi la garanzia<br />

è ventennale ma sono sufficienti assemblaggi con viti “dozzinali” od<br />

altri inneschi per vanificare la garanzia.<br />

Potete verificare voi stessi sugli elementi più diffusi e cioè i guard rails e i<br />

pali stradali.<br />

Pertanto se desiderate un manufatto zincato, sconsigliato in ambienti inquinati<br />

quali i cittadini, occorrono dettagliate specifiche tecniche con la richiesta<br />

di garanzia.<br />

Un metodo empirico ma indicativo per il giudizio di noi profani, consiste<br />

nel visionare l’aspetto estetico: non deve essere argenteo e lucente ma<br />

grigiastro e superficie con “collage” di strati simili a piccole foglie in rilievo.<br />

I manufatti, quali ad esempio le ringhiere, presentano fori utilizzati per<br />

immergere i pezzi nel bagno di zinco. Otturateli per evitare che l’acqua<br />

meteorica si infiltri all’interno annullando i vantaggi della zincatura. La<br />

qualità è data dai trattamenti preventivi quali la sabbiatura ed il riporto a<br />

caldo di elevati spessori di zinco; tutto ciò costa e pertanto si ricorre ad alternative<br />

di bassa durata, ma luccicanti, che vi richiederanno tanta manutenzione.<br />

Preparatevi alle grane: ruggine presente, dopo pochi mesi, nelle<br />

zone saldate o nelle parti sottoposte a taglio dall’assemblatore e da viti di<br />

fissaggio esotiche che, arrugginendo, intaccano la zincatura.<br />

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La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

ACCIAIO INOX<br />

Ha fama immeritata, sovente, da parte dell’utenza.<br />

Anche con quest’acciaio occorre valutare il “titolo” (leghe e percentuali)<br />

per ogni singolo impiego; il “titolo” più noto è quello dell’oro. Si spazia,<br />

empiricamente, dall’oro di Napoli, informatevi in merito, a quello quasi<br />

puro, dei lingotti per Riserva Aurea.<br />

Noi profani non saremmo in grado di orientarci, senza l’ausilio di un manuale,<br />

ma conosciamo certe caratteristiche negative quali la difficoltà di<br />

piegatura e di saldatura.<br />

Per l’edilizia il più utilizzato è l’AISI 316 e sempre nell’ambito casa, ad<br />

esempio per contenitori alimentari, pentole, è inox 18/10. Tutte le altre diciture<br />

tipo acciaio inossidabile, inox C, non vi danno sicurezza alimentare<br />

e garanzia contro la ruggine (esaminate attentamente una grattugia). Approfondite<br />

voi stessi.<br />

E’ materiale antiestetico e nelle canne fumarie a vista per l’esterno sarebbe<br />

opportuno il colore “ramato” e così pure per i comignoli eolici. P.S. Esiste<br />

anche colorato, ma i prezzi…<br />

GHISA<br />

E’ presente in molte vecchie case sotto forma di tubazione condotte acqua,<br />

nei terminali dei pluviali, in portoni o artistiche ringhiere e nei radiatori<br />

impianti termici. Si tratta del materiale che presenta in assoluto le più basse<br />

resistenze meccaniche e pertanto non va sollecitato dimensionalmente,<br />

esempio con cedimenti strutture d’ancoraggio. Ha il vantaggio di richiedere<br />

pochissima manutenzione; sono sufficienti verniciature a intervalli decennali.<br />

Qualora abbiate portoni in ghisa tenete sotto osservazione i cardini per evitare<br />

rovinosi crolli e pericoli.<br />

Ghisa acciaiosa.<br />

L’industria manifatturiera, da sempre alla ricerca di miglioramenti, fornisce<br />

ora ghise acciaiose che compendiano i vantaggi della ghisa, quasi eterna,<br />

a quelli dell’acciaio, robusto, con miscelazione di prodotti che hanno<br />

rivalutato l’impiego della ghisa.<br />

L’esempio più indicativo è il coperchio di tombini e canaline di scolo che<br />

potrete utilizzare con tranquillità anche “calpestandoli” con i mezzi di trasporto.<br />

La specifica è carrabile EN…<br />

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La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

SILICONI<br />

Hanno diffusione notevolissima per la facilità di applicazione e ai più non<br />

sono note le caratteristiche chimiche e d’impiego.<br />

Quelli a base acetica emanano vapori nocivi nel tempo e non sono verniciabili.<br />

Tutti i siliconi non hanno garanzie di durata nel tempo in specie<br />

nelle applicazioni all’esterno e/o di antimuffa ad esempio nelle sigillature<br />

del vostro lavello.<br />

Solo adottando quelli professionali, che non trovate ai magazzini di bricolage<br />

ma dai singoli rivenditori specializzati otterrete validi risultati. Rammentate<br />

però che sono di ausilio e non sono sostitutivi agli agganci o fissaggi<br />

meccanici con tasselli, viti, rivetti indispensabili per un assemblaggio<br />

in sicurezza. Rammentate: l’adesivo può ancorarsi all’intonaco ma<br />

non è detto che l’intonaco regga!<br />

VETRI<br />

Sono captatori di luce naturale. Sono anche fonte di pericolo.<br />

Il materiale tradizionale è dimensionalmente stabile alle condizioni di escursione<br />

termica limitata (estate/inverno). Secondo gli spessori, estensione<br />

superfici e tecnologie specifiche di produzione il materiale può resistere<br />

a escursioni termiche sino a 250°C nel forno cucina, ed oltre nelle<br />

antine di un focolare a legna. Necessitano, sempre, di un posizionamento<br />

in sede con gioco, luce in termine tecnico, proporzionale alla dilatazione<br />

prevista dall’impiego a regime massimo di escursione. E’ pericolosissimo<br />

forzare in sede un vetro anche per un singolo vertice che “puntasse”<br />

in un cordolo di saldatura o nel raggio della fresatura alloggiamento.<br />

Rammentare inoltre che le dilatazioni si sommano, quelle del vetro e del<br />

serramento, pertanto la luce andrà così computata. Essendo il sigillante<br />

anch’esso instabile alle dimensioni sono da escludersi mastici indurenti.<br />

Il silicone elastico è un mezzo di sigillatura con l’aggiunta di cornici in<br />

legno o profili metallici con funzione di sicurezza anticaduta. Nei doppi<br />

vetri, vetro camera, è esaltata la funzione di isolamento termico/acustico,<br />

mentre la blindatura è utilizzata quale sicurezza antisfondamento o anti<br />

intrusione. Questi ultimi per i curiosi, sono costituiti da più lastre di vetro<br />

con interposta pellicola di plastica che ha lo scopo di impedire il perforamento<br />

e la frantumazione totale dell’insieme in caso di urto violento.<br />

Nell’auto il lunotto anteriore ha vetri simili; ciò non toglie che un sasso<br />

lanciato da un cavalcavia lo perfori.<br />

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La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

La tempratura del vetro e la blindatura possono evitarvi danni da tagli, il<br />

vetro si spezzetta; non è il caso di provare!<br />

Anche per il semplice calpestio, per visione di opere sottostrada, occorrono<br />

vetri specifici e spessori adeguati ed i vetrini captatori di luce posti<br />

sul vostro marciapiede vanno opportunamente manutentati.<br />

I guai della trasparenza.<br />

Nelle case vecchie i vetri si ponevano ad altezza minima di circa 90 cm<br />

per le porte interne e in alcuni casi a 45 cm per gli infissi affacciati<br />

all’esterno. Ora il “tutto vetro” ha posizioni a livello inferiore ed è facile<br />

urtarli con sedie, mobili o per non averli visti. L’applicazione di vetrofanie,<br />

quelle delle vetrine dei negozi, evidenzierà il pericolo anche ai piccoli.<br />

Sulle porte a vetro la vetrofania è indispensabile a segnalare l’ostacolo unitamente<br />

all’indicazione di come aprirle; non tutti conoscono l’inglese.<br />

Per quanto riguarda quelli ustionanti, antine di forno o caminetti, vanno<br />

protetti con ripari mobili quando l’apparato è in funzione.<br />

Le deformazioni delle sedi.<br />

Qualsiasi serramento di legno o metallico non ha squadrature perfette a inizio<br />

vita e meno che mai dopo anni di utilizzo. Potrete costatare anche<br />

voi che la parte lontana dai cardini “cede” verso il basso pertanto in caso<br />

di sostituzione vetro compensate l’anomalia aumentando la luce di posizionamento<br />

o rilevate con cartoncino l’effettiva sagoma della sede da consegnare<br />

al vetraio.<br />

Evitare l’acquisto di vetri a spessore semplice economici, ma maggiormente<br />

pericolosi. Richiedete vetro doppio, significa con spessore maggiorato<br />

a tre anziché i due mm. dei vecchi vetri.<br />

Alcune innovazioni.<br />

I vetri camera possono avere inserti con varie funzioni. Spaziano da profili<br />

imitanti i vetri a quadretti (l’inglesina) od oscuranti.<br />

I vetri doppi, vetri camera, perdono la loro efficacia di isolamento e trasparenza<br />

nell’arco di circa 20 anni. Lo smaltimento è specifico, il vuoto<br />

era mantenuto con l’impiego di prodotti chimici, anche sali di arsenico.<br />

Attualmente l’isolamento è ottenuto con rivestimenti metallici (sic!) e<br />

l’impiego di gas quali l’argon e l’adozione di tripli vetri.<br />

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La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

PLASTICA<br />

E’ un materiale artificiale derivante dagli idrocarburi con il grosso vantaggio<br />

della leggerezza e una discreta inalterabilità nel tempo, pertanto ha sostituito<br />

alcuni impieghi di altri materiali, il ferro ad esempio. Per contro,<br />

dato il suo elemento basilare, è facilmente infiammabile e sovente instabile<br />

nel tempo se esposto all’esterno.<br />

Similmente ai materiali metallici cui si aggiungono specifici elementi e<br />

tecniche diverse produttive a seconda l’uso, anche per la plastica si adottano<br />

tali metodologie di produzione.<br />

Con l’aggiunta di particolari additivazioni o processi si ottengono prodotti<br />

“specifici” per molti impieghi atti a garantirne una certa stabilità nel tempo.<br />

Si spazia da quelli resistenti agli agenti atmosferici, il nylon<br />

dell’agricoltore o il policarbonato della vostra tettoia, sino a quelli “tecnici”<br />

utilizzati in sostituzione di organi meccanici oppure facenti veci di tubazioni<br />

metalliche quali quelle inserite nel multistrato. Quest’ultimo è utilizzato<br />

nelle tubazioni idriche con alcuni vantaggi sui vecchi tubi, ma ne<br />

parleremo poi, con doveroso rispetto delle regole di posa, pena guai<br />

all’utenza. Nel campo dell’edilizia si usa, ancora, volgarmente quale specifica<br />

“plastica pesante”, “quella rossa del supertubo”. Si tratta di un termine<br />

improprio generato dalla convinzione che al maggior peso del materiale,<br />

in un singolo prodotto, corrispondano migliori prestazioni. Ciò non è<br />

sempre vero, è pertanto necessario precisare al rivenditore l’impiego finale.<br />

Se l’impiego pesante si riferisce al coperchio di un tombino di casa su<br />

cui transiterà la vostra auto, ma solo quella, l’indicazione corretta è “carrabile”.<br />

Per utilizzo su suolo pubblico, es. per il passo carraio, il materiale<br />

dovrà corrispondere a quanto richiesto dalle Normative Europee (EN…).<br />

In tale caso il materiale sarà ghisa acciaiosa.<br />

Plastica trasparente.<br />

Sempre nelle case vecchie la troviamo quale copertura “provvisoria” di<br />

terrazzi, balconi.<br />

Le lastre più diffuse sono quelle ondulate rinforzate con fibra di vetro e<br />

quelle “tecniche” in policarbonato plurialveolare, due o più pareti suddivise<br />

con rinforzi interni. Per le prime computare una durata sui cinque anni;<br />

gli agenti atmosferici corrodono lo strato maggiormente esposto con conseguente<br />

perforazione in caso di grandinate.<br />

Per i policarbonati, in spessori minimi consigliati di 16 mm, le ditte garan-<br />

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La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

tiscono dieci anni di durata. Tuttavia negli impieghi non sollecitati da elevate<br />

escursioni termiche si può arrivare a venticinque anni. Una forte<br />

grandinata può perforare queste vecchie lastre ma negli spessori consigliati<br />

e con prodotti certificati la perforazione non sarà, quasi mai, passante.<br />

Plastica isolante.<br />

La versione moderna è il polistirene estruso (a cellula chiusa). E’ facilmente<br />

distinguibile dal polistirolo, di colore bianco e formato da palline<br />

facilmente friabili, per l’aspetto omogeneo e compatto. E’ colorato ed ha<br />

peso specifico più elevato. In questo caso diminuisce fortemente<br />

l’infiammabilità ed è indicato quale isolante. Tuttavia va protetto dagli agenti<br />

atmosferici e occorre ricordare che sì “imbarca”, perde planarità, anche<br />

a spessori elevati in caso di escursioni termiche e non va posto a vista,<br />

anche in caso di isolamento del solaio.<br />

MULTISTRATO<br />

E’ un connubio plastica e metallo.<br />

La parte interna di adduzione acqua è in plastica rivestita da un tubo di alluminio<br />

a sua volta ricoperto con materiale isolante. L’esigenza di renderlo<br />

flessibile per agevolarne la posa riduce fortemente l’universalità<br />

d’impiego e i produttori forniscono specificità rivolte a ridurre gli inconvenienti.<br />

E’ la “manna” per gli idraulici per la velocità di posa, ne subirete<br />

gli abusi. I produttori forniscono le condizioni d’impiego e voci di capitolato<br />

ma gli impiantisti, reduci dalla tecnologia di lavorazione meccanica<br />

dei tubi di acciaio zincato, e pertanto “stabili”, dimenticano che tali materiali<br />

risentono in maggior misura dei ∆T (differenza di temperatura di esercizio).<br />

E’ il caso ad esempio degli scarichi di lavatrici ecc, con variazioni dimensionali<br />

che possono giungere a 1 cm per metro lineare. Aggiungendo poi<br />

la mancanza di spazio d’isolamento tali tubazioni che sono annegate, imprigionate<br />

e impedite nell’assestamento, in malte cementizie facilmente in<br />

qualche punto debole accadranno perdite.<br />

Facilitare gli scarichi.<br />

Nei tubi di scarico acqua sovente si eseguono saldature, giunzioni, di testa<br />

facilitate dal riscaldamento dei terminali tubazioni anziché usare gli appositi<br />

collari. Succede pertanto che rigonfiamenti interni provocati da tale<br />

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La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

tecnica determinino successivo innesco a depositi saponosi sino<br />

all’intasamento totale. Anche in questo caso l’anomalia sarà individuata<br />

con il tempo (5÷10 anni).<br />

ALLUMINIO<br />

Lo troviamo con superficie protetta, anodizzata, indispensabile nel caso di<br />

esposizione all’esterno per i serramenti. Non richiede manutenzione, ma le<br />

sue caratteristiche meccaniche limitate ne sconsigliano l’estensione impieghi.<br />

Rammentare che é “attaccato” dalla calce e tutti i prodotti acidi<br />

compresi quelli contenuti in alcuni intonaci. L’impiego di tali serramenti<br />

nelle case vecchie e umide è pertanto sconsigliato. Se verificate che le<br />

mostrine (placche) delle prese elettriche sono corrose sostituite il tutto unitamente<br />

alle scatole di aggancio sovente murate a scagliola. Vedi capitolo<br />

calce e umidità.<br />

RAME<br />

Come si evince dagli edifici storici è imbattibile e quasi eterno. La sua durata<br />

è garantita dall’ossidazione che è invece il punto debole di tutti i materiali<br />

ferrosi. Nel rame l’ossido genera una patina autoproteggente. Purtroppo<br />

la mancanza sul mercato ha determinato prezzi elevati e se ne sta cercando<br />

sostituti con limitati risultati. Nelle case gli impieghi spaziano dalla<br />

lattoneria, converse, gronde e pluviali, a tubi idrici e cavi elettrici. In genere<br />

quando applicato, si tende a risparmiare sugli spessori e diametri tubi, con<br />

l’infelice risultato di far stramazzare l’acqua nei casi di temporali violenti<br />

sempre più frequenti. Si constatano invece inutili sostituzioni in occasioni<br />

di rifacimenti facciate e qui la colpa è nostra, “vogliamo che tutto luccichi”.<br />

Esiste anche il filo di rame che può essere valido sostituto, assieme ai cavi<br />

treccia, al filo di ferro per tesate di comignoli o pali d’antenna; la durata<br />

del filo di ferro è massimo ventennale e la ruggine colante dal cavo macchierà<br />

il “sottostante”.<br />

BRONZO e OTTONE<br />

Sono leghe a base di rame: in pratica aggiungendo particolari metalli alla<br />

lega base si migliorano alcune caratteristiche tecniche. Aggiungendo stagno<br />

per il bronzo e zinco per l’ottone si ottengono metalli da cui ricavare<br />

la citata rubinetteria e complementi d’arredo. Rimarchiamo che nella rubi-<br />

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La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

netteria, la globalizzazione e il mercato offrono prodotti con parti di plastica<br />

in analogia all’evoluzione nell’auto. Trattandosi di manufatti con esigenza<br />

di requisiti igienici acquistate solo prodotti nostrani, anche in questo<br />

campo siamo leader! Sarebbe da utilizzare anche nei giunti di adduzione<br />

acqua in luogo di quelli zincati che con il tempo vi ”arruginiscono”<br />

l’acqua.<br />

L’utilizzo dell’ottone in alternativa alla viteria zincata vi consentirà la reversibilità<br />

di smontaggio anche dopo decenni di esposizione agli agenti<br />

atmosferici.<br />

VERNICI<br />

Hanno problemi di aderenza e traspirabilità; rilasciano, nell’ambien-te,<br />

vapori nocivi in specie all’applicazione. Saranno il vostro cruccio per i ripetuti<br />

interventi di decoro e manutenzione manufatti in specie quelli in<br />

ferro o legno esposti alle intemperie.<br />

Dimentichiamoci la pubblicità tipo quella dei prodotti che coprono con<br />

una sola passata anche sulla ruggine. Sempre guardando ai maggiori esperti<br />

del settore, nel nostro caso tutti i produttori di apparati con involucro<br />

esterno in lamiera di ferro, vedi l’auto ed elettrodomestici. esaminiamo<br />

la tecnica corretta.<br />

Sempre per l’auto per garantirci dalla ruggine perforante per un periodo di<br />

garanzia di sette anni i trattamenti di preparazione e successiva verniciatura<br />

richiedono una decina di operazioni. Si va dall’a-sportazione superficiale<br />

di olio di snervatura, facilita l’operazione di stampaggio, alla verniciatura<br />

finale con l’applicazione di un “trasparente” che conferisce un gradevole<br />

finish; altro che vernice che copre con una sola mano!<br />

Anche in ambiente domestico riscontriamo tali problemi. I profilati, le putrelle<br />

di ferro, da nuovo, hanno le superfici annerite ed untuose, l’olio già<br />

citato, dai processi di laminazione.<br />

Occorre pertanto imitare i processi dell’industria. Non dimenticate, ad esempio,<br />

di richiedere serramenti in ferro per interni verniciati a polvere;<br />

non dovrete riverniciarli per tutta la vita!<br />

A peggiorare il tutto, nel nostro caso, i manufatti sia intonaci sia in ferro<br />

presentano, nelle zone superstiti della verniciatura originale e zone intaccate<br />

dalla ruggine con elevati problemi di aggrappamento.<br />

Il consiglio, oltre all’utilizzo del faticoso olio di gomito, è quello di avere<br />

una certa calma nell’ultimare queste operazioni che richiedono giorni, e<br />

45


La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

non ore, per consentire ai singoli elementi di assestarsi “chimicamente”,<br />

polimerizzazione o altri processi.<br />

Qualora abbiate provveduto periodicamente a trattare i punti ruggine con<br />

un convertitore, potrete così rimandare la verniciatura totale, il lavoro sarà<br />

facilitato. Anche l’utilizzo, su manufatti in malta, di prodotti naturali a base<br />

di calce è auspicabile. Riducono l’impatto sull’ambiente e se usati da<br />

artisti esaltano in bellezza. In proposito sappiate che la tonalità dei colori è<br />

codificata; richiedete la mazzetta RAL che ne prevede centinaia.<br />

Evitate le “invenzioni” di colori difficilmente imitabili per i successivi ritocchi<br />

o ripristini.<br />

Pericolosità.<br />

Rammentiamo che tutte le vernici sono prodotti tossici. Nell’applicazione<br />

i solventi volatilizzano inquinando l’ambiente. Ciò vale anche per<br />

i residui; se sono smaltiti negli scarichi domestici preparatevi a…berli nella<br />

potabile. Nelle città la percentuale di acqua riciclata è elevata e non è<br />

detto che l’altra parte sia purissima…<br />

Di alcune vernici occorrerebbe evitarne l’impiego; ad esempio quelle gialle<br />

i cui pigmenti derivano dal cromo molto inquinante allo stato di cromo<br />

esavalente che non essendo “riducibile” può confluire nella catena alimentare.<br />

Anche il minio, ossido di piombo, è tossico e pertanto da non utilizzare.<br />

Al pari dell’industria cui è fatto obbligo di utilizzo di prodotti acrilici<br />

a base acqua anche il mercato domestico si sta adeguando.<br />

AMIANTO<br />

E’ un pericolosissimo cemento compattato con fibre.<br />

L’aggiunta di particolari fibre ha permesso di ottenere manufatti idonei a<br />

coperture, isolanti e condotti fumo/acqua. Tali materiali prodotti anche<br />

nell’Italia del Nord e identificabili principalmente con la sigla che aveva<br />

suffisso finale ...IT, e non erano solo quelli della multinazionale svizzera,<br />

avevano miscelato al cemento le fibre di amianto. Il minerale, asbesto, ha<br />

caratteristiche fibre lunghe al punto tale che già nei secoli scorsi si tesseva<br />

per cui è stato logico pensare alle tute ignifughe di chi operava con il fuoco<br />

intenso. Purtroppo pur essendo minerale centenario si è appurata la sua<br />

cancerogenicità in forma violenta in tempi lunghi, anche 45 anni dopo<br />

l’inalazione di tali fibre e polveri. La mancata conoscenza di questi danni,<br />

postumi, ha esaltato l’utilizzo per le caratteristiche peculiari di resistenza<br />

46


La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

agli acidi ed al fuoco. Le nostre vecchie case ne sono piene, si stima oltre<br />

20 milioni di tonnellate.<br />

Abbiamo notizia che ancora negli anni ’90 i magazzini vendevano sotto<br />

banco i restanti tubi che alcuni muratori hanno utilizzato ancora come colonne<br />

da armare, cosa abituale nell’anteguerra. Le lastre erano utilizzate<br />

quali isolanti anche sul retro di stufe a legna ed altro materiale più copioso,<br />

per l’isolamento dei tubi acqua calda non murati, pertanto in cantina<br />

e/o locali sotterranei e nelle controsoffittature e pareti, anche in lamiera,<br />

coibentate.<br />

Erano presenti anche nelle vecchie guarnizioni d’impianti idrici, nelle coperte<br />

da stiro delle massaie e in certi recipienti di accumulo acqua potabile<br />

nelle case e sui tetti del Meridione; sono diffusissimi, ancora oggi, nei<br />

comignoli sia di canne fumarie sia di sfiati…<br />

Bonifica dell’amianto: la doverosa premessa è che in caso di presunta identificazione<br />

“non dovete maneggiarlo” in alcun modo e meno che mai<br />

forarlo o raschiarlo.<br />

Quest’ultimo è il caso di colonne a vista “armate” con tale materiale e nascoste<br />

da vernici.<br />

Sintomi premonitori: se riscontrate parti, in genere i bordi, sfilacciate e<br />

pendenti, a mo’ di ragnatela, e quindi con elevata possibilità che gli agenti<br />

atmosferici, pioggia/ vento e volatili diffondano tali fibre nell’ambiente è<br />

necessario richiedere bonifiche alle apposite imprese.<br />

Iniziate con la bonifica mirata ma sappiate che le varie tecniche di verniciatura<br />

(incapsulamento) o peggio sovrapposizione di altri materiali non<br />

eliminano il problema citato.<br />

Purtroppo gli elevatissimi costi di bonifica spingono lo Stato e il privato a<br />

dilazionare nel tempo gli interventi ma la malattia, cancro in specie alle<br />

vie respiratorie, è terribile.<br />

PIOMBO<br />

Lo troviamo ancora, nei vecchi edifici, in forma di tubo di adduzione e<br />

scarico acqua.<br />

Non richiede manutenzione, ma le malattie imputate, il saturnismo, ne richiederebbero<br />

la sostituzione. Altro impiego sino ai nostri giorni era quello<br />

delle lamiere, sempre in piombo, di raccolta ed evacuazione acqua piovana<br />

nell’intorno dei lucernari. Questi fogli, scossaline, garantivano per la<br />

loro sagomabilità un buon raccordo con i manti di copertura tetti.<br />

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La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

Ulteriore utilizzo come barriera impermeabile sotto i pavimenti dei bagni in<br />

carenza del piano doccia. Nelle case vecchie lo troviamo anche nei tubi gas<br />

murati (sic); prestate attenzione alle forature sui muri!<br />

Un inciso: gli anziani muratori, muniti di buon senso, ”segnalavano” la<br />

presenza di un ostacolo, tubo/cavi elettrici o altro con fogli di carta che<br />

avvolgevano l’intruso o ponevano sabbia e vecchi coppi sui materiali interrati.<br />

Costituiscono avviso ai naviganti, i muratori, ma l’impiego di mezzi<br />

meccanici, utensili a percussione o escavatori (privi di occhi), potrebbe<br />

travolgere il tutto.<br />

Nulla vieta di istruire gli addetti …<br />

Il piombo è ancora presente nelle vecchie tubature municipalizzate<br />

dell’acqua potabile quindi si costatano rotture dovute ai carichi pesanti,<br />

leggi mezzi di trasporto, che insistono sulle aree in cui tali condutture sono<br />

interrate. Sovente anche i nostri contatori hanno ancora tale collegamento.<br />

Lo Stato emana le leggi, in questo caso per combattere il saturnismo, ma<br />

per primo, sovente non le rispetta se non dopo lunghissimi tempi; comunque<br />

ciò avviene sempre dopo al privato che invece si deve adeguare subito<br />

alle nuove normative.<br />

Una manutenzione indotta, nelle nostre case, è quella provocata da eventuali<br />

smontaggi disintasanti richiesti dal classico lavandino e conseguenti<br />

fessurazioni della stagnatura di raccordo agli scarichi a muro o pavimento.<br />

In tal caso abbandonate la tecnica di riparazione con stagnatura e sostituite<br />

il tutto con materiali idonei alloggiati in guarnizioni tecniche che consentono<br />

la reversibilità del montaggio. Ciò sarà utile per lo spurgo della tubazione,<br />

i lavelli di cucina e bagno sono i più interessati per la pulizia.<br />

MERCURIO<br />

Non è un materiale di costruzione ma un prodotto chimico.<br />

E’ molto inquinante! I pesci e i tanto amati gamberi provenienti dai mari<br />

orientali e i grossi pesci veloci del Baltico il cui olio di fegato tempo addietro,<br />

ci costringevano a bere cucchiaiate disgustose, ne contengono<br />

quantità “ variabili”, in genere correlate all’età. Pensare che tempo addietro<br />

si diceva “sano come un pesce”… In casa siamo coinvolti con lampade<br />

e interruttori.<br />

E’ vero che noi utenti non siamo i maggiori responsabili dell’inquinamento,<br />

ma lo smaltimento improprio di certi interruttori a tempo delle<br />

48


La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

luci scala e maggiormente delle lampade a risparmio energetico, quelle<br />

tanto decantate dagli ecologisti, che contengono mercurio contribuiscono<br />

ad aggravare ( i prodotti delle bancarelle sono da evitare!). Richiedono<br />

smaltimento specifico in analogia alle “pile”, sovente ignorato dallo Stato<br />

e peggio da noi. Rivolgetevi ai rivenditori di lampade a led, quelle che<br />

trovate sui fari delle auto moderne e su tutti gli apparecchi digitali; hanno<br />

durata di circa 100000 ore contro le 8000.<br />

Abbandoniamo il capitolo materiali per esaminare altri aspetti delle costruzioni.<br />

CARATTERISTICHE FISICHE<br />

Le misure di casa<br />

In Italia vige il Sistema Metrico Decimale, in realtà ora è mutato, ma non<br />

ci coinvolge eccessivamente, pertanto le dimensioni nel campo edilizio<br />

sono:<br />

Metro (m); per dimensioni lineari.<br />

Metro quadro (mq) per le aree di superficie.<br />

Metro cubo (mc) per i volumi dei locali chiusi<br />

Centimetro (cm) è l’unità base in cui sono espresse le dimensioni edili.<br />

Millimetro (mm) non utilizzato nell’edilizia ma presente nell’impiantistica<br />

fissa e/o di corredo alla casa.<br />

Millimetro quadrato (mm2) per la sezione dei elementi impiantistici quali<br />

ad esempio i cavi elettrici.<br />

Fuori del Sistema Metrico.<br />

Il pollice inglese (1”) 25,4 mm. per tubi, esempio gli zincati, di adduzione<br />

di gas od acqua.<br />

N.B. Abitualmente per le condotte idriche si usa, o si usava, il mezzo pollice,<br />

ma sino agli anni 1950 era largamente impiegato il tre ottavi, dopo<br />

circa 30 anni si ottura per l’ancoraggio interno di calcare e ruggine. La cosa<br />

è intuibile per la limitata dimensione interna del foro.<br />

Ancora, il metro commerciale è una misura fittizia usata dalle agenzie<br />

immobiliari e quanto prima dallo Stato e dai Comuni. Lo scopo è quello di<br />

“aumentare” la metratura della casa e la quotazione economica conglobando<br />

parte dello spessore dei muri perimetrali, balconi ecc. A voi interessa,<br />

eccome, perché la parte abitabile è decisamente inferiore e qualora fos-<br />

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La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

se adottata dallo Stato ne conseguirebbe un incremento tasse. Associati a<br />

tali dimensioni ci sono parametri quasi del tutto ignoti nel campo edilizio;<br />

si tratta delle tolleranze dimensionali di costruzione, e qui dovremmo<br />

nuovamente citare i guasti della globalizzazione.<br />

Tolleranze di esecuzione (livello di precisione del lavoro svolto).<br />

Per l’impresa sono insite nel muratore. Ciò coinvolge anche caratteristiche<br />

quali ortogonalità delle pareti e complanarità delle stesse. Noi bolliamo le<br />

anomalie “muri storti” ma anche squadrature imprecise tra due pareti contigue<br />

che, se errate di poco, non vi consentiranno di montare la cucina “americana”<br />

con relative angoliere.<br />

Planarità e perpendicolarità.<br />

Ricordate che la caratteristica di planarità più richiesta è relativa alla pavimentazione<br />

ed è anche peggiorata localmente delle anomalie costruttive<br />

delle piastrelle, ma siamo i migliori costruttori mondiali, della posa ed anche<br />

errori di levigatura dei pavimenti di legno.<br />

Sono le caratteristiche che permettono l’aderenza della colonna della cucina<br />

citata o dell’armadione della camera contro al muro. L’anomalia conseguente<br />

è lo svergolamento ante di chiusura armadi sino ad impedirne il<br />

funzionamento, strisciano in alto o in basso nella zona di combacio la battuta.<br />

Associato a tale difetto l’incombenza del pericolo di caduta, o effetto<br />

Torre di Pisa, dovrete porre in atto dei compromessi tra la richiesta di planarità<br />

ed ortogonalità. Similarmente alla Torre citata, se dovete montare<br />

una fila di pensili dopo aver ottenuto l’allineamento del lato frontale con<br />

appositi cunei e spessori (scordatevi il perfetto allineamento dei pensili se<br />

sono numerosi) occorre prevedere ad una tiranteria di sicurezza con cavi<br />

di acciaio o cinghie in tela di sicurezza, non quella della tapparella. Avrete<br />

così ottenuto una sicurezza per voi ed i vostri pargoli collaudatori di ante e<br />

componenti girevoli.<br />

Analizziamo alcune caratteristiche.<br />

Una casa è l’insieme di materiali assemblati in modo da dare forma ed<br />

abitabilità a locali di permanenza dell’uomo. Tutti i materiali che compongono<br />

l’edificio hanno stabilità dimensionale di grado relativo. Qualsiasi<br />

materiale, e pertanto l’abitazione stessa, risente delle condizioni climatiche<br />

del luogo e relative escursioni termiche, giorno/notte, estate/inverno,<br />

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La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

clima asciutto/clima umido. Ne conseguono variazioni dimensionali, anche<br />

se minime, valutabili in scostamenti millimetrici, il “respiro” dei materiali.<br />

Tali scostamenti sono accentuati dalla natura del terreno su cui è<br />

posato l’edificio. Senza arrivare alle problematiche causate dal terreno dei<br />

paesi nordici con il permafrost (strato superficiale di terreno ghiacciato),<br />

queste variazioni sollecitano nel tempo la struttura e provocano danni iniziando<br />

dai punti con difetti costruttivi non palesati all’inizio dell’uso. Un<br />

fenomeno facilmente visibile dell’influsso della natura del terreno su cui è<br />

posto un edificio è l’alone di umidità che segna i muri delle cascine in aperta<br />

campagna per un’altezza di circa un metro, dopo questa altezza l’aria<br />

esterna tende ad annullare l’umidità di risalita.<br />

Anomalie, dove si riscontrano.<br />

Nelle abitazioni civili i casi più evidenti sono: all’interno, i rigonfiamenti<br />

di pavimenti specie in legno, ed all’esterno le fessurazioni di assestamento<br />

e l’affioramento dei ferri dell’armatura, i tondini, visibili dopo il distacco<br />

di frammenti di frontalini dei balconi in cemento armato. Concause: per<br />

l’interno si annovera la posa di materiali su strati non ancora assestati e/o<br />

con elevata umidità residua. Per l’esterno ci pensa l’errato posizionamento<br />

dei ferri di armatura e l’imbibirsi d’acqua di penetrazione, es. piovana,<br />

provoca dilatazioni differenti tra i vari componenti. Il ferro dei tondini<br />

tende a “gonfiarsi” perdendo l’aggrappamento con il cemento che a sua<br />

volta cede per l’inconsistente contrasto dovuto al limitato spessore ed<br />

all’incoerenza dei vari componenti che lo compongono in cui l’acqua la fa<br />

da padrona.<br />

Pensiamo che una riduzione dei guai sarebbe ottenibile con l’interposizione,<br />

sui tondini di armatura, di distanziali in plastica di forma idonea<br />

ed in similitudine a quelli utilizzati per posizionare le piastrelle con corretta<br />

distanza e linea di fuga o la gettata vibro compressa.<br />

I fenomeni di mancata coesione dell’insieme si verificano anche in tutti i<br />

casi di gettate, di intonaci o di rappezzi applicati in fase non contemporanea,<br />

la cosiddetta “ripresa”, dei manufatti. Un caso è quello dell’intonaco<br />

posato in fase successiva alla gettata di cemento e/o all’esecuzione di un<br />

muro in mattone o pietra.<br />

L’anomalia si riscontra più facilmente in facciata ed ambiente esterno in<br />

quanto colpita direttamente da fenomeni atmosferici e maggiori escursioni<br />

termiche.<br />

51


La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

Influenze esterne sulla sicurezza di casa.<br />

Sono quelle inerenti allo sprofondamento del terreno, sotto il peso<br />

dell’edificio e/o la spinta esercitata dalla collina/montagna sovrastante che<br />

tende a muovere, far scivolare, qualsiasi struttura sottostante. In questo caso,<br />

se esiste una contiguità di edifici, sarà quello posto più in basso ad esserne<br />

maggiormente sollecitato.<br />

Deflusso acque piovane.<br />

Un ulteriore incremento del fenomeno è dovuto all’improprio controllo<br />

del deflusso delle acque piovane a monte. Se siete interessati consultate i<br />

capitoli sul deflusso acqua ed alluvioni.<br />

Calamità naturali.<br />

L’Italia per la sua conformazione è quasi tutta sismica, ed anche nelle zone<br />

non classificate critiche il susseguirsi di scosse leggere, senza danni<br />

apparenti, può accentuare il fenomeno di instabilità dell’edificio perciò è<br />

opportuno dopo tali fenomeni, far visionare da esperti strutturali le eventuali<br />

piccole fessurazioni indotte.<br />

Struttura dell’edificio.<br />

Non dovete assolutamente sostituirvi ai progettisti, ma la conoscenza di<br />

alcune regole del gioco vi possono orientare nel “pensare” a modifiche, ristrutturazioni<br />

o semplici rappezzi. Un termine da sviscerare è quello relativo<br />

all’armatura. Come dice la parola, pensate a quanto indossato dagli<br />

antichi cavalieri, è un insieme di metallo e maglie metalliche di giunzione<br />

e snodi, nel nostro caso rappresentato dalle gabbie dei tondini, che protegge,<br />

irrobustisce, ma allo stesso tempo consente alcuni movimenti. Non è<br />

detto che la finalità sia quella che abitualmente pensiamo “casa solida come<br />

una roccia”. Deve infatti consentire robustezza alle sollecitazioni ripartendone<br />

i carichi sull’intero edificio od ad un’elevata parte.<br />

La “gabbia”.<br />

Ipotizzando una gabbia di metallo con struttura a rete otteniamo una struttura<br />

idonea alle sollecitazioni interne ed esterne. Questa è una delle tecniche<br />

utilizzate per proteggere le case dai sismi. Ma non tutte le case hanno<br />

strutture simili, neanche quelle usuali in cemento armato, quindi occorre<br />

conoscere quali tecniche sono state utilizzate dal costruttore. Ad esempio<br />

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La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

vedrete su certe facciate di vecchi edifici delle spranghe di ferro in verticale<br />

e posizionate in corrispondenza dei piani. In realtà ciò che vedete sono<br />

cunei, caviglie che tengono in tiro, tensione, un tirante di ferro che attraversa<br />

da parte a parte l’edificio. Essendo bloccato su entrambi i lati irrobustisce<br />

la struttura portante di muri in pietra/mattone. Ma associata<br />

all’azione dei tiranti si constatava l’esecuzione di particolari volte per reggere<br />

i piani e specifiche pose di mattoni e pietre irrobustivano il tutto. Nella<br />

maggior parte delle case vecchie, in specie ai piani alti, non erano piani<br />

“nobili”; la struttura che reggeva i piani non era “legata” in quanto i travi di<br />

sostegno, in legno, erano semplicemente incassati in vani creati nei muri<br />

portanti. Il relativo immarcimento provoca il crollo del pavimento. Ripetiamo:<br />

se non avete le “istruzioni per l’uso, in sicurezza, dell’immobile” richiedetele<br />

ad un tecnico strutturale. Ma almeno una tecnica la dovete conoscere<br />

e richiederla sui capitolati rammentando che tutto ciò che non è scritto<br />

è opinabile: qualsiasi aggiunta di materiale va legata e concatenata alla<br />

intera struttura originaria.<br />

Anche la semplice posa di rete sottopavimento, richiede legatura tra i vari<br />

pezzi e l’ancoramento, ad appositi tondini, sia a muri di sostegno che laterali;<br />

operazione quasi del tutto ignorata dai muratori. Ne va della continuità<br />

strutturale della casa. Vedi capitoli ferro ed utilizzo putrelle.<br />

La portata ( il peso, il carico sopportato).<br />

La portata è una variabile relativa alla tecnologia adottata per la casa ed è<br />

conseguente al tipo di struttura adottata. Riferendoci ad un’analogia, più<br />

abituale, possiamo pensare all’edificio come ad una scaffalatura con ripiani.<br />

Se lo scaffale è posato su un piano per terra constateremo che i “carichi”<br />

sopportati diminuiscono man mano che ci avviciniamo ai piani alti e<br />

che al centro si riscontra una minor attitudine a sopportare i pesi.<br />

Ciò vale anche per la nostra casa. Dapprima dobbiamo appurare se ha la<br />

struttura “armata” quale quella del nostro scaffale, è il caso del cemento<br />

armato, o ha la vecchia struttura con muri portanti, i muri maestri, con agglomerati<br />

di mattoni e pietre. Ed ancora se i piani, similmente a quelli dello<br />

scaffale, sono realizzati da solette armate o tiranteria varia o semplicemente,<br />

si fa per dire, formati da travature in legno o ferro conglobate nelle<br />

solette e nei muri maestri.<br />

Effettiva portata: non esiste valore assoluto e costante. La regola generale,<br />

quella dello scaffale citato, è di caricare i pesi sulla periferia e distribuirli<br />

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La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

in modo uniforme, vicino ai muri portanti, e decrescenti dai piani bassi ai<br />

piani alti. Evitate di porre al centro di un locale una pesante libreria o peggio<br />

ancora un caminetto, circa 300 kg tra focolare e struttura.<br />

Le normative del buon senso andrebbero spiegate anche ai manovali edili<br />

che depositano scatole di piastrelle pesantissime nel punto più comodo ma<br />

improprio! A proposito delle già citate concause una lavatrice con le sue<br />

dannose vibrazioni di centrifuga andrà posta a pian terreno nelle case non<br />

armate (meglio ancora in uno sgabuzzino esterno).<br />

Il carico ammesso su un gradino.<br />

A qualsiasi bambino richiediate il disegno di una scala vi schizzerà due<br />

montanti con dei pioli. Nell’edilizia non è sempre così. Constatiamo dei<br />

gradini montati a sbalzo, incastrati solo su un lato, su un muro portante.<br />

Anche certe gettate in cemento armato usano tale tecnica. Mentre queste<br />

ultime sono concatenate con la struttura portante, ma certe scale “aggiunte”<br />

non hanno tali legami, quelle vecchie erano formate da lastre di pietra<br />

incastrate su un fianco. La motivazione era duplice: la prima economica,<br />

la seconda era per evitare muri o montanti di sostegno che avrebbero limitato<br />

il passaggio di oggetti ingombranti oltre che intaccare il vano scale la<br />

cui funzione era anche di arieggiare e illuminare indirettamente gli alloggi<br />

tramite lucernari sul tetto ed ove possibile con finestre sui pianerottoli. Per<br />

la verità voi non vedrete, dal basso, i gradini “nudi” ma un “cassetto”, sottostante<br />

la rampa, che si congiunge ai pianerottoli contigui alle estremità.<br />

“Tastandolo” con le nocche sentirete suono più grave a seconda del tipo di<br />

costruzione. Varia da tavelloni posati su travi a non meglio definiti assiti<br />

in legno che funzionano da “sostegno” ai gradini in pietra.<br />

Attenzioni da porre.<br />

Evitare assembramenti di persone lungo tale rampa (esempio in occasione<br />

di festeggiamenti), i salti alla Tarzan dei discoli che si divertono con i<br />

mancorrenti, anche questi con limiti di ancoraggio, il deposito anche momentaneo<br />

dei pesanti materiali da costruzione, il trasporto di oggetti pesanti<br />

quali elettrodomestici, stufe, con rimbalzi da un gradino all’altro.<br />

I nostri vecchi ponevano assi di camminamento, appoggiati ai due pianerottoli<br />

della rampa, per miglior distribuzione del peso, e non solo per non<br />

danneggiare i gradini, in occasione di tali lavori.<br />

Non verniciate le pedate: diventano scivolose. La pietra deve “respirare”.<br />

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La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

Un prodotto ceroso antipolvere assolve bene il problema pulizia ed esalta<br />

la bellezza della pietra, quasi introvabile nella versione originale.<br />

La portata dei balconi.<br />

Anche in questo caso rammentiamoci che in fase di progetto è stata computata<br />

una presenza temporanea di una famiglia, i padroni del locale. La<br />

famiglia non è quella allargata a parenti, amici invitati a godere di una<br />

manifestazione festosa da un punto di vista privilegiato. La raccomandazione<br />

non è solo quella classica delle mamme ai bambini (non arrampicarti<br />

... cadi), ma soprattutto: siamo in troppi, presenziamo a turno.<br />

Per le note manutentive leggete il capitolo balconi.<br />

La livella e l’ascensore.<br />

L’ascensore e la bolla d’aria.<br />

La bolla d’aria, la livella, è uno strumento la cui precisione è correlata alla<br />

sua lunghezza ma se utilizzata allineandola ad un lungo cordino teso tra<br />

due capi aumenta il suo grado di precisione.<br />

Il massimo della precisione, sempre nel campo edile, si ha con il filo a<br />

piombo relativamente alla perpendicolarità; per ora il laser non ha tale diffusione<br />

e praticità. Sembrano cose ovvie, ma nel montaggio ascensori gli<br />

installatori hanno maturato la convinzione che le staffe e le guide<br />

dell’elevatore dovevano essere fissate da loro, attuando le malizie del caso.<br />

Ciò garantiva silenziosità e dolcezza di movimento gradita agli utenti e<br />

con effetti indotti di minor manutenzione; ed era anche per tale motivo che<br />

si poteva ottenere il contratto di manutenzione. Purtroppo la globalizzazione,<br />

”devi solo bucare e murare le staffe delle guide” porta sovente anomalie<br />

che ci costeranno nella conduzione e nel campo trasporto a fune,<br />

nella fattispecie ascensore, anche in sicurezza. Le regole del gioco qui sono<br />

presenti; il trasporto a fune similmente a quello aereo, navale, ferroviario<br />

ha normative ed organismi competenti in materia. L’affido manutentivo<br />

deve seguire queste regole e certi “desideri” dell’utente (…è troppo<br />

lento) non vanno realizzati a scapito della sicurezza e dell’eccessivo affidamento<br />

ad unica tecnologia, quella elettronica, cui è associata la tradizionale<br />

meccanica ( sollevamento, discesa, agganci e sganci) e di sicurezza<br />

con freni meccanici, detti freni paracadute, che intervengono automaticamente,<br />

quando la velocità di discesa, ad esempio a seguito di un guasto,<br />

supera il valore prefissato. Dispositivo di uso abituale in azienda ma non<br />

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La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

nel civile e si piangono i morti. Però certe esigenze degli utenti devono essere<br />

esaudite. E’ il caso di un inquilino disabile abitante ad un certo piano.<br />

I meccanismi di regolazione sono tali da poter garantire la fermata ai piani<br />

con precisione millimetrica.<br />

P.S. L’avvento dei sollevatori oleopneumatici, anziché a fune, ha limitato<br />

alcuni inconvenienti.<br />

L’EQUILIBRIO DELLE COSE<br />

Vorremmo farvi meditare che noi, e qualsiasi oggetto che ci circonda, costituiamo<br />

una piccolissima parte dell’Universo.<br />

L’aria e l’acqua costituiscono un intorno ambiente in cui tutto è relativo e<br />

tende all’equilibrio dei fenomeni. Ipotizziamo un oggetto esposto al sole;<br />

tenderà ad assumere la temperatura…del Sole. Non la raggiungerà relativamente<br />

alla distanza rispetto alla sorgente scaldante. Allo stesso modo lo<br />

stesso oggetto, dapprima scaldato dal sole, si raffredderà assumendo la<br />

temperatura notturna; in parole povere si adegua all’ambiente che lo circonda<br />

e cioè tende all’equilibrio naturale con i fenomeni preponderanti in<br />

cui è posizionato. Cosa intendiamo per “preponderanti”? Tutti i materiali<br />

della casa non si librano nel vuoto, similarmente a quelli di una capsula<br />

spaziale, ma sono ancorati per terra ( le fondamenta), ad un muro (gli infissi)<br />

ecc., pertanto “mediano” i valori di caldo, freddo e le varianti atmosferiche.<br />

Vedere anche capitolo umidità.<br />

Da quanto sopra intuiamo che un materiale è sottoposto a varianti e non è<br />

detto che tutti i materiali le subiscano passivamente.<br />

Prendiamo per esempio il legno. Se racchiuso in una pianta è vivo e resiste;<br />

qualora lo tagliassimo avremmo interrotto l’alimentazione delle sue<br />

fibre attraverso le radici e le foglie ed assumerebbe comportamenti differenti.<br />

Si deformerebbe, ingrandendosi, nell’esposizione diurna e si rimpicciolirebbe<br />

per il freddo notturno; tutte queste varianti ne provocano un repentino<br />

deperimento per cui è meglio portarlo in casa per proteggerlo<br />

dagli agenti atmosferici. Quando non potete portare in casa, esempio un<br />

infisso di una finestra, occorre ripristinare le sostanze volatili che sono evaporate<br />

od essiccate con vernici oli ed impregnanti cerosi che non sfoglino.<br />

(Evitate i flatting che non vi permettono un veloce ripristino a livello<br />

annuale, richiedete prodotti con alta protezione ai raggi ultravioletti).<br />

Non esistono materiali completamente inerti. Anche la roccia viene sgretolata<br />

nel tempo; è solo questione dell’unità di misura del tempo quale, nel<br />

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La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

nostro caso, secoli e millenni. Nel nostro campo, della casa, il riferimento<br />

alla durata è la… nostra vita, circa 3 lustri.<br />

Come il nostro corpo richiede interventi di sostegno, supporto, anche i<br />

materiali da noi utilizzati (murature/legno/ferro) richiedono tali cure che<br />

sono rappresentate dalla manutenzione periodica. Sulla manutenzione periodica,<br />

preventiva o di sostegno sono stati scritti centinai di libri, consultateli,<br />

per cui non ci dilunghiamo. Ripetiamo però il concetto di base:<br />

qualsiasi materiale va “protetto”, tale e quale a ciò che rappresenta il nostro<br />

vestiario che cerca di mantenere inalterata la temperatura corporea.<br />

Un pezzo di legno va protetto maggiormente del ferro? Dipende! Se le sollecitazioni<br />

sono quelle interne ad un ambiente domestico il ferro, anche se<br />

non manutentato, è più longevo. Ma se trattiamo di ambiente esterno<br />

l’utilizzo del legno è sovente precluso ed il ferro si può impiegare se adeguatamente<br />

rivestito con trattamenti di zincatura o verniciatura.<br />

Un serramento in ferro, posto internamente non richiederà riverniciatura<br />

periodica se, da nuovo, avrete richiesto la verniciatura a fuoco (rivestimento<br />

a polveri epossidiche).<br />

Riprenderemo l’argomento.<br />

Il percorso per l’analisi a vista.<br />

Inizieremo tale percorso dall’esterno casa per poi proseguire all’interno<br />

dalle fondamenta al tetto.<br />

LA CASA VISTA DALL’ESTERNO<br />

Avviciniamoci alla casa.<br />

L’accesso alla proprietà.<br />

Non sempre l’ingresso si affaccia sul marciapiede; può essere, ad esempio,<br />

preceduto da una recinzione antistante con i relativi passi carrabili.<br />

I cancelli elettrici.<br />

I pericoli. La sensazione di una barriera da superare, alla Tarzan, spinge i<br />

bambini a giocarci. A volte intraprendono una sfida con la chiusura passando<br />

all’ultimo istante, pericolo corso anche da qualche adulto imprudente.<br />

La prima manutenzione riguarda la sicurezza sia per i manufatti ad ante<br />

girevoli che a scorrimento. Si riscontrano ante sfilabili dai perni,anche i<br />

ladri ve ne saranno grati, e cancelli a scorrimento con limitate guide nelle<br />

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La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

parti superiori, solo ad inizio e fine corsa. Sollecitati maldestramente dai<br />

pargoletti rovineranno su di essi provocando gravissimi danni. Verificate<br />

l’esistenza di sistemi di sicurezza antischiacciamento a fine corsa, es. la<br />

“costola mobile”, o la frizione tarata che “sentono” un ostacolo e bloccano<br />

la corsa, dispositivi non sufficientemente diffusi.<br />

Non fidatevi troppo delle fotocellule! Mettete a regime una verifica impiantistica<br />

e periodica di controllo.<br />

I vecchi varchi di accesso alle proprietà.<br />

Citiamo il caso di portoni a più ante, superiori ed inferiori che “inchiodati”<br />

dall’inutilizzo non si aprono in casi di necessità estrema, ad esempio per<br />

l’accesso di un autocarro dei VV. FF..<br />

Il marciapiede fronte casa.<br />

Il marciapiede costituisce “suolo pubblico” ma si constatano casi con nostri<br />

manufatti. Si spazia da grigliati di aerazione cantine, botole di accesso<br />

a sotterranei, vetrini di captazione illuminazione naturale o finestrelle in<br />

facciata a bordo filo marciapiede e/o leggermente incassate a bocca di lupo.<br />

I nostri doveri: evitare pericoli di inciampo, cadute e crolli facilitando<br />

il transito ai pedoni ed in particolar modo ai disabili ed ipovedenti. Le anomalie<br />

più frequenti sono rappresentati da lamiere “mandorlate” (antiscivolo)<br />

rese lisce dall’usura, sporgenza di sistemi di chiusura botole, grigliati<br />

con maglie allargate per far passare un cavo di terra per impianti provvisori,<br />

vetrini fessurati e prossimi alla rottura. Qualora riscontrassimo anomalie<br />

di pericolo dobbiamo operare subito per evitare incidenti (anche la<br />

“semplice” rottura di un tacco di scarpa da signora). Non è sufficiente segnalare<br />

il pericolo magari creandone altro, ad esempio per un ipovedente:<br />

è il caso della segnalazione con “tavole” inclinate! Un rappezzo urgente è<br />

sempre possibile.<br />

P.S. Verificate inoltre che la vostra polizza assicurativa casa risarcisca tali<br />

danni.<br />

La manutenzione ordinaria.<br />

La pulizia sul fronte strada è limitata ma esistono troppi casi di pulizia<br />

maniacale complice le deiezioni e le “marcature del territorio” da parte dei<br />

cani. I relativi prodotti di pulizia possono rendere scivoloso il manto del<br />

marciapiede.<br />

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La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

Percorribilità e condizioni climatiche: ricordatevi inoltre che anche la detergenza<br />

con semplice acqua è vietata dai regolamenti comunali nei periodi<br />

di formazione brina/ghiaccio e così pure i vostri pluviali (tubi discesa<br />

dalle gronde) non dovranno scaricare sul marciapiede ma andranno convogliati<br />

in fogna bianca. Vedi capitolo reflui. La percorribilità fronte edificio<br />

va inoltre garantita in caso di ghiaccio o neve, spalando un passaggio<br />

pedonale libero da ghiaccio con l’utilizzo di sali, ghiaia e simili.<br />

I pericoli per la nostra proprietà.<br />

L’inciviltà dei passanti, in specie fumatori, può provocarvi incendi nei sotterranei<br />

se non sottoposti alla continua pulizia da cartacce e cicche “cadute”<br />

dai grigliati. Il fenomeno non si annovera solamente nelle grandi città<br />

ma si riscontra ovunque ci siano soste, anche temporanee, di persone in attesa<br />

di un bus o sostanti nello spazio antistante a qualsiasi locale pubblico<br />

(da sempre il branco è impunito).<br />

I rimedi.<br />

A volte drastici quali quelli adottati in città ove l’esasperazione<br />

all’inciviltà ha portato alla chiusura blindata delle finestrelle di aerazione e<br />

dei grigliati. A ciò consegue un innalzamento dell’umidità ascendente ed è<br />

peggiorata la salubrità dei locali sotterranei. Si riscontrano rimedi efficaci<br />

che sfruttano la pigrizia degli incivili e la forza di gravità quali grigliati<br />

con maglie di lato di circa 5 mm. (e quindi inferiori al diametro sigaretta)<br />

e sbiechi ai davanzalini uniti a lamiere sotto griglie favorenti la discesa<br />

degli intrusi, per ora solo dei materiali, in futuro si vedrà… D’altronde sono<br />

denominati “infernotti” e come tali potrebbero ospitare gli incivili.<br />

Anche una zona franca ove piccoli incendi si autoesauriscano in quanto<br />

isolati da barriere di mucchietti di sabbia è efficace.<br />

L’ESAME DELLA FACCIATA<br />

Preparatevi ai crampi … Facciate, da faccia, ovvero il viso di una persona,<br />

in questo caso di un’abitazione. E’ la prima cosa che si osserva in quanto è<br />

a portata degli occhi. Costituisce argomento dibattuto dai condomini, alcuni<br />

vorrebbero il rinnovo periodico altri attendono l’ingiunzione a seguito<br />

caduta di intonaci e cornicioni. La facciata non è la parte principale della<br />

casa ma, in analogia all’essere umano, rivela buona parte dello stato di<br />

salute dell’insieme.<br />

Anche per le case possiamo ipotizzare un lato A ed un lato B.<br />

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La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

Iniziamo dal lato più a Nord, vi riscontreremo un maggior numero di anomalie.<br />

Balzano agli occhi:<br />

a) disuniformità e discontinuità delle superfici rivestite o meno<br />

b) zone di appoggio travi fessurate o con muratura mancante al punto di<br />

favorire nidificazioni e l’ingresso di uccelli nel sottotetto (distruggono<br />

anche gli isolanti in lana di vetro per costruire il nido)<br />

c) macchie biancastre, verdastre e nerastre dovute a dilavamento acque<br />

piovane. Se dopo la pioggia intravvedete i mattoni sottostanti la facciata<br />

è da rifare unendo un serio ed efficace cappotto termico. Ristagno<br />

acqua e neve da terrazzi interni, davanzali, e, non ultime, perdite da tubazioni<br />

di scarico ivi compreso il tratto finale dei pluviali annegato nei<br />

muri nell’ultima parte che raggiunge le fogne.<br />

d) macchie giallastre che evidenziano canne fumarie difettose<br />

e) colature di ruggine da balconi e da ferri comunque posizionati,<br />

f) venature ovvero fessurazioni risultanti a prima vista in ordine sparso ma<br />

insistenti sui riquadri degli stipiti, porte, finestre, sotto le travature del tetto<br />

e le fiancate case (con il tempo le constateremo presenti in punti di<br />

particolare sollecitazione statica e dinamica).<br />

g) sfaldature o caduta di parte delle superfici rivestite (i paramano)<br />

h) frontalini dei balconi, croce dei condomini, con ferri affioranti e distacco<br />

del cemento<br />

i) zone con intonaco distaccato e sfogliatura vernici<br />

j) muffe sotto i profili marcapiani (profili sporgenti sulle facciate). P.S.<br />

La presenza dei marcapiano facilita la permanenza di neve, pioggia ed<br />

agevola la sosta dei volatili<br />

k) discese acqua piovana (pluviali) con giunti difettosi, sfilati, deformati o<br />

bucati, quasi sempre nell’economica plastica o lamiera zincata che viene<br />

corrosa dalla ruggine, vedi capitolo materiali<br />

l) cavi antenna che scendono dal tetto si appoggiano sui canali di gronda<br />

e si trascinano l’acqua in facciata<br />

m) tubi passacavo o di adduzione gas che si toccano (posizione pericolosa<br />

e pertanto vietata) impedenti il deflusso dell’acqua piovana o neve<br />

n) innesti di sostegno ringhiere, attacchi staffe fissati con tasselli in metallo<br />

o cemento a presa rapida (garanzia di fessurazione zona di attacco e<br />

ruggine)<br />

o) tubi gas murati in facciata (devono essere liberi di muoversi e consenti-<br />

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La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

re assestamenti della struttura e ricerca di eventuali perdite a volte causate<br />

dalla stessa muratura dei giunti)<br />

p) grate ed inferriate posate con minima luce che non consente dilatazioni<br />

e che marciranno corrosi dalla ruggine. In proposito agli “innesti” di<br />

ferri nel cemento ricordiamoci che la diversa dilatazione termico dei<br />

due materiali, ferro/cemento, con il tempo e l’acqua provocheranno lo<br />

sgretolamento dell’”attacco”. Anche i tasselli ad espansione in ferro,<br />

con le loro tensioni, fessurano con il trascorrere del tempo le solette di<br />

cemento! Non vi siete mai soffermati sul fatto che i mobili in legno<br />

massello sono uniti da spine in legno od incastri privi di corpi estranei<br />

quali viti e chiodi? Tutti queste intrusioni nelle murature costituiscono<br />

“ponti termici” di cui tratteremo in seguito.<br />

q) pietre, cemento di copertura dei frontalini balconi con sporgenze insufficienti<br />

ad evitare che l’acqua cada senza lambire la sottostante gettata<br />

contribuendo all’imbibimento dei ferri di armatura sino al distacco del<br />

cemento<br />

r) anomalie varie sul punto di fine facciata ed inizio marciapiede. In questa<br />

zona, che possiamo considerare quale scarpa della casa, si concentrano<br />

tutte le anomalie dell’intera facciata, dall’acqua meteorica di dilavamento<br />

(pioggia spiovente, neve, perdite da pluviali e stramazzi da<br />

gronde). Sono innumerevoli i distacchi delle zoccolature, in pietra o<br />

meno, con danni derivanti anche dalle minzioni canine che corrodono<br />

sia le pietre sia il ferro di serramenti e grate<br />

s) I segni evidenti di ammaloramento dovuti alla di presenza di umidità di<br />

risalita saranno visibili anche sotto il solleone. Potremmo vedere anche<br />

macchie di salnitro (efflorescenze cotonate) e constatare uno sprofondamento<br />

del marciapiede con distacco dalla facciata con infiltrazioni<br />

nella parte inferiore.<br />

Dalle anomalie riportate si evince che l’acqua, o meglio il deflusso non<br />

facilitato della stessa, provoca i maggiori danni.<br />

Sia che provenga da pioggia o da neve non deve “sostare” in loco. I guai<br />

sono provocati dalla poca pendenza delle superfici esposte ed insufficienti<br />

sporgenze di davanzali e balconi. Nel caso della neve ci dimentichiamo<br />

che ghiaccia e così pure gelano i canali di scolo ed i pluviali: in tal caso le<br />

infiltrazioni agli alloggi sottostanti sono garantite… I rimedi sono i classici:<br />

togliere la neve (in specie nelle seconde case!). Ci si può aiutare con i<br />

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La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

cavi scaldanti avvolti alle gronde ed ai canali di scarico.<br />

In analogia all’essere umano, che dopo l’esposizione agli agenti atmosferici<br />

provvede ad asciugarsi per non rischiare malanni, anche le nostre case<br />

devono autoasciugarsi (sempre che siano ben progettate ed i fenomeni atmosferici<br />

rientrino nella normalità). L’alternarsi di bagnato/asciutto degli<br />

intonaci provoca col tempo uno sgretolamenti degli stessi.<br />

La visione del tutto con un addetto ai lavori vi guiderà nelle successive azioni<br />

correttive.<br />

Prima di intraprendere azioni vi consigliamo di attendere una giornata di<br />

pioggia o neve secondo la stagione e verificare durante e dopo la precipitazione<br />

le colature dai balconi, dai marcapiano e dai davanzali non sporgenti<br />

a sufficienza il ristagno di acqua e neve aderenti alla facciata.<br />

Vi bagnerete ma risparmierete spese inutili. Nonostante tutti asseriscano<br />

che si deve fare così l’azione è trascurata in quanto non vogliamo bagnarci.<br />

P.S. Anche i danni delle alluvioni iniziano in tal modo. Si preferisce attendere<br />

fiduciosi il livello altimetrico dai ponti senza intervenire a monte<br />

con una esondazione forzata.<br />

Se invece non abbiamo riscontrato alcuna anomalia siamo in possesso di<br />

un bene prezioso da curare con affetto…<br />

Abbiamo stilato un elenco anomalie, ora dobbiamo fotografarle, datarle e<br />

completare l’analisi sulle altre facciate. I “fissati” dell’inno-vazione tecnologica<br />

possono noleggiare una macchina termografica, equivalente ad una<br />

sofisticata fotocamera, e registrare le discontinuità costruttive ed i relativi<br />

punti caldi o peggio freddi temporanei o definitivi.<br />

L’ESAME DEL TETTO<br />

Per questa azione non é sufficiente alzare gli occhi al cielo, esercizio propedeutico<br />

a pensieri sublimi. Occorre poter disporre di un punto di vista<br />

privilegiato non sempre disponibile e non è detto che la visione della vostra<br />

casa sulle mappe di GOOGLE vi permetta dettagli. Se abbiamo trovato<br />

il giusto punto di osservazione, ad una altezza pertanto che ci consenta<br />

di visionare anche la parte superiore del tetto, potremmo constatare:<br />

a) punti di stramazzo acqua dai canali di gronda, relativa presenza di fango,<br />

foglie, erba, frammenti del manto di copertura, sacchetti di plastica,<br />

pacchetti di sigarette e cicche, rottami di antenne (avete già conosciuto<br />

un artigiano che ricupera quanto gli è caduto? o peggio fuma e getta<br />

sul manto di copertura cicche e pacchetti vuoti di sigarette).<br />

62


La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

b) file di coppi o tegole disallineati per cedimento travetti di appoggio o<br />

scivolamento verso il basso sino ad impedire una corretta raccolta acqua<br />

piovana o peggio superare il canale di gronda e costituire pericolo<br />

di caduta e pure colmi, gli elementi che ricoprono la linea di giunzione<br />

tra due falde, scivolati in avanti<br />

c) comignoli camini o sfiati non più a tenuta con infiltrazione acqua meteorica<br />

sia all’interno che esterno. Rimarchiamo comignoli in Eternit<br />

con bordi sfilacciati e pertanto da bonificare secondo leggi vigenti. A<br />

proposito di infiltrazioni per insufficiente altezze lamiere rivestimenti<br />

bassi dei camini (faldali) tale misura va correlata ad una abbondante<br />

nevicata in zona e non limitata per l’elevato costo del rame.<br />

d) nel caso di attici o verande con lastre ondulate trasparenti se verificate<br />

la perdita del lucido strato protettivo e se intravvedete l’intreccio della<br />

sottostante fibra di vetro (rinforzante) prevedetene la sostituzione prima<br />

della perforazione della grandine; il policarbonato alveolare vi<br />

tranquillizzerà per oltre dieci anni.<br />

e) qualora non esista il manto di copertura in laterizio troviamo lamiere<br />

ondulate arrugginite o peggio in Eternit. Anche in questo caso lo sfilacciamento<br />

dei bordi, e quindi una elevata probabilità di diffusione fibre<br />

in atmosfera, impone la bonifica.<br />

f) verificate anche pali ed antenne ancorate, comunemente, con fili di ferro<br />

che non garantiranno la tenuta nel tempo, sostituite con i cavi treccia<br />

che durano invece decine di anni.<br />

Anche l’esame del tetto andrebbe ripetuto sotto e dopo la pioggia o neve<br />

per i individuare o confermare altre anomalie (copritevi bene!).<br />

Ora esaminiamo a colpo d’occhio le varianti di planarità delle falde che<br />

indicheranno il cedimento di travature. Osserviamo anche la mancata contiguità<br />

dei coppi posti sulle linee di colmo. La presenza di coppi spostata<br />

in avanti, oltre un terzo larghezza canale di gronda, rivela lo scivolamento<br />

del manto di copertura; ne conseguono stramazzi e pericoli di caduta.<br />

Qui si apre un “contenzioso” tra gli esecutori del tetto ed i lattonieri. I<br />

primi posano travi e travetti “in piano”, i secondi necessitano di “pendenza”<br />

di scolo delle acque verso i pluviali per cui adattano gli agganci<br />

gronde.<br />

Quando c’è la balza del tetto il fenomeno è sufficientemente “guidato”.<br />

Nel caso invece di presenza di cornicione gli aggiustamenti fattibili sono<br />

minimi.<br />

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La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

Si verificherà il contatto od appoggio gronda sul cornicione e la condensa<br />

ristagnerà inevitabile e perdurante, dopo la pioggia o rugiada, intaccandone<br />

l’integrità. Gli unici sostegni e punti di contatto gronde devono essere<br />

gli agganci.<br />

Abbiamo già citato la gravità delle fessurazioni, crepe, in prossimità delle<br />

facciate e tra i vari piani, indicano un grave cedimento strutturale a cui occorre<br />

porre rimedio.<br />

Altro pericolo per i passanti in fronte edificio, sono le cadute di grosse<br />

parti di intonaco gonfiato e non più aderente ai mattoni o cemento di struttura<br />

sottostanti; in tal caso in attesa del rifacimento facciata occorre provocarne<br />

la caduta controllata. Vedere anche gronde, cornicione, balconi e<br />

ringhiere.<br />

A proposito di scivolamento manto di copertura è facilissimo constatarlo<br />

sulle tegole piane il cui corretto posizionamento genera “linee” diritte, ove<br />

l’anomalia è più grave occorre la “ripassatura del tetto” (con l’auspicio<br />

che abbiate tegole originali di scorta).<br />

Eventuali avvallamenti o sprofondamenti sulle falde indicano il cedimento<br />

della struttura sottostante; urge intervenire.<br />

Manutenzione: nelle località nevose e sui tetti con coppi non agganciati<br />

singolarmente occorre una ripassatura veloce annuale. Vedi rimedi con i<br />

fermacoppi continui. L’operazione è da eseguirsi solo dagli addetti ai lavori<br />

ed è consigliabile ogni qualvolta l’antennista e l’installatore di pannelli<br />

ed altri sono andati sul tetto. In tali casi la rottura fortuita è probabile;<br />

gli artigiani dovrebbero informarvi e provvedere autonomamente. Predisponete,<br />

pertanto, in anticipo alcuni elementi pronti alla bisogna.<br />

Parti sporgenti dal tetto.<br />

Per l’esame di comignoli, sfiati, antenne e manto di copertura valgono le<br />

regole del buon senso e di quanto potrete constatare senza assolutamente<br />

andare sul tetto. In proposito non considerate utopistica la possibilità di tali<br />

rilievi. Possono infatti esistere punti di osservazione esterna quali il balcone,<br />

lastrico di una casa di fronte, un pendio da cui osservare. Non ultimo<br />

un operaio sollevato dal cestello aereo di una gru su un mezzo mobile può<br />

procedere all’esame. Non stimate eccessiva quest’ultima spesa di noleggio<br />

in quanto potrebbe anticipare il successivo reimpiego per le azioni correttive<br />

alle anomalie riscontrate.<br />

64


La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

Il tetto e la sicurezza degli operatori.<br />

Un inciso: sarebbe tempo che i costruttori provvedessero ad applicare sul<br />

tetto degli agganci sporgenti per l’imbragamento degli operatori, ma sulle<br />

case vecchie dovrete provvedere voi. Anche i far da sé non si reputino sicuri<br />

con una corda ancorata ad un camino in mattoni o in refrattario; non<br />

esistono infatti sicurezze a trazione e peggio a strattoni da caduta. Un capogiro,<br />

una insolazione colpiscono anche le maestranze più esperte e neanche<br />

i costosi ed obbligatori ponteggi perimetrali garantiscono<br />

l’incolumità o proteggono completamente da incidenti sul lavoro.<br />

Rammentate che siete responsabili penalmente, anche se solamente<br />

committenti (coloro che richiedono una prestazione) qualora affidiate un<br />

lavoro ad un artigiano che non utilizza le imbragature od i ponteggi di sicurezza.<br />

La balza del tetto.<br />

E’ l’alternativa al cornicione, lastra di pietra od altro più o meno rivestito<br />

con agglomerati cementizi. Differenzia per la sua sporgenza in facciata (la<br />

balza) più accentuata a protezione dell’immobile dagli agenti atmosferici.<br />

E’ formata da un tavolato in legno inchiodato sui travi del tetto o finti travi<br />

(passafuori) la cui lunghezza è limitata all’appoggio interno sul muro portante.<br />

Anomalie più ricorrenti.<br />

Caduta parziale di lastre o assi di legno immarciti da infiltrazioni d’acqua.<br />

Esistono segnali preventivi quali lo sfarinio ed il distacco rivestimento<br />

cementizio e per il legno la presenza di aloni biancastri che indicano avvenute<br />

infiltrazioni acqua.<br />

Tutte le analisi citate andranno eseguite poi all’interno dai solai o sottotetti.<br />

Prima di intraprendere azioni vi consigliamo di attendere una giornata<br />

di pioggia o neve secondo la stagione e verificare durante e dopo la<br />

precipitazione le colature dai balconi, dai marcapiano e dai davanzali<br />

non sporgenti a sufficienza il ristagno di acqua e neve aderenti alla facciata.<br />

Rimandiamo a successiva trattazione l’esame dell’interno della casa in<br />

quanto abbiamo già fornito una metodologia di analisi<br />

65


La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

INFISSI ESTERNI<br />

Fattore sicurezza.<br />

Gli ancoraggi delle imposte e persiane sono solidi? Se è evidente una fessurazione<br />

zonale degli attacchi, cardini, e peggio, se azionando l’infisso<br />

constatate un movimento anche dei cardini, dovete bloccare le aperture in<br />

attesa del tecnico. Vi sembrerà ossessivo questo rimarcare. Una eventuale<br />

concausa, esempio l’”appoggio fiducioso” a tali strutture in occasione di<br />

pulizia vetri od altro costituisce pericolo non solo per voi ma anche per i<br />

passanti. A proposito si evidenzia che il mercato degli infissi esterni sia<br />

oscurante, pensate alle tapparelle, che di protezione non ha ancora previsto<br />

manufatti che ne consentano la pulizia senza “sporgersi pericolosamente<br />

all’esterno”, pertanto si annoverano incidenti.<br />

Finestre.<br />

Sono aperture, nelle strutture periferiche, che consentono l’illumina-zione<br />

naturale dall’esterno ed agevolano l’aerazione dei locali. Un tempo avevano<br />

piccole dimensioni in quanto interrompevano la continuità costruttiva e<br />

portante dei muri antichi. Nelle case facilitavano il raffreddamento e quindi<br />

provocavano disagio abitativo. Le attuali possono avere dimensioni elevate<br />

in quanto la portanza è data dai pilastri in cemento armato. Ne consegue<br />

una mancata standardizzazione e la fantasia regna sovrana. In proposito<br />

i “consigli o meglio obblighi dimensionali” erano, un tempo, dettati dai<br />

sovrani, finestre piccole e ridotta possibilità di “affaccio al potere”. Ritorniamo<br />

al pragmatismo: la posizione e la dimensione di un vano finestra<br />

devono essere correlate all’andamento della sorgente illuminante, all’area<br />

ed al volume del locale da illuminare ed aerare.<br />

Manutenzione.<br />

Vale quanto riportato per infissi, legno,e vetri.<br />

Le finestre “artificiali”, ciò che non vedrete.<br />

Oltre alle bocche di lupo realizzate a livello terreno ma con grossi problemi<br />

di evacuazione acqua piovana e pulizia scomoda possiamo optare per<br />

tubi captatori di luce esterna. La luce naturale, da un tetto o da una facciata,<br />

viene rimbalzata sino all’utenza con percorsi anche elevati tramite un<br />

tubo. Costituiscono anche un risparmio energetico ma pur essendo sul<br />

mercato da alcuni anni sono ignote anche agli addetti ai lavori.<br />

66


La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

Proseguiamo nell’analisi a vista.<br />

BALCONI e FACCIATE<br />

Molti si preoccupano dei frontalini, bordo periferico di terrazzi e balconi,<br />

ma pochi controllano eventuali distacchi nelle zone di attacco ringhiere e<br />

attacco balcone con facciata. Vale la regola già accennata, ammesse piccole<br />

e limitate fessurazioni preoccupanti quelle di dimensione maggiore. Ritorniamo<br />

ai frontalini, argomento dibattuto nelle assemblee condominiali;<br />

è pratica da evitarsi il rivestimento con profili inox e similari: é come mettere<br />

la spazzatura sotto il tappeto per non vederla. Noi invece dobbiamo<br />

monitorare il degrado causato, in genere, da armature di ferro, i tondini,<br />

non correttamente posizionati e/o deflusso acqua piovana con ristagni; un<br />

indicatore è la crescita di muffa. Non c’è altra strada che il ripristino originario<br />

e non si deve rimandare l’operazione sino al rinnovo facciata aggravando<br />

danni e pericoli. Esaminando il pavimento balcone dal piano<br />

sottostante verificate l’esistenza di crepe, fessurazioni, rigonfiamenti localizzati<br />

del calcestruzzo. Nel caso di costruzioni d’epoca e quindi con piano<br />

in pietra verificate subito la presenza di fessurazioni della stessa e distacco<br />

dal muro anche delle statue, talamoni e cariatidi, di sostegno a mensola.<br />

Queste ultime sono opere d’arte e come tali vanno curate.<br />

RINGHIERE e VERANDE<br />

Verificate integrità costruttiva ringhiere specie nelle zone di ancoraggio,<br />

di saldatura e esaminate le lastre vetrate qualora presenti. Al minimo dubbio<br />

richiedere intervento riparatore; nel frattempo diminuite la pericolosità<br />

tamponando la zona con un pannello in lamiera. Evitate fissaggi impropri<br />

con barre o assi posizionati orizzontalmente in quanto incrementano la pericolosità<br />

di scavalcamento degli irrequieti bambini. In proposito vogliamo<br />

segnalare che alcune operazioni tipo pavimentazioni aggiuntive sui<br />

balconi, quelle per inserire i profili copri frontalini o per impermeabilizzare<br />

il pavimento, alterano l’originale altezza delle ringhiere facilitando tali<br />

pericoli. Indipendentemente dalle normative esistenti il consiglio è di incrementare<br />

sino a 110 cm. tale altezza verificando che le barre verticali<br />

abbiano distanza di posizionamento di non oltre 10 cm ; devono impedire<br />

che il pargoletto ci infili la testa. A proposito di manutenzione scoprirete<br />

che la base ringhiera ora è annegata nel cemento o non consente un agevole<br />

deflusso acqua piovana e la manutenzione.<br />

67


La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

N.B. Qualora abbiate “nascosto” la ringhiera con i serramenti di una veranda,<br />

opera sempre abusiva, ci auguriamo che l’artigiano abbia dapprima<br />

provveduto a proteggere dalle intemperie (purtroppo per soli pochi<br />

anni) il manufatto. Per rendere meno pericoloso il tutto, la manutenzione<br />

e l’ispezione non sono più fattibili, dovrete modificare la parte inferiore<br />

del serramento aggiunto, con sportelli scorrevoli che consentano gli interventi.<br />

Ricordiamo che la costruzione di una veranda sui balconi è opera<br />

abusiva, alcuni motivi di abusività sono stati citati, e se la “fame di<br />

soldi” dei Comuni e dello Stato non avesse spinto ai condoni tali opere<br />

non sarebbero sanabili. Citiamo un altro dei motivi: la classica caldaia<br />

autonoma posta sul balcone varia in caldaia posta, dopo l’esecuzione della<br />

veranda, in ambiente di cubatura inferiore ai 10 metri cubi. Deve sottostare<br />

alle regole del caso, caldaia di tipo stagno, aerazione locale adeguata.<br />

La nostra curiosità di verificare, a colpo d’occhio, ha portato alla<br />

constatazione di mancata aerazione inferiore nella quasi totalità dei casi.<br />

Sarebbe tempo che certi serramentisti si documentassero su ciò che comporta,<br />

in variazione, la costruzione delle loro opere, tanto per iniziare, in<br />

analogia ai costruttori edili seri, non dovrebbero eseguire opere prive di<br />

concessione edilizia. Si “gioca” sul fatto che non è opera fissa, ancorata<br />

al terreno; ma i tasselli di ancoraggio sui muri non costituiscono elementi<br />

fissi di posa? Anche in questo caso l’unico responsabile dell’abuso e/o illecito<br />

saremo noi.<br />

PAVIMENTO, LASTRICO e la posa “errata”<br />

Le caratteristiche di posa,nei tempi andati, erano insite nell’abilità e malizie<br />

del muratore.<br />

Una di queste è il posizionare, non a livella, delle superfici in relazione a<br />

certe esperienze quale quelle derivanti dallo scarico acqua non importa se<br />

di lavaggio pavimento o piovana o di allagamento. Tale sistema è quello<br />

abitualmente usato per la posa dei pavimentazione dei marciapiedi per<br />

convogliare l’acqua sulla strada e poi indirizzarla ai tombini. Non è fenomeno<br />

di poco conto nei casi di ristrutturazione o di posa attrezzatura, esempio<br />

di laboratorio.<br />

Nelle case vecchie e diremo poi anche negli stabilimenti, i vecchi artigiani<br />

edili posavano i piani, pavimenti, inclinati verso il fiume o torrente anche<br />

se questi distavano decine di metri. L’acqua doveva defluire verso il fiume<br />

e non da altra parte! A volte alcuni artigiani esageravano per cui non era<br />

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La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

raro “trovare” pendenze di 1,5cm/metro (è l’altezza del metro posato<br />

chiuso e di spigolo sul pavimento).<br />

In una casa di 12mt di lato l’entità è tale per cui si devono trovare compromessi<br />

per i vani porta ecc …<br />

Riteniamo che tale usanza debba continuare perché utile in caso di alluvione.<br />

Tuttavia comprendiamo le difficoltà esecutive lasciate nelle mani di infinite<br />

imprese subappaltanti.<br />

Veniamo alla posa dei singoli particolari. Per una scala esterna, oltre alla<br />

pendenza codificata dei gradini dovrebbe esserci anche un’altra a sx o dx,<br />

in funzione della soleggiatura ed evacuazione acqua piovana. Sarete voi, i<br />

proprietari, a doverlo indicare ai muratori. Se il lavoro viene eseguito in<br />

giornate nuvolose non è facile sapere dove è il Nord…<br />

Il ruscellamento dell’acqua giù dai gradini deve essere “guidato” in modo<br />

che la parte sotto al mancorrente sia libera da pozze con successive formazioni<br />

di ghiaccio nei ristagni d’acqua. Gli escursionisti conoscono bene tali<br />

insidie evidenziate nei percorsi anche innevati da percorrere.<br />

In questi tempi di violente precipitazioni atmosferiche è opportuno che il<br />

convogliamento dell’acqua meteorica sia guidato in modo che il deflusso<br />

sia agevolato e non vi entri in casa, garage o cantina; ipotizzate la precipitazione<br />

quale una piccola alluvione col relativo smaltimento acqua senza<br />

danni! L’acqua non deve assumere velocità e massa elevata e pertanto le<br />

vostre stradine interne, marciapiedi, lastrici, marciapiedi, rampe devono<br />

avere pendenze, avvallamenti o “ schiene d’asino” tali da convogliare<br />

l’acqua verso il prato, se l’avete, limitandone la quantità a grate, canaline<br />

di scolo che scarsamente manutentate non riescono a smaltire<br />

l’improvviso volume. Tutto ciò può prevedere che i cordoli (parametrateli<br />

ad argini di fiume) siano interrotti per facilitare il deflusso a valle o “semplicemente”<br />

per smaltire, facendola esondare, una parte del volume<br />

d’acqua. Nessuno meglio di voi proprietari può dare le indicazioni di posa!<br />

Anche su manufatti già posati si può intervenire, con costi aggiuntivi,<br />

attuando modifiche, ad esempio con canaline, od ostacoli che indirizzino<br />

l’acqua lontana dall’interno casa. Vedere capitolo alluvioni.<br />

Se non si hanno vincoli più falde concorrenti occorre adottare la tecnica<br />

precedente anche si trattasse di lamiere grecate. La linea di giunzione va<br />

rivolta a Sud per “asciugare” l’acqua dei sormonti, giunzioni, evitando<br />

pertanto muffe ed infiltrazioni e ruggine.<br />

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La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

PARTI NON A VISTA<br />

Le indagini della …”scientifica”. Entriamo in casa ed approfondiamo. Cosa<br />

c’è dietro l’intonaco di un muro ? Da secoli il muro, vedi le muraglie, è<br />

sinonimo di potenza e sicurezza ma, quando è rivestito con intonaci non<br />

ne conosciamo i materiali di costruzione né possiamo valutarne l’effettiva<br />

efficacia e robustezza. I costi, la reperibilità delle materie prime,<br />

l’esigenza di interrompere l’integrità costruttiva per consentire<br />

“l’annegamento” di tubazioni per passaggio acqua, cavi elettrici ed ultimamente<br />

condotte di adduzione gas e riscaldamento ne hanno minato<br />

l’originale fama. Constatiamo infatti che muri portanti delle vecchie case<br />

“denunciano” l’incoerenza di legatura tra i vari materiali, pietre, mattoni,<br />

frammenti e macerie riutilizzati, aggravati ad esempio da eventuali perdite<br />

d’acqua da giunzioni difettose di tubi in piombo, gli adduttori d’acqua originali.<br />

Quando operiamo per un rappezzo su un vecchio muro ci rendiamo<br />

conto che l’intonaco, a base calce, è in realtà un agglomerante dei materiali<br />

sottostanti e non rivestimento superficiale. Da un frammento spicconato<br />

si constatano sfarinature interne del muro ed, a volte, vuoti tra mattoni e<br />

pietre.<br />

I pericoli.<br />

Sono questi i muri su cui non dovrete attuare modifiche previo l’esame<br />

dell’esperto, il citato tecnico strutturale. Anche l’immissione di un “semplice”<br />

tassello vi è preclusa se non dopo rifacimento con malta cementizia<br />

armata con rete della zona di ancoraggio. In proposito sono esperti i montatori<br />

di pensili di cucine americane che “saggiando” la robustezza di ancoraggio<br />

staccano pezzi di intonaco di dimensioni inconsuete. Ciò non ci<br />

ha impedito di visionare l’avvenuto crollo di intera parete di pensili con<br />

danni notevolissimi per fortuna solo “materiali” con distruzione dei ”servizi”<br />

di nozze nuovi … Col senno del ”poi” rammentiamoci che i pensili<br />

sono appesi in “aria” e le stoviglie sono pesantissime. Nei casi citati poniamoli<br />

nelle ”basi” … poggiano in terra!<br />

Questi muri, in materiale incoerente, perdono la loro originaria compattezza<br />

e possono collassare in occasioni di spinte o sollecitazioni improvvise.<br />

L’alluvione, ricordiamoci che l’acqua in piena trasporta materiali che<br />

fungono da ariete lungo il percorso, e peggio le scosse sismiche possono<br />

farli crollare. A volte contribuisce una semplice perdita da un tubo incassato.<br />

L’acqua cercando la strada più facile penetra nella verticale del muro<br />

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La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

non evidenziandosi all’esterno minandone l’integrità specie nelle seconde<br />

case ove la rottura per gelo di un tubo di piombo non viene intercettata subito.<br />

Cosa non fare?<br />

Innanzitutto non sollecitare la struttura con modifiche improprie, vedi capitolo<br />

utilizzo ferro. Rifate poi le linee di adduzione acqua, luce, ecc.<br />

all’esterno del muro svuotando accuratamente la vecchia linea per evitare<br />

eventuali gelate dell’acqua residua.<br />

Come citato nel caso di “tasselli” sarebbe opportuno rinforzare tutte le pareti<br />

limitrofe con le reti di armatura legate tra di loro. E’ da evitarsi<br />

l’impermeabilizzazione con pitture “lavabili”; le pitture a base calce invece<br />

con il loro sfarinio evidenzieranno anomalie in “corso”.<br />

Ricordatevi che anche la perdita da gronde rotte della casa vicina e contigua<br />

può essere concausa di danni al vostro muro. Negli esami di anomalie<br />

vale quanto sosteneva un nostro Manager: qualsiasi cosa va esaminata di<br />

fronte/retro/alto/basso e ... dall’interno e ciò per avere un approccio pragmatico.<br />

Cosa c’è nascosto nei muri ? Occhio al trapano!<br />

É noto che ci siano passacavi, tubi di adduzione gas/acqua fredda o calda;<br />

purtroppo non sappiamo dove. Le normative di posizionamento non sempre<br />

rispettate e con accorciatoie, un tubo posto in diagonale, possono riservare<br />

“sgradite” sorprese alla punta di un trapano.<br />

In proposito se tale azione di foratura non avvenisse irruentemente sarebbe<br />

utile, durante l’esecuzione, esaminare le polveri espulse e dalla loro colorazione<br />

e consistenza intuire gradatamente la presenza di sfridi di intonaco,<br />

mattone pieno, laterizio o pietra…ma si preferisce rischiare… Alcuni<br />

di questi danni verranno evidenziati in futuro in quanto il tubo della luce,<br />

gas, acqua non è stato “centrato” subito… con l’auspicio che non sia il tubo<br />

del gas. Usate sempre il rilevatore di metalli o corpi estranei prima di<br />

procedere a qualsiasi foratura! Il famoso CD con la mappa dei circuiti<br />

potrebbe aiutarvi ...Iniziate voi a realizzarlo ogni volta che ristrutturerete.<br />

Cosa c’è sotto le mattonelle del nostro pavimento?<br />

Non saranno poche le sorprese. Si spazia da terra, sabbia e/o sfarinati di<br />

calcinacci che fungono da riempimento preposa a mattonelle in cotto o<br />

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La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

graniglia. Il tutto nelle case vecchie, diciamo sino agli anni ’50, serviva<br />

per alleggerire e risparmiare sui materiali di costruzione, tecnica utilizzata<br />

saltuariamente ancora oggi per disfarsi delle macerie in posti scomodi,<br />

quale la realizzazione di un pavimento “rialzato” del bagno per nascondere<br />

i calcinacci. Troviamo anche sabbia finissima posata su vecchi giornali<br />

o fogli di carta catramata a supporto di pavimenti in legno. Questa posa,<br />

afona, leggera, ha anticipato la futura pavimentazione flottante. Ritornando<br />

alle case attuali, troviamo pochissimo spazio per la posa delle tubature<br />

idriche, termiche ed elettriche.<br />

Le grane derivanti.<br />

Ne conseguono assestamenti non voluti, vedi tubi plastica. Purtroppo anche<br />

l’esigenza di sfruttare la cubatura degli edifici spinge a ridurre gli spessori<br />

delle solette con relativi manti di copertura impedendo di fatto una più razionale<br />

pavimentazione sopraelevata che consentirebbe un agevole accesso alle<br />

tubazioni di servizio. Per la mancata manutenzione vedi soffitti.<br />

I SOFFITTI ed i LATERIZI<br />

Nei soffitti delle case vecchie troviamo, oltre alle classiche volte, mattoni<br />

posati a voltina tra putrelle in ferro distanziate a ≈ 1 metro. In questo caso<br />

qualsiasi lavoro, la “semplice” posa di cavi luce e/o il solo aggancio di un<br />

lampadario deve essere eseguito con cura, cercametalli per individuare la<br />

mezzeria tra due putrelle e tasselli appositi sulle zone di “legatura” mattoni.<br />

Sono comunque da evitare gli agganci di lampadari d’epoca in bronzo e<br />

gocce di cristallo con peso superiore ai 20 Kg. Come vedete sembra tutto<br />

complicato, non tutti vedono ad occhio nudo l’ombra della trave nascosta.<br />

Il consiglio in questi casi è di posare una tesata, fili tesi tra le due pareti, a<br />

supporto della sorgente luminosa. Ricordate: il soffitto vostro costituisce il<br />

supporto del pavimento dell’inquilino soprastante. Ripetiamo: fate preventivamente<br />

visionare da un “addetto ai lavori” e nell’occasione estendete<br />

l’esame a tutta la casa. Anche nel caso di soffitto a travetti prefabbricati e<br />

marmittoni, grossi mattoni ad hoc, e nelle case degli anni ’30 con agglomerati<br />

di mattoni forati posati tra putrelle dovrete usare cautela a modifiche.<br />

Cosa abbiamo in “testa” riferito al soffitto?<br />

Sempre riferendoci al vecchio edificio spaziamo dall’intonaco aggrappato<br />

a laterizi e putrelle oppure ai laterizi e travature in legno. I soffitti a casset-<br />

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La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

toni sono bellissimi ed essendo a vista senza sorprese. In molte case del<br />

secolo scorso troviamo dei pannelli che nascondono le travature e/o costituiscono<br />

ribassature di certi soffitti in mattoni posizionati a volta. Negli<br />

anni del dopoguerra andava di moda lo “squadrato”. I pannelli inoltre nascondevano<br />

i fili della luce e contribuivano a ridurre la cubatura da scaldare.<br />

Questi pannelli in origine erano di trucioli, cannicciati “legati” con reti<br />

metalliche, quelle dei pollai, conglobate in lastre di gesso; praticamente<br />

erano l’avanguardia dei futuri pannelli in cartongesso. Svolgevano e svolgono<br />

tuttora il loro compito di nascondere, ma la cosa che ci riguarda é<br />

l’impedimento a vedere in anticipo il degrado dei materiali soprastanti in<br />

specie da danni di infiltrazioni d’acqua. I casi di crolli dei soffitti, precedentemente<br />

citati sono sovente privi di segnali premonitori ma macchie<br />

giallastre indicano avvenute infiltrazioni.<br />

Cosa fare?<br />

Innanzitutto, in analogia a quando acquistate un’auto usata, fate visionare<br />

da un tecnico la casa prima di abitarla. Vi segnalerà le eventuali fonti di<br />

pericolo giungendo in certi casi a richiedervi prudenzialmente<br />

l’asportazione di certi contro-soffitti posticci. Invitate poi a prendere il<br />

caffè da voi l’inquilino soprastante e sottostante coinvolgendoli per evitare<br />

i pericoli derivanti da eventuali modifiche.<br />

INCASTRI e GIUNZIONI<br />

Stiamo sempre parlando di edilizia e qui le cose si complicano perché sovente<br />

dobbiamo incastrare materiali con differenti dilatazioni alle escursioni<br />

termiche, giorno, notte, estate, inverno. Sovente tali fenomeni concorrono<br />

in una singola zona ed è il caso di un piantone di ferro di una ringhiera<br />

o di un cancello. Anche la giunzione od il bloccaggio di un semplice<br />

pluviale dovrebbe consentire un certo grado di libertà per evitare deformazioni<br />

o “puntamenti”. In generale il “coniugamento” di due corpi di<br />

materiali diversi dovrebbe essere “elastico”, caratteristica non ancora scoperta<br />

nei materiali edili, ed evitare gli attacchi zonali. La base di una ringhiera<br />

o palo, subisce una variazione di escursione aggravata dal ristagno<br />

ed imbibimento acqua nella zona d’incastro.<br />

Se osservate i pali di illuminazione stradale, siano essi in elegante ghisa o<br />

in acciaio constaterete la costruzione con spessore elevato nella zona adiacente<br />

al piano stradale.<br />

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La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

Nel caso di palo del segnale stradale non noterete varianti di spessore e ciò<br />

porterà al crollo per l’intacco alla base da ruggine e deiezioni canine.<br />

La vostra realtà di casa.<br />

Difficilmente troverete simili accorgimenti. Il ferro forgiato di un tempo<br />

risente in misura minima ciò che invece la lamiera esalta. Rammentate che<br />

tutto quanto non è in ferro pieno è in lamiera, vedi “scatolato”, piegata a<br />

foggia di tubo in varie forme geometriche e poi saldata nella giunzioni,<br />

delle ringhiere e cancelli. A ciò aggiungasi che il materiale, cemento, di<br />

fissaggio è di natura diversa da quello della gettata ed in spessori ridotti,<br />

pochi centimetri, che potrebbero “cedere” per incoerenza.<br />

Ancoraggi e tasselli.<br />

Parliamo di ancoraggi. Già l’ancora! Un braccio o meglio più braccia che<br />

si arpionano sul fondo in similitudine alla nostra mano che si avvinghia ad<br />

un tronco d’albero per non cadere da una riva o per faticare meno su un<br />

pendio. I vantaggi dell’ancora, nel nostro caso “metodo di incastro o fissaggio”,<br />

supplivano alla carenza lamentata dai cunei, forse tra i primi sistemi<br />

di fissaggio, pensate al mozzo di una ruota ed alle sollecitazioni che<br />

favorivano lo sfilamento dalla sede. Si giunse pertanto agli incastri, i più<br />

diffusi quelli nel legno. Il principio era quello di garantire il fissaggio di<br />

due pezzi di legno, uno dei primi materiali da costruzione, in genere ortogonali<br />

tra di loro, aumentando in modo elevato la zona di contatto e di<br />

contrasto allo sfilamento, oppure semplicemente per ripristinare una zona<br />

guasta. Gli incastri a coda di rondine sono i più diffusi e siamo giunti al<br />

tassello.<br />

Originariamente un quadratino di legno sagomato a tronco di piramide.<br />

Sul legno, così fissato, si avvitavano le prese luce e ganci di sostegno ad<br />

oggetti vari. Cementandolo nel muro, con la base rivolta all’interno, offriva<br />

molta resistenza alla trazione e impediva la fuoriuscita. Questo è il significato<br />

etimologico del “tassello” che si è trasferito poi ai cilindretti di<br />

ferro, plastica ad espansione odierni. La ricerca su questi ultimi non si è<br />

fermata e sarebbe opportuno che l’acquisto fosse indirizzato, come già citato<br />

in altre parti, alle nostre esigenze specifiche. Ripetiamo: non esistono<br />

prodotti universali! Ogni impiego, tuttavia, è specifico e deve coniugarsi<br />

con il supporto (nel nostro caso mattone pieno, forato o l’appena citata<br />

muratura mista). Nel caso di pesi elevati, vedi pensili, i tasselli non sono<br />

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La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

sempre sufficienti, è il caso della muratura citata od anche delle pareti in<br />

cartongesso. In tali casi occorre “ scaricare” parte del peso su montanti<br />

poggianti a terra, a guisa delle colonne e mensole dei tempi passati per le<br />

cucine americane, e suddividere gli sforzi su piastre estese. La tiranteria di<br />

fissaggio in alto, ad esempio per i pensili, aggiunge sicurezza; è sufficiente<br />

mascherarne la visione.<br />

Il fissaggio di elementi ed i guai “cercati”.<br />

Nessuno di noi, far da sé più o meno abile, fisserebbe ganci o tubi al muro<br />

utilizzando scagliola o gessi. Il motivo è noto: si tratta di materiali che non<br />

“legano” con le malte cementizie ed assorbendo l’umidità “gonfiano” e dilatandosi<br />

arrecano danni. Anche i cementi rapidi non legano. Questi danni<br />

sono constatabili da una fessurazione periferica della zona trattata e dal rigonfiamento<br />

ed infiorescenza dell’intonaco limitrofo sino allo “scoppio”<br />

della piastrella adiacente. Noi no, ma certi operai si! Ad iniziare dagli impiantisti<br />

elettrici che fissano provvisoriamente le scatole per prese ed i tubi<br />

passaggio cavi ed anche alcuni muratori che ancorano gli arpioni, zanche,<br />

delle cornici di legno premontaggio infissi ed a volte anche nel locale più<br />

umido della casa quale il bagno. Ai giorni nostri pare che l’esperienza<br />

passata sia da ritenersi superflua.<br />

Il concetto, semplice, era che l’operazione doveva impedire lo sfilamento<br />

dell’arpione e di ciò cui era collegato. Le zanche erano sagomate ad ancora<br />

ed il fissaggio nel mattone o pietra, doveva resistere alle forze di trazione.<br />

Non si hanno pertanto tali garanzie con ancoraggi chimici, nei vecchi<br />

muri. Come possiamo accertarci di essere sul “vivo”? La resina si espande<br />

certamente ma quale è la sua reale resistenza alla trazione?<br />

Anche le zanche al giorno d’oggi sono appena pronunciate, un intaglio<br />

centrale e poi una leggera piegatura con le pinze dei due tronconi, forse<br />

dimenticando che l’azione di contrasto allo sfilamento va esercitata<br />

dall’”intero” muro. Accertatevi di queste tipologie di ancoraggio saggiando<br />

le ringhiere del balcone fissate in facciata; se scorrono nella sede lasca<br />

mettete in sicurezza il tutto come già riportato in altra parte.<br />

GIUNTI ELASTICI (per ferro/cemento/plastica)<br />

Abbiamo già citato che il coniugamento di materiali diversi tra di loro, eterogenei,<br />

deve “consentire” un certo grado di libertà a compensare le variazioni<br />

dimensionali dovute alle escursioni termiche. Ciò si verifica anche<br />

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La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

sui materiali metallici ma solo quando le dimensioni risultano elevate, esempio<br />

una ringhiera di oltre 10 metri. Parlando di abitazioni civili, tradizionali<br />

e non a grattacielo, il fenomeno è parzialmente trascurabile per i<br />

materiali ferrosi, ma non ad esempio per una lunga recinzione metallica.<br />

E’ invece prioritario studiare, computare, le variazioni dimensionali di<br />

materiali quali quelli volgarmente detti plastici. Necessitano di posa libera,<br />

in modo da consentire deformazioni al variare della temperatura atmosferica<br />

o peggio d’esercizio. Immaginatevi la variazione della temperatura<br />

interna da circa 10°C invernali ai più 70°C in esercizio, per lo scarico di<br />

una lavatrice, e soppesate l’allungamento di materiale che non può espandersi<br />

perché cementato in un pavimento. Qualora non fossero adottati<br />

giunti elastici o particolari accorgimenti che consentano assestamenti una<br />

perdita d’acqua sarebbe garantita, ma non è detto che tale perdita si evidenzierebbe<br />

subito in modo palese. E pensare che qualcuno prima di noi<br />

ha dovuto affrontare tali problemi, è sufficiente copiare …<br />

Esaminiamo i cavi elettrici o telefonici che vediamo “tesi” per strada o<br />

sulle nostre facciate.<br />

Gli agganci ai pali, alle “scatole” di distribuzione non sono tesi ma formano<br />

una curvatura ad U che consente una dilatazione delle parti oltre che ad<br />

impedire il ristagno o l’indesiderata infiltrazione acqua negli ”attacchi”.<br />

Qualora non fosse adottata tale tecnica avremmo lo sgancio dell’innesto e<br />

l’interruzione linea. E’ evidente che l’ampiezza di tale curvatura è correlata<br />

alla lunghezza di posa. Le case produttrici ed i manuali riportano tali<br />

dati, ma sovente ci si affida all’esperienza pratica … L’auspicio è che non<br />

tocchi a noi aumentare la conoscenza degli altri, gli installatori, e funzionare<br />

quindi da cavie. Rammentate che anche i materiali considerati “rigidi”<br />

quali il ferro ed il cemento con relativo manto di copertura subiscono<br />

assestamenti e dilatazioni. Dovrete adottare tali accorgimenti in caso di<br />

lunghi balconi sia per la ringhiera metallica sia per la pavimentazione.<br />

Ciò vale anche per i locali con spazi aperti e quindi estesi. Anche in questo<br />

campo si constata la posa di elementi “divisori”, rigidi ed inefficaci, in<br />

luogo di “giunti elastici”. Il principio dell’assorbimento delle dilatazioni<br />

da parte di un “giunto” è quello di un materiale “elastico” che si lascia<br />

comprimere e dilatare di una certa entità.<br />

Per le pavimentazioni è un profilo ad U, per la verità riempito con materiali<br />

elastici che evitano l’ingresso allo sporco. In altri casi è un dispositivo<br />

specifico con le stesse funzioni indicate.<br />

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La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

MANUTENZIONE<br />

Definiamo manutenzione l’insieme di operazioni atte a mantenere, conservare<br />

in buono stato, le caratteristiche principali di qualsiasi manufatto.<br />

Qualsiasi apparato acquistato ha costi di manutenzione correlati alla durata<br />

di utilizzo prevista in fase progettuale. Unitamente a tali costi dobbiamo<br />

prevederne altri di ammortamento; in parole povere dovremo avere la disponibilità<br />

economica per il rinnovo del manufatto a fine vita dello stesso.<br />

Per un’auto dobbiamo prevedere una durata in 5 anni, per ora le norme antinquinamento<br />

non consentono un tempo più lungo. Per la casa prevediamo,<br />

per assunto, un arco temporale pari alla nostra vita, circa settantacinque<br />

anni, dipende dalla bontà del Padreterno. Tutto ciò sempre che abbiamo<br />

provveduto alle relative manutenzioni. Nel nostro caso è noto il restauro<br />

conservativo; meno praticata e diffusa l’oculata conduzione a prevenzione<br />

di futuri e pesanti interventi di sostegno.<br />

Più è lunga la vita del manufatto maggiori cure dovranno essere poste a<br />

quelle essenziali di sicurezza.<br />

D’altronde se pensiamo all’auto, nel periodo finale d’uso siamo più attenti<br />

alle prestazioni di sicurezza, tenuta di strada e frenata, piuttosto che allo<br />

scarso “tiro” ed elevati consumi!<br />

Manutenzione programmata, le cadenze ed i costi.<br />

Mutuando dall’industria che deve evitare guasti improvvisi e blocchi produttivi<br />

programmiamoci interventi preventivi con relativa cronologia.<br />

Cadenza: in continuo.<br />

Attuare l’analisi vista dal marciapiede al tetto per i manufatti edili e dalla<br />

recinzione al cortile per le aree verdi e di servizio.<br />

Cadenza: una tantum<br />

Sottoporre a tecnico strutturale i punti critici derivati dall’analisi a vista.<br />

Richiedere evidenziazione “punti deboli” e “punti forti”; i primi per le<br />

modalità di monitorizzazione nel tempo, i secondi da utilizzare in caso di<br />

pericolo (terremoti, incendi, crolli).<br />

Provvedere agli adeguamenti normativi.<br />

Cadenza semestrale<br />

Controllo pulizia filtri idrici; dal centrale agli aeratori di flusso dei rubinetti.<br />

Pulizia grigliati e canaline di scolo.<br />

Manutenzione del verde a fine stagione e a Primavera.<br />

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La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

Ad inizio e fine riscaldamento: registrare gli interruttori caldaie autonome<br />

in posizione “riscaldamento” o solo “acqua calda”. Modificare la temperatura<br />

acqua in caldaia, circa 65°C per riscaldamento e circa 50°C per la sola<br />

acqua calda.<br />

Adeguare le regolazioni del cronotermostato ambiente alla versione estiva<br />

e diminuire la temperatura a 12°C, eviterete l’usura della termocoppia<br />

dello strumento.<br />

Adeguare la temperatura ai boiler elettrici.<br />

Ripristinare il livello acqua alle caldaie e sfiatare radiatori ad inizio riscaldamento.<br />

Periodo estivo.<br />

Richiedere la revisione periodica caldaia da parte di impiantista. Fategli<br />

controllare eventuali scaldabagni a gas e/o termoconvettori. Attuare pulizia<br />

canna fumaria impianti a legna.<br />

Verifica integrità e scadenza tubi adduzione gas da bombole. Pulizia bruciatori<br />

cucina a gas, anche del forno, e sgrassatura dei sistemi valvolati di<br />

sicurezza, dal pernetto della termocoppia alla candeletta di accensione<br />

piezoelettrica, quella con la ceramica esterna.<br />

Manutenzione periodica degli infissi: cardini, chiusure ed eventuali organi<br />

rotanti di tapparelle. Manutenzione portoni di ingresso ingrassando, è ottima<br />

e pratica la vaselina in tubetti, le serrature, i cavallotti di scorrimento<br />

spranghe e sistemi meccanici di sicurezza antintrusione.<br />

MANUTENZIONI A LUNGA SCADENZA<br />

A cadenza annuale; quelle di manutenzione di apparati domestici, impianti<br />

termosanitari ed elettrici, infissi, pavimenti e decoro pareti.<br />

A cadenza quinquennale: manutenzione manufatti in ferro, per il ferro scatolato<br />

interventi di sostegno annuali.<br />

A cadenza decennale: sostituzione caldaia.<br />

A cadenza ventennale: ripassatura tetti e facciate, rinnovo levigatura parquet.<br />

A cadenza venticinquennale: rifacimenti impianti termici, idraulici, elettrici<br />

con le opere murarie coinvolte. Gli ambienti prioritariamente interessati<br />

sono il bagno e la cucina.<br />

A valori trentennali: rifacimenti di tetti, relativi manti di copertura, infissi<br />

esterni e doppi vetri.<br />

78


La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

I valori citati sono indicativi, ma non troppo.<br />

Le case affittate: precauzioni.<br />

Se vogliamo evitare le brutte “sorprese” a fine locazione come ad esempio<br />

la mancata revisione annuale della caldaia a gas e/o le tasse rifiuti non pagate,<br />

entrambe a carico dell’inquilino, precisiamo anticipatamente le regole<br />

del gioco.<br />

Aggiungete nel contratto di locazione la possibilità di verificare periodicamente,<br />

almeno una volta all’anno, lo stato d’uso dei locali, l’avvenuta<br />

revisione periodica della caldaia ed il pagamento annuale della tassa rifiuti,<br />

rammentate che tocca a voi fornire la planimetria catastale per tale<br />

computo presso il Comune. Per eccesso di zelo precisate che alla vostra<br />

ispezione può partecipare persona, tecnico esperto, che vi aiuterà nella bisogna.<br />

Dovendo concentrare in tempi brevi tale ispezione quattro occhi saranno<br />

maggiormente efficaci. Potreste anche consegnare l’elenco delle manutenzioni<br />

“ordinarie” a suo carico. Rammentate però che tale elenco non è<br />

Vangelo; il compromesso è d’obbligo…<br />

Casa vacanze: seconda casa affittata.<br />

Costituendo un bene di investimento e per di più di nostro utilizzo feriale<br />

dovremo porre in atto i provvedimenti per mantener integro sia<br />

l’investimento e sia l’abitazione. Un consiglio di sicurezza è la sostituzione<br />

di apparati a gas alimentati con bombola, con altri elettrici. La cucina a<br />

gas va sostituita con quella a piastre. Abitualmente si ipotizza che tale apparato<br />

non sia “sopportato” dai normali contatori (3KW).<br />

Il commercio offre dispositivi che selezionano la priorità di funzionamento<br />

evitandoci nuovi contratti a potenze più elevate. La sicurezza è prioritaria;<br />

non è detto inoltre che gli occasionali affittuari siano “pratici” della<br />

conduzione bombola. Ulteriore suggerimento è quello di assicurare le seconde<br />

case.<br />

Altra precauzione.<br />

Nella casa, seconda o prima che sia, se non abitata, oltre allo stacco della<br />

corrente sfilate l’attacco antenna e la spina del telefono fisso (sic!), il percorso<br />

del fulmine è ignoto.<br />

79


La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

Casa vacanza utilizzata saltuariamente.<br />

Dopo il viaggio per raggiungerla tutti devono fare la pipì e se, arriviamo di<br />

notte ci occorre la luce. Dobbiamo pertanto ripristinare tutte le fonti energetiche<br />

oltre ad arieggiare la casa. Nel testo troverete malizie ed accorgimenti<br />

compreso quello relativo al mancato tiraggio per l’occupazione del<br />

comignolo da parte di volatili. Rivedetevi le note relative all’acqua, accensione<br />

gas ecc..Se abitate in un paese montano le paratie frontestanti i portoni<br />

di ingresso vi consentiranno l’accesso scavalcando i cumuli di neve<br />

causati dall’azione degli spartineve che verranno bloccati a pochi centimetri<br />

dall’ingresso. Vi sarà così consentito l’accesso.<br />

I COSTI<br />

Sappiate che qualora non vengano eseguite le manutenzioni il valore casa<br />

diminuirà fortemente ed, in caso di vendita, gli acquirenti rifuggiranno da<br />

case da “rifare”. Se ipotizziamo che un alloggio di 50 mq. abbia valore ipotetico<br />

di acquisto a 100.000 € dobbiamo prevedere che, a valori costanti<br />

non inflazionati, a fine vita avremo speso circa 200.000 € in manutenzione<br />

e ripristino. Il valore deriva dalla sommatoria di tutti gli interventi previsti,<br />

loro periodicità e costi medi dei singoli interventi. La spesa derivante è<br />

circa il doppio del valore di acquisto. Iniziate pertanto ad accantonare i<br />

soldi per le future manutenzioni.<br />

L’investimento (meglio l’accantonamento) va rivolto a campi affidabili<br />

quali i titoli di Stato evitando Borsa e le obbligazioni tipo” tango bond”.<br />

Riprenderemo l’argomento in capitoli successivi.<br />

Resa di una casa e costi di manutenzione.<br />

I valori si aggirano su circa 4% di resa ed altrettanti di spesa.<br />

Il tutto è riferito ad immobili manutentati. L’attuazione periodica degli interventi<br />

vi consentirà di maturare incrementi economici di rivalutazione<br />

annua dell’immobile; cosa che non si verificherà qualora vengano “dimenticati”<br />

gli interventi di sostegno.<br />

Vedi: l’auto e la casa ed i costi.<br />

L’auto, la casa ed il relativo bilancio economico.<br />

Confrontiamoci ancora con l’auto di cui gli italiani sono profondi conoscitori.<br />

Tralasciando l’aspetto prestazioni sportive, non oggetto di riflessione,<br />

tutti conoscono le spese che la coinvolgono:<br />

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La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

- costi di acquisto e relativi vincoli, disponibilità finanziaria in primis<br />

- costi di esercizio, carburanti, olio, gomme, assicurazione ecc.<br />

- tasse, bollo annuale, bollino ecologico, bollo di revisione, ecc. per<br />

giungere alle tasse di rottamazione costi di manutenzione periodica, tagliandi<br />

di controllo ed interventi di sostegno costi di ammortamento<br />

che i più denominano svalutazione.<br />

Così pure la casa ha analoghi costi:<br />

Costi di esercizio: sono quelli che ci consentono l’uso della casa,<br />

gas/elettricità, o fonti energetiche; e quelle di servizio quali acqua, telefono,<br />

polizze assicurative ecc. di cui non dovete dimenticare la stipula.<br />

Tasse: anche qui variano da quelle di possesso a quelle di esercizio, vedere<br />

apposito capitolo.<br />

Manutenzione: tutto quanto oggetto di questo libro<br />

Ammortamento: la quota periodica, convenzionalmente annuale, che occorre<br />

accantonare per rinnovare il bene a fine vita.<br />

N.B. non tutto quanto riportato è nei canoni del controllo di gestione, il settore<br />

che si occupa della parte finanziaria di una azienda, ma è quanto basta<br />

ad evidenziare l’entità economica da tenere sotto controllo.<br />

COSTI MANUTENTIVI<br />

Parametri di partenza. Ipotizziamo il solito alloggio di 50 mq. con valore<br />

di acquisto pari a 100.000 € e durata vita di 75 anni. I relativi costi annui<br />

incidono per 4% del valore dell’immobile. Nel nostro caso ammontano a<br />

4000 €/annui.<br />

Si tratta della media di Trilussa, ma abbiate fede, il computo deriva dalla<br />

sommatoria dei vari interventi di sostegno parcellizzati all’incidenza annuale.<br />

Come la diligente massaia iniziamo ad accantonare i soldi per la periodicità<br />

degli interventi.<br />

Le “leve” per l’oculata conduzione casa.<br />

Scusateci! Smettete di pensare e reputare elevata la somma annuale prevista<br />

(consideratela come valore prudenziale massimo) ed orientatevi al contenimento<br />

in similitudine a quanto attuato per l’auto. In quest’ultimo caso<br />

81


La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

avete migliorato lo stile di guida non solo per ridurre i costi carburante ma<br />

per contenere le spese di cambio gomme, freni, frizione ecc…<br />

In parole povere agiamo sulla conduzione e nel caso dell’abitazione seguiamo<br />

le istruzioni per l’uso, i consigli e le malizie degli anziani anticipando<br />

interventi di sostegno. Se un abile tassista riesce a percorrere centinaia<br />

di migliaia di chilometri con costi di esercizio limitati ai soli materiali<br />

di consumo, anche voi potrete allungare le frequenze di intervento casa.<br />

Qualora siate in un condominio le vostre leve si “accorciano” a meno che<br />

non riusciate ad indire assemblee non solo per deliberare spese, ma anche<br />

sul come operare per ridurle, ma forse è utopia.<br />

GIARDINO E VERDE DI CASA<br />

A noi tutti piace il verde. Anche i bambini amano i cuccioli di San Bernardo;<br />

occorre però avere in mente la dimensione assunta, nel nostro caso<br />

dal verde, “da grande”.<br />

Anche un semplice glicine, se non guidato, vi torcerà le grate della cinta o<br />

della pensilina di ingresso. Per non parlare della vite americana, quella<br />

con bellissime foglie autunnali rossastre, che in facciata vi creerà non poche<br />

richieste manutentive ed, ancora, degli alberi ad alto fusto. Se non avete<br />

la disponibilità economica per un “giardino all’inglese” e per il taglio<br />

di siepi arbustee (es lauro ceraso) che richiedono anche il trasporto in discarica<br />

dovete ripiegare sul buon senso e valutare l’utilizzo di una compostiera;<br />

imparerete in prima persona cosa significa biodegradabilità nel<br />

tempo. Nessuna edera od altro in facciata; una rosa rampicante prospiciente<br />

l’ingresso, ma non ai lati portoncino, richiederà una manutenzione minima,<br />

ad inizio e fine stagione.<br />

La quantità di terra disponibile deve essere pari a metri cubi, pena la mancata<br />

rigogliosità di fioritura.<br />

Tra le piante ad alto fusto, l’albero di Natale avrà raggiunto le decine di<br />

metri se non collocato a distanza di almeno una quindicina di metri andranno<br />

abbattute e non, come si usa, capitozzonati.<br />

Anche la siepe di sempreverde va rivista nell’ottica di creare un “passo<br />

d’uomo” tra il muro e la recinzione di confine per consentire la manutenzione<br />

periodica almeno annuale; manutenzione rivolta anche alla recinzione.<br />

Anche gli alberi di alto fusto vanno piantumati almeno una decina di<br />

metri dai muretti di recinzione per evitare che le radici abbattano le recinzioni.<br />

Lasciate inoltre lo spazio per l’accesso ai mezzi con piattaforme ae-<br />

82


La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

ree ed ai mezzi di soccorso. Purtroppo gli errori iniziali “costano” ma fanno<br />

parte dell’esperienza che ognuno deve maturare.<br />

Non solo danni materiali. Esistono anche i danni indiretti quali ad esempio<br />

il cono d’ombra invernale con il sole basso all’orizzonte. In tal caso oltre<br />

ad incidere sul riscaldamento ritarderà il piacere di goderci l’alternanza<br />

stagionale, lo sanno bene certe popolazioni di valli profonde ove il sole<br />

primaverile è atteso come manna. Rammentate: una linea d’ombra interrompe<br />

il circuito elettrico ed annulla totalmente la resa fotovoltaica<br />

dell’intero pannello (approfondite le specifiche tecniche prima dell’investimento).<br />

Fortunatamente la natura ci fornisce piante secondo le nostre disponibilità<br />

economiche e manutentive; in questo caso non consigliamo l’esperto del<br />

settore ma la vostra singola iniziativa, osservate quanto ci circonda.<br />

La cura del verde è antistress ed aumenterà la coscienza ecologica anche<br />

di chi vi osserverà faticare per godere della nascita di un fiore, della rigogliosità<br />

di un cespuglio fiorito o della vostra capacità di avere piante in<br />

fiore in ogni stagione. Una regola però è da rispettare: l’intorno della casa<br />

non deve avere il verde perenne di piante quali conifere o magnolie ma alberi<br />

a foglia caduca che d’inverno consentiranno il passaggio dell’aria e<br />

del sole; inoltre vi motiveranno l’attesa di una nuova Primavera ...<br />

AGENTI ESTERNI ED INFLUENZA SULLA CASA<br />

L’acqua ed il fuoco sono i nemici prioritari.<br />

Quelli conseguenti alle calamità naturali; terremoti, uragani, alluvioni, incendi<br />

possono essere difficilmente contrastati dal singolo abitante.<br />

Prevenire.<br />

Occorre essere vigili sui segnali premonitori, nel caso dell’acqua sempre<br />

esistenti, rappresentati da aloni, macchie, infiorescenze dell’intonaco su<br />

muri e soffitti.<br />

L’ACQUA, pericolo numero uno<br />

L’acqua agente “guastatore” ed inquilino scomodo.<br />

Sotto forma di falda altera la stabilità dell’edificio, allo stato di umidità elevata<br />

disgrega i leganti della struttura in laterizio, specie se forato, ed aggredisce<br />

la coesione del cemento nei punti deboli. Qualora l’acqua sia<br />

proveniente da perdite, infiltrazioni, provoca immarcimenti fino al crollo<br />

83


La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

delle strutture. In case del primo ‘900 il collasso dei tetti o dei piani alti<br />

provoca anche il crollo dei pavimenti sottostanti con effetto domino.<br />

ACQUA METEORICA<br />

Il percorso, dal tetto alla fogna bianca.<br />

Iniziamo dal tetto il primo elemento colpito. Parlando di esterno<br />

dell’edificio l’acqua sia che derivi da pioggia, grandine, neve o brina, deve<br />

rimanere il minor tempo possibile in loco ed occorre metterle fretta di andarsene:<br />

è “un inquilino scomodo”.<br />

Le bizzarie: l’acqua di scioglimento di un manto di neve ghiacciata su un<br />

tetto può defluire anche in salita ma quando incontrerà un ostacolo od il<br />

primo interstizio di scarico seguirà la legge di gravità… Salutare in questi<br />

casi la posa di tessuti, geotessuto, sottocoppo posti in occasione della ripassatura<br />

tetti. Proseguendo con il deflusso dell’acqua sul tetto la velocità<br />

di discesa, comunque lenta, è rallentata da cocci di coppo, di tegola ed ostacoli<br />

che la deviano dalla retta via unitamente a camini, lucernari, pali<br />

d’antenna.<br />

Si constata che la velocità e la portata d’acqua sono maggiori all’arrivo<br />

nelle gronde per cui in caso di manti spostati e/o gronde improprie si verifica<br />

la tracimazione, stramazzo. Anche l’abitudine, si può sempre mutare,<br />

a limitare il numero dei tubi di scarico, i pluviali, contribuisce al fenomeno<br />

citato unitamente a diametri ridotti. Si risparmia su materiale costoso<br />

quale il rame, e si fanno innesti cilindrici, alle gronde, anziché ad imbuto<br />

sempre per motivi economici. I rialzi, finemente lavorati, nei vertici di<br />

gronda o all’altezza degli scarichi nelle case d’epoca avevano appunto lo<br />

scopo di evitare, ridurre, gli stramazzi. Dopo il tetto, il primo colpito<br />

dall’acqua, scendendo ai balconi, facciate, terrazzi e lastrici solari, vedremo<br />

che non sempre l’acqua “scorre”.<br />

Cornici interpiano, a spigolo vivo, pendenze di balconi insignificanti rallentano<br />

la velocità di scorrimento favorendo ristagni, muffe e successivi,<br />

nel tempo, ammaloramenti dei bordi in cemento, i tristemente noti frontalini.<br />

Il percorso obbligatorio dell’acqua, gronde pluviali.<br />

Lo scopo precipuo delle gronde è quello di raccolta dell’acqua e di convogliamento<br />

della stessa in punti prestabiliti tramite i pluviali. L’obiettivo è<br />

quello di smaltire tutta l’acqua che colpisce il tetto evacuandola veloce-<br />

84


La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

mente. Vanno evitate tracimazioni e gocciolamenti in facciata e peggio<br />

immarcimenti della balza, la parte sporgente del tetto, ed i danni ai cornicioni.<br />

Anomalie ricorrenti.<br />

Qualsiasi sia il manto di copertura, coppi o tegole, si constata uno “scivolamento”<br />

di questi elementi verso il basso.<br />

L’azione è dovuta allo scarso ancoramento del manto di copertura ed al<br />

peso dell’elemento di copertura o della neve. Ciò provoca la fuoriuscita<br />

parziale dell’acqua che non “centra” più la gronda.<br />

Altre disfunzioni sono relative al parziale intasamento del canale di gronda<br />

da cocci di tegole, terra, sacchetti e foglie portate dal vento e da nidi di<br />

volatili.<br />

Il peso dei blocchi di neve caduti in quanto non contrastati a monte della<br />

gronda con elementi “fermaneve” deforma la rettilineità di posa delle<br />

gronde alterando le pendenze di scolo.<br />

Accertamento a vista.<br />

Le più importanti di queste anomalie sono accertabili “a vista” e constatabili<br />

in occasione di pioggia. Dopo le precipitazioni la presenza di gocce<br />

nella parte inferiore della gronda è un segnale da non trascurare, pena il rifacimento<br />

del cornicione.<br />

Pluviali.<br />

Anche in questo caso l’insufficiente capacità di smaltimento può essere<br />

causata da melma o foglie trascinate dall’acqua e frenate in loco dalle lamiere<br />

di innesto del pluviale.<br />

Rimedi correttivi.<br />

Sono operazioni da addetto ai lavori, anche la pulizia, in quanto estremamente<br />

pericolose; di norma prevedono appositi ponteggi od utilizzi di elevatori<br />

con cestelli aerei porta persone.<br />

Non vi resta che provvedere, se l’anomalia persiste anche dopo tali interventi<br />

alla ripassatura del tetto con posa sottostante di apposito telo a doppia<br />

funzione, impermeabilizzante o meglio che lascia scivolare l’acqua<br />

nella parte superiore e traspirante per il lato inferiore. Contemporaneamente<br />

occorre prevedere l’ancoraggio dei coppi e dei fermaneve con ap-<br />

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La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

positi agganci. Il mercato offre validi prodotti quali strisce in rame predisposte<br />

per l’aggancio multiplo dell’intera fila di coppi, dal colmo alla<br />

gronda, ma sono ignoti ai più; sono denominati fermacoppi continui.<br />

Anche il sovradimensionamento delle gronde e dei pluviali e la posa di<br />

apposite lamiere di sponda, quelle delle case storiche, negli angoli e/o comunque<br />

in zone di scarico dell’acqua risulta efficace. L’attuazione delle<br />

citate modifiche è costosa ma per almeno 30 anni non dovrete metterci<br />

mano. Nel bilancio economico inserire gli evitati danni ai cornicioni, alla<br />

facciata e alla sicurezza dei passanti ed anche vostra per evitata caduta<br />

delle tegole.<br />

L’acqua in facciata.<br />

Gli ostacoli al deflusso dell’acqua: le cornici interpiano o gli elementi comunque<br />

sporgenti rispetto al piano facciata obbligano l’acqua a “sostare”<br />

in zona.<br />

L’abitudine di eseguire tali sporgenze a squadra è deleteria in quanto la<br />

parte superiore, quella colpita dagli agenti atmosferici, trattiene a lungo la<br />

neve e l’acqua procurando danni.<br />

Una esecuzione con elevata pendenza eviterebbe l’anomalia e consentirebbe,<br />

ove necessario, la posa di un rivestimento in lamiera di rame sporgente<br />

per facilitare la caduta dell’acqua.<br />

Può costituire inoltre un ottimo supporto per la posa di dissuasori per i volatili<br />

o costituire ostacolo per la loro permanenza.<br />

L’acqua ed i lastrici solari.<br />

Quelli ricoperti con guaine bitumate sono il cruccio della manutenzione<br />

sia per le infiltrazioni che la durata. Rammentandoci che essendo i manti a<br />

base di bitume, con elevato grado di volatilità dei componenti ne dovremmo<br />

evitare l’utilizzo.<br />

Manti di coperture con bitume e simili.<br />

Sulle superfici “protette” da guaine bituminose il ragionamento è opposto<br />

alle coperture in lastre. Il sole asciuga i solventi e le parti volatili provocano<br />

il “distacco dei lembi” e successive infiltrazioni. Ove realizzabile<br />

l’applicazione della striscia di guaina va posta con il sormonto rivolto a<br />

Nord per evitare l’effetto di “asciugatura”. A nostro parere dovremmo evitare<br />

la costruzione di simili lastrici o ridurne i problemi. Come?<br />

86


La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

Chi ha detto che un tetto, lastrico solare, deve essere col piano a bolla?<br />

A costo di demolire od aggiungere una parte occorre creare una inclinazione<br />

(pendenza) anche minima per il deflusso acqua piovana ed utilizzare<br />

lamiere preverniciate e coibentate in modo anche di evitare l’esigenza dei<br />

condizionatori. Con l’italica fantasia possiamo annullare l’impiego anche<br />

sulle solette in cemento costituenti certi cornicioni con l’aggiunta di materiali<br />

che costituiscono una nuova gronda. In tal caso il rame è imbattibile.<br />

Una regola non sempre rispettata è quella che prevede che i piani su cui<br />

andrà steso l’eventuale manto con bitume, e non solo in guaina, dovrebbero<br />

essere “tirati” come biliardi per evitare i comunissimi laghetti centro<br />

guaina visibili anche dopo giorni di cessazione della pioggia. Si solleciterà<br />

pertanto in misura inferiore la stabilità dell’intero foglio ed i conseguenti<br />

distacchi nelle giunzioni.<br />

L’acqua di scolo o gocciolamento.<br />

Dove cadrà l’acqua?<br />

Ci sono diversi parametri in gioco ma se ci limitiamo a quella che colpisce<br />

un balcone con ringhiera, un parametro dimensionale importante è la pendenza<br />

del relativo pavimento.<br />

Nei balconi chiusi le pendenze sono ad andamento ad imbuto verso il canalino<br />

di scolo. Le pendenze limitate e le linee di fuga di pavimentazioni, quando<br />

presenti, rallentano ulteriormente la velocità di deflusso aumentando<br />

l’imbibimento degli strati sottostanti. L'acqua arriva ai bordi e complice la<br />

tensione superficiale dopo aver percorso il bordo, lo spessore del balcone,<br />

tende ad infilarsi sotto aggirando la perpendicolarità di caduta. Pertanto non<br />

cadrà sulla verticale del bordo. Non siamo tecnici di traiettorie ma forse un<br />

approfondimento dei progettisti sarebbe utile. Si riscontra inoltre che in caso<br />

di più balconi allineati tra loro i vari piani la canalina di scarico è posizionata<br />

in mezzeria per cui i soprastanti dilavano i sottostanti; constatatelo sulle vecchie<br />

case. Gli scoli sfalsati attenuerebbero i maggiori ammaloramenti dei<br />

balconi ai piani bassi. Forse è anche sufficiente agire sulla sporgenza delle<br />

canaline. In proposto si constatano canaline di scolo che nella parte esterna<br />

oltre che essere tagliate di sbieco hanno un intaglio raggiato sulla punta che<br />

ha lo scopo di guidare la caduta dell’acqua smorzando l’effetto a fontana,<br />

con getto più o meno lungo, dovuto all’intensità di scarico. Potete effettuare<br />

una prova pratica con uno scarico di tettoia o cupolina; per la realizzazione è<br />

sufficiente una lima tonda per realizzare l’intaglio.<br />

87


La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

Tensione superficiale dell’acqua e problemi.<br />

Trattandosi di un nemico da allontanare con sollecitudine esaminiamo il<br />

fenomeno empiricamente. Effettuiamo una prova pratica con un pettine a<br />

dentatura fine ed una spazzola grossolana. Dopo averli immersi in acqua<br />

constateremo che il pettine trattiene l’acqua in specie nella zona di inizio<br />

dentatura. Si evince che dobbiamo evitare spigoli di ristagno, strette “corsie”<br />

di scorrimento acqua e facilitarne la caduta sfruttando la legge di<br />

gravità.<br />

E’ intuitivo che su di un piano, esempio lastrico, ristagna.<br />

A titolo indicativo la larghezza della “corsia”, ad esempio tra due barre<br />

verticali di un cancello, non deve essere inferiore a circa 14 mm. pena il<br />

ristagno, insorgenza di ruggine ed ammaloramento del ferro e cemento limitrofo.<br />

L’impermeabilità, il cemento ed i mattoni forati.<br />

L’acqua come intrusa. Abbiamo accennato alla “copertina” e cioè lo strato<br />

superficiale in cemento che copre un manufatto ad esempio un muro di<br />

cinta in mattoni o pietre. Tale copertina non è un “impermeabile”! Anche<br />

se non esistessero interruzioni del manto di copertura, quali quelle per ferri<br />

di sostegno reti metalliche / ringhiere od altro, ripetiamo che il cemento<br />

tradizionale non è impermeabile. D’altronde i tetti sono inclinati a proteggere<br />

le superfici interne. L’acqua può penetrare all’interno, è il caso di lastrici<br />

terrazze e tettoie o, peggio, quando ci sono locali sotterranei quali<br />

l’autorimessa non è sufficiente la pavimentazione in pietra o piastrelle a<br />

garantirvi da infiltrazioni sottostanti, ad iniziare dalle linee di fuga<br />

l’acqua, con il tempo, penetrerà all’interno. E’ un’anomalia comune che i<br />

più riparano togliendo il manto di copertura e poi catramando il fondo. In<br />

fase successiva ripristineranno la pavimentazione su apposite gettate di<br />

una nuova gettata di ancoraggio all’elemento di copertura a vista finale,<br />

pietra, piastrelle. Il tutto richiede spessori aggiuntivi, quelli della nuova<br />

gettata, rispetto all’originario. Tale tecnica è usata anche sui balconi. Non<br />

è detto che ora i guai siano finiti perché i vincoli di spessore limitato esistenti<br />

non garantiscono un corretto assestamento della pavimentazione e<br />

l’acqua non è sempre guidata nel suo percorso.<br />

Ripetiamo che è la velocità di deflusso dell’acqua piovana ed il suo ristagno<br />

“in zona” che devono essere tenuti sotto controllo. Valgono sempre le<br />

regole della posa in pendenza ed orientata in modo che il sole, anche quel-<br />

88


La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

lo basso all’orizzonte dei periodi invernali, asciughi i canali di scolo ora<br />

realizzati. Nel canale l’acqua scorre meglio… A volte gli interventi devono<br />

essere drastici. E’ dannoso copiare, mantenere inalterato, l’esistente se<br />

non sono state previste le malizie del caso, l’anomalia si ripresenterà con<br />

il trascorrere del tempo…<br />

Vedi manti di copertura.<br />

L’acqua e gli isolanti dei tubi.<br />

Gli anziani muratori conoscevano i problemi connessi all’inseri-mento in<br />

muratura dei tubi di piombo o ferro. Oltre alla protezione dall’aggressione<br />

chimica della calce occorreva consentire dilatazioni termiche per le tubazioni<br />

di adduzione acqua calda sia per uso sanitario che per il riscaldamento.<br />

Altrettanto grave era ed è il problema delle condense sulle pareti sotto<br />

cui erano posati i tubi per l’acqua fredda in specie nella zona di attacco ed<br />

asservimento all’edificio. Il Δ Τ dell’acqua, con temperature di circa 8°C<br />

d’inverno, e la temperatura dell’edificio, da +20°C in inverno a +30°C in<br />

estate, causava il trasudamento del tubo macchiando la parete ed evidenziando<br />

con una parte nerastra il percorso della tubazione. Il primo isolante,<br />

da avvolgere al tubo prima della muratura, è stato il foglio di giornale ed<br />

al limite pezzi di sacchi in carta del cemento. Se l’artificio era eseguito<br />

con cura e la profondita’ di alloggiamento adeguata, l‘isolamento era “<br />

sufficiente”.<br />

Ora il progresso ci consente l’utilizzo di molteplici materiali più efficaci.<br />

Ciò nonostante non è detto che l’isolamento di cui è fornito il tubo sia adeguato<br />

in quanto i nuovi materiali hanno dilatazioni ben maggiori da<br />

quelle dei tradizionali tubi in acciaio.<br />

Vedi capitoli giunti elastici e plastica.<br />

L’acqua “sfuggita” dal letto del fiume.<br />

Purtroppo non sempre l’acqua di un torrente raggiunge la sua “gronda”<br />

naturale, il collettore di scarico, rappresentato da un fiume, lago od il mare<br />

aperto…<br />

I GUASTI DELLA METEORICA, LE ALLUVIONI<br />

Possiamo parlarne con esperienza diretta in quanto volontari, in autonomia,<br />

con colleghi tecnici. Il periodo: dagli anni ’60 a Valle Mosso (BI) sino<br />

al Novembre ’94 ai paesi lungo il Tanaro (AT e CN). Abbiamo pertanto<br />

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La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

constatato le cause dei danneggiamenti e, molto più, l’atteggiamento operativo<br />

in tali frangenti. A parziale eccezione sul giudizio espresso sui politici,<br />

immaginatevelo, abbiamo constatato come Sindaci illuminati, vedi<br />

Canelli (AT), guidassero l’organizzazione dei soccorsi. Non pensiamo che<br />

il Sindaco avesse partecipato a corsi di “disaster manager” (ma li avranno<br />

poi fatti?) ma certo ha svolto il suo operato quale guida attenta, capace e<br />

di buon senso.<br />

Non conosciamo il suo trascorso ma la metodologia adottata era quella attuata<br />

da industriali colpiti, la famosa industria dolciaria di Alba (CN), ed<br />

altri “privati”, artigiani tosti.<br />

Mappatura del territorio, esigenze specifiche, il da farsi ed il già fatto erano<br />

le regole operative e, caso unico, l’accesso all’area era permesso solo al<br />

personale registrato e munito di adesivo identificativo (gli sciacalli sono<br />

da sempre presenti ed attivi in tutte le calamità).<br />

In proposito vorremmo suggerire ai patiti, meglio definirli malati, del “turismo<br />

dei disastri” di fornire copia della documentazione fotografica anche<br />

ai singoli cittadini al fine di comprovare i danni subiti per le richieste<br />

di aiuto; costituirebbe ausilio gradito.<br />

Gli aiuti.<br />

Non lasciatevi commuovere dalle richieste di aiuti dei mezzi di comunicazione.<br />

Le esigenze sono ben specifiche e contingenti e non sono identificate nella<br />

massima di un Santo locale: date ai poveri il superfluo. E’ una carità impropria,<br />

scusate la nostra schiettezza, che genera sprechi, guai ed inutile<br />

dispendio di risorse; gli stessi media con il tempo ne evidenzieranno gli<br />

abusi e gli illeciti. D’altronde ricordiamo che da bambino su ordine della<br />

mamma attendevamo l’arrivo dei camion dell’UNRRA, aiuti dalle Nazioni<br />

Unite, già svuotati lungo il percorso a valle per cui alla nostra borgata<br />

arrivavano quasi vuoti. Il tempo di correre ad avvisare la mamma e gli aiuti<br />

residui sparivano per poi ricomparire, a detta del genitore, per gli acquisti<br />

a “borsa nera”.<br />

Ritornando a noi avevamo capito che l’aiuto doveva essere “mirato” e non<br />

solo. Anche per i volontari sarebbe stato opportuno avere vestiario e strumenti<br />

autonomi. Le nostre auto erano stracolme di stivali, guanti, attrezzi<br />

meccanici e liquidi per svitare, oliare e rimettere in sesto i motori elettrici<br />

dei frigo o il trapano elettrico o semplicemente mettere in sicurezza<br />

90


La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

l’impiantistica elettrica di casa. Tutto il materiale ci era fornito con fiducia<br />

da colleghi, amici e negozi e fornitori vari sollecitati in merito.<br />

Nell’ultimo intervento del 1994, quello di Canelli (AT) la squadra era<br />

formata da una dozzina di persone con esperienze tecniche differenti e<br />

tali da ripristinare, con mezzi di fortuna, anche caldaie a gas date per<br />

spacciate.<br />

Le priorità.Combattere contro l’acqua presente, limitare i danni delle ondate<br />

raggiungenti oltre un metro dal piano terra.<br />

Le esperienze giovanili, la propedeutica.<br />

Sotto casa nostra scorreva un torrente raggiungibile con rampa di gradini.<br />

Era il nostro passatempo ma anche scuola di vita che sarebbe stata poi utile<br />

anche per le alluvioni. Imitare Tarzan, saltare sulle pietre, costruire dighe<br />

improvvisate ove pescare con più facilità! Il nostro passatempo senza<br />

allontanarci da casa. Anche i genitori utilizzano l’acqua, corrente e pertanto<br />

pulita, per innaffiare i vasi, tanti gerani, e lavare i panni. C’era pertanto<br />

l’esigenza di reperire una grossa pietra con una faccia inclinata e rivolta al<br />

fiume e una pozza d’acqua sottostante che facilitasse l’immersione ed il<br />

risciacquo del bucato.<br />

Il letto del torrente variava in relazione alla portata d’acqua ed il trasporto<br />

a valle di detriti, pietre e tanta sabbia. Quest’ultima teneva a livellare<br />

l’alveo del fiume e riempiva anche la pozza d’acqua per il lavaggio; era<br />

pertanto necessario ripristinare l’area spostando le pietre a monte, creando<br />

nuova “diga” a valle e cosa importante aumentare il deflusso dell’acqua<br />

nell’area utilizzata. La pioggia incrementando la portata d’acqua del torrente<br />

ci precludeva l’accesso al “terreno” di gioco ed alla mamma la “lavanderia”.<br />

Da questo momento iniziavano due diverse attese: la nostra era<br />

rivolta al variare del colore dell’acqua, da marrone scuro all’incolore, si<br />

vedevano i pesci e si pescava, e quella della mamma all’attesa che la pietra<br />

emergesse dall’acqua per ripristinare le vecchie abitudini. I primi a<br />

scendere la scaletta di accesso al torrente eravamo noi. Facevamo anche<br />

l’inventario dei danni delle piene: ringhiera divelta, pluviali intasati, muretti<br />

spaccati dalle rocce trascinate dalla furia dell’acqua. Con il tempo<br />

l’area di accesso all’acqua mutò da costruzione in legno a mattoni pieni e<br />

per ultimo ad un blocco di cemento con gradini annessi. Questa costruzione,<br />

ancora attuale, unita ad una periodica manutenzione del torrente, recu-<br />

91


La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

pero tronchi di alberi, spostamenti di massi per incanalare al centro alveo<br />

la corrente, apertura di dighe naturali formati dalla piena, ha consentito<br />

una certa tranquillità.<br />

Naturalmente la sabbia asportata veniva vagliata ed accantonata per successivi<br />

lavoretti edili.<br />

La velocità di scorrimento dell’acqua variava da poche centinaia di metri<br />

all’ora ad oltre 40 km/h. Sulla prima misurazione abbiamo certezze, era<br />

sufficiente seguire un pezzo di legno tra due pietre distanziate, sulla seconda<br />

misurazione, empirica, vi erano solo ipotesi perché appena il torrente<br />

ingrossava la porta di accesso veniva sbarrata. Però a proposito di portata<br />

si constatava che in caso di pioggia persistente l’acqua riusciva a trasportare<br />

a valle macigni di 2030 kg che funzionavano da ariete. La nostra<br />

sfida all’acqua, attraversamento tra le sponde, ci procurò grosse tumefazioni<br />

alle gambe ed un efficace e salutare insegnamento a non sfidare la<br />

natura. E per collegarci all’argomento alluvioni segnaliamo che il letto del<br />

fiume variava da pochi centimetri di profondità e pochi decimetri di larghezza<br />

a 1,5 mt di profondità, misura media tra i continui salti d’acqua<br />

provocati dalle rocce incontrate lungo lo scorrere.<br />

Purtroppo la larghezza era vincolata da un lato dalle fondamenta e facciate<br />

prospicienti il torrente e dall’altra delle alte mura di sostegno orti a conduzione<br />

familiare.<br />

Non escludiamo che essendo il “borgo” di origine medievale, il letto fosse<br />

stato ulteriormente scavato a difesa degli abitanti e gli indigeni potessero<br />

uscire, fuori le mura, anche tramite ponti levatoi<br />

Questo canale, in parte artificiale, aumentava a dismisura la forza di un<br />

piccolissimo torrente la cui furia si placava solo nella pianura sottostante<br />

dopo la confluenza di altro torrente, altra difesa del borgo racchiuso tra<br />

due torrenti e sovrastato da un castello eretto sullo spartiacque. Nella pianura<br />

la forza dell’acqua rallentava e formava con i detriti, piante/ zolle/<br />

pietre, dighe che provocavano l’esondazione naturale.<br />

Da quanto esposto si evince che “costringere” un fiume tra alte sponde<br />

genera solo velocità dell’acqua e distruzioni sicure.<br />

La portata e la velocità dell’acqua.<br />

Tutti noi siamo convinti che è meglio prevenire che curare ma non sempre<br />

operiamo per ...<br />

Il compito è delegato sovente agli altri, alle Autorità preposte.<br />

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La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

Portiamo, ad esempio, la manutenzione dei boschi o di un semplice<br />

pendio. Possiamo confrontare la montagna al tetto di una casa. Sul tetto<br />

l’acqua piovana è incanalata in tanti rivoli formati dai canali dei coppi poi<br />

guidata ad un bacino di raccolta, la gronda.<br />

Quest’ultima tramite apposite pendenze distribuisce “uniformemente”<br />

l’acqua ai pluviali di scarico. Qualora pensassimo di incanalare tutta<br />

quest’acqua ad un unico canale del manto di coperture, immaginatevi una<br />

conversa, l’acqua accumulerebbe portata e velocità tale da stramazzare<br />

dalla gronda e pochissima raggiungerebbe la strada preposta alla discesa<br />

tramite i pluviali. Pertanto non sono sufficienti il verde e gli alberi a<br />

“trattenere” l’acqua piovana o di scarico dei pochi ghiacciai rimasti, ma<br />

occorre evitare che l’acqua scelga una strada preferenziale, quella della<br />

massima pendenza. E’ necessario guidarla, contenerla, facendola “riposare”<br />

lungo il percorso prima di raggiungere valli e pianure abitate. Tali<br />

opere di manutenzione erano eseguite dai contadini abitanti in loco. Avevano<br />

lo scopo di irrigare le rive, creare bacini di raccolta per abbeverare<br />

gli animali, anche quelli selvatici. Mantenevano produttivo il terreno a<br />

fornire foraggio, crescita alberi da frutta o da taglio evitando inoltre che<br />

le strade, faticosamente costruite, diventassero letto dell’acqua con i danni<br />

che citeremo.<br />

Se siete cercatori di funghi o cacciatori vi renderete conto dei risultati<br />

dell’abbandono degli “umani” da scomode zone montane. Alcuni sentieri<br />

di montagna, l’acqua preferisce scorrere sulla terra battuta, nel giro di pochi<br />

anni hanno assunto l’aspetto di piccoli canyons con potenza tale<br />

dell’acqua che la mia socia ed io che ho corporatura “adeguata”, dovevamo<br />

tenerci uniti con le braccia per non essere travolti nell’attraversamento<br />

(a parte i temporali, non sempre prevedibili, la pioggia non annullava il<br />

piacere della ricerca funghi anzi lo facilitava ...) Ecco ai signori Verdi cittadini<br />

in specie politici, farebbe bene trovarsi sotto un forte temporale ad<br />

oltre mille metri di quota e toccare con mano, pardon con i piedi, i guasti<br />

dell’abbandono ma forse sono preferibili le costose opere di “difesa” a<br />

valle.<br />

Ritorniamo alla nostra casa risparmiata da tali problemi. Può darsi che i<br />

nostri guai siano solamente il riflusso dell’acqua piovana che la fogna cittadina<br />

non riesce a smaltire: risultato allagamento delle cantine ed adozione<br />

pompe di pescaggio ecc..Anche il “semplice” ristagno di acqua in zona<br />

crea problemi e relativa umidità. Purtroppo a cadenze, non stabilite ma ci-<br />

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La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

cliche, si verificano alluvioni e disastri. Alla prima reazione di “attesa” (la<br />

piena ci risparmierà?) subentrano la rabbia dell’impotenza a limitare i<br />

danni.<br />

Provvedimenti correttivi ed atteggiamenti.<br />

E’ dura non lasciarsi prendere dal pessimismo. La vicinanza di persone<br />

volenterose e disponibili e molto più il rammentare che altre persone, sfortunatamente<br />

prima di noi, abbiano ripreso l’attività è motivo di reazione.<br />

Non è vero che è tutto da buttare. Lo svuotamento dei locali alluvionati, il<br />

mettere in salvo quanto possibile è il primo pensiero. Purtroppo le cantine,<br />

le parti della casa sotto il livello del terreno di accesso all’edificio, sono<br />

allagate e vanno liberate anche perché in cantina, ripostigli vari, sono allocate<br />

le caldaie per riscaldamento da recuperare e riattivare. Rammentiamo,<br />

per i non pratici, che l’acqua delle alluvioni trascina non solo melma ma<br />

residui di gasolio, oli e prodotti chimici vari “trovati” lungo il percorso.<br />

Tali morchie galleggianti “sporcheranno” tutto, inquinando anche i terreni<br />

oltre all’acqua dei fiumi e le falde acquifere, politici meditate ...<br />

Ritorniamo all’emergenza. Le alluvioni più disastrose avvengono in Autunno<br />

inoltrato e pertanto è necessario il riscaldamento anche perché<br />

l’umidità della casa incrementa la sensazione di freddo. Il buio delle case,<br />

a Novembre la notte arriva presto, in Piemonte verso le 17, ed il chiaro<br />

verso le 8, risultano 9 ore lavorative al “chiaro”, ed il lavoro è tanto. Nel<br />

Polesine, anno ’51 se non erriamo, le terre erano sotto il livello del fiume e<br />

pertanto l’acqua, formando un lago, era stabilmente ferma ai piani terreni<br />

costringendo gli abitanti alla emigrazione. Negli altri casi che tratteremo<br />

le case erano costruite a livello dell’acqua e pertanto passata la piena gli<br />

edifici erano “abitabili”. Per la verità non tutti in quanto alcuni sventrati<br />

dalla furia dell’acqua ed altri perché posizionati nella “bassa”, terreni sotto<br />

il livello del letto del fiume. Qui erano concentrate prioritariamente le attività<br />

dei VVFF ma le esigenze erano tali da favorire lo sciacallaggio di alcune<br />

imprese private con i mezzi di spurgo. Rammentiamo lite per interventi<br />

nel 1994, pagati a cifre esose che, all’infamia non c’è limite, dirottavano<br />

l’acqua a valle in fogne intasate che riversavano fuori allagando<br />

nuovamente le case a valle; nuova commessa assicurata per l’impresa. Per<br />

fortuna i volontari veneti, glorioso Corpo Alpino, arrivavano sul posto con<br />

le proprie motopompe e da esperti svuotavano dapprima le fogne e relativi<br />

scarichi a fiume consentendo così il deflusso delle acque. In realtà la pre-<br />

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La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

senza di fango e melma tendevano ad otturare subito tutti gli scarichi; pareva<br />

una fatica di Sisifo! Anche in questi casi sono stati utili le esperienze<br />

del paese natio. Per sgomberare la neve dalle strade in pendenza si scavava<br />

nel manto di neve a centro strada un canale sino ad uno scarico a fiume.<br />

Poi dalle case poste più in alto della borgata si immetteva acqua che veicolava<br />

a valle la neve che gli abitanti gettavano a palate. Anche in questo<br />

caso l’acqua sollecitata malamente da cariche improprie tendeva a rifiutare<br />

le curve e fuoriuscendo allagava le cantine limitrofe. In parole povere<br />

occorreva “governare il fenomeno” per tutta la lunghezza del tracciato ed<br />

un “arbitro” verificava in continuo la capacità di smaltimento del torrente<br />

e decideva la quantità che gli uomini, a monte, potevano smaltire. In analogia,<br />

passata la piena alluvionale, la naturale portata del fiume doveva essere<br />

rispettata a costo di accumulare fango e detriti in zone lontane per<br />

successiva rimozione forzata. Le pratiche operative, decalogo diffuso<br />

all’epoca, potrebbero non interessarvi e vi auguriamo che non siate mai<br />

coinvolti, ma soffermarsi su alcuni punti può essere utile.<br />

La prevenzione.<br />

Rammentate che l’acqua non scorre solo in discesa. E’ sufficiente una piccola<br />

diga formata da tronchi e detriti e il livello dell’alveo sale. Salirà a dismisura,<br />

se tante piccole dighe, ostruzioni momentanee, cederanno simultaneamente<br />

per l’eccessiva pressione esercitata dall’acqua provocando ondate,<br />

in salita, distruttive. Tale caso l’abbiamo constatato nel primo intervento<br />

a Valle Mosso (BI) ove le industrie manifatturiere tessili erano posizionate<br />

decine di metri più alte rispetto al livello torrente incanalato tra rive<br />

scoscese. Increduli attuavamo interventi mirati, lo smontaggio ed il nettamento<br />

di telai di manifattura raggiunti “solo” dalle ondate in salita. Il<br />

limo trascinato dall’ondata si era infilato anche in zone “stagne” quali scatole<br />

ingranaggi, “il cambio” per le macchine utensili. In tal caso lo sradicamento<br />

di alberi contigui al fiume ne è stato la causa principale. Ma si è<br />

constatato anche che alcune case costituite sulle pendici avevano i muri<br />

dei terrapieno a monte non concatenati con i muretti laterali i primi a scivolare<br />

a valle ad ostruire i corsi d’acqua.<br />

Le tecniche di costruzione tipo pilone seggiovie, le fondazioni si incuneano<br />

nel terreno a monte ed il relativo peso impedisce il ribaltamento, erano<br />

state dimenticate. Nel caso citato non era il disboscamento, causa sempre<br />

citata dai Verdi, ma la bassa valutazione dei pericoli di posizionare azien-<br />

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La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

de, grosse utilizzatrici d’acqua, vicine a torrenti forse non sufficientemente<br />

manutentati, taglio piante endemiche delle rive, creazione di bacini di<br />

sfogo ecc.. Essendo il fenomeno delle inondazioni ciclico ma non a data<br />

stabilita viene dimenticata la manutenzione preventiva. Il passaggio poi,<br />

dal riscaldamento a legna a quello da derivati del petrolio ha limitato il bisogno<br />

di cercare legna, gli endemici frassino ed ontano dei corsi d’acqua<br />

montani ed il recupero dei tronchi trascinati dall’acqua nei terreni esondati.<br />

Era una pulizia gratuita degli alvei ambita dai valligiani ora convertiti<br />

alla comodità di stufe a pellet proveniente, un controsenso, dall’Austria o<br />

Russia. Qualche ripensamento sarebbe salutare. Non escludiamo che<br />

l’aumento vertiginoso dei costi energetici ci costringa ad anticipare il rinsavimento<br />

ottenendo pertanto una ”prevenzione” obbligata.<br />

P.S. Ai cittadini rivolgiamo l’invito ad esaminare l’intorno dei piloni dei<br />

ponti, in qualsiasi stagione. Avranno modo di verificare che l’agevole asportazione,<br />

una gru è sufficiente, dei tronchi impigliati è rimandata nel<br />

tempo. Questi intasamenti, limitati, costituiranno poi l’innesco ai guai<br />

successivi ma si attende ...<br />

Rinforzare o sfondare gli argini?<br />

Premessa: i torrenti, recidivi nel tempo, nell’azione di straripamento hanno<br />

alvei che si sviluppano in decine di chilometri di lunghezza; il Po ne<br />

percorre centinaia prima di arrivare nella “bassa”.<br />

Proposta: invece di attendere ansiosi i livelli altimetrici o l’altezza “libera”<br />

sotto i ponti perché non si provocano “inondazioni governate”<br />

sfondando argini e deviando l’acqua lungo il percorso? I costi di espropri,<br />

per pubblica utilità, sarebbero inferiori ai danni ed ai … morti; inoltre<br />

bastano pale meccaniche ... ma devono essere disponibili, come per<br />

lo sgombro neve, anche di notte e nei festivi, alluvione ’94 insegna ...<br />

Per ritornare alla quotidianità il metodo delle inondazioni governate,<br />

con paratie od occlusioni momentanee, è in uso da millenni in agricoltura<br />

per irrigare i campi …<br />

L’ACQUA DI CASA: la potabile<br />

Manutenzione … dell’acqua: i nemici.<br />

Viene attinta ed utilizzata in loco, lavello/sanitari/caldaia, mediante rubinetti<br />

posti lungo l’impianto di adduzione; tali apparati richiederanno manutenzione<br />

periodica.<br />

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La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

I nemici.<br />

Sono la tipologia dell’acqua con i suoi gradi di durezza e le impurità meccaniche.<br />

Non tratteremo della durezza in quanto non ritenuta di carattere<br />

universale mentre invece quanto di solido trasporta l’acqua interessa tutta<br />

l’utenza. E se come San Tommaso, vogliamo accertarcene di persona è<br />

sufficiente smontare un dosatore di flusso, aeratore, posto sul beccuccio di<br />

un rubinetto di ultima generazione, quelli con leva monocomando; constaterete<br />

pallini, sabbia ed altro.<br />

I danni ai sistemi di chiusura.<br />

Citiamo chiusura in quanto è il requisito più facilmente riscontrabile; il<br />

rubinetto non chiude o gocciola. Tutte queste impurità danneggiano le<br />

guarnizioni siano esse in gomma o a dischi in ceramica per monocomando.<br />

I rubinetti tradizionali risentono anche della mano “pesante” di chi li<br />

aziona riducendo la vita delle guarnizioni ed il gruppo vite/madrevite che<br />

consente l’apertura e chiusura in modo graduale. Infatti si tende a forzare<br />

il comando a ghiera con la speranza che cessi subito il gocciolio. In realtà<br />

questo cessa da solo dopo lo svuotamento acqua residua; quello relativo<br />

ad un lavello cesserà più tardi in quanto il beccuccio è più lungo e pertanto<br />

più distante dalla zona di chiusura. É quindi buona norma attendere che la<br />

guarnizione si assesti e che l’acqua residua venga smaltita. Ma non è sufficiente;<br />

occorre infatti eliminare gli sfridi, la sabbia e terra che l’acqua<br />

trascina.<br />

Il fenomeno è accentuato in occasione di interventi sul vostro impianto idrico,<br />

con sfridi di lavorazione e dell’acquedotto municipale sottoposto a<br />

riparazioni. In analogia all’industria, che deve salvaguardare costose apparecchiature,<br />

la soluzione del problema è il filtro. Può essere applicato centralmente,<br />

all’ingresso impianto idrico nell’alloggio o casa ed anche applicato<br />

singolarmente ai singoli rubinetti di attingimento. Vengono posti sul<br />

circuito idrico in prossimità uscita acqua fredda e calda che raggiunge con<br />

cannucce rigide i vari rubinetti. Otterrete vari vantaggi quali la singola<br />

chiusura di un rubinetto su cui dovete intervenire. Non sarà più necessario<br />

“chiudere” centralmente l’acqua, avete un filtro dedicato; si denominano<br />

infatti “rubinetti filtro”, ed avrete l’occasione di sostituire il flessibile con<br />

una più sicura cannuccia rigida.( Fatevi illustrare come pulire i filtri che<br />

alcuni idraulici tolgono in fase di montaggio per non avere la grana di essere<br />

richiamati per gli intasamenti degli stessi. Avrete modo di appurare<br />

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La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

che anche gli interventi sulle condotta municipale non generano solo acqua<br />

“marrone” ma anche terra, calcare e sfridi). Ricordiamo che nel flessibile,<br />

anche quello appariscente con maglia metallica esterna che ne consente<br />

l’adattabilità a percorsi sinuosi, la condotta acqua avviene in un tubicino<br />

di gomma, posato all’interno. Cederà con il tempo per usura, dapprima<br />

quello più sollecitato dall’acqua calda con i danni che quasi tutti<br />

conosciamo. Tutti questi filtri, dal centrale ai singoli, contribuiscono a ridurre<br />

il passaggio di impurità salvaguardando l’integrità delle guarnizioni<br />

sia in gomma, per rubinetti vecchi, sia in dischi ceramici, nei nuovi monocomando.<br />

Alcuni filtri, esempio quello centrale, eliminano i fastidiosi e<br />

dannosi colpi d’ariete. Sono quei colpi che avvertite quando riprende a<br />

scorrere l’acqua bloccata dapprima per interventi sulla condotta.<br />

Filtro centrale e sua manutenzione.<br />

Si tratta infatti di un grosso bicchiere, trasparente, in cui è immersa una<br />

matassa di fili, calza tessile, attraverso cui passa l’acqua depositando le<br />

impurità. Il “fine vita”, dopo mesi/anni di funzionamento, è a vista. Il colore<br />

marroncino della calza tessile e le impurità depositate sul fondo del<br />

bicchiere sono il segnale di richiesta di sostituzione.<br />

P.S. le etichette già citate con gli estremi dei ricambi, poste nei pressi, vi<br />

tornerebbero utili.<br />

La caldaia ed i filtri.<br />

Verrebbe da pensare che in considerazione del fatto che le caldaie hanno il<br />

circuito acqua sigillato, e quindi sia sempre la stessa acqua a circolare<br />

nell’impianto, non ci siano particolari esigenze in merito. In realtà non è<br />

così: il circuito sigillato necessita di rabbocchi, almeno a livello annuale, e<br />

l’acqua sanitaria, quella che attinge come calda, è sempre “nuova”. Ne<br />

consegue pertanto l’esigenza di salvaguardare i congegni, delicati, di tale<br />

apparato. Le moderne caldaie hanno un filtro all’ingresso acqua fredda ma<br />

non è sempre sufficiente e per di più si constata che quasi mai tale filtro<br />

sia oggetto di pulizia periodica in occasione della revisione annuale caldaia.<br />

Il consiglio è quello di posizionare un filtro dedicato di quelli precedentemente<br />

descritti a calza tessile che consente l’analisi a vista.<br />

Segnali premonitori di intasamento filtri sono il ridotto deflusso acqua, carente<br />

pressione d’uscita acqua sino al mancato funzionamento caldaia per<br />

l’acqua sanitaria.<br />

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La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

Infatti il dispositivo di accensione dei relativi bruciatori è azionato dalla<br />

variazione pressione acqua in entrata; qualora la differenza di pressione tra<br />

rubinetto chiuso a rubinetto aperto fosse minima il dispositivo non reagirebbe<br />

e quindi non azionerebbe il bruciatore della caldaia per la produzione<br />

di acqua calda. Del fenomeno ve ne accorgerete in modo graduale; è un<br />

promemoria della mancata pulizia filtri. Anche la ridotta erogazione acqua<br />

è un segnale di esigenza pulizia filtri. Iniziate a pulire gli aeratori di flusso<br />

sui beccucci dei rubinetti.<br />

Ripetiamo il consiglio riportato per la chiusura rubinetto; quando ci sono<br />

guarnizioni in gomma, è anche il caso dell’aeratore di flusso, non usate attrezzi<br />

ma la semplice mano; vi sarà facile smontare, sempre a mano, per la<br />

pulizia periodica.<br />

Le pinze, anche quelle da idraulico, non vanno usate; utilizzate invece le<br />

chiavi rigide, fisse, che hanno presa sicura e leva proporzionata alle dimensioni<br />

del dado.<br />

L’ACQUA ed il GELO<br />

Nonostante l’incrementato riscaldamento terrestre le temperature invernali<br />

raggiungono valori sottozero, a volte anche in Meridione in zone non vocate.<br />

Il gelo raggiunge le condotte idriche di casa provocando, se non esiste<br />

possibilità di espansione volumi assunti dalla congelazione dell’acqua,<br />

rotture dei tubi nei punti deboli (iniziando dai flessibili…). Purtroppo, per<br />

comodità, le condotte municipali e le nostre sono quasi a livello stradale e<br />

pertanto soggette a fenomeni di gelo. Nei casi in cui l’acqua non scorra<br />

per un certo lasso di tempo, è il caso della seconda casa, la temperatura di<br />

freddo sottozero prolungato riesce a gelare l’acqua. Ne consegue che in un<br />

fine settimana di mesi freddi non potremo abitare la seconda casa, con<br />

l’auspicio di carenza danni. In verità esistono sistemi di accensione caldaie<br />

a distanza, tramite telefono o telefonino che di massima costituiscono<br />

comodità quale quella di arrivare in una casa calda; valutate voi<br />

l’applicazione dati gli elevati costi del dispositivo.<br />

Qualche malizia.<br />

Innanzitutto dovremmo verificare l’allaccio dal contatore alle nostre tubazioni<br />

interne.<br />

Per le case cantinate si verifica che la condotta municipale sia situata in un<br />

punto più elevato delle nostre tubazioni; ciò provoca una “sacca” di acqua<br />

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La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

stagnante, vedi case inutilizzate, che nel tempo ghiaccerà. Inoltre le vecchie<br />

tubazioni in ferro od acciaio zincato facilitano, per il quasi nullo potere<br />

isolante, la formazione di ghiaccio. I rimedi pertanto consistono nel sostituire<br />

il pezzo di tubo che partendo dalla condotta municipale raggiunge<br />

la saracinesca ed il relativo “polmone”, dispositivo contro le sovrappressioni<br />

occasionali dell’acquedotto. Il tubo dovrà essere in materiale diverso<br />

dal ferro quale ad esempio rame isolato o multistrato e nell’occasione occorre<br />

sostituire le saracinesche a volantino con quelle a leva, più intuitive<br />

e veloci, inserendo anche nel punto più basso della sacca citata un rubinetto<br />

di scarico dell’acqua residua. Anche un altro rubinetto di scarico<br />

dell’intero impianto eliminerà tutti i problemi; ma l’acqua di scarico andrà<br />

eliminata con secchi a mano e non lasciata cadere sui pavimenti della cantina<br />

procurandovi altri guai da umidità.<br />

Se vi è faticoso potete lasciare i secchi pieni in cantina per svuotarli successivamente.<br />

Va da sè che questa operazione di scarico acqua<br />

dall’impianto avrà maggior efficacia se lascerete aperti i rubinetti posizionati<br />

più in “alto” della condotta, in genere quelli del lavello e box doccia<br />

dell’ultimo piano.<br />

L’acqua “chiusa” in boiler / caldaie / cassette wc.<br />

Iniziamo dal boiler elettrico.<br />

E’ un apparato munito di isolamento termico per cui risente in misura minore<br />

il freddo. Ciò nonostante se noi dopo aver chiuso l’acqua centralizzata<br />

apriamo il rubinetto dell’acqua calda la poca acqua che uscirà creerà<br />

spazio all’espansione eventuale ghiaccio. Anche i rubinetti lasciati aperti<br />

aiutano. Nelle case di montagna i boiler vengono dotati, a richiesta, di rubinetti<br />

di scarico ma da esperienze sino a temperature esterne, occasionali,<br />

di circa meno 10°C tali aggiunte non sono necessarie. Invece la pancia,“sacca,<br />

del flessibile di adduzione facilita il ghiaccio. Lo ripetiamo tutti<br />

i flessibili vanno sostituiti con cannucce rigide ed in particolar modo<br />

nelle case la cui dimora saltuaria non ci permette di intercettare subito la<br />

rottura ed i conseguenti allagamenti.<br />

La sacca d’acqua in ogni locale.<br />

Iniziando dal bagno osserveremo che il punto più basso di attingimento<br />

acqua è quello della vasca o bidet. Anche in questo l’apertura dei rubinetti<br />

darà sfogo all’acqua residua. Un consiglio per evitarvi le critiche del co-<br />

100


La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

niuge: sotto qualsiasi rubinetto lasciato aperto, in fase di “chiusura casa”,<br />

va posto un panno di spugna il più esteso possibile per evitare macchie di<br />

ruggine ed aloni antiestetici su smalti vasca o ceramiche lavello.<br />

Le vaschette per WC.<br />

Sconsigliamo di svuotarle; si deteriorano i meccanismi e le guarnizioni.<br />

Aggiungete invece poche gocce di alcool denaturato (l’antigelo provoca<br />

morchie).<br />

Qualora invece abbiate vaschette in ghisa, montate sino agli anni ’50 ma<br />

ancora funzionanti dopo ≈60 anni, vale lo stesso consiglio. Sono invece da<br />

sostituire le vaschette in plastica non isolate internamente, anni ’60-’80;<br />

con il tempo la plastica si fessura e si spacca procurandovi guai ed allagamenti.<br />

L’anomalia è frequente nelle seconde case. Rammentiamo che il<br />

trascorrere del tempo costituisce usura. Il mancato o limitato utilizzo delle<br />

case vacanza non sempre allunga la vita degli apparati. Confrontatevi con<br />

l’uso sporadico dell’auto e le grane derivanti!<br />

Le caldaie ed il gelo.<br />

Nelle case vecchie o nelle località prive di condotte del gas funzionano<br />

caldaie a gasolio o a legna con impianto termico con vaso di espansione, e<br />

rabbocco, situato in un punto più elevato della condotta termica. In genere<br />

è già stato utilizzato per “riempire” l’impianto con anticongelante, tale e<br />

quale il radiatore della vostra auto. Se invece ciò non vi è noto, per il nuovo<br />

l’acquisto o eredità casa, dovrete farlo appurare dal tecnico caldaie; qui<br />

infatti non occorrono poche gocce ma decine di litri di anticongelante. E’<br />

sempre bene essere informati per prevenire danni futuri.<br />

Le caldaie a circuito chiuso.<br />

Nel caso di gelo hanno grossissimi problemi. Il primo è che l’acqua interna<br />

non è del tipo anticongelante e neanche si può far diventare tale.<br />

L’unica soluzione, insita nella progettazione, è il dispositivo di funzionamento,<br />

al minimo, per evitare temperatura di anticongelamento; in genere<br />

tale dispositivo impedisce di scendere sotto i 5°÷7°C. Ma ... costa mantenere<br />

a vuoto, senza utilizzo dell’edificio in genere seconda casa, il funzionamento<br />

della caldaia. Per di più richiede l’allaccio continuo alla corrente<br />

elettrica ed inoltre non si riscontrano garanzie sull’efficacia dei sistemi. É<br />

sufficiente un calo di pressione nella rete di adduzione del gas, una tempo-<br />

101


La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

ranea sospensione dell’energia elettrica e ... la caldaia si spegne. Per la verità<br />

esistono allarmi telefonici, del tipo degli antifurti, che vi avvisano.<br />

Dovete quindi sperare che l’impiantista abbia posto in essere tutte le malizie<br />

del caso; ma se voi avete voluto la caldaia sul balcone, luogo notoriamente<br />

con temperatura uguale a quella esterna preparatevi agli inevitabili<br />

guai. Per conoscenza gli interni casa hanno un ∆t, favorevole, di ≈5°/10°c<br />

a seconda del tipo di isolamento termico adottato.<br />

Rammentatevi dell’equilibrio naturale delle cose: qualora il sottozero persista<br />

nel tempo, il ∆t della casa tenderà a zero e pertanto la temperatura interna<br />

ed esterna coincideranno.<br />

TUBI IDRICI<br />

Il percorso dell’acqua nei tubi.<br />

Tra le pareti domestiche la disponibilità di acqua potabile ed il riscaldamento<br />

centralizzato sono conquiste “recenti”. Le tubazioni, originariamente<br />

in piombo, distribuivano l’acqua ai locali posti nelle adiacenze delle colonne<br />

di adduzione. Queste ultime erano posizionate, di massima, nei vani<br />

scala da cui si diramavano, con percorsi limitati, alle utenze. Tale tecnica<br />

fu poi adottata anche per il riscaldamento. Dalla cantine, luogo di istallazione<br />

caldaie, partivano le colonne cui erano collegati i radiatori posti a<br />

limitata distanza. I tubi erano adiacenti ai muri maestri e posizionati a vista<br />

come pure i radiatori. Si evitava così di “spaccare” pavimentazioni, si<br />

godeva del calore dei tubi e cosa non secondaria si limitavano i costi impiantistici.<br />

La “circolazione naturale” dell’acqua riscaldata poteva raggiungere<br />

tutti i radiatori posti sul percorso.<br />

In seguito l’aumentata richiesta di comfort specie per i locali “distanti”<br />

dalle colonne fu resa possibile dall’introduzione di pompe che “spingevano”<br />

l’acqua a raggiungere radiatori posti a lunghe diramazioni. I tubi erano<br />

sotto pavimento e murati sulle pareti. Iniziarono così i guai e gli elevatissimi<br />

costi di ripristino manutentivo dapprima citati. E’ ovvio pensare<br />

che tubazioni a vista, che ancora vedete nei palazzi storici del centro, evidenziassero<br />

subito eventuali anomalie con facili interventi di ripristino.<br />

Non altrettanto dicasi dei “moderni” impianti con tubi annegati nel cemento<br />

magari adiacenti a cavi elettrici e relative correnti vaganti. A ciò aggiungasi<br />

che non sempre i materiali erano/ sono di prima qualità.<br />

Senza giungere all’utilizzo dei pregiatissimi acciai svedesi, quasi privi di<br />

zolfo, il mercato offriva validi acciai tedeschi, miniere della Ruhr, tra cui<br />

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La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

il capostipite Mannesmann, tubo ottenuto dal pieno e quindi privo di saldature.<br />

I nostri endemici, a parte eccezioni, provenivano da minerali non pregiati<br />

e per di più ottenuti con elevata componente di materiali ferrosi di recupero<br />

postbellico. La situazione odierna non è mutata, anzi! L’aumentata richiesta<br />

dei paesi emergenti, Cina ed India, riduce la già limitata disponibilità<br />

europea. Ed è in questo “clima” che si stanno sviluppando “surrogati”,<br />

dalle tubazioni in “plastica” ai multistrato. La durata, nel tempo, di tali<br />

prodotti è ancora ignota.<br />

Una soluzione a nostro avviso, e per ora futuribile, sarà nell’abban-dono<br />

del tradizionale riscaldamento ad acqua calda a favore di quello elettrico<br />

ma qui il discorso si fa lungo.<br />

Rimarchiamo solamente che mentre i popoli nordici hanno elevate percentuali<br />

di energie alternative i nostri politici ragionano come certi condomini…<br />

rimandano.<br />

UMIDITA’<br />

Anche in questo caso si tratta di un dato relativo (umidità relativa).<br />

Esaminiamo il fenomeno umidità.<br />

Riferendoci alla quotidianità analizziamo, ad esempio, i panni lavati e<br />

esposti per l’asciugatura. Nei casi di mancanza di vento o del sole occorreranno<br />

metodi forzati e costosi quali l’esposizione a fonti di calore e<br />

ventilazione. In analogia un manufatto edile umido non asciugherà mai,<br />

ripetiamo mai, con semplice ausilio di prodotti, più o meno chimici, lodati<br />

quali risolutori dell’umidità. Soppesate ancora un lenzuolo bagnato e<br />

ripiegato messo ad asciugare. Anche sotto il solleone l’asciugatura non<br />

raggiungerà gli strati interni! L’analogia con gli strati interni di un muro<br />

è evidente. Per operare correttamente occorre infatti “stendere” i panni<br />

dispiegati in modo da consentire all’aria ed al calore di raggiungere “tutte”<br />

le superfici. Purtroppo non potrete “stendere” il muro umido e per di<br />

più con acqua di risalita per capillarità o parziale immersione, potrete però<br />

operare affinché l’umidità relativa non raggiunga valori dannosi<br />

all’integrità e funzionalità del manufatto. Soppesate, ad esempio, che un<br />

albero ad alto fusto posto nelle vicinanze trattiene centinaia di litri<br />

d’acqua nelle sue radici che cederà, al variare degli agenti atmosferici,<br />

nel terreno circostante e quindi anche alla casa adiacente. Non frainten-<br />

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La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

deteci; siamo ecologisti convinti ma ogni cosa va posizionata “al suo posto”,<br />

vedi capitolo sul verde. In misura maggiore agli alberi pesano le<br />

operazioni preventive per evitare che l’acqua “ristagni” nelle adiacenze<br />

dei manufatti edili. Ad esempio si constata che case collinari, montane o<br />

semplicemente poste su un pendio hanno la parte rivolta a monte con canaline<br />

di scarico che scorrono parallele al fabbricato sia nel retro a monte<br />

che nelle facciate laterali. Il brusco cambio direzionale, da percorso diretto<br />

alla massima pendenza alla svolta a 90 gradi provocherà fuoriuscita di<br />

acqua in curva, stramazzi ed un rallentamento della velocità di deflusso<br />

con ristagni in zona, i muri del terreno. Nel caso citato occorre canalizzare<br />

l’acqua più a monte e suddividerla almeno in due tronconi inclinati,<br />

uno per lato edificio, che ne riducano la velocità e portata e cosa principale<br />

non colpiscano l’ostacolo, la casa, fermandosi in zona. Nel capitolo<br />

alluvioni abbiamo approfondito ma ribadiamo il concetto: qualsiasi agente<br />

atmosferico ed i suoi frutti devono “sostare” il meno possibile in zona<br />

edificata.<br />

L’acqua, sotto forma di vapore o peggio di condensa altera l’aria circostante,<br />

della casa, influendo sul nostro benessere. Constatiamo che man<br />

mano ci allontaniamo dal piano cantina o terreno, qualora essa manchi,<br />

cessa la sensazione di malessere. Se ne deduce che la casa è una spugna<br />

che assorbe l’acqua, umidità, sottostante le fondamenta. La sua azione di<br />

assorbimento diminuisce man mano che l’aria circostante e l’aumento di<br />

temperatura e l’esposizione dei piani sovrastanti asciuga l’eventuale umidità<br />

annullando la spinta di risalita dal basso. Se volete una conferma immergete<br />

un mattone in una bacinella d’acqua sino a completo imbibimento<br />

(saturazione) e poi trasportatelo ai piani superiori; ora verificate con l’uso<br />

di una bilancia i tempi di asciugamento. Rifate l’operazione rimanendo<br />

però in cantina; in questo caso la perdita del contenuto d’acqua sarà ciclica,<br />

tenderà ad asciugarsi di giorno ma di notte riprenderà i valori originali<br />

sino al raggiungimento di equilibrio con l’umidità circostante. Molte notizie<br />

di seguito riportate sono derivate da esperienze di ingegneri romani,<br />

specialisti del settore, incontrati in una basilica secolare in risanamento. I<br />

fenomeni saranno maggiormente “pesanti” se aggravati da tempo piovoso<br />

o situazioni endemiche, queste ultime prive di speranza migliorativa. Ad<br />

esempio se la vostra casa si trova in contiguità con altri edifici umidi e<br />

peggio disabitati l’umidità risalirà anche ai piani alti ed è anche per questo<br />

motivo che i nostri vecchi avevano le camere ai piani superiori che, in o-<br />

104


La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

gni caso erano e sono più salubri. Si evidenzia che i nemici dell’umidità<br />

sono la traspiranza e la temperatura oltre che primariamente al luogo di<br />

costruzione casa. Qualora siate su una falda acquifera, se la zona è piovosa<br />

ed il sito di costruzione non è idoneo il tempo amalgamerà la casa alla zona<br />

in cui è collocata. E’ l’equilibrio naturale delle cose.<br />

Anche la casa sulla cascata di un famosissimo architetto sta mostrando i<br />

suoi limiti. Il tempo, alla lunga, vince le sfide!<br />

Rammentiamo inoltre che i prodotti “moderni” utilizzati nelle costruzioni<br />

hanno superfici indurite, quali piastrelle ed intonaci, che impediscono la<br />

naturale traspiranza virtù insita nelle vecchie mattonelle di cotto e negli<br />

intonaci a calce.<br />

Rimedi correttivi.<br />

Qualora possano essere attuati, una corrente d’aria, anche forzata e il riscaldamento<br />

zonale anch’esso da fonti energetiche suppletive, consente<br />

una riduzione del fenomeno; citiamo il riscaldamento a zoccolino. Richiedono<br />

però il funzionamento in continuo ...<br />

Rimedi naturali a basso costo.<br />

Possiamo provocare una maggior traspirazione sia mettendo a nudo la muratura,<br />

su entrambi i lati contrapposti, per un’altezza superiore di quella<br />

visivamente evidenziata dalle anomalie sui muri. Il “denudamento” dei<br />

muri evidenzia in specie sulla parte esterna all’edificio, agglomerati, pietre,<br />

mattoni irregolari ed antiestetici per cui saremo tentati, complice le<br />

critiche dei più ad iniziare dal coniuge, di “rivestire” la parte denudata.<br />

Altro modo è il cercare di provocare una ventilazione naturale del tipo effetto<br />

camino, un condotto d’aria che dalla cantina raggiunge il lato sud del<br />

tetto. Ciò non è sempre possibile ed anche i tentativi di condotta forzata<br />

esterna, in similitudine alla posa di tubi evacuazione fumi, non danno i risultati<br />

sperati per la formazione di condensa nei condotti in specie nel periodo<br />

autunno/ inverno.<br />

Cosa offre il mercato?<br />

La pubblicità sollecita l’acquisto di molteplici prodotti; ultimamente, per<br />

fortuna, si sente parlare di “intonaci traspiranti”, saranno però tali sino al<br />

completo assorbimento di nuova umidità. Ripetiamo che la casa istante<br />

per istante, ora per ora, anno per anno tende a raggiungere l’equilibrio<br />

105


La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

precedentemente citato. A proposito di citazioni, la classica “ la goccia<br />

scava la pietra” è indicativa sul fatto che il tempo non si può fermare a<br />

piacere ed anche una azione insignificante è dannosa. Ritornando al rimedio<br />

di specifici intonaci non annullate i vantaggi apponendovi sopra pitture<br />

anche se dichiarate traspiranti.<br />

Cosa evitare?<br />

Le pazzie di certe tecniche che vi propongono il taglio muro con inserimento<br />

di lamine bloccanti la risalita umidità. Purtroppo l’avvento di abrasivi<br />

diamantati (sono formati da diamanti sintetici che si ottengono sottoponendo<br />

ad altissime pressioni e temperature il carbonio) consente il taglio<br />

di qualsiasi materiale di durezza inferiore. E’ ovvio che simile tecnica<br />

mina l’integrità della struttura che alla prima imprevista sollecitazione,<br />

leggera scossa di terremoto di origine sussultante, collassa. Altra tecnica<br />

negativa è l’impermeabilizzazione della parte malata con fissativi, come è<br />

ovvio l’umidità risalirà ancora più in alto per i motivi di equilibrio.<br />

Sono anche da evitare tecniche del tipo invasivo, ed altre con<br />

l’inserimento di prodotti atti a consolidare le parti e creare una barriera alla<br />

spinta di risalita provocheranno un forzato deflusso e ristagno<br />

dell’umidità nella parte sottostante sino all’ammaloramento della struttura<br />

sottostante che, “guarda caso”, costituisce le fondamenta della casa. Ripetiamo:<br />

se non provochiamo aerazione ed incrementiamo la temperatura<br />

nella zona “sorgente” il fenomeno perdurerà. Purtroppo ciò non coincide<br />

con le esigenze dell’abitante edificio che vuole anche una cantina buia,<br />

fresca ed areata per la conservazione delle derrate alimentari, il vino in<br />

primis, ma non è detto che tutte le case possano avere tale privilegio. Si<br />

verificano anche casi in cui le grane siamo andati a cercarcele. Oltre al caso<br />

citato di danni indotti da pavimentazioni improprie delle cantine, dal<br />

battuto di terra si è passati alla piastrellatura o cementificazione. (Vedi pavimenti,<br />

mattonelle e lastre di pietra). Si annoverano casi in cui certi pozzi<br />

presenti sono stati riempiti di macerie per cui si è alzato il livello d’acqua<br />

rispetto ai pavimenti. Quando non si potevano eseguire pozzi all’esterno<br />

in quanto l’edificio era parte di un agglomerato di case e nelle adiacenze<br />

scorreva una sorgente d’acqua, ruscello o fiume, i nostri progenitori realizzavano<br />

nell’interno cantina un pozzo di estrazione dell’acqua la cui<br />

funzione sarebbe poi cessata con la distribuzione acqua mediante gli acquedotti<br />

municipali. E’ da quei tempi che i privati hanno pensato di disfar-<br />

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La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

si delle macerie di qualsiasi lavoro gettandole nel pozzo e creando la nuova<br />

anomalia.<br />

Il pozzo perdente.<br />

Anche chi non aveva il pozzo conosceva i pericoli di allagamenti in cantine<br />

di case poste in montagna o semplicemente su un pendio; volte bastava<br />

un acquazzone a provocare i guai.<br />

Una tecnica, dimenticata, è quella di creare buchi profondi con tecniche<br />

tradizionali atti a contenere, assorbire e successivamente smaltire in strati<br />

più profondi l’acqua consentendo una più rapida asciugatura. Ecco tale<br />

tecnica, il pozzo perdente, può ancora oggi essere utilizzata per abbassare<br />

il punto d’attacco dell’umidità.<br />

Gli interventi edili e l’umidità residua.<br />

A proposito di abitabilità dobbiamo ricordarci che la casa, sia nuova che<br />

ristrutturata, pur essendo costruita in massima parte di materiali inerti, che<br />

non mutano nel tempo, è “piena” di leganti, cementi, adesivi e di prodotti<br />

chimici, solventi, diluenti, resine e non ultimo l’acqua presente come umidità<br />

residua in tutti i muri, soffitti, pavimenti. In pratica il fenomeno interessa<br />

ogni locale. Per le esalazioni dei prodotti chimici i tempi di riduzione,<br />

a valori accettabili, possono variare, settimane/mesi da ultimazione costruzione)<br />

per l’umidità invece…<br />

Misure correttive per l’umidità latente.<br />

Quando vi consegneranno le chiavi di casa, e quindi prima che voi<br />

l’abitate fate la prova con un deumidificatore, si possono anche noleggiare.<br />

La presenza di acqua di risulta sarà indicatrice della salubrità ed effettiva<br />

abitabilità.<br />

Altri rimedi.<br />

Abbiamo citato l’efficacia, solo momentanea, pochi mesi/anni, della polvere<br />

di “pirimpimpina” il prodotto risanatore della pubblicità ma<br />

l’esigenza di creare anche artificialmente, la funzione risanatrice dell’aria<br />

e del calore citati. Un ambiente, ed è il caso degli scantinati, privo di circolazione<br />

d’aria genererà automaticamente l’accumulo di umidità risalente<br />

dal suolo e/o proveniente dal terreno circondante le fondamenta. Anche la<br />

catramatura e l’isolamento di tali pareti esterne dei muri di fondazione non<br />

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La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

danno sufficienti garanzie. Noi dobbiamo operare per “fare circolare<br />

l’aria”. Cosa non facile se in fase costruttiva non è stato previsto un condotto<br />

di evacuazione, sino al tetto, e altre prese d’aria che aiutano a generare<br />

l’aspirazione verso l’alto. E’ la differenza di temperatura e pressione<br />

atmosferica che genera una corrente ascensionale dell’aria.<br />

Anche l’attuazione di una camera d’aria, il vespaio, sotto edifici non cantinati<br />

non ha successo senza l’aspirazione verso il tetto. In pochi mesi, in<br />

mancanza dell’aspirazione dell’aria avremo un equilibrio di umidità permanente<br />

e ristagnante sotto i pavimenti dell’edificio. Non sono rimedi facili<br />

da attuare ma qualche raro specialista del settore potrà giudicare endemico<br />

o risolubile problema dell’umidità di casa vostra, forse dovremo<br />

richiedere la consulenza di un tecnico della ventilazione delle miniere sotto<br />

suolo.<br />

Nel frattempo voi praticate bocchette di aerazione nella porte di accesso<br />

alle cantine ed assicuratevi che le finestre che si affacciano al livello terra<br />

siano sempre ben aperte (anche in inverno non c’è alcun pericolo di gelo<br />

nelle case abitate).<br />

Umidità e condensa.<br />

Noi tendiamo a coprire, nascondere, con vernici le relative magagne. Va<br />

da sé che il problema condensa rivela una anomalia di ventilazione, in bagni<br />

e cucine, e/o di costruzione, punto freddo o ponte termico, in altri ambienti.<br />

Se non lo ritenete una anomalia endemica procedete come accenneremo.<br />

Evitate i prodotti vernicianti con antimuffa. Ritorniamo al problema<br />

della salubrità. Ha senso dare un prodotto “chimico” su circa 50 mq. di<br />

superficie, valore pareti di un locale medio, quando la zona interessata è<br />

inferiore a 0,5 mq.? Un rimedio efficace e poco costoso per l’asportazione<br />

macchie è la classica candeggina (ipoclorito di sodio). Proteggete i pavimenti<br />

sottostanti, e con particolare cura quelli in legno, e tamponando con<br />

spugna o pennello di volta in volta immerso in acqua e nettato otterrete<br />

una parete pulita che lasciata asciugare vi consentirà, dopo alcuni giorni,<br />

la “pittura” rigorosamente traspirante. Può succedere di dover ripetere<br />

l’operazione di pulizia nei giorni successivi. Rammentiamo che tutte le<br />

operazioni che si effettuano con prodotti chimici, nel nostro caso candeggina<br />

ed i diluenti di pittura, richiedono una aerazione dei locali sia durante<br />

che dopo l’applicazione per l’evacuazione dei vapori dannosi unitamente<br />

ad indumenti protettivi, guanti e mascherine apposite munite di filtri.<br />

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La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

Macchie di umidità: si distinguono dalle precedenti per la presenza di infiorescenze<br />

ed il colore giallastro/ocra/marrone, anziché grigio/nero. Sono<br />

sinonimo di perdita acqua. Prima di iniziare a bisticciare con i vicini, presunti<br />

responsabili, assicuriamoci se la perdita evidenziata prosegue nel<br />

tempo. Operate come precedentemente descritto e dopo alcuni giorni posizionate<br />

un pezzo di nastro di carta, quello cosiddetto di mascheratura;<br />

l’eventuale distacco e/o raggrinzimento evidenzia la persistenza del fenomeno.<br />

Ora finalmente potete iniziare a parlarne pragmaticamente con il<br />

vicino meglio se lo farete assistere di persona alla ripetizione del test che<br />

lo coinvolgerà; i fatti contano più delle parole…<br />

La “neve” sui muri: i salnitri.<br />

Talvolta sui muri esterni di case vecchie compare una lanuggine bianca<br />

simile a neve o cotone.<br />

Si tratta di “salnitro”, nitrato di potassio, proveniente da residui organici di<br />

animali, da stalle-pascoli o da sabbie, della malta, non lavate ed inquinate.<br />

Non esistono rimedi facili e definitivi; valgono alcune norme citate per<br />

l’umidità e cioè i rifacimenti periodici degli intonaci. Rammentate che è il<br />

potassio è un prodotto chimico aggressivo, intacca i metalli dei serramenti,<br />

ed è esplosivo come noi ragazzini sapevamo bene facendo saltare le relative<br />

pastiglie con un secco colpo di tacco. A volte l’operazione danneggiava<br />

le scarpe con le conseguenti ripercussioni, termine appropriato, dei<br />

genitori.<br />

LE ACQUE DI SCARICO: I REFLUI<br />

Acque bianche e acque nere ovvero le acque non meteoriche<br />

Si tratta della suddivisione delle acque di scarico (reflue) in funzione della<br />

loro provenienza. A titolo esemplificativo sono bianche le meteoriche<br />

provenienti cioè da pioggia/grandine/neve e sanitarie varie. Sono nere<br />

quelle provenienti dagli scarichi dei gabinetti (WC). Il costruttore<br />

dell’edificio ha provveduto a circuiti separati ma l’inciviltà, ed a volte<br />

l’ignoranza di normative, è il caso dell’applicazione di trituratori di rifiuti<br />

sotto lavello vi potrebbero causare problemi. Il più comune è<br />

l’intasamento con la necessità di intervento meccanico di spurgo, operazione<br />

disgustosa e pertanto costosa.<br />

Iniziamo da quelle di casa. In casa circolano acque, forzate da condotte,<br />

che servono per uso alimentare, pulizia e per veicolare lo sporco. Com-<br />

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La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

prendono le sanitarie, scarichi di lavandini, lavatrici ecc., dette “acque<br />

bianche” da cui fogna bianca e quelle nere della tazza del water, dette fogna<br />

nera. I problemi sono noti a chi ha richiesto tali interventi di spurgo<br />

per risoluzione anomalie. Potrete ridurre od eliminare tali costi a condizione<br />

di conoscenza preventiva sul come operare.<br />

Iniziando dalla fogna nera un metodo virtuoso consiste nell’utilizzare<br />

correttamente i condotti. Nessun scarico improprio di lavatrici e simili.<br />

Il calore delle acque di scarico può deformare i condotti; nelle case vecchie<br />

i tubi erano e sono in gres vetrificato o comunque rigidi, ed i residui<br />

saponosi si ancorano nelle giunzioni, specie nei moderni tubi in plastica<br />

nera, sino ad occludere l’intero foro di scarico. Anche la scelta della<br />

carta igienica va rivolta a prodotti di rapida, si fa per dire, biodegradabilità.<br />

Fate una prova immergendone alcuni strappi in un contenitore d’acqua: deve<br />

rompersi a pezzettini quando cercherete di sollevarla dopo poche ore di<br />

immersione. Da questa prova dedurrete che anche il “semplice” panno carta<br />

da cucina o tovaglietta non vanno gettati nella tazza! Questa brutta consuetudine<br />

è il cruccio principale degli Autogrill e ristoranti situati a piano terra!<br />

Altra pratica diffusa, ma dannosa, è quella di gettare nella tazza del water<br />

avanzi di cucina per di più oleosi. Il consiglio, blando, è l’utilizzo periodico<br />

di aceto tiepido e bicarbonato atto a sgrassare i condotti.<br />

Le anomalie ed i rimedi.<br />

Diametri tubi insufficienti, è il caso di case ampliate, inclinazioni di posa<br />

insufficienti, posizioni “infelici” dello scarico rispetto ai collettori municipali<br />

con specifiche esigenze di pompe dedicate potrebbero essere un<br />

male endemico. In tal caso vi costerà meno un contratto periodico di<br />

spurgo e vi garantirà da imprevisti spiacevoli ed improvvisi.<br />

ACQUE BIANCHE<br />

Per le acque di casa, a volte la denominazione è eufemistica in specie per<br />

quelle delle lavatrici.<br />

A differenza di quelle nere abbiamo in casa un segnalatore di prossimo intasamento;<br />

si tratta di un contenitore (sifone a pavimento) in cui convergono<br />

i vari scarichi, lavello/ vasca da bagno/ bidet, prima di essere convogliati<br />

nel condotto di evacuazione acque bianche. In genere è situato in un<br />

angolo del locale bagno ed è accessibile tramite un coperchio avvitato,<br />

110


La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

previo smontaggio di una mostrina in acciaio inox che lo abbellisce e protegge<br />

dai prodotti di pulizia pavimento.<br />

La prevenzione.<br />

Senza “rubare” il mestiere agli idraulici soppesiamo il fatto che la scorrevolezza<br />

e la detergenza dell’acqua vengono alterate da qualsiasi “estraneo”<br />

quale il deposito di residui saponosi. E’ intuitivo pensare che l’acqua rallenta<br />

la sua velocità in corsa nei condotti con bassa pendenza mentre riprende il<br />

ritmo quando la discesa è verticale. Ad aggravare il rallentamento ci sono<br />

giunzioni improprie, ne parleremo nel capitolo tubi, e l’adesività dei residui<br />

saponosi alle superfici di scorrimento.<br />

Ne consegue che il punto intasato sarà in fine curva od in prossimità di<br />

giunzione in zona di basso scorrimento.<br />

Come abbiamo citato la biodegradabilità per la carta igienica maggiormente<br />

dovremmo adottarla nella scelta detersivi, e ciò anche per<br />

l’inquinamento da essi provocato.<br />

I rimedi di spurgo casalinghi.<br />

Mutuando l’operato degli addetti allo spurgo rammentiamo che l’azione<br />

meccanica, acqua in pressione ed eventuali scovoli, hanno la maggior efficacia<br />

e non incrementano i danni ecologici dei disotturanti chimici (tra<br />

l’altro dannosi per l’impiantistica).<br />

E’ la forza dell’acqua, pressione e velocità di erogazione il pulitore per<br />

eccellenza; per accentuarne l’efficacia l’operazione va ripetuta periodicamente<br />

e con maggior frequenza nei lavelli da cucina e bagno ove agli agenti<br />

otturanti citati si aggiungono sfridi da cucina o da pulizia personale.<br />

Anche il classico sturalavandini ha efficacia se sarete in due persone, come<br />

nel caso precedente, ad eseguire l’”operazione”. L’aspirazione, il risucchio,<br />

avviene solamente se vengono otturati provvisoriamente, es. con<br />

uno straccio, e simultaneamente tutti i fori di carico presenti nel lavello,<br />

dal foro di troppo pieno all’eventuale scarico gemello di lavello a due vasche.<br />

L’azione di risucchio sarà tale che tenderà a “disarcionare” il manufatto<br />

dai suoi ancoraggi. Pertanto agite gradatamente sino ad operazione<br />

conclusa.<br />

Qualora l’azione non porti frutti sufficienti occorrerà operare sui sifoni a<br />

pavimento ma, in questo caso, necessita l’apporto di un addetto.<br />

111


La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

Le concause.<br />

In analogia alla quotidianità la velocità di discesa all’acqua in un condotto<br />

è rallentata anche dalla mancanza d’aria: la massa fa da tappo. E’ il caso<br />

che constatiamo quando travasiamo un liquido, ad esempio con un imbuto,<br />

in un recipiente. Qualora non lo sollevassimo dal collo del recipiente<br />

l’acqua od il liquido rallenterebbero enormemente la velocità di discesa.<br />

Osservate i movimenti del barista che vi versa la bibita in un bicchiere;<br />

provocherà una spirale con un vortice interno. Otterrà pertanto una rapida<br />

discesa del liquido.<br />

Parimenti le nostre colonne di scarico, sia bianca che nera, dovrebbero<br />

avere delle tubazioni di sfiato collegate e raggiungenti il tetto o comunque<br />

oltre il punto più alto di scarico dell’edificio.<br />

All’aumentata velocità di deflusso scarichi, e conseguenti minori intasamenti,<br />

si associa l’eliminazione della “puzza di gabinetto” avvertita con la<br />

bassa pressione atmosferica.<br />

Le case vecchie sono in genere prive di tali sfiati realizzabili comunque<br />

ma in facciata esterna. Potrebbe essere l’occasione per realizzarci assieme<br />

l’aerazione cantine.<br />

La velocità di evacuazione.<br />

Non ripetiamo quanto già accennato per l’acqua piovana ma qui abbiamo<br />

l’aggravante che la velocità di fuga dell’acqua è rallentata da percorsi “in<br />

salita” provocati da sifoni sulle condotte di scarico e da giunzioni, alcune<br />

improprie, di tali tubazioni che facilitano l’adesione dei prodotti scaricati<br />

specie residui saponosi. A ridurre la velocità dell’acqua, già bassa per le<br />

limitate pendenze (una volta i bagni erano con pavimenti più alti della zona<br />

abitazione appunto per incrementare tale pendenza) si incontra un effetto<br />

tappo dovuto alla citata mancanza di colonne di sfiato.<br />

Vedere anche corretto utilizzo dei materiali plastici.<br />

COME RIDURRE I DANNI DA NEVE E GHIACCIO<br />

SPECIE IN FASE DI DISGELO<br />

La neve ristagnante e le temperature rigide generano umidità ristagnante<br />

per lungo periodo ed in più “assicurano” fessurazioni di solette e conseguente<br />

infiltrazioni nei locali sottostanti a lastrici, terrazze o balze del tetto.<br />

Sono i casi più infidi in quanto d’abitudine guardiamo per terra e liberiamo<br />

passaggi di accesso scoprendo che il suolo si è “alzato” con rotture<br />

112


La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

varie di selciati ed asfalti che impediscono l’apertura di cancelli e box. La<br />

prima regola è quella di facilitare di il deflusso acqua di scioglimento e,<br />

come già citato per l’acqua, la neve non deve sostare su cornicioni, balze,<br />

lastrici, balconi e contro i zoccoli facciate. Forse non immaginate che le<br />

gronde ed i relativi tubi di scarico sono pieni di ghiaccio che impedisce lo<br />

scolo che invece stramazza, a volte unito a pericolosi blocchi di neve, fuori<br />

dalle gronde o peggio, cerca la discesa da fessurazioni varie ed in alcuni<br />

casi l’acqua va in salita a cercarsi una fuga (è il caso dei tetti). Operate<br />

pertanto, senza rischiare incidenti, asportando o riducendo il ghiaccio in<br />

primis dall’imbocco canali di gronda. Potete usare uno spezzone di tondini<br />

da armatura, o per i più tecnologici, dei cavi o tappetini scaldanti. Asportate<br />

provvisoriamente i funghi parafoglie che sono ostacolo in quanto<br />

pieni di ghiaccio. Utile risulta la perforazione della neve, scivolata ed ostruente<br />

le gronde. Con una lunga canna, svettatoio o il citato tondino fate<br />

dei buchi nei blocchi; il poco tepore invernale “inviterà” l’acqua a perforarne<br />

il ridotto manto sottostante incanalando l’acqua nei canali di gronda.<br />

Con il senno del poi a Primavera procederete a piccole modifiche strutturali<br />

applicando paraneve, incrementando altezze converse, ponendo cavi<br />

scaldanti ecc.. Rammentate che ciò che non avete a portata di vista, esempio<br />

la seconda casa, dovrà ricevere stesse cure da voi o da un vostro<br />

incaricato.<br />

Abbiamo trattato i rifiuti liquidi, ora trattiamo quelli solidi.<br />

I RIFIUTI DOMESTICI … TRA IL DIRE ED IL FARE<br />

Diamo sempre la colpa agli altri, per esempio alla politica. In genere ci si<br />

azzecca!<br />

È sufficiente annotare che gli inceneritori vengono pomposamente chiamati<br />

“termovalorizzatori” da cui si ricavano “certificati verdi”, leggere autorizzazione<br />

ad inquinare.<br />

Ciò nonostante la colpa è anche nostra in quanto i rifiuti li produciamo noi<br />

e non la politica.<br />

Uno dei difetti innati nell’italiano è la pigrizia e tale anomalia aumenta dal<br />

Nord al Sud acuita dal caldo che attenua certe virtù …<br />

Esaminiamo pragmaticamente il fenomeno rifiuti:<br />

- la quantità della loro “produzione” è funzione della nostra scelta di acquisto<br />

a monte<br />

113


La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

e<br />

- dalla selezione dei materiali di risulta a valle dopo l’utilizzo.<br />

La storia e l’evoluzione.<br />

Dai primordi l’uomo smaltiva i rifiuti fuori casa ed in luoghi sempre più<br />

distanti dall’abitazione.<br />

Scoprì poi che “selezionando”, e qui interviene l’evoluzione, ne utilizzò<br />

alcuni quali fertilizzanti o per utilizzi energetici (il fuoco) o ancora come<br />

materiali da costruzione per le dimore. La tecnica è tuttora adottata nei paesi<br />

da noi detti sottosviluppati. Col tempo molti rifiuti smaltiti presentarono<br />

l’inconveniente della non biodegradabilità, e siamo al ventunesimo secolo,<br />

per cui la distanza di accumulo aumentò a dismisura in quanto emettevano<br />

aria fetida inquinando sia il terreno sia le falde acquifere; rammentiamo<br />

l’aforisma “non nel mio giardino …”.<br />

I rimedi.<br />

I rifiuti ideali, si fa per dire, dovrebbero essere: minuti, di materiale omogeneo<br />

(privi di elementi estranei quali coperchi in metallo su contenitori in<br />

vetro/ tappi in plastica sulle bottiglie in pregiato pet dell’acqua minerale e<br />

bibite/ prive di residui di olio o liquidi nelle scatolette/ punti metallici su<br />

riviste e cartoni/fogli di polietilene per alimenti su carte da imballo alimenti<br />

per citare i più comuni) e…soprattutto secchi.<br />

Quanto citato non è il nostro modo di procedere abituale e ritorniamo alla<br />

nostra innata pigrizia. Tendiamo ad evitare la selezione pur conoscendo i<br />

danni finali scandalizzandoci poi sulla gestione della “monnezza” mutata<br />

di nome in ecologia dei rifiuti che propone gli “indispensabili” termo inceneritori,<br />

ma anche in questo caso” non nel mio giardino”.<br />

Le cose da fare.<br />

Mutare le abitudini, in primis. Non seguire il passato modo di operare:<br />

chiuder bene i sacchetti della spazzatura per non vedere, e poi sentire, cosa<br />

genera la miscellanea dei rifiuti immessi!<br />

Evitare rifiuti bagnati o con merci che contengono acqua (verdure/avanzi di<br />

alimenti/sfalci ad esempio) abitualmente detto umido. Risulta ovvio, anche<br />

ai non chimici, che l’umido crea reazioni, la volgare puzza, e maggiormente,<br />

impedisce la selezione a valle. Il tutto finisce nel c.d.r. (combustibile da<br />

rifiuti) e successive eco balle, termine azzeccato, da incenerire.<br />

114


La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

Le buone azioni della politica.<br />

Sono tali la raccolta differenziata, la creazione degli ecocentri e consorzi<br />

specifici di recupero, l’emanazioni di leggi (seppur tardive) per l’imballo e<br />

lo smaltimento di rifiuti particolarmente inquinanti.<br />

Il ”mea culpa”.<br />

La nostra maggior colpa è quella di non conoscere, neppure, l’ubicazione<br />

degli ecocentri e l’esistenza di tali normative! Pretendiamo poi la raccolta<br />

differenziata porta a porta dimenticando la congestione del traffico ed i relativi<br />

costi. In verità si contano comuni virtuosi ma, dovremmo ritornare<br />

sul discorso della latitudine Nord-Sud. Anche la Capitale non brilla in tal<br />

campo forse anche per l’ignoranza dimostrata in tal campo da alcuni politici<br />

intervistati da una troupe satirica…<br />

I rimedi.<br />

Ginnastica e ripasso di matematica,fisica e chimica. Siamo fuori tema?<br />

No! Per ginnastica o palestra intendiamo l’impiego di forza fisica per<br />

strappare contenitori, scatole in cartone per ridurne il volume/ asportarne<br />

la parte con nastrature o punti metallici (per i più deboli esistono utensili<br />

taglienti, a volte troppo, quali le taglierine). Richiede sforzo anche la separazione<br />

di materiali accoppiati quali i fogli di polietilene dalla carta di<br />

imballo per salumi, carne, pesce, formaggi. Così pure lo strappare la parte<br />

in plastica su cui si avvita il tappo dei contenitori latte e bibite varie.<br />

Tra l’altro la separazione di tali rifiuti consente un agevole scolatura delle<br />

ultime gocce dei liquidi dapprima contenuti evitando il conferimento<br />

di rifiuti umidi che funzionano da catalizzatore alterando tutto ciò che ne<br />

viene a contatto.<br />

Per fisica, chimica e matematica (meglio geometria dei solidi e topologia)<br />

intendiamo lo sforzo mentale per capire dove agire quando si interviene su<br />

di un oggetto voluminoso. Tra l’altro si imparano tante cose quali l’abilità<br />

del produttore ad utilizzare un monomateriale e minor imballo facilitando<br />

l’assemblaggio finale. Digressione: non ce vogliano certi docenti ma alcune<br />

materie sarebbero meno ostiche se suffragate da esempi pratici ed abituali!<br />

Per chimica intendiamo la conoscenza, almeno basilare, dei vari materiali<br />

che finiranno nei rifiuti e le alterazioni provocate dalla miscelazione di<br />

componenti diversi, in realtà reazioni chimiche, innescate da liquidi in presenza<br />

di aria (reazione aerobica) od in sua assenza (reazione anaerobica).<br />

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La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

Non spaventatevi per i termini citati che, forse, potranno essere utili ai legislatori…<br />

Rimarchiamo che tutti i “liquidi” rendono il rifiuto non selezionabile facilmente,<br />

per cui finiranno in discarica con tutti i guai citati.<br />

Un po’ di tecnica.<br />

La gestione ecologica dei rifiuti deve ricercare prioritariamente il recupero<br />

di materiali riciclabili, in alta percentuale, per poterli miscelare con materiali<br />

vergini da reimmettere sul mercato. La raccolta differenziata agevola<br />

tale destinazione ma, non ha ancora raggiunto, eufemismo, quanto le aziende,<br />

con i loro materiali di risulta, attuano da decine di anni per<br />

l’economicità gestionale. Abbiamo già citato come dovrebbero essere conferiti<br />

i rifiuti ideali ma, la miscellanea tra di essi vanifica i vantaggi del riciclo<br />

e, peggio, può danneggiare i costosi sistemi dei recuperatori a valle.<br />

La tecnica di selezione.<br />

Se i rifiuti sono secchi possono essere posti su nastri trasportatori, sono<br />

simili ai tappeti mobili pedonali, ove sensori ottici/dispositivi magnetici/ventilatori<br />

ed altri suddividono i materiali in funzione delle caratteristiche<br />

fisiche. Si può facilmente capire che, per gli elevati costi di funzionamento,<br />

la selezione è veloce e pertanto grossolana.<br />

La bontà dei rifiuti, o meglio l’entità del riciclo, dipende dalla nostra selezione<br />

a monte.<br />

Le priorità.<br />

Sono correlate al potere inquinante: l’olio esausto di frittura/ le pile/le<br />

lampade a risparmio (contengono mercurio) tanto per citarne alcuni sono i<br />

rifiuti che provocano i maggiori disastri ed all’intrinseco risparmio energivoro<br />

per la produzione di nuova merce. L’alluminio delle lattine vale<br />

decine di volte la lamiera in ferro delle scatolette. Anche il vetro è energivoro.<br />

Alcuni rifiuti hanno materiali pregiati: si spazia dal pet delle bottiglie<br />

per alimenti alle apparecchiature elettroniche che contengono argento<br />

e metalli rari.<br />

Le cose da non fare.<br />

“Infilare” materiali speciali quali pirofile o piatti in melanina o in ceramica<br />

e lampadine fulminate nei rottami di vetro. Miscelare nella plastica tra-<br />

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La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

dizionale, quella molliccia e pieghevole, la plastica rigida di un casco/ di<br />

un giocattolo/ di un arnese da cucina. Vi domanderete se occorre essere un<br />

tecnico per differenziare un rifiuto ma, nel dubbio inserite l’oggetto misterioso<br />

nell’indifferenziata. Nulla vieta di informarvi presso gli addetti agli<br />

ecocentri.<br />

Scelta oculata nell’acquisto dei prodotti.<br />

Evitare confezioni con elevata percentuale di imballo correlata al contenuto;<br />

i peggiori in assoluto sono i blister (plastica pregiata che, protegge,<br />

similmente ad una campana di vetro, prodotti anche di basso valore, ma<br />

adagiati su cartoncino con pubblicità accattivante). Sovente non si riesce<br />

a separare e suddividere i differenti materiali. Richiedete inoltre al vostro<br />

macellaio di usare carta da imballo facilmente separabile. Quando acquistate<br />

certa frutta e verdura evitate gli imballi comperandola sfusa immettendola<br />

poi nella ormai famosa borsa ecologica. La carta igienica o quella<br />

per le fotocopie esistono in versione riciclata. Non acquistate bombolette<br />

spray, dalla schiuma da barba al deodorante: non sono riciclabili e,<br />

peggio, se immesse nelle” lattine” costituiscono piccole “bombe” che<br />

danneggiano i sistemi di recupero. Molti indumenti non necessitano del<br />

lavaggio a secco (con acidi) in tintoria ma sono lavabili a casa nostra con<br />

detersivi vegetali, la vecchia saponaria, che hanno il vantaggio di non irritare<br />

l’epidermide in specie femminile data l’abitudine di portare indumenti<br />

aderenti per esaltare le forme. E’ pur vero che i detersivi non sono<br />

r.s.u., rifiuti solidi urbani, ma sia nella produzione che nello smaltimento<br />

provocano enormi danni all’ecosistema. Avete mai pensato che l’utilizzo<br />

di detersivi liquidi anziché in polvere richiede maggior energia per il trasporto<br />

unitamente ad un elevato impiego di confezioni in plastica da<br />

smaltire? Vorremmo inoltre proporvi una riflessione: se i produttori, in<br />

questo caso multinazionali, scrivono a chiare lettere che l’abuso di dosaggio<br />

può inquinare fiumi, laghi e mare come mai continuiamo imperterriti<br />

nelle cattive abitudini? Il fatto che ciò perseveri anche per il fumo<br />

e l’alcol sta ad indicare che siamo plagiati mentalmente? Forse occorre<br />

una meditazione con un grado di approfondimento più elevato di quello<br />

attuato dai produttori nei nostri confronti, hanno iniziato con le soap opera,<br />

non sarà facile ma è un dovere. Un invito ai fumatori: le cicche, concentrato<br />

di nicotina/catrame/arsenico(forse) sono altamente inquinanti.<br />

Vanno gettate, spente, nell’indifferenziata e non per terra o nel wc. Qui la<br />

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La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

politica è assolta in quanto predispone nelle aree di sosta bus appositi<br />

contenitori poco utilizzati a giudicare da quante cicche sono per terra.<br />

Rammentiamo che il loro dilavamento finirà in fogna, stranamente detta<br />

bianca e poi depurata finirà nell’acqua da bere (informiamoci sui parametri<br />

di potabilizzazione adottati dalle varie municipalizzate). Forse, il ripasso<br />

del testo di Monsignor della Casa sarebbe efficace; non possiamo<br />

sempre incolpare gli altri.<br />

Il fare.<br />

Selezioniamo in casa e poi, periodicamente consegniamo all’eco-centro;<br />

miglioreremo la destinazione finale dei rifiuti.<br />

Le buone notizie.<br />

La crisi economica spinge verso un utilizzo ottimale delle risorse, anche i<br />

rifiuti sono considerati tali. L’italica carenza di materie prime ci ha sempre<br />

spinto ad un riutilizzo degli scarti. Come non ricordare che nel dopoguerra<br />

i rottami di ferro, compresi quelli provenienti da ordigni bellici diede nuova<br />

vita (dalle bombe!) alla costruzione di attrezzi agricoli, mezzi d’opera e<br />

trasporto e per le nuove abitazioni. Odiernamente i colossi Cina ed India<br />

fanno incetta mondiale di rottami ferrosi e di apparecchiature elettroniche<br />

obsolete gettate anche da noi.<br />

Anche in Italia ci sono alcuni recuperatori; un industriale lombardo, da<br />

questi ultimi rifiuti, ricava centinaia di chilogrammi di argento (sic!) ed altri<br />

materiali compreso l’oro caduto come sfrido su di un pavimento in legno<br />

mandatogli da una ditta orafa inglese. Ciò a conferma del detto volere<br />

è potere. Per approfondimenti consultate i siti internet dei vari consorzi dei<br />

recuperatori; il CONAI, imballaggi in genere ne comprende altri. Il sito<br />

retenatura.it riporta quelli utili in campo domestico.<br />

IL FUOCO, l’altro nemico<br />

Il fuoco, un agente a volte “segreto”.E’ l’altro nemico prioritario unitamente<br />

all’acqua.<br />

Come tale va tenuto in prigione, es. in caldaia, od osservato a vista se con<br />

fiamma libera nella cucina a gas o caminetto “aperto”.<br />

E’ estremamente pericoloso e se ci sfugge blocca il tempestivo raziocinio<br />

a contrastarne la fuga.<br />

118


La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

La mancanza di segnali preventivi.<br />

Il pericolo è più subdolo, quando è nascosto dentro involucri quali i focolai<br />

ed i tubi. Sono pochi i segnali premonitori quali annerimenti ed il surriscaldamento<br />

dei tubi di evacuazione dei fumi specie nelle zone di innesto<br />

alle murature, attraversamento solai ed i relativi depositi carboniosi visibili<br />

all’esterno dei comignoli sui tetti. Inoltre la mancata possibilità di vedere<br />

l’interno canna fumaria non ci permette di constatare l’avvenuto inserimento<br />

di canne flessibili improprie. Mancando i segnali premonitori occorre<br />

porre accuratezza nella gestione di apparecchi scaldanti, da cucina<br />

ed all’uso di impianti elettrici fatiscenti, ed i conseguenti inneschi al fuoco<br />

provocati da cortocircuiti.<br />

In quest’ultimo caso, ed è frequentissimo negli impianti di illuminazione<br />

della scale, delle cantine alimentatori antenne sui tetti delle case vecchie<br />

sarebbe salutare l’applicazione di un interruttore automatico, quello che i<br />

più denominano “salvavita”. Il dispositivo assolve egregiamente il compito<br />

di sentire la differenza, riscontrata a fronte di una qualsiasi dispersione<br />

lungo il circuito elettrico servito, da cui il nome tecnico di “interruttore<br />

magnetotermico differenziale”.<br />

Qualora abbiate stufe portatili a fiamma o con resistenza ad incandescenza<br />

eliminatele anche se costituissero l’unica fonte di calore di una seconda<br />

casa. Ricordiamoci che un movimento incauto di un bambino o di un anziano<br />

e/o la caduta, nelle vicinanze, di una bottiglia di liquore o peggio alcol<br />

di pulizia dei pavimenti darebbero sfogo ad incendi inarrestabili. Un<br />

secchio di sabbia, una coperta antifiamma, un estintore, ma allenatevi a<br />

costo di esaurirlo, possono aiutarvi ma chiamate subito il 115 VV.FF, vigili<br />

del fuoco.<br />

Rammentate pure di chiudere il contatore del gas, della luce ed il rubinetto<br />

della bombola del gas. Evitare l’apertura di finestre, per evacuare il fumo;<br />

se ci riuscite chiudete tutto in modo da diminuire l’aria, componente che<br />

alimenta il fuoco. In proposito lo Stato dovrebbe allenare con simulazioni<br />

i nostri figli; infatti “la seconda volta” reagiremmo in modo più razionale.<br />

Evacuazione fumi.<br />

Confrontandoci con l’industria che per estrarre i fumi ed i vapori dall’ambiente<br />

lavorativo usa estrattori elettrici, alte tubazioni e comignoli antiriflusso<br />

(hanno efficacia sia in situazioni ventose sia in caso di bassa pressione)<br />

adottiamo le soluzioni citate più economiche ma efficaci in ambien-<br />

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La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

te domestico. Adottiamo canne sporgenti oltre il colmo e comignoli antiriflusso,<br />

questi ultimi limitano leggermente l’azione di tiraggio compensabile<br />

con un piccolo innalzamento canna. Ripetiamo consultate le normative.<br />

Per fortuna ora la gente ha soppesato l’inefficacia dei comignoli eolici che<br />

però andrebbero rivisti quali procacciatori di energia elettrica.<br />

Ciò che dobbiamo evitare.<br />

Il ristagno nell’ambiente di tutti i vapori e fumi. Non pensate solo agli apparecchi<br />

scaldanti ma a qualsiasi apparato elettrico in funzione. Soppesate<br />

che la condensa ed acqua che il compressore del vostro frigo non riesce a<br />

dissipare, le gocce cadono sull’involucro motore e vengono trasformate in<br />

vapore in parte disperso nell’intorno del frigo, od al vostro computer la cui<br />

ventola di raffreddamento disperde nell’aria polveri ed altro, alle lampade<br />

che riscaldandosi scaldano l’aria ed i portalampade ecc. Nell’ultimo caso<br />

si riscontrano ancora portalampade a base urea, distinguibili dal colore<br />

giallo senape, che emettono odori sgradevoli. Potreste averne ancora in<br />

certe lampade da comodino, poco usate e quindi non autodistrutte (il calore<br />

con il tempo “cuoce” i porta lampade ed i fili) ma non per questo salutari<br />

nell’impiego.<br />

Tubi evacuazione fumi.<br />

L’acciaio inox è perfetto per l’evacuazione fumi se coibentato e rivestito<br />

da estetiche lamiere color rame.<br />

Sono da evitare gli impieghi con tubazioni flessibili per l’evacua-zione<br />

fumi ad alta temperatura. Non essendovi famigliari le temperature di uscita<br />

fumi, abbiate come riferimento 80°÷100°C per quelli evacuati da caldaia<br />

a gas sino ad oltre 250°C per un caminetto, forno, stufa a legna. Ciò vale<br />

anche per apparati ad alto rendimento, con percorsi fumi a recupero calore.<br />

In tali casi l’uscita avviene a temperatura leggermente inferiore ma<br />

pur sempre sui 200°C circa. Anche le caldaie a condensazione, a gas, non<br />

ammettono canne non a tenuta e l’acqua di condensa non sarebbe recuperata<br />

o smaltita.<br />

Il motivo di insistenza, sulle temperature, ha la finalità di scegliere appropriatamente<br />

il materiale e la consistenza (spessore) dei tubi di scarico.<br />

Nessuno di noi sostituirebbe il vecchio tubo, in ferro o pregiata ghisa, della<br />

stufa con un condotto flessibile in acciaio inox, o peggio in alluminio<br />

ma, se è nascosto in una canna muraria non ci preoccupiamo sino<br />

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La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

all’incendio tetto/mansarda ecc ...(fatto successo ad un amico bravo impresario<br />

di impianti termici che si era fidato del muratore installatore del<br />

camino a legna).<br />

In proposito rammentiamo la tecnologia di costruzione tubi già citata nel<br />

capitolo ferro.<br />

Ad esclusione dei tubi Mannesmann, in acciaio specifico per gli impianti<br />

termici, e piccole tubazioni in rame con foratura eseguita dal pieno quasi<br />

tutti i tubi sono ricavati da lamiere piegate e saldate per tutta la lunghezza.<br />

Oppure, ancora, ottenuti con locali punti di saldatura o rivettati o con i<br />

lembi ripiegati su se stessi o sovrapposti.<br />

I tubi flessibili, appunto, sono ricavati da nastri di lamiera sottile,sino a 0,1<br />

mm., avvolti ed agganciati a spirale in modo da consentire una certa estendibilità<br />

e curvatura per il posizionamento.<br />

I difetti.<br />

Lo spessore è limitato, la tenuta aleatoria, facilitano l’ancoraggio dei residui<br />

carboniosi dei fumi di scarico e presentano una “pulizia” difficoltosa<br />

(l’urto degli scovoli può danneggiare la già limitata tenuta). Anche gli ultimi<br />

nati, a doppia parete, hanno limitazioni; consultate le istruzioni del<br />

produttore e qualora non ci siano rifiutate! Ripetiamo usate prodotti marchiati<br />

ed in tali applicazioni riportanti con incisione a laser le normative a<br />

cui è stato sottoposto.<br />

I pericoli.<br />

Concludendo: elevatissimo pericolo d’incendio. Purtroppo la facilità di<br />

“incamiciatura” dei vecchi camini o l’utilizzo improprio di condotta destinata<br />

a suo tempo per una caldaia a gasolio può essere molto pericolosa e<br />

sovente è ignota all’utente. Pertanto se intendete utilizzare impianti a legna<br />

in una casa acquistata dovete far esaminare dal “fumista” (è tale<br />

l’impiantista installatore di corpi scaldanti a legna) lo stato di fatto. Rammentate<br />

che durante la pulizia di una canna fumaria si verifica la caduta<br />

verso il basso della fuliggine e residui carboniosi.<br />

Qualora non sia stato predisposto un pozzetto con relativo sportello di ispezione<br />

e pulizia avrete un’altro pericolo di incendio. Purtroppo non tutti<br />

gli artigiani vi informeranno del pericolo per problemi di competenza o<br />

forse di non conoscenza. Non succede neppure, di essere informati, per gli<br />

impianti a gas fuori norma, vedi scaldaacqua, l’ apparato di gran lunga pe-<br />

121


La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

ricoloso se non posizionato in locali con doppia aerazione ecc ...<br />

D’altronde per ora la legge richiede il “libretto” solo per le caldaie! Anche i<br />

prodotti di risulta, cenere/fuliggine richiedono cure. La cenere va accantonata<br />

all’esterno casa ed inserita in scatole di latta con coperchio e posta in<br />

luoghi sicuri; fuori portata dei bambini e lontana da fonti infiammabili.<br />

Quando saranno fredde datele, unitamente alla fuliggine, ad un agricoltore.<br />

E’ un comportamento ecologico…<br />

Gli apparecchi privi di canne d’evacuazione.<br />

Ci sono apparecchi quali la cucina a gas che per ragioni economiche, e<br />

non per la spacciata modernità, non dispongono del condotto evacuazione<br />

vapori e gas combusti. Il commercio ci vuole “convincere” che sono sufficienti<br />

le cappe senza sfiati. Queste ultime con i loro tappetini filtranti assorbono<br />

al più i vapori grassi ma i gas incombusti delle fiamme dei fuochi<br />

persistono nell’ambiente. Anche in questo caso ci sono normative, dai più<br />

ritenute opzionali, che impongono le finestrelle di aerazione, sia in basso<br />

che in alto, per garantire un certo numero di ricambi aria all’ora correlati<br />

alla potenza dei fuochi/forno ed alla cubatura del locale.<br />

A peggiorare le cose abbiamo l’abitudine, se abbiamo disponibilità economica,<br />

di adottare porte a doppi vetri e per di più ben stagne. Sappiate<br />

che potrete adottarle solo se nel vetro c’è aeratore fisso e dimensionato e<br />

nella parte inferiore l’altra. L’alternativa, meno costosa, è di realizzare<br />

l’aerazione nella parte muraria.<br />

Il fumo, i vapori ed il loro percorso.<br />

Non tutti i fumi ed i vapori prodotti in casa si disperdono velocemente<br />

all’esterno.<br />

Come abbiamo detto i fattori in gioco sono numerosi: si va dalla temperatura<br />

dei gas di scarico dell’apparato scaldante alla temperatura esterna e<br />

pressione atmosferica che influenza enormemente l’azione di “tiraggio”<br />

riducendo o annullandola. Nel campo hanno notevoli esperienze i possessori<br />

di impianti scaldanti a legna, stufe e camini, devono porre in atto artifici<br />

per “aiutare i fumi ad uscire di casa”. Ciò non toglie che una volta<br />

raggiunto il tetto questi ultimi possano dirigersi verso il basso affumicando<br />

oltre al tetto i vicini di casa, ed è anche per tale motivo che i comignoli<br />

si devono “alzare” oltre il colmo del tetto, esistono normative in merito.<br />

Una malizia per non sporcare troppo i tubi fumo: prima di lasciar spegne-<br />

122


La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

re il fuoco condotto al minimo, aprite tutto il tiraggio in modo che i i fumi,<br />

più caldi, brucino i prodotti incombusti che la combustione in economia<br />

lascia lungo i condotti. (Anche questo accorgimento è copiato dalla<br />

guida auto; dopo un lunga discesa, e quindi col motore al minimo, non<br />

date alcuni colpi di acceleratore per “pulire” le candele?). Queste evacuazioni<br />

sono evidenti, per colore ed odori, molte altre più pericolose sono<br />

incolore e quasi inconsistenti. Inoltre l’abitudine ad utilizzare, ad esempio,<br />

caldaie stagne (che in funzione di regole definite possono essere<br />

istallate all’interno di locali abitati) spinge l’utilizzo di forzature dei fumi<br />

di scarico attraverso i “turbo”.<br />

Ciò determina un allontanamento momentaneo dei fumi che però persistono<br />

in zona originando quella disgustosa puzza avvertibile anche dai passanti<br />

in occasioni di giornate piovose e/o con bassa pressione. Il fenomeno<br />

è maggiormente avvertibile se gli scarichi sono in facciata o balcone; anche<br />

in questo caso ci sono regole da rispettare. Tra l’altro ne risentono gli<br />

intonaci della facciata.<br />

Ricordiamo ancora che le canne fumarie in muratura, quelle originarie delle<br />

case vecchie non sono “universali” per tutti i combustibili. Mentre una fessurazione<br />

della canna utilizzata per combustibile a legna può essere, entro<br />

certi limiti e solo su parete esterna, considerata una anomalia estetica, nei<br />

casi di conversione a gas potrebbe diventare un velenoso scarico non sempre<br />

identificabile ed appunto per questo motivo è da ritenersi infido.<br />

In tutti i casi di nuovo combustibile le vecchie canne vanno incamiciate<br />

con tubi rigidi, vedi apposito capitolo; qualora l’operazione non sia fattibile<br />

occorre una nuova condotta.<br />

Possiamo assicurare che con alcune modifiche murarie, fori lungo il percorso<br />

canna per facilitare gli agganci dei vari spezzoni di tubo, è quasi<br />

sempre possibile l’operazione, le vecchie canne avevano sempre sezioni<br />

ingrandite rispetto a quelle richieste dai nuovi combustibili.<br />

Le difficoltà le avrete a cercare un impresa termica che esegua anche le<br />

modifiche murarie.<br />

L’accesso al fuoco.<br />

Trattiamo un argomento “scottante”. L’accesso al fuoco richiede cautela e<br />

raziocinio per non bruciarsi o provocare incendi. Rammentiamo alcune<br />

regole elementari: abitualmente il fuoco non conosce la legge di gravità<br />

quando si libra nell’aria. Ad agevolarlo sono le sostanze volatili dei mate-<br />

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La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

riali e… l’aria che funge da agente comburente; pertanto senza l’afflusso<br />

d’aria niente fuoco. Altro pericolo è l’andamento scomposto del fuoco<br />

provocato dalla reazione contemporanea dei vari gas che scaturiscono dalla<br />

massa di materiali accesi.<br />

La fiamma perfetta ed il suo governo.<br />

Il fuoco va modellato, in sicurezza, a nostro piacere. Tolto un iniziale innesco<br />

ed effetto scenico, in un falò o camino, con fiamme alte dobbiamo<br />

poi costringere e modellare la fiamma alla forma voluta. In un focolare, ad<br />

esempio, quella alta, sfuggente e che colpisce la parte superiore del vano<br />

fiamma è sprecata! Gli anziani,con i lunghi tubi stufa con funzione di radiatore,<br />

recuperavano il calore sfuggito al focolare. Non avendo noi tali<br />

tubi esterni dobbiamo concentrare e modellare la fiamma nell’unica parte<br />

a vista scaldante. L’altezza giusta del fuoco è circa due terzi dell’altezza<br />

focolare. Con il tempo raggiungerete l’obiettivo e risparmierete.<br />

Il fuoco, pertanto, va guidato. Ritorniamo al quotidiano: si spazia da quello<br />

in una sigaretta accesa al falò all’aperto. In casa è guidato in una caldaia,<br />

non è guidato sufficientemente in una cucina a gas e meno che mai in<br />

un caminetto aperto.<br />

Qui ci rivolgiamo ai prudenti con focolai “chiusi”. Gli anziani motociclisti<br />

sapevano, che sulla moto, aprendo lo scappamento, una valvola a farfalla<br />

che occludeva in parte la fuoriuscita dei gas di scarico potevano liberare<br />

tutta la potenza del motore. Insieme ai gas di scarico uscivano anche scintille<br />

ma ottenevano una musica (rumore) assordante che ancora ai giorni<br />

d’oggi i ragazzini cercano sul “cinquantino”. Aprendo la portina, senza dovute<br />

cautele, la potenza di fuoco, ora senza gli ostacoli dei percorsi obbligati<br />

dei fumi, si riverserà nel locale procurandovi grossi patemi e nel caso la<br />

balconata, parte antistante al focolare, non sia libera e pulita, anche danni.<br />

Non vogliamo agitarvi oltremodo ma insistiamo nel rammentare che “con<br />

il fuoco non si scherza”.<br />

Come operare?<br />

Quando si apre uno sportello di un focolare, anche quello del vostro forno<br />

in cucina, azionate il meccanismo di apertura di pochissimi centimetri,<br />

effettuate pausa esempio contando sino a dieci e poi proseguite poi<br />

sempre adagio controllando che la fiamma prosegua il suo percorso originale.<br />

Dopo 15÷20 secondi, sempre verificando il percorso fiamma,<br />

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La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

avrete l’accesso operativo. Per caminetti, stufe potete evitare gli sbuffi di<br />

fumi all’interno del locale se, prima di aprire il focolare, attiverete al<br />

massimo la fiamma aprendo tutto il tiraggio.<br />

Quanto sopra potrà servirvi anche in fabbrica sia come prestatori d’opera<br />

che responsabili alla sicurezza. In Azienda solo gli anziani insegnavano<br />

queste precauzioni ai giovani e ciò vale non solo con il fuoco ma in tutti i<br />

casi in cui all’interno di un apparato, magari una semplice lavatrice industriale<br />

si sviluppano calore e vapori. A proposito di donne: tale comportamento<br />

è loro abituale quando controllano, in forno, l’andamento cottura<br />

torta o sformato. D’altronde a scuola guida non ci insegnavano tale tecnica<br />

di apertura tappo in caso di surriscaldamento acqua?<br />

Senza voler prendere i meriti dei Vigili del fuoco, cui demanderemmo<br />

anche una maggior istruzione da farsi nelle scuole con l’aggiunta di piccoli<br />

esperimenti oltre che con il fuoco anche con robottini simulanti i<br />

crash-test automobilistici e motociclistici riteniamo estremamente utile<br />

una esercitazione preventiva. In seguito poi utilizzare tali accorgimenti,<br />

quelli di governo fiamma, nel caso di incendi accidentali comunque<br />

causati. Anche i fumi ed i vapori nocivi, i più pericolosi per la nostra incolumità,<br />

possono essere “guidati” almeno per il tempo necessario ai<br />

VVFF di intervenire.<br />

Immaginate i locali di casa coinvolti come un focolare da cui dovete allontanare<br />

i fumi; purtroppo il sangue freddo, stranamente il fuoco ci “gela”,<br />

mancherà per cui insistiamo nell’esercitazioni preventive che dovrebbero<br />

essere obbligatorie.<br />

Il fuoco quale illuminazione provvisoria.<br />

Ancora oggi, nel 2000, ricorriamo saltuariamente al sostituto della lampada,<br />

la candela. Accade quando “salta la corrente” o in una romantica cena<br />

ma, non più abituati, possiamo causare incendi in specie in adiacenze di<br />

materiali infiammabili quali il piano di un mobile. L’incendio è in agguato<br />

se, anche in questo caso, non è sorvegliato a vista, nella fattispecie si constata<br />

la presenza di bambini o ci riaddormentiamo …<br />

La prevenzione.<br />

Copiate dai sempre più rari candelieri votivi. Hanno superfici di sostegno<br />

candele in materiale ininfiammabile, ferro, e superficie di estensione tale<br />

da contenere e lasciare spegnere senza danni le candele cadute. A casa vo-<br />

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La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

stra sarà sufficiente porla su un vassoio in metallo abbellito con ciottoli,<br />

sabbia colorata od altro ma, non certamente pigne infiammabili.<br />

Fiammiferi ed accendini.<br />

Costituendo la tentazione dei cari pargoletti acquistiamo solo quelli specifici<br />

con scatto di sicurezza antibambino, i costi non sono elevati.<br />

Case vittime da incendi.<br />

Ricordiamo che le case colpite da incendio possono perdere con il calore<br />

le proprietà della calce e leganti in genere compromettendo la robustezza<br />

strutturale dell’intero edificio. Non vanno vendute con una “mascheratura”<br />

degli intonaci pena la nullità del contratto per vizio occulto.<br />

Apparati vetusti e “nuove invenzioni”.<br />

Si riscontrano ancora boilerini a gas, da cucina, privi di canna fumaria.<br />

Purtroppo sino agli anni ’70 c’era stata una enorme diffusione e la loro<br />

semplicità e robustezza, tedesca, ne ha garantito durate sino ai nostri giorni.<br />

Sono da eliminare immediatamente anche perchè i kit di evacuazione<br />

fumi messi a disposizione dalla ditta sono introvabili. Stufe catalitiche,<br />

stufe a combustibile “ecologico” prive di canna fumaria sono anch’esse da<br />

eliminare e neanche utilizzare saltuariamente nella seconda casa. Ne va<br />

della vostra incolumità. Se vi soffermate a meditare non potrete fare a meno<br />

di constatare che, per bruciare, qualsiasi combustibile ha bisogno di ossigeno.<br />

Esso verrà prelevato dall’ambiente consumandovi l’aria necessaria<br />

per respirare. Ciò è aggravato dal fatto che in caso di freddo “tappiamo”<br />

tutte le fessure, anche con serramenti a tenuta e non abbiamo apporto di<br />

nuovo ossigeno. I casi citati provocano l’avvelenamento da monossido di<br />

carbonio per “riduzione” dell’ossigeno.<br />

A proposito di stufe catalitiche ci dovrebbe essere una legge che impedisse<br />

la produzione di apparecchi mobili (su ruote) in quanto certamente<br />

qualcuno avrà la tentazione di posizionarle in camera da letto e per di più<br />

con bambini. E neanche l’utilizzo per “asciugare” le case alluvionate ha<br />

avuto efficacia il consiglio di sprovveduti. In tal caso anche la condensa è<br />

assicurata e diffusa!<br />

Il braciere classico, uno strato di sabbia o fango su di una lamiera con legna<br />

accesa sull’improvvisato braciere durante il giorno a finestre aperte si<br />

sono rivelate efficaci. Tra gli aiuti agli alluvionati la legna e le stufe erano<br />

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La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

preziose compresa l’umile e introvabile segatura, la carta assorbente<br />

dell’acqua. Il deumidificatore nel 1994, ultimo nostro intervento, era quasi<br />

sconosciuto.<br />

IMPIANTI A GAS: il fuoco al lavoro<br />

Non parleremo di manutenzione caldaie in quanto deve esistere un contratto<br />

specifico di controllo annuale ed il relativo libretto impianto ove il<br />

tecnico riporterà gli interventi ed i risultati della prova fumi. A voi spetta<br />

il compito di conservarlo ed esibirlo in caso di richiesta dell’Autorità. Sinora<br />

si è riscontrato che la P.A. più che ai controlli è interessata maggiormente<br />

al balzello economico relativo alla denuncia caldaie.<br />

Cucine a gas.<br />

Premettendo che sarebbe opportuno inserire anche questo apparecchio nel<br />

contratto di manutenzione annuale caldaia vediamo cosa possiamo fare<br />

come utenti. Suddividiamo l’attività in funzione dell’alimentazione degli<br />

apparecchi da cucina: centralizzata da rete o bombolone esterno o specifica<br />

con la bombola.<br />

Iniziamo da quella più pericolosa.<br />

Alimentazione con bombola.<br />

Verificate l’aerazione nella zona bombola, sovente posta a fianco nello<br />

stesso mobile della cucina a gas. I fori di sfiato nel mobile non devono essere<br />

ostruiti da sacchetti, detersivi, ecc..<br />

Nell’ambiente occorre la presenza di griglie di aerazione poste sia in alto<br />

che a livello del pavimento. La motivazione è da ricercarsi nella natura del<br />

gas che tende a ristagnare e pertanto la presenza di entrambe le bocchette<br />

di aerazione consente un moto convettivo; in parole povere l’aria circola<br />

ed evacua i gas ed i vapori.<br />

Purtroppo la presa d’aria bassa facilita l’entrata di aria fredda per cui sovente<br />

se ne constata l’otturazione. Occorre rimarcare che la sicurezza, in<br />

questo campo, deve essere primaria a costo di sacrifici.<br />

Tubazione di adduzione.<br />

Ha scadenza periodica e riportata ben leggibile su tutta la lunghezza del<br />

tubo. Non essendo tale scritta a vista consiglio l’apposizione di etichetta<br />

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La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

adesiva riportante la scadenza sul frontale cucina, sullo sportello scaldavivande.<br />

Anche in questo caso la scadenza è riferita ad un utilizzo domestico<br />

pertanto, se utilizzate la bombola all’esterno e, peggio, per il barbeque<br />

non esiste garanzia di durata; verificate voi l’integrità. La lunghezza della<br />

tubazione deve essere tale da evitare il riscaldamento del prodotto<br />

dall’eventuale presenza del forno. La lunghezza giusta è quella che consente<br />

anche di effettuare con facilità la sostituzione bombola. (Per gli apparecchi<br />

ad incasso i tubi sono in acciaio, il montaggio va effettuato da<br />

uno specialista).<br />

Tipologia delle bombole.<br />

Trattandosi di utilizzo pericoloso occorre orientare la scelta su quelle che<br />

hanno la valvola di sicurezza a pressione e non hanno rubinetti a vite per il<br />

collegamento all’utenza. In specie le persone anziane hanno poca dimestichezza<br />

con tali apparati. I riduttori di pressione bombole ad innesto hanno<br />

una astina che funziona da rubinetto suppletivo. In questo caso per<br />

l’utenza oltre ad una saracinesca a leva, decisamente più intuitiva<br />

dell’altra tipologia a vite, deve sollevare, in caso di utilizzo, l’astina. Per la<br />

chiusura utilizzo, azionando la leva principale l’astina scenderà automaticamente<br />

nella posizione di sicurezza.<br />

Per la regolazione pressione vi rimandiamo al capitolo regolazione<br />

fiamma.<br />

Tipologia dei fuochi.<br />

Purtroppo la legge consentiva la vendita e l’utilizzo di fuochi non valvolati<br />

e cioè con chiusura automatica del flusso del gas in caso di spegnimento<br />

occasionale del fuoco, in genere per travaso di liquidi in ebollizione. (La<br />

maggioranza delle cucine in esercizio ne sono prive).<br />

Il dispositivo funziona senza alcuna alimentazione elettrica in quanto è basato<br />

sul principio di deformazione reversibile di una apposita lamina metallica<br />

sensibile al calore, fuoco acceso, o al freddo del “fuoco” spento, anche<br />

se con manopola aperta. Consente l’uscita gas solo se la “lamina” e’ in<br />

temperatura. Ed e’ per tale motivo che in fase di accensione dovete attenderne<br />

il riscaldo premendo la manopola per almeno una decina di secondi.<br />

Il nostro consiglio è quello di alienare subito le cucine a gas non valvolate<br />

perché costituiscono grave pericolo per le persone in specie anziane che<br />

non percepiscono subito la puzza di gas.<br />

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La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

Inoltre si contribuisce a ridurre i tentativi di suicidi e scoppi tragici. E’ vero<br />

siamo catastrofici ma, quanto citato deriva da esperienze vissute; è meglio<br />

prevenire…<br />

I “piani” delle cucine a gas.<br />

Purtroppo il design ha dimenticato il concetto di “piano”. Piana era infatti<br />

la superficie di una stufa ove allontanando dal centro fuoco la pentola<br />

si riduceva la temperatura di cottura. Ora constatiamo griglie circolari<br />

(sic!) ed appoggio pentola da “centrare” perfettamente. In caso di<br />

spostamento inavvertito dei tegami è sicuro il rischio di rovesciamento<br />

padella. L’auspicio è che non contenga olio in temperatura che si incendierebbe.<br />

In verità esistono cucine moderne con piastra ad induzione simile alla stufa<br />

ma con costi di acquisto ed esercizio elevato in quanto alimentate elettricamente.<br />

Per sicurezza una coperta antincendio dovrebbe essere a portata<br />

di mano; in cucina è più pratica e con minori effetti collaterali<br />

dell’estintore.<br />

I rimedi.<br />

Il mercato degli accessori e ricambi offre griglie quadre, rettangolari atte<br />

ad un sicuro appoggio dei tegami.<br />

Forni a gas.<br />

Il consiglio è di evitare l’acquisto di cucine con forni a gas, i primi che,<br />

per fortuna, la legge ha richiesto a costruzione valvolata.<br />

La motivazione va ricercata in quanto la presenza del forno richiede obbligatoriamente<br />

l’incremento dell’aerazione prima descritta che in genere<br />

non è proporzionata ai nuovi incrementati bisogni volumi di ricambi aria/ora<br />

che la potenza degli apparecchi a gas presenti in un locale richiede.<br />

Sono inoltre fonte di pericolo ustionante per i bambini. Si riscontrano<br />

casi di utilizzo del forno a gas, che lasciato con sportello aperto “funziona”<br />

da riscaldamento improvvisato. La pratica è pericolosa in quanto altera<br />

la fiamma e produce vapori e condensa, che l’aerazione non riesce a<br />

smaltire. Inoltre non consentono la cottura dei cibi in modo ottimale raffrontate<br />

ai forni elettrici ventilati e pertanto con uniforme diffusione del<br />

calore.<br />

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La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

Manutenzioni comuni sulle cucine a gas.<br />

Rammentando quanto precedentemente riportato sulla sostituzione tubo di<br />

adduzione gas passiamo alla regolazione bruciatori.<br />

Regolazione fiamma.<br />

L’obiettivo è quello di avere fiamma ottimale ed insensibile o almeno in<br />

misura accettabile, alla variazione di utilizzo ( tutti i fuochi accesi al massimo<br />

in contemporanea ) e alla variazione di pressione del gas in relazione<br />

al contenuto residuo della bombola; inoltre deve “tenere” il minimo. La<br />

riprova di una corretta registrazione si ottiene provando il minimo avendo<br />

tutti i fuochi accesi. Soffiando leggermente sulla fiamma non deve spegnersi!<br />

La regolazione avviene ruotando una apposita vite il cui accesso richiede<br />

lo smontaggio manopola. Troverete anche altra vite bloccata ed evidenziata<br />

con vernice rossa. Non va toccata in quanto preregistrata in fabbrica.<br />

Aspetto visivo.<br />

La fiamma deve essere azzurra, a forma di dardo, ben aderente alla corona<br />

di bruciatori.<br />

Pulizia dei bruciatori.<br />

Dopo aver chiuso l’adduzione centralizzata del gas pulire i due componenti<br />

principali, base e coperchio del bruciatore. Asportare lo sporco entro il<br />

vano dove è posizionato l’ugello aspirando con l’apposita bocchetta<br />

dell’aspirapolvere. Qualora ci siano ugelli otturati parzialmente un accorto<br />

far da sé può procedere alla pulizia utilizzando uno spezzone di cavo elettrico<br />

e dopo aver messo a nudo una lunghezza di circa 15 mm della treccia<br />

di rame interno isolare uno o più fili solidali a seconda del diametro<br />

dell’ugello. Inserendoli nei fori e muovendoli in verticale si otterrà il ripristino.<br />

Non usare in modo assoluto altri materiali e mai forzare!<br />

Per i ”curiosi” gli ugelli sono in ottone e pertanto non vengono intaccati<br />

solo da materiali più “teneri” quale il rame dei fili luce.<br />

Pulizia forno e cassetto scaldavivande.<br />

Per quanto porgiate attenzione all’utilizzo si riscontrano briciole o avanzi<br />

di cibo depositato sia negli interstizi del forno che nel cassetto sottostante.<br />

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La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

Asportateli con la bocchetta aspirapolvere. Rammentate che il cassetto<br />

scaldavivande non deve contenere carte e/o materiali incendiabili.<br />

Materiali per pulizia: spinti dalla pubblicità si tende ad utilizzare prodotti<br />

chimici “portentosi”. Qualsiasi azione violenta di pulizia è dovuta ad acidi,<br />

in qualche misura aggressivi nei confronti delle guarnizioni, lamiere<br />

involucro ed…ambiente. Tutte le operazioni citate vanno effettuate a forno<br />

lasciato preventivamente raffreddare.<br />

Stufe e scalda acqua a gas.<br />

Vanno assegnate in manutenzione periodica, annuale, ai tecnici specializzati.<br />

Se siete “fai da te” dimenticatevi la vostra arte in quanto con il gas, in<br />

similitudine del fuoco, non si scherza.<br />

Stufe catalitiche.<br />

Non vanno assolutamente usate. Essendo mobili si possono inserire in<br />

ambienti non idonei alla richiesta aerazione. Rammentiamo, sino<br />

all’esasperazione, che qualsiasi installazione di apparecchio scaldante,<br />

anche quello elettrico, richiede un appropriato volume di ricambi aria/ora<br />

del locale di installazione.<br />

La proliferazione di infissi moderni a chiusura ermetica annulla i tradizionali<br />

“spifferi“ e quindi i ricambi aria/ora.<br />

L’impiego inappropriato “riduce” l’ossigeno da cui derivano i gas incombusti,<br />

vedi monossido di carbonio, che sono letali. Rammentatelo per<br />

quando vi proporranno apparati privi di canna fumaria. Siamo pessimisti,<br />

è vero, ma é perché vi vogliamo bene!<br />

Il fuoco che non si “vede”.<br />

A differenza dei fuochi a legna, con fiamma a vista, abbiamo in casa fuochi<br />

a gas, nascosti o poco visibili. La tentazione di velocizzare l’intensità della<br />

fiamma, dal minimo al massimo è elevata. Ne consegue che a differenza<br />

dei fuochi a legna dove è praticamente impossibile passare repentinamente<br />

dal minimo al massimo in questi casi qualora non ci sia una fase di preriscaldamento<br />

si verifica lo spegnimento dell’apparecchio a gas. Purtroppo<br />

in caso di spegnimento o mancata accensione l’erogazione del gas prosegue<br />

nel tempo fino a quando non interviene un dispositivo di sicurezza, termocoppia,<br />

o quando questa è carente viene azionata la chiusura manuale di erogazione<br />

combustibili.<br />

131


La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

Accensioni pericolose degli impianti a gas.<br />

Esaminiamo il caso di una cucina con forno a gas non valvolato, privo del<br />

sistema automatico di chiusura gas in mancanza di fiamma. Si tratta di cucine<br />

ancora molto diffuse specie ove non esiste rete centralizzata del gas.<br />

Qualora la nostra operazione di accensione non abbia esito positivo “tentiamo”<br />

la ripetizione operazione senza attendere che la sacca di gas incombusto<br />

si “diluisca” nell’ambiente circostante. Pertanto in caso di improvvisa<br />

accensione la quantità di gas che si “accenderà” sarà tale da generare<br />

una vampata o peggio uno scoppio. Anche le apparecchiature con<br />

dispositivo di sicurezza richiedono accorgimenti…L’intervento di tali<br />

meccanismi avviene con un ∆T, caldo equivale a un rubinetto aperto,<br />

freddo rubinetto chiuso, che non si riscontra nei casi di mancata accensione;<br />

ma il gas… è fuoriuscito ugualmente…<br />

Precauzioni.<br />

Sportelli forno socchiusi od aperti durante tali interventi e mani distanti<br />

dalla zona di accensione, eventuale utilizzo di accendini a becco lungo.<br />

Non procedere a tentativi ripetuti di accensione senza intervallo di alcuni<br />

minuti tra le varie prove.<br />

Nel caso di presenza di termocoppia il “via libera” e’ dato dal suono di<br />

uno scatto metallico che indica che il dispositivo di sicurezza è nuovamente<br />

attivato. Una osservazione lapalissiana: non è detto che la posizione cui<br />

ponete l’accendino sia la più opportuna; seguite pertanto le istruzioni<br />

d’uso del fornitore che vanno conservate per tutta la vita dell’apparato.<br />

Ciò vale anche per apparecchi a camera stagna, ad esempio i termoconvettori,<br />

che sono forniti di sonde apposite. Ammettiamo che le difficoltà del<br />

produttore sono tante ad “immaginare” le malefatte dell’utente non ultima<br />

l’ignorata manutenzione del bruciatore a gas che,nel caso del forno, si<br />

riempie d’unto, morchie da colature di alimenti “bruciati”, briciole, ecc ...<br />

Si evince l’esigenza di manutenzione periodica specie in caso di “disastro<br />

culinario”. Alle massaie distratte ed agli anziani l’alternativa è un forno<br />

elettrico ventilato decisamente più sicuro.<br />

Quando si riscontrano tali pericoli?<br />

Qualora l’edificio non venga abitato per lungo tempo, es. ferie o seconda<br />

casa, nelle tubazioni di adduzione gas si accumulano sacche d’aria che alterano<br />

la qualità del comburente.<br />

132


La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

E’ pertanto necessario far fuoriuscire l’aria prima di procedere all’accensione<br />

di forni ed apparecchiature ad involucro chiuso e ... pericolose.<br />

Un sistema semplice è quello di aerare i locali e aprire, senza accenderli,<br />

tutti i fuochi del piano cottura. Trascorso circa un minuto richiudete tutte<br />

le manopole. A questo punto lasciando socchiuso almeno un serramento<br />

del locale procedete all’accensione dei fuochi sul piano di cottura lasciandoli<br />

tutti accesi sino a che la fiamma è stabile e di colore azzurro. Qualora<br />

sia presente un sistema valvolato tenete premuta la manopola aperta del<br />

bruciatore più grande e procedete come sopra descritto.<br />

Ora finalmente potrete accendere il forno gas lasciando socchiusa l’antina<br />

per qualche minuto.<br />

A questo punto l’accensione delle apparecchiature ad involucro chiuso,<br />

stufe e caldaie, sarà facilitata. Vale però la regola di attendere almeno un<br />

minuto o più prima di aumentare la temperatura di funzionamento.<br />

Rammentare che in caso di apparecchiature collegate a termostati, è il<br />

caso delle caldaie, prima dell’accensione occorre abbassare la temperatura<br />

di riferimento a quella riscontrata contestualmente nel locale per poi<br />

riportarla alla desiderata dopo che l’accensione al minimo è stabilizzata<br />

come precedentemente descritto.<br />

La regola di accensione graduale è sempre valida, dal fuoco a legna, a gas<br />

od elettrica e non sempre è adottata dalle persone anziane.<br />

Gli apparati più pericolosi, dal “semplice” forno a gas, sarebbe opportuno<br />

fossero sostituiti da quelli più sicuri, anche se dispendiosi, a funzionamento<br />

elettrico… la ripetizione, di tale consiglio, alla lunga gioverà.<br />

RISCALDAMENTO DOMESTICO CON ACQUA CALDA<br />

Un po’ di storia.<br />

Il caldo si è dapprima ottenuto con un falò all’aperto ma l’esigenza di avere<br />

tanto combustile, ai primordi legna, ai vincoli delle condizioni atmosferiche<br />

ed ai pericoli di propagare incendi anche al di fuori dell’area interessata<br />

hanno convinto l’uomo a racchiuderlo tra pietre e poi stufe per giungere<br />

agli attuali impianti domestici ad acqua calda il cui calore, a differenza<br />

delle stufe, può raggiungere punti distanti dal fuoco.<br />

I primi impianti, nella prima metà del ventesimo secolo erano pertanto a<br />

circolazione naturale. L’acqua, contenuta nell’impianto veniva scaldata<br />

dal bruciatore e saliva naturalmente verso l’alto per poi scendere, da cui<br />

133


La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

circolava, verso il basso. Le tubazioni formavano un circuito con relativa<br />

salita (colonna di andata) e relativa discesa (colonna di ritorno). Lungo<br />

tali tubazioni erano posti dei piccoli serbatoi d acqua (termosifoni o radiatori)<br />

per riscaldare il locale, leggi vano. Il vincolo per riuscire a scaldare<br />

tali serbatoi o termosifoni era quello di posizionarli vicino alle colonne<br />

citate per utilizzare al meglio l’acqua calda che si raffreddava in<br />

funzione della distanza dal bruciatore. L’avvento tecnologico delle pompe<br />

permise di farla circolare, da cui il nome tecnico circolatore, in punti<br />

molto lontani del bruciatore. La maggior esigenza degli occupanti in relazione<br />

al confort ambientale e certe lunghe diramazioni imposti da bizzarie<br />

costruttive, hanno complicato a tal punto le cose che, in seguito alla<br />

crisi energetica, avrebbero evidenziato difficoltà di una conduzione con<br />

costi sopportabili. Purtroppo l’evoluzione e quanto offre il mercato hanno<br />

generato la convinzione di risolvere i problemi con l’adozione degli<br />

ultimi ritrovati quali, ad esempio, le caldaie a condensazione e le valvole<br />

termostatiche ritenuti la panacea a tali problemi. Non intendiamo sminuire<br />

l’importanza di tali avanzamenti tecnologici anzi, ma evidenziamo<br />

che tali apparati rappresentano una parziale soluzione su case vecchie o<br />

ristrutturate che sono oltre 80% del nostro patrimonio edilizio. E’ ovvio<br />

constatare che i consumi energetici della caldaia sono collegati al tempo<br />

di funzionamento del bruciatore ed alla sua potenza termica tale e quale<br />

la nostra auto. In similitudine all’automobile i consumi sono correlati alla<br />

potenza del motore (leggi portata termica del bruciatore), ai vincoli del<br />

traffico (leggi percorsi dei tubi) ed alle condizioni atmosferiche (leggi<br />

differenze tra le temperature di confort e quelle esterne all’edificio<br />

confort ovvero dt ) e, non ultimo, la nostra abilità di guida (leggi conduzione<br />

caldaia). Parlando di auto un guidatore accorto è in grado di consumare<br />

meno quando utilizza il miglior regime del motore previene brusche<br />

frenate ed accelerate osservando il traffico, e scegliendo il percorso<br />

più opportuno mantenendo in stato di efficienza il suo mezzo. Analogamente<br />

la conduzione di un caldaia ha tali vincoli non dimenticando che<br />

l’accelerazione della caldaia è molto più lenta (immaginate di dover sorpassare<br />

con una vecchia utilitaria un lungo autotreno in salita). Sovente<br />

ce ne dimentichiamo e siamo convinti che sia sufficiente impostare a piacimento<br />

la temperatura sul termostato. E’ ovvio pensare che più è lungo<br />

il tragitto dei tubi ed il numero dei radiatori maggiore sarà il tempo per<br />

ottenere la temperatura di confort e cioè 20 gradi, crisi economica per-<br />

134


La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

mettendo. Il tempo di risposta di una caldaia non è similare a quello della<br />

vostra auto per raggiungere i 100km/ora ma varia da decine di ore per portare<br />

in temperatura la vostra casa vacanza nel week end ad alcune ore per<br />

innalzare la temperatura di pochi gradi. Il tutto è correlato alla differenza<br />

di temperatura di partenza e quella di confort (delta t). Come nell’auto le<br />

“accelerate” si pagano con elevati consumi e costi di esercizio, occorre<br />

pertanto adottare un regime privi di sbalzi. Da quanto detto si evince che<br />

anche le valvole termostatiche hanno vincoli operativi. Hanno discreta efficacia<br />

negli impianti vecchi con radiatori, in ghisa, posti in adiacenza delle<br />

colonne di mandata e ritorno ed hanno limitata efficacia se posti alla fine<br />

di lunghe diramazioni. In tal caso è ovvio che regolano la resa termica<br />

del radiatore ma i tubi di adduzione sono ugualmente riscaldati sprecando<br />

calore obbligando le pompe ad inutili fatiche /costi di esercizio. È ovvio<br />

pensare che risultano più efficaci i semafori agli incroci (leggi valvole limitanti<br />

tali diramazioni attuando il riscaldamento a zone). Parliamo ora di<br />

istreresi ovvero Inerzia termica di un coro caldo. Come un a pietra scaldata<br />

dal sole si raffredda di notte anche un radiatore e di conseguenza un edificio<br />

trattiene il calore in funzione della massa dapprima riscaldata. Il fenomeno<br />

è facilmente constatabile in una seconda casa che risulterà calda<br />

alla fine del week end o in quei palazzi condominiali dell’ ottocento con<br />

muri in mattoni e spessore di circa mezzo metro. Abbiamo espresso alcuni<br />

concetti prioritari ma, se volete approfondire leggete i successivi capitoli.<br />

IMPIANTI TERMICI, il fuoco e l’acqua al lavoro<br />

Riscaldamento domestico.<br />

Descriviamo il sistema più semplice e diffuso nelle case.<br />

Una caldaia, è posta in un circuito d’acqua lungo cui sono collegati dei<br />

corpi scaldanti, termosifoni, raggiunti da tubazioni partenti dalla caldaia e<br />

poi ritornanti nella stessa, nel percorso finale. L’acqua scaldata dalla caldaia<br />

viene mandata in circolo da una pompa che consente di effettuare<br />

l’intero percorso. Il circuito è paragonabile a quello ciclistico che includa<br />

però salite e discese. Nel nostro caso il circuito è “pianeggiante” per la<br />

parte impiantistica, mentre è tortuoso ed a saliscendi nelle colonne dei radiatori.<br />

E’ evidente che il percorso “obbligato” nei termosifoni esaurisce il<br />

calore dell’acqua per cui il ciclo si ripeterà fino al raggiungimento della<br />

temperatura prefissata di confort abitativo. Da quanto sopra si evince che<br />

il calore utilizzato è solo quello disperso nell’ambiente dai radiatori; quel-<br />

135


La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

lo delle tubazioni murate è sprecato. E per stare in tema soppesate i vantaggi<br />

derivanti da radiatori elettrici alimentati o, “ pagati” dal fotovoltaico<br />

…,a ciò aggiungasi l’eliminazione impiantistica sottopavimento e muratura<br />

e l’eliminazione del pericolo insito nel combustibile di alimentazione<br />

caldaia.<br />

Impiantistica autonoma o centralizzata?<br />

Il richiamo è relativo al riscaldamento e produzione di acqua calda, tralasciamo<br />

per ora il condizionamento che, in Italia, non riveste carattere di<br />

priorità. Rammentiamo una regola fondamentale: qualsiasi apparato elettrico,<br />

termico, meccanico ha un proprio rendimento di utilizzo.<br />

Quando noi suddividiamo l’impiantistica termica in tante frazioni di utilizzo<br />

con impianti autonomi, per i singoli alloggi, questo rendimento<br />

scende e pertanto vengono incrementati i costi totali.<br />

Confrontandoci alla solita auto ed ipotizzando di dover trasportare una<br />

ventina di passeggeri occorrerebbero cinque automobili nella versione<br />

singola ed un pulmino nella versione centralizzata. Nessuno di noi, come<br />

imprenditore, opterebbe per la soluzione automobile mentre in assemblea<br />

condominiale… A ciò aggiungasi che certe innovazioni tecnologiche quali<br />

il teleriscaldamento sono utilizzabili solo con impianti centralizzati.<br />

Nell’attesa che le normative, sempre in ritardo, obblighino ad installare<br />

misuratori per i volumi d’acqua, per il riscaldamento e l’acqua calda, cronotermostati<br />

e contatori individuali per la parcellizzazione dei consumi<br />

d’acqua potabile provvediamo noi, autonomamente, a tali modifiche già<br />

attive da decenni in certe seconde case.<br />

Tuttavia se i costruttori non hanno provveduto a bilanciamenti termici, verifica<br />

locale per locale dell’efficacia impiantistica in fase di preutilizzo sui<br />

singoli alloggi, le diatribe in assemblea condominiale non avranno fine.<br />

Questa operazione è quasi del tutto “dimenticata” in quanto ci si affida al<br />

computo termico del progettista impiantistico. In realtà anche utilizzando<br />

tutta la manualistica del campo si possono verificare delle concause esterne<br />

che alterano il fabbisogno teorico della richiesta energetica. Una corrente<br />

d’aria, effetto camino, generata con la vicinanza di un’altra casa, la<br />

proiezione d’ombra di alberi o edifici sovrastanti, in periodo invernale e<br />

quindi con sole “basso” all’orizzonte o la contiguità del locale al vano<br />

canna fumaria, possono incidere sui fabbisogni teorici di certi alloggi penalizzandoli<br />

o favorendoli.<br />

136


La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

La temperatura dei locali e della caldaia.<br />

Abitualmente si sente dire: la caldaia è accesa 3 o 4 ore al mattino, altre<br />

ore a mezzogiorno e nuovamente per 3 o 4 ore serali. Purtroppo sono dati<br />

relativi in quanto noi siamo interessati ad una temperatura di comfort,<br />

20°C, solo quando siamo in casa.<br />

Dobbiamo pertanto conoscere, a grandi linee, il funzionamento di una caldaia<br />

ed i tempi necessari per raggiungere la temperatura di comfort.<br />

Tecnicamente il fenomeno è relativo alla differenza di temperatura (∆T)<br />

tra il valore di partenza e il valore necessario per raggiungere i 20°C<br />

dell’edificio.<br />

E’ evidente che per passare da una sensazione di freddo, ipotizziamo<br />

16°C, al valore richiesto di 20°C occorre un certo tempo correlato alla<br />

temperatura acqua calda in circolo nei radiatori.<br />

Sappiate che i costi d’esercizio sono ad andamento esponenziale perciò è<br />

opportuno utilizzare la caldaia ed il calore residuo dei termosifoni con i<br />

∆T meno costosi.<br />

Da esperienze risultano vantaggi economici a mantenere una temperatura<br />

notturna a circa 17,5°C e temperatura di comfort a 20°C (valore prescritto<br />

dalla legge). Qualora dimentichiate l’inerzia termica impiantistica rischiate<br />

di raggiungere i 20°C quando al mattino sarete usciti per il lavoro con<br />

l’aggravante economica di aver riscaldato la casa vuota per altre 2 o 3 ore.<br />

Alcuni dati utili: occorrono circa 3 ore per passare dai 17,5°C ai 20°C, necessita<br />

una sola ora per passare da 19°C a 20°C. Il calore residuo, con caldaia<br />

spenta si può considerare latente per un periodo di ore similari. (Le<br />

caldaie a condensazione richiedono di essere sempre accese per l’intero<br />

periodo del riscaldamento e reagiscono lentamente, ciò nonostante il consumo<br />

finale sarà minore).<br />

Quanto sopra è riferito ad impianti tradizionali con tubature in ferro termico<br />

e radiatori in ghisa pesante. Già, la ghisa! Ha grossissima capacità di<br />

conservare il calore ma d’altra parte richiede un elevato tempo per arrivare<br />

a temperatura.<br />

In attesa di rifacimento impianto, prevedete un arco temporale di venticinque<br />

anni, è opportuno valutare la sostituzione di radiatori, con altri<br />

sempre in ghisa, del tipo alleggerito e maggior resa termica. Tra l’altro<br />

sono più estetici ed hanno intercapedini facilitanti il moto convettivo<br />

ascensionale dell’aria calda. Non importandovi di avere tubazioni a vista,<br />

volendo occultabili con canaline già usate per i condizionatori, per<br />

137


La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

risparmiare sulle spese murarie e quanto vi è connesso in primis pavimentazioni,<br />

potrete aumentare il numero di radiatori posizionandoli ove<br />

più necessita il comfort. La caldaia non dovrà essere sostituita in quanto<br />

il contenuto d’acqua nei radiatori anche se aumentati non muterà e forse<br />

potrete ridurre la temperatura d’esercizio a circa 65°C ottenendo economie<br />

di esercizio, rammentate il ∆T. Avrete inoltre una ulteriore regolazione,<br />

locale per locale, attraverso le valvole termostatiche applicate,<br />

su vostra richiesta, sui radiatori più strategici, es. zona giorno e zona<br />

notte. Abitando in un condominio, e quindi un insieme di “partiti politici<br />

litigiosi” sarà dura anche da parte di un tecnico illuminato, il Maestro,<br />

conciliare i vari pensieri.<br />

Il consiglio è quello di adeguarsi, almeno, alle normative di legge valide<br />

però solo per i nuovi edifici. Prevedono impianti centralizzati, parcellizzazione<br />

acqua e riscaldamento, per i singoli alloggi.<br />

Riteniamo che il “contatore”, anche se parziale e relativo, abbia un alone<br />

di uguaglianza democratica che i più non osano mettere in discussione.<br />

I termosifoni ed i materiali costruttivi.<br />

I “radiatori” sono dei serbatoi in cui viene fatta circolare acqua calda che<br />

passando attraverso le colonne riscalda l’insieme rilasciando il calore<br />

all’aria circostante. Viene infatti provocato un moto ascensionale dell’aria<br />

che aspirando quella fredda e lambendo le pareti calde si riscalda e forma<br />

un moto convettivo verso l’alto; le “orme” e cioè i baffi sono visibili a lato<br />

e parte sovrastante i radiatori privi di adeguata pulizia. A differenza del<br />

radiatore della vostra auto con elevato utilizzo di lamiera a basso spessore<br />

(deve smaltire velocemente il calore del motore) qui le pareti, originariamente<br />

in ghisa, sono ad elevato spessore per mantenere a lungo il calore<br />

ma come in tutte le cose sono frutto di compromesso, calore dato/calore<br />

reso, in funzione dei tempi di funzionamento.<br />

Come già accennato se il radiatore è posto in una residenza per anziani sarà<br />

efficace ed economico un radiatore “pesante”. Viceversa, per utilizzo<br />

saltuario in una casa vacanza andrà del tipo “leggero”.<br />

La regolazione del radiatore.<br />

Teoricamente è possibile regolare l’afflusso di acqua sia in entrata, manopola<br />

posta in alto, sia in uscita, saracinesca, “detentore”, posta in basso ed<br />

agibile con apposito attrezzo (cacciavite o chiave a brugola). Ripetiamo<br />

138


La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

teoricamente in quanto in realtà la tecnologia utilizzata è per usi saltuari;<br />

in genere per la messa in esercizio. L’acqua “asciuga” le guarnizioni o<br />

premi stoppa, vedrete un alone di verderame sulle parti in bronzo a volte<br />

nascoste da manopole in plastica o ghiere, ed il ripetuto utilizzo favorisce<br />

il gocciolamento sui pavimenti e peggio sul parquet.<br />

Una malizia da utilizzare quando si aziona qualsiasi meccanismo a vite<br />

occorre riportare il tutto in “tiro”. Come? Se l’apertura è sinistrorsa, antioraria,<br />

è il caso più comune, occorre svitare per almeno mezzo giro in più<br />

della posizione desiderata e poi ruotare verso destra sino al punto prescelto.<br />

Così facendo avete provocato l’aderenza delle pareti vite e sede, madrevite,<br />

e quindi impedito il trafilamento dell’acqua. Nel caso di rubinetti<br />

di acqua potabile l’accorgimento ha il vantaggio che un’eventuale colpo<br />

d’ariete, è il rumore che sentite in casa vostra dopo la riparazione delle<br />

condutture municipalizzate, non “apra” inaspettatamente la saracinesca.<br />

Ritorniamo ai radiatori, se esiste gocciolamento si deve serrare dolcemente<br />

con apposita chiave fissa la ghiera esagonale che chiude il premistoppa<br />

eventualmente ripristinando quest’ultima, la stoppa o canapa. È operazione<br />

attuabile da qualsiasi “far da sé” e non richiede la lunga attesa<br />

dell’idraulico. Una scodella raccogli gocce, sistemata sul pavimento, testimonierà,<br />

dopo almeno alcuni giorni di stazionamento, l’efficacia<br />

dell’intervento. La scodella vi sarà utile anche quando azionerete gli sfiatatoi<br />

aria ad inizio riscaldamento. In questo caso non ci sono premistoppa<br />

perché il calore ed i residui calcarei dell’acqua “salderanno” il piccolo foro<br />

predisposto. Ed è anche per tale motivo che si constata l’insuccesso delle<br />

valvoline automatiche di sfiato applicate anni addietro ai radiatori.<br />

La temperatura dell’acqua in caldaia.<br />

Ci sono operazioni che il manutentore della caldaia, a cadenza annuale,<br />

non può eseguire per conto vostro iniziando, ad esempio, dallo spurgo dei<br />

radiatori all’inizio del periodo di riscaldamento. La più semplice, ma efficace<br />

gestionalmente, è la regolazione della temperatura dell’acqua sia per<br />

il periodo invernale che per quello estivo. Mediamente i valori variano di<br />

circa 70°C e circa 50°C. Ricordiamoci che il pagato, in bolletta, è il consumo<br />

di combustibile utilizzato per il ∆T. Tutte queste regolazioni si ottengono<br />

ruotando una manopola; il riscontro oggettivo della regolazione<br />

attuata lo riscontrerete su strumentazione analogica, numeri e lancette, indicante<br />

la temperatura massima raggiunta dalla caldaia, da leggersi un at-<br />

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La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

timo prima dello spegnimento del bruciatore, qualora manchi l’indicatore,<br />

e la pressione dell’acqua in esercizio riscontrabile in diretta con l’apertura<br />

del rubinetto dell’acqua in entrata. É sufficiente avere il valore tra la tacca<br />

verde e la tacca rossa dello strumento, da 1 a 2 bar.<br />

Come si intuisce l’acqua è in pressione ed è mantenuta tale da serbatoi<br />

chiusi, i “polmoni”.<br />

Anche questi ultimi devono essere oggetto della revisione annua e non<br />

sempre i manutentori verificano la pressione di tali apparati. A volte è necessario<br />

aggiungere un polmone supplementare nei casi di impianti vecchi<br />

ricondizionati. Un segnale di disfunzionamento, mancanza d’acqua in circuito,<br />

è il gorgoglìo e ruscellamento dell’acqua nei radiatori; rumore percepibile<br />

specie nelle ore notturne.<br />

Ripetiamo, un impianto termico va condotto come l’auto, ove la strumentazione<br />

della temperatura acqua, contagiri, rumori vari della meccanica è<br />

verificata in continuo mentre si guida, pena i maggiori consumi ed i relativi<br />

costi d’esercizio.<br />

Il calore sprecato; errori più comuni.<br />

Sono quelli in cui i radiatori scaldano tappetini filtranti, mensole, mobili<br />

copritermo, tendaggi e mobilia adiacente invece di diffondere il calore<br />

nell’ambiente. Nessuno di noi metterebbe una stufa in tale posizione, invece<br />

per i radiatori complice la mancanza di fiamma non si hanno certi<br />

accorgimenti per facilitare la diffusione del calore. Anche l’impropria collocazione<br />

dei radiatori costituisce spreco non riducibile anche con particolari<br />

accorgimenti.<br />

Ad esempio i sottovani finestra hanno il muro di fondo assottigliato che<br />

costituisce pertanto una discontinuità di spessore e punto debole di coibentazione<br />

(ponte termico). Rammentiamolo per porvi rimedio, isolamento<br />

aggiuntivo di doppia parete, in occasione della sostituzione dei radiatori<br />

già citati in precedenza. Ripetiamo il principio di funzionalità del radiatore:<br />

l’acqua calda che circola all’interno scalda le pareti interne/ esterne in<br />

ghisa creando all’intorno dello stesso termosifone aria calda. Quest’ultima<br />

aspira dal pavimento e parte circostante l’aria fredda provocando un moto<br />

convettivo diretto verso l’alto. Pertanto la polvere sottostante e quanto si<br />

deposita nei vani del radiatore viene aspirata verso l’alto lasciando i “segni”<br />

del passaggio. Per evitare tali inconvenienti eliminate l'aggiunta di<br />

materassini filtranti e copritermo, spreco di energia termica, provvedendo<br />

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La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

giornalmente alla spazzatura del pavimento e settimanalmente alla pulizia<br />

dei radiatori con appositi scovoli; miglioreremo anche l’aria respirata. Potete<br />

interporre, a volte con difficoltà, quei tappetini isolanti e riflettenti, a<br />

superficie alluminata, con risultato estetico deludente ma efficace. Un altro<br />

modo sarebbe l’interporre due pezzi da lamiera preverniciata, la reperite<br />

presso i costruttori di gronde. Un pezzo va posizionato in basso, sino<br />

all’altezza dei sostegni del radiatore; il pezzo superiore con gli intagli in<br />

relazione ai sostegni, avrà andamento raggiato per favorire ed indirizzare<br />

verso l’interno del locale l’aria calda. Si otterrà un discreto isolamento del<br />

muro e si eviterà di scaldare mensole sprecando energia.<br />

Condurre, “guidare” gli impianti riscaldanti.<br />

Ritorniamo al tema riscaldamento ed ai suoi costi di esercizio. Non si conosce<br />

l’esatta motivazione del variato clima della Terra, aumento ed intensità<br />

dei fenomeni atmosferici, ma si constata che anche in Riviera, ora,<br />

occorre avere impianti di riscaldamento quasi sconosciuti 50 anni addietro.<br />

I costi delle materie energetiche hanno incrementi elevatissimi per cui<br />

occorrono particolari attenzioni alla conduzione di impianti termici. Tutti<br />

ci lamentiamo ma se osserviamo attentamente il dettaglio di tali costi (acquisto<br />

fonti energetiche, manutenzione e costi di conduzione) constatiamo<br />

che quest’ultimo rimane relativamente costante. Ciò significa elevato affidamento<br />

sui sistemi di controllo automatico (sonde interne/ esterne/ cronotermostati)<br />

che hanno grossi limiti di compromesso, mediano i vari parametri<br />

in gioco, rispetto ad una conduzione “manuale” che conosca le effettive<br />

esigenze degli occupanti. Ed è anche per tale motivo la ricerca<br />

dell’impianto autonomo. L’obiettivo, teorico, è quello di avere comfort,<br />

20°C solo quando serve. La strumentazione dapprima citata ha impostazione<br />

prederminata e non avrà mai la flessibilità da noi richiesta. Tuttavia<br />

la strumentazione è regolabile, in qualsiasi momento, dall’uomo ottenendo<br />

pertanto economie di esercizio sino a valori stimati del 30%.<br />

Il timore di “guidare” la caldaia.<br />

Rammentiamo che qualsiasi apparato dalla televisione alla caldaia ha sia<br />

un impostazione di funzionamento predeterminato, tarato, in fabbrica e sia<br />

regolazioni agibili dall’utenza. Le funzioni pretarate sono, in genere, non<br />

accessibili dall’involucro esterno; inoltre per ulteriore sicurezza le viti di<br />

taratura sono bloccate ed identificate con vernice rossa (pericolo). Le altre<br />

141


La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

regolazioni, quelle ammesse, sono ottenibili con manopole, pulsanti, rubinetti<br />

di adduzione (gas/ acqua) e possono anche essere comandate a distanza<br />

attraverso interruttori azionati, ad esempio, dai cronotermostati,<br />

temperatura desiderata ora per ora, giorno per giorno ivi comprese le diverse<br />

esigenze del fine settimana.<br />

Temperatura di un locale abitativo.<br />

Il riferimento è la temperatura corporea di 37°C. I nostri vestiti abituali,<br />

quelli di stagione, compensano la differenza di temperatura, ∆T, tra la<br />

temperatura atmosferica e quella richiesta dal nostro corpo per non subire<br />

la sensazione di freddo. Questa sensazione risente oltre che della tipologia<br />

degli indumenti, a proposito sarebbe ora che d’inverno indossassimo una<br />

maglia in più o la classica “derisa” canottiera in lana, anche dalle condizioni<br />

atmosferiche in specie con tempo umido e/o ventoso. Anche la nostra<br />

attività di moto all’interno del locale incide sulla temperatura percepita;<br />

è il caso di anziani più o meno immobili e quindi freddolosi. Muovendoci<br />

all’interno dei locali riscontreremo zone con sensazioni di freddo, ad<br />

esempio di fronte a una superficie vetrata, o sensazione di caldo in adiacenza<br />

di corpi scaldanti, radiatori/stufe. Ciò sta a significare che il calore<br />

non è uniformemente distribuito nei locali con compromessi nel grado di<br />

comfort. Memorizzate tali fenomeni e le variazioni di temperatura zonali<br />

per quando interverrete sull’impianto termico. Negli impianti condominiali<br />

sono coinvolti anche altri inquilini e non sempre potrete realizzare le<br />

modifiche che se non globali saranno penalizzanti. Nell’immediato potrete<br />

valutare se integrare con altra fonte di calore, esempio stufa elettrica ad alta<br />

resa ad esempio di tipo svedese, da loro il riscaldamento è maggiormente<br />

ad elettricità.<br />

Il posto del termostato.<br />

Non pensiamo che siate tra coloro che in occasione di rifacimento di impianti<br />

abbiano già suddiviso l’impiantistica in almeno due zone, ambiente<br />

diurno e ambiente notturno.<br />

In proposito si nota nei rifacimenti impianti un abuso di valvole termostatiche.<br />

Vengono montate su tutti i radiatori! Rammentate “una massima”:<br />

tutto quello che è montato può guastarsi!<br />

Nel nostro caso si tratta di rubinetti dell’acqua con fori ed astine di chiusura<br />

minute e delicate, soggette pertanto a malfunzionamenti. Ritorniamo<br />

142


La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

all’individuazione del “posto”. La metodologia di ricerca del punto ottimale<br />

per la collocazione dello strumento richiede di iniziare a rilevare<br />

pragmaticamente la temperatura minima e massima dei locali e della postazione<br />

zonale maggiormente utilizzata. In ferramenta troverete tale doppio<br />

termometro; anche se di bassa precisione a voi serviranno le varianti<br />

relative e quindi lo strumento sarà valido allo scopo. Posizionate poi il<br />

termostato nel punto prescelto come valore mediato.<br />

Funzionalmente rammentiamo che il termostato interviene a variazioni di<br />

circa 0.5°C rispetto ai valori impostati. Qualora lo strumento sia più “sensibile”<br />

la conduzione sarà più efficace ed economica.<br />

Utilizzo del cronotermostato.<br />

Consideratelo tale e quale l’acceleratore dell’auto ma, anziché il motore,<br />

governa la caldaia.<br />

L'etimologia evidenzia la regolazione della temperatura nel tempo. In pratica<br />

costituisce la programmazione cronologica di spegnimento/ accensione<br />

caldaia o condizionatore o boiler vincolandola a una determinata temperatura,<br />

sia essa di esercizio o di comfort.<br />

Con l'avvento della computerizzazione, anche il cronotermostato collegato<br />

all’impianto termico permette, in teoria, la scelta della temperatura di<br />

confort per ogni singola ora del giorno.<br />

La realtà è vincolata dal tempo di risposta della caldaia che é funzione della<br />

temperatura di partenza e quella richiesta. Questa differenza di temperatura<br />

può essere elevata o minima. In caso di spegnimento caldaia in orario notturno,<br />

tecnica di conduzione poco oculata, per passare da 15°C ai 20°C di<br />

legge, possono essere necessarie anche cinque ore mentre per passare da<br />

19°C a 20°C, può essere sufficiente un'ora di funzionamento caldaia. E’ altresì<br />

importante rammentare l’inerzia termica per cui i radiatori, se in ghisa<br />

pesante, mantengono il calore anche a caldaia “spenta”. Tale calore si protrae<br />

anche per più ore.<br />

A proposito di caldaia “spenta” potete parametrarla alla vostra pedalata<br />

in bici; non dovete pedalare sempre, muscoli (leggi caldaia) in funzione,<br />

ma vi occorrerà spingere ogni tanto sui pedali in pianura, invece in continuo<br />

in salita e riposarvi in discesa (leggi caldaia “spenta” per un certo<br />

periodo).<br />

N.B. Della differente conduzione delle caldaie a condensazione abbiamo<br />

già accennato.<br />

143


La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

L'impostazione del cronotermostato e i suoi vincoli.<br />

I cronotermostati "tecnici" di case blasonate sono impostati su curve di<br />

potenza e resa termica dell’impiantistica ed altri fattori che i comuni mortali<br />

ignorano (ma le istruzioni per l'uso di corredo consentono agevoli tarature).<br />

Restando nel campo semiprofessionale, termostati reperibili in rivendite<br />

specializzate di materiale elettrico, con meno di 100 €, acquisterete<br />

dispositivi uso famiglia che dispongono di tre livelli di temperatura<br />

(notturna, periodo con esigenza di confort, e temperature di esercizio economico).<br />

Hanno inoltre l'impostazione di programmi già predeterminati<br />

per le varie zone d'Italia, più o meno fredde, e tutti gli strumenti consentono<br />

la programmazione, giorno per giorno, ora per ora della temperatura<br />

desiderata con i vincoli citati di "risposta" caldaia. Quasi tutti inoltre, hanno<br />

opzioni di funzionamento continuo con temperature antigelo(+ 7°C),<br />

con il countdown (conteggio alla rovescia) per l'accensione, ad esempio<br />

per la seconda casa, per il fine settimana ed alcuni hanno l'interruzione<br />

momentanea, circa 3 ore, per le pulizie di casa a finestre aperte o per uscire<br />

a fare la spesa. Per le funzioni dovete parametrarvi a quelle offerte, ad<br />

esempio, dai telefonini che ad eccezione di qualche ragazzo sveglio, si utilizzano<br />

solo per telefonate tradizionali.<br />

Ancora oggi si tratta di strumenti "sconosciuti" ai più anche se adottati già<br />

venticinque anni fa, nelle seconde case, di lusso, in montagna.<br />

Il troppo stroppia!<br />

Sovente in caso di modifica per la parcellizzazione si eccede in automatismi<br />

quali ad esempio l'applicazione di valvole termostatiche su ogni singolo<br />

radiatore. Vorremmo ricordare che tutto ciò che non è montato non si<br />

rompe e viceversa. Le regolazioni non devono essere "vandalizzate" dai<br />

cari pargoletti di casa e non devono costituire aggancio per giacche bagnate,<br />

borse e ombrelli. Le astine che regolano l'afflusso e la quantità di acqua<br />

calda sono delicate e minute, soggette al calcare e poco robuste anche se<br />

assolvono un utilizzo appropriato. La regolazione con un cronotermostato<br />

sulla mandata principale è meno soggetta a manomissioni ed è funzionale.<br />

Eventuali disfunzioni, locale per locale, sono riducibili con un corretto afflusso<br />

di acqua in ogni singolo radiatore. La manovra è fattibile attivando<br />

entrambe le saracinesche, anche quella "nascosta" nella tubazione inferiore<br />

(in pratica si cerca un compromesso tra la mandata di acqua calda e il<br />

ritorno d'acqua in caldaia).<br />

144


La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

Qualora la disfunzione sia grave potrebbe essere necessario un bilanciamento<br />

termico ad opera di un impiantista e ciò può anche richiedere l'installazione<br />

di radiatori più appropriati. Terminando: l'utilizzo di un metodo parcellizzato<br />

di condotta del riscaldamento equipara un impianto centralizzato ad un<br />

impianto singolo autonomo e consente una riduzione sprechi (ognuno vuol<br />

pagare solo il suo effettivo consumo). Per la verità una quota residua, quella<br />

per le parti comuni dell'edificio ed esigenze di conguaglio, resta centralizzata<br />

e costituisce quota fissa pari a circa il 50% del totale. La maggiore sensibilizzazione<br />

alla conduzione e riduzione degli sprechi può incidere sui costi<br />

di gestione fino al 20%. I vincoli: la regolazione della temperatura per singolo<br />

alloggio è attuabile solo se la temperatura della caldaia condominiale è<br />

"adeguata" e in continuo. Anche in questo caso occorrerebbe l'intervento<br />

preventivo di un tecnico per il bilanciamento termico.<br />

IMPIANTI ELETTRICI<br />

Cosa verificare?<br />

Iniziamo dal vano contatore per poi giungere alle utenze.<br />

Verifichiamo, nel vano contatore la presenza del cavo di terra, colore giallo/verde<br />

e l’allaccio alla linea interna. Il cavo non “entra” nel contatore e<br />

nel salvavita, ma prosegue nell’altro capo sino a raggiungere un dispersore<br />

di correnti elettriche nel terreno, da cui il nome cavo di terra.<br />

Costituisce sicurezza di utilizzo; volendo potete verificarne l’efficacia con<br />

dispositivo acquistabile in negozi specializzati.<br />

Un inciso: insegnate ai vostri figli a verificare, per la loro sicurezza, la<br />

presenza di tale collegamento anche sui pali stradali a cui incatenano il<br />

motorino unitamente al dovere civico di non danneggiare l’allaccio. Assieme<br />

al cavo di terra dovremmo verificare la presenza del salvavita.<br />

Il salvavita.<br />

Assolve egregiamente il compito di sentire la differenza, riscontrata a<br />

fronte di una qualsiasi dispersione lungo il circuito elettrico servito, da cui<br />

il nome tecnico di “interruttore differenziale magnetotermico”. Ne tratteremo<br />

ancora.<br />

I punti deboli.<br />

Esistono normative di sicurezza, citiamo la 46/90 ma potrebbero sopraggiungere<br />

altre; l’applicazione è però rivolta ad edifici nuovi o parti comuni<br />

145


La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

da cui si deduce che le case vecchie sono insicure. In attesa di rifacimento<br />

impianto applicate da subito il salvavita (anche se non disponete<br />

dell’impianto di terra). Oltre alla zona contatore sarebbe opportuno inserire<br />

altri interruttori automatici, o meglio salvavita, nei punti critici di utilizzo<br />

energia elettrica quali bagni, cucine e locali lavanderia. Il mercato offre<br />

prodotti “miniaturizzati” da inserire nelle scatole porta prese; al limite<br />

si possono posizionare esterni e cioè non incassati nel muro. In caso di<br />

guasti vi garantiranno l’utilizzo della parte residua del circuito in attesa<br />

del “riparatore”.<br />

Qualora possediate vasche ad idromassaggio assicuratevi che il salvavita<br />

dedicato, e cioè quello che alimenta l’apparato relativo, abbia sensibilità<br />

maggiore del tradizionale. In tal caso la specifica è Δ 0,01A anziché Δ<br />

0,03A. L’utilizzo di tali vasche richiede obbligatoriamente l’impianto di<br />

terra!<br />

La prudenza non è mai troppa; un bambino, piccolo peso ma estremamente<br />

sensibile, può camminare a piedi nudi e venire in contatto con elettrodomestici<br />

quali vasca, frigo e lavatrici che se non correttamente collegati a<br />

terra possono creare incidenti.<br />

Abbiamo già citato, nella trattazione boiler, i pericoli di utilizzare prese ed<br />

interruttori posti in adiacenza ai rubinetti, ora trattiamo le “prese a sfilo”.<br />

Non è una nuova tipologia di presa, ma è la conseguente reazione allo stacco<br />

di una spina, del ferro da stiro ecc., dalla sua presa. Ciò è dovuto al fatto<br />

che le vecchie sedi murate, scatole frutto, consentivano il fissaggio prese<br />

solo a pressione e non a vite come le attuali. L’usura e l’utilizzo maldestro,<br />

si tira il cavo senza contrastare lo sfilo tenendo premuta la mostrina con<br />

l’altra mano, estrae dal muro la presa evidenziando all’esterno i cavi con i<br />

pericoli di contatti accidentali.<br />

I rimedi: muratura nuove sedi e rinnovo prese. Per sicurezza è sufficiente<br />

sostituire quelle più usate, due o tre in tutto l’alloggio. Attenzione: sarete<br />

tentati di montare prese universali, le bipresa. Ciò è fattibile solo dopo verifica<br />

dell’impiantista ai nuovi maggiori carichi, in caso opposto avrete<br />

guai da surriscaldamento ecc..<br />

Parlando di riscaldo cavi sappiate che ciò è facilitato nelle cosiddette piattine,<br />

due o tre cavi solidali ed affiancati. Il fenomeno si riscontra sempre<br />

in zone di allaccio utenza specie se di corpo ad incandescenza, lampada ad<br />

esempio, ove il calore non viene disperso nell’ambiente circostante e<br />

“cuoce” la plastica isolante del cavo di rame unitamente al portalampade.<br />

146


La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

Gli isolanti dei cavi non sono universali: sono computati abitualmente per<br />

smaltire il calore generato da un prefissato passaggio di corrente e non includono<br />

i fenomeni, leggi concause, esterne. Ricordatevi le già citate regole<br />

del mercato e le specifiche tecniche.<br />

Aggiungiamo una specifica di carattere generale: aumentate sempre i coefficienti<br />

di sicurezza.<br />

Nel caso del portalampada non rinnovate il cavo con una piattina, è intuitivo<br />

che i due fili affiancati si riscaldino, ma usate un cavo a due o più fili<br />

ulteriormente isolati tra di loro (doppio o triplo isolamento), il già citato<br />

negozio specializzato ve lo fornirà.<br />

Il far da sè.<br />

A volte per risparmio non è richiesto l’intervento del tecnico …<br />

Ciò è facilitato dal fatto che tutti “sanno” cambiare una lampada, montare<br />

un nuovo lampadario o portalampada e sostituire il cavo; è sufficiente infilare<br />

i cavi, il dubbio ci assale quando i fili sono in numero maggiore delle<br />

sedi predisposte, e serrare! Non è proprio così il da farsi! E’ pericoloso e<br />

ci sono regole iniziando dal computo sezione cavi al loro corretto posizionamento,<br />

linea-neutro-terra (se osservate attentamente gli apparati, anche<br />

un semplice portalampade, riscontrerete lettere e simboli che occorre rispettare).<br />

Anche i colori dei cavi non sono a piacere, hanno un significato<br />

e i collegamenti pure. Fatevi spiegare quale cavo, marrone per la linea ed<br />

altro colore per il neutro, posizionare al contatto centrale di un comune<br />

portalampada … e così pure per la sezione del cavo. Un nostro amico,<br />

buon progettista di ascensori ed “inventore”, aveva una sua teoria su tali<br />

computi e coefficienti di sicurezza che, da sempre per motivi di risparmio<br />

vengono tenuti bassi: il calcolo della sezione dei cavi di un lampadario<br />

deve essere correlato al sostegno dell’elettricista appeso ai fili dopo la caduta<br />

della scala … e aggiungiamo noi che anche l’ancoraggio al soffitto<br />

sia“adeguato”.<br />

Quanto sopra a ricordare i “guasti” di una analisi valore spinta ed i falsi risparmi;<br />

verranno evidenziati in caso di un fortuito utilizzo anomalo.<br />

Le ciabatte esotiche non sono idonee ad un uso continuo!<br />

Sempre nelle vecchie case troviamo portalampade in ottone quelle con<br />

ghiera in ceramica, invito rivolto in specie agli amanti dei prodotti di antiquariato;<br />

sono pericolosi in quanto si svitano a seguito delle ripetute sosti-<br />

147


La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

tuzioni lampadine. Tutti sanno che per qualsiasi intervento, nel nostro caso<br />

per cambiare l’apparato in ottone con uno più sicuro in plastica, occorre<br />

staccare la luce.<br />

Le manovre sul salvavita.<br />

Ora però le cose sono rese più complicate dal…salvavita.<br />

Gli anziani, ma non solo loro, usi al ripristino di un solo pulsante, il vecchio<br />

“automatico”, non si abituano al “riarmo” di una seconda leva e meno che<br />

mai all’effettuazione test periodico di efficacia. L’installatore avrebbe dovuto<br />

spiegare che si tratta in realtà dell’aggiunta di due dispositivi; uno con<br />

le funzioni del vecchio automatico e l’altro per intercettare anomalie incrementando<br />

la sicurezza. Senza tale doppia manovra non si può dare corrente<br />

(ora non più ma occorre comunque fare il test di verifica efficacia del<br />

dispositivo che molti dimenticano). Rammentiamo che tutta l’elettronica,<br />

anche per il pc, si avvale di dispositivi meccanici, nel nostro caso sgancio<br />

che l’inutilizzo può “inchiodare” annullando l’attesa sicurezza.<br />

I primi salvavita, anni 60, avevano un dispositivo che poteva escludere tale<br />

funzione.<br />

Il produttore, ingegnere veneto eclettico inventore, aveva giustamente ipotizzato<br />

che le vecchie umide case avevano “dispersioni” tali da impedirne<br />

l’efficacia. Ciò funzionava, e funziona tuttora, da test propedeutico<br />

all’individuazione delle anomalie riscontrate abitualmente in giunzioni<br />

improprie o ambienti umidi… Assumetelo come collaudatore.<br />

Vedere capitolo come affrontare le emergenze di casa.<br />

Un grande divoratore di energia elettrica: lo scaldaacqua.<br />

Boiler elettrici.<br />

Tralasciamo, per ora, i costi di esercizio, ma la bolletta la dovremo pagare.<br />

Hanno il grosso pregio di sicurezza di funzionamento, a differenza di<br />

quelli a gas se impropriamente installati ed utilizzati ma per contro hanno<br />

durata limitata, pochi anni, e si verificano inconvenienti quali la foratura e<br />

le perdite da rottura di flessibili di allaccio (dovrebbero proibirli ma la<br />

fretta ...) con relativi allagamenti e danni in quanto nessuno prevede più<br />

gli scarichi predisposti, almeno sotto la valvolina di sfiato. Non dovrebbero<br />

essere installati in posizione soggette ad infiltrazioni di vapore sui dispositivi<br />

elettrici di alimentazione. Vedere regole apposite. Visto che ab-<br />

148


La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

biamo citato le regole, possiamo non esserne a conoscenza, sappiate che in<br />

generale non ci devono essere prese, interruttori, lampade posizionate in<br />

prossimità di un punto di attingimento acqua.<br />

Il motivo è quello di evitare un eventuale contatto con mani bagnate o umide<br />

con apparecchiature elettriche quali quelle non “stagne” delle case civili.<br />

Se riscontrate casi anomali richiedete l’intervento del tecnico. L’anomalia è<br />

diffusissima e pericolosa; si riscontra anche in case ristrutturate ove<br />

l’elettricista non ha mediato le vostre richieste di posa prese, i cosiddetti<br />

punti luce, con le normative ed il buon senso.<br />

Costi di esercizio.<br />

Una annotazione; anche il boiler ha il termostato di regolazione temperatura<br />

acqua calda.<br />

Valgono tutte le regole riportate per la caldaia quindi occorre adeguare le<br />

temperature di esercizio estivo ed invernale. Pertanto se dovete sostituirlo,<br />

oltre a scegliere quelli con garanzia decennale, verificate che la manopola<br />

di regolazione temperatura sia di facile accesso e manovrabilità e così pure<br />

il termometro indicante la temperatura interna dovrà essere facilmente<br />

leggibile. A proposito di innovazione tecnologica anche il boiler può essere<br />

integrato con un timer programmabile a piacere ed in continuo. Ciò vi<br />

consentirà di avere quantitativi e temperature acqua idonee per docce mattutine<br />

o bagni serali o temperature ridotte per le semplici abluzioni diurne.<br />

Tutto ciò contribuisce al risparmio ed incrementa il comfort.<br />

Abbiamo visto che la possibilità di gocciolamento dalla valvolina di sfiato<br />

o perforazione del contenitore interno acqua sono difficilmente prevedibili<br />

e quindi, per evitare imprevisti allagamenti riteniamo sia preferibile sostituirlo<br />

al raggiungimento del periodo di fine garanzia. I prodotti attuali non<br />

la superano di molto. Nella scelta di nuovi scaldaacqua non troverete<br />

l’etichetta energetica delle nuove lavatrici pur avendo il boiler un consumo<br />

enorme di elettricità. Richiedete lumi ai costruttori prima di procedere<br />

all’acquisto…<br />

Lampade ed evoluzione tecnologica.<br />

Riteniamo che uno sviluppo, dettato dalla domanda, delle lampade a diodi, i<br />

led che vedete su tutti i vostri nuovi apparati elettronici, sarà più efficace gestionalmente<br />

e meno costoso (la loro durata è di circa 100.000 ore contro le<br />

6.000 delle lampade a risparmio); ora nel 2011 sono facilmente reperibili. In<br />

149


La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

proposito a queste ultime l’impiego è efficace solo se applicate ove<br />

l’intervallo minimo di funzionamento è di almeno quindici minuti. In caso<br />

opposto avrete sprecato solo soldi in quanto sempre di più vale la regola<br />

dell’auto: maggior partenze ed arresti fate, start and stop, maggiore il consumo<br />

e l’usura del mezzo e quindi minor durata totale del manufatto. Tra parentesi<br />

i led li trovate su tutti gli apparati elettronici e per contro se non avessero<br />

tale durata, cioè si fulminassero, spegneremmo tutte le tv ecc. lasciate in<br />

“attesa”, stand by, evitando gli sprechi conseguenti. Per le luci esterne, dimenticate<br />

accese, esistono lampade e portalampade con interruttori automatici,<br />

crepuscolari. Anche in tal caso il dispositivo funzionerà solo se rivolto<br />

alla luce, e non è detto che ad avvitamento ultimato la posizione sia efficace,<br />

ed è per tale motivo che i prodotti di marca hanno due dispositivi per aumentare<br />

la probabilità di corretto orientamento. Se adottiamo lo Zen, quando fai<br />

una attività concentrati solo su quella, sarebbe sufficiente variare il fine corsa<br />

dell’avvitamento registrando la lamina di contatto, ma non siamo più abituati<br />

a concentrarci ed il commercio, vedi automazione oltre ogni logica, ci presenta<br />

il conto che reputiamo caro. Consultare anche i capitoli “mercurio” per<br />

le lampade e dispositivi vari riportati in “casa vacanze”.<br />

Globalizzazione, ricambistica ed innovazione.<br />

Ci ripetiamo, è vero, ma non sempre toccare la corrente è una “scossa” di<br />

vita! La globalizzazione immette sul mercato ricambi, prese singole e<br />

multiple non marchiate; diffidatene Acquistate solo prodotti con marchi<br />

impressi, che riportino almeno la dicitura IMQ o meglio VDE che nel<br />

campo elettrico dettano legge. E’ anche riportato il massimo carico ammesso<br />

che sarà vostra cura rispettare. Vedere capitolo standardizzazione.<br />

Innovazione e progresso.<br />

Citiamo anche l’innovazione di dispositivi a protezione apparati costosi o<br />

delicati quali computer o tv, contro i fulmini e sovratensioni; rivolgetevi ai<br />

negozi specializzati, sempre più rari.<br />

Rammentate che esistono prodotti che vi consentono di limitare i carichi<br />

simultanei dovuti alla contemporaneità di utilizzo, es. boiler/lavatrice, assegnano<br />

un indice di priorità di funzionamento dei vari elettrodomestici a<br />

vostra scelta. Ciò vi consentirà risparmi evitandovi contratti di fornitura<br />

con chilowatt elevati. Vedere anche note su capitolo come affrontare con<br />

calma le emergenze di casa.<br />

150


La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

“Isolamento elettrico”.<br />

Abbiamo già accennato che non esistono isolanti “assoluti”. Ciò vale sia<br />

per le tubazioni di acqua calda sia per i cavi elettrici e l’insieme di essi, motori<br />

e resistenze elettriche ad esempio. All’intorno dei cavi ed apparati, oltre<br />

al calore, si riscontrano “campi elettrici”, a volte anche correnti vaganti che<br />

possono perforare tubi adiacenti. Nei casi di alta tensione infatti si rimane<br />

folgorati anche senza “toccare i fili”. Il produttore aumentando gli isolamenti<br />

ed utilizzando materiali “disperdenti” produce apparati in funzione<br />

del tipo di utilizzo, domestico o professionale, e dei possibili contatti accidentali<br />

e l’utilizzo e del contatto con parti del corpo, in genere le mani. Ad<br />

esempio nell’asciugacapelli un involucro di “plastica” consente un doppio<br />

isolamento e l’utilizzo senza il dispersore di terra. Tale isolamento è contrassegnato<br />

con due quadratini inscritti l’uno dentro l’altro. Per gli altri elettrodomestici<br />

la normativa impone prese tedesche Schuko che sono “fuse”,<br />

collegate stagne, ai cavi di alimentazione; ed è anche per tale motivo che<br />

non vanno tranciate e sostituite con quelle a spinotti allineati. Hanno inoltre<br />

impugnatura sicura e maggior resistenza ad eventuali cortocircuiti. Digressione:<br />

siamo circondati da campi elettromagnetici. Alcuni Paesi iniziano ad<br />

isolare, con appositi dispositivi, da tali campi gli ambienti di riposo notturno.<br />

Noi possiamo incominciare ad eliminare la presenza di tv, p.c., telefonini<br />

e diavolerie elettroniche varie in camera da letto.<br />

I cavi “volanti”.<br />

Sovente nelle case ci sono cavi esterni appoggiati su pavimenti. Hanno lo<br />

scopo di raggiungere apparati “distanti” dalle prese originariamente predisposte.<br />

Anche la semplice acqua di lavaggio pavimenti può penetrare nei<br />

collegamenti generando cortocircuiti e guai. Costituiscono inoltre pericolo<br />

di inciampo. E’ preferibile e sicuro fissare al muro, anche se all’esterno, il<br />

cavo e la “ciabatta”.<br />

L’elettricità, l’acqua ed il buon senso.<br />

Evitate che possano incontrarsi anche di sfuggita ad es. con mani od ambienti<br />

umidi (pioggia).<br />

Vedi anche indice di protezione IP… Prese stagne ed indice di protezione:<br />

introduciamo il concetto di presa e circuito “stagno” ed il relativo indice di<br />

protezione (I.P.). Qualsiasi interruttore o presa e’ formato da più particolari<br />

assemblati tra di loro.<br />

151


La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

Per il montaggio è necessario del gioco, luce, che consenta un inserimento<br />

agevole di più particolari da cui si deduce che l’aria, l’acqua e gli insetti<br />

possono penetrarvi.<br />

Se non desideriamo tali inconvenienti la presa deve essere a tenuta ermetica,<br />

stagna.<br />

Così pure l’interruttore di cantina o di officina, usato sovente con mani<br />

umide e bagnate deve essere protetto da un coperchio flessibile che ne<br />

consenta l’uso senza toccare l’interruttore.<br />

Le apparecchiature citate sono denominate “stagne”, a prova di tenuta, e<br />

sono di uso obbligatorio nell’industria ma nulla vieta l’appli-cazione nel<br />

civile, la nostra casa, per aumentarne la sicurezza. Ciò non significa che<br />

possano essere immerse impunemente nell’acqua ma resistono per un certo<br />

tempo a pioggia battente o ad ambienti umidi. Il “certo tempo” è dato<br />

dal numero che segue l’indice di protezione (I.P ...). Quale riferimento abbiate<br />

un IP 65 per il lampione luce scale esterne.<br />

Rammentate che tali valori sono validi solo se gli allacciamenti elettrici<br />

sono anch’essi di tipo stagno per l’intero percorso. Non sempre ci si comporta<br />

in tal modo. Occorre sempre rammentare che anche un circuito stagno<br />

per un certo percorso, ad esempio da interno casa a giardino, non sarà<br />

tale se non provvedete a sigillare, con silicone l’entrata fili nel passacavo.<br />

Gli animali, in primis le formiche, con il tempo giungeranno agli apparati<br />

elettrici mettendovi fuori uso, ad esempio, l’apertura del cancello<br />

elettrico esterno. Quanto sopra a ricordare che non è solo l’acqua a creare<br />

problemi.<br />

Gli impianti elettrici dimenticati.<br />

Nelle case esistono impiantistiche elettriche nascoste e dimenticate. Un<br />

impianto negletto è quello che alimenta i segnali radio/TV da antenne poste<br />

sui tetti. Tetti che sovente sono sorretti da travature in legno facilmente<br />

infiammabili da eventuale corto circuito innescatosi dalle “scatole” che<br />

racchiudono l’apparato elettrico di asservimento ai segnali radio/TV. Tale<br />

“scatola” dovrebbe essere del tipo stagno e “protetta” da un salvavita che<br />

per ragioni di comodità e convenienza economica non viene mai applicato.<br />

Il consiglio è di applicarlo almeno sulla linea di alimentazione che in<br />

genere parte dal contatore luce scala. E’ pur vero che alcuni sistemi di alimentazione<br />

avevano “fusibili” contro i sovraccarichi ma ricordiamoci<br />

che le vecchie antenne possono creare innesco ai fulmini in specie quelle<br />

152


La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

particolarmente elevate sui tetti, con l’effetto punta. Anche se non vi proteggerà<br />

dai fulmini i danni di un corto causato saranno limitati.<br />

Con un interruttore protetto o “dedicato” potrete staccare la corrente nei<br />

periodi di vacanza, es. estivi, pur lasciandovi la possibilità di avere funzionante<br />

la luce scala quale deterrente per i ladri. Rammentate inoltre che i<br />

cavi di alimentazione dovranno essere del tipo a doppio o triplo isolamento,<br />

per uso esterno anche se posati all’”interno” di un sottotetto, ed alloggiati<br />

in canaline passacavo e non come si constata posati a nudo sulle travature.<br />

Ricordiamoci che l’escursione termica di un sottotetto ha il ∆T più<br />

elevato dell’intero edificio e quanto ne consegue.<br />

LA CLASSIFICAZIONE ENERGETICA ED I COSTI<br />

Il consumo di energia termica è espresso in watt per singolo metro quadro<br />

(sic!) dell’edificio.<br />

Riportiamo la formula, ed è la prima e forse l’ultima volta che citiamo parametri<br />

che vi possono apparire astrusi. La classificazione energetica è<br />

suddivisa in classi, in similitudine a quanto riportato sulle etichette dei<br />

nuovi elettrodomestici (ecolabel Europea).<br />

Si spazia dalla A con 30 kWh/mq alla G con 160 kWh/mq., in verità esiste<br />

anche la classe gold ma, non tutti si possono permettere la Ferrari.<br />

Ripetiamo vi può sembrare ostica tale suddivisione ma ... il pagato in bolletta<br />

vi coinvolgerà direttamente. Potete constatare che il divario tra la<br />

classe più virtuosa e l’ultima è elevatissimo. E per stare con i piedi per terra<br />

ipotizzate che i costi relativi al riscaldamento della vostra casa, al più<br />

classificabile in classe G, scendano di 5 volte con la classe A. Non male!<br />

Ma per ora le normative sono riferite alle nuove costruzioni che rappresentano<br />

una percentuale insignificante sul totale di case esistenti; dobbiamo<br />

quindi continuamente operare per ...<br />

Per rendere più palese in soldi i valori, stimiamo che un alloggio di 75 mq.<br />

e con un volume di 220 mc. con ubicazione geografica ai piedi delle Alpi,<br />

richieda circa 1500 mc. di metano con una spesa, ai valori del 2011, pari a<br />

circa 1400 € / anno. Tutto ciò con riscaldamento autonomo. Se abitate invece<br />

in un condominio di 12 alloggi simili al vostro la spesa annuale diminuirà<br />

a circa 1200 €.; tutto ciò è riferito alla sola spesa di combustibile.<br />

Si evince che il risparmio suggerito incrementando l’efficacia di conduzione<br />

costituirebbe vantaggio sia per l’acquisto del combustibile che usura<br />

impiantistica. Volendo però quantificare pragmaticamente l’efficacia<br />

153


La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

dell’incremento operativo sulla conduzione occorrono “misuratori”, contatori<br />

dei consumi.<br />

Necessita inoltre isolare i valori economici di spesa per le fonti energetiche<br />

su cui non possiamo agire, sono in mano ai petrolieri. Una “misura” è<br />

quella della riscontrabile sul contatore del gas o quantità di litri di gasolio<br />

acquistati ed un’altra, aggiunta, è il contatore di funzionamento caldaia a<br />

regime (e non computando il funzionamento al minimo e nelle moderne<br />

caldaie, l’attesa).<br />

Anche l’utente di un impianto autonomo può procedere in tal senso.<br />

Noi ad esempio abbiamo riportato sul corpo contatore tutti i valori dal<br />

1972, campagna “Il metano ti dà una mano”, al 2007. Venivano quantificate<br />

anche le esperienze precedenti, stufe a legna, che richiedevano circa<br />

100 quintali all’anno tagliati nei primi tempi rigorosamente a mano nelle<br />

vacanze estive.<br />

Successivamente si utilizzò caldaie a carbone; la granella di antracite oltre<br />

che bella era un sogno possederla per l’elevato costo, per cui si ripiegava sul<br />

polveroso coke, e di notte alle mattonelle di polvere di lignite compressa, da<br />

cui si constata che i moderni ceppi in segatura, trucioli compressi, ed i pellet<br />

hanno copiato l’idea.Potrete appurare che una regolazione in più ripaga<br />

l’intervento di un operatore non necessariamente fuochista patentato. Per<br />

l’impiantistica singola un aiuto viene da cronotermostati, costano meno di<br />

100 €, programmabili a piacere con opzioni facilitate. Il nostro per esempio<br />

ha un pulsante con il simbolo della donna di pulizia che interrompe per 3 ore<br />

il funzionamento della caldaia. É utile quando effettuiamo la pulizia giornaliera<br />

aprendo porte e finestre, ha efficacia quando si esce per la spesa, o altri<br />

motivi, ed ogni volta che non ci interessa momentaneamente il caldo. Naturalmente<br />

il ripristino del pulsante richiama le condizioni precedentemente<br />

impostate, reimpostazione, (reset). Ricordarsi di quanto già citato a proposito<br />

del “tempo di risposta”, inerzia termica, dei radiatori pertanto anticipare<br />

l’azionamento variando anche, provvisoriamente, la temperatura preimpostata<br />

per le ore successive. L’azio-namento di questi pulsantini richiede al massimo<br />

3 secondi. D’altronde non togliete il piede dall’acceleratore prima di<br />

giungere ad un semaforo rosso recuperando l’inerzia cinetica del mezzo?<br />

Indumenti ed altro da utilizzare in casa.<br />

A proposito di indumenti diurni e coperte notturne ricordatevi che il mercato<br />

offre prodotti idonei alle specifiche esigenze invernali evitando la<br />

154


La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

scomodità del peso e l’impaccio. Certi vestiari degli alpinisti, loro li denominano<br />

“indumenti tecnici”, ed il piumino d’oca notturno costituiscono<br />

un valido comfort. Le tute ed pigiami in “pile” sono sconsigliate in quanto<br />

altamente infiammabili anche con una semplice candela; di notte siamo<br />

assonnati e non sempre riflessivi.<br />

Vale sempre la regola di guardare a chi deve sopportare i rigori del freddo<br />

in entità superiore alla nostra ad esempio ai nordici con i loro piumini. É<br />

sempre valida, per valutare la bontà del prodotto in acquisto, la conoscenza<br />

delle regole che governano la produzione e la vendita di qualsiasi materiale<br />

ivi compresi i piumini. Un indicatore è il “titolo”, ne abbiamo già<br />

parlato, e cioè la percentuale di prodotto pregiato con cui è costruito<br />

l’articolo. Si tratta della percentuale, nel nostro caso, ripartita tra piumino<br />

e piuma d’oca. Più è alta la percentuale di contenuto del piumino maggior<br />

confort e leggerezza verrà riscontrata nell’uso. L’assoluto è il piumino ricavato<br />

dal collo dell’oca; dopo l’uso di tali piumini abbandonerete le pesanti<br />

coperte e trapunte.<br />

Trattiamo ora qualche idea migliorativa ed esponiamo l’avanzamento tecnologico<br />

di fonti alternative.<br />

I PROVVEDIMENTI CORRETTIVI, ovvero gli interventi<br />

minimi<br />

Lo spreco derivante dai "ponti termici".<br />

Si tratta in verità di punti ove non c'è continuità, ad esempio, di isolamento<br />

termico in quanto la muratura è interrotta, o ridotta di spessore, per la<br />

posa di un serramento, porta, finestra o altro; in linguaggio tecnico è un<br />

"ponte termico" identificabile con un più volgare punto freddo, con tutte le<br />

conseguenze correlate. Anche il vano sottofinestra ove sono posizionati<br />

molti radiatori costituisce punto freddo.<br />

Una moderna porta munita di doppi vetri può presentare, e ciò succede<br />

sovente, nel pannello inferiore un punto freddo. Il fenomeno si verifica<br />

anche se la costruzione è a singolo taglio termico; in pratica il telaio esterno<br />

è isolato da materiale apposito con il telaio interno. Le vecchie porte in<br />

legno hanno pannelli inferiori di spessori limitati che facilitano l'insorgenza<br />

di condense, le famose goccioline che condenseranno poi in muffe. Voi<br />

vi domanderete il come mai, visto che si suole dire che una volta lavoravano<br />

meglio.<br />

155


La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

La risposta è che ai tempi di costruzione di tali infissi non c'era l'esigenza<br />

di isolare una temperatura di oltre 20°C interna dai -10°C dell'esterno. Le<br />

temperature di casa erano inferiori, unitamente al comfort abitativo.<br />

Un rimedio semplicissimo è quello di rivestire tali pannelli con sughero da<br />

ricoprire, a loro volta, con altro pannello in legno o in M.D.F. (é simile alla<br />

masonite). L'estetica non ne risentirà in quanto è sufficiente agire nella<br />

cornice del pannello senza aumentare alcuno spessore del telaio. L'apporto<br />

di altro materiale su murature ridotte di spessore, i vani sottofinestra ad<br />

esempio, elimina o riduce fortemente il famoso ponte termico; a volte è<br />

sufficiente interporre un isolante alluminato tra il radiatore ed il muro per<br />

ottenere una riduzione delle dispersione termica. La tapparella può essere<br />

rivisitata nel cassonetto, isolandolo, e l'infisso stesso rivalutato con l'applicazione<br />

di doppi vetri, previo esame sulla struttura.<br />

La mascheratura poi dei radiatori con mobili copritermo contribuisce enormemente<br />

a ridurre l'efficacia energetica, per cui è sufficiente asportarli<br />

e provvedere alla periodica pulizia dei termosifoni e spazzatura del pavimento<br />

sottostante per evitare “baffi” di sporco sul muro. Ecco questo è<br />

uno dei lavori per cui la moglie vi ringrazierà.<br />

DALLA RACCOLTA DATI ALL’ INVESTIMENTO<br />

Ora è fattibile la scelta dell’investimento per azioni correttive, e non è detto<br />

che vengano richiesti collettori solari, fotovoltaici od altre innovazioni.<br />

Ritornando al vestito forse il rifacimento del tetto unito al cappotto termico<br />

dell’edificio è di gran lunga più esaustivo e privo di manutenzioni specifiche<br />

di aggeggi non sufficientemente diffusi e pertanto privi di “meccanici”, i<br />

tecnici dei tagliandi alla cui cura tali apparecchiature vanno sottoposte.<br />

Le modifiche a costo "zero".<br />

Sono le varianti comportamentali per un razionale utilizzo impiantistico e<br />

strutturale.<br />

Gli obiettivi: evitare gli sprechi utilizzando al meglio le risorse.<br />

Sempre ricollegandoci all'auto si riscontra un'enormità di scostamento dei<br />

costi di esercizio e di durata del mezzo a seconda dell’autista.<br />

Alcuni guidatori troppo nervosi consumano tantissimo carburante, gomme<br />

e frizioni; altri, più oculati, mantengono l'auto economa ed efficiente per<br />

centinaia di migliaia di km.<br />

156


La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

Per i primi i margini di miglioramento sono elevati ma anche i guidatori<br />

"medi" possono trarne giovamento.<br />

Occorre però conoscere più approfonditamente “le regole del gioco” e<br />

cioè la tecnologia motore/ cambio/ trazione e… traffico. Anche nel campo<br />

domestico la conoscenza tecnica degli apparati di governo della casa, dal<br />

gas dei fornelli a quello per la caldaia ed all'utilizzo di risorse energetiche<br />

quali l'elettricità aiuta ad aumentarne l'efficacia e a ridurre i costi.<br />

Anche l'oculato utilizzo della lavatrice, l'elettrodomestico più dispendioso<br />

della casa, incrementa i risparmi energetici. Abitualmente molte casalinghe<br />

riempiono il cestello, scelgono il programma ed attendono la fine del<br />

ciclo; tutto ciò senza tenere conto di molti fattori quali le temperature ed i<br />

tempi di lavaggio più adatti per ogni indumento e l’esigenza per l’azione<br />

di lavaggio che ad ogni rotazione del cestello i panni contenuti possano<br />

essere rituffati nell’acqua senza aggrovigliarsi. A volte, inoltre, si sentono<br />

tali sbatacchiamenti nella fase di centrifuga, che fanno presagire la prossima<br />

“fine” dell’elettrodomestico. Forse sarebbe sufficiente seguire le dettagliate<br />

“istruzioni per l’uso” di corredo.<br />

Una miglioria diffusa.<br />

SERRAMENTI ED INFISSI<br />

Un po' di storia e l'evoluzione costruttiva.<br />

Da sempre la casa ha avuto la necessità di un vano, la porta, per l'accesso<br />

all'interno.<br />

Anche la luce naturale era indispensabile per vivere all'interno: da qui la<br />

realizzazione di finestre; forse la vera motivazione di porte e finestre è la<br />

possibilità offerta alle signore di sfoggiare le nuove tende alle amiche.<br />

La porta e la finestra complicavano la costruzione dell'edificio, all'inizio<br />

capanna, minandone l'integrità strutturale e, cosa importante, erano punti<br />

con scarsissimo isolamento termico, estivo ed invernale. Le case da allora<br />

non sono concettualmente cambiate, anzi. La costruzione con pilastri in<br />

cemento armato ed il "tamponamento" con murature leggere hanno consentito<br />

ampie finestrature e porte, pensate a quelle dei balconi, con dimensioni<br />

considerevoli. Uno dei problemi dapprima citati, il basso isolamento<br />

termico è stato acuito unitamente alla richiesta di confort abitativo. La<br />

scelta dell'infisso e dei vetri di corredo assume perciò un aspetto importante.<br />

Molti pensano ad un rimedio con adozione di serramenti isolati.<br />

157


La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

Se analizziamo tecnicamente tali serramenti constatiamo che nella migliore<br />

delle ipotesi costituiscono un "punto freddo" dell'edificio. Inoltre, analizzando<br />

ad esempio un singolo infisso constateremo che ha un telaio e<br />

pannelli in metallo con scarso isolamento termico e con vetri più estesi<br />

anch'essi poco isolanti.<br />

Alcune caratteristiche tecniche che dobbiamo conoscere.<br />

Il vecchio caldo legno richiede manutenzione che la modernità aborrisce.<br />

Si pensa pertanto a un freddo manufatto in metallo. Per renderlo più caldo<br />

si ricorre al taglio termico. ll "taglio termico" è l'interposizione tra il metallo<br />

posizionato all'esterno e quello interno di un materiale con diverso<br />

coefficiente termico che interrompa (da cui il nome “taglio termico”) la<br />

continuità di trasmissione della temperatura esterna all'interno.<br />

Il materiale citato non sarà mai completamente isolante anche perché non<br />

deve minare l'integrità fisica del serramento, indebolendolo. Ed è per sopperire<br />

a tutti questi problemi che è possibile avere infissi a doppio o triplo<br />

taglio termico.<br />

Lo stesso dicasi per i pannelli, quelli di fondo porta, che possono avere isolamenti<br />

specifici.<br />

Per i vetri le cose si complicano; sono materiali che non gradiscono la vicinanza<br />

con materiali come metalli quali l’alluminio e ferro, che si riscaldano<br />

troppo sollecitando l’isolante dei doppi vetri o meglio dei vetri camera.<br />

Ricordandoci che l'aria è uno dei migliori isolanti, teniamo anche bene a<br />

mente che più la "camera" è voluminosa, cioè maggiore è la distanza tra il<br />

vetro interno ed esterno, più è elevato il grado d’isolamento. Ciò non toglie<br />

che avremo guai indiretti quali condense e mancata ventilazioni locali<br />

sino a impedire un buon funzionamento di stufe e caminetti.<br />

Forse vi abbiamo complicato la vita ma sappiate che la scelta del serramento,<br />

oltre ai canoni estetici, deve essere orientata al valore dell'effettivo<br />

isolamento termico e acustico rapportate alle effettive richieste dei locali;<br />

esigenze diverse tra cucina/bagno o salotto.<br />

Tale valore è garantito per iscritto dai costruttori seri sia per i vetri a bassa<br />

emissività e ad abbattimento termico e acustico che per l’intero serramento<br />

unito a dispositivi di aerazione.<br />

Rimane ancora da esaminare l'aspetto "posa del serramento". Non è cosa<br />

irrisoria.<br />

158


La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

Esaminiamo i casi:<br />

- posa in corso d'opera (costruzione edificio)<br />

- posa sostitutiva a un serramento esistente.<br />

Per quanto riguarda la prima situazione, la posa è ottimale (progettata unitamente<br />

all'edificio).<br />

La posa sostitutiva di un serramento è invece laboriosa.<br />

Oggi pochi vogliono i muratori in casa per smontare i vecchi telai murati,<br />

per cui soventissimo si ricorre a un montaggio su vecchi fissaggi o peggio<br />

con tassellature di controtelai sulla struttura esistente, tamponando le varie<br />

fessure con silicone e profili coprifilo (o per meglio dire "nascondi fessure"<br />

inevitabili), a volte le sigillature a pavimento impediscono i naturali<br />

“movimenti” dei sottostanti parquet.<br />

Questa tecnica, oltre a diminuire il vano effettivo del serramento (computate<br />

un minimo di 7-10 cm) non assicura un perfetto allineamento e un'ottima<br />

ortogonalità di fissaggio, ripercuotendosi su una corretta apertura/<br />

chiusura.<br />

L'altro inconveniente citato è una mancata continuità costruttiva con la<br />

struttura esistente e quindi costituente un punto freddo (un ponte termico),<br />

ma se c’è un parquet in legno è obbligatorio lasciare luce nella parte inferiore<br />

per consentire i movimenti del legno.<br />

Tutto quanto riportato costituisce anomalia ma è rimarcato affinché la vostra<br />

scelta non sia limitata al prezzo. Essendo l'infisso un manufatto di durata<br />

ultradecennale (ma per i vetri computate un massimo di 25 anni) i costi<br />

di esercizio indotti, dal caldo/ freddo/ rumore motivano necessariamente<br />

una scelta ben ponderata. Vedi anche capitolo infissi di legno.<br />

Dimenticavamo che il non poter avvitare ganci e gancetti, sulle nuove porte<br />

in metallo, ha complicato la posa di tende alla signora …<br />

I "VESTITI" DELLA CASA<br />

Sentirete parlare di cappotto termico delle facciate e d’isolamenti di tetti<br />

(il cappello degli edifici).<br />

Parametrandoci al nostro corpo, che deve difendersi dai rigori invernali o<br />

dal caldo estivo, constateremo che, anche per la casa, non esiste un vestito<br />

universale per tutte le stagioni.<br />

Dovremo pertanto cercare un compromesso correlato all’ambiente in cui è<br />

situato l'edificio. Se tale contesto è un ambiente freddo a lunga stagionali-<br />

159


La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

tà, è il caso ad esempio di abitazioni di montagna, dovrete prediligere un<br />

isolamento termico pesante e viceversa.<br />

Ci sono alcuni Paesi che stanno sperimentando la "tenda estiva del balcone"<br />

per proteggersi dall'eccessiva irradiazione solare. Si tratta, in realtà, di<br />

pareti a pannelli mobili e orientabili, poste sulle facciate più esposte, tipo<br />

veneziane, opportunamente azionate da meccanismi termosensibili.<br />

Restando nel tradizionale, l'isolamento termico pesante non incide negativamente<br />

sulle esigenze di raffreddamento. Queste ultime sono ottenibili curando,<br />

anche, la ventilazione e non solo utilizzando dispositivi elettrici. Anche<br />

in questo caso occorre sfruttare le risorse naturali, in primis la differenza<br />

di temperatura tra la base della casa e il tetto, il punto più caldo. Tali tecnologie<br />

sono già utilizzate nell'edilizia commerciale o industriale. Rammentate<br />

che tale tecnologia, unitamente alla geotermica, non ha, quasi, costi di esercizio<br />

e ha durata equivalente a quella della casa, per cui è preferibile, o di ausilio,<br />

a tutti i mezzi forzati (condizionatori, ventilatori, ecc..).<br />

PREMESSA ALLE FONTI RINNOVABILI<br />

Dobbiamo parlare di politica. Volenti o nolenti condiziona le nostre scelte<br />

di vita.<br />

Nessuno, e in primis lo Stato, rinuncia a entrate certe e ripetitive. Le aziende<br />

energetiche a partecipazione statale hanno molte agevolazioni che<br />

garantiscono loro un predominio. Ad esempio sono riuscite a farsi approvare,<br />

una decina di anni fa, una legge che consente di bruciare nelle centrali<br />

gli scarti della lavorazione del petrolio in quanto assimilabili (sic!) a<br />

fonti rinnovabili con relativa voce in bolletta poco capita dai comuni mortali.<br />

Anche alcuni privati “cavalcano” le rinnovabili per “bruciare” scarti<br />

vari in luogo della biomassa a chilometro zero. Ciò toglie vigore alle politiche<br />

di risparmio energetico per cui il futuro ecosostenibile si allontana.<br />

Parliamo di energia elettrica. E’ la più utilizzata nella nostra vita quotidiana.<br />

Siamo abituati ad avere energia premendo un semplice interruttore anche<br />

in fabbrica per ottenere forza motrice per i macchinari. Diamo tutto<br />

per scontato e ci stupiremmo del contrario. Purtroppo dimentichiamo che i<br />

generatori dell’elettricità devono, per ora, funzionare in continuo (24h su<br />

24) mentre l’assorbimento, il nostro prelievo, è discontinuo e cioè diurno<br />

con enorme spreco nelle ore notturne. Non è pertanto il caso di pensare al<br />

nucleare, macchinari che non si possono spegnere a piacere e scorie eterne,<br />

per aumentare la potenza di picco diurna incrementando gli sprechi.<br />

160


La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

Forse occorrerebbe mutare gli orari di lavoro…altro che ora solare!<br />

Noi, attraverso associazioni motivate, dobbiamo partecipare a contenere<br />

questi facili guadagni di pochi potenti che ignorano l’eco-stenibilità vera<br />

ed è anche per questo che il comportamento più efficace, per ora, è contenere<br />

gli sprechi. Tali associazioni devono contrastare la potenza delle sette<br />

sorelle (le compagnie petrolifere) e la politica miope dello Stato, intesa<br />

come attività e leggi rivolte ad una sfrenata ricerca del PIL (Prodotto Interno<br />

Lordo) a tutti i costi senza analisi dei guai futuri. Purtroppo, per ora,<br />

le energie rinnovabili ad eccezione della geotermica sono discontinue e<br />

non programmabili; soffermatevi a meditare su quante ore di sole abbiamo<br />

in inverno ed in estate. Riscontreremo valori da zero a un massimo di circa<br />

dieci ore e se poi analizziamo quelle di picco, o quasi, queste si riducono<br />

moltissimo. (Non tutti i mali vengono per nuocere; ne riparleremo quando<br />

tratteremo i costi comparativi). Dobbiamo pertanto imitare gli animali<br />

come la lucertola che ricava calore, e per noi energia, da pietre riscaldate<br />

dal sole che mantengono calore per molte ore successive al calar del sole.<br />

Anche l’acqua accumula tale calore; si tratta, ora, di trovare altri sistemi di<br />

maggior accumulo quale, ad esempio lo sviluppo di celle speciali a lenta e<br />

prolungata cessione che attenuerà il problema della discontinuità. In analogia<br />

anche le pile (batterie) avevano tale problema ma ora siamo giunti a<br />

far viaggiare un’auto di oltre 800 chilogrammi! Ripetiamo: non esistono<br />

energie rinnovabili continue per cui occorrerà puntare su di un mix di tali<br />

fonti. Non dimen-tichiamo che la ricerca ha già evidenziato energie minori,<br />

per ora, quali ad esempio l’energia da calpestio (compressioni/vibrazioni).<br />

L’iniziativa dello Stato è carente; abbiamo già spiegato ”il<br />

non interesse”. Sulle sue infrastrutture,ad esempio, strade ferrate/autostradali<br />

l’applicazione di pannelli fotovoltaici sui pannelli antirumore<br />

fornirebbe energia alle case limitrofe, indennizzo anche morale ai<br />

“disturbi” subiti. Inoltre si eviterebbe di utilizzare ettari di superficie agricola<br />

ora ricoperti da pannelli che necessitano di “centraline” ed elettrodotti<br />

per la distribuzione dell’energia prodotta e poi impiegata in luoghi distanti<br />

anziché sul posto. Parliamo di convenienza costi delle fonti alternative.<br />

Un freno alla diffusione sono i costi,comparati, di esercizio; quelli delle<br />

rinnovabili sono più care. Non vogliono metterci in grado di avere dati<br />

“reali” di confronto. Succede anche per l’auto ove normative internazionali<br />

rendono omogenei e parametrabili, tra i vari costruttori, i consumi<br />

161


La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

(su percorsi urbani/misti/extraurbani) ma i reali consumi, dovuti al traffico,<br />

sono esponenziali e pertanto costosissimi.<br />

Anche il fornitore energetico ha tali costi nelle ore di punta, cioè di massimo<br />

prelievo dalla rete. Le sue centrali sono tarate per un assorbimento<br />

“costante”, per gli incrementi immette altra energia da altri centrali che<br />

possono essere acquistate anche da un altro Stato che le cederà a tariffa<br />

molto elevata, prendere o lasciare, con i rischi di black-out. Guarda caso<br />

questi picchi coincidono, come orari, ai momenti di maggior produzione<br />

dei sistemi solari/ fotovoltaici che potrebbero diminuire questa richiesta<br />

esterna da parte del gestore di rete che appunto il compito di garantire istante<br />

per istante la possibilità del prelievo.<br />

Come intuite siamo ritornati alla politica ed ai tagli alla ricerca. In proposito<br />

ai costi energetici forse sarebbe interessante “riprendere” il tema dei<br />

controlli di taratura dei contatori luce/gas già a suo tempo intrapresi da un<br />

onorevole piemontese.<br />

Come recita un detto “a pensare male ci si azzecca sempre”, la decantata<br />

telelettura potrebbe nascondere l’impiego di contatori prodotti con tolleranze<br />

di fabbricazione diverse dalle precedenti elettromeccaniche anziché<br />

elettroniche ove si tollerava variazioni in più (a favore erogatore) ed in<br />

meno (a favore utente) attuando una democratica compensazione della misura<br />

effettuata. L’avvento dell’elettronica potrebbe, invece, “puntare” verso<br />

la prima opzione pur rimanendo nel campo delle tolleranze previste<br />

fornendo così la conferma alla diffusa sensazione generale che “con i<br />

nuovi contatori si spende di più”. Proviamo, anche, ad esaminare pragmaticamente<br />

le tariffe biorarie e confrontatele con le spese precedenti, depurate<br />

degli aumenti; avremo conferma dell’assioma aziendale “il budget<br />

non deve diminuire mai, anzi…”.<br />

P.S. Per la scelta di tutte queste nuove apparecchiature per le fonti energetiche<br />

valgono tutte le note descritte nel capitolo materiali; ad esempio, per<br />

un pannello fotovoltaico, marcatura a laser su ogni singola cella ecc..<br />

Trattiamo ora gli investimenti elevati.<br />

PANNELLI SOLARI O FOTOVOLTAICI<br />

Dobbiamo ritornare alle aspirazioni del genere femminile; ne sanno una<br />

più del diavolo.<br />

Vanno in spiaggia ad abbronzarsi, orientano in continuo la sdraio verso il<br />

sole e si aiutano con gli “specchi”; vogliono cioè avere il sole a picco. In-<br />

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La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

terrompono ogni tanto l'esposizione, per evitare un’insolazione e si rinfrescano<br />

riducendo a valori accettabili la temperatura corporea.<br />

Una cosa simile avviene nell'innovazione spinta dei pannelli fotovoltaici o<br />

solari:<br />

- Sono posti secondo l'inclinazione ottimale (in Piemonte circa 45°) e<br />

non adagiati semplicemente sulla falda del tetto che, abitualmente, non<br />

raggiunge tale inclinazione,<br />

- sono montati su dispositivi mobili, a inseguimento, che imitano la citata<br />

posizione variabile della sdraio,<br />

- hanno in dotazione degli specchi che convergono i raggi solari sul<br />

pannello.<br />

Per evitare l'insolazione, il surriscaldamento, è fatto circolare un liquido di<br />

raffreddamento con l'ausilio di ventilatori funzionanti esattamente secondo<br />

il principio che evita al motore della vostra auto di surriscaldarsi.<br />

Come potete intuire, questi collettori ipertecnologici sembrano complicati<br />

ma anche l'auto, all’inizio, lo era. In tal caso la produzione in serie e le esperienze<br />

acquisite hanno reso "normali" i sistemi d’iniezione elettronica o<br />

l’adozione di sistemi computerizzati quali ESP® per evitare brusche sbandate.<br />

La maggior produzione e diffusione di tali pannelli raggiungerà obiettivi<br />

di riduzione di tali investimenti.<br />

A proposito di costi l’applicazione delle tecnologie citate richiederebbe<br />

investimenti e costi manutentivi pari a decine di migliaia di euro, si evince<br />

che per una casa unifamiliare i tempi di ritorno dell’investimento sarebbero<br />

stimati in lustri. Qualora invece, l’impiantistica venga utilizzata da decine<br />

di alloggi, i condominii, i “rientri” diventerebbero competitivi.<br />

Nessuno vieta di orientarvi verso tecnologie più povere ma rammentate il<br />

pragmatismo misurando l’effettiva resa per almeno dieci anni. La richiesta<br />

scritta di tali garanzie e relative penali allontanerà installatori poco seri.<br />

Vorremmo inoltre ricordare che tutti questi apparati necessitano “tagliandi<br />

periodici” di assistenza tali e quali quelli della vostra auto; d’altra<br />

parte i costi d’investimento sono simili o superiori. Da quanto sopra riportato<br />

si evince che non è vero che sfruttare il sole non costa nulla!<br />

Anche l’ombra crea limitazioni alle rese.<br />

Vi abbiamo confuso le idee? Auspichiamo invece di aver fornito elementi<br />

facilitanti la decisione.<br />

163


La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

Quali innovazioni scegliere? Tutte quelle che sono disponibili in continuo,<br />

ad esempio quelle geotermiche e/o con pompe di calore, o che risentono in<br />

misura inferiore la stagionalità. Un altro fattore è la scelta di fonti che possano<br />

essere prontamente sfruttabili, ad esempio la fotovoltaica e l’eolica,<br />

che generano energia elettrica utilizzabile da “subito” (o meglio dopo i<br />

passaggi di vendita al gestore di rete; vedi premessa alle fonti rinnovabili).<br />

E’ inutile scaldare un poco l’acqua di un impianto termico con un collettore<br />

solare se abbiamo energia elettrica con cui possiamo anche eliminare<br />

l’impianto.<br />

Un’innovazione da seguire è l’accumulo di energia con “celle” che tramuterebbe<br />

“in continuo”, l’energia che per ora è disponibile solo in presenza<br />

del sole…<br />

L'ENERGIA GEOTERMICA<br />

Si tratta di rubare a Prometeo quanto lui aveva sottratto agli dei.<br />

Non è una nuova idea. Da sempre tale risorsa era nota e utilizzata nei<br />

pressi di acque termali, soffioni boraciferi o adiacenze vulcaniche; vedi le<br />

terme degli antichi Romani e le attuali o nelle centrali elettriche situate nei<br />

pressi del Monte Amiata.<br />

L'avvento tecnologico di trivelle che raggiungono profondità dapprima<br />

impensate ha evidenziato poi che nell'interno della crosta terrestre la<br />

temperatura è maggiore e, fatto importante, non risente della stagionalità<br />

e pertanto fornisce energia in continuo rendendola fonte rinnovabile<br />

primaria.<br />

La differenza di temperatura rispetto all'esterno può raggiungere, ad esempio,<br />

anche 20°C, a "soli" 100/150 metri di profondità. Ciò avviene<br />

perché si passa dai +10°C nel terreno ai -10°C in una fredda giornata invernale.<br />

Il fatto di aver disponibilità di calore costante, con tempi di risposta<br />

immediati, facilita una costante di erogazione calore. Se non ci fossero<br />

vincoli di trivellazione, di pompaggio eccetera converrebbe raggiungere<br />

profondità più elevate.<br />

I vincoli.<br />

I siti di trivellazione non sono tutti uguali; ce ne possono essere di più favorevoli<br />

o meno e non è detto che l'edificio, o meglio l'area, sia accessibile ai<br />

mezzi di trivellazione che invece non trovano ostacoli nella sede del co-<br />

164


La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

struendo edificio in spazi aperti, anche pubblici dietro pagamento dei diritti.<br />

In tali casi potrebbe bastare un terreno o giardino condominiale dove interrare<br />

tubi captanti la temperatura del sottosuolo. Potete anche attivare<br />

una servitù su suolo pubblico. Ci penseranno poi le pompe di calore<br />

all’utilizzo di tale risorsa. D'altronde tutti sanno che per non far gelare i<br />

tubi dell'acqua è sufficiente, in Piemonte, interrarli di circa 60 cm, e ciò<br />

significa che sono sufficienti quei pochi gradi del terreno uniti a quei circa<br />

5°C dell'acqua per sconfiggere il gelo.<br />

Parliamo anche di ENERGIA EOLICA uso famiglia.<br />

Ci stiamo abituando a vedere torri di sostegno e pale mastodontiche, costruzioni<br />

di oltre 80 metri di altezza, per cui non ci sovviene di soppesare i<br />

vantaggi dell'eolico a livello di singolo edificio.<br />

Qualora l'edificio sia posto in siti favorevoli, può essere sufficiente la corrente<br />

d'aria che sfiora gli edifici non strozzati a valle e a monte da altri ostacoli<br />

come altre case/alberi, a far ruotare comignoli eolici che ci procurano<br />

un po' di energia. In Italia stanno diffondendosi e secondo la legge<br />

dei numeri, la produzione in serie, i costi diventeranno appetibili. Ripetiamo<br />

che non esiste una fonte di energia rinnovabile migliore di altre; forse<br />

più efficace in un certo ambiente sì, ma è l'insieme di più forme di energia<br />

che contribuisce al compito preposto, cioè il risparmio<br />

Un apparato opzionale<br />

CAMINETTO, ma non solo<br />

Premessa all’uso di stufe/camini.<br />

Prima di procedere all’acquisto o riutilizzo di una struttura esistente devono<br />

essere valutati alcuni fattori quali: l’utilizzo della legna da ardere,<br />

l’apparato di bruciatura, l’evacuazione dei fumi e l’emissioni di polveri<br />

nell’ambiente circostante e il pericolo per voi ed i bambini nel “condurre”<br />

il focolare. Pertanto se avete la fobia maniacale della pulizia di casa, non<br />

volete sporcarvi le mani, non “amate” gli animaletti nascosti nella corteccia<br />

e non avete lo spazio per la legna (almeno 1 metro cubo per 5-6 quintali),<br />

lasciate perdere…non fa per voi. Qualora invece, come noi, associate<br />

al parametro cura/attenzione dovuta a quanto è bello e gratificante nella rilassante<br />

simbiosi vista/ udito generata dalla fiamma il tutto contribuisce ad<br />

una migliore qualità della vita. L’effetto di convivialità indurrà inoltre i<br />

vostri amici a visitarvi.<br />

165


La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

Caminetto domestico<br />

A tutti piace il focolare domestico, la piacevolezza ci veniva già raccontata<br />

nelle fiabe ma…la sua realizzazione e conduzione pone dei limiti che ne<br />

vincolano, per fortuna, la diffusione e spiegheremo poi i motivi. Il primo<br />

vincolo è dato dalla possibilità o meno di realizzazione delle opere murarie<br />

di installazione che si estendono anche al di fuori del locale di posa.<br />

Richiedono infatti una appropriata canna fumaria che raggiunga la sommità<br />

del tetto.<br />

Il secondo vincolo è dato dal consumo di un combustibile particolarmente<br />

ingombrante e dal basso rendimento calorifico effettivo. Si spazia dal 10% di<br />

un camino “aperto” a circa 60% degli inserti: sono quei parallelepipedi rettangolari<br />

predisposti zona fuoco, evacuazione fumi nella parte superiore con<br />

opzioni varie per recupero calore. Dato il consumo elevato, dai 18 o più<br />

Kg/ora nel camino a tiraggio naturale a circa 4 Kg/ora per gli inserti ipotizzando<br />

un utilizzo di circa 125 ore mese, 3 serali + 10 nel fine settimana, ne<br />

consegue un consumo, nel caso degli inserti, di circa 5 quintali mese. In pratica<br />

un ingombro di circa 1 metro cubo di legna di essenza mista.<br />

Se invece la vostra applicazione ha puro spirito di arredamento con utilizzi<br />

minimi, le “feste comandate” e la convivialità periodica con gli amici e<br />

parenti, i volumi e conseguenti pesi sono proporzionalmente ridotti; il parametro<br />

è sempre il consumo ora. Concludendo occorre avere spazi per il<br />

deposito, facilità di accesso ai mezzi di trasporto e sobbarcarsi la fatica di<br />

portarsi in casa, giornalmente, 15 o più Kg di combustibile. Qualora tutto<br />

quanto citato non abbia minato la vostra passione ed il gusto del bello, il<br />

tanto decantato “focolare domestico”, possiamo proseguire. Rammentando,<br />

poi, quanto dichiarato dai costruttori di caminetti, macchina termica<br />

secondo loro, ricordiamoci che i dati di consumi e prestazioni forniti nelle<br />

caratteristiche tecniche sono relativi; valgono cioè per il raffronto e la<br />

scelta fra i vari prodotti in commercio. L’utente, al pari dell’automobilista,<br />

non è quasi mai un condutture pilota del famoso “Mobil Economic Run”<br />

con la meta di raggiungere il traguardo con il minor consumo.<br />

Parimenti il conduttore di camini potrà, col tempo, raggiungere tali obiettivi.<br />

Proseguiamo per gli interessati.<br />

Caminetto vecchio e ripristino d’uso.<br />

Nelle case il camino era utilizzato prima dell’avvento delle stufe; ma ora<br />

anche case più nuove od in zone periferiche cittadine ne sono state corre-<br />

166


La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

date su richiesta. Le canne fumarie originarie in mattoni, abbandonate nella<br />

cura periodica, l’adozione di serramenti “stagni”, certe modifiche dei<br />

tetti e soprattutto la nostra carenza di conoscenze in merito e la paura dello<br />

sporco da parte della padrona di casa hanno contribuito al “pensionamento”<br />

della struttura.<br />

Il ripristino.<br />

Dimenticate il far da sé, il consiglio vi viene da persone che hanno avuto<br />

l’opportunità di alimentare, nella vita, decine di stufe, caldaie a legna e<br />

carbone ed un certo numero di caminetti tuttora funzionanti.<br />

Richiedete l’intervento di un installatore (non un venditore), non importa<br />

se non installerete nuove strutture e seguite i consigli.<br />

Uno è già stato citato; l’incamiciatura con tubi rigidi coassiali della vecchia<br />

canna fumaria o se vi è più comodo la costruzione di nuova conduttura<br />

esterna; l’altro di conseguenza è il collegamento del vano focolare con<br />

la nuova condotta.<br />

Certamente ora il camino, aiutato da apposita presa d’aria dall’esterno avrà<br />

tiraggio e non farà fumo: avrete pertanto raggiunto l’obbiettivo<br />

dell’accensione. Rimangono da risolvere due problemi non da poco quale<br />

la sicurezza ed i costi gestionali dovuti al limitato rendimento energetico.<br />

Ne consegue che sarete giustamente tentati dall’acquisto di moderni focolari<br />

muniti di vetro antiscintilla. Il mercato è ricco di prodotti, molti dichiarano<br />

rendimenti da capogiro, ma la scelta deve essere ponderata in base alle<br />

nostre esigenze specifiche.<br />

Qualora vogliate utilizzare l’esperienza altrui sappiate che:<br />

- i vani focolare devono aver ampiezza di gran lunga maggiore delle stufe<br />

- lo spazio interno deve consentire il posizionamento dei ciocchi, con<br />

lunghezza standard di circa 40cm., sia in verticale che in profondità<br />

- il materiale costruttivo del focolare è preferibile sia in refrattari speciali<br />

e brevettati o almeno in ghisa ad elevato spessore. Infatti più che il<br />

rendimento è prioritario il “calore latente”, quello emanato a camino<br />

“spento” in similitudine ai forni a legna per la pizza.<br />

I condotti di aerazione forzata recuperano rendimenti energetici ma diffondono<br />

micropolveri nel locale (di ciò la pubblicità non parla). Sono preferibili<br />

canalizzazioni naturali di recupero calore dal focolaio, l’aria fredda<br />

ne lambisce le parti calde e viene convogliata tramite tubi a bocchette di<br />

aerazione.<br />

167


La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

La conduzione di un camino<br />

Il primo ostacolo è il tiraggio o meglio la sua carenza. La fiamma anziché<br />

dirigersi verso l’alto vuole uscire nel locale sbattendo sul vetro.<br />

Recupero calore.<br />

Il dispositivo, in genere una piastra, è un responsabile della deviazione<br />

fumi dal percorso naturale. L’esigenza di creare un percorso tortuoso in<br />

cui i fumi cedano calore residuo, infatti, costituisce ostacolo alla retta via<br />

ed in carenza di tiraggio la fiamma dirigerà verso il vetro e se aprite<br />

l’antina affumicherà voi ed il locale. Immaginate di porre un coperchio<br />

sulla fiamma e di dover guidare la fiamma, senza farla espandere, verso<br />

l’alto…<br />

Scaldare i motori e la canna fumaria.<br />

Similmente alla vostra vecchia auto ove alla partenza “aprivate” l’aria e<br />

lasciavate gradualmente scaldare il motore anche con il camino dovete<br />

procedere allo stesso modo.<br />

Aprite l’aria, attraverso l’apposita leva e poi accendete gradatamente dei<br />

fogli di giornale uno alla volta arrotolati a tubo completamente inseriti nel<br />

focolare sino a quando non sentirete un rumore persistente di forgia o di<br />

treno in lontananza.<br />

Se non sentite questi suoni rinunciate all’accensione, potreste anche avere<br />

il camino occluso.<br />

Lasciate spegnere i fogli di giornale e poi batteteli con l’attizzatoio fino a<br />

ridurli in cenere, l’operazione ha lo scopo di liberare la griglia da cui arriverà<br />

l’aria comburente.<br />

Ora potete accendere il camino introducendo nuovi fogli di giornale e legnetti<br />

piccoli, pochissimi e distanziati al fine di essere lambiti completamente.<br />

In seguito aggiungerete legna di dimensioni maggiori. Non abbiate<br />

fretta ad aggiungere legna perché non sempre i legnetti sono sufficienti; in<br />

tal caso proseguire con i legnetti a costo di bruciarne moltissimi. Rammentate<br />

poi una regola semplicissima: un ciocco posto in verticale brucia<br />

più velocemente in quanto la fiamma “segue” la venatura del legno ed è<br />

facilitata dallo sprigionamento di gas facilmente infiammabili.<br />

Questa dell’accensione è l’operazione più difficile d’altronde quanti erano<br />

quelli che sapevano far partire a freddo la “500” al primo tentativo dosando<br />

mani sull’aria e piedi delicati sull’acceleratore? Non dimenticate inol-<br />

168


La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

tre che potete facilitare l’accensione aprendo un porta, una finestra del locale<br />

in modo da far affluire più aria al focolare (è la manovra opposta a<br />

quella per limitare l’incendio in una stanza).<br />

I pericoli..<br />

Soppesiamo molto il fatto di avere il “fuoco in casa”.<br />

E qui mi rivolgo ai nuovi possessori di caminetti forse attratti dalla pubblicità<br />

di un bel caminetto posto su un pavimento in legno e con tappeti attrattivi<br />

(sic!). Qualsiasi anziano in simili posizioni non accenderebbe il<br />

camino … di una pipa! Noi invece pretendiamo, ormai la frittata è fatta, di<br />

utilizzare una ”bocca da fuoco” che è soventissimamente aperta per il<br />

buon governo senza portarne le conseguenze. Una scintilla può innescarvi<br />

un incendio se non siete presenti e pronti ad intervenire e per chi ha il focolare<br />

aperto, senza antina, non deve illudersi che i parascintille assolvano<br />

completamente allo scopo. La balistica di lancio è ad andamento casuale e<br />

per i più increduli anche verso il basso. Gli anziani sanno che alcune essenze,<br />

faggio e carpino ad esempio, non hanno sostanze volatili che si<br />

sprigionano sotto forma di scintille. Rimane il pericolo della fase di accensione<br />

ove occorrono legnetti, un tempo i “rifiuti” del bosco cioè le fascine,<br />

minuti come matite facilmente incendiabili. In questa fase si producono<br />

scintille a iosa e voi avrete l’antina del focolare socchiusa e quindi pericolosa<br />

per il lancio di pezzi incandescenti.<br />

Gli aiuti all’accensione … pericolosi.<br />

Questa dell’accensione è un’operazione che spazientisce i non addetti. La<br />

tentazione di utilizzare liquidi infiammabili, quali alcool e simili, è forte;<br />

ma il pericolo è in agguato. Questi materiali sono altamente volatili e non<br />

si vedono, il pericolo di accendere il non visto, ossia la scia di liquido caduto<br />

dal contenitore, è elevatissimo con relativi danni fisici.<br />

I sostituti.<br />

Qualora non riusciate nell’operazione, pur seguendo i consigli citati, potete<br />

aiutarvi con pezzettini di stoffa jeans in cotone ricavati da vecchi pantaloni<br />

o pezzi di lenzuola; naturalmente senza impregnarli di alcunché. Noi,<br />

definiteci “fissati”, utilizziamo i tubi vuoti della carta igienica riempiti dei<br />

materiali citati posti in modo tale da garantirne il tiraggio e l’accensione<br />

prolungata.<br />

169


La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

Spegnimento ed accensione.<br />

La conduzione, al minimo, di un motore sporca le candele e così pure nel<br />

camino sporca i tubi fumo con prodotti carboniosi incombusti. Ciò renderà<br />

difficoltosa una nuova accensione. Parimenti all’auto ove dopo una lunga<br />

discesa diamo un colpetto di acceleratore, a frizione disinnestata, anche il<br />

camino deve spegnersi con fiamma attivata al massimo per pulire i condotti<br />

di evacuazione fumi.<br />

Una malizia.<br />

Anche la legna più secca tende, con il permanere all’aperto sotto tettoia, a<br />

raggiungere l’equilibrio con l’aria circostante non sempre favorevole specie<br />

nelle stagioni del riscaldamento, pertanto il fabbisogno di legna giornaliero<br />

va posto in casa vicino all’area di utilizzo ad “asciugare”. Anche<br />

quando immetterete nuova legna nel focolare dovrete continuare l’opera di<br />

asciugatura attivando al massimo il tiraggio per qualche minuto o, se non<br />

avete tempo, almeno per alcuni secondi.<br />

Manutenzione.<br />

Quella giornaliera, o a frequenza più ridotta, consiste nell’asportare la cenere<br />

e le polveri in zona focolare specie nelle parte inferiore di aspirazione<br />

aria comburente. Deve essere di cura maniacale per evitare di diffondere il<br />

pulviscolo attraverso le bocchette di aerazione. In caso di ventilazione forzata<br />

con aspirazione sul frontale, è il caso degli inserti, per il recupero del<br />

calore, che sconsigliamo, avrete la diffusione di ceneri e polveri minute<br />

(tipo Pm 10) nell’ambiente circostante nonostante la pulizia citata, i costruttori<br />

di caminetti tacciono in proposito.<br />

Manutenzione dei condotti fumo.<br />

La manutenzione mensile, a seconda del grado di utilizzo, consiste<br />

nell’utilizzo oculato di apposite polveri spazzacamino che diminuiscono<br />

l’entità della fuliggine aggrappata alle canne fumaria anche a quelle con<br />

pareti interne in acciaio inox.<br />

Annualmente occorre effettuare la pulizia canna con appositi scovoli, operazione<br />

da assegnare al fumista installatore.<br />

A voi toccherà sigillare ermeticamente la bocca del focolare e le finestrelle<br />

di aerazione per evitare il diffondersi delle polveri carboniose nerastre,<br />

e sovente untuose, nel locale circostante.<br />

170


La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

Ripetiamo: in caso di apparati ove i residui di pulizia canna non possano<br />

essere completamente asportati occorre eseguire uno sportello apposito<br />

per tale rimozione in modo da evitarne l’autoaccensione e l’incendio.<br />

P.S. Ai cittadini ricordiamo che i focolai in ghisa non sono equiparabili a<br />

quelli in refrattario delle stufe bruciatutto (legna/carbone /segatura) ed accettano<br />

quale combustibile la sola legna da ardere pena la corrosione del<br />

focolare.<br />

Prima di affrontare il capitolo interventi edili che auspichiamo non troppo<br />

frequenti vediamo assieme gli interventi sporadici.<br />

COME EFFETTUARE CON CALMA LE EMERGENZE DI<br />

CASA<br />

Si suole dire persona prudente quella che indossa cinghia e bretelle. Anche<br />

per la casa vale la stessa regola. Alcune modifiche ne renderebbero<br />

più agevole la conduzione e potrebbero toglierci il panico di rimanere al<br />

buio o senza acqua, magari di notte o peggio nel periodo feriale.<br />

All’inconveniente ci “pensa” un forte temporale od un “cortocircuito”<br />

momentaneo ed improvviso. Il rimedio è la parcellizzazione e la prevenzione<br />

impiantistica. Un salvavita del tipo restart o stop & go dopo la verifica<br />

automatica che non esistono, o persistono, guasti impiantistici, ridarebbe<br />

corrente e vi eviterebbe ad esempio, di alienare, al ritorno da una<br />

vacanza, tutto il contenuto del freezer e frigo per non parlare di dei sistemi<br />

di deterrenza per i ladri. Per l’impianto idrico la prevenzione consiste<br />

nell’evitare i punti deboli; il “flessibile” è il principale. Ci facciamo<br />

ingannare da un tubo in maglia di acciaio che però, all’interno, ha un tubicino<br />

di gomma che, in primis quello dell’acqua calda, si usurerà. Il rimedio:<br />

sostituire “tutti” i flessibili con cannucce rigide inserendo il “rubinetto<br />

filtro”.<br />

In pratica ogni utenza ha la sua saracinesca e non vi obbligherà a chiudere<br />

centralmente l’acqua e non rimarrete privi del prezioso liquido nella abitazione.<br />

In proposito ai “flessibili” tenete in casa dei tappi maschi e femmina<br />

da 3/8”, 1/2“, 3/4” (un negozio di idraulica capisce tali specifiche) ed<br />

otturate temporaneamente l’improvvisa perdita. Rammentate che avendo<br />

tali ricambi in casa vi sarà più facile trovare qualche amico, far da sé, che<br />

vi risolverà temporaneamente il guasto.<br />

171


La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

Modifiche future potranno riguardare le utenze principali quali, ad esempio,<br />

l’installazione di salvavita suppletivi sulle prese di lavatrici, boiler e<br />

ferri da stiro; la miniaturizzazione di tali dispositivi vi consentirà<br />

l’applicazione senza modifiche. Non dimentichiamo, e lo ripetiamo sino<br />

all’esasperazione, quanto riportato nel capitolo materiali: acquistiamo solo<br />

prodotti marchiati e sottoposti a norme severe quali, ad esempio, quelle<br />

tedesche per le apparecchiature elettriche e termiche.<br />

Evitate di acquistare e richiedere interventi al “massimo ribasso” come<br />

fa, errando, lo Stato; a noi interessa la durata!<br />

COME EVITARE INTERVENTI DI SOSTEGNO<br />

Tutti riteniamo che la manutenzione preventiva e periodica sia indispensabile.<br />

Vorremmo però rimarcare che l’attività del far da sé non deve essere<br />

un lavoro obbligatorio; verrebbe meno il piacere …<br />

Forse è opportuno evitare l’acquisto di materiali che richiedono troppo<br />

“sostegno”.E’ buona norma, ad esempio, non utilizzare all’esterno una recinzione<br />

in ferro o scaffali in legno in ambienti umidi in cantina; montare<br />

invece, una recinzione in blocchi in polvere di marmo/ quarzo forati o<br />

l’impiego di manufatti in plastica per ubicazioni umide ci toglierà molto<br />

lavoro. Ripetiamo l’importanza della scelta iniziale dei prodotti; una fascetta<br />

di serraggio se posizionata all’esterno andrà in acciaio inox ed i dadi<br />

e le viti della tettoia in ottone; così facendo vi sarete assicurati la reversibilità<br />

di smontaggio, anche il rame è virtuoso. Anche una cerniera in ottone,<br />

applicata sul legno, non vi darà grattacapi e certamente non cigolerà<br />

mai. Segnatevi con etichette adesive, apposte nei paraggi, gli interventi e<br />

le relative date, costituisce metodo virtuoso per evitare interventi improvvisi.<br />

Le lampade del luce scala esterno vanno sostituite in blocco verso il<br />

fine vita; etichette adesive applicate nei pressi dell’allaccio centrale vi<br />

guideranno; avrete altresì la possibilità di verificare l’effettiva durata dichiarata<br />

dal produttore ed orientarvi tra i vari marchi. Ancora, un tale intervento,<br />

privo di esigenze d’urgenza vi consentirà l’esame di anomalie in<br />

corso, infiltrazioni d’acqua in primis, ed una pulizia dell’apparato in vetro/<br />

plastica che migliorerà la resa illuminante. Parliamo di chiavi: l’uso improprio<br />

danneggia le serrature. Quante volte ci siamo spazientiti ad infilare,<br />

una dopo l’altra, le chiavi nella toppa? Ricorriamo a chiavi colorate o<br />

con adesivi che al buio non si distinguono. Un metodo virtuoso è<br />

l’adozione di accorgimenti da ipovedenti. Intaccature di lima sulla testa<br />

172


La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

chiave, nella posizione superiore per le chiavi a nottolino (le più usuali),<br />

indicheranno al tatto ed in funzione del numero di “segni”, in progressione,<br />

la chiave del portoncino e dell’ingresso alloggio. Esistono tipologie di<br />

chiavi svizzere che, con unica chiave, aprono tutte le porte. Come recita<br />

una canzone “in questo mondo di ladri” non ve la proponiamo. E’ utile invece<br />

sostituire i nottolini con altri aventi chiavi a scheda non riproducibili<br />

se non dallo stesso negozio specializzato che vi ha fornito il nottolino: vi<br />

risparmierete l’ansia di quando perderete le chiavi! Lo so siamo all’antica<br />

ma, l’olio di macchine da cucire immesso una volta all’anno nella toppa<br />

ve ne assicurerà una lunga durata. Visto che abbiamo in mano tale oliatore,<br />

provvisto di un lungo beccuccio lubrifichiamo le astine delle manopole<br />

della cucina a gas; si sfilano facilmente… Non acceleriamo l’usura di tutto<br />

quanto è in casa. Quali innamorati facciamo conto di accarezzare l’amato<br />

e preoccupiamoci della sua salute. Evitiamo pertanto di serrare con forza<br />

rubinetti o sforzare leve degli stessi in quanto ignoriamo da quale parte<br />

vanno ruotati. In genere tutti i rubinetti si aprono in senso antiorario e, per<br />

quelli a leva la posizione della stessa parallela al tubo indica posizione “aperta”.<br />

Ancora, non poniamo panni bagnati su ringhiere in ferro, non sbattiamo<br />

porte e finestre quando le apriamo, ecc.. Curiamo le rughe, leggi<br />

fessurazioni e quando ritenuto ammalato. Il tempo risparmiato per interventi<br />

vari lo potremo dedicare ad attività creative maggiormente gratificanti.<br />

INTERVENTI EDILI<br />

Materiali, opere e le specifiche tecniche.<br />

Una singola opera edile, rappezzo, ristrutturazione, o modifica, coinvolge<br />

sia l’acquisto di materiali, alcuni di vostra scelta, sia l’attività d’impresa.<br />

Sperando che tutto venga eseguito secondo il progetto, le specifiche tecniche<br />

appunto, si aggiunge l’accuratezza esecutiva e la garanzia se richiesta.<br />

La garanzia viene “assicurata” a parole e non ha valore in caso di controversie.<br />

Solo se esplicitata come specifica tecnica aggiunta e con arco temporale<br />

ben definito assume una certa validità. Raramente viene accettata come<br />

clausola dalle imprese.<br />

Infatti si possono verificare concause che ne annullano l’efficacia. Costituisce<br />

comunque deterrente per la scelta dell’impresa, alcune rifiuteranno<br />

il lavoro, che per il pagamento finale. In proposito rammentare che lavo-<br />

173


La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

rare sul “vecchio” può riservare sorprese, alcune trattate nel libro, per cui<br />

il “preventivo” non sarà vincolante. In quest’ultimo caso una ulteriore<br />

specifica tecnica quale il riaggiornare e convalidare il preventivo qualora<br />

la differenza riscontrata durante i lavori raggiunga una certa percentuale;<br />

eviterà malumori e discussioni.<br />

Le specifiche tecniche.<br />

Sono la formalizzazione, il mettere nero su bianco, di prescrizioni, di materiali,<br />

di prestazioni e forma (disegno) costruttiva, in specie le modifiche<br />

in corso d’opera che sono inevitabili, appendete una copia sul retro porta<br />

d’ingresso in modo che siano visibili a tutte le maestranze. Lo scritto sostituisce<br />

il vecchio ”faccia lei che sa” fonte di guai che rende impossibile<br />

qualsiasi reclamo successivo. In parole povere la “specifica” rappresenta<br />

tutto quanto può essere controllato strumentalmente. Nel caso di richiesta<br />

di garanzia di durata la strumentazione necessaria è… il calendario.<br />

I riferimenti edilizi storici, un aiuto dalla burocrazia: il punto di partenza<br />

per le varianti.<br />

La casa e la sua storia, un aiuto dalla burocrazia.<br />

Come già anticipato in altra parte in caso di acquisto/vendita<br />

/ristrutturazione o semplicemente se amate la storia della casa, nascita/modifiche/date/infrazioni/<br />

sanatorie, avete la possibilità di soddisfare tale<br />

curiosità. L’Archivio edilizio del Comune dell’immobile conserva tali<br />

documenti. Vi troverete i supporti cartacei, progetti, concessioni edilizie,<br />

infrazioni sanatorie e quanto sopra accennato. I disegni potrebbero tornarvi<br />

utili in caso di ristrutturazioni; costituiscono infatti il punto di partenza<br />

per le modifiche. Purtroppo, non sempre, i costruttori aggiornavano le varianti<br />

in corso d’opera (lo scoprirete quando deciderete nuove modifiche).<br />

Il passo successivo, burocratico, a fine lavori è anche l’aggiornamento ora<br />

informatizzato, al catasto (UTE).<br />

La planimetria ufficiale, indispensabile negli atti di compravendita, è depositata<br />

all’UTE.<br />

La difformità tra lo stato di fatto, la realtà edificata, e quanto denunciato,<br />

la planimetria ufficiale, verrà rilevata dal tecnico incaricato con perizia<br />

obbligatoria. Le varianti riscontrate in sede di perizia andranno sanate se<br />

possibile, in alcuni casi possono precludere l’atto notarile.<br />

Per tale motivo consigliamo di tenere la Planimetria ufficiale tra le carte di<br />

174


La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

casa (se l’acquisto è recente la troverete allegata al rogito notarile).<br />

P.S. è possibile risalire sino ai primi decenni del 1900 ai disegni progettuali<br />

di edificazione e varianti edilizie in cronologia; rammentare che dovrete<br />

cercare la documentazione tramite l’indirizzo originale. Negli anni<br />

del Fascio i nomi delle vie differivano… se ne potrebbe scrivere un libro,<br />

via Pallamaglio ecc..<br />

I nostri interventi e la produzione in serie.<br />

Guardiamo ancora all’auto e constatiamo che una grossa fetta di qualità<br />

consegue ad elevati volumi e le azioni correttive alle relative grane segnalate<br />

dai clienti.<br />

Al confronto la nostra ristrutturazione edile è da considerarsi “fuori serie”<br />

o meglio elaborazione specifica unica ed irripetibile. Dovrà per tanto essere<br />

affidata ad imprese con artigiani Maestri, i più esperti. L’impresa li<br />

considera preziosi e non li dirotta ai lavori secondari. E’ come nel campo<br />

medico, non sempre avrete a disposizione il primario, il Maestro.<br />

I tagliandi, ovvero la verifica ed il mantenimento dell’efficacia<br />

d’intervento nel tempo potrebbero essere richiesti con specifica tecnica.<br />

L’esborso economico di acquisto casa motiva l’attività periodica dei tagliandi.<br />

La scelta dell’artigiano.<br />

Con il progredire della tecnologia e la disponibilità sul mercato di prefiniti<br />

o preassemblati in moti campi, ad esempio per l’impian-tistica idrica e lattoneria<br />

più disparata, molti volenterosi pensano di poter intraprendere<br />

nuovi mestieri con pochissima attrezzatura, i “ferri”.<br />

Ma, il mestiere non assimilato gradualmente in affiancamento sul campo<br />

non dà buoni risultati e noi, spinti da scelte condizionate da esigenze economiche<br />

(in genere l’artigiano meno caro), ne pagheremo le conseguenze.<br />

A volte anche funeste quali quelle di installazione di impianti a gas, bisognerebbe<br />

ritornare ai sigilli, piombatura, da togliersi solo dai tecnici.<br />

A nulla è valsa l’esperienza dell’industria che trasformandosi da manifatturiera,<br />

con tanti uomini, a società di capitale, tanto macchinario automatizzato<br />

e costoso ha allontanato e licenziato gli uomini anche validi. Le attività<br />

che si imparavano a bottega, intesa anche come fabbrica, sono ora<br />

nuovamente ed invanamente proposte da quelle stesse industrie disilluse<br />

oltre che dai spropositati investimenti anche della speranza che le macchi-<br />

175


La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

ne si autoriparassero. I venditori di impianti esaltavano infatti la diagnostica<br />

di alto livello di cui i macchinari erano equipaggiati. In seguito “grazie”<br />

alla globalizzazione fu considerato più redditizio rivolgersi altrove; ci<br />

sarà sempre un paese con più bassi costi di mano d’opera (una delle cause<br />

della crisi). Pensate a ciò che è successo dal dopoguerra ove i vinti hanno<br />

raggiunto la supremazia mondiale. La logistica dei trasporti con i suoi limitati<br />

tempi e costi di consegna ha contribuito enormemente a ridurre le<br />

distanze. E per rimanere con i piedi in casa provate a cercare una impresa<br />

termica che disponga di un saldatore ossiacetilenico (saldare con la fiamma<br />

anziché con l’arco elettrico) per riparare o modificare l’impiantistica<br />

termica che sino agli anni ’70 era tutta a circolazione naturale.<br />

Non si avvaleva infatti di pompe che dovevano supplire anche ad errori<br />

impiantistici degli operai che non “conoscono” il percorso naturale<br />

dell’acqua calda in un circuito di riscaldamento. Naturalmente le scuole<br />

sfornano molta grammatica senza collegarla alla pratica. Fortunatamente<br />

ci sono le eccezioni che però altri paesi ambiscono. I più anziani ricordano<br />

che anche con la guerra le nazioni più progredite cercavano persone valide<br />

(non solo scienziati) dal “nemico”. Anche ora, così facendo non si spende<br />

in istruzione e si godono i frutti.<br />

Concludendo scegliete imprese ed artigiani che vi rilascino garanzie e<br />

certificazioni scritte.<br />

Globalizzazione.<br />

Adesso che in Italia c’è abbondanza di mano d’opera straniera, adattabile,<br />

volenterosa e predisposta ai lavori manuali disdegnati da noi c’è il rischio<br />

che l’impresa se ne avvalga troppo senza badare alla qualità. Sovente le<br />

operazioni intermedie loro assegnate non sono correttamente esaminate. E<br />

per andare sul faceto, ma non troppo, a specifica richiesta la 46/90, normativa<br />

di sicurezza, era stata considerata alla stregua di due numeri del lotto.<br />

Risposta azzeccata: il 90 la paura di essere in tali mani.<br />

Fidarsi è bene, controllare è meglio.<br />

Qualora abbiate tempo o conosciate persona affidabile e competente fate in<br />

modo di assistere ai “lavori in corso”. Senza creare intralcio o peggio pericolo,<br />

una capatina ogni tanto, ad inizio e fine dei singoli cicli di lavoro, può costituire<br />

deterrente alla fretta esecutiva (fretta che al giorno d’oggi si riscontra<br />

spesso a discapito della precisione lavorativa). La fotografia in continuo, in-<br />

176


La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

tesa anche come documentazione fotografica dei percorsi impiantistici potrà<br />

tornarvi utile in futuri lavori di riparazione e/o modifiche. Ripetiamo: il faccia<br />

lei che sa rivolto all’esecutore va dimenticato.<br />

Se l’esecutore è serio dovrà presentarvi, in mancanza del vostro scritto, il<br />

suo progetto con costi e tempistiche. Voi dovrete sottoporre il tutto, non<br />

potete esimervi, ad un tecnico abilitato, geometra, architetto, ingegnere,<br />

per una approvazione. Ulteriore domanda all’esecutore è quella relativa ai<br />

danni indotti, dalla caduta calcinacci in strada, ai danni dell’ascensore e/o<br />

da perdite acqua di lavorazione. Ricordatevi che la franchigia assicurativa<br />

dovrà essere rimborsata dall’impresa. L’entità del risarcimento ai danneggiati<br />

non sarà uguale all’effettiva spesa sostenuta per la detrazione relativa<br />

allo stato di degrado predanni.<br />

Per i buoni rapporti con il vicinato stimolate perizie di parte preferibilmente<br />

con un tecnico, quelli dapprima citati, ma che sia anche abilitato dal<br />

tribunale, i cosiddetti C.T.U., Consulente Tecnico d’Ufficio.<br />

La documentazione di fine lavoro.<br />

Qui trattiamo un punto dolente.<br />

L’obiettivo principale dell’esecutore, non ce ne voglia, è la garanzia del pagamento<br />

dell’opera. Senza questo requisito niente chiavi o fine lavori<br />

...D’altronde la fidelizzazione non è ... per i clienti una tantum. Noi però,<br />

quelli paganti, vorremmo le “istruzioni per l’uso” e non solo, ad esempio, la<br />

consegna del libretto garanzia caldaia (chiami l’assistenza per la prima accensione<br />

e le verrà spiegato tutto!). In considerazione delle migliaia/decine<br />

di migliaia di euro spese per una ristrutturazione anche parziale, per non<br />

parlare delle cifre d’acquisto casa, desidereremmo avere almeno “il bugiardino”<br />

di cui è corredata la scatola di un comune antidolorifico.<br />

In attesa che ci venga fornito un Compact Disc con il progetto, le varianti<br />

esecutive fase per fase, operiamo autonomamente come dapprima descritto.<br />

In futuro potrà succedere che ci venga fornita la “fotografia” di casa. In<br />

realtà si tratta di termografie che evidenziano, ad esempio, la carenza di<br />

“ponti termici” e l’omogenea diffusione del riscaldamento, isolamento<br />

termico ecc… Costituisce obiettivo a tendere.<br />

I muratori e lo sporco.<br />

Noi, ma in primis la moglie, nutriamo verso di loro motivate repulsioni.<br />

La causa principe è che ignorano l’arte del pulito e diffondono polveri in<br />

177


La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

tutta la casa. Ormai raramente si utilizza per “rompere” il classico martello<br />

e scalpello, che creano poca polvere. Per una scanalatura passacavi si utilizzano<br />

apparecchi elettrici portatili generosi produttori di polvere. Secondo<br />

gli operatori il progresso è quello che consente una riduzione dei tempi<br />

esecutivi indipendentemente dalle concause, e cioè polveri a gogò.<br />

Il mercato offre apparecchiature atte al recupero delle polveri e anche aspirapolveri<br />

a doppia filtrazione, classico sacchetto + filtro HEPA ma, a<br />

volte, occorre una terza mano, un secondo operatore che tenga la bocchetta<br />

aspirante vicino alla sorgente delle polveri.<br />

Ciò limita l’utilizzo ma riteniamo che se ci fosse una seria norma di tutela<br />

salute operaio, è il primo che ingurgita tale polvere, anche il committente,<br />

noi, avremmo vantaggi e cioè il pulito. L’innovazione tecnologica può<br />

aiutare moltissimo.<br />

Esecuzione, controlli e manodopera femminile.<br />

Nel campo edilizio italiano le maestranze femminili sono assenti.<br />

L’attuale minor gravosità del lavoro induce a rivederne l’ottica traendone<br />

vantaggi reciproci. Ove impiegate, il campo manifatturiero ad esempio,<br />

viene esaltata la loro precisione ed attenzione operativa. D’altronde sono<br />

abituate a consultare schemi di lavoro a maglia che molti tecnici considererebbero<br />

ostici. Decine di anni fa constatavamo la loro attività anche edile,<br />

non solo nei paesi dell’Est, ma addirittura in Svezia!<br />

Per riferirci alla gravosità di impegno il riscontro di alcune mansioni, manovratrici<br />

di carri ponte in fonderia, palesavano “rilassante” quello di un<br />

cantiere edile. E per tornare in tema di muratori ed “arte del pulito” le maestranze<br />

femminili contribuirebbero a quel decoro ed ordine che noi utenti<br />

desideriamo anche durante i lavori di ristrutturazione.<br />

A rafforzare quanto sopra vorremmo citare i danni che si riscontrano attualmente<br />

nella umile fase di “pulizia” preconsegna al cliente di una casa<br />

sottoposta ad interventi. L’affido di tali attività ad inesperti a volte lascia i<br />

”segni” del lavoro effettuato con prodotti di pulizia per asportazione colature<br />

di cementi con l’acido muriatico e conseguenti aloni eterni!<br />

Nessuna donna agirebbe in tal modo.<br />

Gli imprevisti dei lavori edili.<br />

Nell’elenco dei materiali non abbiamo citato quelli causati dall’acqua. E’<br />

un componente di tutti le malte e molti leganti; anche in questo caso dia-<br />

178


La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

mo per scontata la sua presenza. Se ci soffermiamo a pensare ci renderemo<br />

conto che per rifare un pavimento ne occorrono decine e decine di litri.<br />

Occorre inoltre aggiungere quella utilizzata per abbattere le polveri di demolizione<br />

del ”vecchio” e quella per bagnare lo strato preposa al fine di<br />

garantire una amalgama con la nuova pavimentazione.<br />

Costituisce miracolo il non causare infiltrazioni ai piani sottostanti.<br />

Se non ponete fretta, con la scelta dell’impresa azzeccata, ciò è fattibile.<br />

Meglio però allertare l’impresa ed il vicino a porre attenzione ed avvisare<br />

in tempo…lasciategli il numero del telefonino se vi assentate, gli “incidenti”<br />

sono numerosi nelle ferie.<br />

Le nostre colpe verso l’impresa.<br />

Dopo aver esaltato certe anomalie vediamo anche il “mea culpa”. Non si<br />

può avere “tutto e subito”. Ogni operazione richiede tempo, esempio di<br />

posa, poi devono seguire interruzioni temporali, di giorni o anche settimane<br />

per procedere alle fasi successive.<br />

Tali lassi di tempo, ben noti e concessi in caso di costruzione del nuovo e<br />

di ristrutturazioni pesanti, muratore, idraulico, elettricista, nuovamente<br />

muratore e via discorrendo, vengono negati nei casi di “rappezzi”, e con<br />

tale termine ci riferiamo all’insieme dei materiali ed impianti. Abitando, in<br />

questi casi, nella casa “finita” consideriamo intralcio tali lavori. Pertanto<br />

per lasciare libera la zona lavori dovremmo trasferirci all’esterno o, se non<br />

possibile, nell’area residua della casa. I rimedi … futuri. Può darsi che in<br />

futuro l’impresa ci fornisca per tale periodo l’auto, pardon, la casa di cortesia<br />

…<br />

Trattiamo un argomento sovente dimenticato e che renderà ”inutili” certi<br />

interventi edili.<br />

LA PELLE dei MATERIALI<br />

Limitandoci a quelli coinvolti nell’edilizia, qualsiasi materiale ha una pelle,<br />

strato esterno superficiale, che può essere naturale o indotta. Ipotizziamo<br />

che ai primordi l’utilizzo del fuoco per fabbricare i mattoni, anche<br />

in questo caso una tecnologia per ridurre i tempi di produzione rispetto<br />

all’essiccazione naturale, abbia generato dei pezzi compatti o comunque<br />

con strati superficiali induriti che sarebbero successivamente estesi in<br />

molti campi. Si spazia dalla pietra di fiume levigata dal tempo e dalla na-<br />

179


La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

tura a quella indotta dal procedimento di lavorazione quale cottura in forni<br />

per laterizi e/o lavorazioni termiche/meccaniche per i metalli. La pelle superficiale<br />

può essere d’ostacolo e non solo per il suo stato di rugosità più o<br />

meno elevato. Spaziamo dalla pietra ottenuta con frantumazione, ruvida,<br />

alla lastra di marmo, levigata con utensili abrasivi o al citato ferro laminato.<br />

In tal caso la sua impenetrabilità costituisce barriera all’imbibimento<br />

necessario per “legare” e cementarsi formando pertanto una corretta amalgama.<br />

Tuttavia la pelle ha anche i suoi pregi; ne è riprova il fatto che i<br />

materiali, pietre e marmi in primis, sottoposti a sabbiatura o aggressione<br />

da parte di certi prodotti chimici, utilizzati ad esempio per “lavaggio”<br />

facciate, perdono caratteristiche protettive nei confronti degli agenti atmosferici.<br />

La pelle può essere ottenuta, sia forzatamente con processi tecnologici<br />

sia mediante la temperatura, ad esempio con forni che modificano<br />

la struttura superficiale di un materiale arricchendola di componenti idonei<br />

all’utilizzo finale, nelle piastrelle per citare il caso più comune. Vedere<br />

anche pavimenti in legno ed in mattoni.<br />

“Dulcis in fundo”<br />

LA CASA E LE TASSE<br />

Quando parliamo di tasse, il dovuto allo Stato per l’elargizione di servizi<br />

quali istruzione, salute, sicurezza, ecc., dobbiamo conoscerne le regole<br />

(appunto: le leggi).<br />

La confusione è sovrana; i media ci propinano “intenzioni”, disegni di<br />

legge, come già approvati.<br />

La normativa in vigore è quella stabilita dall’articolo 73 della Costituzione<br />

Italiana (27/12/47).<br />

Il vigore della legge inizia il 15° giorno dalla pubblicazione sulla Gazzetta<br />

ufficiale (G.U.).<br />

La norma costituzionale prevede cioè che quanto deliberato sia pubblicamente<br />

reso noto ed editato. In pratica c’è analogia con gli antichi editti letti<br />

nelle piazze dai messaggeri dei sovrani.<br />

Purtroppo la G.U. non è l’unica fonte in quanto, progredendo il federalismo,<br />

altri enti impongono normative fiscali che coinvolgono il settore casa.<br />

Pertanto oltre alla classica IRPEF allo Stato, dobbiamo sborsare soldi anche<br />

alla Regione ed ai Comuni (vedi IRPEF regionale ed ICI per gli immobili,<br />

la vecchia TARSU per lo smaltimento dei rifiuti ecc). Ce ne sono<br />

180


La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

anche altre “nascoste” nelle bollette delle società erogatrici di servizi<br />

“pubblici” vedi ad esempio contributo per la fognature pagate<br />

dall’acquedotto.<br />

Mentre queste ultime sono pagate in relazione ai consumi effettuati ve ne<br />

sono altre (IRPEF, ICI, TARSU) legate al “possesso” di case anche inutilizzate<br />

o scarsamente abitate (es. vecchia casa dei genitori).<br />

Gli importi dell’”imposizione”<br />

Dobbiamo reperirli nella G.U. per quanto dovuto allo Stato e le altre nei<br />

siti delle Regioni e Comuni e sono, nel caso dell’ICI, perennemente in ritardo<br />

o parziali; chiedete conferma alle ditte informatiche che preparano i<br />

programmi per la stesura della denuncia dei redditi.<br />

A proposito citiamo il Catasto la cui gestione, speriamo il più tardi possibile,<br />

dovrebbe passare ai Comuni. Rammentiamo che qualsiasi legge ha<br />

dei “buchi” interpretativi per cui occorre che una successiva “circolare applicativa”<br />

od un tecnico li dissipi. Immaginatevi il caos se tali “spiegazioni”<br />

avvenissero da più Enti, nel nostro caso migliaia di Comuni con “libere<br />

interpretazioni”, per non parlare di migliaia di archivi informatici che<br />

non si “parlano”.<br />

Già ora si constatano “ridicole” rendite catastali in zone di pregio, privilegio<br />

di pochi eletti, e ciò può non invogliare al dovere civico i comuni mortali.<br />

Non sempre “piccolo è bello”!<br />

Il Catasto, l’Ufficio Tecnico Erariale (U.T.E.)<br />

E’ l’inventario degli immobili esistenti in Italia e pertanto soggetti a tassazione<br />

secondo le leggi.<br />

I criteri di tassazione sono conseguenti alla classificazione del tipo di costruzione,<br />

rurale, civile sino alle ville e castelli, alla “grandezza” (consistenza)<br />

espressa in vani e/o superficie e zona censuaria di ubicazione del<br />

comune dell’immobile. Associato a tali dati conseguono valori economici<br />

di stima, la rendita catastale ovvero il valore di imposizione fiscale. Lo<br />

Stato, riporta la proprietà, o meglio la titolarità indicando nomi e codici fiscali<br />

relativi. Tralasciando quanto è sfuggito all’inventario, catasto, è su<br />

tali valori l’imposizione fiscale e nel caso della tassa rifiuti fa fede superficie<br />

totale dell’immobile rilevata dalla planimetria depositata in appositi<br />

uffici catastali per la parte abitativa e quanto riportato sulle visure sui locali<br />

collegati (box/ magazzini/ tettoie).<br />

181


La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

Ne consegue che dovremmo aggiornare in continuo il catasto a fronte di<br />

varianti di proprietà (ora vincolo del notaio del rogito) e varianti di vani o<br />

superficie con apposita denuncia (dofca) del tecnico che progetta e segue<br />

le nostre modifiche.<br />

La visura.<br />

E’ un estratto che riporta la classificazione, la zona censuaria, e la consistenza<br />

dell’unità ed il relativo valore impositivo (rendita catastale). Mentre<br />

i dati di titolarità del possesso possono essere non aggiornati e pertanto<br />

non fanno fede il dato relativo al valore economico era denominato limite<br />

di non rettificabilità. Il Comune con appositi decreti comunali può invece<br />

variarli, in genere in aumento, agendo sui singoli valori di zone censuarie<br />

e/o categorie che moltiplicati per i dati fissi di vani e superfici danno come<br />

risultato finale il nuovo valore impositivo. Purtroppo la segnalazione<br />

dell’avvenuta modifica non è sempre comunicata per iscritto<br />

all’interessato in quanto è sufficiente esporre il tutto per iscritto negli Albi<br />

Comunali (pretori) in analogia alla Gazzetta Ufficiale.<br />

Abitabilità.<br />

In termini burocratici è il nulla osta delle autorità preposte all’utilizzo di<br />

un immobile nuovo.<br />

É un certificato che dovrete conservare unitamente ai documenti casa (rogito<br />

notarile, planimetria, visura catastale, denuncia ICI/TARSU). Vedi<br />

capitolo tasse. In termini pratici dovrebbe garantirci la possibilità di utilizzo<br />

con disagi minimi causati dal “nuovo” e cioè l’assenza di umidità ed<br />

esalazioni dannose.<br />

Vedi capitoli interventi edili e l’umidità residua.<br />

Manutenzione della visura e carte di casa<br />

Come abbiamo accennato il valore impositivo può cambiare, ma nulla vieta<br />

di contestarlo tramite il tecnico abilitato che vi consiglierà in merito, e<br />

pertanto dovrete verificarlo ogni anno per non diventare “evasori parziali”<br />

passibili di multe. La prima volta che entrate in possesso di tale documento,<br />

in genere all’acquisto casa, rivolgetevi al tecnico per eventuali aggiornamenti;<br />

soppesate quelli a voi sfavorevoli, quali ad es. classificazioni e<br />

categorie troppo elevate rispetto al reale contesto abitativo.<br />

182


La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

La tassa rifiuti<br />

Spetta al proprietario solo se anche abitante; in caso opposto è compito<br />

dell’inquilino. Essendo tassa di possesso si paga per intero, anche sulla seconda<br />

casa eventualmente non abitata.<br />

Le agevoli fiscali, single/over ... enni sono “grazia ricevuta” da ogni singolo<br />

Comune e dovrete informarvi.<br />

Evasori?<br />

Dura lex sed lex. Piaccia o non piaccia la legge va rispettata. Lo Stato non<br />

ammette l’ignoranza delle leggi. Purtroppo ciò vale anche per le tasse di<br />

altri enti impositivi quali Regione e Comuni, anche se questi ultimi sono<br />

sovente, in carenza di aggiornamenti. Si deve comunque pagare anche in<br />

assenza di invii di bollettini. In caso opposto siamo evasori e come tali<br />

trattati. Qualora non riusciate ad aggiornare l’UTE il consiglio è quello di<br />

pagare un reddito presunto. Gli anziani ricordano ancora la dichiarazione<br />

“lunare”, definizione dell’allora Presidente della Repubblica, del ’92 anno<br />

di transizione dall’ILOR all’attuale ICI con l’intermezzo dell’ISI ove appunto<br />

si stimava e poi si autocertificava nella dichiarazione dei redditi il<br />

valore presunto dei fabbricati posseduti.<br />

Occorre sempre e comunque pagare. Successivamente si potrà “integrare”<br />

e l’eventuale contenzioso non ci considererà evasori totali. La tassa rifiuti<br />

e l’ICI sono da pagare anche se non residenti.<br />

Questo della non residenza se l’immobile posseduto è all’estero è terreno<br />

degli addetti ai lavori.<br />

La casa e gli aiuti di Stato.<br />

Un termine dimenticato: capienza. E’ il valore di massima agevolazione<br />

ammessa ed equivale all’importo di tasse pagate. L’agevolazione sarà<br />

pertanto nulla se il reddito nostro non raggiunge l’importo minimo imponibile<br />

e sarà via via a scalare per gli imponibili soggetti a tassazione ma<br />

leggendo tra le pieghe si scopre che, a volte, il fruitore può essere persona<br />

diversa dal proprietario casa. In alcuni casi può godere tali frutti un<br />

parente, affine, sino al sesto grado oppure può essere un conduttore. In<br />

genere i nostri figli, con impiego fisso, hanno capienza adeguata. Sia che<br />

subiate la decisione operativa da parte di una assemblea condominiale sia<br />

per vostra iniziativa rivolgetevi agli addetti ai lavori, Agenzia<br />

dell’Entrate (funziona!), CAF, Commercialisti. Ciò vale anche per la du-<br />

183


La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

rata delle rateizzazioni che per gli anziani sono ridotte rispetto ai canonici<br />

10 anni.<br />

P.S. A coloro che abitualmente compilano la dichiarazione dei redditi con<br />

il mod. 730 ed ai nuovi dichiaranti, per godimento agevolazioni, ricordiamo<br />

che lo Stato effettua controlli sulla veridicità e vi richiederà magari a<br />

campione ed in anni successivi, tutta la documentazione di supporto e vi<br />

garantiamo che non è poca.<br />

Le carte di casa che dobbiamo avere.<br />

Rogito notarile: è’ l’atto di vendita/acquisto che garantisce il titolo di proprietà<br />

(quanto riportato al catasto non fa fede).<br />

Visura catastale: dati inventariali dello Stato, Catasto, utilizzati per la tassazione<br />

immobiliare, sia per IRPEF, ICI, TARSU.<br />

Planimetria catastale : é’ depositata al Catasto, U.T.E, dal costruttore originario<br />

ed aggiornata in continuo a fronte di modifiche, anche quelle interne<br />

con nuove suddivisioni di spazi, da parte di un tecnico abilitato. P.S.<br />

La planimetria è il documento su cui il Comune computa la TARSU per<br />

l’edificio abitato; per le pertinenze ed altri locali non abitati il riferimento<br />

è la visura ove la “consistenza” è riportata in superficie anziché in vani.<br />

Anomalie più diffuse: a parte quelle macroscopiche, mancanza del titolo di<br />

abitabilità dopo decenni di utilizzo, sono le varianti non segnalate dal costruttore,<br />

in corso d’opera, o dal precedente proprietario che generano l’invendibilità<br />

del bene. Il notaio incarica un perito per la verifica con, la realtà<br />

(lo “stato di fatto”). Dopo la messa in regola a titolo oneroso,”pagare<br />

prego”, il Comune e lo Stato vi richiederanno le tasse pregresse evase<br />

ecc…Potreste anche scoprire che la modifica attuata non sia sanabile ...,<br />

non sempre chi vende vi avvisa. Rivolgetevi al tecnico citato. E’ lui la<br />

persona cui affiderete la verifica della realtà con quanto depositato<br />

all’UTE..Se avete “grane” è preferibile rivolgersi ad un tecnico (geometra,<br />

architetto, ingegnere edile) che sia anche C.T.U., Consulente Tecnico<br />

d’Ufficio iscritto all’albo periti del Tribunale, in quanto maggiormente esperto.<br />

184


La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

LE BUONE NOTIZIE<br />

Ultimamente si constata un certo fermento intorno all’argomento casa.<br />

Anche la pubblicità di vendite immobiliari cita le classificazioni energetiche<br />

delle nuove costruzioni in vendita. La scelta di materiali endemici<br />

e naturali sta diffondendosi e si inizia a parlare di impatto ambientale<br />

relativo.<br />

L’auspicio è anche quello che si pensi al ripristino del “vecchio”, almeno<br />

per la parte recuperabile ed adattabile ai nuovi requisiti … sarebbe un<br />

comportamento lungimirante.<br />

Nuovi materiali per la casa.<br />

In analogia a quanto citato su ogni singolo argomento riteniamo che un<br />

grosso apporto alla “salvezza futura” verrà dalla nano e biotecnologia. Un<br />

esempio è dato dallo sviluppo delle celle fotovoltaiche posate a film o veicolate<br />

in vernici. Purtroppo, gli interessi di sviluppo sono contrastati da<br />

quelli delle sette sorelle, i petrolieri, e da certa politica miope.<br />

La Ricerca avanza e porterà nuovi frutti.<br />

La bioedilizia ora ripropone per le case nuove certi concetti di biosostenibilità<br />

rivolta non solo ai materiali endemici ma anche ai costi di esercizio<br />

e mantenimento.<br />

La “morale” finale.<br />

Quanto trattato è un compendio di notizie, meglio di “buon senso”. Auspichiamo<br />

che non inducano la psicosi de “Il malato immaginario”. Rassicuratevi!<br />

Neppure i disastrati immobili dello Stato presentano tutte le anomalie<br />

citate. La conoscenza e l’osservanza di certe regole può esservi di<br />

aiuto. Riprendere alcune attività manuali e la continua ricerca della risoluzione<br />

anomalie, i pomposi problem solving ed il brain storming dei consulenti,<br />

apriranno la strada anche a nuove opportunità di lavoro. L’ingegno è<br />

sempre necessario in qualsiasi professione e non ultimo aumenterà la socializzazione<br />

con scambio di esperienze; nascerà il team…<br />

Settembre 2011 Paolo Artusio<br />

185


La patente di guida per la casa P. Artusio<br />

Bibliografia<br />

Stesso autore<br />

La casa, istruzioni per l’uso… Ed.SIMPLE 2008<br />

M. Pallante La felicità sostenibile Rizzoli editore<br />

C. Gabetti Occhio allo spreco Rizzoli editore<br />

Luca Mercalli Prepariamoci Chiare lettere<br />

Il disegno di copertina, della compianta moglie Marisa, é stato rielaborato<br />

dalle figlie Laura e Paola.<br />

L'impaginazione é stata curata dall'amica Rosali.<br />

Anche i proventi di questo libro sono a favore dell’”APiCE”, Associazione<br />

Piemontese Contro l’Epilessia, Onlus. www.apice.torino.it, mail:<br />

info@apice.torino.it<br />

Un plauso all’associazione, ai professori e medici coinvolti e sensibili al<br />

disagio di migliaia di pazienti, circa 500 000 (sì mezzo milione di persone)<br />

in tutta Italia, non sufficientemente tutelati dalle vigenti leggi.<br />

L'autore ringrazia e sarà riconoscente a chi destinerà il 5 per mille (a voi<br />

non costa nulla) scrivendo su dichiarazione redditi 975 243 500 10. Offerte<br />

fiscalmente detraibili su c.c.p. 34216101.<br />

186

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