You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
LA PATENTE DI GUIDA PER LA CASA<br />
RISPARMIARE CON LO ZEN E IL KAIZEN<br />
I<br />
Paolo ARTUSIO
La patente di guida per la casa<br />
Risparmiare con lo Zen ed il Kaizen<br />
III<br />
A Marisa
Sommario<br />
LA PATENTE DI GUIDA PER LA CASA I<br />
SOMMARIO V<br />
PREFAZIONE 1<br />
LA CASA ECOLOGICA 4<br />
LA FOTOGRAFIA DI CASA 9<br />
LE FOTOGRAFIE “SCIENTIFICHE” 10<br />
ALCUNI SPRECHI EVITABILI 11<br />
LA CASA DIAGNOSI 13<br />
L’ANALISI A VISTA 14<br />
MATERIALI E MANUFATTI 16<br />
MATERIALI E STANDARDIZZAZIONE 19<br />
IL MATTONE 21<br />
COPPI E TEGOLE 23<br />
TEGOLE PIANE 24<br />
PIASTRELLE 25<br />
LEGNO (PAVIMENTI) 26<br />
LEGNO IN STRUTTURA (ORDITURA DEL TETTO) 28<br />
INFISSI IN LEGNO 29<br />
SABBIA 29<br />
LA CALCE: IL LEGANTE 30<br />
I CEMENTI 30<br />
INTONACO 33<br />
PAVIMENTI, MATTONELLE E LASTRE IN PIETRA 33<br />
FERRO 34<br />
LAMIERA IN FERRO 35<br />
ACCIAIO ZINCATO 37<br />
ACCIAIO INOX 39<br />
GHISA 39<br />
SILICONI 40<br />
VETRI 40<br />
PLASTICA 42<br />
MULTISTRATO 43<br />
ALLUMINIO 44<br />
RAME 44<br />
BRONZO E OTTONE 44<br />
VERNICI 45<br />
AMIANTO 46<br />
PIOMBO 47<br />
MERCURIO 48<br />
CARATTERISTICHE FISICHE 49<br />
L’EQUILIBRIO DELLE COSE 56<br />
LA CASA VISTA DALL’ESTERNO 57<br />
V
L’ESAME DELLA FACCIATA 59<br />
L’ESAME DEL TETTO 62<br />
INFISSI ESTERNI 66<br />
BALCONI E FACCIATE 67<br />
RINGHIERE E VERANDE 67<br />
PAVIMENTO, LASTRICO E LA POSA “ERRATA” 68<br />
PARTI NON A VISTA 70<br />
I SOFFITTI ED I LATERIZI 72<br />
INCASTRI E GIUNZIONI 73<br />
GIUNTI ELASTICI (PER FERRO/CEMENTO/PLASTICA) 75<br />
MANUTENZIONE 77<br />
MANUTENZIONI A LUNGA SCADENZA 78<br />
I COSTI 80<br />
COSTI MANUTENTIVI 81<br />
GIARDINO E VERDE DI CASA 82<br />
AGENTI ESTERNI ED INFLUENZA SULLA CASA 83<br />
L’ACQUA, PERICOLO NUMERO UNO 83<br />
ACQUA METEORICA 84<br />
I GUASTI DELLA METEORICA, LE ALLUVIONI 89<br />
L’ACQUA DI CASA: LA POTABILE 96<br />
L’ACQUA ED IL GELO 99<br />
TUBI IDRICI 102<br />
UMIDITA’ 103<br />
LE ACQUE DI SCARICO: I REFLUI 109<br />
ACQUE BIANCHE 110<br />
COME RIDURRE I DANNI DA NEVE E GHIACCIO<br />
SPECIE IN FASE DI DISGELO 112<br />
I RIFIUTI DOMESTICI … TRA IL DIRE ED IL FARE 113<br />
IL FUOCO, L’ALTRO NEMICO 118<br />
IMPIANTI A GAS: IL FUOCO AL LAVORO 127<br />
RISCALDAMENTO DOMESTICO CON ACQUA CALDA 133<br />
IMPIANTI TERMICI, IL FUOCO E L’ACQUA AL LAVORO 135<br />
IMPIANTI ELETTRICI 145<br />
LA CLASSIFICAZIONE ENERGETICA ED I COSTI 153<br />
I PROVVEDIMENTI CORRETTIVI, OVVERO GLI<br />
INTERVENTI MINIMI 155<br />
DALLA RACCOLTA DATI ALL’ INVESTIMENTO 156<br />
SERRAMENTI ED INFISSI 157<br />
I "VESTITI" DELLA CASA 159<br />
PREMESSA ALLE FONTI RINNOVABILI 160<br />
PANNELLI SOLARI O FOTOVOLTAICI 162<br />
L'ENERGIA GEOTERMICA 164<br />
CAMINETTO, MA NON SOLO 165<br />
VI
COME EFFETTUARE CON CALMA LE EMERGENZE<br />
DI CASA 171<br />
COME EVITARE INTERVENTI DI SOSTEGNO 172<br />
INTERVENTI EDILI 173<br />
LA PELLE DEI MATERIALI 179<br />
LA CASA E LE TASSE 180<br />
LE BUONE NOTIZIE 185<br />
BIBLIOGRAFIA 186<br />
VII
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
Prefazione<br />
Per non farvi venire i crampi allo stomaco, come commenta la mia gentil<br />
conoscente, grande tecnica e letterata, che ha corretto in parte la bozza, è<br />
preferibile “digerire” gradualmente un capitolo alla volta. D’altronde, le<br />
esperienze tecniche maturate in oltre cinquanta anni non sono acquisibili<br />
nelle poche ore di lettura di questo testo. Abbiamo tuttavia cercato di presentare<br />
alcune soluzioni ai problemi trattati senza eccedere in tecnicismi.<br />
Il contenuto è rivolto sia ai profani sia ad alcuni addetti ai lavori che, eccessivamente<br />
impegnati in pratiche burocratiche ed in preventivi rosicati<br />
per la crisi, non hanno tempo di aggiornarsi. Far comprendere il “messaggio”<br />
al profano non è facile poiché la scuola non ha dato quell’ampia<br />
visuale richiesta anche nel campo edilizio, ma come diceva il “maestro<br />
Manzi” nelle sue trasmissioni televisive degli anni ’60… non è mai troppo<br />
tardi..<br />
La patente per la casa? Non e’ obbligatoria ma, dati gli elevatissimi importi<br />
economici di acquisto, manutenzione e conduzione, è opportuno<br />
conseguirla. In questi tempi di crisi la nostra dimora rappresenta una delle<br />
poche sicurezze ed è meglio mantenerla in vita evitando la tentazione<br />
di falsi risparmi. Proveremo a farvi risparmiare incidendo positivamente<br />
sul bilancio famigliare. In proposito ai consumi energetici risulta da prove,<br />
che se i vari contatori di luce/gas/acqua fossero posti su di un cruscotto<br />
a vista, anziché in posti scomodi o peggio in cantina, i consumi diminuirebbero<br />
di oltre il 15%.<br />
Prevedete un arco temporale di almeno tre mesi esercitandovi ad osservare<br />
gli edifici che ci circondano anche quando siete in attesa del bus o dopo la<br />
pausa pranzo. Non spaventatevi della mole di istruzioni, moltissime sono<br />
già innate in voi. Sono riportate per completare gli argomenti trattati.<br />
Meditate su quanti anni vi sono occorsi per acquistare l’alloggio o la casa<br />
e su come preservare l’investimento o l’eredità dei vostri genitori; il tempo<br />
da dedicare all’istruzione è il tributo minimo dovuto.<br />
Consiglio di lettura: il libro é un pò un “mattone”, sempre per restare in<br />
tema casa. Iniziate consultando gli argomenti di vostro interesse. Può darsi<br />
che vi vengano i citati crampi alla vista di siffatte anomalie ma, auspichiamo<br />
che la vostra dimora ne sia immune. Anche se non prenderete subito<br />
la patente qualche pillola di conoscenza in più potrebbe esservi utile<br />
nella quotidianità. Buona lettura!<br />
1
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
Racconto Zen.<br />
Un tale aveva un figlio che gli espresse il desiderio di diventare intagliatore<br />
di giada. Il padre si mise alla ricerca del Maestro; questi accettò a condizione<br />
che il figlio non ponesse domande. Il primo giorno il ragazzo venne<br />
rinchiuso in una stanza ove comparve il Maestro che mise una pietra<br />
sul tavolo; ritornò poi a sera a rendere libero l’allievo. La scena si ripeté<br />
per alcuni giorni tanto che il figlio si confidò con il padre lamentandone la<br />
scelta. Il padre assicurò che, a detta di tutti, quello era il Maestro e pertanto<br />
ne doveva essere seguito l’insegnamento.<br />
Il figlio concentrò l’attenzione e dopo pochi giorni alla fase di posa di una<br />
nuova pietra bloccò subito il docente dicendo: Maestro questa pietra è falsa<br />
… E fu così completata la prima lezione.<br />
Morale: nulla è come sembra. Volete esempi? Le piastrelle non sono affatto<br />
piane, gli interni dei tubi in plastica o acciaio sono corrugati e le vetrate<br />
che noi riteniamo levigate sono ondulate e con imperfezioni. (I produttori<br />
di spumanti sfruttano le asperità interne delle bottiglie per far risalire le<br />
tanto gradite bollicine); anche le stoviglie sono imperfette.<br />
Per qualsiasi azione occorre attenzione e maestria, insieme di conoscenze,<br />
per valutare pragmaticamente i parametri in gioco e porre in atto i provvedimenti<br />
correttivi e/o migliorativi.<br />
Ciò vale per qualsiasi costruzione da tempi immemorabili e se l’opera, nel<br />
nostro caso l’edificio, è stata costruita “a regola d’arte” si è tramandata sino<br />
ai nostri giorni (vedi Piramidi/ Partenone) per citare i più antichi sfidando<br />
le calamità naturali, in primis i terremoti e resistendo in parte ai<br />
danni intenzionali degli uomini, vedi gli Spartani per il Partenone e i belligeranti<br />
ai nostri tempi. L’edificio è da sempre stato un simbolo di genialità,<br />
potenza che doveva sopravvivere alla vita del “committente” e così<br />
scendiamo coi piedi per terra.<br />
Purtroppo negli ultimi secoli, diciamo dal Rinascimento, nessun costruttore<br />
pone per iscritto la garanzia a vita e quindi ipotizziamo una durata casa<br />
di soli tre lustri. Tuttavia, l’ordine naturale delle cose ha le sue regole e<br />
qualsiasi elemento aggiunto e la casa stessa costituiscono un insieme estraneo<br />
all’habitat in cui vengono posti alterando, almeno per un certo lasso<br />
di tempo, questo ordine. Lo stesso dicasi per l’abitazione stessa che, se<br />
ben progettata, richiede il rispetto e cura delle sue caratteristiche originali.<br />
Dobbiamo ricordarcene quando apportiamo qualsiasi modifica all’esterno<br />
2
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
ed all’interno. Un esempio è dato dalla nostra eccessiva richiesta di finish,<br />
aspetto esteriore di finitura di una superficie; qualora impiegassimo una<br />
vernice impermeabilizzante, all’esterno sullo zoccolo della casa ed<br />
all’interno su una parete colorata con il “lavabile” avremmo alterato la caratteristica<br />
dell’azione trasparente a cui conseguiranno l’innalzamento della<br />
zona umida, all’esterno e creazione di condensa, muffe o comunque carenza<br />
di salubrità all’interno. Ciò non significa che qualsiasi azione ci sia<br />
preclusa, verrebbe meno la portata del detto “a casa mia faccio io”, ma occorre<br />
rispettare le regole del caso. Rammentate inoltre che il tempo ripristina<br />
le condizioni originali, vedi umidità latente, per regole di equilibrio<br />
naturali. Se l’acqua sale, per capillarità e per spinta, proseguirà la sua azione<br />
istante per istante ed anno dopo anno rendendo inutili, con i relativi<br />
sprechi economici, i vari tentativi di sopprimerla.<br />
3
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
LA CASA ECOLOGICA<br />
La pubblicità sulle nuove case ci propone, per essere ecologici, di sostituire<br />
la nostra vecchia casa con una a impatto zero. Non si deve agire<br />
proprio così. Innanzitutto una cosa poco soppesata è che una nuova costruzione<br />
ha richiesto nuovo terreno, nuovi materiali (inquinamenti aggiuntivi);<br />
altro che impatto zero!<br />
C’è poi una quisquilia … occorrerebbe avere disponibilità di almeno<br />
200.000 €!<br />
Occorre pertanto, fare fuoco con la legna di cui si dispone e, complice la<br />
crisi economica, il primo comandamento ecologico è utilizzare al meglio<br />
quanto si possiede o si conduce.<br />
Come per l’auto si deve conoscere il prodotto che è molto più complicato<br />
del mezzo di trasporto, ma gli italiani sono tutti piloti di formula uno per<br />
cui non dovrebbero esserci problemi. Esamineremo i materiali e le tecnologie<br />
impiantistiche che possono ridurre l'impatto ambientale di un edificio<br />
contribuendo ad un risparmio sui costi di conduzione.<br />
Iniziamo dapprima dai vincoli:<br />
- allocazione dell’edificio, esposizione agli agenti atmosferici e alle variazioni<br />
climatiche<br />
- materiali costruttivi utilizzati e la richiesta manutenzione nel tempo<br />
- tipologia e gestione dell’impiantistica "tradizionale", elettrica/ idraulica/<br />
termica.<br />
Fattori di miglioramento.<br />
Sono l’utilizzo appropriato dell’edificio con la relativa gestione della<br />
struttura (la parte fisica) e la tecnica degli impianti citata. Ad esempio attuare<br />
un corretto impiego degli infissi correlandoli alle condizioni climatiche<br />
(giorno/notte/estate/inverno/pioggia/neve/vento/umidità interna od esterna/abitazione<br />
continua o saltuaria ivi compresa l’assenza quotidiana).<br />
In proposito durante l´estate chiudiamo gli scuri di giorno (e di notte) per<br />
difenderci dal caldo e ci dimentichiamo che, quando siamo assenti, tale<br />
consuetudine sarebbe utile anche in inverno con grossi risparmi di riscaldamento.<br />
È efficace l’adozione di sistemi di regolazione energetica ovvero di comportamenti<br />
rivolti alla riduzione degli sprechi unitamente all’apportare<br />
innovazione tecnologica solare, fotovoltaica, geotermica, pompe di calo-<br />
4
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
re, comignoli eolici e tubi captatori di luce previa valutazione economica<br />
degli investimenti.<br />
Come si può vedere l'ottimale è quasi un'utopia.<br />
I costi di realizzazione di certe migliorie sono improponibili al cliente,<br />
noi, e ciò è acuito dall'attuale crisi economica. Forse, occorre un compromesso<br />
pragmatico con la realtà. Ne riparleremo, ma la moglie ci tallonerà<br />
poiché vuole una bella casa.<br />
I numeri dell’area in esame.<br />
Ci sono troppe case, trenta milioni censite nel 2007, praticamente una<br />
ogni due abitanti! Il guaio è dovuto al fatto che moltissimi edifici sono<br />
lontani dal posto di lavoro ed i trasporti sono carenti; il telelavoro potrebbe<br />
contribuire a diminuire queste difficoltà. Risulta inoltre da fonti<br />
catastali che molte case, circa due milioni, siano completamente abbandonate.<br />
La popolazione italiana è invece “stabile” sui sessanta milioni di abitanti<br />
pertanto non è il caso di desertificare nuove aree per costruire case a impatto<br />
limitato (il cane che si morde la coda). Stiamo inoltre vivendo una<br />
grave crisi finanziaria e tutto quanto abbiamo sopra citato ha costi elevati<br />
e tempi di ammortamento minimo decennali.<br />
Il turn-over delle case.<br />
Ogni anno si costruiscono circa 800.000 nuovi alloggi; la ricaduta sul patrimonio<br />
edilizio è pertanto limitata. Queste case, inoltre, sono costruite in<br />
percentuale minima con criteri innovativi. Anche in questo caso i clienti<br />
utilizzano quale parametro di acquisto ancora il vecchio e commerciale<br />
costo al metro quadro e non sono “sensibili” ai nuovi parametri di costi<br />
gestionali che invece dovrebbero costituire vincolo di acquisto.<br />
Esaminiamo pragmaticamente i fenomeni già citati.<br />
Noi desideriamo:<br />
- un accurato uso delle risorse energetiche in modo da non esaurirle e nel<br />
contempo risparmiare<br />
- un comportamento virtuoso delle nostre attività produttive<br />
- un più elevato tenore di vita sotto l'aspetto qualitativo tra cui il<br />
confort.<br />
5
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
Il tutto si può riassumere in una frase: agisci in un contesto ecologico tramanda<br />
quanto puoi ai posteri, figli e nipoti, evitando gli sprechi (ecosostenibilità).<br />
Altri dati da soppesare.<br />
Circa il 17% delle case citate sono affittate ed i proprietari hanno pochi<br />
stimoli al miglioramento che gli inquilini non "vogliono" ed a volte non<br />
possono pagare.<br />
Alcune "fotografie" dell'attuale patrimonio edilizio.<br />
Tolti gli eventi catastrofici, terremoti in primis, la proposta del famoso "libretto<br />
casa" che doveva analizzare, almeno, la stabilità strutturale degli<br />
edifici invocato da politici smemorati, è rimasta lettera morta; in proposito<br />
fatevi identificare i punti più sicuri ove ripararvi.<br />
Alcuni si sono "divertiti", si fa per dire, a fotografare l'efficacia di isolamento<br />
termico di alcune case ed edifici pubblici, indagine di Legambiente<br />
a Roma, Milano, Firenze ed altrove.<br />
I risultati ottenuti con la termografia ad infrarossi sono stati ritenuti disastrosi.<br />
Forse è opportuno copiare dai più bravi, ad esempio i Nordici. Anche l'Italia<br />
ha nella parte Nord, vedi Bolzano e Trento, dei privati virtuosi, vedere<br />
CasaClima. Non ci si deve però limitare ad agire solo sui nuovi edifici,<br />
abbiamo già citato un turn-over minimale, ma occorre rivedere il patrimonio<br />
già esistente. Analizzandolo si riscontra una parte di edifici, specie cittadini,<br />
costruita nel boom del dopoguerra dallo Stato con certe case popolari<br />
e da imprenditori poco attenti, su cui operare e ricavare efficacia gestionale<br />
e riduzione dell'impatto ambientale.<br />
Vediamo alcuni punti migliorativi.<br />
1) Istruzione ai proprietari su quanto coinvolge la costruzione, la ristrutturazione,<br />
la conduzione e la manutenzione della casa.<br />
Sinora lo Stato ha elargito aiuti condizionati ai risparmi energetici in massima<br />
parte utilizzati dai proprietari "svegli" e case non sempre bisognose<br />
di tali interventi migliorativi, certamente non su case ad altissimo e negativo<br />
impatto ecologico. Ritornando ai costi gestionali pochi conoscono la<br />
valutazione oggettiva di ogni singolo edificio, tale e quale ad una pagella,<br />
6
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
con esigenza o meno di essere "rimandati a Settembre", ovvero avere effettive<br />
necessità di manutenzione. Per la verità alcuni amministratori di<br />
condominio sarebbero in grado di "dare i voti" ma gli interessi dei condomini<br />
non sono collimanti.<br />
Questo scritto è rivolto ad “istruire” o meglio orientare il comune cittadino<br />
alla conoscenza di alcuni aspetti fondamentali del problema casa.<br />
2) Dopo l'istruzione, altro fattore importante è la misura dell'efficacia di<br />
interventi a fronte di investimenti economici.<br />
E' dura stilare un bilancio ma è indispensabile per decidere quali debbano<br />
essere gli interventi prioritari. Sinora si è pensato prioritariamente ai costi<br />
di riscaldamento a cadenza annuale. Forse sarebbe il caso di isolare una<br />
volta per sempre l'edificio. Tale operazione avrebbe durate variabili da decine<br />
di anni a tutta la vita dell’edificio, circa 75 anni (non mettiamo limiti<br />
alla Provvidenza!). Ne deriverebbe che, anche spese elevate avrebbero un<br />
“rientro” economico.<br />
Ciò anche in quanto un edificio scarsamente isolato richiede nel periodo<br />
estivo un ulteriore e costoso raffreddamento forzato e presenta un limitato<br />
comfort abitativo.<br />
Ritorneremo in seguito sul pragmatismo dei costi.<br />
3) La riduzione degli sprechi e l'individuazione di aree d'intervento.<br />
I numeri visti da destra e da sinistra.<br />
La pubblicità ingannevole o subdola, ritorna il castigo di Eva anche nostri<br />
giorni, ci ha disabituato al pragmatismo. Un'auto che ci costi, per la sola<br />
assicurazione, quanto un cappuccino giornaliero è meno "pesante", psicologicamente,<br />
della stessa assicurazione che ammonta ad oltre 500 € l'anno.<br />
Verificando poi le cosiddette clausole scopriamo che tale ammontare è per<br />
i virtuosi di classe zero ottenibile dopo forse 15 o più anni di guida senza<br />
incidenti; forse è utile una riflessione ... Proseguendo nell'analisi scopriamo<br />
che tale valore è una spesa fissa tale e quale l'ammortamento dell'auto<br />
che, per una macchina media, raggiunge oltre 3000 € l'anno.<br />
A noi interessano tali dati pragmatici per decidere gli investimenti.<br />
Ripetiamo: il solo possesso dell’auto ci costa 3000 €/annui anche se staziona<br />
ferma in garage. Ciò vale anche per la casa, ma gli importi sono ben<br />
superiori.<br />
Ritornando all’analisi del bene casa ipotizziamo, per l’alloggio che citeremo<br />
in seguito, una spesa annua di circa 2700€ di sola manutenzione (or-<br />
7
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
dinaria e straordinaria), iniziamo ad accantonarli. Esaminiamo una spesa<br />
per il riscaldamento per edificio valutato in classe energetica G (la peggiore)<br />
come per la maggioranza delle case italiane, con superficie di 80 mq ed<br />
ubicazione in agglomerato urbano nella Pianura Padana. Constatiamo che<br />
il valore, rivisto sotto tale angolazione, diventa 2000 € annui e cioè circa<br />
166 € /mese (attenzione anche noi vi abbiamo fornito un dato fuorviante in<br />
quanto abbiamo spalmato per motivi di bilancio l’ammontare a valore annuale<br />
mentre la spesa è da ripartirsi nei 180 giorni, 6 mesi di funzionamento<br />
del riscaldamento). Come si vede la spesa sembra più "pesante" e<br />
certamente il valore ci è più utile al bilancio famigliare che, in genere, è<br />
rapportato alle entrate mensili.<br />
Occorre abituarsi a convivere con tali dati pragmatici. Qualcuno potrà obiettare<br />
che, per risparmiare, si può evitare di sostituire la caldaia circa<br />
ogni 12 anni e rifare il bagno ogni circa 20 anni. Non si deve dimenticare<br />
che il valore dell'investimento iniziale peggiora al punto che in caso di<br />
vendita l'immobile potrebbe essere svalutato o peggio, caso ben più grave,<br />
non trovare acquirenti.<br />
Essendo poi l'acquisto della casa ottenuto con sacrifici decennali, una improvvisa<br />
esigenza di realizzo, per esempio per mutata residenza lavorativa,<br />
ci farebbe ritrovare sul lastrico.<br />
Esiste poi una grossa differenza di conduzione tra casa privata e condominio.<br />
I condomini difficilmente sono solidali per le spese di manutenzione<br />
ed il degrado aumenta. Non sempre è questione di carenza economica;<br />
gioca, invece, un grosso ruolo la mancata conoscenza delle problematiche;<br />
si preferisce il gossip o la televisione all’istruzione.<br />
Prima di “sognare” modifiche strutturali iniziamo a convivere con<br />
l’esistente.<br />
Altro passo: dall'individuazione dell'area di intervento ai provvedimenti<br />
correttivi.<br />
Abbiamo già citato l'influenza pubblicitaria disorientante. Ritorniamo al<br />
pragmatismo. Qualora presentassimo disfunzioni di salute ci rivolgeremmo<br />
ad un dottore generico, se invece riscontrassimo patologie importanti consulteremmo<br />
un medico specialista. Purtroppo nel campo dell'edilizia tecnico-innovativa<br />
tali figure sono limitate, per cui rischiamo di spendere soldi<br />
con scarsa efficacia.<br />
8
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
Un esempio: il collettore solare "adagiato" sul tetto non riceve la giusta<br />
"soleggiatura" e peggio rischia una insolazione anche sporadica che può<br />
provocare l'eccessivo riscaldamento del liquido del collettore generando<br />
disfunzioni e riducendo a valori insignificanti le "rese energetiche". Anche<br />
il mancato e scomodo rabbocco del liquido, contenuto nel collettore, ne<br />
diminuisce fortemente l'efficacia. Non è pratica abituale il misurare in<br />
continuo l'efficacia delle modifiche (applichiamo l'apparato poi vedremo).<br />
Vedere capitolo premessa alle fonti rinnovabili.<br />
LA FOTOGRAFIA DI CASA<br />
Ripetiamo, al medico occorre segnalare i sintomi disfunzionali; non possiamo<br />
dirgli "ho male da tutte le parti" e pretendere che, quale indovino,<br />
azzecchi una diagnosi e poi la cura. Occorre infatti essere più precisi, ciò<br />
vale anche per la casa. Nessuno meglio di noi che ci abitiamo ne conosce i<br />
punti deboli. Non importa se non sappiamo valutare le priorità; certamente<br />
siamo in grado di stilare un elenco di "magagne".<br />
Ad esempio indicatori sono gli elevati costi energetici ed il basso grado di<br />
comfort abitativo riscontrato: parti fredde d'inverno, ad esempio con spifferi,<br />
e viceversa in estate. Ancora, il riscontro di condensa sui vetri nella<br />
zona di adiacenza ai telai di porte e finestre, muffe sui pannelli inferiori<br />
delle porte o negli angoli delle parete e soffitti del bagno e della cucina.<br />
Annoveriamo anche la scarsa soleggiatura e luce nei periodi invernali o in<br />
estate/ autunno a causa di piante non a foglia caduca nelle adiacenze o sole<br />
invernale basso all'orizzonte e quindi non raggiungente la casa, umidità<br />
ristagnante sui muri esterni in periodi piovosi, scarsa ventilazione di alcuni<br />
locali, volumi elevati dovuti ai soffitti troppo alti (gli oltre 3 metri dei<br />
secoli passati) ecc, ecc …<br />
Le "istantanee" citate rivelano inconvenienti che poco hanno a che fare<br />
con l'acquisto di un pannello fotovoltaico; equivarrebbe a porre, in inverno,<br />
un colbacco in pelliccia su un uomo con vestiti stracciati. Forse è conveniente<br />
e meno dispendioso rattoppare il vestito e, intendiamoci, anche la<br />
casa.<br />
A questo punto penserete che siamo contrari all'innovazione tecnologica,<br />
anzi. Vorremmo rimarcare che l'innovazione va ponderata "cum grano salis"<br />
(con soppeso critico).<br />
Citiamo ad esempio la caldaia di condensazione, oggetto di sostegno finanziario<br />
dello Stato.<br />
9
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
E' certamente un apparato dall'altissimo rendimento a patto che l'edificio<br />
abbia certe caratteristiche di cui le principali sono il buon isolamento<br />
dell’edificio e l’esistenza di un circuito di riscaldamento a basse temperature,<br />
circa 50°C, e non come si riscontra nelle nostre vecchie case ad oltre<br />
65°C. Tali caldaie, richiedono di essere sempre accese e non consentono<br />
gli sbalzi “repentini” di temperature delle vecchie caldaie. Su impianti<br />
vecchi e con radiatori in ghisa occorre una diversa conduzione per trarne<br />
vantaggi. Non esistendo tali prerogative il rendimento scema ed i tempi di<br />
ritorno dell'investimento, molto più elevato delle caldaie normali, si allungano<br />
e non si escludono altre criticità.<br />
Si evince che non sempre si deve copiare parzialmente ed all'italiana dai<br />
nordici.<br />
D'altronde pochi si domandano di quanto diminuiranno i costi di esercizio<br />
e di gestione. Qualsiasi acquisto di apparato, in specie innovativo, dovrebbe<br />
essere accompagnato da un computo pragmatico di efficacia previo penali<br />
di rimborso dell'investimento "errato". Questo modo di operare vi<br />
cautelerà, allontanando installatori improvvisati, senza nulla togliere alla<br />
loro capacità tecnica ma solo quella però.<br />
C’è anche la nostra colpa. Noi, i clienti, non vediamo l'ora che gli impiantisti,<br />
muratori o meno lascino libera la casa e pochissimi, forse nessuno,<br />
obbliga gli artigiani a variare, altro esempio, la posa errata dei radiatori<br />
(troppo vicini o aderenti al muro) che rimarrà tale per i settantacinque o<br />
più anni di durata della casa.<br />
LE FOTOGRAFIE “SCIENTIFICHE”<br />
Sovente ci dimentichiamo dell'ausilio della tecnologia. Siamo avvezzi alla<br />
tecnologia dei telefonini (il bla-bla rende), ma ignoriamo che in ogni campo<br />
compreso quello degli strumenti esiste un avanzamento tecnologico<br />
che ci consentirebbe di "misurare" pragmaticamente l'efficacia di certe<br />
modifiche od apporti di innovazioni anche in campo edilizio o, semplicemente,<br />
la gravità dell’anomalia. La termografia, con le fotocamere a raggi<br />
infrarossi simili a quelle in dotazione ai militari, ad esempio, può rivelarci<br />
la bontà esecutiva della struttura edilizia prima e dopo la "cura"<br />
dell’intervento migliorativo. Anche le misure di umidità e di temperatura,<br />
sono fattibili con precisione e sono di ausilio per l'individuazione di aree<br />
critiche. Tutti questi strumenti "traducono" in numeri le nostre sensazioni<br />
di disagio. L'insieme delle anomalie da noi riscontrate e delle misurazioni<br />
10
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
scientifiche effettuate costituirebbe una raccolta dati da sottoporre agli esperti<br />
per decidere gli investimenti per le azioni correttive. Abbiamo scritto<br />
"costituirebbe" in quanto abbiamo dimenticato i vincoli esterni. Nessuno<br />
di noi, non addetti ai lavori, proporrebbe, per risparmiare, di trivellare<br />
per oltre 100 metri il suolo di un'isola assolata per ricavare energia geotermica,<br />
il calore che si nasconde nelle viscere della Terra; è certamente<br />
più opportuno utilizzare il sole per ricavare energia termica/ meccanica od<br />
elettrica. Si evince che dobbiamo esaminare anche i vincoli esterni e la loro<br />
variazione dovuta alle stagionalità.<br />
Un edificio posto in un agglomerato urbano, oltremodo inquinante e ricoprente<br />
con il suo smog le pellicole captanti l'energia solare o fotovoltaica,<br />
presenta enormi differenze dalla casetta posta in ambiente rurale tipo quella<br />
idilliaca di copertina.<br />
Se poi quest'ultima ha una posizione ottimale, tipo Est/Ovest, cosa non fattibile<br />
su case poste in continuità su una arteria stradale cittadina, le differenze<br />
e la "predisposizione" al miglioramento sono abissali.<br />
Ma non è solo l'esposizione, il fattore principale: anche la posizione, il sito<br />
di costruzione assume particolare rilevanza. La presenza di alberi di alto<br />
fusto, di edifici sovrastanti ed ombreggianti, l'area malsana (uggiosa, nebbiosa,<br />
umida) sono elementi importanti.<br />
Quest'ultima fase di raccolta dati, metodologia spesso trascurata, vi orienterebbe<br />
verso una tecnologia più efficace. Non è detto che un edificio<br />
sempre in ombra non possa giovarsi delle tecnologie innovative. Ad esempio<br />
potrebbe essere utile effettuare un sondaggio per verificare l'efficacia<br />
di energia geotermica e relativa pompa di calore che non richiedono<br />
l’esposizione solare.<br />
Se, con la vostra lettura, avete raggiunto questo punto potete sospendere;<br />
guardatevi attorno con occhi diversi.<br />
ALCUNI SPRECHI EVITABILI<br />
L’abitudine è una brutta bestia; lo dimostrano anche alcuni comportamenti<br />
“delegati” agli automatismi.<br />
Elenchiamone alcuni:<br />
- i comandi luce scala sono delegati a sonde crepuscolari quasi mai nettate<br />
da smog, polvere e ragnatele<br />
- la regolazione delle caldaie avviene mediante centraline o cronotermostati<br />
impostati a valori prefissati per l’intero periodo di riscaldamento<br />
11
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
ignorando le mutate esigenze del fine settimana, dei tepori primaverili,<br />
delle assenze delle vacanze natalizie o semplicemente la mancata esigenza<br />
di funzionamento durante la giornaliera pulizia casa con porte e<br />
finestre aperte. Nei condomini tale incarico affidato ad un pensionato<br />
“sveglio” farebbe risparmiare un mucchio di soldi ma si preferisce protestare<br />
per le spese elevate.<br />
- Anche il boiler elettrico è sempre acceso con stessa temperatura estate/<br />
inverno. Un timer da pochi euro vi ridurrebbe gli sprechi senza alterarvi<br />
il comfort evitandovi gli sprechi per averlo dimenticato acceso. Ripetiamo<br />
quanto citato nella prefazione: mettete a vista, ad esempio con<br />
spie luminose, l’avvenuta accensione degli apparati “energivori” (boiler,<br />
ferri stiro, ecc.).<br />
- Scaldiamo l’acqua appena presa dal rubinetto, che in inverno sgorga<br />
a circa 7ºC, per poi farla bollire per la pasta. L’andamento del consumo<br />
energetico per l’incremento dalle basse temperature è in scala<br />
esponenziale. Pertanto é opportuno iniziare con l’acqua a temperatura<br />
ambiente (circa 20º); é sufficiente prelevarla al mattino od alla sera.<br />
Per certe acque di città l’operazione ha il vantaggio di togliere<br />
l’odore di cloro e far depositare parte del calcare contenuto e non ultimo<br />
scalderà più in fretta. Sempre parametrandoci all’auto se vogliamo<br />
raggiungere i 100 (km/ora e non i gradi di bollitura della pasta)<br />
occorrono circa 20 secondi con una utilitaria e pochissimi secondi<br />
con un’auto di formula uno. In quest’ultimo caso i consumi sono<br />
stratosferici ed il motore ha una durata di poco più di 300 km, lunghezza<br />
del gran premio contro i 100000 km della vostra auto! Come<br />
si intuisce è preferibile avere una velocità di “conserva”, i circa 3500<br />
giri/min, e nel nostro caso la temperatura ambiente dapprima citata.<br />
Oltre al minor consumo di energia si incrementerà la durata<br />
dell’apparato, cucina/forno /caldaia.<br />
Rammentiamo inoltre di utilizzare tegami a fondo semplice per cotture<br />
veloci e pentole a triplo fondo per le cotture lunghe; la pentola a pressione<br />
risparmia calore e tempo.<br />
Evitiamo di far sibilare i bruciatori del gas aperti al massimo; possiamo<br />
equiparare tale funzionamento al fuorigiri del motore. La fiamma più<br />
redditizia è quella con dardo blu ben aderente al bruciatore e non fuoriuscente<br />
dal fondo tegame. Migliorerete anche l’aria che respirate in<br />
quanto diminuiranno i gas incombusti.<br />
12
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
- Utilizziamo sempre le stesse stoviglie, anche se disponiamo il servizio<br />
da 12. Con stoviglie sbrecciate e peggio fessurate rischiamo in salute,<br />
detersivo ed in decoro.<br />
- Adoperiamo le stesse sedie, magari traballanti o con rivestimenti lisi<br />
pur disponendone altre. Basterebbe invertirle scalarmene nel tempo. Idem<br />
per i cassetti della biancheria e per i bruciatori della cucina a gas<br />
(ce ne sono almeno 2 uguali ed intercambiabili). Ecc.,ecc., ecc..<br />
Sarà dura convincere il consorte, abitudinario, ma “un giro in centro” vincerà<br />
le resistenze.<br />
Il Kaizen, la tecnica del miglioramento continuo, è una metodologia utile<br />
a mutare le consuetudini.<br />
Qualsiasi azione può essere attuata in modo diverso dall’abituale. Fate un<br />
confronto, comparatevi con un amico o conoscente per la medesima attività<br />
e constaterete differenze a volte positive.<br />
Esercitatevi a variare le abitudini.<br />
Rechiamoci in un ecocentro ed osserviamo quanto gettiamo e meditiamo<br />
sul fatto che molto del rifiuto non è a fine vita ed, al limite, avrebbe dovuto<br />
essere ceduto a classi meno agiate (consultiamo internet per reperirle).<br />
Ciò vale anche per i maschietti che rottameranno, nuovi, attrezzi ritenuti<br />
indispensabili all’atto di acquisto.<br />
Osservando attentamente quanto ci circonda, la tecnica Zen, noteremo<br />
spunti migliorativi.<br />
Presso un amico notavamo un asciugamano da cucina appeso con una linguetta<br />
centrale che facilitava l’utilizzo dell’intera superficie asciugante evitando<br />
la concentrazione di bagnato e sporco della parte opposta al tradizionale<br />
aggancio posto sul lato più lungo; si tratta di un, piccolo, miglior<br />
utilizzo delle risorse estendibile a tutti i campi.<br />
Abbiamo citato alcune idee, attuarne altre costituisce ginnastica mentale<br />
al pari dell’enigmistica ma con ritorno economico.<br />
Ritorniamo al pragmatismo.<br />
LA CASA DIAGNOSI<br />
Lo Zen e l’arte di manutenzione della casa.<br />
Qualsiasi attività, e qui ci riferiamo solamente a quelle manifatturiere, può<br />
essere migliorata.<br />
13
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
La prima obiezione degli addetti ai lavori è: “fare bene le cose costa di più<br />
e la concorrenza e la crisi non ce lo permettono”. Cercheremo pertanto di<br />
non aumentare i costi… Adotteremo lo Zen ed il Kaizen ovvero la tecnica<br />
del miglioramento continuo.<br />
L’atteggiamento mentale.<br />
Occorre essere consapevoli di come-quando-perché si produce o si conduce<br />
un bene o prodotto. Non ci interesseremo di marketing od innovazione<br />
tecnologica ma rimarremo terra- terra e semplicemente osservando con<br />
occhio critico l’esistente (Zen).<br />
L’obiezione “abbiamo sempre fatto cosi” é superata dal si può sempre fare<br />
meglio (Kaizen).<br />
L’ANALISI A VISTA<br />
Tutti noi abbiamo ammirato edifici storici e monumenti con vita superiore<br />
a decine di secoli ma comparando visivamente con i nostri edifici abbiamo<br />
la sensazione che questi ultimi difficilmente raggiungeranno il secolo. Il<br />
progresso(?) ed il consumismo hanno provveduto in merito. L’aspetto estetico<br />
maschera la sostanza.<br />
Ritorniamo al confronto? Le prime varianti le riscontriamo nei materiali e<br />
nelle tecniche di costruzione, odiernamente rivolte a ridurre le tempistiche<br />
di lavorazione.<br />
I pietroni ed i mattoni pieni e ben cotti sono stati sostituiti da piastrelle (i<br />
paramano) o addirittura da semplici intonaci verniciati che nascondono<br />
mattoni forati molto alleggeriti…<br />
Voi obietterete che all’interno c’é una struttura in cemento armato ma non<br />
sempre è di totale affidabilità, alluvioni e terremoti insegnano. Non constaterete<br />
i contrafforti nelle parti portanti e meno che mai recinzioni, grate<br />
e ringhiere, in pesante ferro forgiato o ghisa che, privi manutenzione, resistono<br />
alle piogge acide ed all’inquinamento senza richiedere le manutenzioni<br />
periodiche ravvicinate degli attuali manufatti. Possiamo paragonare<br />
le facciate delle nostre case ai cosmetici e belletti che le signore che si applicano<br />
sul viso ma, il nostro maquillage per mascherare i danni non si realizzerà<br />
con poche passate di trucco o struccante…<br />
L’osservare e rimarcare le anomalie è considerato il metodo dell’analisi a<br />
vista.<br />
14
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
Non richiede strumentazioni, ma un soppeso, confronto, tra quanto è normalmente<br />
considerato accettabile e quanto costituisce invece degrado ed<br />
anomalia da sottoporre, in seguito, all’esame di un esperto. In genere<br />
l’attività non presenta pericoli, ma una certa prudenza è d’obbligo quando<br />
ci rechiamo in scantinati e/o sottotetti e solai. La prudenza richiede di essere<br />
accompagnati, anche dal nipote ad esempio, per essere reperibili<br />
sempre, norma sovente disattesa dagli anziani. Rammentate inoltre che la<br />
presenza di calcinacci o peggio ancora di mattoni caduti costituisce il<br />
blocco dell’ispezione, tornate indietro! La richiesta, urgente, all’esperto<br />
per una ispezione mirata è indifferibile.<br />
Il perché della diagnosi della casa.<br />
La scelta del bene campione da esaminare non è casuale. Il 75% degli italiani<br />
ne sono proprietari e gli altri sono… aspiranti.<br />
L’investimento di acquisto è elevato e così pure le spese di conduzione<br />
che valgono circa il 25% del bilancio familiare (media Trilussiana).<br />
Noi, per l’esame, abbiamo però a disposizione l’intero parco di edifici sul<br />
suolo nazionale e possiamo allenarci a visionare il brutto, quasi sempre<br />
edifici statali, ed il bello, in genere case private anteriori al 1930. Anche<br />
uno sprovveduto vede la differenza; si tratta di confrontare ed evidenziare<br />
analiticamente i difetti visivi e trarne esperienze per la propria dimora.<br />
Cosa osservare?<br />
Parti della casa da tenere sotto controllo.<br />
Fondamenta/facciate/soffitti/solai/tetti/tegole/gronde/balze/cornicioni e le<br />
parti sporgenti in facciata quali: balconi e terrazzi sono le zone da monitorare<br />
unitamente a riscontri di fessurazioni di muri, spostamenti di travi,<br />
tracce di umidità, perdite d’acqua, caduta mattoni e calcinacci, spostamenti<br />
manufatti dalla posizione originaria, es. tegole/coppi, ruggine in stato<br />
avanzato ecc… ecc…<br />
Vi consigliamo di allenarvi ai controlli esaminando, a vista, certi palazzi<br />
dello Stato, es. strutture scolastiche, case popolari ecc.. Purtroppo<br />
l’Autorità è quasi sempre la prima a non rispettare le regole ed a non attuare<br />
manutenzioni di sostegno. I genitori dovrebbero visionare, con un<br />
esperto, gli ambienti scolastici e verbalizzare le macroanomalie sino a<br />
giungere al ”ritiro” del pargoletto.<br />
15
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
Un accurato esame visivo, anche solo limitato alla parte esterna, vi evidenzierà<br />
i danni che voi dovrete evitare alla vostra casa.<br />
I vari capitoli relativi alla casa potranno guidarvi all’esame e con il tempo<br />
diventerete esperti. Se permettete un paragone andrete dal tecnico in similitudine<br />
a quando andate dal meccanico a cui segnalate le anomalie della<br />
vostra auto facilitandolo nella soluzione dei problemi e risparmiando anche<br />
denaro. Come già riportato quanto constatato da voi anomalo dovrà<br />
essere sottoposto a verifiche dell’esperto. E’ preferibile avere eccesso di<br />
prudenza che rischiare! D’altronde, come nel campo sanitario, ci rivolgiamo<br />
dapprima ad un medico generico, nel nostro caso un muratore, sino<br />
a scomodare il super esperto tecnico strutturale nei casi gravi o di ristrutturazione<br />
pesante!<br />
I guai più comuni: la casa cade a pezzi.<br />
Noi ci preoccupiamo quando vediamo i pezzi, ma come tratteremo non<br />
sono l’unico segnale.<br />
I calcinacci.<br />
I calcinacci, parti staccate di muratura ed intonaci, sono noti ai più. Occorre<br />
però “interpretare” i segnali premonitori più gravi e le cause del vero<br />
male. Pertanto se escludiamo quelli provenienti da ancoraggi impropri di<br />
tubazioni passacavo, idrotermiche, ganci e/o mensole dobbiamo maggiormente<br />
preoccuparci dei calcinacci conseguenti a fessurazioni e spostamenti<br />
in manufatti, non importa se di cemento o materiale misto, in zone<br />
portanti e prive di intrusi ( i vari tubi).<br />
MATERIALI e MANUFATTI<br />
Prima di iniziare l’esame della casa conosciamoli unitamente ai dintorni.<br />
Materiali da costruzione, i manufatti ed i relativi impatti di manutenzione<br />
nel tempo.<br />
Riteniamo che la trattazione, abbastanza specifica, possa costituire un<br />
mini dizionario da leggere se avrete pazienza e curiosità. Se vogliamo<br />
prendere la patente per condurre una casa occorre conoscere i componenti;<br />
nel nostro caso avremo materiali statici e non dinamici quali motore e<br />
trasmissione.<br />
Tratteremo comunque in capitoli specifici anche l’impiantistica elettrica,<br />
idrica e la termica. Di seguito daremo notizie di carattere generale che<br />
16
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
più ci coinvolgono come clienti nella scelta dei materiali “a vista” ed alla<br />
successiva manutenzione e potranno anche orientarvi nell’acquisto iniziale<br />
e successiva manutenzione.<br />
Premessa ai materiali.<br />
Le case vecchie utilizzavano i materiali “del posto” endemici, quali pietre<br />
o legno, sia per risparmio economico sia per l’amalgama con il paesaggio<br />
circostante.<br />
Però dagli anni ’60, il boom edilizio, l’aumentata facilità di trasporto per<br />
le maggiori infrastrutture stradali, la disponibilità economica e la “moda”<br />
di distinguersi nelle costruzioni, (ricordate quegli orribili mosaici in facciata)<br />
ha generato, case brutte e, peggio, edificate velocemente. A ciò ha<br />
contribuito l’applicazione dei principi delle teorie americane, il taylorismo,<br />
di parcellizzare il lavoro e generare specialisti in ogni singolo settore<br />
da cui i non ancora scomparsi “cottimisti”, quelli delle murature interne,<br />
degli intonaci e via discorrendo.<br />
La fretta ha generato case, distinguibili ”a vista”, che avrebbero poi richiesto<br />
tanta manutenzione. Ci sono state eccezioni, subito individuabili, ma<br />
qui trattiamo le case molto soggette ad interventi di “sostegno”.<br />
Cosa offre il mercato dei materiali ed il progresso.<br />
Un atteggiamento che dobbiamo imporci è quello di tendere alla “soddisfazione”<br />
delle nostre singole esigenze. Ciò non è facile perché il produttore<br />
con la sua pubblicità esalta le caratteristiche di status e, secondo un<br />
principio del marketing deve farci sentire emarginati se non possiamo<br />
permetterci tale prodotto (vedi auto/ TV / telefonino o nel nostro caso materiali).<br />
Anche il campo dell’edilizia non sfugge a tali regole commerciali<br />
nell’offerta di nuove case o semplicemente di apparati o materiali. Sono le<br />
nostre singole esigenze che vanno “soddisfatte” e non quelle del produttore<br />
non sempre coincidenti. Qualora, ad esempio, dovessimo acquistare un<br />
nuovo scaldaacqua a gas a noi non interessa il design e la modella seminuda<br />
della pubblicità e tutta l’elettronica che il produttore inserisce<br />
nell’apparato ma desideriamo un apparecchio semplice e manutentabile ai<br />
minori costi. Il mercato non ragiona sempre così con il risultato che appena<br />
il boiler denuncia un’anomalia, interverrà il tecnico, camice bianco, a<br />
sostituire ex novo una scheda elettronica dal costo di centinaia di euro che<br />
17
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
invece poteva essere revisionata e riciclata (in Azienda si procede in tal<br />
modo). Il mercato ha raggiunto il suo culmine ad esempio con certe piastrelle,<br />
pagate come quadri, ma a differenza di questi ultimi andranno calpestate;<br />
un quadro sotto i piedi!<br />
Ed ancora, ad esempio, il mercato non offre per i rubinetti quella classica<br />
crociera di apertura, ben impugnabile dagli anziani e non, ma si limita a<br />
ghiere circolari con piccoli avvallamenti inutili all’impugnatura ma certamente<br />
con costi irrisori di produzione.<br />
Qualcuno obietterà che esistono i monocomando ma forse andrebbero<br />
spiegati, anche con i minori costi, agli abitudinari. (I monocomando di una<br />
famosa ditta hanno la doppia posizione di apertura per farvi risparmiare<br />
quantità di acqua erogata di gran lunga maggiore di quella ottenuta dagli<br />
aeratori di flusso e vi eviteranno gli spruzzi inevitabili dovuti al repentino<br />
azionamento della leva; non li reperirete nei grandi magazzini e neppure<br />
vi saranno proposti da alcuni artigiani!)<br />
Ritornando ai monocomando si dovrebbe evidenziare gli indubbi vantaggi<br />
di manovrabilità, anche con l’utilizzo di singola mano, per l’erogazione<br />
mirata della temperatura dell’acqua.<br />
Associata a ciò occorre fornire la garanzia di sostituzione gratuita della<br />
cartuccia, il dispositivo interno che contiene le guarnizioni di ceramica,<br />
per almeno due anni come da garanzia di legge. Una regola da osservare,<br />
sempre valida, è quella di acquistare materiali, apparati contrassegnati da<br />
marchi di fabbrica, la firma e la garanzia del produttore, apposti in modo<br />
indelebile anche sul singolo pezzo sia esso rubinetto, tubo, putrella, piastrella<br />
o altro.<br />
I pezzi non marchiati non sono garantiti! Lo ripeteremo altre volte in modo<br />
che assuma il valore di regola comportamentale.<br />
In queste note non troverete “tutto” l’avanzamento tecnologico di cui i<br />
materiali sono oggetto.<br />
Se volete conoscere quanto offre il mercato, è sufficiente rivolgersi ai singoli<br />
settori produttivi (telefonata / siti internet / riviste specializzate). In<br />
seguito opererete la scelta pur con tutti i vincoli che avete (costi /tempi di<br />
attesa /contesto). Un magazzino di bricolage, una ferramenta o una rivendita<br />
di materiali edili non avrà prodotti fortemente innovativi o specifici<br />
per il vostro utilizzo e ciò per motivi commerciali.<br />
Dal produttore di listelli in legno per pavimenti, ad esempio, otterrete<br />
invece infinite informazioni che motiveranno la scelta successiva; avre-<br />
18
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
te inoltre esplorato l’aggiornamento tecnologico del settore. Evitate inoltre<br />
i prodotti “tutto fare” o meglio multi impiego, esempio vernici/sigillanti.<br />
La loro “formulazione” è infatti frutto di compromessi non idonei a risolvere<br />
le vostre esigenze specifiche. E per essere più pratici qualora necessitiate<br />
di un sigillante per vetri, specchi, policarbonato rivolgetevi ad una azienda<br />
vetraria e viceversa ad un costruttore di gronde e/o lamiere per tetti<br />
se volete un silicone per lamiera. Otterrete prodotti professionali di lunga<br />
durata ed efficacia.<br />
Avrete così appreso che per ogni vostra singola esigenza occorre un insieme<br />
di specifiche tecniche che con il tempo espliciterete. Vedere capitolo<br />
specifiche tecniche.<br />
MATERIALI E STANDARDIZZAZIONE<br />
Nel dopoguerra l’esigenza di fornire alla popolazione il rinnovo dei materiali<br />
distrutti ed una enorme quantità di prodotti anche alimentari ha generato<br />
l’industrializzazione con una produzione intensiva, di serie, ivi compresi<br />
gli allevamenti di ovini e bovini chiusi nelle stalle anziché all’aperto.<br />
L’anarchia dei produttori ha richiesto normative di standardizzazione, dal<br />
termine inglese standard, comune/ basilare (esisteva una catena di distribuzione<br />
con tale nome abbreviato all’italiana). Purtroppo anche il “campanile”,<br />
l’intransigenza autonomistica di ogni singolo Paese, impedisce<br />
l’unificazione delle normalizzazioni (sic!), per cui la globalizzazione agisce<br />
a piccoli passi, vedi ad esempio le norme CE per la Comunità europea.<br />
Sappiate che ogni campo, meccanico/ elettrico/ chimico, ivi compresi gli<br />
alimenti, ha le sue normative ma ce ne sono alcune di carattere generale<br />
che possono interessarvi.<br />
Norme ISO normative con valenza internazionale<br />
Norme EN normative con valenza Europea<br />
Marchio CE prodotto che “rispetta” le normative europee per le merci<br />
Marchio IMQ marchio di qualità Italiana, a volte indicato iemmequ (ad<br />
es. sui cavi)<br />
Norme DIN normative tedesche specie per i metalli, diffuse anche in<br />
Italia<br />
Norme VDE normative tedesche molto severe per il campo dei materiali<br />
elettrici; citiamo, ad esempio, la presa schuko montata<br />
sugli elettrodomestici (anche un profano la valuta più<br />
19
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
sicura delle nostre). Il marchio è riportato solo su prodotti<br />
di prima qualità da cercare in negozi specializzati<br />
Norme UNI normative Italiane da cui UNICIG (impianti a gas) ed<br />
altre<br />
Etichetta ECOLABEL etichetta Europea di prodotti ecosostenibili<br />
A volte tali simboli non sono esaustivi per cui il fabbricante dichiara,<br />
sempre marcando indelebilmente anche su di un singolo materiale di costruzione<br />
quale un cavo della luce, coppo o una piastrella altre caratteristiche.<br />
Come si può intuire le norme sono un tentativo, a volte l’alibi, per fornire<br />
prodotti di qualità standard ma non sempre eccelsa.<br />
Ciò vale anche per le prestazioni d’opera di qualsiasi artigiano od impresa.<br />
La durata a vita delle opere dei Maestri dei tempi andati si è ridotta ad una<br />
garanzia, non esplicitata, biennale (ma con infinite clausole vessatorie); e<br />
pensare che una casa deve durare almeno un secolo!<br />
La produzione in serie.<br />
Non è un termine astruso, noi inconsciamente ne siamo condizionati giornalmente<br />
anche nell’acquisto di derrate alimentari.<br />
Preferiamo pomodori belli, calibrati, anche fuori stagione, e la carne rosata<br />
sempre uguale ed economica. Il produttore attraverso volumi elevati,<br />
tecnologie spinte di produzione “governa” l’aspetto quantitativo/ fisico<br />
/estetico degli alimenti che noi andremo ad acquistare ponendo in<br />
sott’ordine la qualità ed i rischi alimentari (aviaria e bse insegnano…).<br />
Tutto ciò vale anche per i materiali di casa, mobili/ infissi/ apparati di corredo/<br />
ecc. su cui andremo ad operare. Le famose “pianelle” umbro/ toscane<br />
stanno arrivando dal Bangladesh, i piatti doccia ed i rubinetti dalla Cina<br />
ed il vetrocemento dai Paesi dell’Est ma certamente non dalla Boemia!<br />
L’analisi valore.<br />
E’ una metodologia della produzione seriale e non, che analizza i materiali<br />
ed i processi produttivi per eliminare il “superfluo” e facilitare la costruzione<br />
riducendo i costi finali del prodotto, vedi IKEA.<br />
Ne subirete le conseguenze quando acquisterete qualsiasi apparato. Citiamo<br />
due esempi banali: un tappo a salterello per il lavello e il rinnovo di un<br />
20
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
tubo di carico per lavatrice. Il primo è privo della corona sottostante che<br />
“raccoglieva” forcine per capelli o gli stessi evitandovi di dover smontare<br />
gli scarichi per il loro recupero, il secondo ha guarnizioni posticce anziché<br />
incastrate nel tubo che nella vecchia versione aveva pure un filtrino per le<br />
impurità, ed ha ghiere minute prive di alette che, nella vecchia versione, vi<br />
consentivano lo smontaggio manuale senza chiavi di sorta. Certamente<br />
sono prodotti esotici su cui la catena di vendita lucra ed i grandi magazzini<br />
prosperano! Dovremo pertanto acquistare prodotti originali? Anche in tal<br />
caso la ditta originale, trascorsi alcuni anni, in genere cinque, ci lascia in<br />
balia del mercato, leggi globalizzazione.<br />
Ancora, il famoso e decantato aeratore ed economizzatore di flusso idrico<br />
è in tutta plastica cromata che con il tempo ed il calcare si sfoglia inquinandovi<br />
l’acqua. Se non espliciterete la vostra specifica richiesta, in un<br />
magazzino di idraulica, il negoziante ha tutto interesse a fornirvi prodotti<br />
esotici. Sui prodotti realmente “made in Italy” si può scrivere una enciclopedia.<br />
Cosa offre il mercato.<br />
- Prodotti economici di produzione esotica.<br />
- Prodotti seriali uso far da sé.<br />
- Prodotti professionali, quelli studiati e prodotti per gli addetti ai lavori.<br />
Concludendo orientatevi solo sui prodotti professionali escludendo tutti<br />
quelli non marchiati in modo indelebile. Moltissime volte i prodotti scadenti<br />
sono lucenti ed “infiocchettati” per ingannare l’acquirente; può anche<br />
succedere nel genere umano… Se oltre al marchio, la sua firma, il<br />
produttore dedica del tempo ad illustrare come utilizzare meglio quanto ci<br />
fornisce merita attenzione.<br />
Finalmente trattiamo i materiali specifici.<br />
IL MATTONE<br />
Il mattone ovvero la prima “pietra” tecnologica.<br />
Dovendo sostituire la pietra, difficile da squadrare, pesante e non sempre<br />
reperibile in loco si è giunti al mattone unificandone nel frattempo anche<br />
le dimensioni, forse la prima standardizzazione in assoluto. Con l’avvento<br />
della cottura forzata col fuoco anche i materiali estranei all’argilla sono<br />
21
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
stati indirizzati ad assolvere certi compiti in specie per la difesa dagli agenti<br />
esterni e non solo. Pertanto ancora ai nostri giorni, ci si imbatte durante<br />
i lavori in mattoni vetrosi e/o con elevate durezze date oltre che dalla<br />
temperatura dei forni dalla presenza di quarzi od altri componenti particolarmente<br />
resistenti (sono quelli evitati dalle beccate degli uccelli…) E’ più<br />
facile vederli, a occhio nudo, nei coppi fatti a mano e in certe pavimentazioni<br />
rustiche ove il mattone è posato a coltello e orientato a spina di pesce<br />
o simili per contrastare l’usura da calpestio e altro.<br />
Mattoni ministoria.<br />
Da quelli essiccati al sole nell’antico Egitto si è giunti a quelli cotti in fornace.<br />
Con l’aumentata tecnologia e l’esigenza di ridurre il peso, ora si<br />
producono mattoni forati e con aggiunta di materiali diversi dalla classica<br />
argilla.<br />
I vantaggi applicativi.<br />
Sono, i mattoni, elementi costruttivi poco costosi, d’impiego quasi universale,<br />
di posa semplice se non a vista e con buona reperibilità e logistica di<br />
trasporto.<br />
Svantaggi.<br />
Caratteristiche meccaniche limitate, quasi inesistenti in certi elementi forati;<br />
lunghi tempi di posa nei casi di utilizzo strutturale (es. architrave) e<br />
non ultimo la richiesta di abilità nella posa a vista; per questo motivo se<br />
non espressamente richiesto il posizionamento avviene sotto l’intonaco.<br />
Mattoni forati.<br />
Per fare meno fatica e consentire costruzioni facilitate dalle nuove tecniche<br />
di armatura, pensate ai travetti dei solai costruiti in laboratori e poi<br />
portati in loco, si è sviluppato il laterizio forato. Troverete pertanto nelle<br />
case costruite anteguerra i mattoni a due fori per le separazioni dei locali,<br />
tramezzature. Ve ne accorgerete, se non eseguite dapprima un foro di prova,<br />
quando l’elettricista incasserà i tubi passa cavi e sfonderà l’intera parete,<br />
trovandosi come nel caso de “I soliti ignoti”, nell’alloggio del vicino.<br />
In questi casi non potrete appendere i pensili ma analogamente ai muri,<br />
pareti, in cartongesso dovete rinforzarli. Sovente costituiscono la struttura<br />
per muretti esterni o facciate sottoposte a dilavamento dagli agenti atmo-<br />
22
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
sferici per cui cederanno dopo anni, a volte pochi, obbligandovi a rifare il<br />
tutto! La brutta abitudine, tanto non si vede, ma per voi soldoni sprecati, è<br />
tuttora in vigore.<br />
Gli altri materiali oltre al mattone.<br />
Abbiamo accennato all’elemento principale delle costruzioni, il mattone.<br />
Ora vediamo gli altri presenti in casa.<br />
Elementi in cotto.<br />
Mattoni, coppi/ tegole, “piastrelle”.<br />
COPPI e TEGOLE<br />
Costituiscono la quasi totalità dei manti di copertura dei tetti. I rimanenti<br />
sono pietre a losa e/o scandole di legno in montagna e l’antiestetica lamiera<br />
che è propinata in tutte le salse (in proposito ricordiamoci la pericolosità<br />
in caso di incendio, infatti non dà sfogo alle fiamme).<br />
Le due forme più diffuse sono i coppi e le tegole.<br />
I coppi sono dei tronchi di cono, privati del vertice e tagliati a metà longitudinalmente;<br />
le seconde sono piane con protuberanza di aggancio per<br />
l’ancoraggio a listelli di legno. Entrambe sono in cotto e con dimensioni<br />
scarsamente standardizzate per le tegole. I coppi vecchi, quasi indistruttibili<br />
dal tempo, avevano forma correlata alla coscia dell’operaio su cui era<br />
piegata una striscia di pasta d’argilla, sovente con pietruzze di quarzo,<br />
compattata per poi dopo passare all’essiccatura. La tecnica descritta causava<br />
imbarcamenti di rettilineità per l’azione di distacco dalla coscia ed<br />
anche della cottura. In seguito si adottarono forme di legno e pertanto più<br />
regolari.<br />
Ora in analogia al mattone sono prodotti industrialmente e, se non correttamente,<br />
si “sfogliano” dopo pochi anni e si adattano difficilmente a rappezzi<br />
sui vecchi coppi.<br />
I difetti.<br />
Non c’è continuità di piano di appoggio, abbiamo anche citato il motivo,<br />
per cui cedono frantumandosi al calpestio anche degli addetti ai lavori motivo<br />
per cui cercate di immagazzinare come scorta i vecchi pezzi. Ciò varrà<br />
anche per le tegole. Altri difetti sono l’elevato peso, anche oltre un<br />
23
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
quintale per metro quadro per quelli antichi e la tendenza a scivolare specie<br />
con la neve. Per annullare lo scivolamento verso gronda, in questo caso<br />
per quelli di nuova tecnologia, occorre assolutamente ancorarli con appositi<br />
agganci. Vedi fermacoppi continui citati in seguito. La sfogliatura<br />
con i suoi cocci intasanti e lo scivolamento con lo spostamento dell’asse di<br />
caduta acqua in gronda sono causa di danni e si generano anche pericoli di<br />
caduta coppi sia per vento forte che trascinamento da blocchi neve. In caso<br />
di acquisto, anche per parziale rinnovo, pretendete coppi marchiati singolarmente,<br />
norma sempre valida per qualsiasi merce.<br />
Mettete a regime la ripassatura del tetto ogni cinque anni.<br />
Possiamo dire che dopo aver osservato lo stato di molti tetti, ci stupiamo<br />
del limitato, a nostra conoscenza, danno ai passanti; è meglio non sfidare<br />
la sorte ...<br />
I pregi.<br />
Sono, per i coppi, quelli di ben convogliare l’acqua e indirizzarla verso la<br />
gronda.<br />
Per quelli antichi c’è da rimarcare un’incomparabile bellezza estetica aumentata<br />
nel tempo da colorazioni cangianti di muschi e licheni che si appropriano<br />
delle cavità e porosità superficiali originate da impasti manuali<br />
e da inclusioni che reagivano in modo diverso durante la cottura<br />
dell’impasto. Oltre alla facilità di posa possono essere utilizzati anche per<br />
le linee di colmo. Con i coppi si copre quasi tutto il tetto ad eccezione delle<br />
zone d’incrocio in negativo ove una lamiera di rame (conversa) convoglia<br />
l’acqua nella gronda.<br />
TEGOLE PIANE<br />
Come avrete inteso non ci sono amiche sia per la forma; sul piano anche<br />
con incavi, l’acqua scorre lentamente, sia per l’aggancio insicuro e laborioso<br />
che richiede appositi listelli di ancoramento.<br />
L’eccessiva diversificazione delle forme e la distanza fissa dei travetti, il<br />
passo, richiedono, nella sostituzione, il rispetto di tali dimensioni motivo<br />
per cui è buona regola farsi scorta del materiale originario.<br />
Tra gli altri difetti hanno l’effetto vela; si sollevano per l’incunearsi del<br />
vento forte e se abitate in vicinanza di un aeroporto è consigliabile cambiare<br />
il manto, ad es. con coppi, ricordando che le tegole non sono facilmente<br />
agganciabili ed una eventuale foratura per fissaggio provocherebbe<br />
24
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
infiltrazioni d’acqua. Queste ultime si verificheranno, comunque, nei casi<br />
di pioggia di “stravento”, cosa ormai abituale con i violenti nubifragi che,<br />
ultimamente, stiamo riscontrando. I lembi laterali lasciano, infatti, notevole<br />
luce nell’accoppiamento, vedi le marsigliesi che rappresentano la maggioranza<br />
delle tegole. Inoltre, a differenza dei coppi, in caso di ripassatura<br />
tetto non consentono un agevole inserimento di apposita pellicola, geotessuto,<br />
a protezione infiltrazioni acqua.<br />
Le tegole ed i pregi.<br />
Costano relativamente poco, anche per la posa e, cosa gradita agli impresari,<br />
permettono una struttura alleggerita conseguente al minor peso. La<br />
diversificazione dei colori e materiali differenti dall’argilla può costituire<br />
vantaggio in particolari casi; pensate ad esempio alla mimetizzazione del<br />
tetto color verde in mezzo alla campagna o al grigio roccia in montagna.<br />
PIASTRELLE<br />
Anche questa è una vostra scelta sia in caso di ristrutturazione che nel<br />
nuovo.<br />
Abbiamo già citato l’elevato grado di qualità della nostra produzione e ciò<br />
può disorientare per l’eccesso di offerta. La forma e i colori sono a vostro<br />
piacere. Alcune notizie tecniche possono però orientarvi. Sono poco resistenti<br />
agli urti, presentano irregolarità di esecuzione pur essendoci nel nostro<br />
Paese i migliori produttori al mondo. Richiedono una linea di fuga<br />
che rende poco agevole la pulizia quotidiana e incide negativamente<br />
sull’impermeabilità.<br />
L’evoluzione nel tempo.<br />
Le piastrelle o mattonelle sono mattoni piatti sottoposti a rivestimenti superficiali<br />
con la cosiddetta ceramica. Il concetto di far apparire lo stato superficiale,<br />
sia per bellezza sia perché trattato con materiali duri antiusura,<br />
tende all’inganno in quanto lo immaginiamo quale lo strato superficiale di<br />
un blocco di materiale pregiato; ad es. marmo, minerale prezioso, ecc.. E’<br />
una regola di tutti i campi di produzione e non solo, pensate al colorito<br />
ambrato, belletti e trucchi delle donne. L’inciso a rammentare che sottosotto<br />
c’è del tenero e ci riferiamo al materiale di supporto della “ceramica”.<br />
Con il tempo l’usura da calpestio, e per stare in tema trucco, lo porrà<br />
in evidenza a iniziare dalla zona fronte specchio.<br />
25
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
Precisione-planarità-dimensioni.<br />
La precisione e la planarità decrescono con l'aumento della superficie della<br />
singola piastrella.<br />
Più è grande, maggiore dovrà essere lo spazio di posa tra due elementi, la<br />
linea di fuga.<br />
Più è elevata la durezza maggiore sarà la facilità di scheggiatura e rottura<br />
in caso di caduta di oggetti.<br />
Tutti questi valori sono identificati con lettere e numeri, compresa<br />
l’idoneità al calpestio in funzione dell’impiego, dalla vostra camera<br />
all’intenso traffico pedonale. Fatevi consigliare in merito.<br />
P. S. Nonostante la buona produzione italiana riscontriamo gli inconvenienti<br />
dell’analisi valore. I comodi elementi jolly, le piastrelle da rivestimento<br />
con lati arrotondati per evitare spigoli taglienti sui vertici di pareti,<br />
esempio per la vasca, sono ora introvabili.<br />
Le piastrelle da esterno, antigelive.<br />
Sono monocottura con lo strato di supporto indurito; in genere hanno dimensioni<br />
minime anche per ridurre le linee di fuga. Si possono scheggiare<br />
facilmente. Valgono le regole in precedenza esposte per il calpestio.<br />
LEGNO (pavimenti)<br />
Sempre che la massaia o il coniuge diano il benestare, è il materiale più<br />
caldo (purtroppo non sempre naturale nei casi di essenze pregiate in spessori<br />
millimetrici posate a vista sui supporti più disparati a controbilanciare<br />
i movimenti del legno). Nel caso del massello, tutto legno integrale, da<br />
spessori di circa 15 mm, si può pavimentare l’intera casa escluso il bagno<br />
e della zona di lavoro in cucina. Citiamo la zona di lavoro in cucina perché<br />
è piacevole e funzionale tale posa mista legno/piastrella sullo stesso<br />
pavimento specie in zone aperte e prive di tramezzature a delimitare i locali.<br />
Tecnica di posa.<br />
Varia dalla posa su sabbia, ancora presente in chiese/ castelli/ ville, a quella<br />
d’inchiodamento listelli o listoni su altri tasselli di legno (radici) annegati<br />
nella malta sottostante.<br />
Per le case nuove riscontriamo:<br />
- Incollaggio, tipo piastrella, sulla soletta sottostante<br />
26
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
- Pavimento galleggiante, flottante, che imita la posa su sabbia qui sostituita<br />
da un materassino, pochi mm, in plastica spugnosa<br />
La protezione da calpestio.<br />
E’ ottenuta con prodotti del tipo naturale, oli e cere, o artificiale con vernici<br />
vetrificanti.<br />
Anomalie.<br />
Sono relative alla vostra singola opinione sul finish. Per i pavimenti naturali,<br />
se tollerate inevitabili fessure, sono sufficienti i trattamenti della<br />
buona massaia, lavaggio con poca acqua, ripristino cera. Per gli altri, incollati<br />
e o flottanti le cose si complicano: non accettano l’acqua, si rigano<br />
facilmente e sulla vetrificazione qualsiasi anomalia, rigatura o macchia,<br />
“esalta”.<br />
La durata e la frequenza di lamatura.<br />
Per i primi è, può essere, centenaria e se ne sconsiglia la lamatura, asportazione<br />
strato superficiale, per due motivi: il primo perché ha limitata planarità<br />
e pertanto dovreste asportare elevatissimi spessori, il secondo perché<br />
la “pelle”, strato superficiale imbibito di sostanze cerose, dovrebbe essere<br />
ripristinata con lunghi anni di cura. Per quelli incollati e trattati potete<br />
ipotizzare una durata massima di quindici anni e poi non è detto che la lamatura<br />
non vi riservi sorprese.<br />
Con il progredire della tecnica si tende a utilizzare, in qualsiasi campo,<br />
compreso questo del listello di legno per pavimento, la minore quantità<br />
possibile di essenza pregiata, quella a vista. Complici gli errori di planarità<br />
di posa vi troverete dopo la lamatura, specie se in una casa di “seconda<br />
mano” e quindi non conoscendo la storia pregressa, con zone prive di essenza<br />
superficiale.<br />
I listelli di scorta.<br />
Mentre abitualmente il venditore di casa nuova vi lascerà qualche piastrella,<br />
difficilmente farà altrettanto con i listelli di legno su cui potete individuare<br />
gli spessori di legno nobile che vi possono aiutare nella decisione di<br />
“lamare”. Anche in questo caso la fantasia e la tecnica possono aiutarvi.<br />
Asportando uno zoccolino in una zona nascosta è possibile vedere lo spessore<br />
e la sua forma, in tale zona non c’è aderenza al muro dei listelli per<br />
27
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
consentire gli inevitabili assestamenti e potrete procedere all’analisi. Altro<br />
modo, invasivo, è un’accurata foratura in una parte non “a vista”, da poi<br />
otturare con un tondino della stessa essenza che vi rivelerà cosa c’è sotto<br />
lo strato superficiale. E’ sufficiente una punta da trapano ed una fresetta<br />
affilata per la finitura del foro per consentirvi di vedere “chirurgicamente”<br />
cosa c’è sotto, ma non è detto che il palchettista abbia un passato da falegname<br />
ed allora rivolgetevi a quest’ultima figura od a buon far da sé. La<br />
riprova è nella difficoltà di trovare qualcuno che sia in grado di rappezzare<br />
un pavimento di legno.<br />
Vi diranno che costa meno rifare il tutto ... è più comodo lavorare sul<br />
nuovo.<br />
LEGNO in STRUTTURA (orditura del tetto)<br />
Se non è presente la soletta di cemento armato la struttura portante del tetto<br />
è realizzata in legno. Travi di orditura per la forma del tetto, tavolati e<br />
travetti per l’appoggio manto di copertura ne costituiscono l’insieme.<br />
Anomalie ricorrenti.<br />
Nelle case vecchie, vuoi per risparmio o per tempistiche ridotte, specie nel<br />
periodo postbellico gli elementi danneggiati erano sostituiti con tronchi<br />
appena sbozzati di castagno o essenze povere. A volte, peggio ancora, con<br />
fusti in pino non scortecciati. L’attacco dei tarli e formiche, che sguazzano<br />
nella corteccia, nei decenni può minarne l’integrità sino ad annullare le caratteristiche<br />
di portanza.<br />
Aggiungendo poi le infiltrazioni d’acqua dal sovrastante manto di copertura<br />
i tempi di degrado diventano rapidi. Rammentate che un test, empirico<br />
ma rivelatore, è il suono di risposta a una percussione con colpetto di martello:<br />
Il suono grave è negativo.<br />
Rimedi.<br />
La manutenzione consiste, dopo verifica, nell’asportazione corteccia seguita<br />
da nuovo controllo d’integrità e successivi trattamenti antitarlo e<br />
formiche con impregnanti specifici.<br />
Vedi voce vernici. Ricordate inoltre che una buona ventilazione del tetto<br />
riduce tali inconvenienti e migliora la salubrità contribuendo a risparmi<br />
energetici.<br />
28
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
INFISSI IN LEGNO<br />
Anche in questi casi si spazia da pesanti porte in noce, centenarie, a umili<br />
serramenti in essenze povere e spessori sottili. In questi ultimi gli imbarcamenti,<br />
le variazioni dimensionali stagionali, raschiano il pavimento, e<br />
relativi rigonfiamenti e fenditure dei pannelli richiedono manutenzione a<br />
livello annuale. Lo scopo è di mantenere “vivo” il legno proteggendolo<br />
dagli agenti atmosferici e impedirne l’asciugatura delle resine e sostanze<br />
volatili interne. Evitate in ogni caso pitture superficiali, i flatting, che ne<br />
impediscono la traspirazione. Questa si mantiene ripristinando con oli e<br />
prodotti specifici il vigore del legno. Un serramento esposto in pieno sole<br />
richiede manutenzione annuale e prospetta una valutazione sull’opportunità<br />
di sostituzione con un serramento in alluminio ma di caratteristiche<br />
specifiche, spessore maggiorato ed incrementato isolamento con doppio<br />
“taglio termico”; preparatevi agli elevati costi… le comodità si pagano!<br />
Per gli infissi vetrati consultare il capitolo vetro. (Vedere anche i capitoli<br />
serramenti ed infissi).<br />
Altri materiali.<br />
Abbiamo trattato dell’elemento principe delle costruzioni, il mattone, i<br />
suoi derivati e l’immancabile legno che ha resistito sino all’avvento del<br />
cemento armato.<br />
Ora vediamone i “dintorni” e quanto abitualmente troviamo negli elementi<br />
costruttivi.<br />
SABBIA<br />
E’ uno dei componenti principali della malta cementizia. In relazione alla<br />
vagliatura, tipo di setaccio utilizzato, consente diversificazione di impiego<br />
nell’ edilizia. Si spazia da quella minuta usata un tempo per la rasatura finale<br />
degli intonaci a calce, tecnica salubre ancora indicata negli ambienti<br />
umidi, all’altra grossolana utilizzata per gettate in calcestruzzo. Il cemento<br />
ne assorbe tanta ed a volte anche troppa per cui la malta perde l’idoneità<br />
richiesta. E’ un modo per lucrare, la sabbia costa meno del cemento, ma è<br />
anche errato usarne in quantità insufficiente. In occasione di interventi avrete<br />
modo di valutarne la bontà con la malta utilizzata. Si constata enorme<br />
differenza tra quella di fiume, inquinato, e quella di cava. Vedere salnitri.<br />
29
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
LA CALCE: il legante<br />
E’ il prodotto più antico ed ancora valido.<br />
Ritorna di moda, nella bioedilizia, sia come legante che quale “verniciante”<br />
non inquinante. Le sue doti di traspirante unita a effetti visivi piacevoli,<br />
immaginatela miscelata con polveri naturali, esaltano i decori delle<br />
facciate delle case di pregio. Si ricava dal calcare, minerale sufficientemente<br />
comune. Negli utilizzi attuali si utilizza la calce viva, frantumazione<br />
e ventilazione del minerale per ottenerne farina, e la calce spenta,<br />
quale quella idrata e il comune grassello, ottenuta aggiungendo acqua e<br />
anticipando un processo di reazione chimica violenta (spegnimento) per<br />
indirizzarla a specifici impieghi. Rammentiamo ancora i danni alla vista<br />
che colpivano gli operai che eseguivano tale spegnimento, con reazioni<br />
caustiche, nei pressi dell’attività edile. Dato il forte assorbimento<br />
dell’acqua, può combattere l’umidità. E’ utilizzata da sola o miscelata<br />
con cementi.<br />
Ha anche effetti negativi quale la corrosione dei materiali metallici quali<br />
ferro o l’alluminio anche anodizzato dei serramenti posati impropriamente<br />
ai piani terra di case centenarie “legate a calce”.<br />
I CEMENTI<br />
Gli antichi Romani costatando la compattezza delle rocce laviche, del tufo<br />
e della pozzolana ricavarono un legante di pregio che ci ha tramandato alcune<br />
loro opere. Ai giorni nostri i cementi provengono dalla cottura ad alta<br />
temperatura in forni ed anche qui c’è un parallelo alla temperatura di<br />
eruzioni vulcaniche che generavano i prodotti dapprima citati.<br />
I materiali da “cuocere” sono argille, silice e sottoprodotti degli altiforni<br />
come le scorie.<br />
Ne derivano pertanto prodotti specifici, di facile trasporto e preparazione<br />
in loco e non ultimo pregio la velocità di applicazione.<br />
Le malte (la “pasta” di cemento).<br />
Il prodotto si presta bene a essere unito all’acqua a formare una pasta con<br />
proprietà collose (la presa sui materiali da conglobare) ma ... valgono le<br />
regole della massaia. Si potrà tirare la pasta per la crostata, leggi gettata<br />
compatta, o per la sfoglia, leggi gettata (massetto) alleggerita, ma non<br />
dovremo cadere in tentazione di aggiungere troppa acqua, per risparmiare<br />
sul costoso cemento) e di reimpasto per non sprecare!. Ambedue opera-<br />
30
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
zioni proibite: la prima diminuisce l’entità di presa, la seconda perché<br />
avviene a reazione chimica dell’impasto già ultimata. Quest’ultima operazione<br />
è purtroppo diffusa, non si butta via nulla. Saranno causa di<br />
maggiore manutenzione o addirittura crolli della struttura così costruita.<br />
Alcuni Paesi obbligano i costruttori ad effettuare gettate in modalità vibrocompressa,<br />
in specie per struttura. Da noi non è raro attuare la costipazione<br />
della colata di cemento nei casseri ( il tavolato di contenimento) con<br />
pale e palanchini. E’ ovvio che l’omogeneità della malta differisce e così<br />
pure le caratteristiche fisiche in primis per la sicurezza.<br />
L’aspetto fisico di una gettata ben fatta deve risultare liscio, a “grana” fine,<br />
omogenea e privo di “fessurazioni” indicanti colate effettuate a più riprese.<br />
L’unione, l’aggrappamento tra i materiali edili.<br />
Lasciateci supporre che la prima costruzione dell’uomo fosse un muro a<br />
secco innalzato davanti ad una roccia rientrante e non necessariamente una<br />
caverna di gran lunga più rara, ove l’uomo si ritirava la notte. La difficoltà<br />
di estrarre le pietre da una zona fangosa, o comunque con parti ancorate al<br />
terreno ha contribuito alla scoperta di un legante quale l’argilla cementante<br />
di materiali incoerenti quali le pietre. Ebbene da allora la ricerca è rivolta<br />
a materiali più universali tenuti assieme da leganti quali pozzolana, calce<br />
e gli attuali cementi.<br />
La meta è avere, ora, materiali che consentano una veloce messa in opera<br />
e permettano forme complesse quali il muro portante con le unite braccia<br />
rappresentate da solette per i piani, i solai ed i tetti. I tempi canonici della<br />
“presa”, ultimazione del processo chimico/fisico che genera l’amalgama<br />
del cemento, I famosi 28 giorni dalla gettata, costituiscono un impiccio ed<br />
il tempo è denaro. Per tutti gli altri materiali di contorno alla struttura, i<br />
chimici e non, hanno predisposto prodotti a presa rapida già premiscelati<br />
in fabbrica; come certe medicine si allungano in acqua. E siamo arrivati ai<br />
nostri giorni!<br />
La “presa”.<br />
Parlando di manutenzione sarà la caratteristica che ci procurerà guai e<br />
grattacapi. Dovendo unire materiali disomogenei, pietra/cemento o mattone/cemento<br />
ci troviamo di fronte a vari parametri in gioco. Il primo è la<br />
natura delle superfici del corpo da conglobare in una massa; minore è<br />
31
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
l’asperità, rugosità, peggiore sarà l’ancoraggio. Ciò è lapalissiano; una superficie<br />
liscia di un pezzo di legno è più difficile da incollare di una con<br />
grado di finitura grossolano, ma non è l’unica caratteristica che ci riguarda.<br />
Un’altra è il potere di imbibimento del particolare; più il materiale ha<br />
tale caratteristica, nel nostro caso sono i prodotti in argilla quali i mattoni,<br />
più è facile da legare. Altra caratteristica fondamentale è il tempo in cui il<br />
materiale perde, nel tempo, questa proprietà; prima “asciuga” peggio è in<br />
quanto non c’è l’amalgama dei vari materiali. Se ne deduce, ad esempio,<br />
che un intonaco esterno posato sotto il solleone non è destinato a durare<br />
integro per molto tempo.<br />
Sinora abbiamo parlato del materiale basilare, mattone/pietra, ma ciò vale<br />
anche per sabbia e ghiaia e il legante. Anche quest’ultimo ha tempi di reazione<br />
ed asciugatura che non sempre sì “sposano” con quelli del materiale<br />
base. Ne consegue che, complice la fretta esecutiva, la presa evidenzi dei<br />
limiti nel tempo da cui deriveranno manutenzioni. Ripetiamo per coloro<br />
che a questo punto sbotteranno in “uffa che barba” che questa caratteristica<br />
è fondamentale per la manutenzione in specie nei rappezzi o ristrutturazioni<br />
ove si deve rientrare in casa al più presto.<br />
Le normative.<br />
Per i cementi tradizionali, secondo certe prove codificate, la presa è garantita<br />
solo dopo 28 giorni, ma tutto è relativo alla tipologia dei materiali ed<br />
alla massa, volumi, in gioco. È ovvio che un intonaco di 1,5 cm di spessore<br />
ha tempi più brevi, aiutato da moderni materiali.<br />
Il valore imposto dalle norme è riferito alle usuali gettate portanti in calcestruzzo<br />
ed è un “paletto” per evitare anche incidenti nello smontaggio armature<br />
di sostegno e/o successivo prematuro utilizzo della struttura. La<br />
presa non significa completa asciugatura dell’opera pertanto se occorrono<br />
operazioni suppletive, vedi posa pavimento di legno solo il controllo<br />
dell’umidità residua garantirà la possibilità di attuare la posa. Ed è anche<br />
per queste problematiche che il mercato offre parquets flottanti, non inchiodati<br />
o incollati, ma anche in questo caso ci sono le regole del gioco da<br />
rispettare. Anche la salubrità dell’aria è condizionata dall’umidità residua<br />
e l’umidità facilita l’insorgenza dei reumatismi.<br />
Rammentate inoltre i due difetti principali del cemento: non è “elastico” e<br />
neppure impermeabile!<br />
32
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
INTONACO<br />
Non è un materiale ma il risultato visivo sull’opera finita, la pelle del<br />
muro.<br />
Ne parliamo poichè i guai relativi sono i più evidenti nel campo manutentivo<br />
e ci preoccupano le spese di ripristino. Similarmente al corpo umano<br />
in caso di “incidenti” tendiamo subito a curarci il bernoccolo che non il<br />
sottostante trauma. Se l’anomalia non proviene da zone con incasso tubi<br />
ecc. allo stesso modo dovremmo preoccuparci dapprima delle cause del<br />
distacco o fessurazione dell’intonaco e poi pensare al rappezzo.<br />
Quest’ultimo può attendere in quanto è alterazione di finitura. A proposito<br />
di fretta, ultimamente gli intonaci gettati con pistola sono “armati” in loco<br />
con reti in fibra di vetro, similari a quelle per le giunzioni del cartongesso,<br />
ma con larghezze elevate. Impediscono la caduta, scivolamento<br />
dell’intonaco fresco anche ad elevati spessori, ma non sempre influiscono<br />
sulla presa. Ne riparleremo nel capitolo “rappezzi”.<br />
PAVIMENTI, MATTONELLE E LASTRE IN PIETRA<br />
Con la scoperta di pezzi “duri” si evince che certi mattoni, posati a coltello<br />
o diversamente orientati abbiano costituito la pelle indurita dei vecchi pavimenti<br />
che sarebbe poi sfociata nelle attuali piastrelle. Ciò non toglie che<br />
esistano ancora pavimentazioni rustiche, in mattoni, che a proposito di manutenzione<br />
non dovranno mai essere abrasi e intaccati da acidi detergenti.<br />
L’evoluzione successiva sviluppò forme squadrate e sottili sempre in cotto,<br />
anche queste presente in alcune case vecchie o rustiche di pregio. Il<br />
nome volgare mattonella, dall’originario elemento, resiste tuttora. Non<br />
sempre la “pelle” si otteneva posizionando sulla parte richiesta, pavimentazione,<br />
elementi estranei; é il caso del pavimento in terra, da cui battuto<br />
di terra, ottenuto costipando il materiale endemico. Vedi scantinati.<br />
Anche in questo caso segnaliamo l’errore di ricoprirli con un più “elegante”<br />
battuto di cemento.<br />
Così facendo abbiamo eliminato la traspirazione e ci siamo garantiti i<br />
danni, eterni, da umidità di risalita. Ecco! Sono rari i muratori che vi evidenzieranno<br />
in anticipo tali danni; si giustificheranno adducendo che tale<br />
era la richiesta del cliente!<br />
Un provvedimento correttivo, parziale, a tali malefatte è quello di eseguire<br />
per tutto il perimetro della gettata un canale largo almeno 10 cm. e pro-<br />
33
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
fondo almeno 7 cm.(lo spessore della gettata) e scavando tanti “pozzetti<br />
perdenti”. Così facendo avrete abbassato la zona di “attacco” dell’umidità<br />
periferica consentendo una certa traspirazione ai muri e avrete un intorno<br />
periferico di battuto asciutto. Al centro, in periodi piovosi, avrete pavimenti<br />
“bagnati” e per non accentuare il fenomeno i materiali depositati<br />
vanno posti sui “trampoli”. Vedi voce umidità.<br />
Il retaggio del passato.<br />
Nel campo edilizio la pelle, lo strato superficiale a vista, è l’elemento più<br />
caratterizzante dell’aspetto estetico. Gli intonaci e certe mattonelle in parte<br />
decorate tendono a imitare, specie in facciata, quanto le case nobili evidenziavano<br />
con le loro pietre, marmi, stucchi e mattoni pieni. Rimarchiamo<br />
che certe abitudini, mutuate dal passato, non hanno più motivazione di<br />
essere in quanto sono cambiate le condizioni d’impiego. E’ il caso ad esempio<br />
delle lastre di pietra poste a zoccolatura facciate fronte strada. Ora<br />
sono causa di alterazione umidità di edifici non cantinati o con sotterranei<br />
malsani.<br />
Non ci sono più gli spruzzi di fango e sporco, delle strade fangose, che potevano<br />
motivarne la posa e, per la parte estetica, rammentiamo che in origine<br />
le pietre non erano a lastra ma a blocchi con funzioni strutturali e di<br />
“possenza”! Osservatene l’evoluzione dall’antichità: blocchi di pietra nei<br />
monumenti storici, poi nelle case d’epoca dei secoli scorsi con spesse lastre.<br />
Erano però presenti ampie finestrature di aerazione unitamente alla<br />
presenza di grigliati sui marciapiedi a dare aria a sotterranei estesi. Ai<br />
giorni nostri le cantine al confronto hanno dimensioni miniaturizzate e<br />
quindi malsane. Non aggraviamone le condizioni piastrellando con lastre<br />
di pietra le basi facciate!<br />
FERRO<br />
Dedichiamo alcune note al materiale che, come noto a tutti, ha maggiormente<br />
bisogno di attenzioni e sostegno.<br />
Ferri forgiati.<br />
Per i ferri pieni, solo per i forgiati e con spessori di almeno dieci mm., i<br />
tempi d’intervento manutentivo possono raggiungere frequenze decennali.<br />
Per certi cimeli medievali, esempio grate di ferro battuto, la durata, pur<br />
privi di manutenzione, è secolare.<br />
34
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
Rimarchiamo che si trattava di forgiatura manuale “lenta” che dava<br />
compattezza al manufatto ed eventuali giunzioni erano effettuate a caldo.<br />
Oggigiorno tali prodotti sono sostituiti con i laminati prodotti con macchinari<br />
che non sono per nulla lenti. Tali ferri, in spessori adeguati (almeno<br />
10 mm.), assolvono bene il compito previsto, es. putrelle o pezzi per ringhiere,<br />
ma si tende a sostituire con un surrogato: il laminato, la lamiera.<br />
LAMIERA in ferro<br />
Dal dopoguerra è stata un sostituto del ferro pieno per la sua facilità di<br />
modellamento e leggerezza, anche nel prezzo. In parole povere costava<br />
meno e le fabbriche, acciaierie di Stato e privati specie del Nord la fornivano<br />
formata in nastri di lamiera avvolti in rotoli. L’italica arte degli artigiani<br />
con tagli, piegature, unione di più pezzi trasformava il tutto in prodotto<br />
finito ed economico. L’abuso d’impiego aveva generato, nelle persone<br />
anziane abituate a prodotti pesanti e robusti, un senso di disprezzo e<br />
spregio. L’atavica abitudine a confrontare il passato aveva generato il detto<br />
“fatto di lamiera” anticipando il giudizio, anch’esso negativo, sul materiale<br />
successore della lamiera con i prodotti “fatti di plastica”.<br />
Tutti noi abbiamo costatato tal evoluzione con i materiali di costruzione<br />
della nostra auto.<br />
Scatolato.<br />
Come già accennato la piegatura e saldatura lamiere genera lo scatolato.<br />
E’ foggiato a forme geometriche, sembra ferro pieno ma, essendo costruito<br />
come i tubi saldati, ci creerà enormi problemi di manutenzione. Lo<br />
spessore sottile, rammentate l’”analisi valore”, risente maggiormente degli<br />
agenti atmosferici.<br />
Tramutare la lamiera in “ferro pieno”.<br />
Non è la polvere magica di “pirimpimpina” ma un accorgimento atto a<br />
preservare, ad esempio, i pali del vostro cancello in lamiera di ferro, scatolato<br />
a spessore più elevato.<br />
Il concetto è quello già citato di diminuire le dilatazioni e gli attacchi zonali,<br />
della parte più esposta.<br />
Il rimedio consiste nel riempire di cemento la parte cava prima di interrarla<br />
o cementarla a filo. Ricordiamo pure che l’operazione incrementa il peso<br />
della struttura e pertanto i classici zoccoli di cemento andrebbero legati<br />
35
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
con una piccola gettata, armata, tra i due pali. Così facendo avrete diminuito,<br />
o annullato, lo sprofondamento nel tempo della struttura contenendo i<br />
problemi di allineamento chiusure ecc…<br />
L’operazione descritta è obbligatoria in caso d’interramenti.<br />
Rimarchiamo la bassa durata dei prodotti in lamiera che richiedono protezione,<br />
vernice, con frequenze di 5/6 anni massimo.<br />
Da nuovo il prodotto ha durata più elevata in quanto è trattato in officina<br />
con specifiche tecniche che l’utente non potrà mai attuare in specie quando<br />
posati (vedi vernici).<br />
Tondini di armatura e variazioni sul tema.<br />
Il mercato offre anche quelli ad “aggrappamento facilitato” ruvidi e con<br />
protuberanze che incrementano la superficie di contatto e l’aderenza. Se<br />
verificate l’utilizzo di pezzi molto arrugginiti, posati senza trattamenti<br />
preventivi, preparatevi alle grane derivanti dal mancato aggrappamento e<br />
“denudamenti”, con relativi degrado del calcestruzzo ad iniziare da quelli<br />
più evidenti dei balconi.<br />
Annotazioni sul tema ferro.<br />
La velocità attuale di produzione del ferro, comparatela con quanto citato<br />
nella voce forgiatura lenta, è tale che la struttura interna del materiale non<br />
è per nulla omogenea e compatta cui conseguono limitate resistenze meccaniche<br />
e alla corrosione.<br />
Altro tema, non da poco, è la qualità produttiva di un prodotto “vile” quale<br />
il ferro: ne conseguono ripetuti interventi di sostegno, leggi verniciature.<br />
Nel tempo, ad esempio, il tondino arrugginisce, anche senza contatti con<br />
l’acqua e ingrandisce al punto tale da esercitare una pressione al suo intorno<br />
che denuderà la struttura. A titolo di prova certi cavalcavia di autostrade<br />
non hanno raggiunto quaranta anni di durata ed i frontalini dei balconi<br />
si frantumano molto prima.<br />
Tubi e piantoni in ferro.<br />
Qualsiasi materiale non “gradisce” l’esposizione agli agenti atmosferici e<br />
meno che mai essere annegato, anche parzialmente, nella terra o nel cemento.<br />
I manufatti in ferro, anche zincato, sono i più sensibili. La differente<br />
dilatazione e l’attacco della ruggine nel giro di pochi anni annullano le<br />
caratteristiche meccaniche sino alla rottura. Ve ne renderete conto quando<br />
36
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
osserverete le paline segnaletiche crollate; a ciò contribuiscono anche le<br />
minzioni feline e canine. Osservando, invece, un tubo del gas che fuoriesce<br />
sul marciapiede constaterete che è protetto da guaine bituminose sino<br />
ad oltre mezzo metro dal punto di fuoriuscita. Anche i pali luce hanno una<br />
zoccolatura di rinforzo. Noi dovremo copiare tale tecnica associata ad un<br />
fissaggio “elastico” ed ad una base che eviti il ristagno d’acqua in loco.<br />
Queste “zone” vi forniranno grattacapi e richieste di continue manutenzioni.<br />
Utilizzare il ferro significa fiducia?<br />
Si sente dire sovente, nel campo delle ristrutturazioni: “non si preoccupi,<br />
abbiamo rinforzato con una putrella di ferro”. Addirittura si constatano<br />
vani aperti in muri portanti in materiali misti, mattoni/pietre, ottenuti con<br />
tale tecnica. Essendo questi ultimi non armati, con tale intervento la struttura<br />
è stata indebolita sino a situazioni di pericolo, terremoti in primis, e<br />
ciò vale anche per certe modifiche a scale, ove i gradini in pietra erano/sono<br />
ancorati a mensola. Ripetiamo, richiedete preventivamente<br />
l’intervento del tecnico strutturale; ciò vale anche se il lavoro è già stato<br />
fatto e dobbiate mettere in sicurezza il tutto.<br />
Il ferro non è la panacea ma può essere utile a certe condizioni, concatenato<br />
(pensate alla costruzione con il Lego) tra le varie strutture sia verticali<br />
sia orizzontali.<br />
Quest’ultima è la tecnica, a gabbia, per migliorare la resistenza ai sismi.<br />
Tale norma vale anche per le reti elettrosaldate dei pavimenti quasi mai<br />
ancorate tra di loro ed ai muri portanti. Vedi struttura.<br />
ACCIAIO ZINCATO<br />
Tubi idrici e di adduzione gas.<br />
Uno degli elementi più diffusi è, o era, il tubo zincato di adduzione acqua<br />
potabile o gas.<br />
Se ne osserviamo uno spezzone noteremo che l’interno, la zona di scorrimento<br />
acqua, ha asperità e imperfezioni di trattamento che non riscontriamo<br />
sulla parete esterna.<br />
Tali pareti interne e le zone filettate di giunzione, ove il trattamento superficiale<br />
è stato asportato, sono facilmente intaccabili dalla ruggine e dal<br />
calcare che tende con il tempo a otturare il foro , i serraggi e “arrugginire”<br />
l’acqua spillata, in specie quella calda. Ora il progresso offre altri materia-<br />
37
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
li, es. il multistrato, ma anche nuove incognite, salubrità, durate in primis.<br />
Vedi voce multistrato.<br />
Tubi gas di condotte esterne alla casa.<br />
Rammentiamoci che se il contatore è posto sulla recinzione o se la condotta<br />
principale è in luogo non adiacente all’edificio i tubi di adduzione, zincati,<br />
possono essere stati interrati.<br />
Non essendo a vista li dimentichiamo! Preventivate una sostituzione, potrebbe<br />
anche raggiungere i cinquanta anni in quanto un tempo si abbondava<br />
sugli spessori delle pareti dei tubi (per fortuna non c’era l’analisi valore);<br />
l’importante è rammentarne la presenza in caso di puzza gas…e la ricerca<br />
della perdita.<br />
Lamiere e recinzioni zincate. Le normative antinquinamento dei processi<br />
produttivi e le piogge acide contribuiscono negativamente alla durata di<br />
tali manufatti in ambito civile, nella nostra casa.<br />
In campo industriale il trattamento di zincatura avviene a caldo ed è preceduto<br />
da trattamenti preparatori, sabbiatura ed altro; in tali casi la garanzia<br />
è ventennale ma sono sufficienti assemblaggi con viti “dozzinali” od<br />
altri inneschi per vanificare la garanzia.<br />
Potete verificare voi stessi sugli elementi più diffusi e cioè i guard rails e i<br />
pali stradali.<br />
Pertanto se desiderate un manufatto zincato, sconsigliato in ambienti inquinati<br />
quali i cittadini, occorrono dettagliate specifiche tecniche con la richiesta<br />
di garanzia.<br />
Un metodo empirico ma indicativo per il giudizio di noi profani, consiste<br />
nel visionare l’aspetto estetico: non deve essere argenteo e lucente ma<br />
grigiastro e superficie con “collage” di strati simili a piccole foglie in rilievo.<br />
I manufatti, quali ad esempio le ringhiere, presentano fori utilizzati per<br />
immergere i pezzi nel bagno di zinco. Otturateli per evitare che l’acqua<br />
meteorica si infiltri all’interno annullando i vantaggi della zincatura. La<br />
qualità è data dai trattamenti preventivi quali la sabbiatura ed il riporto a<br />
caldo di elevati spessori di zinco; tutto ciò costa e pertanto si ricorre ad alternative<br />
di bassa durata, ma luccicanti, che vi richiederanno tanta manutenzione.<br />
Preparatevi alle grane: ruggine presente, dopo pochi mesi, nelle<br />
zone saldate o nelle parti sottoposte a taglio dall’assemblatore e da viti di<br />
fissaggio esotiche che, arrugginendo, intaccano la zincatura.<br />
38
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
ACCIAIO INOX<br />
Ha fama immeritata, sovente, da parte dell’utenza.<br />
Anche con quest’acciaio occorre valutare il “titolo” (leghe e percentuali)<br />
per ogni singolo impiego; il “titolo” più noto è quello dell’oro. Si spazia,<br />
empiricamente, dall’oro di Napoli, informatevi in merito, a quello quasi<br />
puro, dei lingotti per Riserva Aurea.<br />
Noi profani non saremmo in grado di orientarci, senza l’ausilio di un manuale,<br />
ma conosciamo certe caratteristiche negative quali la difficoltà di<br />
piegatura e di saldatura.<br />
Per l’edilizia il più utilizzato è l’AISI 316 e sempre nell’ambito casa, ad<br />
esempio per contenitori alimentari, pentole, è inox 18/10. Tutte le altre diciture<br />
tipo acciaio inossidabile, inox C, non vi danno sicurezza alimentare<br />
e garanzia contro la ruggine (esaminate attentamente una grattugia). Approfondite<br />
voi stessi.<br />
E’ materiale antiestetico e nelle canne fumarie a vista per l’esterno sarebbe<br />
opportuno il colore “ramato” e così pure per i comignoli eolici. P.S. Esiste<br />
anche colorato, ma i prezzi…<br />
GHISA<br />
E’ presente in molte vecchie case sotto forma di tubazione condotte acqua,<br />
nei terminali dei pluviali, in portoni o artistiche ringhiere e nei radiatori<br />
impianti termici. Si tratta del materiale che presenta in assoluto le più basse<br />
resistenze meccaniche e pertanto non va sollecitato dimensionalmente,<br />
esempio con cedimenti strutture d’ancoraggio. Ha il vantaggio di richiedere<br />
pochissima manutenzione; sono sufficienti verniciature a intervalli decennali.<br />
Qualora abbiate portoni in ghisa tenete sotto osservazione i cardini per evitare<br />
rovinosi crolli e pericoli.<br />
Ghisa acciaiosa.<br />
L’industria manifatturiera, da sempre alla ricerca di miglioramenti, fornisce<br />
ora ghise acciaiose che compendiano i vantaggi della ghisa, quasi eterna,<br />
a quelli dell’acciaio, robusto, con miscelazione di prodotti che hanno<br />
rivalutato l’impiego della ghisa.<br />
L’esempio più indicativo è il coperchio di tombini e canaline di scolo che<br />
potrete utilizzare con tranquillità anche “calpestandoli” con i mezzi di trasporto.<br />
La specifica è carrabile EN…<br />
39
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
SILICONI<br />
Hanno diffusione notevolissima per la facilità di applicazione e ai più non<br />
sono note le caratteristiche chimiche e d’impiego.<br />
Quelli a base acetica emanano vapori nocivi nel tempo e non sono verniciabili.<br />
Tutti i siliconi non hanno garanzie di durata nel tempo in specie<br />
nelle applicazioni all’esterno e/o di antimuffa ad esempio nelle sigillature<br />
del vostro lavello.<br />
Solo adottando quelli professionali, che non trovate ai magazzini di bricolage<br />
ma dai singoli rivenditori specializzati otterrete validi risultati. Rammentate<br />
però che sono di ausilio e non sono sostitutivi agli agganci o fissaggi<br />
meccanici con tasselli, viti, rivetti indispensabili per un assemblaggio<br />
in sicurezza. Rammentate: l’adesivo può ancorarsi all’intonaco ma<br />
non è detto che l’intonaco regga!<br />
VETRI<br />
Sono captatori di luce naturale. Sono anche fonte di pericolo.<br />
Il materiale tradizionale è dimensionalmente stabile alle condizioni di escursione<br />
termica limitata (estate/inverno). Secondo gli spessori, estensione<br />
superfici e tecnologie specifiche di produzione il materiale può resistere<br />
a escursioni termiche sino a 250°C nel forno cucina, ed oltre nelle<br />
antine di un focolare a legna. Necessitano, sempre, di un posizionamento<br />
in sede con gioco, luce in termine tecnico, proporzionale alla dilatazione<br />
prevista dall’impiego a regime massimo di escursione. E’ pericolosissimo<br />
forzare in sede un vetro anche per un singolo vertice che “puntasse”<br />
in un cordolo di saldatura o nel raggio della fresatura alloggiamento.<br />
Rammentare inoltre che le dilatazioni si sommano, quelle del vetro e del<br />
serramento, pertanto la luce andrà così computata. Essendo il sigillante<br />
anch’esso instabile alle dimensioni sono da escludersi mastici indurenti.<br />
Il silicone elastico è un mezzo di sigillatura con l’aggiunta di cornici in<br />
legno o profili metallici con funzione di sicurezza anticaduta. Nei doppi<br />
vetri, vetro camera, è esaltata la funzione di isolamento termico/acustico,<br />
mentre la blindatura è utilizzata quale sicurezza antisfondamento o anti<br />
intrusione. Questi ultimi per i curiosi, sono costituiti da più lastre di vetro<br />
con interposta pellicola di plastica che ha lo scopo di impedire il perforamento<br />
e la frantumazione totale dell’insieme in caso di urto violento.<br />
Nell’auto il lunotto anteriore ha vetri simili; ciò non toglie che un sasso<br />
lanciato da un cavalcavia lo perfori.<br />
40
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
La tempratura del vetro e la blindatura possono evitarvi danni da tagli, il<br />
vetro si spezzetta; non è il caso di provare!<br />
Anche per il semplice calpestio, per visione di opere sottostrada, occorrono<br />
vetri specifici e spessori adeguati ed i vetrini captatori di luce posti<br />
sul vostro marciapiede vanno opportunamente manutentati.<br />
I guai della trasparenza.<br />
Nelle case vecchie i vetri si ponevano ad altezza minima di circa 90 cm<br />
per le porte interne e in alcuni casi a 45 cm per gli infissi affacciati<br />
all’esterno. Ora il “tutto vetro” ha posizioni a livello inferiore ed è facile<br />
urtarli con sedie, mobili o per non averli visti. L’applicazione di vetrofanie,<br />
quelle delle vetrine dei negozi, evidenzierà il pericolo anche ai piccoli.<br />
Sulle porte a vetro la vetrofania è indispensabile a segnalare l’ostacolo unitamente<br />
all’indicazione di come aprirle; non tutti conoscono l’inglese.<br />
Per quanto riguarda quelli ustionanti, antine di forno o caminetti, vanno<br />
protetti con ripari mobili quando l’apparato è in funzione.<br />
Le deformazioni delle sedi.<br />
Qualsiasi serramento di legno o metallico non ha squadrature perfette a inizio<br />
vita e meno che mai dopo anni di utilizzo. Potrete costatare anche<br />
voi che la parte lontana dai cardini “cede” verso il basso pertanto in caso<br />
di sostituzione vetro compensate l’anomalia aumentando la luce di posizionamento<br />
o rilevate con cartoncino l’effettiva sagoma della sede da consegnare<br />
al vetraio.<br />
Evitare l’acquisto di vetri a spessore semplice economici, ma maggiormente<br />
pericolosi. Richiedete vetro doppio, significa con spessore maggiorato<br />
a tre anziché i due mm. dei vecchi vetri.<br />
Alcune innovazioni.<br />
I vetri camera possono avere inserti con varie funzioni. Spaziano da profili<br />
imitanti i vetri a quadretti (l’inglesina) od oscuranti.<br />
I vetri doppi, vetri camera, perdono la loro efficacia di isolamento e trasparenza<br />
nell’arco di circa 20 anni. Lo smaltimento è specifico, il vuoto<br />
era mantenuto con l’impiego di prodotti chimici, anche sali di arsenico.<br />
Attualmente l’isolamento è ottenuto con rivestimenti metallici (sic!) e<br />
l’impiego di gas quali l’argon e l’adozione di tripli vetri.<br />
41
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
PLASTICA<br />
E’ un materiale artificiale derivante dagli idrocarburi con il grosso vantaggio<br />
della leggerezza e una discreta inalterabilità nel tempo, pertanto ha sostituito<br />
alcuni impieghi di altri materiali, il ferro ad esempio. Per contro,<br />
dato il suo elemento basilare, è facilmente infiammabile e sovente instabile<br />
nel tempo se esposto all’esterno.<br />
Similmente ai materiali metallici cui si aggiungono specifici elementi e<br />
tecniche diverse produttive a seconda l’uso, anche per la plastica si adottano<br />
tali metodologie di produzione.<br />
Con l’aggiunta di particolari additivazioni o processi si ottengono prodotti<br />
“specifici” per molti impieghi atti a garantirne una certa stabilità nel tempo.<br />
Si spazia da quelli resistenti agli agenti atmosferici, il nylon<br />
dell’agricoltore o il policarbonato della vostra tettoia, sino a quelli “tecnici”<br />
utilizzati in sostituzione di organi meccanici oppure facenti veci di tubazioni<br />
metalliche quali quelle inserite nel multistrato. Quest’ultimo è utilizzato<br />
nelle tubazioni idriche con alcuni vantaggi sui vecchi tubi, ma ne<br />
parleremo poi, con doveroso rispetto delle regole di posa, pena guai<br />
all’utenza. Nel campo dell’edilizia si usa, ancora, volgarmente quale specifica<br />
“plastica pesante”, “quella rossa del supertubo”. Si tratta di un termine<br />
improprio generato dalla convinzione che al maggior peso del materiale,<br />
in un singolo prodotto, corrispondano migliori prestazioni. Ciò non è<br />
sempre vero, è pertanto necessario precisare al rivenditore l’impiego finale.<br />
Se l’impiego pesante si riferisce al coperchio di un tombino di casa su<br />
cui transiterà la vostra auto, ma solo quella, l’indicazione corretta è “carrabile”.<br />
Per utilizzo su suolo pubblico, es. per il passo carraio, il materiale<br />
dovrà corrispondere a quanto richiesto dalle Normative Europee (EN…).<br />
In tale caso il materiale sarà ghisa acciaiosa.<br />
Plastica trasparente.<br />
Sempre nelle case vecchie la troviamo quale copertura “provvisoria” di<br />
terrazzi, balconi.<br />
Le lastre più diffuse sono quelle ondulate rinforzate con fibra di vetro e<br />
quelle “tecniche” in policarbonato plurialveolare, due o più pareti suddivise<br />
con rinforzi interni. Per le prime computare una durata sui cinque anni;<br />
gli agenti atmosferici corrodono lo strato maggiormente esposto con conseguente<br />
perforazione in caso di grandinate.<br />
Per i policarbonati, in spessori minimi consigliati di 16 mm, le ditte garan-<br />
42
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
tiscono dieci anni di durata. Tuttavia negli impieghi non sollecitati da elevate<br />
escursioni termiche si può arrivare a venticinque anni. Una forte<br />
grandinata può perforare queste vecchie lastre ma negli spessori consigliati<br />
e con prodotti certificati la perforazione non sarà, quasi mai, passante.<br />
Plastica isolante.<br />
La versione moderna è il polistirene estruso (a cellula chiusa). E’ facilmente<br />
distinguibile dal polistirolo, di colore bianco e formato da palline<br />
facilmente friabili, per l’aspetto omogeneo e compatto. E’ colorato ed ha<br />
peso specifico più elevato. In questo caso diminuisce fortemente<br />
l’infiammabilità ed è indicato quale isolante. Tuttavia va protetto dagli agenti<br />
atmosferici e occorre ricordare che sì “imbarca”, perde planarità, anche<br />
a spessori elevati in caso di escursioni termiche e non va posto a vista,<br />
anche in caso di isolamento del solaio.<br />
MULTISTRATO<br />
E’ un connubio plastica e metallo.<br />
La parte interna di adduzione acqua è in plastica rivestita da un tubo di alluminio<br />
a sua volta ricoperto con materiale isolante. L’esigenza di renderlo<br />
flessibile per agevolarne la posa riduce fortemente l’universalità<br />
d’impiego e i produttori forniscono specificità rivolte a ridurre gli inconvenienti.<br />
E’ la “manna” per gli idraulici per la velocità di posa, ne subirete<br />
gli abusi. I produttori forniscono le condizioni d’impiego e voci di capitolato<br />
ma gli impiantisti, reduci dalla tecnologia di lavorazione meccanica<br />
dei tubi di acciaio zincato, e pertanto “stabili”, dimenticano che tali materiali<br />
risentono in maggior misura dei ∆T (differenza di temperatura di esercizio).<br />
E’ il caso ad esempio degli scarichi di lavatrici ecc, con variazioni dimensionali<br />
che possono giungere a 1 cm per metro lineare. Aggiungendo poi<br />
la mancanza di spazio d’isolamento tali tubazioni che sono annegate, imprigionate<br />
e impedite nell’assestamento, in malte cementizie facilmente in<br />
qualche punto debole accadranno perdite.<br />
Facilitare gli scarichi.<br />
Nei tubi di scarico acqua sovente si eseguono saldature, giunzioni, di testa<br />
facilitate dal riscaldamento dei terminali tubazioni anziché usare gli appositi<br />
collari. Succede pertanto che rigonfiamenti interni provocati da tale<br />
43
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
tecnica determinino successivo innesco a depositi saponosi sino<br />
all’intasamento totale. Anche in questo caso l’anomalia sarà individuata<br />
con il tempo (5÷10 anni).<br />
ALLUMINIO<br />
Lo troviamo con superficie protetta, anodizzata, indispensabile nel caso di<br />
esposizione all’esterno per i serramenti. Non richiede manutenzione, ma le<br />
sue caratteristiche meccaniche limitate ne sconsigliano l’estensione impieghi.<br />
Rammentare che é “attaccato” dalla calce e tutti i prodotti acidi<br />
compresi quelli contenuti in alcuni intonaci. L’impiego di tali serramenti<br />
nelle case vecchie e umide è pertanto sconsigliato. Se verificate che le<br />
mostrine (placche) delle prese elettriche sono corrose sostituite il tutto unitamente<br />
alle scatole di aggancio sovente murate a scagliola. Vedi capitolo<br />
calce e umidità.<br />
RAME<br />
Come si evince dagli edifici storici è imbattibile e quasi eterno. La sua durata<br />
è garantita dall’ossidazione che è invece il punto debole di tutti i materiali<br />
ferrosi. Nel rame l’ossido genera una patina autoproteggente. Purtroppo<br />
la mancanza sul mercato ha determinato prezzi elevati e se ne sta cercando<br />
sostituti con limitati risultati. Nelle case gli impieghi spaziano dalla<br />
lattoneria, converse, gronde e pluviali, a tubi idrici e cavi elettrici. In genere<br />
quando applicato, si tende a risparmiare sugli spessori e diametri tubi, con<br />
l’infelice risultato di far stramazzare l’acqua nei casi di temporali violenti<br />
sempre più frequenti. Si constatano invece inutili sostituzioni in occasioni<br />
di rifacimenti facciate e qui la colpa è nostra, “vogliamo che tutto luccichi”.<br />
Esiste anche il filo di rame che può essere valido sostituto, assieme ai cavi<br />
treccia, al filo di ferro per tesate di comignoli o pali d’antenna; la durata<br />
del filo di ferro è massimo ventennale e la ruggine colante dal cavo macchierà<br />
il “sottostante”.<br />
BRONZO e OTTONE<br />
Sono leghe a base di rame: in pratica aggiungendo particolari metalli alla<br />
lega base si migliorano alcune caratteristiche tecniche. Aggiungendo stagno<br />
per il bronzo e zinco per l’ottone si ottengono metalli da cui ricavare<br />
la citata rubinetteria e complementi d’arredo. Rimarchiamo che nella rubi-<br />
44
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
netteria, la globalizzazione e il mercato offrono prodotti con parti di plastica<br />
in analogia all’evoluzione nell’auto. Trattandosi di manufatti con esigenza<br />
di requisiti igienici acquistate solo prodotti nostrani, anche in questo<br />
campo siamo leader! Sarebbe da utilizzare anche nei giunti di adduzione<br />
acqua in luogo di quelli zincati che con il tempo vi ”arruginiscono”<br />
l’acqua.<br />
L’utilizzo dell’ottone in alternativa alla viteria zincata vi consentirà la reversibilità<br />
di smontaggio anche dopo decenni di esposizione agli agenti<br />
atmosferici.<br />
VERNICI<br />
Hanno problemi di aderenza e traspirabilità; rilasciano, nell’ambien-te,<br />
vapori nocivi in specie all’applicazione. Saranno il vostro cruccio per i ripetuti<br />
interventi di decoro e manutenzione manufatti in specie quelli in<br />
ferro o legno esposti alle intemperie.<br />
Dimentichiamoci la pubblicità tipo quella dei prodotti che coprono con<br />
una sola passata anche sulla ruggine. Sempre guardando ai maggiori esperti<br />
del settore, nel nostro caso tutti i produttori di apparati con involucro<br />
esterno in lamiera di ferro, vedi l’auto ed elettrodomestici. esaminiamo<br />
la tecnica corretta.<br />
Sempre per l’auto per garantirci dalla ruggine perforante per un periodo di<br />
garanzia di sette anni i trattamenti di preparazione e successiva verniciatura<br />
richiedono una decina di operazioni. Si va dall’a-sportazione superficiale<br />
di olio di snervatura, facilita l’operazione di stampaggio, alla verniciatura<br />
finale con l’applicazione di un “trasparente” che conferisce un gradevole<br />
finish; altro che vernice che copre con una sola mano!<br />
Anche in ambiente domestico riscontriamo tali problemi. I profilati, le putrelle<br />
di ferro, da nuovo, hanno le superfici annerite ed untuose, l’olio già<br />
citato, dai processi di laminazione.<br />
Occorre pertanto imitare i processi dell’industria. Non dimenticate, ad esempio,<br />
di richiedere serramenti in ferro per interni verniciati a polvere;<br />
non dovrete riverniciarli per tutta la vita!<br />
A peggiorare il tutto, nel nostro caso, i manufatti sia intonaci sia in ferro<br />
presentano, nelle zone superstiti della verniciatura originale e zone intaccate<br />
dalla ruggine con elevati problemi di aggrappamento.<br />
Il consiglio, oltre all’utilizzo del faticoso olio di gomito, è quello di avere<br />
una certa calma nell’ultimare queste operazioni che richiedono giorni, e<br />
45
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
non ore, per consentire ai singoli elementi di assestarsi “chimicamente”,<br />
polimerizzazione o altri processi.<br />
Qualora abbiate provveduto periodicamente a trattare i punti ruggine con<br />
un convertitore, potrete così rimandare la verniciatura totale, il lavoro sarà<br />
facilitato. Anche l’utilizzo, su manufatti in malta, di prodotti naturali a base<br />
di calce è auspicabile. Riducono l’impatto sull’ambiente e se usati da<br />
artisti esaltano in bellezza. In proposito sappiate che la tonalità dei colori è<br />
codificata; richiedete la mazzetta RAL che ne prevede centinaia.<br />
Evitate le “invenzioni” di colori difficilmente imitabili per i successivi ritocchi<br />
o ripristini.<br />
Pericolosità.<br />
Rammentiamo che tutte le vernici sono prodotti tossici. Nell’applicazione<br />
i solventi volatilizzano inquinando l’ambiente. Ciò vale anche per<br />
i residui; se sono smaltiti negli scarichi domestici preparatevi a…berli nella<br />
potabile. Nelle città la percentuale di acqua riciclata è elevata e non è<br />
detto che l’altra parte sia purissima…<br />
Di alcune vernici occorrerebbe evitarne l’impiego; ad esempio quelle gialle<br />
i cui pigmenti derivano dal cromo molto inquinante allo stato di cromo<br />
esavalente che non essendo “riducibile” può confluire nella catena alimentare.<br />
Anche il minio, ossido di piombo, è tossico e pertanto da non utilizzare.<br />
Al pari dell’industria cui è fatto obbligo di utilizzo di prodotti acrilici<br />
a base acqua anche il mercato domestico si sta adeguando.<br />
AMIANTO<br />
E’ un pericolosissimo cemento compattato con fibre.<br />
L’aggiunta di particolari fibre ha permesso di ottenere manufatti idonei a<br />
coperture, isolanti e condotti fumo/acqua. Tali materiali prodotti anche<br />
nell’Italia del Nord e identificabili principalmente con la sigla che aveva<br />
suffisso finale ...IT, e non erano solo quelli della multinazionale svizzera,<br />
avevano miscelato al cemento le fibre di amianto. Il minerale, asbesto, ha<br />
caratteristiche fibre lunghe al punto tale che già nei secoli scorsi si tesseva<br />
per cui è stato logico pensare alle tute ignifughe di chi operava con il fuoco<br />
intenso. Purtroppo pur essendo minerale centenario si è appurata la sua<br />
cancerogenicità in forma violenta in tempi lunghi, anche 45 anni dopo<br />
l’inalazione di tali fibre e polveri. La mancata conoscenza di questi danni,<br />
postumi, ha esaltato l’utilizzo per le caratteristiche peculiari di resistenza<br />
46
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
agli acidi ed al fuoco. Le nostre vecchie case ne sono piene, si stima oltre<br />
20 milioni di tonnellate.<br />
Abbiamo notizia che ancora negli anni ’90 i magazzini vendevano sotto<br />
banco i restanti tubi che alcuni muratori hanno utilizzato ancora come colonne<br />
da armare, cosa abituale nell’anteguerra. Le lastre erano utilizzate<br />
quali isolanti anche sul retro di stufe a legna ed altro materiale più copioso,<br />
per l’isolamento dei tubi acqua calda non murati, pertanto in cantina<br />
e/o locali sotterranei e nelle controsoffittature e pareti, anche in lamiera,<br />
coibentate.<br />
Erano presenti anche nelle vecchie guarnizioni d’impianti idrici, nelle coperte<br />
da stiro delle massaie e in certi recipienti di accumulo acqua potabile<br />
nelle case e sui tetti del Meridione; sono diffusissimi, ancora oggi, nei<br />
comignoli sia di canne fumarie sia di sfiati…<br />
Bonifica dell’amianto: la doverosa premessa è che in caso di presunta identificazione<br />
“non dovete maneggiarlo” in alcun modo e meno che mai<br />
forarlo o raschiarlo.<br />
Quest’ultimo è il caso di colonne a vista “armate” con tale materiale e nascoste<br />
da vernici.<br />
Sintomi premonitori: se riscontrate parti, in genere i bordi, sfilacciate e<br />
pendenti, a mo’ di ragnatela, e quindi con elevata possibilità che gli agenti<br />
atmosferici, pioggia/ vento e volatili diffondano tali fibre nell’ambiente è<br />
necessario richiedere bonifiche alle apposite imprese.<br />
Iniziate con la bonifica mirata ma sappiate che le varie tecniche di verniciatura<br />
(incapsulamento) o peggio sovrapposizione di altri materiali non<br />
eliminano il problema citato.<br />
Purtroppo gli elevatissimi costi di bonifica spingono lo Stato e il privato a<br />
dilazionare nel tempo gli interventi ma la malattia, cancro in specie alle<br />
vie respiratorie, è terribile.<br />
PIOMBO<br />
Lo troviamo ancora, nei vecchi edifici, in forma di tubo di adduzione e<br />
scarico acqua.<br />
Non richiede manutenzione, ma le malattie imputate, il saturnismo, ne richiederebbero<br />
la sostituzione. Altro impiego sino ai nostri giorni era quello<br />
delle lamiere, sempre in piombo, di raccolta ed evacuazione acqua piovana<br />
nell’intorno dei lucernari. Questi fogli, scossaline, garantivano per la<br />
loro sagomabilità un buon raccordo con i manti di copertura tetti.<br />
47
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
Ulteriore utilizzo come barriera impermeabile sotto i pavimenti dei bagni in<br />
carenza del piano doccia. Nelle case vecchie lo troviamo anche nei tubi gas<br />
murati (sic); prestate attenzione alle forature sui muri!<br />
Un inciso: gli anziani muratori, muniti di buon senso, ”segnalavano” la<br />
presenza di un ostacolo, tubo/cavi elettrici o altro con fogli di carta che<br />
avvolgevano l’intruso o ponevano sabbia e vecchi coppi sui materiali interrati.<br />
Costituiscono avviso ai naviganti, i muratori, ma l’impiego di mezzi<br />
meccanici, utensili a percussione o escavatori (privi di occhi), potrebbe<br />
travolgere il tutto.<br />
Nulla vieta di istruire gli addetti …<br />
Il piombo è ancora presente nelle vecchie tubature municipalizzate<br />
dell’acqua potabile quindi si costatano rotture dovute ai carichi pesanti,<br />
leggi mezzi di trasporto, che insistono sulle aree in cui tali condutture sono<br />
interrate. Sovente anche i nostri contatori hanno ancora tale collegamento.<br />
Lo Stato emana le leggi, in questo caso per combattere il saturnismo, ma<br />
per primo, sovente non le rispetta se non dopo lunghissimi tempi; comunque<br />
ciò avviene sempre dopo al privato che invece si deve adeguare subito<br />
alle nuove normative.<br />
Una manutenzione indotta, nelle nostre case, è quella provocata da eventuali<br />
smontaggi disintasanti richiesti dal classico lavandino e conseguenti<br />
fessurazioni della stagnatura di raccordo agli scarichi a muro o pavimento.<br />
In tal caso abbandonate la tecnica di riparazione con stagnatura e sostituite<br />
il tutto con materiali idonei alloggiati in guarnizioni tecniche che consentono<br />
la reversibilità del montaggio. Ciò sarà utile per lo spurgo della tubazione,<br />
i lavelli di cucina e bagno sono i più interessati per la pulizia.<br />
MERCURIO<br />
Non è un materiale di costruzione ma un prodotto chimico.<br />
E’ molto inquinante! I pesci e i tanto amati gamberi provenienti dai mari<br />
orientali e i grossi pesci veloci del Baltico il cui olio di fegato tempo addietro,<br />
ci costringevano a bere cucchiaiate disgustose, ne contengono<br />
quantità “ variabili”, in genere correlate all’età. Pensare che tempo addietro<br />
si diceva “sano come un pesce”… In casa siamo coinvolti con lampade<br />
e interruttori.<br />
E’ vero che noi utenti non siamo i maggiori responsabili dell’inquinamento,<br />
ma lo smaltimento improprio di certi interruttori a tempo delle<br />
48
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
luci scala e maggiormente delle lampade a risparmio energetico, quelle<br />
tanto decantate dagli ecologisti, che contengono mercurio contribuiscono<br />
ad aggravare ( i prodotti delle bancarelle sono da evitare!). Richiedono<br />
smaltimento specifico in analogia alle “pile”, sovente ignorato dallo Stato<br />
e peggio da noi. Rivolgetevi ai rivenditori di lampade a led, quelle che<br />
trovate sui fari delle auto moderne e su tutti gli apparecchi digitali; hanno<br />
durata di circa 100000 ore contro le 8000.<br />
Abbandoniamo il capitolo materiali per esaminare altri aspetti delle costruzioni.<br />
CARATTERISTICHE FISICHE<br />
Le misure di casa<br />
In Italia vige il Sistema Metrico Decimale, in realtà ora è mutato, ma non<br />
ci coinvolge eccessivamente, pertanto le dimensioni nel campo edilizio<br />
sono:<br />
Metro (m); per dimensioni lineari.<br />
Metro quadro (mq) per le aree di superficie.<br />
Metro cubo (mc) per i volumi dei locali chiusi<br />
Centimetro (cm) è l’unità base in cui sono espresse le dimensioni edili.<br />
Millimetro (mm) non utilizzato nell’edilizia ma presente nell’impiantistica<br />
fissa e/o di corredo alla casa.<br />
Millimetro quadrato (mm2) per la sezione dei elementi impiantistici quali<br />
ad esempio i cavi elettrici.<br />
Fuori del Sistema Metrico.<br />
Il pollice inglese (1”) 25,4 mm. per tubi, esempio gli zincati, di adduzione<br />
di gas od acqua.<br />
N.B. Abitualmente per le condotte idriche si usa, o si usava, il mezzo pollice,<br />
ma sino agli anni 1950 era largamente impiegato il tre ottavi, dopo<br />
circa 30 anni si ottura per l’ancoraggio interno di calcare e ruggine. La cosa<br />
è intuibile per la limitata dimensione interna del foro.<br />
Ancora, il metro commerciale è una misura fittizia usata dalle agenzie<br />
immobiliari e quanto prima dallo Stato e dai Comuni. Lo scopo è quello di<br />
“aumentare” la metratura della casa e la quotazione economica conglobando<br />
parte dello spessore dei muri perimetrali, balconi ecc. A voi interessa,<br />
eccome, perché la parte abitabile è decisamente inferiore e qualora fos-<br />
49
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
se adottata dallo Stato ne conseguirebbe un incremento tasse. Associati a<br />
tali dimensioni ci sono parametri quasi del tutto ignoti nel campo edilizio;<br />
si tratta delle tolleranze dimensionali di costruzione, e qui dovremmo<br />
nuovamente citare i guasti della globalizzazione.<br />
Tolleranze di esecuzione (livello di precisione del lavoro svolto).<br />
Per l’impresa sono insite nel muratore. Ciò coinvolge anche caratteristiche<br />
quali ortogonalità delle pareti e complanarità delle stesse. Noi bolliamo le<br />
anomalie “muri storti” ma anche squadrature imprecise tra due pareti contigue<br />
che, se errate di poco, non vi consentiranno di montare la cucina “americana”<br />
con relative angoliere.<br />
Planarità e perpendicolarità.<br />
Ricordate che la caratteristica di planarità più richiesta è relativa alla pavimentazione<br />
ed è anche peggiorata localmente delle anomalie costruttive<br />
delle piastrelle, ma siamo i migliori costruttori mondiali, della posa ed anche<br />
errori di levigatura dei pavimenti di legno.<br />
Sono le caratteristiche che permettono l’aderenza della colonna della cucina<br />
citata o dell’armadione della camera contro al muro. L’anomalia conseguente<br />
è lo svergolamento ante di chiusura armadi sino ad impedirne il<br />
funzionamento, strisciano in alto o in basso nella zona di combacio la battuta.<br />
Associato a tale difetto l’incombenza del pericolo di caduta, o effetto<br />
Torre di Pisa, dovrete porre in atto dei compromessi tra la richiesta di planarità<br />
ed ortogonalità. Similarmente alla Torre citata, se dovete montare<br />
una fila di pensili dopo aver ottenuto l’allineamento del lato frontale con<br />
appositi cunei e spessori (scordatevi il perfetto allineamento dei pensili se<br />
sono numerosi) occorre prevedere ad una tiranteria di sicurezza con cavi<br />
di acciaio o cinghie in tela di sicurezza, non quella della tapparella. Avrete<br />
così ottenuto una sicurezza per voi ed i vostri pargoli collaudatori di ante e<br />
componenti girevoli.<br />
Analizziamo alcune caratteristiche.<br />
Una casa è l’insieme di materiali assemblati in modo da dare forma ed<br />
abitabilità a locali di permanenza dell’uomo. Tutti i materiali che compongono<br />
l’edificio hanno stabilità dimensionale di grado relativo. Qualsiasi<br />
materiale, e pertanto l’abitazione stessa, risente delle condizioni climatiche<br />
del luogo e relative escursioni termiche, giorno/notte, estate/inverno,<br />
50
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
clima asciutto/clima umido. Ne conseguono variazioni dimensionali, anche<br />
se minime, valutabili in scostamenti millimetrici, il “respiro” dei materiali.<br />
Tali scostamenti sono accentuati dalla natura del terreno su cui è<br />
posato l’edificio. Senza arrivare alle problematiche causate dal terreno dei<br />
paesi nordici con il permafrost (strato superficiale di terreno ghiacciato),<br />
queste variazioni sollecitano nel tempo la struttura e provocano danni iniziando<br />
dai punti con difetti costruttivi non palesati all’inizio dell’uso. Un<br />
fenomeno facilmente visibile dell’influsso della natura del terreno su cui è<br />
posto un edificio è l’alone di umidità che segna i muri delle cascine in aperta<br />
campagna per un’altezza di circa un metro, dopo questa altezza l’aria<br />
esterna tende ad annullare l’umidità di risalita.<br />
Anomalie, dove si riscontrano.<br />
Nelle abitazioni civili i casi più evidenti sono: all’interno, i rigonfiamenti<br />
di pavimenti specie in legno, ed all’esterno le fessurazioni di assestamento<br />
e l’affioramento dei ferri dell’armatura, i tondini, visibili dopo il distacco<br />
di frammenti di frontalini dei balconi in cemento armato. Concause: per<br />
l’interno si annovera la posa di materiali su strati non ancora assestati e/o<br />
con elevata umidità residua. Per l’esterno ci pensa l’errato posizionamento<br />
dei ferri di armatura e l’imbibirsi d’acqua di penetrazione, es. piovana,<br />
provoca dilatazioni differenti tra i vari componenti. Il ferro dei tondini<br />
tende a “gonfiarsi” perdendo l’aggrappamento con il cemento che a sua<br />
volta cede per l’inconsistente contrasto dovuto al limitato spessore ed<br />
all’incoerenza dei vari componenti che lo compongono in cui l’acqua la fa<br />
da padrona.<br />
Pensiamo che una riduzione dei guai sarebbe ottenibile con l’interposizione,<br />
sui tondini di armatura, di distanziali in plastica di forma idonea<br />
ed in similitudine a quelli utilizzati per posizionare le piastrelle con corretta<br />
distanza e linea di fuga o la gettata vibro compressa.<br />
I fenomeni di mancata coesione dell’insieme si verificano anche in tutti i<br />
casi di gettate, di intonaci o di rappezzi applicati in fase non contemporanea,<br />
la cosiddetta “ripresa”, dei manufatti. Un caso è quello dell’intonaco<br />
posato in fase successiva alla gettata di cemento e/o all’esecuzione di un<br />
muro in mattone o pietra.<br />
L’anomalia si riscontra più facilmente in facciata ed ambiente esterno in<br />
quanto colpita direttamente da fenomeni atmosferici e maggiori escursioni<br />
termiche.<br />
51
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
Influenze esterne sulla sicurezza di casa.<br />
Sono quelle inerenti allo sprofondamento del terreno, sotto il peso<br />
dell’edificio e/o la spinta esercitata dalla collina/montagna sovrastante che<br />
tende a muovere, far scivolare, qualsiasi struttura sottostante. In questo caso,<br />
se esiste una contiguità di edifici, sarà quello posto più in basso ad esserne<br />
maggiormente sollecitato.<br />
Deflusso acque piovane.<br />
Un ulteriore incremento del fenomeno è dovuto all’improprio controllo<br />
del deflusso delle acque piovane a monte. Se siete interessati consultate i<br />
capitoli sul deflusso acqua ed alluvioni.<br />
Calamità naturali.<br />
L’Italia per la sua conformazione è quasi tutta sismica, ed anche nelle zone<br />
non classificate critiche il susseguirsi di scosse leggere, senza danni<br />
apparenti, può accentuare il fenomeno di instabilità dell’edificio perciò è<br />
opportuno dopo tali fenomeni, far visionare da esperti strutturali le eventuali<br />
piccole fessurazioni indotte.<br />
Struttura dell’edificio.<br />
Non dovete assolutamente sostituirvi ai progettisti, ma la conoscenza di<br />
alcune regole del gioco vi possono orientare nel “pensare” a modifiche, ristrutturazioni<br />
o semplici rappezzi. Un termine da sviscerare è quello relativo<br />
all’armatura. Come dice la parola, pensate a quanto indossato dagli<br />
antichi cavalieri, è un insieme di metallo e maglie metalliche di giunzione<br />
e snodi, nel nostro caso rappresentato dalle gabbie dei tondini, che protegge,<br />
irrobustisce, ma allo stesso tempo consente alcuni movimenti. Non è<br />
detto che la finalità sia quella che abitualmente pensiamo “casa solida come<br />
una roccia”. Deve infatti consentire robustezza alle sollecitazioni ripartendone<br />
i carichi sull’intero edificio od ad un’elevata parte.<br />
La “gabbia”.<br />
Ipotizzando una gabbia di metallo con struttura a rete otteniamo una struttura<br />
idonea alle sollecitazioni interne ed esterne. Questa è una delle tecniche<br />
utilizzate per proteggere le case dai sismi. Ma non tutte le case hanno<br />
strutture simili, neanche quelle usuali in cemento armato, quindi occorre<br />
conoscere quali tecniche sono state utilizzate dal costruttore. Ad esempio<br />
52
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
vedrete su certe facciate di vecchi edifici delle spranghe di ferro in verticale<br />
e posizionate in corrispondenza dei piani. In realtà ciò che vedete sono<br />
cunei, caviglie che tengono in tiro, tensione, un tirante di ferro che attraversa<br />
da parte a parte l’edificio. Essendo bloccato su entrambi i lati irrobustisce<br />
la struttura portante di muri in pietra/mattone. Ma associata<br />
all’azione dei tiranti si constatava l’esecuzione di particolari volte per reggere<br />
i piani e specifiche pose di mattoni e pietre irrobustivano il tutto. Nella<br />
maggior parte delle case vecchie, in specie ai piani alti, non erano piani<br />
“nobili”; la struttura che reggeva i piani non era “legata” in quanto i travi di<br />
sostegno, in legno, erano semplicemente incassati in vani creati nei muri<br />
portanti. Il relativo immarcimento provoca il crollo del pavimento. Ripetiamo:<br />
se non avete le “istruzioni per l’uso, in sicurezza, dell’immobile” richiedetele<br />
ad un tecnico strutturale. Ma almeno una tecnica la dovete conoscere<br />
e richiederla sui capitolati rammentando che tutto ciò che non è scritto<br />
è opinabile: qualsiasi aggiunta di materiale va legata e concatenata alla<br />
intera struttura originaria.<br />
Anche la semplice posa di rete sottopavimento, richiede legatura tra i vari<br />
pezzi e l’ancoramento, ad appositi tondini, sia a muri di sostegno che laterali;<br />
operazione quasi del tutto ignorata dai muratori. Ne va della continuità<br />
strutturale della casa. Vedi capitoli ferro ed utilizzo putrelle.<br />
La portata ( il peso, il carico sopportato).<br />
La portata è una variabile relativa alla tecnologia adottata per la casa ed è<br />
conseguente al tipo di struttura adottata. Riferendoci ad un’analogia, più<br />
abituale, possiamo pensare all’edificio come ad una scaffalatura con ripiani.<br />
Se lo scaffale è posato su un piano per terra constateremo che i “carichi”<br />
sopportati diminuiscono man mano che ci avviciniamo ai piani alti e<br />
che al centro si riscontra una minor attitudine a sopportare i pesi.<br />
Ciò vale anche per la nostra casa. Dapprima dobbiamo appurare se ha la<br />
struttura “armata” quale quella del nostro scaffale, è il caso del cemento<br />
armato, o ha la vecchia struttura con muri portanti, i muri maestri, con agglomerati<br />
di mattoni e pietre. Ed ancora se i piani, similmente a quelli dello<br />
scaffale, sono realizzati da solette armate o tiranteria varia o semplicemente,<br />
si fa per dire, formati da travature in legno o ferro conglobate nelle<br />
solette e nei muri maestri.<br />
Effettiva portata: non esiste valore assoluto e costante. La regola generale,<br />
quella dello scaffale citato, è di caricare i pesi sulla periferia e distribuirli<br />
53
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
in modo uniforme, vicino ai muri portanti, e decrescenti dai piani bassi ai<br />
piani alti. Evitate di porre al centro di un locale una pesante libreria o peggio<br />
ancora un caminetto, circa 300 kg tra focolare e struttura.<br />
Le normative del buon senso andrebbero spiegate anche ai manovali edili<br />
che depositano scatole di piastrelle pesantissime nel punto più comodo ma<br />
improprio! A proposito delle già citate concause una lavatrice con le sue<br />
dannose vibrazioni di centrifuga andrà posta a pian terreno nelle case non<br />
armate (meglio ancora in uno sgabuzzino esterno).<br />
Il carico ammesso su un gradino.<br />
A qualsiasi bambino richiediate il disegno di una scala vi schizzerà due<br />
montanti con dei pioli. Nell’edilizia non è sempre così. Constatiamo dei<br />
gradini montati a sbalzo, incastrati solo su un lato, su un muro portante.<br />
Anche certe gettate in cemento armato usano tale tecnica. Mentre queste<br />
ultime sono concatenate con la struttura portante, ma certe scale “aggiunte”<br />
non hanno tali legami, quelle vecchie erano formate da lastre di pietra<br />
incastrate su un fianco. La motivazione era duplice: la prima economica,<br />
la seconda era per evitare muri o montanti di sostegno che avrebbero limitato<br />
il passaggio di oggetti ingombranti oltre che intaccare il vano scale la<br />
cui funzione era anche di arieggiare e illuminare indirettamente gli alloggi<br />
tramite lucernari sul tetto ed ove possibile con finestre sui pianerottoli. Per<br />
la verità voi non vedrete, dal basso, i gradini “nudi” ma un “cassetto”, sottostante<br />
la rampa, che si congiunge ai pianerottoli contigui alle estremità.<br />
“Tastandolo” con le nocche sentirete suono più grave a seconda del tipo di<br />
costruzione. Varia da tavelloni posati su travi a non meglio definiti assiti<br />
in legno che funzionano da “sostegno” ai gradini in pietra.<br />
Attenzioni da porre.<br />
Evitare assembramenti di persone lungo tale rampa (esempio in occasione<br />
di festeggiamenti), i salti alla Tarzan dei discoli che si divertono con i<br />
mancorrenti, anche questi con limiti di ancoraggio, il deposito anche momentaneo<br />
dei pesanti materiali da costruzione, il trasporto di oggetti pesanti<br />
quali elettrodomestici, stufe, con rimbalzi da un gradino all’altro.<br />
I nostri vecchi ponevano assi di camminamento, appoggiati ai due pianerottoli<br />
della rampa, per miglior distribuzione del peso, e non solo per non<br />
danneggiare i gradini, in occasione di tali lavori.<br />
Non verniciate le pedate: diventano scivolose. La pietra deve “respirare”.<br />
54
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
Un prodotto ceroso antipolvere assolve bene il problema pulizia ed esalta<br />
la bellezza della pietra, quasi introvabile nella versione originale.<br />
La portata dei balconi.<br />
Anche in questo caso rammentiamoci che in fase di progetto è stata computata<br />
una presenza temporanea di una famiglia, i padroni del locale. La<br />
famiglia non è quella allargata a parenti, amici invitati a godere di una<br />
manifestazione festosa da un punto di vista privilegiato. La raccomandazione<br />
non è solo quella classica delle mamme ai bambini (non arrampicarti<br />
... cadi), ma soprattutto: siamo in troppi, presenziamo a turno.<br />
Per le note manutentive leggete il capitolo balconi.<br />
La livella e l’ascensore.<br />
L’ascensore e la bolla d’aria.<br />
La bolla d’aria, la livella, è uno strumento la cui precisione è correlata alla<br />
sua lunghezza ma se utilizzata allineandola ad un lungo cordino teso tra<br />
due capi aumenta il suo grado di precisione.<br />
Il massimo della precisione, sempre nel campo edile, si ha con il filo a<br />
piombo relativamente alla perpendicolarità; per ora il laser non ha tale diffusione<br />
e praticità. Sembrano cose ovvie, ma nel montaggio ascensori gli<br />
installatori hanno maturato la convinzione che le staffe e le guide<br />
dell’elevatore dovevano essere fissate da loro, attuando le malizie del caso.<br />
Ciò garantiva silenziosità e dolcezza di movimento gradita agli utenti e<br />
con effetti indotti di minor manutenzione; ed era anche per tale motivo che<br />
si poteva ottenere il contratto di manutenzione. Purtroppo la globalizzazione,<br />
”devi solo bucare e murare le staffe delle guide” porta sovente anomalie<br />
che ci costeranno nella conduzione e nel campo trasporto a fune,<br />
nella fattispecie ascensore, anche in sicurezza. Le regole del gioco qui sono<br />
presenti; il trasporto a fune similmente a quello aereo, navale, ferroviario<br />
ha normative ed organismi competenti in materia. L’affido manutentivo<br />
deve seguire queste regole e certi “desideri” dell’utente (…è troppo<br />
lento) non vanno realizzati a scapito della sicurezza e dell’eccessivo affidamento<br />
ad unica tecnologia, quella elettronica, cui è associata la tradizionale<br />
meccanica ( sollevamento, discesa, agganci e sganci) e di sicurezza<br />
con freni meccanici, detti freni paracadute, che intervengono automaticamente,<br />
quando la velocità di discesa, ad esempio a seguito di un guasto,<br />
supera il valore prefissato. Dispositivo di uso abituale in azienda ma non<br />
55
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
nel civile e si piangono i morti. Però certe esigenze degli utenti devono essere<br />
esaudite. E’ il caso di un inquilino disabile abitante ad un certo piano.<br />
I meccanismi di regolazione sono tali da poter garantire la fermata ai piani<br />
con precisione millimetrica.<br />
P.S. L’avvento dei sollevatori oleopneumatici, anziché a fune, ha limitato<br />
alcuni inconvenienti.<br />
L’EQUILIBRIO DELLE COSE<br />
Vorremmo farvi meditare che noi, e qualsiasi oggetto che ci circonda, costituiamo<br />
una piccolissima parte dell’Universo.<br />
L’aria e l’acqua costituiscono un intorno ambiente in cui tutto è relativo e<br />
tende all’equilibrio dei fenomeni. Ipotizziamo un oggetto esposto al sole;<br />
tenderà ad assumere la temperatura…del Sole. Non la raggiungerà relativamente<br />
alla distanza rispetto alla sorgente scaldante. Allo stesso modo lo<br />
stesso oggetto, dapprima scaldato dal sole, si raffredderà assumendo la<br />
temperatura notturna; in parole povere si adegua all’ambiente che lo circonda<br />
e cioè tende all’equilibrio naturale con i fenomeni preponderanti in<br />
cui è posizionato. Cosa intendiamo per “preponderanti”? Tutti i materiali<br />
della casa non si librano nel vuoto, similarmente a quelli di una capsula<br />
spaziale, ma sono ancorati per terra ( le fondamenta), ad un muro (gli infissi)<br />
ecc., pertanto “mediano” i valori di caldo, freddo e le varianti atmosferiche.<br />
Vedere anche capitolo umidità.<br />
Da quanto sopra intuiamo che un materiale è sottoposto a varianti e non è<br />
detto che tutti i materiali le subiscano passivamente.<br />
Prendiamo per esempio il legno. Se racchiuso in una pianta è vivo e resiste;<br />
qualora lo tagliassimo avremmo interrotto l’alimentazione delle sue<br />
fibre attraverso le radici e le foglie ed assumerebbe comportamenti differenti.<br />
Si deformerebbe, ingrandendosi, nell’esposizione diurna e si rimpicciolirebbe<br />
per il freddo notturno; tutte queste varianti ne provocano un repentino<br />
deperimento per cui è meglio portarlo in casa per proteggerlo<br />
dagli agenti atmosferici. Quando non potete portare in casa, esempio un<br />
infisso di una finestra, occorre ripristinare le sostanze volatili che sono evaporate<br />
od essiccate con vernici oli ed impregnanti cerosi che non sfoglino.<br />
(Evitate i flatting che non vi permettono un veloce ripristino a livello<br />
annuale, richiedete prodotti con alta protezione ai raggi ultravioletti).<br />
Non esistono materiali completamente inerti. Anche la roccia viene sgretolata<br />
nel tempo; è solo questione dell’unità di misura del tempo quale, nel<br />
56
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
nostro caso, secoli e millenni. Nel nostro campo, della casa, il riferimento<br />
alla durata è la… nostra vita, circa 3 lustri.<br />
Come il nostro corpo richiede interventi di sostegno, supporto, anche i<br />
materiali da noi utilizzati (murature/legno/ferro) richiedono tali cure che<br />
sono rappresentate dalla manutenzione periodica. Sulla manutenzione periodica,<br />
preventiva o di sostegno sono stati scritti centinai di libri, consultateli,<br />
per cui non ci dilunghiamo. Ripetiamo però il concetto di base:<br />
qualsiasi materiale va “protetto”, tale e quale a ciò che rappresenta il nostro<br />
vestiario che cerca di mantenere inalterata la temperatura corporea.<br />
Un pezzo di legno va protetto maggiormente del ferro? Dipende! Se le sollecitazioni<br />
sono quelle interne ad un ambiente domestico il ferro, anche se<br />
non manutentato, è più longevo. Ma se trattiamo di ambiente esterno<br />
l’utilizzo del legno è sovente precluso ed il ferro si può impiegare se adeguatamente<br />
rivestito con trattamenti di zincatura o verniciatura.<br />
Un serramento in ferro, posto internamente non richiederà riverniciatura<br />
periodica se, da nuovo, avrete richiesto la verniciatura a fuoco (rivestimento<br />
a polveri epossidiche).<br />
Riprenderemo l’argomento.<br />
Il percorso per l’analisi a vista.<br />
Inizieremo tale percorso dall’esterno casa per poi proseguire all’interno<br />
dalle fondamenta al tetto.<br />
LA CASA VISTA DALL’ESTERNO<br />
Avviciniamoci alla casa.<br />
L’accesso alla proprietà.<br />
Non sempre l’ingresso si affaccia sul marciapiede; può essere, ad esempio,<br />
preceduto da una recinzione antistante con i relativi passi carrabili.<br />
I cancelli elettrici.<br />
I pericoli. La sensazione di una barriera da superare, alla Tarzan, spinge i<br />
bambini a giocarci. A volte intraprendono una sfida con la chiusura passando<br />
all’ultimo istante, pericolo corso anche da qualche adulto imprudente.<br />
La prima manutenzione riguarda la sicurezza sia per i manufatti ad ante<br />
girevoli che a scorrimento. Si riscontrano ante sfilabili dai perni,anche i<br />
ladri ve ne saranno grati, e cancelli a scorrimento con limitate guide nelle<br />
57
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
parti superiori, solo ad inizio e fine corsa. Sollecitati maldestramente dai<br />
pargoletti rovineranno su di essi provocando gravissimi danni. Verificate<br />
l’esistenza di sistemi di sicurezza antischiacciamento a fine corsa, es. la<br />
“costola mobile”, o la frizione tarata che “sentono” un ostacolo e bloccano<br />
la corsa, dispositivi non sufficientemente diffusi.<br />
Non fidatevi troppo delle fotocellule! Mettete a regime una verifica impiantistica<br />
e periodica di controllo.<br />
I vecchi varchi di accesso alle proprietà.<br />
Citiamo il caso di portoni a più ante, superiori ed inferiori che “inchiodati”<br />
dall’inutilizzo non si aprono in casi di necessità estrema, ad esempio per<br />
l’accesso di un autocarro dei VV. FF..<br />
Il marciapiede fronte casa.<br />
Il marciapiede costituisce “suolo pubblico” ma si constatano casi con nostri<br />
manufatti. Si spazia da grigliati di aerazione cantine, botole di accesso<br />
a sotterranei, vetrini di captazione illuminazione naturale o finestrelle in<br />
facciata a bordo filo marciapiede e/o leggermente incassate a bocca di lupo.<br />
I nostri doveri: evitare pericoli di inciampo, cadute e crolli facilitando<br />
il transito ai pedoni ed in particolar modo ai disabili ed ipovedenti. Le anomalie<br />
più frequenti sono rappresentati da lamiere “mandorlate” (antiscivolo)<br />
rese lisce dall’usura, sporgenza di sistemi di chiusura botole, grigliati<br />
con maglie allargate per far passare un cavo di terra per impianti provvisori,<br />
vetrini fessurati e prossimi alla rottura. Qualora riscontrassimo anomalie<br />
di pericolo dobbiamo operare subito per evitare incidenti (anche la<br />
“semplice” rottura di un tacco di scarpa da signora). Non è sufficiente segnalare<br />
il pericolo magari creandone altro, ad esempio per un ipovedente:<br />
è il caso della segnalazione con “tavole” inclinate! Un rappezzo urgente è<br />
sempre possibile.<br />
P.S. Verificate inoltre che la vostra polizza assicurativa casa risarcisca tali<br />
danni.<br />
La manutenzione ordinaria.<br />
La pulizia sul fronte strada è limitata ma esistono troppi casi di pulizia<br />
maniacale complice le deiezioni e le “marcature del territorio” da parte dei<br />
cani. I relativi prodotti di pulizia possono rendere scivoloso il manto del<br />
marciapiede.<br />
58
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
Percorribilità e condizioni climatiche: ricordatevi inoltre che anche la detergenza<br />
con semplice acqua è vietata dai regolamenti comunali nei periodi<br />
di formazione brina/ghiaccio e così pure i vostri pluviali (tubi discesa<br />
dalle gronde) non dovranno scaricare sul marciapiede ma andranno convogliati<br />
in fogna bianca. Vedi capitolo reflui. La percorribilità fronte edificio<br />
va inoltre garantita in caso di ghiaccio o neve, spalando un passaggio<br />
pedonale libero da ghiaccio con l’utilizzo di sali, ghiaia e simili.<br />
I pericoli per la nostra proprietà.<br />
L’inciviltà dei passanti, in specie fumatori, può provocarvi incendi nei sotterranei<br />
se non sottoposti alla continua pulizia da cartacce e cicche “cadute”<br />
dai grigliati. Il fenomeno non si annovera solamente nelle grandi città<br />
ma si riscontra ovunque ci siano soste, anche temporanee, di persone in attesa<br />
di un bus o sostanti nello spazio antistante a qualsiasi locale pubblico<br />
(da sempre il branco è impunito).<br />
I rimedi.<br />
A volte drastici quali quelli adottati in città ove l’esasperazione<br />
all’inciviltà ha portato alla chiusura blindata delle finestrelle di aerazione e<br />
dei grigliati. A ciò consegue un innalzamento dell’umidità ascendente ed è<br />
peggiorata la salubrità dei locali sotterranei. Si riscontrano rimedi efficaci<br />
che sfruttano la pigrizia degli incivili e la forza di gravità quali grigliati<br />
con maglie di lato di circa 5 mm. (e quindi inferiori al diametro sigaretta)<br />
e sbiechi ai davanzalini uniti a lamiere sotto griglie favorenti la discesa<br />
degli intrusi, per ora solo dei materiali, in futuro si vedrà… D’altronde sono<br />
denominati “infernotti” e come tali potrebbero ospitare gli incivili.<br />
Anche una zona franca ove piccoli incendi si autoesauriscano in quanto<br />
isolati da barriere di mucchietti di sabbia è efficace.<br />
L’ESAME DELLA FACCIATA<br />
Preparatevi ai crampi … Facciate, da faccia, ovvero il viso di una persona,<br />
in questo caso di un’abitazione. E’ la prima cosa che si osserva in quanto è<br />
a portata degli occhi. Costituisce argomento dibattuto dai condomini, alcuni<br />
vorrebbero il rinnovo periodico altri attendono l’ingiunzione a seguito<br />
caduta di intonaci e cornicioni. La facciata non è la parte principale della<br />
casa ma, in analogia all’essere umano, rivela buona parte dello stato di<br />
salute dell’insieme.<br />
Anche per le case possiamo ipotizzare un lato A ed un lato B.<br />
59
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
Iniziamo dal lato più a Nord, vi riscontreremo un maggior numero di anomalie.<br />
Balzano agli occhi:<br />
a) disuniformità e discontinuità delle superfici rivestite o meno<br />
b) zone di appoggio travi fessurate o con muratura mancante al punto di<br />
favorire nidificazioni e l’ingresso di uccelli nel sottotetto (distruggono<br />
anche gli isolanti in lana di vetro per costruire il nido)<br />
c) macchie biancastre, verdastre e nerastre dovute a dilavamento acque<br />
piovane. Se dopo la pioggia intravvedete i mattoni sottostanti la facciata<br />
è da rifare unendo un serio ed efficace cappotto termico. Ristagno<br />
acqua e neve da terrazzi interni, davanzali, e, non ultime, perdite da tubazioni<br />
di scarico ivi compreso il tratto finale dei pluviali annegato nei<br />
muri nell’ultima parte che raggiunge le fogne.<br />
d) macchie giallastre che evidenziano canne fumarie difettose<br />
e) colature di ruggine da balconi e da ferri comunque posizionati,<br />
f) venature ovvero fessurazioni risultanti a prima vista in ordine sparso ma<br />
insistenti sui riquadri degli stipiti, porte, finestre, sotto le travature del tetto<br />
e le fiancate case (con il tempo le constateremo presenti in punti di<br />
particolare sollecitazione statica e dinamica).<br />
g) sfaldature o caduta di parte delle superfici rivestite (i paramano)<br />
h) frontalini dei balconi, croce dei condomini, con ferri affioranti e distacco<br />
del cemento<br />
i) zone con intonaco distaccato e sfogliatura vernici<br />
j) muffe sotto i profili marcapiani (profili sporgenti sulle facciate). P.S.<br />
La presenza dei marcapiano facilita la permanenza di neve, pioggia ed<br />
agevola la sosta dei volatili<br />
k) discese acqua piovana (pluviali) con giunti difettosi, sfilati, deformati o<br />
bucati, quasi sempre nell’economica plastica o lamiera zincata che viene<br />
corrosa dalla ruggine, vedi capitolo materiali<br />
l) cavi antenna che scendono dal tetto si appoggiano sui canali di gronda<br />
e si trascinano l’acqua in facciata<br />
m) tubi passacavo o di adduzione gas che si toccano (posizione pericolosa<br />
e pertanto vietata) impedenti il deflusso dell’acqua piovana o neve<br />
n) innesti di sostegno ringhiere, attacchi staffe fissati con tasselli in metallo<br />
o cemento a presa rapida (garanzia di fessurazione zona di attacco e<br />
ruggine)<br />
o) tubi gas murati in facciata (devono essere liberi di muoversi e consenti-<br />
60
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
re assestamenti della struttura e ricerca di eventuali perdite a volte causate<br />
dalla stessa muratura dei giunti)<br />
p) grate ed inferriate posate con minima luce che non consente dilatazioni<br />
e che marciranno corrosi dalla ruggine. In proposito agli “innesti” di<br />
ferri nel cemento ricordiamoci che la diversa dilatazione termico dei<br />
due materiali, ferro/cemento, con il tempo e l’acqua provocheranno lo<br />
sgretolamento dell’”attacco”. Anche i tasselli ad espansione in ferro,<br />
con le loro tensioni, fessurano con il trascorrere del tempo le solette di<br />
cemento! Non vi siete mai soffermati sul fatto che i mobili in legno<br />
massello sono uniti da spine in legno od incastri privi di corpi estranei<br />
quali viti e chiodi? Tutti queste intrusioni nelle murature costituiscono<br />
“ponti termici” di cui tratteremo in seguito.<br />
q) pietre, cemento di copertura dei frontalini balconi con sporgenze insufficienti<br />
ad evitare che l’acqua cada senza lambire la sottostante gettata<br />
contribuendo all’imbibimento dei ferri di armatura sino al distacco del<br />
cemento<br />
r) anomalie varie sul punto di fine facciata ed inizio marciapiede. In questa<br />
zona, che possiamo considerare quale scarpa della casa, si concentrano<br />
tutte le anomalie dell’intera facciata, dall’acqua meteorica di dilavamento<br />
(pioggia spiovente, neve, perdite da pluviali e stramazzi da<br />
gronde). Sono innumerevoli i distacchi delle zoccolature, in pietra o<br />
meno, con danni derivanti anche dalle minzioni canine che corrodono<br />
sia le pietre sia il ferro di serramenti e grate<br />
s) I segni evidenti di ammaloramento dovuti alla di presenza di umidità di<br />
risalita saranno visibili anche sotto il solleone. Potremmo vedere anche<br />
macchie di salnitro (efflorescenze cotonate) e constatare uno sprofondamento<br />
del marciapiede con distacco dalla facciata con infiltrazioni<br />
nella parte inferiore.<br />
Dalle anomalie riportate si evince che l’acqua, o meglio il deflusso non<br />
facilitato della stessa, provoca i maggiori danni.<br />
Sia che provenga da pioggia o da neve non deve “sostare” in loco. I guai<br />
sono provocati dalla poca pendenza delle superfici esposte ed insufficienti<br />
sporgenze di davanzali e balconi. Nel caso della neve ci dimentichiamo<br />
che ghiaccia e così pure gelano i canali di scolo ed i pluviali: in tal caso le<br />
infiltrazioni agli alloggi sottostanti sono garantite… I rimedi sono i classici:<br />
togliere la neve (in specie nelle seconde case!). Ci si può aiutare con i<br />
61
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
cavi scaldanti avvolti alle gronde ed ai canali di scarico.<br />
In analogia all’essere umano, che dopo l’esposizione agli agenti atmosferici<br />
provvede ad asciugarsi per non rischiare malanni, anche le nostre case<br />
devono autoasciugarsi (sempre che siano ben progettate ed i fenomeni atmosferici<br />
rientrino nella normalità). L’alternarsi di bagnato/asciutto degli<br />
intonaci provoca col tempo uno sgretolamenti degli stessi.<br />
La visione del tutto con un addetto ai lavori vi guiderà nelle successive azioni<br />
correttive.<br />
Prima di intraprendere azioni vi consigliamo di attendere una giornata di<br />
pioggia o neve secondo la stagione e verificare durante e dopo la precipitazione<br />
le colature dai balconi, dai marcapiano e dai davanzali non sporgenti<br />
a sufficienza il ristagno di acqua e neve aderenti alla facciata.<br />
Vi bagnerete ma risparmierete spese inutili. Nonostante tutti asseriscano<br />
che si deve fare così l’azione è trascurata in quanto non vogliamo bagnarci.<br />
P.S. Anche i danni delle alluvioni iniziano in tal modo. Si preferisce attendere<br />
fiduciosi il livello altimetrico dai ponti senza intervenire a monte<br />
con una esondazione forzata.<br />
Se invece non abbiamo riscontrato alcuna anomalia siamo in possesso di<br />
un bene prezioso da curare con affetto…<br />
Abbiamo stilato un elenco anomalie, ora dobbiamo fotografarle, datarle e<br />
completare l’analisi sulle altre facciate. I “fissati” dell’inno-vazione tecnologica<br />
possono noleggiare una macchina termografica, equivalente ad una<br />
sofisticata fotocamera, e registrare le discontinuità costruttive ed i relativi<br />
punti caldi o peggio freddi temporanei o definitivi.<br />
L’ESAME DEL TETTO<br />
Per questa azione non é sufficiente alzare gli occhi al cielo, esercizio propedeutico<br />
a pensieri sublimi. Occorre poter disporre di un punto di vista<br />
privilegiato non sempre disponibile e non è detto che la visione della vostra<br />
casa sulle mappe di GOOGLE vi permetta dettagli. Se abbiamo trovato<br />
il giusto punto di osservazione, ad una altezza pertanto che ci consenta<br />
di visionare anche la parte superiore del tetto, potremmo constatare:<br />
a) punti di stramazzo acqua dai canali di gronda, relativa presenza di fango,<br />
foglie, erba, frammenti del manto di copertura, sacchetti di plastica,<br />
pacchetti di sigarette e cicche, rottami di antenne (avete già conosciuto<br />
un artigiano che ricupera quanto gli è caduto? o peggio fuma e getta<br />
sul manto di copertura cicche e pacchetti vuoti di sigarette).<br />
62
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
b) file di coppi o tegole disallineati per cedimento travetti di appoggio o<br />
scivolamento verso il basso sino ad impedire una corretta raccolta acqua<br />
piovana o peggio superare il canale di gronda e costituire pericolo<br />
di caduta e pure colmi, gli elementi che ricoprono la linea di giunzione<br />
tra due falde, scivolati in avanti<br />
c) comignoli camini o sfiati non più a tenuta con infiltrazione acqua meteorica<br />
sia all’interno che esterno. Rimarchiamo comignoli in Eternit<br />
con bordi sfilacciati e pertanto da bonificare secondo leggi vigenti. A<br />
proposito di infiltrazioni per insufficiente altezze lamiere rivestimenti<br />
bassi dei camini (faldali) tale misura va correlata ad una abbondante<br />
nevicata in zona e non limitata per l’elevato costo del rame.<br />
d) nel caso di attici o verande con lastre ondulate trasparenti se verificate<br />
la perdita del lucido strato protettivo e se intravvedete l’intreccio della<br />
sottostante fibra di vetro (rinforzante) prevedetene la sostituzione prima<br />
della perforazione della grandine; il policarbonato alveolare vi<br />
tranquillizzerà per oltre dieci anni.<br />
e) qualora non esista il manto di copertura in laterizio troviamo lamiere<br />
ondulate arrugginite o peggio in Eternit. Anche in questo caso lo sfilacciamento<br />
dei bordi, e quindi una elevata probabilità di diffusione fibre<br />
in atmosfera, impone la bonifica.<br />
f) verificate anche pali ed antenne ancorate, comunemente, con fili di ferro<br />
che non garantiranno la tenuta nel tempo, sostituite con i cavi treccia<br />
che durano invece decine di anni.<br />
Anche l’esame del tetto andrebbe ripetuto sotto e dopo la pioggia o neve<br />
per i individuare o confermare altre anomalie (copritevi bene!).<br />
Ora esaminiamo a colpo d’occhio le varianti di planarità delle falde che<br />
indicheranno il cedimento di travature. Osserviamo anche la mancata contiguità<br />
dei coppi posti sulle linee di colmo. La presenza di coppi spostata<br />
in avanti, oltre un terzo larghezza canale di gronda, rivela lo scivolamento<br />
del manto di copertura; ne conseguono stramazzi e pericoli di caduta.<br />
Qui si apre un “contenzioso” tra gli esecutori del tetto ed i lattonieri. I<br />
primi posano travi e travetti “in piano”, i secondi necessitano di “pendenza”<br />
di scolo delle acque verso i pluviali per cui adattano gli agganci<br />
gronde.<br />
Quando c’è la balza del tetto il fenomeno è sufficientemente “guidato”.<br />
Nel caso invece di presenza di cornicione gli aggiustamenti fattibili sono<br />
minimi.<br />
63
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
Si verificherà il contatto od appoggio gronda sul cornicione e la condensa<br />
ristagnerà inevitabile e perdurante, dopo la pioggia o rugiada, intaccandone<br />
l’integrità. Gli unici sostegni e punti di contatto gronde devono essere<br />
gli agganci.<br />
Abbiamo già citato la gravità delle fessurazioni, crepe, in prossimità delle<br />
facciate e tra i vari piani, indicano un grave cedimento strutturale a cui occorre<br />
porre rimedio.<br />
Altro pericolo per i passanti in fronte edificio, sono le cadute di grosse<br />
parti di intonaco gonfiato e non più aderente ai mattoni o cemento di struttura<br />
sottostanti; in tal caso in attesa del rifacimento facciata occorre provocarne<br />
la caduta controllata. Vedere anche gronde, cornicione, balconi e<br />
ringhiere.<br />
A proposito di scivolamento manto di copertura è facilissimo constatarlo<br />
sulle tegole piane il cui corretto posizionamento genera “linee” diritte, ove<br />
l’anomalia è più grave occorre la “ripassatura del tetto” (con l’auspicio<br />
che abbiate tegole originali di scorta).<br />
Eventuali avvallamenti o sprofondamenti sulle falde indicano il cedimento<br />
della struttura sottostante; urge intervenire.<br />
Manutenzione: nelle località nevose e sui tetti con coppi non agganciati<br />
singolarmente occorre una ripassatura veloce annuale. Vedi rimedi con i<br />
fermacoppi continui. L’operazione è da eseguirsi solo dagli addetti ai lavori<br />
ed è consigliabile ogni qualvolta l’antennista e l’installatore di pannelli<br />
ed altri sono andati sul tetto. In tali casi la rottura fortuita è probabile;<br />
gli artigiani dovrebbero informarvi e provvedere autonomamente. Predisponete,<br />
pertanto, in anticipo alcuni elementi pronti alla bisogna.<br />
Parti sporgenti dal tetto.<br />
Per l’esame di comignoli, sfiati, antenne e manto di copertura valgono le<br />
regole del buon senso e di quanto potrete constatare senza assolutamente<br />
andare sul tetto. In proposito non considerate utopistica la possibilità di tali<br />
rilievi. Possono infatti esistere punti di osservazione esterna quali il balcone,<br />
lastrico di una casa di fronte, un pendio da cui osservare. Non ultimo<br />
un operaio sollevato dal cestello aereo di una gru su un mezzo mobile può<br />
procedere all’esame. Non stimate eccessiva quest’ultima spesa di noleggio<br />
in quanto potrebbe anticipare il successivo reimpiego per le azioni correttive<br />
alle anomalie riscontrate.<br />
64
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
Il tetto e la sicurezza degli operatori.<br />
Un inciso: sarebbe tempo che i costruttori provvedessero ad applicare sul<br />
tetto degli agganci sporgenti per l’imbragamento degli operatori, ma sulle<br />
case vecchie dovrete provvedere voi. Anche i far da sé non si reputino sicuri<br />
con una corda ancorata ad un camino in mattoni o in refrattario; non<br />
esistono infatti sicurezze a trazione e peggio a strattoni da caduta. Un capogiro,<br />
una insolazione colpiscono anche le maestranze più esperte e neanche<br />
i costosi ed obbligatori ponteggi perimetrali garantiscono<br />
l’incolumità o proteggono completamente da incidenti sul lavoro.<br />
Rammentate che siete responsabili penalmente, anche se solamente<br />
committenti (coloro che richiedono una prestazione) qualora affidiate un<br />
lavoro ad un artigiano che non utilizza le imbragature od i ponteggi di sicurezza.<br />
La balza del tetto.<br />
E’ l’alternativa al cornicione, lastra di pietra od altro più o meno rivestito<br />
con agglomerati cementizi. Differenzia per la sua sporgenza in facciata (la<br />
balza) più accentuata a protezione dell’immobile dagli agenti atmosferici.<br />
E’ formata da un tavolato in legno inchiodato sui travi del tetto o finti travi<br />
(passafuori) la cui lunghezza è limitata all’appoggio interno sul muro portante.<br />
Anomalie più ricorrenti.<br />
Caduta parziale di lastre o assi di legno immarciti da infiltrazioni d’acqua.<br />
Esistono segnali preventivi quali lo sfarinio ed il distacco rivestimento<br />
cementizio e per il legno la presenza di aloni biancastri che indicano avvenute<br />
infiltrazioni acqua.<br />
Tutte le analisi citate andranno eseguite poi all’interno dai solai o sottotetti.<br />
Prima di intraprendere azioni vi consigliamo di attendere una giornata<br />
di pioggia o neve secondo la stagione e verificare durante e dopo la<br />
precipitazione le colature dai balconi, dai marcapiano e dai davanzali<br />
non sporgenti a sufficienza il ristagno di acqua e neve aderenti alla facciata.<br />
Rimandiamo a successiva trattazione l’esame dell’interno della casa in<br />
quanto abbiamo già fornito una metodologia di analisi<br />
65
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
INFISSI ESTERNI<br />
Fattore sicurezza.<br />
Gli ancoraggi delle imposte e persiane sono solidi? Se è evidente una fessurazione<br />
zonale degli attacchi, cardini, e peggio, se azionando l’infisso<br />
constatate un movimento anche dei cardini, dovete bloccare le aperture in<br />
attesa del tecnico. Vi sembrerà ossessivo questo rimarcare. Una eventuale<br />
concausa, esempio l’”appoggio fiducioso” a tali strutture in occasione di<br />
pulizia vetri od altro costituisce pericolo non solo per voi ma anche per i<br />
passanti. A proposito si evidenzia che il mercato degli infissi esterni sia<br />
oscurante, pensate alle tapparelle, che di protezione non ha ancora previsto<br />
manufatti che ne consentano la pulizia senza “sporgersi pericolosamente<br />
all’esterno”, pertanto si annoverano incidenti.<br />
Finestre.<br />
Sono aperture, nelle strutture periferiche, che consentono l’illumina-zione<br />
naturale dall’esterno ed agevolano l’aerazione dei locali. Un tempo avevano<br />
piccole dimensioni in quanto interrompevano la continuità costruttiva e<br />
portante dei muri antichi. Nelle case facilitavano il raffreddamento e quindi<br />
provocavano disagio abitativo. Le attuali possono avere dimensioni elevate<br />
in quanto la portanza è data dai pilastri in cemento armato. Ne consegue<br />
una mancata standardizzazione e la fantasia regna sovrana. In proposito<br />
i “consigli o meglio obblighi dimensionali” erano, un tempo, dettati dai<br />
sovrani, finestre piccole e ridotta possibilità di “affaccio al potere”. Ritorniamo<br />
al pragmatismo: la posizione e la dimensione di un vano finestra<br />
devono essere correlate all’andamento della sorgente illuminante, all’area<br />
ed al volume del locale da illuminare ed aerare.<br />
Manutenzione.<br />
Vale quanto riportato per infissi, legno,e vetri.<br />
Le finestre “artificiali”, ciò che non vedrete.<br />
Oltre alle bocche di lupo realizzate a livello terreno ma con grossi problemi<br />
di evacuazione acqua piovana e pulizia scomoda possiamo optare per<br />
tubi captatori di luce esterna. La luce naturale, da un tetto o da una facciata,<br />
viene rimbalzata sino all’utenza con percorsi anche elevati tramite un<br />
tubo. Costituiscono anche un risparmio energetico ma pur essendo sul<br />
mercato da alcuni anni sono ignote anche agli addetti ai lavori.<br />
66
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
Proseguiamo nell’analisi a vista.<br />
BALCONI e FACCIATE<br />
Molti si preoccupano dei frontalini, bordo periferico di terrazzi e balconi,<br />
ma pochi controllano eventuali distacchi nelle zone di attacco ringhiere e<br />
attacco balcone con facciata. Vale la regola già accennata, ammesse piccole<br />
e limitate fessurazioni preoccupanti quelle di dimensione maggiore. Ritorniamo<br />
ai frontalini, argomento dibattuto nelle assemblee condominiali;<br />
è pratica da evitarsi il rivestimento con profili inox e similari: é come mettere<br />
la spazzatura sotto il tappeto per non vederla. Noi invece dobbiamo<br />
monitorare il degrado causato, in genere, da armature di ferro, i tondini,<br />
non correttamente posizionati e/o deflusso acqua piovana con ristagni; un<br />
indicatore è la crescita di muffa. Non c’è altra strada che il ripristino originario<br />
e non si deve rimandare l’operazione sino al rinnovo facciata aggravando<br />
danni e pericoli. Esaminando il pavimento balcone dal piano<br />
sottostante verificate l’esistenza di crepe, fessurazioni, rigonfiamenti localizzati<br />
del calcestruzzo. Nel caso di costruzioni d’epoca e quindi con piano<br />
in pietra verificate subito la presenza di fessurazioni della stessa e distacco<br />
dal muro anche delle statue, talamoni e cariatidi, di sostegno a mensola.<br />
Queste ultime sono opere d’arte e come tali vanno curate.<br />
RINGHIERE e VERANDE<br />
Verificate integrità costruttiva ringhiere specie nelle zone di ancoraggio,<br />
di saldatura e esaminate le lastre vetrate qualora presenti. Al minimo dubbio<br />
richiedere intervento riparatore; nel frattempo diminuite la pericolosità<br />
tamponando la zona con un pannello in lamiera. Evitate fissaggi impropri<br />
con barre o assi posizionati orizzontalmente in quanto incrementano la pericolosità<br />
di scavalcamento degli irrequieti bambini. In proposito vogliamo<br />
segnalare che alcune operazioni tipo pavimentazioni aggiuntive sui<br />
balconi, quelle per inserire i profili copri frontalini o per impermeabilizzare<br />
il pavimento, alterano l’originale altezza delle ringhiere facilitando tali<br />
pericoli. Indipendentemente dalle normative esistenti il consiglio è di incrementare<br />
sino a 110 cm. tale altezza verificando che le barre verticali<br />
abbiano distanza di posizionamento di non oltre 10 cm ; devono impedire<br />
che il pargoletto ci infili la testa. A proposito di manutenzione scoprirete<br />
che la base ringhiera ora è annegata nel cemento o non consente un agevole<br />
deflusso acqua piovana e la manutenzione.<br />
67
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
N.B. Qualora abbiate “nascosto” la ringhiera con i serramenti di una veranda,<br />
opera sempre abusiva, ci auguriamo che l’artigiano abbia dapprima<br />
provveduto a proteggere dalle intemperie (purtroppo per soli pochi<br />
anni) il manufatto. Per rendere meno pericoloso il tutto, la manutenzione<br />
e l’ispezione non sono più fattibili, dovrete modificare la parte inferiore<br />
del serramento aggiunto, con sportelli scorrevoli che consentano gli interventi.<br />
Ricordiamo che la costruzione di una veranda sui balconi è opera<br />
abusiva, alcuni motivi di abusività sono stati citati, e se la “fame di<br />
soldi” dei Comuni e dello Stato non avesse spinto ai condoni tali opere<br />
non sarebbero sanabili. Citiamo un altro dei motivi: la classica caldaia<br />
autonoma posta sul balcone varia in caldaia posta, dopo l’esecuzione della<br />
veranda, in ambiente di cubatura inferiore ai 10 metri cubi. Deve sottostare<br />
alle regole del caso, caldaia di tipo stagno, aerazione locale adeguata.<br />
La nostra curiosità di verificare, a colpo d’occhio, ha portato alla<br />
constatazione di mancata aerazione inferiore nella quasi totalità dei casi.<br />
Sarebbe tempo che certi serramentisti si documentassero su ciò che comporta,<br />
in variazione, la costruzione delle loro opere, tanto per iniziare, in<br />
analogia ai costruttori edili seri, non dovrebbero eseguire opere prive di<br />
concessione edilizia. Si “gioca” sul fatto che non è opera fissa, ancorata<br />
al terreno; ma i tasselli di ancoraggio sui muri non costituiscono elementi<br />
fissi di posa? Anche in questo caso l’unico responsabile dell’abuso e/o illecito<br />
saremo noi.<br />
PAVIMENTO, LASTRICO e la posa “errata”<br />
Le caratteristiche di posa,nei tempi andati, erano insite nell’abilità e malizie<br />
del muratore.<br />
Una di queste è il posizionare, non a livella, delle superfici in relazione a<br />
certe esperienze quale quelle derivanti dallo scarico acqua non importa se<br />
di lavaggio pavimento o piovana o di allagamento. Tale sistema è quello<br />
abitualmente usato per la posa dei pavimentazione dei marciapiedi per<br />
convogliare l’acqua sulla strada e poi indirizzarla ai tombini. Non è fenomeno<br />
di poco conto nei casi di ristrutturazione o di posa attrezzatura, esempio<br />
di laboratorio.<br />
Nelle case vecchie e diremo poi anche negli stabilimenti, i vecchi artigiani<br />
edili posavano i piani, pavimenti, inclinati verso il fiume o torrente anche<br />
se questi distavano decine di metri. L’acqua doveva defluire verso il fiume<br />
e non da altra parte! A volte alcuni artigiani esageravano per cui non era<br />
68
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
raro “trovare” pendenze di 1,5cm/metro (è l’altezza del metro posato<br />
chiuso e di spigolo sul pavimento).<br />
In una casa di 12mt di lato l’entità è tale per cui si devono trovare compromessi<br />
per i vani porta ecc …<br />
Riteniamo che tale usanza debba continuare perché utile in caso di alluvione.<br />
Tuttavia comprendiamo le difficoltà esecutive lasciate nelle mani di infinite<br />
imprese subappaltanti.<br />
Veniamo alla posa dei singoli particolari. Per una scala esterna, oltre alla<br />
pendenza codificata dei gradini dovrebbe esserci anche un’altra a sx o dx,<br />
in funzione della soleggiatura ed evacuazione acqua piovana. Sarete voi, i<br />
proprietari, a doverlo indicare ai muratori. Se il lavoro viene eseguito in<br />
giornate nuvolose non è facile sapere dove è il Nord…<br />
Il ruscellamento dell’acqua giù dai gradini deve essere “guidato” in modo<br />
che la parte sotto al mancorrente sia libera da pozze con successive formazioni<br />
di ghiaccio nei ristagni d’acqua. Gli escursionisti conoscono bene tali<br />
insidie evidenziate nei percorsi anche innevati da percorrere.<br />
In questi tempi di violente precipitazioni atmosferiche è opportuno che il<br />
convogliamento dell’acqua meteorica sia guidato in modo che il deflusso<br />
sia agevolato e non vi entri in casa, garage o cantina; ipotizzate la precipitazione<br />
quale una piccola alluvione col relativo smaltimento acqua senza<br />
danni! L’acqua non deve assumere velocità e massa elevata e pertanto le<br />
vostre stradine interne, marciapiedi, lastrici, marciapiedi, rampe devono<br />
avere pendenze, avvallamenti o “ schiene d’asino” tali da convogliare<br />
l’acqua verso il prato, se l’avete, limitandone la quantità a grate, canaline<br />
di scolo che scarsamente manutentate non riescono a smaltire<br />
l’improvviso volume. Tutto ciò può prevedere che i cordoli (parametrateli<br />
ad argini di fiume) siano interrotti per facilitare il deflusso a valle o “semplicemente”<br />
per smaltire, facendola esondare, una parte del volume<br />
d’acqua. Nessuno meglio di voi proprietari può dare le indicazioni di posa!<br />
Anche su manufatti già posati si può intervenire, con costi aggiuntivi,<br />
attuando modifiche, ad esempio con canaline, od ostacoli che indirizzino<br />
l’acqua lontana dall’interno casa. Vedere capitolo alluvioni.<br />
Se non si hanno vincoli più falde concorrenti occorre adottare la tecnica<br />
precedente anche si trattasse di lamiere grecate. La linea di giunzione va<br />
rivolta a Sud per “asciugare” l’acqua dei sormonti, giunzioni, evitando<br />
pertanto muffe ed infiltrazioni e ruggine.<br />
69
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
PARTI NON A VISTA<br />
Le indagini della …”scientifica”. Entriamo in casa ed approfondiamo. Cosa<br />
c’è dietro l’intonaco di un muro ? Da secoli il muro, vedi le muraglie, è<br />
sinonimo di potenza e sicurezza ma, quando è rivestito con intonaci non<br />
ne conosciamo i materiali di costruzione né possiamo valutarne l’effettiva<br />
efficacia e robustezza. I costi, la reperibilità delle materie prime,<br />
l’esigenza di interrompere l’integrità costruttiva per consentire<br />
“l’annegamento” di tubazioni per passaggio acqua, cavi elettrici ed ultimamente<br />
condotte di adduzione gas e riscaldamento ne hanno minato<br />
l’originale fama. Constatiamo infatti che muri portanti delle vecchie case<br />
“denunciano” l’incoerenza di legatura tra i vari materiali, pietre, mattoni,<br />
frammenti e macerie riutilizzati, aggravati ad esempio da eventuali perdite<br />
d’acqua da giunzioni difettose di tubi in piombo, gli adduttori d’acqua originali.<br />
Quando operiamo per un rappezzo su un vecchio muro ci rendiamo<br />
conto che l’intonaco, a base calce, è in realtà un agglomerante dei materiali<br />
sottostanti e non rivestimento superficiale. Da un frammento spicconato<br />
si constatano sfarinature interne del muro ed, a volte, vuoti tra mattoni e<br />
pietre.<br />
I pericoli.<br />
Sono questi i muri su cui non dovrete attuare modifiche previo l’esame<br />
dell’esperto, il citato tecnico strutturale. Anche l’immissione di un “semplice”<br />
tassello vi è preclusa se non dopo rifacimento con malta cementizia<br />
armata con rete della zona di ancoraggio. In proposito sono esperti i montatori<br />
di pensili di cucine americane che “saggiando” la robustezza di ancoraggio<br />
staccano pezzi di intonaco di dimensioni inconsuete. Ciò non ci<br />
ha impedito di visionare l’avvenuto crollo di intera parete di pensili con<br />
danni notevolissimi per fortuna solo “materiali” con distruzione dei ”servizi”<br />
di nozze nuovi … Col senno del ”poi” rammentiamoci che i pensili<br />
sono appesi in “aria” e le stoviglie sono pesantissime. Nei casi citati poniamoli<br />
nelle ”basi” … poggiano in terra!<br />
Questi muri, in materiale incoerente, perdono la loro originaria compattezza<br />
e possono collassare in occasioni di spinte o sollecitazioni improvvise.<br />
L’alluvione, ricordiamoci che l’acqua in piena trasporta materiali che<br />
fungono da ariete lungo il percorso, e peggio le scosse sismiche possono<br />
farli crollare. A volte contribuisce una semplice perdita da un tubo incassato.<br />
L’acqua cercando la strada più facile penetra nella verticale del muro<br />
70
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
non evidenziandosi all’esterno minandone l’integrità specie nelle seconde<br />
case ove la rottura per gelo di un tubo di piombo non viene intercettata subito.<br />
Cosa non fare?<br />
Innanzitutto non sollecitare la struttura con modifiche improprie, vedi capitolo<br />
utilizzo ferro. Rifate poi le linee di adduzione acqua, luce, ecc.<br />
all’esterno del muro svuotando accuratamente la vecchia linea per evitare<br />
eventuali gelate dell’acqua residua.<br />
Come citato nel caso di “tasselli” sarebbe opportuno rinforzare tutte le pareti<br />
limitrofe con le reti di armatura legate tra di loro. E’ da evitarsi<br />
l’impermeabilizzazione con pitture “lavabili”; le pitture a base calce invece<br />
con il loro sfarinio evidenzieranno anomalie in “corso”.<br />
Ricordatevi che anche la perdita da gronde rotte della casa vicina e contigua<br />
può essere concausa di danni al vostro muro. Negli esami di anomalie<br />
vale quanto sosteneva un nostro Manager: qualsiasi cosa va esaminata di<br />
fronte/retro/alto/basso e ... dall’interno e ciò per avere un approccio pragmatico.<br />
Cosa c’è nascosto nei muri ? Occhio al trapano!<br />
É noto che ci siano passacavi, tubi di adduzione gas/acqua fredda o calda;<br />
purtroppo non sappiamo dove. Le normative di posizionamento non sempre<br />
rispettate e con accorciatoie, un tubo posto in diagonale, possono riservare<br />
“sgradite” sorprese alla punta di un trapano.<br />
In proposito se tale azione di foratura non avvenisse irruentemente sarebbe<br />
utile, durante l’esecuzione, esaminare le polveri espulse e dalla loro colorazione<br />
e consistenza intuire gradatamente la presenza di sfridi di intonaco,<br />
mattone pieno, laterizio o pietra…ma si preferisce rischiare… Alcuni<br />
di questi danni verranno evidenziati in futuro in quanto il tubo della luce,<br />
gas, acqua non è stato “centrato” subito… con l’auspicio che non sia il tubo<br />
del gas. Usate sempre il rilevatore di metalli o corpi estranei prima di<br />
procedere a qualsiasi foratura! Il famoso CD con la mappa dei circuiti<br />
potrebbe aiutarvi ...Iniziate voi a realizzarlo ogni volta che ristrutturerete.<br />
Cosa c’è sotto le mattonelle del nostro pavimento?<br />
Non saranno poche le sorprese. Si spazia da terra, sabbia e/o sfarinati di<br />
calcinacci che fungono da riempimento preposa a mattonelle in cotto o<br />
71
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
graniglia. Il tutto nelle case vecchie, diciamo sino agli anni ’50, serviva<br />
per alleggerire e risparmiare sui materiali di costruzione, tecnica utilizzata<br />
saltuariamente ancora oggi per disfarsi delle macerie in posti scomodi,<br />
quale la realizzazione di un pavimento “rialzato” del bagno per nascondere<br />
i calcinacci. Troviamo anche sabbia finissima posata su vecchi giornali<br />
o fogli di carta catramata a supporto di pavimenti in legno. Questa posa,<br />
afona, leggera, ha anticipato la futura pavimentazione flottante. Ritornando<br />
alle case attuali, troviamo pochissimo spazio per la posa delle tubature<br />
idriche, termiche ed elettriche.<br />
Le grane derivanti.<br />
Ne conseguono assestamenti non voluti, vedi tubi plastica. Purtroppo anche<br />
l’esigenza di sfruttare la cubatura degli edifici spinge a ridurre gli spessori<br />
delle solette con relativi manti di copertura impedendo di fatto una più razionale<br />
pavimentazione sopraelevata che consentirebbe un agevole accesso alle<br />
tubazioni di servizio. Per la mancata manutenzione vedi soffitti.<br />
I SOFFITTI ed i LATERIZI<br />
Nei soffitti delle case vecchie troviamo, oltre alle classiche volte, mattoni<br />
posati a voltina tra putrelle in ferro distanziate a ≈ 1 metro. In questo caso<br />
qualsiasi lavoro, la “semplice” posa di cavi luce e/o il solo aggancio di un<br />
lampadario deve essere eseguito con cura, cercametalli per individuare la<br />
mezzeria tra due putrelle e tasselli appositi sulle zone di “legatura” mattoni.<br />
Sono comunque da evitare gli agganci di lampadari d’epoca in bronzo e<br />
gocce di cristallo con peso superiore ai 20 Kg. Come vedete sembra tutto<br />
complicato, non tutti vedono ad occhio nudo l’ombra della trave nascosta.<br />
Il consiglio in questi casi è di posare una tesata, fili tesi tra le due pareti, a<br />
supporto della sorgente luminosa. Ricordate: il soffitto vostro costituisce il<br />
supporto del pavimento dell’inquilino soprastante. Ripetiamo: fate preventivamente<br />
visionare da un “addetto ai lavori” e nell’occasione estendete<br />
l’esame a tutta la casa. Anche nel caso di soffitto a travetti prefabbricati e<br />
marmittoni, grossi mattoni ad hoc, e nelle case degli anni ’30 con agglomerati<br />
di mattoni forati posati tra putrelle dovrete usare cautela a modifiche.<br />
Cosa abbiamo in “testa” riferito al soffitto?<br />
Sempre riferendoci al vecchio edificio spaziamo dall’intonaco aggrappato<br />
a laterizi e putrelle oppure ai laterizi e travature in legno. I soffitti a casset-<br />
72
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
toni sono bellissimi ed essendo a vista senza sorprese. In molte case del<br />
secolo scorso troviamo dei pannelli che nascondono le travature e/o costituiscono<br />
ribassature di certi soffitti in mattoni posizionati a volta. Negli<br />
anni del dopoguerra andava di moda lo “squadrato”. I pannelli inoltre nascondevano<br />
i fili della luce e contribuivano a ridurre la cubatura da scaldare.<br />
Questi pannelli in origine erano di trucioli, cannicciati “legati” con reti<br />
metalliche, quelle dei pollai, conglobate in lastre di gesso; praticamente<br />
erano l’avanguardia dei futuri pannelli in cartongesso. Svolgevano e svolgono<br />
tuttora il loro compito di nascondere, ma la cosa che ci riguarda é<br />
l’impedimento a vedere in anticipo il degrado dei materiali soprastanti in<br />
specie da danni di infiltrazioni d’acqua. I casi di crolli dei soffitti, precedentemente<br />
citati sono sovente privi di segnali premonitori ma macchie<br />
giallastre indicano avvenute infiltrazioni.<br />
Cosa fare?<br />
Innanzitutto, in analogia a quando acquistate un’auto usata, fate visionare<br />
da un tecnico la casa prima di abitarla. Vi segnalerà le eventuali fonti di<br />
pericolo giungendo in certi casi a richiedervi prudenzialmente<br />
l’asportazione di certi contro-soffitti posticci. Invitate poi a prendere il<br />
caffè da voi l’inquilino soprastante e sottostante coinvolgendoli per evitare<br />
i pericoli derivanti da eventuali modifiche.<br />
INCASTRI e GIUNZIONI<br />
Stiamo sempre parlando di edilizia e qui le cose si complicano perché sovente<br />
dobbiamo incastrare materiali con differenti dilatazioni alle escursioni<br />
termiche, giorno, notte, estate, inverno. Sovente tali fenomeni concorrono<br />
in una singola zona ed è il caso di un piantone di ferro di una ringhiera<br />
o di un cancello. Anche la giunzione od il bloccaggio di un semplice<br />
pluviale dovrebbe consentire un certo grado di libertà per evitare deformazioni<br />
o “puntamenti”. In generale il “coniugamento” di due corpi di<br />
materiali diversi dovrebbe essere “elastico”, caratteristica non ancora scoperta<br />
nei materiali edili, ed evitare gli attacchi zonali. La base di una ringhiera<br />
o palo, subisce una variazione di escursione aggravata dal ristagno<br />
ed imbibimento acqua nella zona d’incastro.<br />
Se osservate i pali di illuminazione stradale, siano essi in elegante ghisa o<br />
in acciaio constaterete la costruzione con spessore elevato nella zona adiacente<br />
al piano stradale.<br />
73
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
Nel caso di palo del segnale stradale non noterete varianti di spessore e ciò<br />
porterà al crollo per l’intacco alla base da ruggine e deiezioni canine.<br />
La vostra realtà di casa.<br />
Difficilmente troverete simili accorgimenti. Il ferro forgiato di un tempo<br />
risente in misura minima ciò che invece la lamiera esalta. Rammentate che<br />
tutto quanto non è in ferro pieno è in lamiera, vedi “scatolato”, piegata a<br />
foggia di tubo in varie forme geometriche e poi saldata nella giunzioni,<br />
delle ringhiere e cancelli. A ciò aggiungasi che il materiale, cemento, di<br />
fissaggio è di natura diversa da quello della gettata ed in spessori ridotti,<br />
pochi centimetri, che potrebbero “cedere” per incoerenza.<br />
Ancoraggi e tasselli.<br />
Parliamo di ancoraggi. Già l’ancora! Un braccio o meglio più braccia che<br />
si arpionano sul fondo in similitudine alla nostra mano che si avvinghia ad<br />
un tronco d’albero per non cadere da una riva o per faticare meno su un<br />
pendio. I vantaggi dell’ancora, nel nostro caso “metodo di incastro o fissaggio”,<br />
supplivano alla carenza lamentata dai cunei, forse tra i primi sistemi<br />
di fissaggio, pensate al mozzo di una ruota ed alle sollecitazioni che<br />
favorivano lo sfilamento dalla sede. Si giunse pertanto agli incastri, i più<br />
diffusi quelli nel legno. Il principio era quello di garantire il fissaggio di<br />
due pezzi di legno, uno dei primi materiali da costruzione, in genere ortogonali<br />
tra di loro, aumentando in modo elevato la zona di contatto e di<br />
contrasto allo sfilamento, oppure semplicemente per ripristinare una zona<br />
guasta. Gli incastri a coda di rondine sono i più diffusi e siamo giunti al<br />
tassello.<br />
Originariamente un quadratino di legno sagomato a tronco di piramide.<br />
Sul legno, così fissato, si avvitavano le prese luce e ganci di sostegno ad<br />
oggetti vari. Cementandolo nel muro, con la base rivolta all’interno, offriva<br />
molta resistenza alla trazione e impediva la fuoriuscita. Questo è il significato<br />
etimologico del “tassello” che si è trasferito poi ai cilindretti di<br />
ferro, plastica ad espansione odierni. La ricerca su questi ultimi non si è<br />
fermata e sarebbe opportuno che l’acquisto fosse indirizzato, come già citato<br />
in altre parti, alle nostre esigenze specifiche. Ripetiamo: non esistono<br />
prodotti universali! Ogni impiego, tuttavia, è specifico e deve coniugarsi<br />
con il supporto (nel nostro caso mattone pieno, forato o l’appena citata<br />
muratura mista). Nel caso di pesi elevati, vedi pensili, i tasselli non sono<br />
74
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
sempre sufficienti, è il caso della muratura citata od anche delle pareti in<br />
cartongesso. In tali casi occorre “ scaricare” parte del peso su montanti<br />
poggianti a terra, a guisa delle colonne e mensole dei tempi passati per le<br />
cucine americane, e suddividere gli sforzi su piastre estese. La tiranteria di<br />
fissaggio in alto, ad esempio per i pensili, aggiunge sicurezza; è sufficiente<br />
mascherarne la visione.<br />
Il fissaggio di elementi ed i guai “cercati”.<br />
Nessuno di noi, far da sé più o meno abile, fisserebbe ganci o tubi al muro<br />
utilizzando scagliola o gessi. Il motivo è noto: si tratta di materiali che non<br />
“legano” con le malte cementizie ed assorbendo l’umidità “gonfiano” e dilatandosi<br />
arrecano danni. Anche i cementi rapidi non legano. Questi danni<br />
sono constatabili da una fessurazione periferica della zona trattata e dal rigonfiamento<br />
ed infiorescenza dell’intonaco limitrofo sino allo “scoppio”<br />
della piastrella adiacente. Noi no, ma certi operai si! Ad iniziare dagli impiantisti<br />
elettrici che fissano provvisoriamente le scatole per prese ed i tubi<br />
passaggio cavi ed anche alcuni muratori che ancorano gli arpioni, zanche,<br />
delle cornici di legno premontaggio infissi ed a volte anche nel locale più<br />
umido della casa quale il bagno. Ai giorni nostri pare che l’esperienza<br />
passata sia da ritenersi superflua.<br />
Il concetto, semplice, era che l’operazione doveva impedire lo sfilamento<br />
dell’arpione e di ciò cui era collegato. Le zanche erano sagomate ad ancora<br />
ed il fissaggio nel mattone o pietra, doveva resistere alle forze di trazione.<br />
Non si hanno pertanto tali garanzie con ancoraggi chimici, nei vecchi<br />
muri. Come possiamo accertarci di essere sul “vivo”? La resina si espande<br />
certamente ma quale è la sua reale resistenza alla trazione?<br />
Anche le zanche al giorno d’oggi sono appena pronunciate, un intaglio<br />
centrale e poi una leggera piegatura con le pinze dei due tronconi, forse<br />
dimenticando che l’azione di contrasto allo sfilamento va esercitata<br />
dall’”intero” muro. Accertatevi di queste tipologie di ancoraggio saggiando<br />
le ringhiere del balcone fissate in facciata; se scorrono nella sede lasca<br />
mettete in sicurezza il tutto come già riportato in altra parte.<br />
GIUNTI ELASTICI (per ferro/cemento/plastica)<br />
Abbiamo già citato che il coniugamento di materiali diversi tra di loro, eterogenei,<br />
deve “consentire” un certo grado di libertà a compensare le variazioni<br />
dimensionali dovute alle escursioni termiche. Ciò si verifica anche<br />
75
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
sui materiali metallici ma solo quando le dimensioni risultano elevate, esempio<br />
una ringhiera di oltre 10 metri. Parlando di abitazioni civili, tradizionali<br />
e non a grattacielo, il fenomeno è parzialmente trascurabile per i<br />
materiali ferrosi, ma non ad esempio per una lunga recinzione metallica.<br />
E’ invece prioritario studiare, computare, le variazioni dimensionali di<br />
materiali quali quelli volgarmente detti plastici. Necessitano di posa libera,<br />
in modo da consentire deformazioni al variare della temperatura atmosferica<br />
o peggio d’esercizio. Immaginatevi la variazione della temperatura<br />
interna da circa 10°C invernali ai più 70°C in esercizio, per lo scarico di<br />
una lavatrice, e soppesate l’allungamento di materiale che non può espandersi<br />
perché cementato in un pavimento. Qualora non fossero adottati<br />
giunti elastici o particolari accorgimenti che consentano assestamenti una<br />
perdita d’acqua sarebbe garantita, ma non è detto che tale perdita si evidenzierebbe<br />
subito in modo palese. E pensare che qualcuno prima di noi<br />
ha dovuto affrontare tali problemi, è sufficiente copiare …<br />
Esaminiamo i cavi elettrici o telefonici che vediamo “tesi” per strada o<br />
sulle nostre facciate.<br />
Gli agganci ai pali, alle “scatole” di distribuzione non sono tesi ma formano<br />
una curvatura ad U che consente una dilatazione delle parti oltre che ad<br />
impedire il ristagno o l’indesiderata infiltrazione acqua negli ”attacchi”.<br />
Qualora non fosse adottata tale tecnica avremmo lo sgancio dell’innesto e<br />
l’interruzione linea. E’ evidente che l’ampiezza di tale curvatura è correlata<br />
alla lunghezza di posa. Le case produttrici ed i manuali riportano tali<br />
dati, ma sovente ci si affida all’esperienza pratica … L’auspicio è che non<br />
tocchi a noi aumentare la conoscenza degli altri, gli installatori, e funzionare<br />
quindi da cavie. Rammentate che anche i materiali considerati “rigidi”<br />
quali il ferro ed il cemento con relativo manto di copertura subiscono<br />
assestamenti e dilatazioni. Dovrete adottare tali accorgimenti in caso di<br />
lunghi balconi sia per la ringhiera metallica sia per la pavimentazione.<br />
Ciò vale anche per i locali con spazi aperti e quindi estesi. Anche in questo<br />
campo si constata la posa di elementi “divisori”, rigidi ed inefficaci, in<br />
luogo di “giunti elastici”. Il principio dell’assorbimento delle dilatazioni<br />
da parte di un “giunto” è quello di un materiale “elastico” che si lascia<br />
comprimere e dilatare di una certa entità.<br />
Per le pavimentazioni è un profilo ad U, per la verità riempito con materiali<br />
elastici che evitano l’ingresso allo sporco. In altri casi è un dispositivo<br />
specifico con le stesse funzioni indicate.<br />
76
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
MANUTENZIONE<br />
Definiamo manutenzione l’insieme di operazioni atte a mantenere, conservare<br />
in buono stato, le caratteristiche principali di qualsiasi manufatto.<br />
Qualsiasi apparato acquistato ha costi di manutenzione correlati alla durata<br />
di utilizzo prevista in fase progettuale. Unitamente a tali costi dobbiamo<br />
prevederne altri di ammortamento; in parole povere dovremo avere la disponibilità<br />
economica per il rinnovo del manufatto a fine vita dello stesso.<br />
Per un’auto dobbiamo prevedere una durata in 5 anni, per ora le norme antinquinamento<br />
non consentono un tempo più lungo. Per la casa prevediamo,<br />
per assunto, un arco temporale pari alla nostra vita, circa settantacinque<br />
anni, dipende dalla bontà del Padreterno. Tutto ciò sempre che abbiamo<br />
provveduto alle relative manutenzioni. Nel nostro caso è noto il restauro<br />
conservativo; meno praticata e diffusa l’oculata conduzione a prevenzione<br />
di futuri e pesanti interventi di sostegno.<br />
Più è lunga la vita del manufatto maggiori cure dovranno essere poste a<br />
quelle essenziali di sicurezza.<br />
D’altronde se pensiamo all’auto, nel periodo finale d’uso siamo più attenti<br />
alle prestazioni di sicurezza, tenuta di strada e frenata, piuttosto che allo<br />
scarso “tiro” ed elevati consumi!<br />
Manutenzione programmata, le cadenze ed i costi.<br />
Mutuando dall’industria che deve evitare guasti improvvisi e blocchi produttivi<br />
programmiamoci interventi preventivi con relativa cronologia.<br />
Cadenza: in continuo.<br />
Attuare l’analisi vista dal marciapiede al tetto per i manufatti edili e dalla<br />
recinzione al cortile per le aree verdi e di servizio.<br />
Cadenza: una tantum<br />
Sottoporre a tecnico strutturale i punti critici derivati dall’analisi a vista.<br />
Richiedere evidenziazione “punti deboli” e “punti forti”; i primi per le<br />
modalità di monitorizzazione nel tempo, i secondi da utilizzare in caso di<br />
pericolo (terremoti, incendi, crolli).<br />
Provvedere agli adeguamenti normativi.<br />
Cadenza semestrale<br />
Controllo pulizia filtri idrici; dal centrale agli aeratori di flusso dei rubinetti.<br />
Pulizia grigliati e canaline di scolo.<br />
Manutenzione del verde a fine stagione e a Primavera.<br />
77
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
Ad inizio e fine riscaldamento: registrare gli interruttori caldaie autonome<br />
in posizione “riscaldamento” o solo “acqua calda”. Modificare la temperatura<br />
acqua in caldaia, circa 65°C per riscaldamento e circa 50°C per la sola<br />
acqua calda.<br />
Adeguare le regolazioni del cronotermostato ambiente alla versione estiva<br />
e diminuire la temperatura a 12°C, eviterete l’usura della termocoppia<br />
dello strumento.<br />
Adeguare la temperatura ai boiler elettrici.<br />
Ripristinare il livello acqua alle caldaie e sfiatare radiatori ad inizio riscaldamento.<br />
Periodo estivo.<br />
Richiedere la revisione periodica caldaia da parte di impiantista. Fategli<br />
controllare eventuali scaldabagni a gas e/o termoconvettori. Attuare pulizia<br />
canna fumaria impianti a legna.<br />
Verifica integrità e scadenza tubi adduzione gas da bombole. Pulizia bruciatori<br />
cucina a gas, anche del forno, e sgrassatura dei sistemi valvolati di<br />
sicurezza, dal pernetto della termocoppia alla candeletta di accensione<br />
piezoelettrica, quella con la ceramica esterna.<br />
Manutenzione periodica degli infissi: cardini, chiusure ed eventuali organi<br />
rotanti di tapparelle. Manutenzione portoni di ingresso ingrassando, è ottima<br />
e pratica la vaselina in tubetti, le serrature, i cavallotti di scorrimento<br />
spranghe e sistemi meccanici di sicurezza antintrusione.<br />
MANUTENZIONI A LUNGA SCADENZA<br />
A cadenza annuale; quelle di manutenzione di apparati domestici, impianti<br />
termosanitari ed elettrici, infissi, pavimenti e decoro pareti.<br />
A cadenza quinquennale: manutenzione manufatti in ferro, per il ferro scatolato<br />
interventi di sostegno annuali.<br />
A cadenza decennale: sostituzione caldaia.<br />
A cadenza ventennale: ripassatura tetti e facciate, rinnovo levigatura parquet.<br />
A cadenza venticinquennale: rifacimenti impianti termici, idraulici, elettrici<br />
con le opere murarie coinvolte. Gli ambienti prioritariamente interessati<br />
sono il bagno e la cucina.<br />
A valori trentennali: rifacimenti di tetti, relativi manti di copertura, infissi<br />
esterni e doppi vetri.<br />
78
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
I valori citati sono indicativi, ma non troppo.<br />
Le case affittate: precauzioni.<br />
Se vogliamo evitare le brutte “sorprese” a fine locazione come ad esempio<br />
la mancata revisione annuale della caldaia a gas e/o le tasse rifiuti non pagate,<br />
entrambe a carico dell’inquilino, precisiamo anticipatamente le regole<br />
del gioco.<br />
Aggiungete nel contratto di locazione la possibilità di verificare periodicamente,<br />
almeno una volta all’anno, lo stato d’uso dei locali, l’avvenuta<br />
revisione periodica della caldaia ed il pagamento annuale della tassa rifiuti,<br />
rammentate che tocca a voi fornire la planimetria catastale per tale<br />
computo presso il Comune. Per eccesso di zelo precisate che alla vostra<br />
ispezione può partecipare persona, tecnico esperto, che vi aiuterà nella bisogna.<br />
Dovendo concentrare in tempi brevi tale ispezione quattro occhi saranno<br />
maggiormente efficaci. Potreste anche consegnare l’elenco delle manutenzioni<br />
“ordinarie” a suo carico. Rammentate però che tale elenco non è<br />
Vangelo; il compromesso è d’obbligo…<br />
Casa vacanze: seconda casa affittata.<br />
Costituendo un bene di investimento e per di più di nostro utilizzo feriale<br />
dovremo porre in atto i provvedimenti per mantener integro sia<br />
l’investimento e sia l’abitazione. Un consiglio di sicurezza è la sostituzione<br />
di apparati a gas alimentati con bombola, con altri elettrici. La cucina a<br />
gas va sostituita con quella a piastre. Abitualmente si ipotizza che tale apparato<br />
non sia “sopportato” dai normali contatori (3KW).<br />
Il commercio offre dispositivi che selezionano la priorità di funzionamento<br />
evitandoci nuovi contratti a potenze più elevate. La sicurezza è prioritaria;<br />
non è detto inoltre che gli occasionali affittuari siano “pratici” della<br />
conduzione bombola. Ulteriore suggerimento è quello di assicurare le seconde<br />
case.<br />
Altra precauzione.<br />
Nella casa, seconda o prima che sia, se non abitata, oltre allo stacco della<br />
corrente sfilate l’attacco antenna e la spina del telefono fisso (sic!), il percorso<br />
del fulmine è ignoto.<br />
79
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
Casa vacanza utilizzata saltuariamente.<br />
Dopo il viaggio per raggiungerla tutti devono fare la pipì e se, arriviamo di<br />
notte ci occorre la luce. Dobbiamo pertanto ripristinare tutte le fonti energetiche<br />
oltre ad arieggiare la casa. Nel testo troverete malizie ed accorgimenti<br />
compreso quello relativo al mancato tiraggio per l’occupazione del<br />
comignolo da parte di volatili. Rivedetevi le note relative all’acqua, accensione<br />
gas ecc..Se abitate in un paese montano le paratie frontestanti i portoni<br />
di ingresso vi consentiranno l’accesso scavalcando i cumuli di neve<br />
causati dall’azione degli spartineve che verranno bloccati a pochi centimetri<br />
dall’ingresso. Vi sarà così consentito l’accesso.<br />
I COSTI<br />
Sappiate che qualora non vengano eseguite le manutenzioni il valore casa<br />
diminuirà fortemente ed, in caso di vendita, gli acquirenti rifuggiranno da<br />
case da “rifare”. Se ipotizziamo che un alloggio di 50 mq. abbia valore ipotetico<br />
di acquisto a 100.000 € dobbiamo prevedere che, a valori costanti<br />
non inflazionati, a fine vita avremo speso circa 200.000 € in manutenzione<br />
e ripristino. Il valore deriva dalla sommatoria di tutti gli interventi previsti,<br />
loro periodicità e costi medi dei singoli interventi. La spesa derivante è<br />
circa il doppio del valore di acquisto. Iniziate pertanto ad accantonare i<br />
soldi per le future manutenzioni.<br />
L’investimento (meglio l’accantonamento) va rivolto a campi affidabili<br />
quali i titoli di Stato evitando Borsa e le obbligazioni tipo” tango bond”.<br />
Riprenderemo l’argomento in capitoli successivi.<br />
Resa di una casa e costi di manutenzione.<br />
I valori si aggirano su circa 4% di resa ed altrettanti di spesa.<br />
Il tutto è riferito ad immobili manutentati. L’attuazione periodica degli interventi<br />
vi consentirà di maturare incrementi economici di rivalutazione<br />
annua dell’immobile; cosa che non si verificherà qualora vengano “dimenticati”<br />
gli interventi di sostegno.<br />
Vedi: l’auto e la casa ed i costi.<br />
L’auto, la casa ed il relativo bilancio economico.<br />
Confrontiamoci ancora con l’auto di cui gli italiani sono profondi conoscitori.<br />
Tralasciando l’aspetto prestazioni sportive, non oggetto di riflessione,<br />
tutti conoscono le spese che la coinvolgono:<br />
80
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
- costi di acquisto e relativi vincoli, disponibilità finanziaria in primis<br />
- costi di esercizio, carburanti, olio, gomme, assicurazione ecc.<br />
- tasse, bollo annuale, bollino ecologico, bollo di revisione, ecc. per<br />
giungere alle tasse di rottamazione costi di manutenzione periodica, tagliandi<br />
di controllo ed interventi di sostegno costi di ammortamento<br />
che i più denominano svalutazione.<br />
Così pure la casa ha analoghi costi:<br />
Costi di esercizio: sono quelli che ci consentono l’uso della casa,<br />
gas/elettricità, o fonti energetiche; e quelle di servizio quali acqua, telefono,<br />
polizze assicurative ecc. di cui non dovete dimenticare la stipula.<br />
Tasse: anche qui variano da quelle di possesso a quelle di esercizio, vedere<br />
apposito capitolo.<br />
Manutenzione: tutto quanto oggetto di questo libro<br />
Ammortamento: la quota periodica, convenzionalmente annuale, che occorre<br />
accantonare per rinnovare il bene a fine vita.<br />
N.B. non tutto quanto riportato è nei canoni del controllo di gestione, il settore<br />
che si occupa della parte finanziaria di una azienda, ma è quanto basta<br />
ad evidenziare l’entità economica da tenere sotto controllo.<br />
COSTI MANUTENTIVI<br />
Parametri di partenza. Ipotizziamo il solito alloggio di 50 mq. con valore<br />
di acquisto pari a 100.000 € e durata vita di 75 anni. I relativi costi annui<br />
incidono per 4% del valore dell’immobile. Nel nostro caso ammontano a<br />
4000 €/annui.<br />
Si tratta della media di Trilussa, ma abbiate fede, il computo deriva dalla<br />
sommatoria dei vari interventi di sostegno parcellizzati all’incidenza annuale.<br />
Come la diligente massaia iniziamo ad accantonare i soldi per la periodicità<br />
degli interventi.<br />
Le “leve” per l’oculata conduzione casa.<br />
Scusateci! Smettete di pensare e reputare elevata la somma annuale prevista<br />
(consideratela come valore prudenziale massimo) ed orientatevi al contenimento<br />
in similitudine a quanto attuato per l’auto. In quest’ultimo caso<br />
81
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
avete migliorato lo stile di guida non solo per ridurre i costi carburante ma<br />
per contenere le spese di cambio gomme, freni, frizione ecc…<br />
In parole povere agiamo sulla conduzione e nel caso dell’abitazione seguiamo<br />
le istruzioni per l’uso, i consigli e le malizie degli anziani anticipando<br />
interventi di sostegno. Se un abile tassista riesce a percorrere centinaia<br />
di migliaia di chilometri con costi di esercizio limitati ai soli materiali<br />
di consumo, anche voi potrete allungare le frequenze di intervento casa.<br />
Qualora siate in un condominio le vostre leve si “accorciano” a meno che<br />
non riusciate ad indire assemblee non solo per deliberare spese, ma anche<br />
sul come operare per ridurle, ma forse è utopia.<br />
GIARDINO E VERDE DI CASA<br />
A noi tutti piace il verde. Anche i bambini amano i cuccioli di San Bernardo;<br />
occorre però avere in mente la dimensione assunta, nel nostro caso<br />
dal verde, “da grande”.<br />
Anche un semplice glicine, se non guidato, vi torcerà le grate della cinta o<br />
della pensilina di ingresso. Per non parlare della vite americana, quella<br />
con bellissime foglie autunnali rossastre, che in facciata vi creerà non poche<br />
richieste manutentive ed, ancora, degli alberi ad alto fusto. Se non avete<br />
la disponibilità economica per un “giardino all’inglese” e per il taglio<br />
di siepi arbustee (es lauro ceraso) che richiedono anche il trasporto in discarica<br />
dovete ripiegare sul buon senso e valutare l’utilizzo di una compostiera;<br />
imparerete in prima persona cosa significa biodegradabilità nel<br />
tempo. Nessuna edera od altro in facciata; una rosa rampicante prospiciente<br />
l’ingresso, ma non ai lati portoncino, richiederà una manutenzione minima,<br />
ad inizio e fine stagione.<br />
La quantità di terra disponibile deve essere pari a metri cubi, pena la mancata<br />
rigogliosità di fioritura.<br />
Tra le piante ad alto fusto, l’albero di Natale avrà raggiunto le decine di<br />
metri se non collocato a distanza di almeno una quindicina di metri andranno<br />
abbattute e non, come si usa, capitozzonati.<br />
Anche la siepe di sempreverde va rivista nell’ottica di creare un “passo<br />
d’uomo” tra il muro e la recinzione di confine per consentire la manutenzione<br />
periodica almeno annuale; manutenzione rivolta anche alla recinzione.<br />
Anche gli alberi di alto fusto vanno piantumati almeno una decina di<br />
metri dai muretti di recinzione per evitare che le radici abbattano le recinzioni.<br />
Lasciate inoltre lo spazio per l’accesso ai mezzi con piattaforme ae-<br />
82
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
ree ed ai mezzi di soccorso. Purtroppo gli errori iniziali “costano” ma fanno<br />
parte dell’esperienza che ognuno deve maturare.<br />
Non solo danni materiali. Esistono anche i danni indiretti quali ad esempio<br />
il cono d’ombra invernale con il sole basso all’orizzonte. In tal caso oltre<br />
ad incidere sul riscaldamento ritarderà il piacere di goderci l’alternanza<br />
stagionale, lo sanno bene certe popolazioni di valli profonde ove il sole<br />
primaverile è atteso come manna. Rammentate: una linea d’ombra interrompe<br />
il circuito elettrico ed annulla totalmente la resa fotovoltaica<br />
dell’intero pannello (approfondite le specifiche tecniche prima dell’investimento).<br />
Fortunatamente la natura ci fornisce piante secondo le nostre disponibilità<br />
economiche e manutentive; in questo caso non consigliamo l’esperto del<br />
settore ma la vostra singola iniziativa, osservate quanto ci circonda.<br />
La cura del verde è antistress ed aumenterà la coscienza ecologica anche<br />
di chi vi osserverà faticare per godere della nascita di un fiore, della rigogliosità<br />
di un cespuglio fiorito o della vostra capacità di avere piante in<br />
fiore in ogni stagione. Una regola però è da rispettare: l’intorno della casa<br />
non deve avere il verde perenne di piante quali conifere o magnolie ma alberi<br />
a foglia caduca che d’inverno consentiranno il passaggio dell’aria e<br />
del sole; inoltre vi motiveranno l’attesa di una nuova Primavera ...<br />
AGENTI ESTERNI ED INFLUENZA SULLA CASA<br />
L’acqua ed il fuoco sono i nemici prioritari.<br />
Quelli conseguenti alle calamità naturali; terremoti, uragani, alluvioni, incendi<br />
possono essere difficilmente contrastati dal singolo abitante.<br />
Prevenire.<br />
Occorre essere vigili sui segnali premonitori, nel caso dell’acqua sempre<br />
esistenti, rappresentati da aloni, macchie, infiorescenze dell’intonaco su<br />
muri e soffitti.<br />
L’ACQUA, pericolo numero uno<br />
L’acqua agente “guastatore” ed inquilino scomodo.<br />
Sotto forma di falda altera la stabilità dell’edificio, allo stato di umidità elevata<br />
disgrega i leganti della struttura in laterizio, specie se forato, ed aggredisce<br />
la coesione del cemento nei punti deboli. Qualora l’acqua sia<br />
proveniente da perdite, infiltrazioni, provoca immarcimenti fino al crollo<br />
83
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
delle strutture. In case del primo ‘900 il collasso dei tetti o dei piani alti<br />
provoca anche il crollo dei pavimenti sottostanti con effetto domino.<br />
ACQUA METEORICA<br />
Il percorso, dal tetto alla fogna bianca.<br />
Iniziamo dal tetto il primo elemento colpito. Parlando di esterno<br />
dell’edificio l’acqua sia che derivi da pioggia, grandine, neve o brina, deve<br />
rimanere il minor tempo possibile in loco ed occorre metterle fretta di andarsene:<br />
è “un inquilino scomodo”.<br />
Le bizzarie: l’acqua di scioglimento di un manto di neve ghiacciata su un<br />
tetto può defluire anche in salita ma quando incontrerà un ostacolo od il<br />
primo interstizio di scarico seguirà la legge di gravità… Salutare in questi<br />
casi la posa di tessuti, geotessuto, sottocoppo posti in occasione della ripassatura<br />
tetti. Proseguendo con il deflusso dell’acqua sul tetto la velocità<br />
di discesa, comunque lenta, è rallentata da cocci di coppo, di tegola ed ostacoli<br />
che la deviano dalla retta via unitamente a camini, lucernari, pali<br />
d’antenna.<br />
Si constata che la velocità e la portata d’acqua sono maggiori all’arrivo<br />
nelle gronde per cui in caso di manti spostati e/o gronde improprie si verifica<br />
la tracimazione, stramazzo. Anche l’abitudine, si può sempre mutare,<br />
a limitare il numero dei tubi di scarico, i pluviali, contribuisce al fenomeno<br />
citato unitamente a diametri ridotti. Si risparmia su materiale costoso<br />
quale il rame, e si fanno innesti cilindrici, alle gronde, anziché ad imbuto<br />
sempre per motivi economici. I rialzi, finemente lavorati, nei vertici di<br />
gronda o all’altezza degli scarichi nelle case d’epoca avevano appunto lo<br />
scopo di evitare, ridurre, gli stramazzi. Dopo il tetto, il primo colpito<br />
dall’acqua, scendendo ai balconi, facciate, terrazzi e lastrici solari, vedremo<br />
che non sempre l’acqua “scorre”.<br />
Cornici interpiano, a spigolo vivo, pendenze di balconi insignificanti rallentano<br />
la velocità di scorrimento favorendo ristagni, muffe e successivi,<br />
nel tempo, ammaloramenti dei bordi in cemento, i tristemente noti frontalini.<br />
Il percorso obbligatorio dell’acqua, gronde pluviali.<br />
Lo scopo precipuo delle gronde è quello di raccolta dell’acqua e di convogliamento<br />
della stessa in punti prestabiliti tramite i pluviali. L’obiettivo è<br />
quello di smaltire tutta l’acqua che colpisce il tetto evacuandola veloce-<br />
84
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
mente. Vanno evitate tracimazioni e gocciolamenti in facciata e peggio<br />
immarcimenti della balza, la parte sporgente del tetto, ed i danni ai cornicioni.<br />
Anomalie ricorrenti.<br />
Qualsiasi sia il manto di copertura, coppi o tegole, si constata uno “scivolamento”<br />
di questi elementi verso il basso.<br />
L’azione è dovuta allo scarso ancoramento del manto di copertura ed al<br />
peso dell’elemento di copertura o della neve. Ciò provoca la fuoriuscita<br />
parziale dell’acqua che non “centra” più la gronda.<br />
Altre disfunzioni sono relative al parziale intasamento del canale di gronda<br />
da cocci di tegole, terra, sacchetti e foglie portate dal vento e da nidi di<br />
volatili.<br />
Il peso dei blocchi di neve caduti in quanto non contrastati a monte della<br />
gronda con elementi “fermaneve” deforma la rettilineità di posa delle<br />
gronde alterando le pendenze di scolo.<br />
Accertamento a vista.<br />
Le più importanti di queste anomalie sono accertabili “a vista” e constatabili<br />
in occasione di pioggia. Dopo le precipitazioni la presenza di gocce<br />
nella parte inferiore della gronda è un segnale da non trascurare, pena il rifacimento<br />
del cornicione.<br />
Pluviali.<br />
Anche in questo caso l’insufficiente capacità di smaltimento può essere<br />
causata da melma o foglie trascinate dall’acqua e frenate in loco dalle lamiere<br />
di innesto del pluviale.<br />
Rimedi correttivi.<br />
Sono operazioni da addetto ai lavori, anche la pulizia, in quanto estremamente<br />
pericolose; di norma prevedono appositi ponteggi od utilizzi di elevatori<br />
con cestelli aerei porta persone.<br />
Non vi resta che provvedere, se l’anomalia persiste anche dopo tali interventi<br />
alla ripassatura del tetto con posa sottostante di apposito telo a doppia<br />
funzione, impermeabilizzante o meglio che lascia scivolare l’acqua<br />
nella parte superiore e traspirante per il lato inferiore. Contemporaneamente<br />
occorre prevedere l’ancoraggio dei coppi e dei fermaneve con ap-<br />
85
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
positi agganci. Il mercato offre validi prodotti quali strisce in rame predisposte<br />
per l’aggancio multiplo dell’intera fila di coppi, dal colmo alla<br />
gronda, ma sono ignoti ai più; sono denominati fermacoppi continui.<br />
Anche il sovradimensionamento delle gronde e dei pluviali e la posa di<br />
apposite lamiere di sponda, quelle delle case storiche, negli angoli e/o comunque<br />
in zone di scarico dell’acqua risulta efficace. L’attuazione delle<br />
citate modifiche è costosa ma per almeno 30 anni non dovrete metterci<br />
mano. Nel bilancio economico inserire gli evitati danni ai cornicioni, alla<br />
facciata e alla sicurezza dei passanti ed anche vostra per evitata caduta<br />
delle tegole.<br />
L’acqua in facciata.<br />
Gli ostacoli al deflusso dell’acqua: le cornici interpiano o gli elementi comunque<br />
sporgenti rispetto al piano facciata obbligano l’acqua a “sostare”<br />
in zona.<br />
L’abitudine di eseguire tali sporgenze a squadra è deleteria in quanto la<br />
parte superiore, quella colpita dagli agenti atmosferici, trattiene a lungo la<br />
neve e l’acqua procurando danni.<br />
Una esecuzione con elevata pendenza eviterebbe l’anomalia e consentirebbe,<br />
ove necessario, la posa di un rivestimento in lamiera di rame sporgente<br />
per facilitare la caduta dell’acqua.<br />
Può costituire inoltre un ottimo supporto per la posa di dissuasori per i volatili<br />
o costituire ostacolo per la loro permanenza.<br />
L’acqua ed i lastrici solari.<br />
Quelli ricoperti con guaine bitumate sono il cruccio della manutenzione<br />
sia per le infiltrazioni che la durata. Rammentandoci che essendo i manti a<br />
base di bitume, con elevato grado di volatilità dei componenti ne dovremmo<br />
evitare l’utilizzo.<br />
Manti di coperture con bitume e simili.<br />
Sulle superfici “protette” da guaine bituminose il ragionamento è opposto<br />
alle coperture in lastre. Il sole asciuga i solventi e le parti volatili provocano<br />
il “distacco dei lembi” e successive infiltrazioni. Ove realizzabile<br />
l’applicazione della striscia di guaina va posta con il sormonto rivolto a<br />
Nord per evitare l’effetto di “asciugatura”. A nostro parere dovremmo evitare<br />
la costruzione di simili lastrici o ridurne i problemi. Come?<br />
86
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
Chi ha detto che un tetto, lastrico solare, deve essere col piano a bolla?<br />
A costo di demolire od aggiungere una parte occorre creare una inclinazione<br />
(pendenza) anche minima per il deflusso acqua piovana ed utilizzare<br />
lamiere preverniciate e coibentate in modo anche di evitare l’esigenza dei<br />
condizionatori. Con l’italica fantasia possiamo annullare l’impiego anche<br />
sulle solette in cemento costituenti certi cornicioni con l’aggiunta di materiali<br />
che costituiscono una nuova gronda. In tal caso il rame è imbattibile.<br />
Una regola non sempre rispettata è quella che prevede che i piani su cui<br />
andrà steso l’eventuale manto con bitume, e non solo in guaina, dovrebbero<br />
essere “tirati” come biliardi per evitare i comunissimi laghetti centro<br />
guaina visibili anche dopo giorni di cessazione della pioggia. Si solleciterà<br />
pertanto in misura inferiore la stabilità dell’intero foglio ed i conseguenti<br />
distacchi nelle giunzioni.<br />
L’acqua di scolo o gocciolamento.<br />
Dove cadrà l’acqua?<br />
Ci sono diversi parametri in gioco ma se ci limitiamo a quella che colpisce<br />
un balcone con ringhiera, un parametro dimensionale importante è la pendenza<br />
del relativo pavimento.<br />
Nei balconi chiusi le pendenze sono ad andamento ad imbuto verso il canalino<br />
di scolo. Le pendenze limitate e le linee di fuga di pavimentazioni, quando<br />
presenti, rallentano ulteriormente la velocità di deflusso aumentando<br />
l’imbibimento degli strati sottostanti. L'acqua arriva ai bordi e complice la<br />
tensione superficiale dopo aver percorso il bordo, lo spessore del balcone,<br />
tende ad infilarsi sotto aggirando la perpendicolarità di caduta. Pertanto non<br />
cadrà sulla verticale del bordo. Non siamo tecnici di traiettorie ma forse un<br />
approfondimento dei progettisti sarebbe utile. Si riscontra inoltre che in caso<br />
di più balconi allineati tra loro i vari piani la canalina di scarico è posizionata<br />
in mezzeria per cui i soprastanti dilavano i sottostanti; constatatelo sulle vecchie<br />
case. Gli scoli sfalsati attenuerebbero i maggiori ammaloramenti dei<br />
balconi ai piani bassi. Forse è anche sufficiente agire sulla sporgenza delle<br />
canaline. In proposto si constatano canaline di scolo che nella parte esterna<br />
oltre che essere tagliate di sbieco hanno un intaglio raggiato sulla punta che<br />
ha lo scopo di guidare la caduta dell’acqua smorzando l’effetto a fontana,<br />
con getto più o meno lungo, dovuto all’intensità di scarico. Potete effettuare<br />
una prova pratica con uno scarico di tettoia o cupolina; per la realizzazione è<br />
sufficiente una lima tonda per realizzare l’intaglio.<br />
87
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
Tensione superficiale dell’acqua e problemi.<br />
Trattandosi di un nemico da allontanare con sollecitudine esaminiamo il<br />
fenomeno empiricamente. Effettuiamo una prova pratica con un pettine a<br />
dentatura fine ed una spazzola grossolana. Dopo averli immersi in acqua<br />
constateremo che il pettine trattiene l’acqua in specie nella zona di inizio<br />
dentatura. Si evince che dobbiamo evitare spigoli di ristagno, strette “corsie”<br />
di scorrimento acqua e facilitarne la caduta sfruttando la legge di<br />
gravità.<br />
E’ intuitivo che su di un piano, esempio lastrico, ristagna.<br />
A titolo indicativo la larghezza della “corsia”, ad esempio tra due barre<br />
verticali di un cancello, non deve essere inferiore a circa 14 mm. pena il<br />
ristagno, insorgenza di ruggine ed ammaloramento del ferro e cemento limitrofo.<br />
L’impermeabilità, il cemento ed i mattoni forati.<br />
L’acqua come intrusa. Abbiamo accennato alla “copertina” e cioè lo strato<br />
superficiale in cemento che copre un manufatto ad esempio un muro di<br />
cinta in mattoni o pietre. Tale copertina non è un “impermeabile”! Anche<br />
se non esistessero interruzioni del manto di copertura, quali quelle per ferri<br />
di sostegno reti metalliche / ringhiere od altro, ripetiamo che il cemento<br />
tradizionale non è impermeabile. D’altronde i tetti sono inclinati a proteggere<br />
le superfici interne. L’acqua può penetrare all’interno, è il caso di lastrici<br />
terrazze e tettoie o, peggio, quando ci sono locali sotterranei quali<br />
l’autorimessa non è sufficiente la pavimentazione in pietra o piastrelle a<br />
garantirvi da infiltrazioni sottostanti, ad iniziare dalle linee di fuga<br />
l’acqua, con il tempo, penetrerà all’interno. E’ un’anomalia comune che i<br />
più riparano togliendo il manto di copertura e poi catramando il fondo. In<br />
fase successiva ripristineranno la pavimentazione su apposite gettate di<br />
una nuova gettata di ancoraggio all’elemento di copertura a vista finale,<br />
pietra, piastrelle. Il tutto richiede spessori aggiuntivi, quelli della nuova<br />
gettata, rispetto all’originario. Tale tecnica è usata anche sui balconi. Non<br />
è detto che ora i guai siano finiti perché i vincoli di spessore limitato esistenti<br />
non garantiscono un corretto assestamento della pavimentazione e<br />
l’acqua non è sempre guidata nel suo percorso.<br />
Ripetiamo che è la velocità di deflusso dell’acqua piovana ed il suo ristagno<br />
“in zona” che devono essere tenuti sotto controllo. Valgono sempre le<br />
regole della posa in pendenza ed orientata in modo che il sole, anche quel-<br />
88
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
lo basso all’orizzonte dei periodi invernali, asciughi i canali di scolo ora<br />
realizzati. Nel canale l’acqua scorre meglio… A volte gli interventi devono<br />
essere drastici. E’ dannoso copiare, mantenere inalterato, l’esistente se<br />
non sono state previste le malizie del caso, l’anomalia si ripresenterà con<br />
il trascorrere del tempo…<br />
Vedi manti di copertura.<br />
L’acqua e gli isolanti dei tubi.<br />
Gli anziani muratori conoscevano i problemi connessi all’inseri-mento in<br />
muratura dei tubi di piombo o ferro. Oltre alla protezione dall’aggressione<br />
chimica della calce occorreva consentire dilatazioni termiche per le tubazioni<br />
di adduzione acqua calda sia per uso sanitario che per il riscaldamento.<br />
Altrettanto grave era ed è il problema delle condense sulle pareti sotto<br />
cui erano posati i tubi per l’acqua fredda in specie nella zona di attacco ed<br />
asservimento all’edificio. Il Δ Τ dell’acqua, con temperature di circa 8°C<br />
d’inverno, e la temperatura dell’edificio, da +20°C in inverno a +30°C in<br />
estate, causava il trasudamento del tubo macchiando la parete ed evidenziando<br />
con una parte nerastra il percorso della tubazione. Il primo isolante,<br />
da avvolgere al tubo prima della muratura, è stato il foglio di giornale ed<br />
al limite pezzi di sacchi in carta del cemento. Se l’artificio era eseguito<br />
con cura e la profondita’ di alloggiamento adeguata, l‘isolamento era “<br />
sufficiente”.<br />
Ora il progresso ci consente l’utilizzo di molteplici materiali più efficaci.<br />
Ciò nonostante non è detto che l’isolamento di cui è fornito il tubo sia adeguato<br />
in quanto i nuovi materiali hanno dilatazioni ben maggiori da<br />
quelle dei tradizionali tubi in acciaio.<br />
Vedi capitoli giunti elastici e plastica.<br />
L’acqua “sfuggita” dal letto del fiume.<br />
Purtroppo non sempre l’acqua di un torrente raggiunge la sua “gronda”<br />
naturale, il collettore di scarico, rappresentato da un fiume, lago od il mare<br />
aperto…<br />
I GUASTI DELLA METEORICA, LE ALLUVIONI<br />
Possiamo parlarne con esperienza diretta in quanto volontari, in autonomia,<br />
con colleghi tecnici. Il periodo: dagli anni ’60 a Valle Mosso (BI) sino<br />
al Novembre ’94 ai paesi lungo il Tanaro (AT e CN). Abbiamo pertanto<br />
89
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
constatato le cause dei danneggiamenti e, molto più, l’atteggiamento operativo<br />
in tali frangenti. A parziale eccezione sul giudizio espresso sui politici,<br />
immaginatevelo, abbiamo constatato come Sindaci illuminati, vedi<br />
Canelli (AT), guidassero l’organizzazione dei soccorsi. Non pensiamo che<br />
il Sindaco avesse partecipato a corsi di “disaster manager” (ma li avranno<br />
poi fatti?) ma certo ha svolto il suo operato quale guida attenta, capace e<br />
di buon senso.<br />
Non conosciamo il suo trascorso ma la metodologia adottata era quella attuata<br />
da industriali colpiti, la famosa industria dolciaria di Alba (CN), ed<br />
altri “privati”, artigiani tosti.<br />
Mappatura del territorio, esigenze specifiche, il da farsi ed il già fatto erano<br />
le regole operative e, caso unico, l’accesso all’area era permesso solo al<br />
personale registrato e munito di adesivo identificativo (gli sciacalli sono<br />
da sempre presenti ed attivi in tutte le calamità).<br />
In proposito vorremmo suggerire ai patiti, meglio definirli malati, del “turismo<br />
dei disastri” di fornire copia della documentazione fotografica anche<br />
ai singoli cittadini al fine di comprovare i danni subiti per le richieste<br />
di aiuto; costituirebbe ausilio gradito.<br />
Gli aiuti.<br />
Non lasciatevi commuovere dalle richieste di aiuti dei mezzi di comunicazione.<br />
Le esigenze sono ben specifiche e contingenti e non sono identificate nella<br />
massima di un Santo locale: date ai poveri il superfluo. E’ una carità impropria,<br />
scusate la nostra schiettezza, che genera sprechi, guai ed inutile<br />
dispendio di risorse; gli stessi media con il tempo ne evidenzieranno gli<br />
abusi e gli illeciti. D’altronde ricordiamo che da bambino su ordine della<br />
mamma attendevamo l’arrivo dei camion dell’UNRRA, aiuti dalle Nazioni<br />
Unite, già svuotati lungo il percorso a valle per cui alla nostra borgata<br />
arrivavano quasi vuoti. Il tempo di correre ad avvisare la mamma e gli aiuti<br />
residui sparivano per poi ricomparire, a detta del genitore, per gli acquisti<br />
a “borsa nera”.<br />
Ritornando a noi avevamo capito che l’aiuto doveva essere “mirato” e non<br />
solo. Anche per i volontari sarebbe stato opportuno avere vestiario e strumenti<br />
autonomi. Le nostre auto erano stracolme di stivali, guanti, attrezzi<br />
meccanici e liquidi per svitare, oliare e rimettere in sesto i motori elettrici<br />
dei frigo o il trapano elettrico o semplicemente mettere in sicurezza<br />
90
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
l’impiantistica elettrica di casa. Tutto il materiale ci era fornito con fiducia<br />
da colleghi, amici e negozi e fornitori vari sollecitati in merito.<br />
Nell’ultimo intervento del 1994, quello di Canelli (AT) la squadra era<br />
formata da una dozzina di persone con esperienze tecniche differenti e<br />
tali da ripristinare, con mezzi di fortuna, anche caldaie a gas date per<br />
spacciate.<br />
Le priorità.Combattere contro l’acqua presente, limitare i danni delle ondate<br />
raggiungenti oltre un metro dal piano terra.<br />
Le esperienze giovanili, la propedeutica.<br />
Sotto casa nostra scorreva un torrente raggiungibile con rampa di gradini.<br />
Era il nostro passatempo ma anche scuola di vita che sarebbe stata poi utile<br />
anche per le alluvioni. Imitare Tarzan, saltare sulle pietre, costruire dighe<br />
improvvisate ove pescare con più facilità! Il nostro passatempo senza<br />
allontanarci da casa. Anche i genitori utilizzano l’acqua, corrente e pertanto<br />
pulita, per innaffiare i vasi, tanti gerani, e lavare i panni. C’era pertanto<br />
l’esigenza di reperire una grossa pietra con una faccia inclinata e rivolta al<br />
fiume e una pozza d’acqua sottostante che facilitasse l’immersione ed il<br />
risciacquo del bucato.<br />
Il letto del torrente variava in relazione alla portata d’acqua ed il trasporto<br />
a valle di detriti, pietre e tanta sabbia. Quest’ultima teneva a livellare<br />
l’alveo del fiume e riempiva anche la pozza d’acqua per il lavaggio; era<br />
pertanto necessario ripristinare l’area spostando le pietre a monte, creando<br />
nuova “diga” a valle e cosa importante aumentare il deflusso dell’acqua<br />
nell’area utilizzata. La pioggia incrementando la portata d’acqua del torrente<br />
ci precludeva l’accesso al “terreno” di gioco ed alla mamma la “lavanderia”.<br />
Da questo momento iniziavano due diverse attese: la nostra era<br />
rivolta al variare del colore dell’acqua, da marrone scuro all’incolore, si<br />
vedevano i pesci e si pescava, e quella della mamma all’attesa che la pietra<br />
emergesse dall’acqua per ripristinare le vecchie abitudini. I primi a<br />
scendere la scaletta di accesso al torrente eravamo noi. Facevamo anche<br />
l’inventario dei danni delle piene: ringhiera divelta, pluviali intasati, muretti<br />
spaccati dalle rocce trascinate dalla furia dell’acqua. Con il tempo<br />
l’area di accesso all’acqua mutò da costruzione in legno a mattoni pieni e<br />
per ultimo ad un blocco di cemento con gradini annessi. Questa costruzione,<br />
ancora attuale, unita ad una periodica manutenzione del torrente, recu-<br />
91
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
pero tronchi di alberi, spostamenti di massi per incanalare al centro alveo<br />
la corrente, apertura di dighe naturali formati dalla piena, ha consentito<br />
una certa tranquillità.<br />
Naturalmente la sabbia asportata veniva vagliata ed accantonata per successivi<br />
lavoretti edili.<br />
La velocità di scorrimento dell’acqua variava da poche centinaia di metri<br />
all’ora ad oltre 40 km/h. Sulla prima misurazione abbiamo certezze, era<br />
sufficiente seguire un pezzo di legno tra due pietre distanziate, sulla seconda<br />
misurazione, empirica, vi erano solo ipotesi perché appena il torrente<br />
ingrossava la porta di accesso veniva sbarrata. Però a proposito di portata<br />
si constatava che in caso di pioggia persistente l’acqua riusciva a trasportare<br />
a valle macigni di 2030 kg che funzionavano da ariete. La nostra<br />
sfida all’acqua, attraversamento tra le sponde, ci procurò grosse tumefazioni<br />
alle gambe ed un efficace e salutare insegnamento a non sfidare la<br />
natura. E per collegarci all’argomento alluvioni segnaliamo che il letto del<br />
fiume variava da pochi centimetri di profondità e pochi decimetri di larghezza<br />
a 1,5 mt di profondità, misura media tra i continui salti d’acqua<br />
provocati dalle rocce incontrate lungo lo scorrere.<br />
Purtroppo la larghezza era vincolata da un lato dalle fondamenta e facciate<br />
prospicienti il torrente e dall’altra delle alte mura di sostegno orti a conduzione<br />
familiare.<br />
Non escludiamo che essendo il “borgo” di origine medievale, il letto fosse<br />
stato ulteriormente scavato a difesa degli abitanti e gli indigeni potessero<br />
uscire, fuori le mura, anche tramite ponti levatoi<br />
Questo canale, in parte artificiale, aumentava a dismisura la forza di un<br />
piccolissimo torrente la cui furia si placava solo nella pianura sottostante<br />
dopo la confluenza di altro torrente, altra difesa del borgo racchiuso tra<br />
due torrenti e sovrastato da un castello eretto sullo spartiacque. Nella pianura<br />
la forza dell’acqua rallentava e formava con i detriti, piante/ zolle/<br />
pietre, dighe che provocavano l’esondazione naturale.<br />
Da quanto esposto si evince che “costringere” un fiume tra alte sponde<br />
genera solo velocità dell’acqua e distruzioni sicure.<br />
La portata e la velocità dell’acqua.<br />
Tutti noi siamo convinti che è meglio prevenire che curare ma non sempre<br />
operiamo per ...<br />
Il compito è delegato sovente agli altri, alle Autorità preposte.<br />
92
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
Portiamo, ad esempio, la manutenzione dei boschi o di un semplice<br />
pendio. Possiamo confrontare la montagna al tetto di una casa. Sul tetto<br />
l’acqua piovana è incanalata in tanti rivoli formati dai canali dei coppi poi<br />
guidata ad un bacino di raccolta, la gronda.<br />
Quest’ultima tramite apposite pendenze distribuisce “uniformemente”<br />
l’acqua ai pluviali di scarico. Qualora pensassimo di incanalare tutta<br />
quest’acqua ad un unico canale del manto di coperture, immaginatevi una<br />
conversa, l’acqua accumulerebbe portata e velocità tale da stramazzare<br />
dalla gronda e pochissima raggiungerebbe la strada preposta alla discesa<br />
tramite i pluviali. Pertanto non sono sufficienti il verde e gli alberi a<br />
“trattenere” l’acqua piovana o di scarico dei pochi ghiacciai rimasti, ma<br />
occorre evitare che l’acqua scelga una strada preferenziale, quella della<br />
massima pendenza. E’ necessario guidarla, contenerla, facendola “riposare”<br />
lungo il percorso prima di raggiungere valli e pianure abitate. Tali<br />
opere di manutenzione erano eseguite dai contadini abitanti in loco. Avevano<br />
lo scopo di irrigare le rive, creare bacini di raccolta per abbeverare<br />
gli animali, anche quelli selvatici. Mantenevano produttivo il terreno a<br />
fornire foraggio, crescita alberi da frutta o da taglio evitando inoltre che<br />
le strade, faticosamente costruite, diventassero letto dell’acqua con i danni<br />
che citeremo.<br />
Se siete cercatori di funghi o cacciatori vi renderete conto dei risultati<br />
dell’abbandono degli “umani” da scomode zone montane. Alcuni sentieri<br />
di montagna, l’acqua preferisce scorrere sulla terra battuta, nel giro di pochi<br />
anni hanno assunto l’aspetto di piccoli canyons con potenza tale<br />
dell’acqua che la mia socia ed io che ho corporatura “adeguata”, dovevamo<br />
tenerci uniti con le braccia per non essere travolti nell’attraversamento<br />
(a parte i temporali, non sempre prevedibili, la pioggia non annullava il<br />
piacere della ricerca funghi anzi lo facilitava ...) Ecco ai signori Verdi cittadini<br />
in specie politici, farebbe bene trovarsi sotto un forte temporale ad<br />
oltre mille metri di quota e toccare con mano, pardon con i piedi, i guasti<br />
dell’abbandono ma forse sono preferibili le costose opere di “difesa” a<br />
valle.<br />
Ritorniamo alla nostra casa risparmiata da tali problemi. Può darsi che i<br />
nostri guai siano solamente il riflusso dell’acqua piovana che la fogna cittadina<br />
non riesce a smaltire: risultato allagamento delle cantine ed adozione<br />
pompe di pescaggio ecc..Anche il “semplice” ristagno di acqua in zona<br />
crea problemi e relativa umidità. Purtroppo a cadenze, non stabilite ma ci-<br />
93
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
cliche, si verificano alluvioni e disastri. Alla prima reazione di “attesa” (la<br />
piena ci risparmierà?) subentrano la rabbia dell’impotenza a limitare i<br />
danni.<br />
Provvedimenti correttivi ed atteggiamenti.<br />
E’ dura non lasciarsi prendere dal pessimismo. La vicinanza di persone<br />
volenterose e disponibili e molto più il rammentare che altre persone, sfortunatamente<br />
prima di noi, abbiano ripreso l’attività è motivo di reazione.<br />
Non è vero che è tutto da buttare. Lo svuotamento dei locali alluvionati, il<br />
mettere in salvo quanto possibile è il primo pensiero. Purtroppo le cantine,<br />
le parti della casa sotto il livello del terreno di accesso all’edificio, sono<br />
allagate e vanno liberate anche perché in cantina, ripostigli vari, sono allocate<br />
le caldaie per riscaldamento da recuperare e riattivare. Rammentiamo,<br />
per i non pratici, che l’acqua delle alluvioni trascina non solo melma ma<br />
residui di gasolio, oli e prodotti chimici vari “trovati” lungo il percorso.<br />
Tali morchie galleggianti “sporcheranno” tutto, inquinando anche i terreni<br />
oltre all’acqua dei fiumi e le falde acquifere, politici meditate ...<br />
Ritorniamo all’emergenza. Le alluvioni più disastrose avvengono in Autunno<br />
inoltrato e pertanto è necessario il riscaldamento anche perché<br />
l’umidità della casa incrementa la sensazione di freddo. Il buio delle case,<br />
a Novembre la notte arriva presto, in Piemonte verso le 17, ed il chiaro<br />
verso le 8, risultano 9 ore lavorative al “chiaro”, ed il lavoro è tanto. Nel<br />
Polesine, anno ’51 se non erriamo, le terre erano sotto il livello del fiume e<br />
pertanto l’acqua, formando un lago, era stabilmente ferma ai piani terreni<br />
costringendo gli abitanti alla emigrazione. Negli altri casi che tratteremo<br />
le case erano costruite a livello dell’acqua e pertanto passata la piena gli<br />
edifici erano “abitabili”. Per la verità non tutti in quanto alcuni sventrati<br />
dalla furia dell’acqua ed altri perché posizionati nella “bassa”, terreni sotto<br />
il livello del letto del fiume. Qui erano concentrate prioritariamente le attività<br />
dei VVFF ma le esigenze erano tali da favorire lo sciacallaggio di alcune<br />
imprese private con i mezzi di spurgo. Rammentiamo lite per interventi<br />
nel 1994, pagati a cifre esose che, all’infamia non c’è limite, dirottavano<br />
l’acqua a valle in fogne intasate che riversavano fuori allagando<br />
nuovamente le case a valle; nuova commessa assicurata per l’impresa. Per<br />
fortuna i volontari veneti, glorioso Corpo Alpino, arrivavano sul posto con<br />
le proprie motopompe e da esperti svuotavano dapprima le fogne e relativi<br />
scarichi a fiume consentendo così il deflusso delle acque. In realtà la pre-<br />
94
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
senza di fango e melma tendevano ad otturare subito tutti gli scarichi; pareva<br />
una fatica di Sisifo! Anche in questi casi sono stati utili le esperienze<br />
del paese natio. Per sgomberare la neve dalle strade in pendenza si scavava<br />
nel manto di neve a centro strada un canale sino ad uno scarico a fiume.<br />
Poi dalle case poste più in alto della borgata si immetteva acqua che veicolava<br />
a valle la neve che gli abitanti gettavano a palate. Anche in questo<br />
caso l’acqua sollecitata malamente da cariche improprie tendeva a rifiutare<br />
le curve e fuoriuscendo allagava le cantine limitrofe. In parole povere<br />
occorreva “governare il fenomeno” per tutta la lunghezza del tracciato ed<br />
un “arbitro” verificava in continuo la capacità di smaltimento del torrente<br />
e decideva la quantità che gli uomini, a monte, potevano smaltire. In analogia,<br />
passata la piena alluvionale, la naturale portata del fiume doveva essere<br />
rispettata a costo di accumulare fango e detriti in zone lontane per<br />
successiva rimozione forzata. Le pratiche operative, decalogo diffuso<br />
all’epoca, potrebbero non interessarvi e vi auguriamo che non siate mai<br />
coinvolti, ma soffermarsi su alcuni punti può essere utile.<br />
La prevenzione.<br />
Rammentate che l’acqua non scorre solo in discesa. E’ sufficiente una piccola<br />
diga formata da tronchi e detriti e il livello dell’alveo sale. Salirà a dismisura,<br />
se tante piccole dighe, ostruzioni momentanee, cederanno simultaneamente<br />
per l’eccessiva pressione esercitata dall’acqua provocando ondate,<br />
in salita, distruttive. Tale caso l’abbiamo constatato nel primo intervento<br />
a Valle Mosso (BI) ove le industrie manifatturiere tessili erano posizionate<br />
decine di metri più alte rispetto al livello torrente incanalato tra rive<br />
scoscese. Increduli attuavamo interventi mirati, lo smontaggio ed il nettamento<br />
di telai di manifattura raggiunti “solo” dalle ondate in salita. Il<br />
limo trascinato dall’ondata si era infilato anche in zone “stagne” quali scatole<br />
ingranaggi, “il cambio” per le macchine utensili. In tal caso lo sradicamento<br />
di alberi contigui al fiume ne è stato la causa principale. Ma si è<br />
constatato anche che alcune case costituite sulle pendici avevano i muri<br />
dei terrapieno a monte non concatenati con i muretti laterali i primi a scivolare<br />
a valle ad ostruire i corsi d’acqua.<br />
Le tecniche di costruzione tipo pilone seggiovie, le fondazioni si incuneano<br />
nel terreno a monte ed il relativo peso impedisce il ribaltamento, erano<br />
state dimenticate. Nel caso citato non era il disboscamento, causa sempre<br />
citata dai Verdi, ma la bassa valutazione dei pericoli di posizionare azien-<br />
95
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
de, grosse utilizzatrici d’acqua, vicine a torrenti forse non sufficientemente<br />
manutentati, taglio piante endemiche delle rive, creazione di bacini di<br />
sfogo ecc.. Essendo il fenomeno delle inondazioni ciclico ma non a data<br />
stabilita viene dimenticata la manutenzione preventiva. Il passaggio poi,<br />
dal riscaldamento a legna a quello da derivati del petrolio ha limitato il bisogno<br />
di cercare legna, gli endemici frassino ed ontano dei corsi d’acqua<br />
montani ed il recupero dei tronchi trascinati dall’acqua nei terreni esondati.<br />
Era una pulizia gratuita degli alvei ambita dai valligiani ora convertiti<br />
alla comodità di stufe a pellet proveniente, un controsenso, dall’Austria o<br />
Russia. Qualche ripensamento sarebbe salutare. Non escludiamo che<br />
l’aumento vertiginoso dei costi energetici ci costringa ad anticipare il rinsavimento<br />
ottenendo pertanto una ”prevenzione” obbligata.<br />
P.S. Ai cittadini rivolgiamo l’invito ad esaminare l’intorno dei piloni dei<br />
ponti, in qualsiasi stagione. Avranno modo di verificare che l’agevole asportazione,<br />
una gru è sufficiente, dei tronchi impigliati è rimandata nel<br />
tempo. Questi intasamenti, limitati, costituiranno poi l’innesco ai guai<br />
successivi ma si attende ...<br />
Rinforzare o sfondare gli argini?<br />
Premessa: i torrenti, recidivi nel tempo, nell’azione di straripamento hanno<br />
alvei che si sviluppano in decine di chilometri di lunghezza; il Po ne<br />
percorre centinaia prima di arrivare nella “bassa”.<br />
Proposta: invece di attendere ansiosi i livelli altimetrici o l’altezza “libera”<br />
sotto i ponti perché non si provocano “inondazioni governate”<br />
sfondando argini e deviando l’acqua lungo il percorso? I costi di espropri,<br />
per pubblica utilità, sarebbero inferiori ai danni ed ai … morti; inoltre<br />
bastano pale meccaniche ... ma devono essere disponibili, come per<br />
lo sgombro neve, anche di notte e nei festivi, alluvione ’94 insegna ...<br />
Per ritornare alla quotidianità il metodo delle inondazioni governate,<br />
con paratie od occlusioni momentanee, è in uso da millenni in agricoltura<br />
per irrigare i campi …<br />
L’ACQUA DI CASA: la potabile<br />
Manutenzione … dell’acqua: i nemici.<br />
Viene attinta ed utilizzata in loco, lavello/sanitari/caldaia, mediante rubinetti<br />
posti lungo l’impianto di adduzione; tali apparati richiederanno manutenzione<br />
periodica.<br />
96
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
I nemici.<br />
Sono la tipologia dell’acqua con i suoi gradi di durezza e le impurità meccaniche.<br />
Non tratteremo della durezza in quanto non ritenuta di carattere<br />
universale mentre invece quanto di solido trasporta l’acqua interessa tutta<br />
l’utenza. E se come San Tommaso, vogliamo accertarcene di persona è<br />
sufficiente smontare un dosatore di flusso, aeratore, posto sul beccuccio di<br />
un rubinetto di ultima generazione, quelli con leva monocomando; constaterete<br />
pallini, sabbia ed altro.<br />
I danni ai sistemi di chiusura.<br />
Citiamo chiusura in quanto è il requisito più facilmente riscontrabile; il<br />
rubinetto non chiude o gocciola. Tutte queste impurità danneggiano le<br />
guarnizioni siano esse in gomma o a dischi in ceramica per monocomando.<br />
I rubinetti tradizionali risentono anche della mano “pesante” di chi li<br />
aziona riducendo la vita delle guarnizioni ed il gruppo vite/madrevite che<br />
consente l’apertura e chiusura in modo graduale. Infatti si tende a forzare<br />
il comando a ghiera con la speranza che cessi subito il gocciolio. In realtà<br />
questo cessa da solo dopo lo svuotamento acqua residua; quello relativo<br />
ad un lavello cesserà più tardi in quanto il beccuccio è più lungo e pertanto<br />
più distante dalla zona di chiusura. É quindi buona norma attendere che la<br />
guarnizione si assesti e che l’acqua residua venga smaltita. Ma non è sufficiente;<br />
occorre infatti eliminare gli sfridi, la sabbia e terra che l’acqua<br />
trascina.<br />
Il fenomeno è accentuato in occasione di interventi sul vostro impianto idrico,<br />
con sfridi di lavorazione e dell’acquedotto municipale sottoposto a<br />
riparazioni. In analogia all’industria, che deve salvaguardare costose apparecchiature,<br />
la soluzione del problema è il filtro. Può essere applicato centralmente,<br />
all’ingresso impianto idrico nell’alloggio o casa ed anche applicato<br />
singolarmente ai singoli rubinetti di attingimento. Vengono posti sul<br />
circuito idrico in prossimità uscita acqua fredda e calda che raggiunge con<br />
cannucce rigide i vari rubinetti. Otterrete vari vantaggi quali la singola<br />
chiusura di un rubinetto su cui dovete intervenire. Non sarà più necessario<br />
“chiudere” centralmente l’acqua, avete un filtro dedicato; si denominano<br />
infatti “rubinetti filtro”, ed avrete l’occasione di sostituire il flessibile con<br />
una più sicura cannuccia rigida.( Fatevi illustrare come pulire i filtri che<br />
alcuni idraulici tolgono in fase di montaggio per non avere la grana di essere<br />
richiamati per gli intasamenti degli stessi. Avrete modo di appurare<br />
97
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
che anche gli interventi sulle condotta municipale non generano solo acqua<br />
“marrone” ma anche terra, calcare e sfridi). Ricordiamo che nel flessibile,<br />
anche quello appariscente con maglia metallica esterna che ne consente<br />
l’adattabilità a percorsi sinuosi, la condotta acqua avviene in un tubicino<br />
di gomma, posato all’interno. Cederà con il tempo per usura, dapprima<br />
quello più sollecitato dall’acqua calda con i danni che quasi tutti<br />
conosciamo. Tutti questi filtri, dal centrale ai singoli, contribuiscono a ridurre<br />
il passaggio di impurità salvaguardando l’integrità delle guarnizioni<br />
sia in gomma, per rubinetti vecchi, sia in dischi ceramici, nei nuovi monocomando.<br />
Alcuni filtri, esempio quello centrale, eliminano i fastidiosi e<br />
dannosi colpi d’ariete. Sono quei colpi che avvertite quando riprende a<br />
scorrere l’acqua bloccata dapprima per interventi sulla condotta.<br />
Filtro centrale e sua manutenzione.<br />
Si tratta infatti di un grosso bicchiere, trasparente, in cui è immersa una<br />
matassa di fili, calza tessile, attraverso cui passa l’acqua depositando le<br />
impurità. Il “fine vita”, dopo mesi/anni di funzionamento, è a vista. Il colore<br />
marroncino della calza tessile e le impurità depositate sul fondo del<br />
bicchiere sono il segnale di richiesta di sostituzione.<br />
P.S. le etichette già citate con gli estremi dei ricambi, poste nei pressi, vi<br />
tornerebbero utili.<br />
La caldaia ed i filtri.<br />
Verrebbe da pensare che in considerazione del fatto che le caldaie hanno il<br />
circuito acqua sigillato, e quindi sia sempre la stessa acqua a circolare<br />
nell’impianto, non ci siano particolari esigenze in merito. In realtà non è<br />
così: il circuito sigillato necessita di rabbocchi, almeno a livello annuale, e<br />
l’acqua sanitaria, quella che attinge come calda, è sempre “nuova”. Ne<br />
consegue pertanto l’esigenza di salvaguardare i congegni, delicati, di tale<br />
apparato. Le moderne caldaie hanno un filtro all’ingresso acqua fredda ma<br />
non è sempre sufficiente e per di più si constata che quasi mai tale filtro<br />
sia oggetto di pulizia periodica in occasione della revisione annuale caldaia.<br />
Il consiglio è quello di posizionare un filtro dedicato di quelli precedentemente<br />
descritti a calza tessile che consente l’analisi a vista.<br />
Segnali premonitori di intasamento filtri sono il ridotto deflusso acqua, carente<br />
pressione d’uscita acqua sino al mancato funzionamento caldaia per<br />
l’acqua sanitaria.<br />
98
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
Infatti il dispositivo di accensione dei relativi bruciatori è azionato dalla<br />
variazione pressione acqua in entrata; qualora la differenza di pressione tra<br />
rubinetto chiuso a rubinetto aperto fosse minima il dispositivo non reagirebbe<br />
e quindi non azionerebbe il bruciatore della caldaia per la produzione<br />
di acqua calda. Del fenomeno ve ne accorgerete in modo graduale; è un<br />
promemoria della mancata pulizia filtri. Anche la ridotta erogazione acqua<br />
è un segnale di esigenza pulizia filtri. Iniziate a pulire gli aeratori di flusso<br />
sui beccucci dei rubinetti.<br />
Ripetiamo il consiglio riportato per la chiusura rubinetto; quando ci sono<br />
guarnizioni in gomma, è anche il caso dell’aeratore di flusso, non usate attrezzi<br />
ma la semplice mano; vi sarà facile smontare, sempre a mano, per la<br />
pulizia periodica.<br />
Le pinze, anche quelle da idraulico, non vanno usate; utilizzate invece le<br />
chiavi rigide, fisse, che hanno presa sicura e leva proporzionata alle dimensioni<br />
del dado.<br />
L’ACQUA ed il GELO<br />
Nonostante l’incrementato riscaldamento terrestre le temperature invernali<br />
raggiungono valori sottozero, a volte anche in Meridione in zone non vocate.<br />
Il gelo raggiunge le condotte idriche di casa provocando, se non esiste<br />
possibilità di espansione volumi assunti dalla congelazione dell’acqua,<br />
rotture dei tubi nei punti deboli (iniziando dai flessibili…). Purtroppo, per<br />
comodità, le condotte municipali e le nostre sono quasi a livello stradale e<br />
pertanto soggette a fenomeni di gelo. Nei casi in cui l’acqua non scorra<br />
per un certo lasso di tempo, è il caso della seconda casa, la temperatura di<br />
freddo sottozero prolungato riesce a gelare l’acqua. Ne consegue che in un<br />
fine settimana di mesi freddi non potremo abitare la seconda casa, con<br />
l’auspicio di carenza danni. In verità esistono sistemi di accensione caldaie<br />
a distanza, tramite telefono o telefonino che di massima costituiscono<br />
comodità quale quella di arrivare in una casa calda; valutate voi<br />
l’applicazione dati gli elevati costi del dispositivo.<br />
Qualche malizia.<br />
Innanzitutto dovremmo verificare l’allaccio dal contatore alle nostre tubazioni<br />
interne.<br />
Per le case cantinate si verifica che la condotta municipale sia situata in un<br />
punto più elevato delle nostre tubazioni; ciò provoca una “sacca” di acqua<br />
99
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
stagnante, vedi case inutilizzate, che nel tempo ghiaccerà. Inoltre le vecchie<br />
tubazioni in ferro od acciaio zincato facilitano, per il quasi nullo potere<br />
isolante, la formazione di ghiaccio. I rimedi pertanto consistono nel sostituire<br />
il pezzo di tubo che partendo dalla condotta municipale raggiunge<br />
la saracinesca ed il relativo “polmone”, dispositivo contro le sovrappressioni<br />
occasionali dell’acquedotto. Il tubo dovrà essere in materiale diverso<br />
dal ferro quale ad esempio rame isolato o multistrato e nell’occasione occorre<br />
sostituire le saracinesche a volantino con quelle a leva, più intuitive<br />
e veloci, inserendo anche nel punto più basso della sacca citata un rubinetto<br />
di scarico dell’acqua residua. Anche un altro rubinetto di scarico<br />
dell’intero impianto eliminerà tutti i problemi; ma l’acqua di scarico andrà<br />
eliminata con secchi a mano e non lasciata cadere sui pavimenti della cantina<br />
procurandovi altri guai da umidità.<br />
Se vi è faticoso potete lasciare i secchi pieni in cantina per svuotarli successivamente.<br />
Va da sè che questa operazione di scarico acqua<br />
dall’impianto avrà maggior efficacia se lascerete aperti i rubinetti posizionati<br />
più in “alto” della condotta, in genere quelli del lavello e box doccia<br />
dell’ultimo piano.<br />
L’acqua “chiusa” in boiler / caldaie / cassette wc.<br />
Iniziamo dal boiler elettrico.<br />
E’ un apparato munito di isolamento termico per cui risente in misura minore<br />
il freddo. Ciò nonostante se noi dopo aver chiuso l’acqua centralizzata<br />
apriamo il rubinetto dell’acqua calda la poca acqua che uscirà creerà<br />
spazio all’espansione eventuale ghiaccio. Anche i rubinetti lasciati aperti<br />
aiutano. Nelle case di montagna i boiler vengono dotati, a richiesta, di rubinetti<br />
di scarico ma da esperienze sino a temperature esterne, occasionali,<br />
di circa meno 10°C tali aggiunte non sono necessarie. Invece la pancia,“sacca,<br />
del flessibile di adduzione facilita il ghiaccio. Lo ripetiamo tutti<br />
i flessibili vanno sostituiti con cannucce rigide ed in particolar modo<br />
nelle case la cui dimora saltuaria non ci permette di intercettare subito la<br />
rottura ed i conseguenti allagamenti.<br />
La sacca d’acqua in ogni locale.<br />
Iniziando dal bagno osserveremo che il punto più basso di attingimento<br />
acqua è quello della vasca o bidet. Anche in questo l’apertura dei rubinetti<br />
darà sfogo all’acqua residua. Un consiglio per evitarvi le critiche del co-<br />
100
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
niuge: sotto qualsiasi rubinetto lasciato aperto, in fase di “chiusura casa”,<br />
va posto un panno di spugna il più esteso possibile per evitare macchie di<br />
ruggine ed aloni antiestetici su smalti vasca o ceramiche lavello.<br />
Le vaschette per WC.<br />
Sconsigliamo di svuotarle; si deteriorano i meccanismi e le guarnizioni.<br />
Aggiungete invece poche gocce di alcool denaturato (l’antigelo provoca<br />
morchie).<br />
Qualora invece abbiate vaschette in ghisa, montate sino agli anni ’50 ma<br />
ancora funzionanti dopo ≈60 anni, vale lo stesso consiglio. Sono invece da<br />
sostituire le vaschette in plastica non isolate internamente, anni ’60-’80;<br />
con il tempo la plastica si fessura e si spacca procurandovi guai ed allagamenti.<br />
L’anomalia è frequente nelle seconde case. Rammentiamo che il<br />
trascorrere del tempo costituisce usura. Il mancato o limitato utilizzo delle<br />
case vacanza non sempre allunga la vita degli apparati. Confrontatevi con<br />
l’uso sporadico dell’auto e le grane derivanti!<br />
Le caldaie ed il gelo.<br />
Nelle case vecchie o nelle località prive di condotte del gas funzionano<br />
caldaie a gasolio o a legna con impianto termico con vaso di espansione, e<br />
rabbocco, situato in un punto più elevato della condotta termica. In genere<br />
è già stato utilizzato per “riempire” l’impianto con anticongelante, tale e<br />
quale il radiatore della vostra auto. Se invece ciò non vi è noto, per il nuovo<br />
l’acquisto o eredità casa, dovrete farlo appurare dal tecnico caldaie; qui<br />
infatti non occorrono poche gocce ma decine di litri di anticongelante. E’<br />
sempre bene essere informati per prevenire danni futuri.<br />
Le caldaie a circuito chiuso.<br />
Nel caso di gelo hanno grossissimi problemi. Il primo è che l’acqua interna<br />
non è del tipo anticongelante e neanche si può far diventare tale.<br />
L’unica soluzione, insita nella progettazione, è il dispositivo di funzionamento,<br />
al minimo, per evitare temperatura di anticongelamento; in genere<br />
tale dispositivo impedisce di scendere sotto i 5°÷7°C. Ma ... costa mantenere<br />
a vuoto, senza utilizzo dell’edificio in genere seconda casa, il funzionamento<br />
della caldaia. Per di più richiede l’allaccio continuo alla corrente<br />
elettrica ed inoltre non si riscontrano garanzie sull’efficacia dei sistemi. É<br />
sufficiente un calo di pressione nella rete di adduzione del gas, una tempo-<br />
101
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
ranea sospensione dell’energia elettrica e ... la caldaia si spegne. Per la verità<br />
esistono allarmi telefonici, del tipo degli antifurti, che vi avvisano.<br />
Dovete quindi sperare che l’impiantista abbia posto in essere tutte le malizie<br />
del caso; ma se voi avete voluto la caldaia sul balcone, luogo notoriamente<br />
con temperatura uguale a quella esterna preparatevi agli inevitabili<br />
guai. Per conoscenza gli interni casa hanno un ∆t, favorevole, di ≈5°/10°c<br />
a seconda del tipo di isolamento termico adottato.<br />
Rammentatevi dell’equilibrio naturale delle cose: qualora il sottozero persista<br />
nel tempo, il ∆t della casa tenderà a zero e pertanto la temperatura interna<br />
ed esterna coincideranno.<br />
TUBI IDRICI<br />
Il percorso dell’acqua nei tubi.<br />
Tra le pareti domestiche la disponibilità di acqua potabile ed il riscaldamento<br />
centralizzato sono conquiste “recenti”. Le tubazioni, originariamente<br />
in piombo, distribuivano l’acqua ai locali posti nelle adiacenze delle colonne<br />
di adduzione. Queste ultime erano posizionate, di massima, nei vani<br />
scala da cui si diramavano, con percorsi limitati, alle utenze. Tale tecnica<br />
fu poi adottata anche per il riscaldamento. Dalla cantine, luogo di istallazione<br />
caldaie, partivano le colonne cui erano collegati i radiatori posti a<br />
limitata distanza. I tubi erano adiacenti ai muri maestri e posizionati a vista<br />
come pure i radiatori. Si evitava così di “spaccare” pavimentazioni, si<br />
godeva del calore dei tubi e cosa non secondaria si limitavano i costi impiantistici.<br />
La “circolazione naturale” dell’acqua riscaldata poteva raggiungere<br />
tutti i radiatori posti sul percorso.<br />
In seguito l’aumentata richiesta di comfort specie per i locali “distanti”<br />
dalle colonne fu resa possibile dall’introduzione di pompe che “spingevano”<br />
l’acqua a raggiungere radiatori posti a lunghe diramazioni. I tubi erano<br />
sotto pavimento e murati sulle pareti. Iniziarono così i guai e gli elevatissimi<br />
costi di ripristino manutentivo dapprima citati. E’ ovvio pensare<br />
che tubazioni a vista, che ancora vedete nei palazzi storici del centro, evidenziassero<br />
subito eventuali anomalie con facili interventi di ripristino.<br />
Non altrettanto dicasi dei “moderni” impianti con tubi annegati nel cemento<br />
magari adiacenti a cavi elettrici e relative correnti vaganti. A ciò aggiungasi<br />
che non sempre i materiali erano/ sono di prima qualità.<br />
Senza giungere all’utilizzo dei pregiatissimi acciai svedesi, quasi privi di<br />
zolfo, il mercato offriva validi acciai tedeschi, miniere della Ruhr, tra cui<br />
102
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
il capostipite Mannesmann, tubo ottenuto dal pieno e quindi privo di saldature.<br />
I nostri endemici, a parte eccezioni, provenivano da minerali non pregiati<br />
e per di più ottenuti con elevata componente di materiali ferrosi di recupero<br />
postbellico. La situazione odierna non è mutata, anzi! L’aumentata richiesta<br />
dei paesi emergenti, Cina ed India, riduce la già limitata disponibilità<br />
europea. Ed è in questo “clima” che si stanno sviluppando “surrogati”,<br />
dalle tubazioni in “plastica” ai multistrato. La durata, nel tempo, di tali<br />
prodotti è ancora ignota.<br />
Una soluzione a nostro avviso, e per ora futuribile, sarà nell’abban-dono<br />
del tradizionale riscaldamento ad acqua calda a favore di quello elettrico<br />
ma qui il discorso si fa lungo.<br />
Rimarchiamo solamente che mentre i popoli nordici hanno elevate percentuali<br />
di energie alternative i nostri politici ragionano come certi condomini…<br />
rimandano.<br />
UMIDITA’<br />
Anche in questo caso si tratta di un dato relativo (umidità relativa).<br />
Esaminiamo il fenomeno umidità.<br />
Riferendoci alla quotidianità analizziamo, ad esempio, i panni lavati e<br />
esposti per l’asciugatura. Nei casi di mancanza di vento o del sole occorreranno<br />
metodi forzati e costosi quali l’esposizione a fonti di calore e<br />
ventilazione. In analogia un manufatto edile umido non asciugherà mai,<br />
ripetiamo mai, con semplice ausilio di prodotti, più o meno chimici, lodati<br />
quali risolutori dell’umidità. Soppesate ancora un lenzuolo bagnato e<br />
ripiegato messo ad asciugare. Anche sotto il solleone l’asciugatura non<br />
raggiungerà gli strati interni! L’analogia con gli strati interni di un muro<br />
è evidente. Per operare correttamente occorre infatti “stendere” i panni<br />
dispiegati in modo da consentire all’aria ed al calore di raggiungere “tutte”<br />
le superfici. Purtroppo non potrete “stendere” il muro umido e per di<br />
più con acqua di risalita per capillarità o parziale immersione, potrete però<br />
operare affinché l’umidità relativa non raggiunga valori dannosi<br />
all’integrità e funzionalità del manufatto. Soppesate, ad esempio, che un<br />
albero ad alto fusto posto nelle vicinanze trattiene centinaia di litri<br />
d’acqua nelle sue radici che cederà, al variare degli agenti atmosferici,<br />
nel terreno circostante e quindi anche alla casa adiacente. Non frainten-<br />
103
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
deteci; siamo ecologisti convinti ma ogni cosa va posizionata “al suo posto”,<br />
vedi capitolo sul verde. In misura maggiore agli alberi pesano le<br />
operazioni preventive per evitare che l’acqua “ristagni” nelle adiacenze<br />
dei manufatti edili. Ad esempio si constata che case collinari, montane o<br />
semplicemente poste su un pendio hanno la parte rivolta a monte con canaline<br />
di scarico che scorrono parallele al fabbricato sia nel retro a monte<br />
che nelle facciate laterali. Il brusco cambio direzionale, da percorso diretto<br />
alla massima pendenza alla svolta a 90 gradi provocherà fuoriuscita di<br />
acqua in curva, stramazzi ed un rallentamento della velocità di deflusso<br />
con ristagni in zona, i muri del terreno. Nel caso citato occorre canalizzare<br />
l’acqua più a monte e suddividerla almeno in due tronconi inclinati,<br />
uno per lato edificio, che ne riducano la velocità e portata e cosa principale<br />
non colpiscano l’ostacolo, la casa, fermandosi in zona. Nel capitolo<br />
alluvioni abbiamo approfondito ma ribadiamo il concetto: qualsiasi agente<br />
atmosferico ed i suoi frutti devono “sostare” il meno possibile in zona<br />
edificata.<br />
L’acqua, sotto forma di vapore o peggio di condensa altera l’aria circostante,<br />
della casa, influendo sul nostro benessere. Constatiamo che man<br />
mano ci allontaniamo dal piano cantina o terreno, qualora essa manchi,<br />
cessa la sensazione di malessere. Se ne deduce che la casa è una spugna<br />
che assorbe l’acqua, umidità, sottostante le fondamenta. La sua azione di<br />
assorbimento diminuisce man mano che l’aria circostante e l’aumento di<br />
temperatura e l’esposizione dei piani sovrastanti asciuga l’eventuale umidità<br />
annullando la spinta di risalita dal basso. Se volete una conferma immergete<br />
un mattone in una bacinella d’acqua sino a completo imbibimento<br />
(saturazione) e poi trasportatelo ai piani superiori; ora verificate con l’uso<br />
di una bilancia i tempi di asciugamento. Rifate l’operazione rimanendo<br />
però in cantina; in questo caso la perdita del contenuto d’acqua sarà ciclica,<br />
tenderà ad asciugarsi di giorno ma di notte riprenderà i valori originali<br />
sino al raggiungimento di equilibrio con l’umidità circostante. Molte notizie<br />
di seguito riportate sono derivate da esperienze di ingegneri romani,<br />
specialisti del settore, incontrati in una basilica secolare in risanamento. I<br />
fenomeni saranno maggiormente “pesanti” se aggravati da tempo piovoso<br />
o situazioni endemiche, queste ultime prive di speranza migliorativa. Ad<br />
esempio se la vostra casa si trova in contiguità con altri edifici umidi e<br />
peggio disabitati l’umidità risalirà anche ai piani alti ed è anche per questo<br />
motivo che i nostri vecchi avevano le camere ai piani superiori che, in o-<br />
104
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
gni caso erano e sono più salubri. Si evidenzia che i nemici dell’umidità<br />
sono la traspiranza e la temperatura oltre che primariamente al luogo di<br />
costruzione casa. Qualora siate su una falda acquifera, se la zona è piovosa<br />
ed il sito di costruzione non è idoneo il tempo amalgamerà la casa alla zona<br />
in cui è collocata. E’ l’equilibrio naturale delle cose.<br />
Anche la casa sulla cascata di un famosissimo architetto sta mostrando i<br />
suoi limiti. Il tempo, alla lunga, vince le sfide!<br />
Rammentiamo inoltre che i prodotti “moderni” utilizzati nelle costruzioni<br />
hanno superfici indurite, quali piastrelle ed intonaci, che impediscono la<br />
naturale traspiranza virtù insita nelle vecchie mattonelle di cotto e negli<br />
intonaci a calce.<br />
Rimedi correttivi.<br />
Qualora possano essere attuati, una corrente d’aria, anche forzata e il riscaldamento<br />
zonale anch’esso da fonti energetiche suppletive, consente<br />
una riduzione del fenomeno; citiamo il riscaldamento a zoccolino. Richiedono<br />
però il funzionamento in continuo ...<br />
Rimedi naturali a basso costo.<br />
Possiamo provocare una maggior traspirazione sia mettendo a nudo la muratura,<br />
su entrambi i lati contrapposti, per un’altezza superiore di quella<br />
visivamente evidenziata dalle anomalie sui muri. Il “denudamento” dei<br />
muri evidenzia in specie sulla parte esterna all’edificio, agglomerati, pietre,<br />
mattoni irregolari ed antiestetici per cui saremo tentati, complice le<br />
critiche dei più ad iniziare dal coniuge, di “rivestire” la parte denudata.<br />
Altro modo è il cercare di provocare una ventilazione naturale del tipo effetto<br />
camino, un condotto d’aria che dalla cantina raggiunge il lato sud del<br />
tetto. Ciò non è sempre possibile ed anche i tentativi di condotta forzata<br />
esterna, in similitudine alla posa di tubi evacuazione fumi, non danno i risultati<br />
sperati per la formazione di condensa nei condotti in specie nel periodo<br />
autunno/ inverno.<br />
Cosa offre il mercato?<br />
La pubblicità sollecita l’acquisto di molteplici prodotti; ultimamente, per<br />
fortuna, si sente parlare di “intonaci traspiranti”, saranno però tali sino al<br />
completo assorbimento di nuova umidità. Ripetiamo che la casa istante<br />
per istante, ora per ora, anno per anno tende a raggiungere l’equilibrio<br />
105
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
precedentemente citato. A proposito di citazioni, la classica “ la goccia<br />
scava la pietra” è indicativa sul fatto che il tempo non si può fermare a<br />
piacere ed anche una azione insignificante è dannosa. Ritornando al rimedio<br />
di specifici intonaci non annullate i vantaggi apponendovi sopra pitture<br />
anche se dichiarate traspiranti.<br />
Cosa evitare?<br />
Le pazzie di certe tecniche che vi propongono il taglio muro con inserimento<br />
di lamine bloccanti la risalita umidità. Purtroppo l’avvento di abrasivi<br />
diamantati (sono formati da diamanti sintetici che si ottengono sottoponendo<br />
ad altissime pressioni e temperature il carbonio) consente il taglio<br />
di qualsiasi materiale di durezza inferiore. E’ ovvio che simile tecnica<br />
mina l’integrità della struttura che alla prima imprevista sollecitazione,<br />
leggera scossa di terremoto di origine sussultante, collassa. Altra tecnica<br />
negativa è l’impermeabilizzazione della parte malata con fissativi, come è<br />
ovvio l’umidità risalirà ancora più in alto per i motivi di equilibrio.<br />
Sono anche da evitare tecniche del tipo invasivo, ed altre con<br />
l’inserimento di prodotti atti a consolidare le parti e creare una barriera alla<br />
spinta di risalita provocheranno un forzato deflusso e ristagno<br />
dell’umidità nella parte sottostante sino all’ammaloramento della struttura<br />
sottostante che, “guarda caso”, costituisce le fondamenta della casa. Ripetiamo:<br />
se non provochiamo aerazione ed incrementiamo la temperatura<br />
nella zona “sorgente” il fenomeno perdurerà. Purtroppo ciò non coincide<br />
con le esigenze dell’abitante edificio che vuole anche una cantina buia,<br />
fresca ed areata per la conservazione delle derrate alimentari, il vino in<br />
primis, ma non è detto che tutte le case possano avere tale privilegio. Si<br />
verificano anche casi in cui le grane siamo andati a cercarcele. Oltre al caso<br />
citato di danni indotti da pavimentazioni improprie delle cantine, dal<br />
battuto di terra si è passati alla piastrellatura o cementificazione. (Vedi pavimenti,<br />
mattonelle e lastre di pietra). Si annoverano casi in cui certi pozzi<br />
presenti sono stati riempiti di macerie per cui si è alzato il livello d’acqua<br />
rispetto ai pavimenti. Quando non si potevano eseguire pozzi all’esterno<br />
in quanto l’edificio era parte di un agglomerato di case e nelle adiacenze<br />
scorreva una sorgente d’acqua, ruscello o fiume, i nostri progenitori realizzavano<br />
nell’interno cantina un pozzo di estrazione dell’acqua la cui<br />
funzione sarebbe poi cessata con la distribuzione acqua mediante gli acquedotti<br />
municipali. E’ da quei tempi che i privati hanno pensato di disfar-<br />
106
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
si delle macerie di qualsiasi lavoro gettandole nel pozzo e creando la nuova<br />
anomalia.<br />
Il pozzo perdente.<br />
Anche chi non aveva il pozzo conosceva i pericoli di allagamenti in cantine<br />
di case poste in montagna o semplicemente su un pendio; volte bastava<br />
un acquazzone a provocare i guai.<br />
Una tecnica, dimenticata, è quella di creare buchi profondi con tecniche<br />
tradizionali atti a contenere, assorbire e successivamente smaltire in strati<br />
più profondi l’acqua consentendo una più rapida asciugatura. Ecco tale<br />
tecnica, il pozzo perdente, può ancora oggi essere utilizzata per abbassare<br />
il punto d’attacco dell’umidità.<br />
Gli interventi edili e l’umidità residua.<br />
A proposito di abitabilità dobbiamo ricordarci che la casa, sia nuova che<br />
ristrutturata, pur essendo costruita in massima parte di materiali inerti, che<br />
non mutano nel tempo, è “piena” di leganti, cementi, adesivi e di prodotti<br />
chimici, solventi, diluenti, resine e non ultimo l’acqua presente come umidità<br />
residua in tutti i muri, soffitti, pavimenti. In pratica il fenomeno interessa<br />
ogni locale. Per le esalazioni dei prodotti chimici i tempi di riduzione,<br />
a valori accettabili, possono variare, settimane/mesi da ultimazione costruzione)<br />
per l’umidità invece…<br />
Misure correttive per l’umidità latente.<br />
Quando vi consegneranno le chiavi di casa, e quindi prima che voi<br />
l’abitate fate la prova con un deumidificatore, si possono anche noleggiare.<br />
La presenza di acqua di risulta sarà indicatrice della salubrità ed effettiva<br />
abitabilità.<br />
Altri rimedi.<br />
Abbiamo citato l’efficacia, solo momentanea, pochi mesi/anni, della polvere<br />
di “pirimpimpina” il prodotto risanatore della pubblicità ma<br />
l’esigenza di creare anche artificialmente, la funzione risanatrice dell’aria<br />
e del calore citati. Un ambiente, ed è il caso degli scantinati, privo di circolazione<br />
d’aria genererà automaticamente l’accumulo di umidità risalente<br />
dal suolo e/o proveniente dal terreno circondante le fondamenta. Anche la<br />
catramatura e l’isolamento di tali pareti esterne dei muri di fondazione non<br />
107
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
danno sufficienti garanzie. Noi dobbiamo operare per “fare circolare<br />
l’aria”. Cosa non facile se in fase costruttiva non è stato previsto un condotto<br />
di evacuazione, sino al tetto, e altre prese d’aria che aiutano a generare<br />
l’aspirazione verso l’alto. E’ la differenza di temperatura e pressione<br />
atmosferica che genera una corrente ascensionale dell’aria.<br />
Anche l’attuazione di una camera d’aria, il vespaio, sotto edifici non cantinati<br />
non ha successo senza l’aspirazione verso il tetto. In pochi mesi, in<br />
mancanza dell’aspirazione dell’aria avremo un equilibrio di umidità permanente<br />
e ristagnante sotto i pavimenti dell’edificio. Non sono rimedi facili<br />
da attuare ma qualche raro specialista del settore potrà giudicare endemico<br />
o risolubile problema dell’umidità di casa vostra, forse dovremo<br />
richiedere la consulenza di un tecnico della ventilazione delle miniere sotto<br />
suolo.<br />
Nel frattempo voi praticate bocchette di aerazione nella porte di accesso<br />
alle cantine ed assicuratevi che le finestre che si affacciano al livello terra<br />
siano sempre ben aperte (anche in inverno non c’è alcun pericolo di gelo<br />
nelle case abitate).<br />
Umidità e condensa.<br />
Noi tendiamo a coprire, nascondere, con vernici le relative magagne. Va<br />
da sé che il problema condensa rivela una anomalia di ventilazione, in bagni<br />
e cucine, e/o di costruzione, punto freddo o ponte termico, in altri ambienti.<br />
Se non lo ritenete una anomalia endemica procedete come accenneremo.<br />
Evitate i prodotti vernicianti con antimuffa. Ritorniamo al problema<br />
della salubrità. Ha senso dare un prodotto “chimico” su circa 50 mq. di<br />
superficie, valore pareti di un locale medio, quando la zona interessata è<br />
inferiore a 0,5 mq.? Un rimedio efficace e poco costoso per l’asportazione<br />
macchie è la classica candeggina (ipoclorito di sodio). Proteggete i pavimenti<br />
sottostanti, e con particolare cura quelli in legno, e tamponando con<br />
spugna o pennello di volta in volta immerso in acqua e nettato otterrete<br />
una parete pulita che lasciata asciugare vi consentirà, dopo alcuni giorni,<br />
la “pittura” rigorosamente traspirante. Può succedere di dover ripetere<br />
l’operazione di pulizia nei giorni successivi. Rammentiamo che tutte le<br />
operazioni che si effettuano con prodotti chimici, nel nostro caso candeggina<br />
ed i diluenti di pittura, richiedono una aerazione dei locali sia durante<br />
che dopo l’applicazione per l’evacuazione dei vapori dannosi unitamente<br />
ad indumenti protettivi, guanti e mascherine apposite munite di filtri.<br />
108
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
Macchie di umidità: si distinguono dalle precedenti per la presenza di infiorescenze<br />
ed il colore giallastro/ocra/marrone, anziché grigio/nero. Sono<br />
sinonimo di perdita acqua. Prima di iniziare a bisticciare con i vicini, presunti<br />
responsabili, assicuriamoci se la perdita evidenziata prosegue nel<br />
tempo. Operate come precedentemente descritto e dopo alcuni giorni posizionate<br />
un pezzo di nastro di carta, quello cosiddetto di mascheratura;<br />
l’eventuale distacco e/o raggrinzimento evidenzia la persistenza del fenomeno.<br />
Ora finalmente potete iniziare a parlarne pragmaticamente con il<br />
vicino meglio se lo farete assistere di persona alla ripetizione del test che<br />
lo coinvolgerà; i fatti contano più delle parole…<br />
La “neve” sui muri: i salnitri.<br />
Talvolta sui muri esterni di case vecchie compare una lanuggine bianca<br />
simile a neve o cotone.<br />
Si tratta di “salnitro”, nitrato di potassio, proveniente da residui organici di<br />
animali, da stalle-pascoli o da sabbie, della malta, non lavate ed inquinate.<br />
Non esistono rimedi facili e definitivi; valgono alcune norme citate per<br />
l’umidità e cioè i rifacimenti periodici degli intonaci. Rammentate che è il<br />
potassio è un prodotto chimico aggressivo, intacca i metalli dei serramenti,<br />
ed è esplosivo come noi ragazzini sapevamo bene facendo saltare le relative<br />
pastiglie con un secco colpo di tacco. A volte l’operazione danneggiava<br />
le scarpe con le conseguenti ripercussioni, termine appropriato, dei<br />
genitori.<br />
LE ACQUE DI SCARICO: I REFLUI<br />
Acque bianche e acque nere ovvero le acque non meteoriche<br />
Si tratta della suddivisione delle acque di scarico (reflue) in funzione della<br />
loro provenienza. A titolo esemplificativo sono bianche le meteoriche<br />
provenienti cioè da pioggia/grandine/neve e sanitarie varie. Sono nere<br />
quelle provenienti dagli scarichi dei gabinetti (WC). Il costruttore<br />
dell’edificio ha provveduto a circuiti separati ma l’inciviltà, ed a volte<br />
l’ignoranza di normative, è il caso dell’applicazione di trituratori di rifiuti<br />
sotto lavello vi potrebbero causare problemi. Il più comune è<br />
l’intasamento con la necessità di intervento meccanico di spurgo, operazione<br />
disgustosa e pertanto costosa.<br />
Iniziamo da quelle di casa. In casa circolano acque, forzate da condotte,<br />
che servono per uso alimentare, pulizia e per veicolare lo sporco. Com-<br />
109
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
prendono le sanitarie, scarichi di lavandini, lavatrici ecc., dette “acque<br />
bianche” da cui fogna bianca e quelle nere della tazza del water, dette fogna<br />
nera. I problemi sono noti a chi ha richiesto tali interventi di spurgo<br />
per risoluzione anomalie. Potrete ridurre od eliminare tali costi a condizione<br />
di conoscenza preventiva sul come operare.<br />
Iniziando dalla fogna nera un metodo virtuoso consiste nell’utilizzare<br />
correttamente i condotti. Nessun scarico improprio di lavatrici e simili.<br />
Il calore delle acque di scarico può deformare i condotti; nelle case vecchie<br />
i tubi erano e sono in gres vetrificato o comunque rigidi, ed i residui<br />
saponosi si ancorano nelle giunzioni, specie nei moderni tubi in plastica<br />
nera, sino ad occludere l’intero foro di scarico. Anche la scelta della<br />
carta igienica va rivolta a prodotti di rapida, si fa per dire, biodegradabilità.<br />
Fate una prova immergendone alcuni strappi in un contenitore d’acqua: deve<br />
rompersi a pezzettini quando cercherete di sollevarla dopo poche ore di<br />
immersione. Da questa prova dedurrete che anche il “semplice” panno carta<br />
da cucina o tovaglietta non vanno gettati nella tazza! Questa brutta consuetudine<br />
è il cruccio principale degli Autogrill e ristoranti situati a piano terra!<br />
Altra pratica diffusa, ma dannosa, è quella di gettare nella tazza del water<br />
avanzi di cucina per di più oleosi. Il consiglio, blando, è l’utilizzo periodico<br />
di aceto tiepido e bicarbonato atto a sgrassare i condotti.<br />
Le anomalie ed i rimedi.<br />
Diametri tubi insufficienti, è il caso di case ampliate, inclinazioni di posa<br />
insufficienti, posizioni “infelici” dello scarico rispetto ai collettori municipali<br />
con specifiche esigenze di pompe dedicate potrebbero essere un<br />
male endemico. In tal caso vi costerà meno un contratto periodico di<br />
spurgo e vi garantirà da imprevisti spiacevoli ed improvvisi.<br />
ACQUE BIANCHE<br />
Per le acque di casa, a volte la denominazione è eufemistica in specie per<br />
quelle delle lavatrici.<br />
A differenza di quelle nere abbiamo in casa un segnalatore di prossimo intasamento;<br />
si tratta di un contenitore (sifone a pavimento) in cui convergono<br />
i vari scarichi, lavello/ vasca da bagno/ bidet, prima di essere convogliati<br />
nel condotto di evacuazione acque bianche. In genere è situato in un<br />
angolo del locale bagno ed è accessibile tramite un coperchio avvitato,<br />
110
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
previo smontaggio di una mostrina in acciaio inox che lo abbellisce e protegge<br />
dai prodotti di pulizia pavimento.<br />
La prevenzione.<br />
Senza “rubare” il mestiere agli idraulici soppesiamo il fatto che la scorrevolezza<br />
e la detergenza dell’acqua vengono alterate da qualsiasi “estraneo”<br />
quale il deposito di residui saponosi. E’ intuitivo pensare che l’acqua rallenta<br />
la sua velocità in corsa nei condotti con bassa pendenza mentre riprende il<br />
ritmo quando la discesa è verticale. Ad aggravare il rallentamento ci sono<br />
giunzioni improprie, ne parleremo nel capitolo tubi, e l’adesività dei residui<br />
saponosi alle superfici di scorrimento.<br />
Ne consegue che il punto intasato sarà in fine curva od in prossimità di<br />
giunzione in zona di basso scorrimento.<br />
Come abbiamo citato la biodegradabilità per la carta igienica maggiormente<br />
dovremmo adottarla nella scelta detersivi, e ciò anche per<br />
l’inquinamento da essi provocato.<br />
I rimedi di spurgo casalinghi.<br />
Mutuando l’operato degli addetti allo spurgo rammentiamo che l’azione<br />
meccanica, acqua in pressione ed eventuali scovoli, hanno la maggior efficacia<br />
e non incrementano i danni ecologici dei disotturanti chimici (tra<br />
l’altro dannosi per l’impiantistica).<br />
E’ la forza dell’acqua, pressione e velocità di erogazione il pulitore per<br />
eccellenza; per accentuarne l’efficacia l’operazione va ripetuta periodicamente<br />
e con maggior frequenza nei lavelli da cucina e bagno ove agli agenti<br />
otturanti citati si aggiungono sfridi da cucina o da pulizia personale.<br />
Anche il classico sturalavandini ha efficacia se sarete in due persone, come<br />
nel caso precedente, ad eseguire l’”operazione”. L’aspirazione, il risucchio,<br />
avviene solamente se vengono otturati provvisoriamente, es. con<br />
uno straccio, e simultaneamente tutti i fori di carico presenti nel lavello,<br />
dal foro di troppo pieno all’eventuale scarico gemello di lavello a due vasche.<br />
L’azione di risucchio sarà tale che tenderà a “disarcionare” il manufatto<br />
dai suoi ancoraggi. Pertanto agite gradatamente sino ad operazione<br />
conclusa.<br />
Qualora l’azione non porti frutti sufficienti occorrerà operare sui sifoni a<br />
pavimento ma, in questo caso, necessita l’apporto di un addetto.<br />
111
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
Le concause.<br />
In analogia alla quotidianità la velocità di discesa all’acqua in un condotto<br />
è rallentata anche dalla mancanza d’aria: la massa fa da tappo. E’ il caso<br />
che constatiamo quando travasiamo un liquido, ad esempio con un imbuto,<br />
in un recipiente. Qualora non lo sollevassimo dal collo del recipiente<br />
l’acqua od il liquido rallenterebbero enormemente la velocità di discesa.<br />
Osservate i movimenti del barista che vi versa la bibita in un bicchiere;<br />
provocherà una spirale con un vortice interno. Otterrà pertanto una rapida<br />
discesa del liquido.<br />
Parimenti le nostre colonne di scarico, sia bianca che nera, dovrebbero<br />
avere delle tubazioni di sfiato collegate e raggiungenti il tetto o comunque<br />
oltre il punto più alto di scarico dell’edificio.<br />
All’aumentata velocità di deflusso scarichi, e conseguenti minori intasamenti,<br />
si associa l’eliminazione della “puzza di gabinetto” avvertita con la<br />
bassa pressione atmosferica.<br />
Le case vecchie sono in genere prive di tali sfiati realizzabili comunque<br />
ma in facciata esterna. Potrebbe essere l’occasione per realizzarci assieme<br />
l’aerazione cantine.<br />
La velocità di evacuazione.<br />
Non ripetiamo quanto già accennato per l’acqua piovana ma qui abbiamo<br />
l’aggravante che la velocità di fuga dell’acqua è rallentata da percorsi “in<br />
salita” provocati da sifoni sulle condotte di scarico e da giunzioni, alcune<br />
improprie, di tali tubazioni che facilitano l’adesione dei prodotti scaricati<br />
specie residui saponosi. A ridurre la velocità dell’acqua, già bassa per le<br />
limitate pendenze (una volta i bagni erano con pavimenti più alti della zona<br />
abitazione appunto per incrementare tale pendenza) si incontra un effetto<br />
tappo dovuto alla citata mancanza di colonne di sfiato.<br />
Vedere anche corretto utilizzo dei materiali plastici.<br />
COME RIDURRE I DANNI DA NEVE E GHIACCIO<br />
SPECIE IN FASE DI DISGELO<br />
La neve ristagnante e le temperature rigide generano umidità ristagnante<br />
per lungo periodo ed in più “assicurano” fessurazioni di solette e conseguente<br />
infiltrazioni nei locali sottostanti a lastrici, terrazze o balze del tetto.<br />
Sono i casi più infidi in quanto d’abitudine guardiamo per terra e liberiamo<br />
passaggi di accesso scoprendo che il suolo si è “alzato” con rotture<br />
112
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
varie di selciati ed asfalti che impediscono l’apertura di cancelli e box. La<br />
prima regola è quella di facilitare di il deflusso acqua di scioglimento e,<br />
come già citato per l’acqua, la neve non deve sostare su cornicioni, balze,<br />
lastrici, balconi e contro i zoccoli facciate. Forse non immaginate che le<br />
gronde ed i relativi tubi di scarico sono pieni di ghiaccio che impedisce lo<br />
scolo che invece stramazza, a volte unito a pericolosi blocchi di neve, fuori<br />
dalle gronde o peggio, cerca la discesa da fessurazioni varie ed in alcuni<br />
casi l’acqua va in salita a cercarsi una fuga (è il caso dei tetti). Operate<br />
pertanto, senza rischiare incidenti, asportando o riducendo il ghiaccio in<br />
primis dall’imbocco canali di gronda. Potete usare uno spezzone di tondini<br />
da armatura, o per i più tecnologici, dei cavi o tappetini scaldanti. Asportate<br />
provvisoriamente i funghi parafoglie che sono ostacolo in quanto<br />
pieni di ghiaccio. Utile risulta la perforazione della neve, scivolata ed ostruente<br />
le gronde. Con una lunga canna, svettatoio o il citato tondino fate<br />
dei buchi nei blocchi; il poco tepore invernale “inviterà” l’acqua a perforarne<br />
il ridotto manto sottostante incanalando l’acqua nei canali di gronda.<br />
Con il senno del poi a Primavera procederete a piccole modifiche strutturali<br />
applicando paraneve, incrementando altezze converse, ponendo cavi<br />
scaldanti ecc.. Rammentate che ciò che non avete a portata di vista, esempio<br />
la seconda casa, dovrà ricevere stesse cure da voi o da un vostro<br />
incaricato.<br />
Abbiamo trattato i rifiuti liquidi, ora trattiamo quelli solidi.<br />
I RIFIUTI DOMESTICI … TRA IL DIRE ED IL FARE<br />
Diamo sempre la colpa agli altri, per esempio alla politica. In genere ci si<br />
azzecca!<br />
È sufficiente annotare che gli inceneritori vengono pomposamente chiamati<br />
“termovalorizzatori” da cui si ricavano “certificati verdi”, leggere autorizzazione<br />
ad inquinare.<br />
Ciò nonostante la colpa è anche nostra in quanto i rifiuti li produciamo noi<br />
e non la politica.<br />
Uno dei difetti innati nell’italiano è la pigrizia e tale anomalia aumenta dal<br />
Nord al Sud acuita dal caldo che attenua certe virtù …<br />
Esaminiamo pragmaticamente il fenomeno rifiuti:<br />
- la quantità della loro “produzione” è funzione della nostra scelta di acquisto<br />
a monte<br />
113
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
e<br />
- dalla selezione dei materiali di risulta a valle dopo l’utilizzo.<br />
La storia e l’evoluzione.<br />
Dai primordi l’uomo smaltiva i rifiuti fuori casa ed in luoghi sempre più<br />
distanti dall’abitazione.<br />
Scoprì poi che “selezionando”, e qui interviene l’evoluzione, ne utilizzò<br />
alcuni quali fertilizzanti o per utilizzi energetici (il fuoco) o ancora come<br />
materiali da costruzione per le dimore. La tecnica è tuttora adottata nei paesi<br />
da noi detti sottosviluppati. Col tempo molti rifiuti smaltiti presentarono<br />
l’inconveniente della non biodegradabilità, e siamo al ventunesimo secolo,<br />
per cui la distanza di accumulo aumentò a dismisura in quanto emettevano<br />
aria fetida inquinando sia il terreno sia le falde acquifere; rammentiamo<br />
l’aforisma “non nel mio giardino …”.<br />
I rimedi.<br />
I rifiuti ideali, si fa per dire, dovrebbero essere: minuti, di materiale omogeneo<br />
(privi di elementi estranei quali coperchi in metallo su contenitori in<br />
vetro/ tappi in plastica sulle bottiglie in pregiato pet dell’acqua minerale e<br />
bibite/ prive di residui di olio o liquidi nelle scatolette/ punti metallici su<br />
riviste e cartoni/fogli di polietilene per alimenti su carte da imballo alimenti<br />
per citare i più comuni) e…soprattutto secchi.<br />
Quanto citato non è il nostro modo di procedere abituale e ritorniamo alla<br />
nostra innata pigrizia. Tendiamo ad evitare la selezione pur conoscendo i<br />
danni finali scandalizzandoci poi sulla gestione della “monnezza” mutata<br />
di nome in ecologia dei rifiuti che propone gli “indispensabili” termo inceneritori,<br />
ma anche in questo caso” non nel mio giardino”.<br />
Le cose da fare.<br />
Mutare le abitudini, in primis. Non seguire il passato modo di operare:<br />
chiuder bene i sacchetti della spazzatura per non vedere, e poi sentire, cosa<br />
genera la miscellanea dei rifiuti immessi!<br />
Evitare rifiuti bagnati o con merci che contengono acqua (verdure/avanzi di<br />
alimenti/sfalci ad esempio) abitualmente detto umido. Risulta ovvio, anche<br />
ai non chimici, che l’umido crea reazioni, la volgare puzza, e maggiormente,<br />
impedisce la selezione a valle. Il tutto finisce nel c.d.r. (combustibile da<br />
rifiuti) e successive eco balle, termine azzeccato, da incenerire.<br />
114
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
Le buone azioni della politica.<br />
Sono tali la raccolta differenziata, la creazione degli ecocentri e consorzi<br />
specifici di recupero, l’emanazioni di leggi (seppur tardive) per l’imballo e<br />
lo smaltimento di rifiuti particolarmente inquinanti.<br />
Il ”mea culpa”.<br />
La nostra maggior colpa è quella di non conoscere, neppure, l’ubicazione<br />
degli ecocentri e l’esistenza di tali normative! Pretendiamo poi la raccolta<br />
differenziata porta a porta dimenticando la congestione del traffico ed i relativi<br />
costi. In verità si contano comuni virtuosi ma, dovremmo ritornare<br />
sul discorso della latitudine Nord-Sud. Anche la Capitale non brilla in tal<br />
campo forse anche per l’ignoranza dimostrata in tal campo da alcuni politici<br />
intervistati da una troupe satirica…<br />
I rimedi.<br />
Ginnastica e ripasso di matematica,fisica e chimica. Siamo fuori tema?<br />
No! Per ginnastica o palestra intendiamo l’impiego di forza fisica per<br />
strappare contenitori, scatole in cartone per ridurne il volume/ asportarne<br />
la parte con nastrature o punti metallici (per i più deboli esistono utensili<br />
taglienti, a volte troppo, quali le taglierine). Richiede sforzo anche la separazione<br />
di materiali accoppiati quali i fogli di polietilene dalla carta di<br />
imballo per salumi, carne, pesce, formaggi. Così pure lo strappare la parte<br />
in plastica su cui si avvita il tappo dei contenitori latte e bibite varie.<br />
Tra l’altro la separazione di tali rifiuti consente un agevole scolatura delle<br />
ultime gocce dei liquidi dapprima contenuti evitando il conferimento<br />
di rifiuti umidi che funzionano da catalizzatore alterando tutto ciò che ne<br />
viene a contatto.<br />
Per fisica, chimica e matematica (meglio geometria dei solidi e topologia)<br />
intendiamo lo sforzo mentale per capire dove agire quando si interviene su<br />
di un oggetto voluminoso. Tra l’altro si imparano tante cose quali l’abilità<br />
del produttore ad utilizzare un monomateriale e minor imballo facilitando<br />
l’assemblaggio finale. Digressione: non ce vogliano certi docenti ma alcune<br />
materie sarebbero meno ostiche se suffragate da esempi pratici ed abituali!<br />
Per chimica intendiamo la conoscenza, almeno basilare, dei vari materiali<br />
che finiranno nei rifiuti e le alterazioni provocate dalla miscelazione di<br />
componenti diversi, in realtà reazioni chimiche, innescate da liquidi in presenza<br />
di aria (reazione aerobica) od in sua assenza (reazione anaerobica).<br />
115
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
Non spaventatevi per i termini citati che, forse, potranno essere utili ai legislatori…<br />
Rimarchiamo che tutti i “liquidi” rendono il rifiuto non selezionabile facilmente,<br />
per cui finiranno in discarica con tutti i guai citati.<br />
Un po’ di tecnica.<br />
La gestione ecologica dei rifiuti deve ricercare prioritariamente il recupero<br />
di materiali riciclabili, in alta percentuale, per poterli miscelare con materiali<br />
vergini da reimmettere sul mercato. La raccolta differenziata agevola<br />
tale destinazione ma, non ha ancora raggiunto, eufemismo, quanto le aziende,<br />
con i loro materiali di risulta, attuano da decine di anni per<br />
l’economicità gestionale. Abbiamo già citato come dovrebbero essere conferiti<br />
i rifiuti ideali ma, la miscellanea tra di essi vanifica i vantaggi del riciclo<br />
e, peggio, può danneggiare i costosi sistemi dei recuperatori a valle.<br />
La tecnica di selezione.<br />
Se i rifiuti sono secchi possono essere posti su nastri trasportatori, sono<br />
simili ai tappeti mobili pedonali, ove sensori ottici/dispositivi magnetici/ventilatori<br />
ed altri suddividono i materiali in funzione delle caratteristiche<br />
fisiche. Si può facilmente capire che, per gli elevati costi di funzionamento,<br />
la selezione è veloce e pertanto grossolana.<br />
La bontà dei rifiuti, o meglio l’entità del riciclo, dipende dalla nostra selezione<br />
a monte.<br />
Le priorità.<br />
Sono correlate al potere inquinante: l’olio esausto di frittura/ le pile/le<br />
lampade a risparmio (contengono mercurio) tanto per citarne alcuni sono i<br />
rifiuti che provocano i maggiori disastri ed all’intrinseco risparmio energivoro<br />
per la produzione di nuova merce. L’alluminio delle lattine vale<br />
decine di volte la lamiera in ferro delle scatolette. Anche il vetro è energivoro.<br />
Alcuni rifiuti hanno materiali pregiati: si spazia dal pet delle bottiglie<br />
per alimenti alle apparecchiature elettroniche che contengono argento<br />
e metalli rari.<br />
Le cose da non fare.<br />
“Infilare” materiali speciali quali pirofile o piatti in melanina o in ceramica<br />
e lampadine fulminate nei rottami di vetro. Miscelare nella plastica tra-<br />
116
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
dizionale, quella molliccia e pieghevole, la plastica rigida di un casco/ di<br />
un giocattolo/ di un arnese da cucina. Vi domanderete se occorre essere un<br />
tecnico per differenziare un rifiuto ma, nel dubbio inserite l’oggetto misterioso<br />
nell’indifferenziata. Nulla vieta di informarvi presso gli addetti agli<br />
ecocentri.<br />
Scelta oculata nell’acquisto dei prodotti.<br />
Evitare confezioni con elevata percentuale di imballo correlata al contenuto;<br />
i peggiori in assoluto sono i blister (plastica pregiata che, protegge,<br />
similmente ad una campana di vetro, prodotti anche di basso valore, ma<br />
adagiati su cartoncino con pubblicità accattivante). Sovente non si riesce<br />
a separare e suddividere i differenti materiali. Richiedete inoltre al vostro<br />
macellaio di usare carta da imballo facilmente separabile. Quando acquistate<br />
certa frutta e verdura evitate gli imballi comperandola sfusa immettendola<br />
poi nella ormai famosa borsa ecologica. La carta igienica o quella<br />
per le fotocopie esistono in versione riciclata. Non acquistate bombolette<br />
spray, dalla schiuma da barba al deodorante: non sono riciclabili e,<br />
peggio, se immesse nelle” lattine” costituiscono piccole “bombe” che<br />
danneggiano i sistemi di recupero. Molti indumenti non necessitano del<br />
lavaggio a secco (con acidi) in tintoria ma sono lavabili a casa nostra con<br />
detersivi vegetali, la vecchia saponaria, che hanno il vantaggio di non irritare<br />
l’epidermide in specie femminile data l’abitudine di portare indumenti<br />
aderenti per esaltare le forme. E’ pur vero che i detersivi non sono<br />
r.s.u., rifiuti solidi urbani, ma sia nella produzione che nello smaltimento<br />
provocano enormi danni all’ecosistema. Avete mai pensato che l’utilizzo<br />
di detersivi liquidi anziché in polvere richiede maggior energia per il trasporto<br />
unitamente ad un elevato impiego di confezioni in plastica da<br />
smaltire? Vorremmo inoltre proporvi una riflessione: se i produttori, in<br />
questo caso multinazionali, scrivono a chiare lettere che l’abuso di dosaggio<br />
può inquinare fiumi, laghi e mare come mai continuiamo imperterriti<br />
nelle cattive abitudini? Il fatto che ciò perseveri anche per il fumo<br />
e l’alcol sta ad indicare che siamo plagiati mentalmente? Forse occorre<br />
una meditazione con un grado di approfondimento più elevato di quello<br />
attuato dai produttori nei nostri confronti, hanno iniziato con le soap opera,<br />
non sarà facile ma è un dovere. Un invito ai fumatori: le cicche, concentrato<br />
di nicotina/catrame/arsenico(forse) sono altamente inquinanti.<br />
Vanno gettate, spente, nell’indifferenziata e non per terra o nel wc. Qui la<br />
117
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
politica è assolta in quanto predispone nelle aree di sosta bus appositi<br />
contenitori poco utilizzati a giudicare da quante cicche sono per terra.<br />
Rammentiamo che il loro dilavamento finirà in fogna, stranamente detta<br />
bianca e poi depurata finirà nell’acqua da bere (informiamoci sui parametri<br />
di potabilizzazione adottati dalle varie municipalizzate). Forse, il ripasso<br />
del testo di Monsignor della Casa sarebbe efficace; non possiamo<br />
sempre incolpare gli altri.<br />
Il fare.<br />
Selezioniamo in casa e poi, periodicamente consegniamo all’eco-centro;<br />
miglioreremo la destinazione finale dei rifiuti.<br />
Le buone notizie.<br />
La crisi economica spinge verso un utilizzo ottimale delle risorse, anche i<br />
rifiuti sono considerati tali. L’italica carenza di materie prime ci ha sempre<br />
spinto ad un riutilizzo degli scarti. Come non ricordare che nel dopoguerra<br />
i rottami di ferro, compresi quelli provenienti da ordigni bellici diede nuova<br />
vita (dalle bombe!) alla costruzione di attrezzi agricoli, mezzi d’opera e<br />
trasporto e per le nuove abitazioni. Odiernamente i colossi Cina ed India<br />
fanno incetta mondiale di rottami ferrosi e di apparecchiature elettroniche<br />
obsolete gettate anche da noi.<br />
Anche in Italia ci sono alcuni recuperatori; un industriale lombardo, da<br />
questi ultimi rifiuti, ricava centinaia di chilogrammi di argento (sic!) ed altri<br />
materiali compreso l’oro caduto come sfrido su di un pavimento in legno<br />
mandatogli da una ditta orafa inglese. Ciò a conferma del detto volere<br />
è potere. Per approfondimenti consultate i siti internet dei vari consorzi dei<br />
recuperatori; il CONAI, imballaggi in genere ne comprende altri. Il sito<br />
retenatura.it riporta quelli utili in campo domestico.<br />
IL FUOCO, l’altro nemico<br />
Il fuoco, un agente a volte “segreto”.E’ l’altro nemico prioritario unitamente<br />
all’acqua.<br />
Come tale va tenuto in prigione, es. in caldaia, od osservato a vista se con<br />
fiamma libera nella cucina a gas o caminetto “aperto”.<br />
E’ estremamente pericoloso e se ci sfugge blocca il tempestivo raziocinio<br />
a contrastarne la fuga.<br />
118
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
La mancanza di segnali preventivi.<br />
Il pericolo è più subdolo, quando è nascosto dentro involucri quali i focolai<br />
ed i tubi. Sono pochi i segnali premonitori quali annerimenti ed il surriscaldamento<br />
dei tubi di evacuazione dei fumi specie nelle zone di innesto<br />
alle murature, attraversamento solai ed i relativi depositi carboniosi visibili<br />
all’esterno dei comignoli sui tetti. Inoltre la mancata possibilità di vedere<br />
l’interno canna fumaria non ci permette di constatare l’avvenuto inserimento<br />
di canne flessibili improprie. Mancando i segnali premonitori occorre<br />
porre accuratezza nella gestione di apparecchi scaldanti, da cucina<br />
ed all’uso di impianti elettrici fatiscenti, ed i conseguenti inneschi al fuoco<br />
provocati da cortocircuiti.<br />
In quest’ultimo caso, ed è frequentissimo negli impianti di illuminazione<br />
della scale, delle cantine alimentatori antenne sui tetti delle case vecchie<br />
sarebbe salutare l’applicazione di un interruttore automatico, quello che i<br />
più denominano “salvavita”. Il dispositivo assolve egregiamente il compito<br />
di sentire la differenza, riscontrata a fronte di una qualsiasi dispersione<br />
lungo il circuito elettrico servito, da cui il nome tecnico di “interruttore<br />
magnetotermico differenziale”.<br />
Qualora abbiate stufe portatili a fiamma o con resistenza ad incandescenza<br />
eliminatele anche se costituissero l’unica fonte di calore di una seconda<br />
casa. Ricordiamoci che un movimento incauto di un bambino o di un anziano<br />
e/o la caduta, nelle vicinanze, di una bottiglia di liquore o peggio alcol<br />
di pulizia dei pavimenti darebbero sfogo ad incendi inarrestabili. Un<br />
secchio di sabbia, una coperta antifiamma, un estintore, ma allenatevi a<br />
costo di esaurirlo, possono aiutarvi ma chiamate subito il 115 VV.FF, vigili<br />
del fuoco.<br />
Rammentate pure di chiudere il contatore del gas, della luce ed il rubinetto<br />
della bombola del gas. Evitare l’apertura di finestre, per evacuare il fumo;<br />
se ci riuscite chiudete tutto in modo da diminuire l’aria, componente che<br />
alimenta il fuoco. In proposito lo Stato dovrebbe allenare con simulazioni<br />
i nostri figli; infatti “la seconda volta” reagiremmo in modo più razionale.<br />
Evacuazione fumi.<br />
Confrontandoci con l’industria che per estrarre i fumi ed i vapori dall’ambiente<br />
lavorativo usa estrattori elettrici, alte tubazioni e comignoli antiriflusso<br />
(hanno efficacia sia in situazioni ventose sia in caso di bassa pressione)<br />
adottiamo le soluzioni citate più economiche ma efficaci in ambien-<br />
119
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
te domestico. Adottiamo canne sporgenti oltre il colmo e comignoli antiriflusso,<br />
questi ultimi limitano leggermente l’azione di tiraggio compensabile<br />
con un piccolo innalzamento canna. Ripetiamo consultate le normative.<br />
Per fortuna ora la gente ha soppesato l’inefficacia dei comignoli eolici che<br />
però andrebbero rivisti quali procacciatori di energia elettrica.<br />
Ciò che dobbiamo evitare.<br />
Il ristagno nell’ambiente di tutti i vapori e fumi. Non pensate solo agli apparecchi<br />
scaldanti ma a qualsiasi apparato elettrico in funzione. Soppesate<br />
che la condensa ed acqua che il compressore del vostro frigo non riesce a<br />
dissipare, le gocce cadono sull’involucro motore e vengono trasformate in<br />
vapore in parte disperso nell’intorno del frigo, od al vostro computer la cui<br />
ventola di raffreddamento disperde nell’aria polveri ed altro, alle lampade<br />
che riscaldandosi scaldano l’aria ed i portalampade ecc. Nell’ultimo caso<br />
si riscontrano ancora portalampade a base urea, distinguibili dal colore<br />
giallo senape, che emettono odori sgradevoli. Potreste averne ancora in<br />
certe lampade da comodino, poco usate e quindi non autodistrutte (il calore<br />
con il tempo “cuoce” i porta lampade ed i fili) ma non per questo salutari<br />
nell’impiego.<br />
Tubi evacuazione fumi.<br />
L’acciaio inox è perfetto per l’evacuazione fumi se coibentato e rivestito<br />
da estetiche lamiere color rame.<br />
Sono da evitare gli impieghi con tubazioni flessibili per l’evacua-zione<br />
fumi ad alta temperatura. Non essendovi famigliari le temperature di uscita<br />
fumi, abbiate come riferimento 80°÷100°C per quelli evacuati da caldaia<br />
a gas sino ad oltre 250°C per un caminetto, forno, stufa a legna. Ciò vale<br />
anche per apparati ad alto rendimento, con percorsi fumi a recupero calore.<br />
In tali casi l’uscita avviene a temperatura leggermente inferiore ma<br />
pur sempre sui 200°C circa. Anche le caldaie a condensazione, a gas, non<br />
ammettono canne non a tenuta e l’acqua di condensa non sarebbe recuperata<br />
o smaltita.<br />
Il motivo di insistenza, sulle temperature, ha la finalità di scegliere appropriatamente<br />
il materiale e la consistenza (spessore) dei tubi di scarico.<br />
Nessuno di noi sostituirebbe il vecchio tubo, in ferro o pregiata ghisa, della<br />
stufa con un condotto flessibile in acciaio inox, o peggio in alluminio<br />
ma, se è nascosto in una canna muraria non ci preoccupiamo sino<br />
120
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
all’incendio tetto/mansarda ecc ...(fatto successo ad un amico bravo impresario<br />
di impianti termici che si era fidato del muratore installatore del<br />
camino a legna).<br />
In proposito rammentiamo la tecnologia di costruzione tubi già citata nel<br />
capitolo ferro.<br />
Ad esclusione dei tubi Mannesmann, in acciaio specifico per gli impianti<br />
termici, e piccole tubazioni in rame con foratura eseguita dal pieno quasi<br />
tutti i tubi sono ricavati da lamiere piegate e saldate per tutta la lunghezza.<br />
Oppure, ancora, ottenuti con locali punti di saldatura o rivettati o con i<br />
lembi ripiegati su se stessi o sovrapposti.<br />
I tubi flessibili, appunto, sono ricavati da nastri di lamiera sottile,sino a 0,1<br />
mm., avvolti ed agganciati a spirale in modo da consentire una certa estendibilità<br />
e curvatura per il posizionamento.<br />
I difetti.<br />
Lo spessore è limitato, la tenuta aleatoria, facilitano l’ancoraggio dei residui<br />
carboniosi dei fumi di scarico e presentano una “pulizia” difficoltosa<br />
(l’urto degli scovoli può danneggiare la già limitata tenuta). Anche gli ultimi<br />
nati, a doppia parete, hanno limitazioni; consultate le istruzioni del<br />
produttore e qualora non ci siano rifiutate! Ripetiamo usate prodotti marchiati<br />
ed in tali applicazioni riportanti con incisione a laser le normative a<br />
cui è stato sottoposto.<br />
I pericoli.<br />
Concludendo: elevatissimo pericolo d’incendio. Purtroppo la facilità di<br />
“incamiciatura” dei vecchi camini o l’utilizzo improprio di condotta destinata<br />
a suo tempo per una caldaia a gasolio può essere molto pericolosa e<br />
sovente è ignota all’utente. Pertanto se intendete utilizzare impianti a legna<br />
in una casa acquistata dovete far esaminare dal “fumista” (è tale<br />
l’impiantista installatore di corpi scaldanti a legna) lo stato di fatto. Rammentate<br />
che durante la pulizia di una canna fumaria si verifica la caduta<br />
verso il basso della fuliggine e residui carboniosi.<br />
Qualora non sia stato predisposto un pozzetto con relativo sportello di ispezione<br />
e pulizia avrete un’altro pericolo di incendio. Purtroppo non tutti<br />
gli artigiani vi informeranno del pericolo per problemi di competenza o<br />
forse di non conoscenza. Non succede neppure, di essere informati, per gli<br />
impianti a gas fuori norma, vedi scaldaacqua, l’ apparato di gran lunga pe-<br />
121
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
ricoloso se non posizionato in locali con doppia aerazione ecc ...<br />
D’altronde per ora la legge richiede il “libretto” solo per le caldaie! Anche i<br />
prodotti di risulta, cenere/fuliggine richiedono cure. La cenere va accantonata<br />
all’esterno casa ed inserita in scatole di latta con coperchio e posta in<br />
luoghi sicuri; fuori portata dei bambini e lontana da fonti infiammabili.<br />
Quando saranno fredde datele, unitamente alla fuliggine, ad un agricoltore.<br />
E’ un comportamento ecologico…<br />
Gli apparecchi privi di canne d’evacuazione.<br />
Ci sono apparecchi quali la cucina a gas che per ragioni economiche, e<br />
non per la spacciata modernità, non dispongono del condotto evacuazione<br />
vapori e gas combusti. Il commercio ci vuole “convincere” che sono sufficienti<br />
le cappe senza sfiati. Queste ultime con i loro tappetini filtranti assorbono<br />
al più i vapori grassi ma i gas incombusti delle fiamme dei fuochi<br />
persistono nell’ambiente. Anche in questo caso ci sono normative, dai più<br />
ritenute opzionali, che impongono le finestrelle di aerazione, sia in basso<br />
che in alto, per garantire un certo numero di ricambi aria all’ora correlati<br />
alla potenza dei fuochi/forno ed alla cubatura del locale.<br />
A peggiorare le cose abbiamo l’abitudine, se abbiamo disponibilità economica,<br />
di adottare porte a doppi vetri e per di più ben stagne. Sappiate<br />
che potrete adottarle solo se nel vetro c’è aeratore fisso e dimensionato e<br />
nella parte inferiore l’altra. L’alternativa, meno costosa, è di realizzare<br />
l’aerazione nella parte muraria.<br />
Il fumo, i vapori ed il loro percorso.<br />
Non tutti i fumi ed i vapori prodotti in casa si disperdono velocemente<br />
all’esterno.<br />
Come abbiamo detto i fattori in gioco sono numerosi: si va dalla temperatura<br />
dei gas di scarico dell’apparato scaldante alla temperatura esterna e<br />
pressione atmosferica che influenza enormemente l’azione di “tiraggio”<br />
riducendo o annullandola. Nel campo hanno notevoli esperienze i possessori<br />
di impianti scaldanti a legna, stufe e camini, devono porre in atto artifici<br />
per “aiutare i fumi ad uscire di casa”. Ciò non toglie che una volta<br />
raggiunto il tetto questi ultimi possano dirigersi verso il basso affumicando<br />
oltre al tetto i vicini di casa, ed è anche per tale motivo che i comignoli<br />
si devono “alzare” oltre il colmo del tetto, esistono normative in merito.<br />
Una malizia per non sporcare troppo i tubi fumo: prima di lasciar spegne-<br />
122
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
re il fuoco condotto al minimo, aprite tutto il tiraggio in modo che i i fumi,<br />
più caldi, brucino i prodotti incombusti che la combustione in economia<br />
lascia lungo i condotti. (Anche questo accorgimento è copiato dalla<br />
guida auto; dopo un lunga discesa, e quindi col motore al minimo, non<br />
date alcuni colpi di acceleratore per “pulire” le candele?). Queste evacuazioni<br />
sono evidenti, per colore ed odori, molte altre più pericolose sono<br />
incolore e quasi inconsistenti. Inoltre l’abitudine ad utilizzare, ad esempio,<br />
caldaie stagne (che in funzione di regole definite possono essere<br />
istallate all’interno di locali abitati) spinge l’utilizzo di forzature dei fumi<br />
di scarico attraverso i “turbo”.<br />
Ciò determina un allontanamento momentaneo dei fumi che però persistono<br />
in zona originando quella disgustosa puzza avvertibile anche dai passanti<br />
in occasioni di giornate piovose e/o con bassa pressione. Il fenomeno<br />
è maggiormente avvertibile se gli scarichi sono in facciata o balcone; anche<br />
in questo caso ci sono regole da rispettare. Tra l’altro ne risentono gli<br />
intonaci della facciata.<br />
Ricordiamo ancora che le canne fumarie in muratura, quelle originarie delle<br />
case vecchie non sono “universali” per tutti i combustibili. Mentre una fessurazione<br />
della canna utilizzata per combustibile a legna può essere, entro<br />
certi limiti e solo su parete esterna, considerata una anomalia estetica, nei<br />
casi di conversione a gas potrebbe diventare un velenoso scarico non sempre<br />
identificabile ed appunto per questo motivo è da ritenersi infido.<br />
In tutti i casi di nuovo combustibile le vecchie canne vanno incamiciate<br />
con tubi rigidi, vedi apposito capitolo; qualora l’operazione non sia fattibile<br />
occorre una nuova condotta.<br />
Possiamo assicurare che con alcune modifiche murarie, fori lungo il percorso<br />
canna per facilitare gli agganci dei vari spezzoni di tubo, è quasi<br />
sempre possibile l’operazione, le vecchie canne avevano sempre sezioni<br />
ingrandite rispetto a quelle richieste dai nuovi combustibili.<br />
Le difficoltà le avrete a cercare un impresa termica che esegua anche le<br />
modifiche murarie.<br />
L’accesso al fuoco.<br />
Trattiamo un argomento “scottante”. L’accesso al fuoco richiede cautela e<br />
raziocinio per non bruciarsi o provocare incendi. Rammentiamo alcune<br />
regole elementari: abitualmente il fuoco non conosce la legge di gravità<br />
quando si libra nell’aria. Ad agevolarlo sono le sostanze volatili dei mate-<br />
123
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
riali e… l’aria che funge da agente comburente; pertanto senza l’afflusso<br />
d’aria niente fuoco. Altro pericolo è l’andamento scomposto del fuoco<br />
provocato dalla reazione contemporanea dei vari gas che scaturiscono dalla<br />
massa di materiali accesi.<br />
La fiamma perfetta ed il suo governo.<br />
Il fuoco va modellato, in sicurezza, a nostro piacere. Tolto un iniziale innesco<br />
ed effetto scenico, in un falò o camino, con fiamme alte dobbiamo<br />
poi costringere e modellare la fiamma alla forma voluta. In un focolare, ad<br />
esempio, quella alta, sfuggente e che colpisce la parte superiore del vano<br />
fiamma è sprecata! Gli anziani,con i lunghi tubi stufa con funzione di radiatore,<br />
recuperavano il calore sfuggito al focolare. Non avendo noi tali<br />
tubi esterni dobbiamo concentrare e modellare la fiamma nell’unica parte<br />
a vista scaldante. L’altezza giusta del fuoco è circa due terzi dell’altezza<br />
focolare. Con il tempo raggiungerete l’obiettivo e risparmierete.<br />
Il fuoco, pertanto, va guidato. Ritorniamo al quotidiano: si spazia da quello<br />
in una sigaretta accesa al falò all’aperto. In casa è guidato in una caldaia,<br />
non è guidato sufficientemente in una cucina a gas e meno che mai in<br />
un caminetto aperto.<br />
Qui ci rivolgiamo ai prudenti con focolai “chiusi”. Gli anziani motociclisti<br />
sapevano, che sulla moto, aprendo lo scappamento, una valvola a farfalla<br />
che occludeva in parte la fuoriuscita dei gas di scarico potevano liberare<br />
tutta la potenza del motore. Insieme ai gas di scarico uscivano anche scintille<br />
ma ottenevano una musica (rumore) assordante che ancora ai giorni<br />
d’oggi i ragazzini cercano sul “cinquantino”. Aprendo la portina, senza dovute<br />
cautele, la potenza di fuoco, ora senza gli ostacoli dei percorsi obbligati<br />
dei fumi, si riverserà nel locale procurandovi grossi patemi e nel caso la<br />
balconata, parte antistante al focolare, non sia libera e pulita, anche danni.<br />
Non vogliamo agitarvi oltremodo ma insistiamo nel rammentare che “con<br />
il fuoco non si scherza”.<br />
Come operare?<br />
Quando si apre uno sportello di un focolare, anche quello del vostro forno<br />
in cucina, azionate il meccanismo di apertura di pochissimi centimetri,<br />
effettuate pausa esempio contando sino a dieci e poi proseguite poi<br />
sempre adagio controllando che la fiamma prosegua il suo percorso originale.<br />
Dopo 15÷20 secondi, sempre verificando il percorso fiamma,<br />
124
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
avrete l’accesso operativo. Per caminetti, stufe potete evitare gli sbuffi di<br />
fumi all’interno del locale se, prima di aprire il focolare, attiverete al<br />
massimo la fiamma aprendo tutto il tiraggio.<br />
Quanto sopra potrà servirvi anche in fabbrica sia come prestatori d’opera<br />
che responsabili alla sicurezza. In Azienda solo gli anziani insegnavano<br />
queste precauzioni ai giovani e ciò vale non solo con il fuoco ma in tutti i<br />
casi in cui all’interno di un apparato, magari una semplice lavatrice industriale<br />
si sviluppano calore e vapori. A proposito di donne: tale comportamento<br />
è loro abituale quando controllano, in forno, l’andamento cottura<br />
torta o sformato. D’altronde a scuola guida non ci insegnavano tale tecnica<br />
di apertura tappo in caso di surriscaldamento acqua?<br />
Senza voler prendere i meriti dei Vigili del fuoco, cui demanderemmo<br />
anche una maggior istruzione da farsi nelle scuole con l’aggiunta di piccoli<br />
esperimenti oltre che con il fuoco anche con robottini simulanti i<br />
crash-test automobilistici e motociclistici riteniamo estremamente utile<br />
una esercitazione preventiva. In seguito poi utilizzare tali accorgimenti,<br />
quelli di governo fiamma, nel caso di incendi accidentali comunque<br />
causati. Anche i fumi ed i vapori nocivi, i più pericolosi per la nostra incolumità,<br />
possono essere “guidati” almeno per il tempo necessario ai<br />
VVFF di intervenire.<br />
Immaginate i locali di casa coinvolti come un focolare da cui dovete allontanare<br />
i fumi; purtroppo il sangue freddo, stranamente il fuoco ci “gela”,<br />
mancherà per cui insistiamo nell’esercitazioni preventive che dovrebbero<br />
essere obbligatorie.<br />
Il fuoco quale illuminazione provvisoria.<br />
Ancora oggi, nel 2000, ricorriamo saltuariamente al sostituto della lampada,<br />
la candela. Accade quando “salta la corrente” o in una romantica cena<br />
ma, non più abituati, possiamo causare incendi in specie in adiacenze di<br />
materiali infiammabili quali il piano di un mobile. L’incendio è in agguato<br />
se, anche in questo caso, non è sorvegliato a vista, nella fattispecie si constata<br />
la presenza di bambini o ci riaddormentiamo …<br />
La prevenzione.<br />
Copiate dai sempre più rari candelieri votivi. Hanno superfici di sostegno<br />
candele in materiale ininfiammabile, ferro, e superficie di estensione tale<br />
da contenere e lasciare spegnere senza danni le candele cadute. A casa vo-<br />
125
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
stra sarà sufficiente porla su un vassoio in metallo abbellito con ciottoli,<br />
sabbia colorata od altro ma, non certamente pigne infiammabili.<br />
Fiammiferi ed accendini.<br />
Costituendo la tentazione dei cari pargoletti acquistiamo solo quelli specifici<br />
con scatto di sicurezza antibambino, i costi non sono elevati.<br />
Case vittime da incendi.<br />
Ricordiamo che le case colpite da incendio possono perdere con il calore<br />
le proprietà della calce e leganti in genere compromettendo la robustezza<br />
strutturale dell’intero edificio. Non vanno vendute con una “mascheratura”<br />
degli intonaci pena la nullità del contratto per vizio occulto.<br />
Apparati vetusti e “nuove invenzioni”.<br />
Si riscontrano ancora boilerini a gas, da cucina, privi di canna fumaria.<br />
Purtroppo sino agli anni ’70 c’era stata una enorme diffusione e la loro<br />
semplicità e robustezza, tedesca, ne ha garantito durate sino ai nostri giorni.<br />
Sono da eliminare immediatamente anche perchè i kit di evacuazione<br />
fumi messi a disposizione dalla ditta sono introvabili. Stufe catalitiche,<br />
stufe a combustibile “ecologico” prive di canna fumaria sono anch’esse da<br />
eliminare e neanche utilizzare saltuariamente nella seconda casa. Ne va<br />
della vostra incolumità. Se vi soffermate a meditare non potrete fare a meno<br />
di constatare che, per bruciare, qualsiasi combustibile ha bisogno di ossigeno.<br />
Esso verrà prelevato dall’ambiente consumandovi l’aria necessaria<br />
per respirare. Ciò è aggravato dal fatto che in caso di freddo “tappiamo”<br />
tutte le fessure, anche con serramenti a tenuta e non abbiamo apporto di<br />
nuovo ossigeno. I casi citati provocano l’avvelenamento da monossido di<br />
carbonio per “riduzione” dell’ossigeno.<br />
A proposito di stufe catalitiche ci dovrebbe essere una legge che impedisse<br />
la produzione di apparecchi mobili (su ruote) in quanto certamente<br />
qualcuno avrà la tentazione di posizionarle in camera da letto e per di più<br />
con bambini. E neanche l’utilizzo per “asciugare” le case alluvionate ha<br />
avuto efficacia il consiglio di sprovveduti. In tal caso anche la condensa è<br />
assicurata e diffusa!<br />
Il braciere classico, uno strato di sabbia o fango su di una lamiera con legna<br />
accesa sull’improvvisato braciere durante il giorno a finestre aperte si<br />
sono rivelate efficaci. Tra gli aiuti agli alluvionati la legna e le stufe erano<br />
126
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
preziose compresa l’umile e introvabile segatura, la carta assorbente<br />
dell’acqua. Il deumidificatore nel 1994, ultimo nostro intervento, era quasi<br />
sconosciuto.<br />
IMPIANTI A GAS: il fuoco al lavoro<br />
Non parleremo di manutenzione caldaie in quanto deve esistere un contratto<br />
specifico di controllo annuale ed il relativo libretto impianto ove il<br />
tecnico riporterà gli interventi ed i risultati della prova fumi. A voi spetta<br />
il compito di conservarlo ed esibirlo in caso di richiesta dell’Autorità. Sinora<br />
si è riscontrato che la P.A. più che ai controlli è interessata maggiormente<br />
al balzello economico relativo alla denuncia caldaie.<br />
Cucine a gas.<br />
Premettendo che sarebbe opportuno inserire anche questo apparecchio nel<br />
contratto di manutenzione annuale caldaia vediamo cosa possiamo fare<br />
come utenti. Suddividiamo l’attività in funzione dell’alimentazione degli<br />
apparecchi da cucina: centralizzata da rete o bombolone esterno o specifica<br />
con la bombola.<br />
Iniziamo da quella più pericolosa.<br />
Alimentazione con bombola.<br />
Verificate l’aerazione nella zona bombola, sovente posta a fianco nello<br />
stesso mobile della cucina a gas. I fori di sfiato nel mobile non devono essere<br />
ostruiti da sacchetti, detersivi, ecc..<br />
Nell’ambiente occorre la presenza di griglie di aerazione poste sia in alto<br />
che a livello del pavimento. La motivazione è da ricercarsi nella natura del<br />
gas che tende a ristagnare e pertanto la presenza di entrambe le bocchette<br />
di aerazione consente un moto convettivo; in parole povere l’aria circola<br />
ed evacua i gas ed i vapori.<br />
Purtroppo la presa d’aria bassa facilita l’entrata di aria fredda per cui sovente<br />
se ne constata l’otturazione. Occorre rimarcare che la sicurezza, in<br />
questo campo, deve essere primaria a costo di sacrifici.<br />
Tubazione di adduzione.<br />
Ha scadenza periodica e riportata ben leggibile su tutta la lunghezza del<br />
tubo. Non essendo tale scritta a vista consiglio l’apposizione di etichetta<br />
127
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
adesiva riportante la scadenza sul frontale cucina, sullo sportello scaldavivande.<br />
Anche in questo caso la scadenza è riferita ad un utilizzo domestico<br />
pertanto, se utilizzate la bombola all’esterno e, peggio, per il barbeque<br />
non esiste garanzia di durata; verificate voi l’integrità. La lunghezza della<br />
tubazione deve essere tale da evitare il riscaldamento del prodotto<br />
dall’eventuale presenza del forno. La lunghezza giusta è quella che consente<br />
anche di effettuare con facilità la sostituzione bombola. (Per gli apparecchi<br />
ad incasso i tubi sono in acciaio, il montaggio va effettuato da<br />
uno specialista).<br />
Tipologia delle bombole.<br />
Trattandosi di utilizzo pericoloso occorre orientare la scelta su quelle che<br />
hanno la valvola di sicurezza a pressione e non hanno rubinetti a vite per il<br />
collegamento all’utenza. In specie le persone anziane hanno poca dimestichezza<br />
con tali apparati. I riduttori di pressione bombole ad innesto hanno<br />
una astina che funziona da rubinetto suppletivo. In questo caso per<br />
l’utenza oltre ad una saracinesca a leva, decisamente più intuitiva<br />
dell’altra tipologia a vite, deve sollevare, in caso di utilizzo, l’astina. Per la<br />
chiusura utilizzo, azionando la leva principale l’astina scenderà automaticamente<br />
nella posizione di sicurezza.<br />
Per la regolazione pressione vi rimandiamo al capitolo regolazione<br />
fiamma.<br />
Tipologia dei fuochi.<br />
Purtroppo la legge consentiva la vendita e l’utilizzo di fuochi non valvolati<br />
e cioè con chiusura automatica del flusso del gas in caso di spegnimento<br />
occasionale del fuoco, in genere per travaso di liquidi in ebollizione. (La<br />
maggioranza delle cucine in esercizio ne sono prive).<br />
Il dispositivo funziona senza alcuna alimentazione elettrica in quanto è basato<br />
sul principio di deformazione reversibile di una apposita lamina metallica<br />
sensibile al calore, fuoco acceso, o al freddo del “fuoco” spento, anche<br />
se con manopola aperta. Consente l’uscita gas solo se la “lamina” e’ in<br />
temperatura. Ed e’ per tale motivo che in fase di accensione dovete attenderne<br />
il riscaldo premendo la manopola per almeno una decina di secondi.<br />
Il nostro consiglio è quello di alienare subito le cucine a gas non valvolate<br />
perché costituiscono grave pericolo per le persone in specie anziane che<br />
non percepiscono subito la puzza di gas.<br />
128
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
Inoltre si contribuisce a ridurre i tentativi di suicidi e scoppi tragici. E’ vero<br />
siamo catastrofici ma, quanto citato deriva da esperienze vissute; è meglio<br />
prevenire…<br />
I “piani” delle cucine a gas.<br />
Purtroppo il design ha dimenticato il concetto di “piano”. Piana era infatti<br />
la superficie di una stufa ove allontanando dal centro fuoco la pentola<br />
si riduceva la temperatura di cottura. Ora constatiamo griglie circolari<br />
(sic!) ed appoggio pentola da “centrare” perfettamente. In caso di<br />
spostamento inavvertito dei tegami è sicuro il rischio di rovesciamento<br />
padella. L’auspicio è che non contenga olio in temperatura che si incendierebbe.<br />
In verità esistono cucine moderne con piastra ad induzione simile alla stufa<br />
ma con costi di acquisto ed esercizio elevato in quanto alimentate elettricamente.<br />
Per sicurezza una coperta antincendio dovrebbe essere a portata<br />
di mano; in cucina è più pratica e con minori effetti collaterali<br />
dell’estintore.<br />
I rimedi.<br />
Il mercato degli accessori e ricambi offre griglie quadre, rettangolari atte<br />
ad un sicuro appoggio dei tegami.<br />
Forni a gas.<br />
Il consiglio è di evitare l’acquisto di cucine con forni a gas, i primi che,<br />
per fortuna, la legge ha richiesto a costruzione valvolata.<br />
La motivazione va ricercata in quanto la presenza del forno richiede obbligatoriamente<br />
l’incremento dell’aerazione prima descritta che in genere<br />
non è proporzionata ai nuovi incrementati bisogni volumi di ricambi aria/ora<br />
che la potenza degli apparecchi a gas presenti in un locale richiede.<br />
Sono inoltre fonte di pericolo ustionante per i bambini. Si riscontrano<br />
casi di utilizzo del forno a gas, che lasciato con sportello aperto “funziona”<br />
da riscaldamento improvvisato. La pratica è pericolosa in quanto altera<br />
la fiamma e produce vapori e condensa, che l’aerazione non riesce a<br />
smaltire. Inoltre non consentono la cottura dei cibi in modo ottimale raffrontate<br />
ai forni elettrici ventilati e pertanto con uniforme diffusione del<br />
calore.<br />
129
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
Manutenzioni comuni sulle cucine a gas.<br />
Rammentando quanto precedentemente riportato sulla sostituzione tubo di<br />
adduzione gas passiamo alla regolazione bruciatori.<br />
Regolazione fiamma.<br />
L’obiettivo è quello di avere fiamma ottimale ed insensibile o almeno in<br />
misura accettabile, alla variazione di utilizzo ( tutti i fuochi accesi al massimo<br />
in contemporanea ) e alla variazione di pressione del gas in relazione<br />
al contenuto residuo della bombola; inoltre deve “tenere” il minimo. La<br />
riprova di una corretta registrazione si ottiene provando il minimo avendo<br />
tutti i fuochi accesi. Soffiando leggermente sulla fiamma non deve spegnersi!<br />
La regolazione avviene ruotando una apposita vite il cui accesso richiede<br />
lo smontaggio manopola. Troverete anche altra vite bloccata ed evidenziata<br />
con vernice rossa. Non va toccata in quanto preregistrata in fabbrica.<br />
Aspetto visivo.<br />
La fiamma deve essere azzurra, a forma di dardo, ben aderente alla corona<br />
di bruciatori.<br />
Pulizia dei bruciatori.<br />
Dopo aver chiuso l’adduzione centralizzata del gas pulire i due componenti<br />
principali, base e coperchio del bruciatore. Asportare lo sporco entro il<br />
vano dove è posizionato l’ugello aspirando con l’apposita bocchetta<br />
dell’aspirapolvere. Qualora ci siano ugelli otturati parzialmente un accorto<br />
far da sé può procedere alla pulizia utilizzando uno spezzone di cavo elettrico<br />
e dopo aver messo a nudo una lunghezza di circa 15 mm della treccia<br />
di rame interno isolare uno o più fili solidali a seconda del diametro<br />
dell’ugello. Inserendoli nei fori e muovendoli in verticale si otterrà il ripristino.<br />
Non usare in modo assoluto altri materiali e mai forzare!<br />
Per i ”curiosi” gli ugelli sono in ottone e pertanto non vengono intaccati<br />
solo da materiali più “teneri” quale il rame dei fili luce.<br />
Pulizia forno e cassetto scaldavivande.<br />
Per quanto porgiate attenzione all’utilizzo si riscontrano briciole o avanzi<br />
di cibo depositato sia negli interstizi del forno che nel cassetto sottostante.<br />
130
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
Asportateli con la bocchetta aspirapolvere. Rammentate che il cassetto<br />
scaldavivande non deve contenere carte e/o materiali incendiabili.<br />
Materiali per pulizia: spinti dalla pubblicità si tende ad utilizzare prodotti<br />
chimici “portentosi”. Qualsiasi azione violenta di pulizia è dovuta ad acidi,<br />
in qualche misura aggressivi nei confronti delle guarnizioni, lamiere<br />
involucro ed…ambiente. Tutte le operazioni citate vanno effettuate a forno<br />
lasciato preventivamente raffreddare.<br />
Stufe e scalda acqua a gas.<br />
Vanno assegnate in manutenzione periodica, annuale, ai tecnici specializzati.<br />
Se siete “fai da te” dimenticatevi la vostra arte in quanto con il gas, in<br />
similitudine del fuoco, non si scherza.<br />
Stufe catalitiche.<br />
Non vanno assolutamente usate. Essendo mobili si possono inserire in<br />
ambienti non idonei alla richiesta aerazione. Rammentiamo, sino<br />
all’esasperazione, che qualsiasi installazione di apparecchio scaldante,<br />
anche quello elettrico, richiede un appropriato volume di ricambi aria/ora<br />
del locale di installazione.<br />
La proliferazione di infissi moderni a chiusura ermetica annulla i tradizionali<br />
“spifferi“ e quindi i ricambi aria/ora.<br />
L’impiego inappropriato “riduce” l’ossigeno da cui derivano i gas incombusti,<br />
vedi monossido di carbonio, che sono letali. Rammentatelo per<br />
quando vi proporranno apparati privi di canna fumaria. Siamo pessimisti,<br />
è vero, ma é perché vi vogliamo bene!<br />
Il fuoco che non si “vede”.<br />
A differenza dei fuochi a legna, con fiamma a vista, abbiamo in casa fuochi<br />
a gas, nascosti o poco visibili. La tentazione di velocizzare l’intensità della<br />
fiamma, dal minimo al massimo è elevata. Ne consegue che a differenza<br />
dei fuochi a legna dove è praticamente impossibile passare repentinamente<br />
dal minimo al massimo in questi casi qualora non ci sia una fase di preriscaldamento<br />
si verifica lo spegnimento dell’apparecchio a gas. Purtroppo<br />
in caso di spegnimento o mancata accensione l’erogazione del gas prosegue<br />
nel tempo fino a quando non interviene un dispositivo di sicurezza, termocoppia,<br />
o quando questa è carente viene azionata la chiusura manuale di erogazione<br />
combustibili.<br />
131
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
Accensioni pericolose degli impianti a gas.<br />
Esaminiamo il caso di una cucina con forno a gas non valvolato, privo del<br />
sistema automatico di chiusura gas in mancanza di fiamma. Si tratta di cucine<br />
ancora molto diffuse specie ove non esiste rete centralizzata del gas.<br />
Qualora la nostra operazione di accensione non abbia esito positivo “tentiamo”<br />
la ripetizione operazione senza attendere che la sacca di gas incombusto<br />
si “diluisca” nell’ambiente circostante. Pertanto in caso di improvvisa<br />
accensione la quantità di gas che si “accenderà” sarà tale da generare<br />
una vampata o peggio uno scoppio. Anche le apparecchiature con<br />
dispositivo di sicurezza richiedono accorgimenti…L’intervento di tali<br />
meccanismi avviene con un ∆T, caldo equivale a un rubinetto aperto,<br />
freddo rubinetto chiuso, che non si riscontra nei casi di mancata accensione;<br />
ma il gas… è fuoriuscito ugualmente…<br />
Precauzioni.<br />
Sportelli forno socchiusi od aperti durante tali interventi e mani distanti<br />
dalla zona di accensione, eventuale utilizzo di accendini a becco lungo.<br />
Non procedere a tentativi ripetuti di accensione senza intervallo di alcuni<br />
minuti tra le varie prove.<br />
Nel caso di presenza di termocoppia il “via libera” e’ dato dal suono di<br />
uno scatto metallico che indica che il dispositivo di sicurezza è nuovamente<br />
attivato. Una osservazione lapalissiana: non è detto che la posizione cui<br />
ponete l’accendino sia la più opportuna; seguite pertanto le istruzioni<br />
d’uso del fornitore che vanno conservate per tutta la vita dell’apparato.<br />
Ciò vale anche per apparecchi a camera stagna, ad esempio i termoconvettori,<br />
che sono forniti di sonde apposite. Ammettiamo che le difficoltà del<br />
produttore sono tante ad “immaginare” le malefatte dell’utente non ultima<br />
l’ignorata manutenzione del bruciatore a gas che,nel caso del forno, si<br />
riempie d’unto, morchie da colature di alimenti “bruciati”, briciole, ecc ...<br />
Si evince l’esigenza di manutenzione periodica specie in caso di “disastro<br />
culinario”. Alle massaie distratte ed agli anziani l’alternativa è un forno<br />
elettrico ventilato decisamente più sicuro.<br />
Quando si riscontrano tali pericoli?<br />
Qualora l’edificio non venga abitato per lungo tempo, es. ferie o seconda<br />
casa, nelle tubazioni di adduzione gas si accumulano sacche d’aria che alterano<br />
la qualità del comburente.<br />
132
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
E’ pertanto necessario far fuoriuscire l’aria prima di procedere all’accensione<br />
di forni ed apparecchiature ad involucro chiuso e ... pericolose.<br />
Un sistema semplice è quello di aerare i locali e aprire, senza accenderli,<br />
tutti i fuochi del piano cottura. Trascorso circa un minuto richiudete tutte<br />
le manopole. A questo punto lasciando socchiuso almeno un serramento<br />
del locale procedete all’accensione dei fuochi sul piano di cottura lasciandoli<br />
tutti accesi sino a che la fiamma è stabile e di colore azzurro. Qualora<br />
sia presente un sistema valvolato tenete premuta la manopola aperta del<br />
bruciatore più grande e procedete come sopra descritto.<br />
Ora finalmente potrete accendere il forno gas lasciando socchiusa l’antina<br />
per qualche minuto.<br />
A questo punto l’accensione delle apparecchiature ad involucro chiuso,<br />
stufe e caldaie, sarà facilitata. Vale però la regola di attendere almeno un<br />
minuto o più prima di aumentare la temperatura di funzionamento.<br />
Rammentare che in caso di apparecchiature collegate a termostati, è il<br />
caso delle caldaie, prima dell’accensione occorre abbassare la temperatura<br />
di riferimento a quella riscontrata contestualmente nel locale per poi<br />
riportarla alla desiderata dopo che l’accensione al minimo è stabilizzata<br />
come precedentemente descritto.<br />
La regola di accensione graduale è sempre valida, dal fuoco a legna, a gas<br />
od elettrica e non sempre è adottata dalle persone anziane.<br />
Gli apparati più pericolosi, dal “semplice” forno a gas, sarebbe opportuno<br />
fossero sostituiti da quelli più sicuri, anche se dispendiosi, a funzionamento<br />
elettrico… la ripetizione, di tale consiglio, alla lunga gioverà.<br />
RISCALDAMENTO DOMESTICO CON ACQUA CALDA<br />
Un po’ di storia.<br />
Il caldo si è dapprima ottenuto con un falò all’aperto ma l’esigenza di avere<br />
tanto combustile, ai primordi legna, ai vincoli delle condizioni atmosferiche<br />
ed ai pericoli di propagare incendi anche al di fuori dell’area interessata<br />
hanno convinto l’uomo a racchiuderlo tra pietre e poi stufe per giungere<br />
agli attuali impianti domestici ad acqua calda il cui calore, a differenza<br />
delle stufe, può raggiungere punti distanti dal fuoco.<br />
I primi impianti, nella prima metà del ventesimo secolo erano pertanto a<br />
circolazione naturale. L’acqua, contenuta nell’impianto veniva scaldata<br />
dal bruciatore e saliva naturalmente verso l’alto per poi scendere, da cui<br />
133
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
circolava, verso il basso. Le tubazioni formavano un circuito con relativa<br />
salita (colonna di andata) e relativa discesa (colonna di ritorno). Lungo<br />
tali tubazioni erano posti dei piccoli serbatoi d acqua (termosifoni o radiatori)<br />
per riscaldare il locale, leggi vano. Il vincolo per riuscire a scaldare<br />
tali serbatoi o termosifoni era quello di posizionarli vicino alle colonne<br />
citate per utilizzare al meglio l’acqua calda che si raffreddava in<br />
funzione della distanza dal bruciatore. L’avvento tecnologico delle pompe<br />
permise di farla circolare, da cui il nome tecnico circolatore, in punti<br />
molto lontani del bruciatore. La maggior esigenza degli occupanti in relazione<br />
al confort ambientale e certe lunghe diramazioni imposti da bizzarie<br />
costruttive, hanno complicato a tal punto le cose che, in seguito alla<br />
crisi energetica, avrebbero evidenziato difficoltà di una conduzione con<br />
costi sopportabili. Purtroppo l’evoluzione e quanto offre il mercato hanno<br />
generato la convinzione di risolvere i problemi con l’adozione degli<br />
ultimi ritrovati quali, ad esempio, le caldaie a condensazione e le valvole<br />
termostatiche ritenuti la panacea a tali problemi. Non intendiamo sminuire<br />
l’importanza di tali avanzamenti tecnologici anzi, ma evidenziamo<br />
che tali apparati rappresentano una parziale soluzione su case vecchie o<br />
ristrutturate che sono oltre 80% del nostro patrimonio edilizio. E’ ovvio<br />
constatare che i consumi energetici della caldaia sono collegati al tempo<br />
di funzionamento del bruciatore ed alla sua potenza termica tale e quale<br />
la nostra auto. In similitudine all’automobile i consumi sono correlati alla<br />
potenza del motore (leggi portata termica del bruciatore), ai vincoli del<br />
traffico (leggi percorsi dei tubi) ed alle condizioni atmosferiche (leggi<br />
differenze tra le temperature di confort e quelle esterne all’edificio<br />
confort ovvero dt ) e, non ultimo, la nostra abilità di guida (leggi conduzione<br />
caldaia). Parlando di auto un guidatore accorto è in grado di consumare<br />
meno quando utilizza il miglior regime del motore previene brusche<br />
frenate ed accelerate osservando il traffico, e scegliendo il percorso<br />
più opportuno mantenendo in stato di efficienza il suo mezzo. Analogamente<br />
la conduzione di un caldaia ha tali vincoli non dimenticando che<br />
l’accelerazione della caldaia è molto più lenta (immaginate di dover sorpassare<br />
con una vecchia utilitaria un lungo autotreno in salita). Sovente<br />
ce ne dimentichiamo e siamo convinti che sia sufficiente impostare a piacimento<br />
la temperatura sul termostato. E’ ovvio pensare che più è lungo<br />
il tragitto dei tubi ed il numero dei radiatori maggiore sarà il tempo per<br />
ottenere la temperatura di confort e cioè 20 gradi, crisi economica per-<br />
134
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
mettendo. Il tempo di risposta di una caldaia non è similare a quello della<br />
vostra auto per raggiungere i 100km/ora ma varia da decine di ore per portare<br />
in temperatura la vostra casa vacanza nel week end ad alcune ore per<br />
innalzare la temperatura di pochi gradi. Il tutto è correlato alla differenza<br />
di temperatura di partenza e quella di confort (delta t). Come nell’auto le<br />
“accelerate” si pagano con elevati consumi e costi di esercizio, occorre<br />
pertanto adottare un regime privi di sbalzi. Da quanto detto si evince che<br />
anche le valvole termostatiche hanno vincoli operativi. Hanno discreta efficacia<br />
negli impianti vecchi con radiatori, in ghisa, posti in adiacenza delle<br />
colonne di mandata e ritorno ed hanno limitata efficacia se posti alla fine<br />
di lunghe diramazioni. In tal caso è ovvio che regolano la resa termica<br />
del radiatore ma i tubi di adduzione sono ugualmente riscaldati sprecando<br />
calore obbligando le pompe ad inutili fatiche /costi di esercizio. È ovvio<br />
pensare che risultano più efficaci i semafori agli incroci (leggi valvole limitanti<br />
tali diramazioni attuando il riscaldamento a zone). Parliamo ora di<br />
istreresi ovvero Inerzia termica di un coro caldo. Come un a pietra scaldata<br />
dal sole si raffredda di notte anche un radiatore e di conseguenza un edificio<br />
trattiene il calore in funzione della massa dapprima riscaldata. Il fenomeno<br />
è facilmente constatabile in una seconda casa che risulterà calda<br />
alla fine del week end o in quei palazzi condominiali dell’ ottocento con<br />
muri in mattoni e spessore di circa mezzo metro. Abbiamo espresso alcuni<br />
concetti prioritari ma, se volete approfondire leggete i successivi capitoli.<br />
IMPIANTI TERMICI, il fuoco e l’acqua al lavoro<br />
Riscaldamento domestico.<br />
Descriviamo il sistema più semplice e diffuso nelle case.<br />
Una caldaia, è posta in un circuito d’acqua lungo cui sono collegati dei<br />
corpi scaldanti, termosifoni, raggiunti da tubazioni partenti dalla caldaia e<br />
poi ritornanti nella stessa, nel percorso finale. L’acqua scaldata dalla caldaia<br />
viene mandata in circolo da una pompa che consente di effettuare<br />
l’intero percorso. Il circuito è paragonabile a quello ciclistico che includa<br />
però salite e discese. Nel nostro caso il circuito è “pianeggiante” per la<br />
parte impiantistica, mentre è tortuoso ed a saliscendi nelle colonne dei radiatori.<br />
E’ evidente che il percorso “obbligato” nei termosifoni esaurisce il<br />
calore dell’acqua per cui il ciclo si ripeterà fino al raggiungimento della<br />
temperatura prefissata di confort abitativo. Da quanto sopra si evince che<br />
il calore utilizzato è solo quello disperso nell’ambiente dai radiatori; quel-<br />
135
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
lo delle tubazioni murate è sprecato. E per stare in tema soppesate i vantaggi<br />
derivanti da radiatori elettrici alimentati o, “ pagati” dal fotovoltaico<br />
…,a ciò aggiungasi l’eliminazione impiantistica sottopavimento e muratura<br />
e l’eliminazione del pericolo insito nel combustibile di alimentazione<br />
caldaia.<br />
Impiantistica autonoma o centralizzata?<br />
Il richiamo è relativo al riscaldamento e produzione di acqua calda, tralasciamo<br />
per ora il condizionamento che, in Italia, non riveste carattere di<br />
priorità. Rammentiamo una regola fondamentale: qualsiasi apparato elettrico,<br />
termico, meccanico ha un proprio rendimento di utilizzo.<br />
Quando noi suddividiamo l’impiantistica termica in tante frazioni di utilizzo<br />
con impianti autonomi, per i singoli alloggi, questo rendimento<br />
scende e pertanto vengono incrementati i costi totali.<br />
Confrontandoci alla solita auto ed ipotizzando di dover trasportare una<br />
ventina di passeggeri occorrerebbero cinque automobili nella versione<br />
singola ed un pulmino nella versione centralizzata. Nessuno di noi, come<br />
imprenditore, opterebbe per la soluzione automobile mentre in assemblea<br />
condominiale… A ciò aggiungasi che certe innovazioni tecnologiche quali<br />
il teleriscaldamento sono utilizzabili solo con impianti centralizzati.<br />
Nell’attesa che le normative, sempre in ritardo, obblighino ad installare<br />
misuratori per i volumi d’acqua, per il riscaldamento e l’acqua calda, cronotermostati<br />
e contatori individuali per la parcellizzazione dei consumi<br />
d’acqua potabile provvediamo noi, autonomamente, a tali modifiche già<br />
attive da decenni in certe seconde case.<br />
Tuttavia se i costruttori non hanno provveduto a bilanciamenti termici, verifica<br />
locale per locale dell’efficacia impiantistica in fase di preutilizzo sui<br />
singoli alloggi, le diatribe in assemblea condominiale non avranno fine.<br />
Questa operazione è quasi del tutto “dimenticata” in quanto ci si affida al<br />
computo termico del progettista impiantistico. In realtà anche utilizzando<br />
tutta la manualistica del campo si possono verificare delle concause esterne<br />
che alterano il fabbisogno teorico della richiesta energetica. Una corrente<br />
d’aria, effetto camino, generata con la vicinanza di un’altra casa, la<br />
proiezione d’ombra di alberi o edifici sovrastanti, in periodo invernale e<br />
quindi con sole “basso” all’orizzonte o la contiguità del locale al vano<br />
canna fumaria, possono incidere sui fabbisogni teorici di certi alloggi penalizzandoli<br />
o favorendoli.<br />
136
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
La temperatura dei locali e della caldaia.<br />
Abitualmente si sente dire: la caldaia è accesa 3 o 4 ore al mattino, altre<br />
ore a mezzogiorno e nuovamente per 3 o 4 ore serali. Purtroppo sono dati<br />
relativi in quanto noi siamo interessati ad una temperatura di comfort,<br />
20°C, solo quando siamo in casa.<br />
Dobbiamo pertanto conoscere, a grandi linee, il funzionamento di una caldaia<br />
ed i tempi necessari per raggiungere la temperatura di comfort.<br />
Tecnicamente il fenomeno è relativo alla differenza di temperatura (∆T)<br />
tra il valore di partenza e il valore necessario per raggiungere i 20°C<br />
dell’edificio.<br />
E’ evidente che per passare da una sensazione di freddo, ipotizziamo<br />
16°C, al valore richiesto di 20°C occorre un certo tempo correlato alla<br />
temperatura acqua calda in circolo nei radiatori.<br />
Sappiate che i costi d’esercizio sono ad andamento esponenziale perciò è<br />
opportuno utilizzare la caldaia ed il calore residuo dei termosifoni con i<br />
∆T meno costosi.<br />
Da esperienze risultano vantaggi economici a mantenere una temperatura<br />
notturna a circa 17,5°C e temperatura di comfort a 20°C (valore prescritto<br />
dalla legge). Qualora dimentichiate l’inerzia termica impiantistica rischiate<br />
di raggiungere i 20°C quando al mattino sarete usciti per il lavoro con<br />
l’aggravante economica di aver riscaldato la casa vuota per altre 2 o 3 ore.<br />
Alcuni dati utili: occorrono circa 3 ore per passare dai 17,5°C ai 20°C, necessita<br />
una sola ora per passare da 19°C a 20°C. Il calore residuo, con caldaia<br />
spenta si può considerare latente per un periodo di ore similari. (Le<br />
caldaie a condensazione richiedono di essere sempre accese per l’intero<br />
periodo del riscaldamento e reagiscono lentamente, ciò nonostante il consumo<br />
finale sarà minore).<br />
Quanto sopra è riferito ad impianti tradizionali con tubature in ferro termico<br />
e radiatori in ghisa pesante. Già, la ghisa! Ha grossissima capacità di<br />
conservare il calore ma d’altra parte richiede un elevato tempo per arrivare<br />
a temperatura.<br />
In attesa di rifacimento impianto, prevedete un arco temporale di venticinque<br />
anni, è opportuno valutare la sostituzione di radiatori, con altri<br />
sempre in ghisa, del tipo alleggerito e maggior resa termica. Tra l’altro<br />
sono più estetici ed hanno intercapedini facilitanti il moto convettivo<br />
ascensionale dell’aria calda. Non importandovi di avere tubazioni a vista,<br />
volendo occultabili con canaline già usate per i condizionatori, per<br />
137
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
risparmiare sulle spese murarie e quanto vi è connesso in primis pavimentazioni,<br />
potrete aumentare il numero di radiatori posizionandoli ove<br />
più necessita il comfort. La caldaia non dovrà essere sostituita in quanto<br />
il contenuto d’acqua nei radiatori anche se aumentati non muterà e forse<br />
potrete ridurre la temperatura d’esercizio a circa 65°C ottenendo economie<br />
di esercizio, rammentate il ∆T. Avrete inoltre una ulteriore regolazione,<br />
locale per locale, attraverso le valvole termostatiche applicate,<br />
su vostra richiesta, sui radiatori più strategici, es. zona giorno e zona<br />
notte. Abitando in un condominio, e quindi un insieme di “partiti politici<br />
litigiosi” sarà dura anche da parte di un tecnico illuminato, il Maestro,<br />
conciliare i vari pensieri.<br />
Il consiglio è quello di adeguarsi, almeno, alle normative di legge valide<br />
però solo per i nuovi edifici. Prevedono impianti centralizzati, parcellizzazione<br />
acqua e riscaldamento, per i singoli alloggi.<br />
Riteniamo che il “contatore”, anche se parziale e relativo, abbia un alone<br />
di uguaglianza democratica che i più non osano mettere in discussione.<br />
I termosifoni ed i materiali costruttivi.<br />
I “radiatori” sono dei serbatoi in cui viene fatta circolare acqua calda che<br />
passando attraverso le colonne riscalda l’insieme rilasciando il calore<br />
all’aria circostante. Viene infatti provocato un moto ascensionale dell’aria<br />
che aspirando quella fredda e lambendo le pareti calde si riscalda e forma<br />
un moto convettivo verso l’alto; le “orme” e cioè i baffi sono visibili a lato<br />
e parte sovrastante i radiatori privi di adeguata pulizia. A differenza del<br />
radiatore della vostra auto con elevato utilizzo di lamiera a basso spessore<br />
(deve smaltire velocemente il calore del motore) qui le pareti, originariamente<br />
in ghisa, sono ad elevato spessore per mantenere a lungo il calore<br />
ma come in tutte le cose sono frutto di compromesso, calore dato/calore<br />
reso, in funzione dei tempi di funzionamento.<br />
Come già accennato se il radiatore è posto in una residenza per anziani sarà<br />
efficace ed economico un radiatore “pesante”. Viceversa, per utilizzo<br />
saltuario in una casa vacanza andrà del tipo “leggero”.<br />
La regolazione del radiatore.<br />
Teoricamente è possibile regolare l’afflusso di acqua sia in entrata, manopola<br />
posta in alto, sia in uscita, saracinesca, “detentore”, posta in basso ed<br />
agibile con apposito attrezzo (cacciavite o chiave a brugola). Ripetiamo<br />
138
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
teoricamente in quanto in realtà la tecnologia utilizzata è per usi saltuari;<br />
in genere per la messa in esercizio. L’acqua “asciuga” le guarnizioni o<br />
premi stoppa, vedrete un alone di verderame sulle parti in bronzo a volte<br />
nascoste da manopole in plastica o ghiere, ed il ripetuto utilizzo favorisce<br />
il gocciolamento sui pavimenti e peggio sul parquet.<br />
Una malizia da utilizzare quando si aziona qualsiasi meccanismo a vite<br />
occorre riportare il tutto in “tiro”. Come? Se l’apertura è sinistrorsa, antioraria,<br />
è il caso più comune, occorre svitare per almeno mezzo giro in più<br />
della posizione desiderata e poi ruotare verso destra sino al punto prescelto.<br />
Così facendo avete provocato l’aderenza delle pareti vite e sede, madrevite,<br />
e quindi impedito il trafilamento dell’acqua. Nel caso di rubinetti<br />
di acqua potabile l’accorgimento ha il vantaggio che un’eventuale colpo<br />
d’ariete, è il rumore che sentite in casa vostra dopo la riparazione delle<br />
condutture municipalizzate, non “apra” inaspettatamente la saracinesca.<br />
Ritorniamo ai radiatori, se esiste gocciolamento si deve serrare dolcemente<br />
con apposita chiave fissa la ghiera esagonale che chiude il premistoppa<br />
eventualmente ripristinando quest’ultima, la stoppa o canapa. È operazione<br />
attuabile da qualsiasi “far da sé” e non richiede la lunga attesa<br />
dell’idraulico. Una scodella raccogli gocce, sistemata sul pavimento, testimonierà,<br />
dopo almeno alcuni giorni di stazionamento, l’efficacia<br />
dell’intervento. La scodella vi sarà utile anche quando azionerete gli sfiatatoi<br />
aria ad inizio riscaldamento. In questo caso non ci sono premistoppa<br />
perché il calore ed i residui calcarei dell’acqua “salderanno” il piccolo foro<br />
predisposto. Ed è anche per tale motivo che si constata l’insuccesso delle<br />
valvoline automatiche di sfiato applicate anni addietro ai radiatori.<br />
La temperatura dell’acqua in caldaia.<br />
Ci sono operazioni che il manutentore della caldaia, a cadenza annuale,<br />
non può eseguire per conto vostro iniziando, ad esempio, dallo spurgo dei<br />
radiatori all’inizio del periodo di riscaldamento. La più semplice, ma efficace<br />
gestionalmente, è la regolazione della temperatura dell’acqua sia per<br />
il periodo invernale che per quello estivo. Mediamente i valori variano di<br />
circa 70°C e circa 50°C. Ricordiamoci che il pagato, in bolletta, è il consumo<br />
di combustibile utilizzato per il ∆T. Tutte queste regolazioni si ottengono<br />
ruotando una manopola; il riscontro oggettivo della regolazione<br />
attuata lo riscontrerete su strumentazione analogica, numeri e lancette, indicante<br />
la temperatura massima raggiunta dalla caldaia, da leggersi un at-<br />
139
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
timo prima dello spegnimento del bruciatore, qualora manchi l’indicatore,<br />
e la pressione dell’acqua in esercizio riscontrabile in diretta con l’apertura<br />
del rubinetto dell’acqua in entrata. É sufficiente avere il valore tra la tacca<br />
verde e la tacca rossa dello strumento, da 1 a 2 bar.<br />
Come si intuisce l’acqua è in pressione ed è mantenuta tale da serbatoi<br />
chiusi, i “polmoni”.<br />
Anche questi ultimi devono essere oggetto della revisione annua e non<br />
sempre i manutentori verificano la pressione di tali apparati. A volte è necessario<br />
aggiungere un polmone supplementare nei casi di impianti vecchi<br />
ricondizionati. Un segnale di disfunzionamento, mancanza d’acqua in circuito,<br />
è il gorgoglìo e ruscellamento dell’acqua nei radiatori; rumore percepibile<br />
specie nelle ore notturne.<br />
Ripetiamo, un impianto termico va condotto come l’auto, ove la strumentazione<br />
della temperatura acqua, contagiri, rumori vari della meccanica è<br />
verificata in continuo mentre si guida, pena i maggiori consumi ed i relativi<br />
costi d’esercizio.<br />
Il calore sprecato; errori più comuni.<br />
Sono quelli in cui i radiatori scaldano tappetini filtranti, mensole, mobili<br />
copritermo, tendaggi e mobilia adiacente invece di diffondere il calore<br />
nell’ambiente. Nessuno di noi metterebbe una stufa in tale posizione, invece<br />
per i radiatori complice la mancanza di fiamma non si hanno certi<br />
accorgimenti per facilitare la diffusione del calore. Anche l’impropria collocazione<br />
dei radiatori costituisce spreco non riducibile anche con particolari<br />
accorgimenti.<br />
Ad esempio i sottovani finestra hanno il muro di fondo assottigliato che<br />
costituisce pertanto una discontinuità di spessore e punto debole di coibentazione<br />
(ponte termico). Rammentiamolo per porvi rimedio, isolamento<br />
aggiuntivo di doppia parete, in occasione della sostituzione dei radiatori<br />
già citati in precedenza. Ripetiamo il principio di funzionalità del radiatore:<br />
l’acqua calda che circola all’interno scalda le pareti interne/ esterne in<br />
ghisa creando all’intorno dello stesso termosifone aria calda. Quest’ultima<br />
aspira dal pavimento e parte circostante l’aria fredda provocando un moto<br />
convettivo diretto verso l’alto. Pertanto la polvere sottostante e quanto si<br />
deposita nei vani del radiatore viene aspirata verso l’alto lasciando i “segni”<br />
del passaggio. Per evitare tali inconvenienti eliminate l'aggiunta di<br />
materassini filtranti e copritermo, spreco di energia termica, provvedendo<br />
140
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
giornalmente alla spazzatura del pavimento e settimanalmente alla pulizia<br />
dei radiatori con appositi scovoli; miglioreremo anche l’aria respirata. Potete<br />
interporre, a volte con difficoltà, quei tappetini isolanti e riflettenti, a<br />
superficie alluminata, con risultato estetico deludente ma efficace. Un altro<br />
modo sarebbe l’interporre due pezzi da lamiera preverniciata, la reperite<br />
presso i costruttori di gronde. Un pezzo va posizionato in basso, sino<br />
all’altezza dei sostegni del radiatore; il pezzo superiore con gli intagli in<br />
relazione ai sostegni, avrà andamento raggiato per favorire ed indirizzare<br />
verso l’interno del locale l’aria calda. Si otterrà un discreto isolamento del<br />
muro e si eviterà di scaldare mensole sprecando energia.<br />
Condurre, “guidare” gli impianti riscaldanti.<br />
Ritorniamo al tema riscaldamento ed ai suoi costi di esercizio. Non si conosce<br />
l’esatta motivazione del variato clima della Terra, aumento ed intensità<br />
dei fenomeni atmosferici, ma si constata che anche in Riviera, ora,<br />
occorre avere impianti di riscaldamento quasi sconosciuti 50 anni addietro.<br />
I costi delle materie energetiche hanno incrementi elevatissimi per cui<br />
occorrono particolari attenzioni alla conduzione di impianti termici. Tutti<br />
ci lamentiamo ma se osserviamo attentamente il dettaglio di tali costi (acquisto<br />
fonti energetiche, manutenzione e costi di conduzione) constatiamo<br />
che quest’ultimo rimane relativamente costante. Ciò significa elevato affidamento<br />
sui sistemi di controllo automatico (sonde interne/ esterne/ cronotermostati)<br />
che hanno grossi limiti di compromesso, mediano i vari parametri<br />
in gioco, rispetto ad una conduzione “manuale” che conosca le effettive<br />
esigenze degli occupanti. Ed è anche per tale motivo la ricerca<br />
dell’impianto autonomo. L’obiettivo, teorico, è quello di avere comfort,<br />
20°C solo quando serve. La strumentazione dapprima citata ha impostazione<br />
prederminata e non avrà mai la flessibilità da noi richiesta. Tuttavia<br />
la strumentazione è regolabile, in qualsiasi momento, dall’uomo ottenendo<br />
pertanto economie di esercizio sino a valori stimati del 30%.<br />
Il timore di “guidare” la caldaia.<br />
Rammentiamo che qualsiasi apparato dalla televisione alla caldaia ha sia<br />
un impostazione di funzionamento predeterminato, tarato, in fabbrica e sia<br />
regolazioni agibili dall’utenza. Le funzioni pretarate sono, in genere, non<br />
accessibili dall’involucro esterno; inoltre per ulteriore sicurezza le viti di<br />
taratura sono bloccate ed identificate con vernice rossa (pericolo). Le altre<br />
141
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
regolazioni, quelle ammesse, sono ottenibili con manopole, pulsanti, rubinetti<br />
di adduzione (gas/ acqua) e possono anche essere comandate a distanza<br />
attraverso interruttori azionati, ad esempio, dai cronotermostati,<br />
temperatura desiderata ora per ora, giorno per giorno ivi comprese le diverse<br />
esigenze del fine settimana.<br />
Temperatura di un locale abitativo.<br />
Il riferimento è la temperatura corporea di 37°C. I nostri vestiti abituali,<br />
quelli di stagione, compensano la differenza di temperatura, ∆T, tra la<br />
temperatura atmosferica e quella richiesta dal nostro corpo per non subire<br />
la sensazione di freddo. Questa sensazione risente oltre che della tipologia<br />
degli indumenti, a proposito sarebbe ora che d’inverno indossassimo una<br />
maglia in più o la classica “derisa” canottiera in lana, anche dalle condizioni<br />
atmosferiche in specie con tempo umido e/o ventoso. Anche la nostra<br />
attività di moto all’interno del locale incide sulla temperatura percepita;<br />
è il caso di anziani più o meno immobili e quindi freddolosi. Muovendoci<br />
all’interno dei locali riscontreremo zone con sensazioni di freddo, ad<br />
esempio di fronte a una superficie vetrata, o sensazione di caldo in adiacenza<br />
di corpi scaldanti, radiatori/stufe. Ciò sta a significare che il calore<br />
non è uniformemente distribuito nei locali con compromessi nel grado di<br />
comfort. Memorizzate tali fenomeni e le variazioni di temperatura zonali<br />
per quando interverrete sull’impianto termico. Negli impianti condominiali<br />
sono coinvolti anche altri inquilini e non sempre potrete realizzare le<br />
modifiche che se non globali saranno penalizzanti. Nell’immediato potrete<br />
valutare se integrare con altra fonte di calore, esempio stufa elettrica ad alta<br />
resa ad esempio di tipo svedese, da loro il riscaldamento è maggiormente<br />
ad elettricità.<br />
Il posto del termostato.<br />
Non pensiamo che siate tra coloro che in occasione di rifacimento di impianti<br />
abbiano già suddiviso l’impiantistica in almeno due zone, ambiente<br />
diurno e ambiente notturno.<br />
In proposito si nota nei rifacimenti impianti un abuso di valvole termostatiche.<br />
Vengono montate su tutti i radiatori! Rammentate “una massima”:<br />
tutto quello che è montato può guastarsi!<br />
Nel nostro caso si tratta di rubinetti dell’acqua con fori ed astine di chiusura<br />
minute e delicate, soggette pertanto a malfunzionamenti. Ritorniamo<br />
142
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
all’individuazione del “posto”. La metodologia di ricerca del punto ottimale<br />
per la collocazione dello strumento richiede di iniziare a rilevare<br />
pragmaticamente la temperatura minima e massima dei locali e della postazione<br />
zonale maggiormente utilizzata. In ferramenta troverete tale doppio<br />
termometro; anche se di bassa precisione a voi serviranno le varianti<br />
relative e quindi lo strumento sarà valido allo scopo. Posizionate poi il<br />
termostato nel punto prescelto come valore mediato.<br />
Funzionalmente rammentiamo che il termostato interviene a variazioni di<br />
circa 0.5°C rispetto ai valori impostati. Qualora lo strumento sia più “sensibile”<br />
la conduzione sarà più efficace ed economica.<br />
Utilizzo del cronotermostato.<br />
Consideratelo tale e quale l’acceleratore dell’auto ma, anziché il motore,<br />
governa la caldaia.<br />
L'etimologia evidenzia la regolazione della temperatura nel tempo. In pratica<br />
costituisce la programmazione cronologica di spegnimento/ accensione<br />
caldaia o condizionatore o boiler vincolandola a una determinata temperatura,<br />
sia essa di esercizio o di comfort.<br />
Con l'avvento della computerizzazione, anche il cronotermostato collegato<br />
all’impianto termico permette, in teoria, la scelta della temperatura di<br />
confort per ogni singola ora del giorno.<br />
La realtà è vincolata dal tempo di risposta della caldaia che é funzione della<br />
temperatura di partenza e quella richiesta. Questa differenza di temperatura<br />
può essere elevata o minima. In caso di spegnimento caldaia in orario notturno,<br />
tecnica di conduzione poco oculata, per passare da 15°C ai 20°C di<br />
legge, possono essere necessarie anche cinque ore mentre per passare da<br />
19°C a 20°C, può essere sufficiente un'ora di funzionamento caldaia. E’ altresì<br />
importante rammentare l’inerzia termica per cui i radiatori, se in ghisa<br />
pesante, mantengono il calore anche a caldaia “spenta”. Tale calore si protrae<br />
anche per più ore.<br />
A proposito di caldaia “spenta” potete parametrarla alla vostra pedalata<br />
in bici; non dovete pedalare sempre, muscoli (leggi caldaia) in funzione,<br />
ma vi occorrerà spingere ogni tanto sui pedali in pianura, invece in continuo<br />
in salita e riposarvi in discesa (leggi caldaia “spenta” per un certo<br />
periodo).<br />
N.B. Della differente conduzione delle caldaie a condensazione abbiamo<br />
già accennato.<br />
143
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
L'impostazione del cronotermostato e i suoi vincoli.<br />
I cronotermostati "tecnici" di case blasonate sono impostati su curve di<br />
potenza e resa termica dell’impiantistica ed altri fattori che i comuni mortali<br />
ignorano (ma le istruzioni per l'uso di corredo consentono agevoli tarature).<br />
Restando nel campo semiprofessionale, termostati reperibili in rivendite<br />
specializzate di materiale elettrico, con meno di 100 €, acquisterete<br />
dispositivi uso famiglia che dispongono di tre livelli di temperatura<br />
(notturna, periodo con esigenza di confort, e temperature di esercizio economico).<br />
Hanno inoltre l'impostazione di programmi già predeterminati<br />
per le varie zone d'Italia, più o meno fredde, e tutti gli strumenti consentono<br />
la programmazione, giorno per giorno, ora per ora della temperatura<br />
desiderata con i vincoli citati di "risposta" caldaia. Quasi tutti inoltre, hanno<br />
opzioni di funzionamento continuo con temperature antigelo(+ 7°C),<br />
con il countdown (conteggio alla rovescia) per l'accensione, ad esempio<br />
per la seconda casa, per il fine settimana ed alcuni hanno l'interruzione<br />
momentanea, circa 3 ore, per le pulizie di casa a finestre aperte o per uscire<br />
a fare la spesa. Per le funzioni dovete parametrarvi a quelle offerte, ad<br />
esempio, dai telefonini che ad eccezione di qualche ragazzo sveglio, si utilizzano<br />
solo per telefonate tradizionali.<br />
Ancora oggi si tratta di strumenti "sconosciuti" ai più anche se adottati già<br />
venticinque anni fa, nelle seconde case, di lusso, in montagna.<br />
Il troppo stroppia!<br />
Sovente in caso di modifica per la parcellizzazione si eccede in automatismi<br />
quali ad esempio l'applicazione di valvole termostatiche su ogni singolo<br />
radiatore. Vorremmo ricordare che tutto ciò che non è montato non si<br />
rompe e viceversa. Le regolazioni non devono essere "vandalizzate" dai<br />
cari pargoletti di casa e non devono costituire aggancio per giacche bagnate,<br />
borse e ombrelli. Le astine che regolano l'afflusso e la quantità di acqua<br />
calda sono delicate e minute, soggette al calcare e poco robuste anche se<br />
assolvono un utilizzo appropriato. La regolazione con un cronotermostato<br />
sulla mandata principale è meno soggetta a manomissioni ed è funzionale.<br />
Eventuali disfunzioni, locale per locale, sono riducibili con un corretto afflusso<br />
di acqua in ogni singolo radiatore. La manovra è fattibile attivando<br />
entrambe le saracinesche, anche quella "nascosta" nella tubazione inferiore<br />
(in pratica si cerca un compromesso tra la mandata di acqua calda e il<br />
ritorno d'acqua in caldaia).<br />
144
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
Qualora la disfunzione sia grave potrebbe essere necessario un bilanciamento<br />
termico ad opera di un impiantista e ciò può anche richiedere l'installazione<br />
di radiatori più appropriati. Terminando: l'utilizzo di un metodo parcellizzato<br />
di condotta del riscaldamento equipara un impianto centralizzato ad un<br />
impianto singolo autonomo e consente una riduzione sprechi (ognuno vuol<br />
pagare solo il suo effettivo consumo). Per la verità una quota residua, quella<br />
per le parti comuni dell'edificio ed esigenze di conguaglio, resta centralizzata<br />
e costituisce quota fissa pari a circa il 50% del totale. La maggiore sensibilizzazione<br />
alla conduzione e riduzione degli sprechi può incidere sui costi<br />
di gestione fino al 20%. I vincoli: la regolazione della temperatura per singolo<br />
alloggio è attuabile solo se la temperatura della caldaia condominiale è<br />
"adeguata" e in continuo. Anche in questo caso occorrerebbe l'intervento<br />
preventivo di un tecnico per il bilanciamento termico.<br />
IMPIANTI ELETTRICI<br />
Cosa verificare?<br />
Iniziamo dal vano contatore per poi giungere alle utenze.<br />
Verifichiamo, nel vano contatore la presenza del cavo di terra, colore giallo/verde<br />
e l’allaccio alla linea interna. Il cavo non “entra” nel contatore e<br />
nel salvavita, ma prosegue nell’altro capo sino a raggiungere un dispersore<br />
di correnti elettriche nel terreno, da cui il nome cavo di terra.<br />
Costituisce sicurezza di utilizzo; volendo potete verificarne l’efficacia con<br />
dispositivo acquistabile in negozi specializzati.<br />
Un inciso: insegnate ai vostri figli a verificare, per la loro sicurezza, la<br />
presenza di tale collegamento anche sui pali stradali a cui incatenano il<br />
motorino unitamente al dovere civico di non danneggiare l’allaccio. Assieme<br />
al cavo di terra dovremmo verificare la presenza del salvavita.<br />
Il salvavita.<br />
Assolve egregiamente il compito di sentire la differenza, riscontrata a<br />
fronte di una qualsiasi dispersione lungo il circuito elettrico servito, da cui<br />
il nome tecnico di “interruttore differenziale magnetotermico”. Ne tratteremo<br />
ancora.<br />
I punti deboli.<br />
Esistono normative di sicurezza, citiamo la 46/90 ma potrebbero sopraggiungere<br />
altre; l’applicazione è però rivolta ad edifici nuovi o parti comuni<br />
145
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
da cui si deduce che le case vecchie sono insicure. In attesa di rifacimento<br />
impianto applicate da subito il salvavita (anche se non disponete<br />
dell’impianto di terra). Oltre alla zona contatore sarebbe opportuno inserire<br />
altri interruttori automatici, o meglio salvavita, nei punti critici di utilizzo<br />
energia elettrica quali bagni, cucine e locali lavanderia. Il mercato offre<br />
prodotti “miniaturizzati” da inserire nelle scatole porta prese; al limite<br />
si possono posizionare esterni e cioè non incassati nel muro. In caso di<br />
guasti vi garantiranno l’utilizzo della parte residua del circuito in attesa<br />
del “riparatore”.<br />
Qualora possediate vasche ad idromassaggio assicuratevi che il salvavita<br />
dedicato, e cioè quello che alimenta l’apparato relativo, abbia sensibilità<br />
maggiore del tradizionale. In tal caso la specifica è Δ 0,01A anziché Δ<br />
0,03A. L’utilizzo di tali vasche richiede obbligatoriamente l’impianto di<br />
terra!<br />
La prudenza non è mai troppa; un bambino, piccolo peso ma estremamente<br />
sensibile, può camminare a piedi nudi e venire in contatto con elettrodomestici<br />
quali vasca, frigo e lavatrici che se non correttamente collegati a<br />
terra possono creare incidenti.<br />
Abbiamo già citato, nella trattazione boiler, i pericoli di utilizzare prese ed<br />
interruttori posti in adiacenza ai rubinetti, ora trattiamo le “prese a sfilo”.<br />
Non è una nuova tipologia di presa, ma è la conseguente reazione allo stacco<br />
di una spina, del ferro da stiro ecc., dalla sua presa. Ciò è dovuto al fatto<br />
che le vecchie sedi murate, scatole frutto, consentivano il fissaggio prese<br />
solo a pressione e non a vite come le attuali. L’usura e l’utilizzo maldestro,<br />
si tira il cavo senza contrastare lo sfilo tenendo premuta la mostrina con<br />
l’altra mano, estrae dal muro la presa evidenziando all’esterno i cavi con i<br />
pericoli di contatti accidentali.<br />
I rimedi: muratura nuove sedi e rinnovo prese. Per sicurezza è sufficiente<br />
sostituire quelle più usate, due o tre in tutto l’alloggio. Attenzione: sarete<br />
tentati di montare prese universali, le bipresa. Ciò è fattibile solo dopo verifica<br />
dell’impiantista ai nuovi maggiori carichi, in caso opposto avrete<br />
guai da surriscaldamento ecc..<br />
Parlando di riscaldo cavi sappiate che ciò è facilitato nelle cosiddette piattine,<br />
due o tre cavi solidali ed affiancati. Il fenomeno si riscontra sempre<br />
in zone di allaccio utenza specie se di corpo ad incandescenza, lampada ad<br />
esempio, ove il calore non viene disperso nell’ambiente circostante e<br />
“cuoce” la plastica isolante del cavo di rame unitamente al portalampade.<br />
146
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
Gli isolanti dei cavi non sono universali: sono computati abitualmente per<br />
smaltire il calore generato da un prefissato passaggio di corrente e non includono<br />
i fenomeni, leggi concause, esterne. Ricordatevi le già citate regole<br />
del mercato e le specifiche tecniche.<br />
Aggiungiamo una specifica di carattere generale: aumentate sempre i coefficienti<br />
di sicurezza.<br />
Nel caso del portalampada non rinnovate il cavo con una piattina, è intuitivo<br />
che i due fili affiancati si riscaldino, ma usate un cavo a due o più fili<br />
ulteriormente isolati tra di loro (doppio o triplo isolamento), il già citato<br />
negozio specializzato ve lo fornirà.<br />
Il far da sè.<br />
A volte per risparmio non è richiesto l’intervento del tecnico …<br />
Ciò è facilitato dal fatto che tutti “sanno” cambiare una lampada, montare<br />
un nuovo lampadario o portalampada e sostituire il cavo; è sufficiente infilare<br />
i cavi, il dubbio ci assale quando i fili sono in numero maggiore delle<br />
sedi predisposte, e serrare! Non è proprio così il da farsi! E’ pericoloso e<br />
ci sono regole iniziando dal computo sezione cavi al loro corretto posizionamento,<br />
linea-neutro-terra (se osservate attentamente gli apparati, anche<br />
un semplice portalampade, riscontrerete lettere e simboli che occorre rispettare).<br />
Anche i colori dei cavi non sono a piacere, hanno un significato<br />
e i collegamenti pure. Fatevi spiegare quale cavo, marrone per la linea ed<br />
altro colore per il neutro, posizionare al contatto centrale di un comune<br />
portalampada … e così pure per la sezione del cavo. Un nostro amico,<br />
buon progettista di ascensori ed “inventore”, aveva una sua teoria su tali<br />
computi e coefficienti di sicurezza che, da sempre per motivi di risparmio<br />
vengono tenuti bassi: il calcolo della sezione dei cavi di un lampadario<br />
deve essere correlato al sostegno dell’elettricista appeso ai fili dopo la caduta<br />
della scala … e aggiungiamo noi che anche l’ancoraggio al soffitto<br />
sia“adeguato”.<br />
Quanto sopra a ricordare i “guasti” di una analisi valore spinta ed i falsi risparmi;<br />
verranno evidenziati in caso di un fortuito utilizzo anomalo.<br />
Le ciabatte esotiche non sono idonee ad un uso continuo!<br />
Sempre nelle vecchie case troviamo portalampade in ottone quelle con<br />
ghiera in ceramica, invito rivolto in specie agli amanti dei prodotti di antiquariato;<br />
sono pericolosi in quanto si svitano a seguito delle ripetute sosti-<br />
147
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
tuzioni lampadine. Tutti sanno che per qualsiasi intervento, nel nostro caso<br />
per cambiare l’apparato in ottone con uno più sicuro in plastica, occorre<br />
staccare la luce.<br />
Le manovre sul salvavita.<br />
Ora però le cose sono rese più complicate dal…salvavita.<br />
Gli anziani, ma non solo loro, usi al ripristino di un solo pulsante, il vecchio<br />
“automatico”, non si abituano al “riarmo” di una seconda leva e meno che<br />
mai all’effettuazione test periodico di efficacia. L’installatore avrebbe dovuto<br />
spiegare che si tratta in realtà dell’aggiunta di due dispositivi; uno con<br />
le funzioni del vecchio automatico e l’altro per intercettare anomalie incrementando<br />
la sicurezza. Senza tale doppia manovra non si può dare corrente<br />
(ora non più ma occorre comunque fare il test di verifica efficacia del<br />
dispositivo che molti dimenticano). Rammentiamo che tutta l’elettronica,<br />
anche per il pc, si avvale di dispositivi meccanici, nel nostro caso sgancio<br />
che l’inutilizzo può “inchiodare” annullando l’attesa sicurezza.<br />
I primi salvavita, anni 60, avevano un dispositivo che poteva escludere tale<br />
funzione.<br />
Il produttore, ingegnere veneto eclettico inventore, aveva giustamente ipotizzato<br />
che le vecchie umide case avevano “dispersioni” tali da impedirne<br />
l’efficacia. Ciò funzionava, e funziona tuttora, da test propedeutico<br />
all’individuazione delle anomalie riscontrate abitualmente in giunzioni<br />
improprie o ambienti umidi… Assumetelo come collaudatore.<br />
Vedere capitolo come affrontare le emergenze di casa.<br />
Un grande divoratore di energia elettrica: lo scaldaacqua.<br />
Boiler elettrici.<br />
Tralasciamo, per ora, i costi di esercizio, ma la bolletta la dovremo pagare.<br />
Hanno il grosso pregio di sicurezza di funzionamento, a differenza di<br />
quelli a gas se impropriamente installati ed utilizzati ma per contro hanno<br />
durata limitata, pochi anni, e si verificano inconvenienti quali la foratura e<br />
le perdite da rottura di flessibili di allaccio (dovrebbero proibirli ma la<br />
fretta ...) con relativi allagamenti e danni in quanto nessuno prevede più<br />
gli scarichi predisposti, almeno sotto la valvolina di sfiato. Non dovrebbero<br />
essere installati in posizione soggette ad infiltrazioni di vapore sui dispositivi<br />
elettrici di alimentazione. Vedere regole apposite. Visto che ab-<br />
148
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
biamo citato le regole, possiamo non esserne a conoscenza, sappiate che in<br />
generale non ci devono essere prese, interruttori, lampade posizionate in<br />
prossimità di un punto di attingimento acqua.<br />
Il motivo è quello di evitare un eventuale contatto con mani bagnate o umide<br />
con apparecchiature elettriche quali quelle non “stagne” delle case civili.<br />
Se riscontrate casi anomali richiedete l’intervento del tecnico. L’anomalia è<br />
diffusissima e pericolosa; si riscontra anche in case ristrutturate ove<br />
l’elettricista non ha mediato le vostre richieste di posa prese, i cosiddetti<br />
punti luce, con le normative ed il buon senso.<br />
Costi di esercizio.<br />
Una annotazione; anche il boiler ha il termostato di regolazione temperatura<br />
acqua calda.<br />
Valgono tutte le regole riportate per la caldaia quindi occorre adeguare le<br />
temperature di esercizio estivo ed invernale. Pertanto se dovete sostituirlo,<br />
oltre a scegliere quelli con garanzia decennale, verificate che la manopola<br />
di regolazione temperatura sia di facile accesso e manovrabilità e così pure<br />
il termometro indicante la temperatura interna dovrà essere facilmente<br />
leggibile. A proposito di innovazione tecnologica anche il boiler può essere<br />
integrato con un timer programmabile a piacere ed in continuo. Ciò vi<br />
consentirà di avere quantitativi e temperature acqua idonee per docce mattutine<br />
o bagni serali o temperature ridotte per le semplici abluzioni diurne.<br />
Tutto ciò contribuisce al risparmio ed incrementa il comfort.<br />
Abbiamo visto che la possibilità di gocciolamento dalla valvolina di sfiato<br />
o perforazione del contenitore interno acqua sono difficilmente prevedibili<br />
e quindi, per evitare imprevisti allagamenti riteniamo sia preferibile sostituirlo<br />
al raggiungimento del periodo di fine garanzia. I prodotti attuali non<br />
la superano di molto. Nella scelta di nuovi scaldaacqua non troverete<br />
l’etichetta energetica delle nuove lavatrici pur avendo il boiler un consumo<br />
enorme di elettricità. Richiedete lumi ai costruttori prima di procedere<br />
all’acquisto…<br />
Lampade ed evoluzione tecnologica.<br />
Riteniamo che uno sviluppo, dettato dalla domanda, delle lampade a diodi, i<br />
led che vedete su tutti i vostri nuovi apparati elettronici, sarà più efficace gestionalmente<br />
e meno costoso (la loro durata è di circa 100.000 ore contro le<br />
6.000 delle lampade a risparmio); ora nel 2011 sono facilmente reperibili. In<br />
149
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
proposito a queste ultime l’impiego è efficace solo se applicate ove<br />
l’intervallo minimo di funzionamento è di almeno quindici minuti. In caso<br />
opposto avrete sprecato solo soldi in quanto sempre di più vale la regola<br />
dell’auto: maggior partenze ed arresti fate, start and stop, maggiore il consumo<br />
e l’usura del mezzo e quindi minor durata totale del manufatto. Tra parentesi<br />
i led li trovate su tutti gli apparati elettronici e per contro se non avessero<br />
tale durata, cioè si fulminassero, spegneremmo tutte le tv ecc. lasciate in<br />
“attesa”, stand by, evitando gli sprechi conseguenti. Per le luci esterne, dimenticate<br />
accese, esistono lampade e portalampade con interruttori automatici,<br />
crepuscolari. Anche in tal caso il dispositivo funzionerà solo se rivolto<br />
alla luce, e non è detto che ad avvitamento ultimato la posizione sia efficace,<br />
ed è per tale motivo che i prodotti di marca hanno due dispositivi per aumentare<br />
la probabilità di corretto orientamento. Se adottiamo lo Zen, quando fai<br />
una attività concentrati solo su quella, sarebbe sufficiente variare il fine corsa<br />
dell’avvitamento registrando la lamina di contatto, ma non siamo più abituati<br />
a concentrarci ed il commercio, vedi automazione oltre ogni logica, ci presenta<br />
il conto che reputiamo caro. Consultare anche i capitoli “mercurio” per<br />
le lampade e dispositivi vari riportati in “casa vacanze”.<br />
Globalizzazione, ricambistica ed innovazione.<br />
Ci ripetiamo, è vero, ma non sempre toccare la corrente è una “scossa” di<br />
vita! La globalizzazione immette sul mercato ricambi, prese singole e<br />
multiple non marchiate; diffidatene Acquistate solo prodotti con marchi<br />
impressi, che riportino almeno la dicitura IMQ o meglio VDE che nel<br />
campo elettrico dettano legge. E’ anche riportato il massimo carico ammesso<br />
che sarà vostra cura rispettare. Vedere capitolo standardizzazione.<br />
Innovazione e progresso.<br />
Citiamo anche l’innovazione di dispositivi a protezione apparati costosi o<br />
delicati quali computer o tv, contro i fulmini e sovratensioni; rivolgetevi ai<br />
negozi specializzati, sempre più rari.<br />
Rammentate che esistono prodotti che vi consentono di limitare i carichi<br />
simultanei dovuti alla contemporaneità di utilizzo, es. boiler/lavatrice, assegnano<br />
un indice di priorità di funzionamento dei vari elettrodomestici a<br />
vostra scelta. Ciò vi consentirà risparmi evitandovi contratti di fornitura<br />
con chilowatt elevati. Vedere anche note su capitolo come affrontare con<br />
calma le emergenze di casa.<br />
150
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
“Isolamento elettrico”.<br />
Abbiamo già accennato che non esistono isolanti “assoluti”. Ciò vale sia<br />
per le tubazioni di acqua calda sia per i cavi elettrici e l’insieme di essi, motori<br />
e resistenze elettriche ad esempio. All’intorno dei cavi ed apparati, oltre<br />
al calore, si riscontrano “campi elettrici”, a volte anche correnti vaganti che<br />
possono perforare tubi adiacenti. Nei casi di alta tensione infatti si rimane<br />
folgorati anche senza “toccare i fili”. Il produttore aumentando gli isolamenti<br />
ed utilizzando materiali “disperdenti” produce apparati in funzione<br />
del tipo di utilizzo, domestico o professionale, e dei possibili contatti accidentali<br />
e l’utilizzo e del contatto con parti del corpo, in genere le mani. Ad<br />
esempio nell’asciugacapelli un involucro di “plastica” consente un doppio<br />
isolamento e l’utilizzo senza il dispersore di terra. Tale isolamento è contrassegnato<br />
con due quadratini inscritti l’uno dentro l’altro. Per gli altri elettrodomestici<br />
la normativa impone prese tedesche Schuko che sono “fuse”,<br />
collegate stagne, ai cavi di alimentazione; ed è anche per tale motivo che<br />
non vanno tranciate e sostituite con quelle a spinotti allineati. Hanno inoltre<br />
impugnatura sicura e maggior resistenza ad eventuali cortocircuiti. Digressione:<br />
siamo circondati da campi elettromagnetici. Alcuni Paesi iniziano ad<br />
isolare, con appositi dispositivi, da tali campi gli ambienti di riposo notturno.<br />
Noi possiamo incominciare ad eliminare la presenza di tv, p.c., telefonini<br />
e diavolerie elettroniche varie in camera da letto.<br />
I cavi “volanti”.<br />
Sovente nelle case ci sono cavi esterni appoggiati su pavimenti. Hanno lo<br />
scopo di raggiungere apparati “distanti” dalle prese originariamente predisposte.<br />
Anche la semplice acqua di lavaggio pavimenti può penetrare nei<br />
collegamenti generando cortocircuiti e guai. Costituiscono inoltre pericolo<br />
di inciampo. E’ preferibile e sicuro fissare al muro, anche se all’esterno, il<br />
cavo e la “ciabatta”.<br />
L’elettricità, l’acqua ed il buon senso.<br />
Evitate che possano incontrarsi anche di sfuggita ad es. con mani od ambienti<br />
umidi (pioggia).<br />
Vedi anche indice di protezione IP… Prese stagne ed indice di protezione:<br />
introduciamo il concetto di presa e circuito “stagno” ed il relativo indice di<br />
protezione (I.P.). Qualsiasi interruttore o presa e’ formato da più particolari<br />
assemblati tra di loro.<br />
151
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
Per il montaggio è necessario del gioco, luce, che consenta un inserimento<br />
agevole di più particolari da cui si deduce che l’aria, l’acqua e gli insetti<br />
possono penetrarvi.<br />
Se non desideriamo tali inconvenienti la presa deve essere a tenuta ermetica,<br />
stagna.<br />
Così pure l’interruttore di cantina o di officina, usato sovente con mani<br />
umide e bagnate deve essere protetto da un coperchio flessibile che ne<br />
consenta l’uso senza toccare l’interruttore.<br />
Le apparecchiature citate sono denominate “stagne”, a prova di tenuta, e<br />
sono di uso obbligatorio nell’industria ma nulla vieta l’appli-cazione nel<br />
civile, la nostra casa, per aumentarne la sicurezza. Ciò non significa che<br />
possano essere immerse impunemente nell’acqua ma resistono per un certo<br />
tempo a pioggia battente o ad ambienti umidi. Il “certo tempo” è dato<br />
dal numero che segue l’indice di protezione (I.P ...). Quale riferimento abbiate<br />
un IP 65 per il lampione luce scale esterne.<br />
Rammentate che tali valori sono validi solo se gli allacciamenti elettrici<br />
sono anch’essi di tipo stagno per l’intero percorso. Non sempre ci si comporta<br />
in tal modo. Occorre sempre rammentare che anche un circuito stagno<br />
per un certo percorso, ad esempio da interno casa a giardino, non sarà<br />
tale se non provvedete a sigillare, con silicone l’entrata fili nel passacavo.<br />
Gli animali, in primis le formiche, con il tempo giungeranno agli apparati<br />
elettrici mettendovi fuori uso, ad esempio, l’apertura del cancello<br />
elettrico esterno. Quanto sopra a ricordare che non è solo l’acqua a creare<br />
problemi.<br />
Gli impianti elettrici dimenticati.<br />
Nelle case esistono impiantistiche elettriche nascoste e dimenticate. Un<br />
impianto negletto è quello che alimenta i segnali radio/TV da antenne poste<br />
sui tetti. Tetti che sovente sono sorretti da travature in legno facilmente<br />
infiammabili da eventuale corto circuito innescatosi dalle “scatole” che<br />
racchiudono l’apparato elettrico di asservimento ai segnali radio/TV. Tale<br />
“scatola” dovrebbe essere del tipo stagno e “protetta” da un salvavita che<br />
per ragioni di comodità e convenienza economica non viene mai applicato.<br />
Il consiglio è di applicarlo almeno sulla linea di alimentazione che in<br />
genere parte dal contatore luce scala. E’ pur vero che alcuni sistemi di alimentazione<br />
avevano “fusibili” contro i sovraccarichi ma ricordiamoci<br />
che le vecchie antenne possono creare innesco ai fulmini in specie quelle<br />
152
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
particolarmente elevate sui tetti, con l’effetto punta. Anche se non vi proteggerà<br />
dai fulmini i danni di un corto causato saranno limitati.<br />
Con un interruttore protetto o “dedicato” potrete staccare la corrente nei<br />
periodi di vacanza, es. estivi, pur lasciandovi la possibilità di avere funzionante<br />
la luce scala quale deterrente per i ladri. Rammentate inoltre che i<br />
cavi di alimentazione dovranno essere del tipo a doppio o triplo isolamento,<br />
per uso esterno anche se posati all’”interno” di un sottotetto, ed alloggiati<br />
in canaline passacavo e non come si constata posati a nudo sulle travature.<br />
Ricordiamoci che l’escursione termica di un sottotetto ha il ∆T più<br />
elevato dell’intero edificio e quanto ne consegue.<br />
LA CLASSIFICAZIONE ENERGETICA ED I COSTI<br />
Il consumo di energia termica è espresso in watt per singolo metro quadro<br />
(sic!) dell’edificio.<br />
Riportiamo la formula, ed è la prima e forse l’ultima volta che citiamo parametri<br />
che vi possono apparire astrusi. La classificazione energetica è<br />
suddivisa in classi, in similitudine a quanto riportato sulle etichette dei<br />
nuovi elettrodomestici (ecolabel Europea).<br />
Si spazia dalla A con 30 kWh/mq alla G con 160 kWh/mq., in verità esiste<br />
anche la classe gold ma, non tutti si possono permettere la Ferrari.<br />
Ripetiamo vi può sembrare ostica tale suddivisione ma ... il pagato in bolletta<br />
vi coinvolgerà direttamente. Potete constatare che il divario tra la<br />
classe più virtuosa e l’ultima è elevatissimo. E per stare con i piedi per terra<br />
ipotizzate che i costi relativi al riscaldamento della vostra casa, al più<br />
classificabile in classe G, scendano di 5 volte con la classe A. Non male!<br />
Ma per ora le normative sono riferite alle nuove costruzioni che rappresentano<br />
una percentuale insignificante sul totale di case esistenti; dobbiamo<br />
quindi continuamente operare per ...<br />
Per rendere più palese in soldi i valori, stimiamo che un alloggio di 75 mq.<br />
e con un volume di 220 mc. con ubicazione geografica ai piedi delle Alpi,<br />
richieda circa 1500 mc. di metano con una spesa, ai valori del 2011, pari a<br />
circa 1400 € / anno. Tutto ciò con riscaldamento autonomo. Se abitate invece<br />
in un condominio di 12 alloggi simili al vostro la spesa annuale diminuirà<br />
a circa 1200 €.; tutto ciò è riferito alla sola spesa di combustibile.<br />
Si evince che il risparmio suggerito incrementando l’efficacia di conduzione<br />
costituirebbe vantaggio sia per l’acquisto del combustibile che usura<br />
impiantistica. Volendo però quantificare pragmaticamente l’efficacia<br />
153
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
dell’incremento operativo sulla conduzione occorrono “misuratori”, contatori<br />
dei consumi.<br />
Necessita inoltre isolare i valori economici di spesa per le fonti energetiche<br />
su cui non possiamo agire, sono in mano ai petrolieri. Una “misura” è<br />
quella della riscontrabile sul contatore del gas o quantità di litri di gasolio<br />
acquistati ed un’altra, aggiunta, è il contatore di funzionamento caldaia a<br />
regime (e non computando il funzionamento al minimo e nelle moderne<br />
caldaie, l’attesa).<br />
Anche l’utente di un impianto autonomo può procedere in tal senso.<br />
Noi ad esempio abbiamo riportato sul corpo contatore tutti i valori dal<br />
1972, campagna “Il metano ti dà una mano”, al 2007. Venivano quantificate<br />
anche le esperienze precedenti, stufe a legna, che richiedevano circa<br />
100 quintali all’anno tagliati nei primi tempi rigorosamente a mano nelle<br />
vacanze estive.<br />
Successivamente si utilizzò caldaie a carbone; la granella di antracite oltre<br />
che bella era un sogno possederla per l’elevato costo, per cui si ripiegava sul<br />
polveroso coke, e di notte alle mattonelle di polvere di lignite compressa, da<br />
cui si constata che i moderni ceppi in segatura, trucioli compressi, ed i pellet<br />
hanno copiato l’idea.Potrete appurare che una regolazione in più ripaga<br />
l’intervento di un operatore non necessariamente fuochista patentato. Per<br />
l’impiantistica singola un aiuto viene da cronotermostati, costano meno di<br />
100 €, programmabili a piacere con opzioni facilitate. Il nostro per esempio<br />
ha un pulsante con il simbolo della donna di pulizia che interrompe per 3 ore<br />
il funzionamento della caldaia. É utile quando effettuiamo la pulizia giornaliera<br />
aprendo porte e finestre, ha efficacia quando si esce per la spesa, o altri<br />
motivi, ed ogni volta che non ci interessa momentaneamente il caldo. Naturalmente<br />
il ripristino del pulsante richiama le condizioni precedentemente<br />
impostate, reimpostazione, (reset). Ricordarsi di quanto già citato a proposito<br />
del “tempo di risposta”, inerzia termica, dei radiatori pertanto anticipare<br />
l’azionamento variando anche, provvisoriamente, la temperatura preimpostata<br />
per le ore successive. L’azio-namento di questi pulsantini richiede al massimo<br />
3 secondi. D’altronde non togliete il piede dall’acceleratore prima di<br />
giungere ad un semaforo rosso recuperando l’inerzia cinetica del mezzo?<br />
Indumenti ed altro da utilizzare in casa.<br />
A proposito di indumenti diurni e coperte notturne ricordatevi che il mercato<br />
offre prodotti idonei alle specifiche esigenze invernali evitando la<br />
154
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
scomodità del peso e l’impaccio. Certi vestiari degli alpinisti, loro li denominano<br />
“indumenti tecnici”, ed il piumino d’oca notturno costituiscono<br />
un valido comfort. Le tute ed pigiami in “pile” sono sconsigliate in quanto<br />
altamente infiammabili anche con una semplice candela; di notte siamo<br />
assonnati e non sempre riflessivi.<br />
Vale sempre la regola di guardare a chi deve sopportare i rigori del freddo<br />
in entità superiore alla nostra ad esempio ai nordici con i loro piumini. É<br />
sempre valida, per valutare la bontà del prodotto in acquisto, la conoscenza<br />
delle regole che governano la produzione e la vendita di qualsiasi materiale<br />
ivi compresi i piumini. Un indicatore è il “titolo”, ne abbiamo già<br />
parlato, e cioè la percentuale di prodotto pregiato con cui è costruito<br />
l’articolo. Si tratta della percentuale, nel nostro caso, ripartita tra piumino<br />
e piuma d’oca. Più è alta la percentuale di contenuto del piumino maggior<br />
confort e leggerezza verrà riscontrata nell’uso. L’assoluto è il piumino ricavato<br />
dal collo dell’oca; dopo l’uso di tali piumini abbandonerete le pesanti<br />
coperte e trapunte.<br />
Trattiamo ora qualche idea migliorativa ed esponiamo l’avanzamento tecnologico<br />
di fonti alternative.<br />
I PROVVEDIMENTI CORRETTIVI, ovvero gli interventi<br />
minimi<br />
Lo spreco derivante dai "ponti termici".<br />
Si tratta in verità di punti ove non c'è continuità, ad esempio, di isolamento<br />
termico in quanto la muratura è interrotta, o ridotta di spessore, per la<br />
posa di un serramento, porta, finestra o altro; in linguaggio tecnico è un<br />
"ponte termico" identificabile con un più volgare punto freddo, con tutte le<br />
conseguenze correlate. Anche il vano sottofinestra ove sono posizionati<br />
molti radiatori costituisce punto freddo.<br />
Una moderna porta munita di doppi vetri può presentare, e ciò succede<br />
sovente, nel pannello inferiore un punto freddo. Il fenomeno si verifica<br />
anche se la costruzione è a singolo taglio termico; in pratica il telaio esterno<br />
è isolato da materiale apposito con il telaio interno. Le vecchie porte in<br />
legno hanno pannelli inferiori di spessori limitati che facilitano l'insorgenza<br />
di condense, le famose goccioline che condenseranno poi in muffe. Voi<br />
vi domanderete il come mai, visto che si suole dire che una volta lavoravano<br />
meglio.<br />
155
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
La risposta è che ai tempi di costruzione di tali infissi non c'era l'esigenza<br />
di isolare una temperatura di oltre 20°C interna dai -10°C dell'esterno. Le<br />
temperature di casa erano inferiori, unitamente al comfort abitativo.<br />
Un rimedio semplicissimo è quello di rivestire tali pannelli con sughero da<br />
ricoprire, a loro volta, con altro pannello in legno o in M.D.F. (é simile alla<br />
masonite). L'estetica non ne risentirà in quanto è sufficiente agire nella<br />
cornice del pannello senza aumentare alcuno spessore del telaio. L'apporto<br />
di altro materiale su murature ridotte di spessore, i vani sottofinestra ad<br />
esempio, elimina o riduce fortemente il famoso ponte termico; a volte è<br />
sufficiente interporre un isolante alluminato tra il radiatore ed il muro per<br />
ottenere una riduzione delle dispersione termica. La tapparella può essere<br />
rivisitata nel cassonetto, isolandolo, e l'infisso stesso rivalutato con l'applicazione<br />
di doppi vetri, previo esame sulla struttura.<br />
La mascheratura poi dei radiatori con mobili copritermo contribuisce enormemente<br />
a ridurre l'efficacia energetica, per cui è sufficiente asportarli<br />
e provvedere alla periodica pulizia dei termosifoni e spazzatura del pavimento<br />
sottostante per evitare “baffi” di sporco sul muro. Ecco questo è<br />
uno dei lavori per cui la moglie vi ringrazierà.<br />
DALLA RACCOLTA DATI ALL’ INVESTIMENTO<br />
Ora è fattibile la scelta dell’investimento per azioni correttive, e non è detto<br />
che vengano richiesti collettori solari, fotovoltaici od altre innovazioni.<br />
Ritornando al vestito forse il rifacimento del tetto unito al cappotto termico<br />
dell’edificio è di gran lunga più esaustivo e privo di manutenzioni specifiche<br />
di aggeggi non sufficientemente diffusi e pertanto privi di “meccanici”, i<br />
tecnici dei tagliandi alla cui cura tali apparecchiature vanno sottoposte.<br />
Le modifiche a costo "zero".<br />
Sono le varianti comportamentali per un razionale utilizzo impiantistico e<br />
strutturale.<br />
Gli obiettivi: evitare gli sprechi utilizzando al meglio le risorse.<br />
Sempre ricollegandoci all'auto si riscontra un'enormità di scostamento dei<br />
costi di esercizio e di durata del mezzo a seconda dell’autista.<br />
Alcuni guidatori troppo nervosi consumano tantissimo carburante, gomme<br />
e frizioni; altri, più oculati, mantengono l'auto economa ed efficiente per<br />
centinaia di migliaia di km.<br />
156
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
Per i primi i margini di miglioramento sono elevati ma anche i guidatori<br />
"medi" possono trarne giovamento.<br />
Occorre però conoscere più approfonditamente “le regole del gioco” e<br />
cioè la tecnologia motore/ cambio/ trazione e… traffico. Anche nel campo<br />
domestico la conoscenza tecnica degli apparati di governo della casa, dal<br />
gas dei fornelli a quello per la caldaia ed all'utilizzo di risorse energetiche<br />
quali l'elettricità aiuta ad aumentarne l'efficacia e a ridurre i costi.<br />
Anche l'oculato utilizzo della lavatrice, l'elettrodomestico più dispendioso<br />
della casa, incrementa i risparmi energetici. Abitualmente molte casalinghe<br />
riempiono il cestello, scelgono il programma ed attendono la fine del<br />
ciclo; tutto ciò senza tenere conto di molti fattori quali le temperature ed i<br />
tempi di lavaggio più adatti per ogni indumento e l’esigenza per l’azione<br />
di lavaggio che ad ogni rotazione del cestello i panni contenuti possano<br />
essere rituffati nell’acqua senza aggrovigliarsi. A volte, inoltre, si sentono<br />
tali sbatacchiamenti nella fase di centrifuga, che fanno presagire la prossima<br />
“fine” dell’elettrodomestico. Forse sarebbe sufficiente seguire le dettagliate<br />
“istruzioni per l’uso” di corredo.<br />
Una miglioria diffusa.<br />
SERRAMENTI ED INFISSI<br />
Un po' di storia e l'evoluzione costruttiva.<br />
Da sempre la casa ha avuto la necessità di un vano, la porta, per l'accesso<br />
all'interno.<br />
Anche la luce naturale era indispensabile per vivere all'interno: da qui la<br />
realizzazione di finestre; forse la vera motivazione di porte e finestre è la<br />
possibilità offerta alle signore di sfoggiare le nuove tende alle amiche.<br />
La porta e la finestra complicavano la costruzione dell'edificio, all'inizio<br />
capanna, minandone l'integrità strutturale e, cosa importante, erano punti<br />
con scarsissimo isolamento termico, estivo ed invernale. Le case da allora<br />
non sono concettualmente cambiate, anzi. La costruzione con pilastri in<br />
cemento armato ed il "tamponamento" con murature leggere hanno consentito<br />
ampie finestrature e porte, pensate a quelle dei balconi, con dimensioni<br />
considerevoli. Uno dei problemi dapprima citati, il basso isolamento<br />
termico è stato acuito unitamente alla richiesta di confort abitativo. La<br />
scelta dell'infisso e dei vetri di corredo assume perciò un aspetto importante.<br />
Molti pensano ad un rimedio con adozione di serramenti isolati.<br />
157
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
Se analizziamo tecnicamente tali serramenti constatiamo che nella migliore<br />
delle ipotesi costituiscono un "punto freddo" dell'edificio. Inoltre, analizzando<br />
ad esempio un singolo infisso constateremo che ha un telaio e<br />
pannelli in metallo con scarso isolamento termico e con vetri più estesi<br />
anch'essi poco isolanti.<br />
Alcune caratteristiche tecniche che dobbiamo conoscere.<br />
Il vecchio caldo legno richiede manutenzione che la modernità aborrisce.<br />
Si pensa pertanto a un freddo manufatto in metallo. Per renderlo più caldo<br />
si ricorre al taglio termico. ll "taglio termico" è l'interposizione tra il metallo<br />
posizionato all'esterno e quello interno di un materiale con diverso<br />
coefficiente termico che interrompa (da cui il nome “taglio termico”) la<br />
continuità di trasmissione della temperatura esterna all'interno.<br />
Il materiale citato non sarà mai completamente isolante anche perché non<br />
deve minare l'integrità fisica del serramento, indebolendolo. Ed è per sopperire<br />
a tutti questi problemi che è possibile avere infissi a doppio o triplo<br />
taglio termico.<br />
Lo stesso dicasi per i pannelli, quelli di fondo porta, che possono avere isolamenti<br />
specifici.<br />
Per i vetri le cose si complicano; sono materiali che non gradiscono la vicinanza<br />
con materiali come metalli quali l’alluminio e ferro, che si riscaldano<br />
troppo sollecitando l’isolante dei doppi vetri o meglio dei vetri camera.<br />
Ricordandoci che l'aria è uno dei migliori isolanti, teniamo anche bene a<br />
mente che più la "camera" è voluminosa, cioè maggiore è la distanza tra il<br />
vetro interno ed esterno, più è elevato il grado d’isolamento. Ciò non toglie<br />
che avremo guai indiretti quali condense e mancata ventilazioni locali<br />
sino a impedire un buon funzionamento di stufe e caminetti.<br />
Forse vi abbiamo complicato la vita ma sappiate che la scelta del serramento,<br />
oltre ai canoni estetici, deve essere orientata al valore dell'effettivo<br />
isolamento termico e acustico rapportate alle effettive richieste dei locali;<br />
esigenze diverse tra cucina/bagno o salotto.<br />
Tale valore è garantito per iscritto dai costruttori seri sia per i vetri a bassa<br />
emissività e ad abbattimento termico e acustico che per l’intero serramento<br />
unito a dispositivi di aerazione.<br />
Rimane ancora da esaminare l'aspetto "posa del serramento". Non è cosa<br />
irrisoria.<br />
158
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
Esaminiamo i casi:<br />
- posa in corso d'opera (costruzione edificio)<br />
- posa sostitutiva a un serramento esistente.<br />
Per quanto riguarda la prima situazione, la posa è ottimale (progettata unitamente<br />
all'edificio).<br />
La posa sostitutiva di un serramento è invece laboriosa.<br />
Oggi pochi vogliono i muratori in casa per smontare i vecchi telai murati,<br />
per cui soventissimo si ricorre a un montaggio su vecchi fissaggi o peggio<br />
con tassellature di controtelai sulla struttura esistente, tamponando le varie<br />
fessure con silicone e profili coprifilo (o per meglio dire "nascondi fessure"<br />
inevitabili), a volte le sigillature a pavimento impediscono i naturali<br />
“movimenti” dei sottostanti parquet.<br />
Questa tecnica, oltre a diminuire il vano effettivo del serramento (computate<br />
un minimo di 7-10 cm) non assicura un perfetto allineamento e un'ottima<br />
ortogonalità di fissaggio, ripercuotendosi su una corretta apertura/<br />
chiusura.<br />
L'altro inconveniente citato è una mancata continuità costruttiva con la<br />
struttura esistente e quindi costituente un punto freddo (un ponte termico),<br />
ma se c’è un parquet in legno è obbligatorio lasciare luce nella parte inferiore<br />
per consentire i movimenti del legno.<br />
Tutto quanto riportato costituisce anomalia ma è rimarcato affinché la vostra<br />
scelta non sia limitata al prezzo. Essendo l'infisso un manufatto di durata<br />
ultradecennale (ma per i vetri computate un massimo di 25 anni) i costi<br />
di esercizio indotti, dal caldo/ freddo/ rumore motivano necessariamente<br />
una scelta ben ponderata. Vedi anche capitolo infissi di legno.<br />
Dimenticavamo che il non poter avvitare ganci e gancetti, sulle nuove porte<br />
in metallo, ha complicato la posa di tende alla signora …<br />
I "VESTITI" DELLA CASA<br />
Sentirete parlare di cappotto termico delle facciate e d’isolamenti di tetti<br />
(il cappello degli edifici).<br />
Parametrandoci al nostro corpo, che deve difendersi dai rigori invernali o<br />
dal caldo estivo, constateremo che, anche per la casa, non esiste un vestito<br />
universale per tutte le stagioni.<br />
Dovremo pertanto cercare un compromesso correlato all’ambiente in cui è<br />
situato l'edificio. Se tale contesto è un ambiente freddo a lunga stagionali-<br />
159
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
tà, è il caso ad esempio di abitazioni di montagna, dovrete prediligere un<br />
isolamento termico pesante e viceversa.<br />
Ci sono alcuni Paesi che stanno sperimentando la "tenda estiva del balcone"<br />
per proteggersi dall'eccessiva irradiazione solare. Si tratta, in realtà, di<br />
pareti a pannelli mobili e orientabili, poste sulle facciate più esposte, tipo<br />
veneziane, opportunamente azionate da meccanismi termosensibili.<br />
Restando nel tradizionale, l'isolamento termico pesante non incide negativamente<br />
sulle esigenze di raffreddamento. Queste ultime sono ottenibili curando,<br />
anche, la ventilazione e non solo utilizzando dispositivi elettrici. Anche<br />
in questo caso occorre sfruttare le risorse naturali, in primis la differenza<br />
di temperatura tra la base della casa e il tetto, il punto più caldo. Tali tecnologie<br />
sono già utilizzate nell'edilizia commerciale o industriale. Rammentate<br />
che tale tecnologia, unitamente alla geotermica, non ha, quasi, costi di esercizio<br />
e ha durata equivalente a quella della casa, per cui è preferibile, o di ausilio,<br />
a tutti i mezzi forzati (condizionatori, ventilatori, ecc..).<br />
PREMESSA ALLE FONTI RINNOVABILI<br />
Dobbiamo parlare di politica. Volenti o nolenti condiziona le nostre scelte<br />
di vita.<br />
Nessuno, e in primis lo Stato, rinuncia a entrate certe e ripetitive. Le aziende<br />
energetiche a partecipazione statale hanno molte agevolazioni che<br />
garantiscono loro un predominio. Ad esempio sono riuscite a farsi approvare,<br />
una decina di anni fa, una legge che consente di bruciare nelle centrali<br />
gli scarti della lavorazione del petrolio in quanto assimilabili (sic!) a<br />
fonti rinnovabili con relativa voce in bolletta poco capita dai comuni mortali.<br />
Anche alcuni privati “cavalcano” le rinnovabili per “bruciare” scarti<br />
vari in luogo della biomassa a chilometro zero. Ciò toglie vigore alle politiche<br />
di risparmio energetico per cui il futuro ecosostenibile si allontana.<br />
Parliamo di energia elettrica. E’ la più utilizzata nella nostra vita quotidiana.<br />
Siamo abituati ad avere energia premendo un semplice interruttore anche<br />
in fabbrica per ottenere forza motrice per i macchinari. Diamo tutto<br />
per scontato e ci stupiremmo del contrario. Purtroppo dimentichiamo che i<br />
generatori dell’elettricità devono, per ora, funzionare in continuo (24h su<br />
24) mentre l’assorbimento, il nostro prelievo, è discontinuo e cioè diurno<br />
con enorme spreco nelle ore notturne. Non è pertanto il caso di pensare al<br />
nucleare, macchinari che non si possono spegnere a piacere e scorie eterne,<br />
per aumentare la potenza di picco diurna incrementando gli sprechi.<br />
160
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
Forse occorrerebbe mutare gli orari di lavoro…altro che ora solare!<br />
Noi, attraverso associazioni motivate, dobbiamo partecipare a contenere<br />
questi facili guadagni di pochi potenti che ignorano l’eco-stenibilità vera<br />
ed è anche per questo che il comportamento più efficace, per ora, è contenere<br />
gli sprechi. Tali associazioni devono contrastare la potenza delle sette<br />
sorelle (le compagnie petrolifere) e la politica miope dello Stato, intesa<br />
come attività e leggi rivolte ad una sfrenata ricerca del PIL (Prodotto Interno<br />
Lordo) a tutti i costi senza analisi dei guai futuri. Purtroppo, per ora,<br />
le energie rinnovabili ad eccezione della geotermica sono discontinue e<br />
non programmabili; soffermatevi a meditare su quante ore di sole abbiamo<br />
in inverno ed in estate. Riscontreremo valori da zero a un massimo di circa<br />
dieci ore e se poi analizziamo quelle di picco, o quasi, queste si riducono<br />
moltissimo. (Non tutti i mali vengono per nuocere; ne riparleremo quando<br />
tratteremo i costi comparativi). Dobbiamo pertanto imitare gli animali<br />
come la lucertola che ricava calore, e per noi energia, da pietre riscaldate<br />
dal sole che mantengono calore per molte ore successive al calar del sole.<br />
Anche l’acqua accumula tale calore; si tratta, ora, di trovare altri sistemi di<br />
maggior accumulo quale, ad esempio lo sviluppo di celle speciali a lenta e<br />
prolungata cessione che attenuerà il problema della discontinuità. In analogia<br />
anche le pile (batterie) avevano tale problema ma ora siamo giunti a<br />
far viaggiare un’auto di oltre 800 chilogrammi! Ripetiamo: non esistono<br />
energie rinnovabili continue per cui occorrerà puntare su di un mix di tali<br />
fonti. Non dimen-tichiamo che la ricerca ha già evidenziato energie minori,<br />
per ora, quali ad esempio l’energia da calpestio (compressioni/vibrazioni).<br />
L’iniziativa dello Stato è carente; abbiamo già spiegato ”il<br />
non interesse”. Sulle sue infrastrutture,ad esempio, strade ferrate/autostradali<br />
l’applicazione di pannelli fotovoltaici sui pannelli antirumore<br />
fornirebbe energia alle case limitrofe, indennizzo anche morale ai<br />
“disturbi” subiti. Inoltre si eviterebbe di utilizzare ettari di superficie agricola<br />
ora ricoperti da pannelli che necessitano di “centraline” ed elettrodotti<br />
per la distribuzione dell’energia prodotta e poi impiegata in luoghi distanti<br />
anziché sul posto. Parliamo di convenienza costi delle fonti alternative.<br />
Un freno alla diffusione sono i costi,comparati, di esercizio; quelli delle<br />
rinnovabili sono più care. Non vogliono metterci in grado di avere dati<br />
“reali” di confronto. Succede anche per l’auto ove normative internazionali<br />
rendono omogenei e parametrabili, tra i vari costruttori, i consumi<br />
161
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
(su percorsi urbani/misti/extraurbani) ma i reali consumi, dovuti al traffico,<br />
sono esponenziali e pertanto costosissimi.<br />
Anche il fornitore energetico ha tali costi nelle ore di punta, cioè di massimo<br />
prelievo dalla rete. Le sue centrali sono tarate per un assorbimento<br />
“costante”, per gli incrementi immette altra energia da altri centrali che<br />
possono essere acquistate anche da un altro Stato che le cederà a tariffa<br />
molto elevata, prendere o lasciare, con i rischi di black-out. Guarda caso<br />
questi picchi coincidono, come orari, ai momenti di maggior produzione<br />
dei sistemi solari/ fotovoltaici che potrebbero diminuire questa richiesta<br />
esterna da parte del gestore di rete che appunto il compito di garantire istante<br />
per istante la possibilità del prelievo.<br />
Come intuite siamo ritornati alla politica ed ai tagli alla ricerca. In proposito<br />
ai costi energetici forse sarebbe interessante “riprendere” il tema dei<br />
controlli di taratura dei contatori luce/gas già a suo tempo intrapresi da un<br />
onorevole piemontese.<br />
Come recita un detto “a pensare male ci si azzecca sempre”, la decantata<br />
telelettura potrebbe nascondere l’impiego di contatori prodotti con tolleranze<br />
di fabbricazione diverse dalle precedenti elettromeccaniche anziché<br />
elettroniche ove si tollerava variazioni in più (a favore erogatore) ed in<br />
meno (a favore utente) attuando una democratica compensazione della misura<br />
effettuata. L’avvento dell’elettronica potrebbe, invece, “puntare” verso<br />
la prima opzione pur rimanendo nel campo delle tolleranze previste<br />
fornendo così la conferma alla diffusa sensazione generale che “con i<br />
nuovi contatori si spende di più”. Proviamo, anche, ad esaminare pragmaticamente<br />
le tariffe biorarie e confrontatele con le spese precedenti, depurate<br />
degli aumenti; avremo conferma dell’assioma aziendale “il budget<br />
non deve diminuire mai, anzi…”.<br />
P.S. Per la scelta di tutte queste nuove apparecchiature per le fonti energetiche<br />
valgono tutte le note descritte nel capitolo materiali; ad esempio, per<br />
un pannello fotovoltaico, marcatura a laser su ogni singola cella ecc..<br />
Trattiamo ora gli investimenti elevati.<br />
PANNELLI SOLARI O FOTOVOLTAICI<br />
Dobbiamo ritornare alle aspirazioni del genere femminile; ne sanno una<br />
più del diavolo.<br />
Vanno in spiaggia ad abbronzarsi, orientano in continuo la sdraio verso il<br />
sole e si aiutano con gli “specchi”; vogliono cioè avere il sole a picco. In-<br />
162
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
terrompono ogni tanto l'esposizione, per evitare un’insolazione e si rinfrescano<br />
riducendo a valori accettabili la temperatura corporea.<br />
Una cosa simile avviene nell'innovazione spinta dei pannelli fotovoltaici o<br />
solari:<br />
- Sono posti secondo l'inclinazione ottimale (in Piemonte circa 45°) e<br />
non adagiati semplicemente sulla falda del tetto che, abitualmente, non<br />
raggiunge tale inclinazione,<br />
- sono montati su dispositivi mobili, a inseguimento, che imitano la citata<br />
posizione variabile della sdraio,<br />
- hanno in dotazione degli specchi che convergono i raggi solari sul<br />
pannello.<br />
Per evitare l'insolazione, il surriscaldamento, è fatto circolare un liquido di<br />
raffreddamento con l'ausilio di ventilatori funzionanti esattamente secondo<br />
il principio che evita al motore della vostra auto di surriscaldarsi.<br />
Come potete intuire, questi collettori ipertecnologici sembrano complicati<br />
ma anche l'auto, all’inizio, lo era. In tal caso la produzione in serie e le esperienze<br />
acquisite hanno reso "normali" i sistemi d’iniezione elettronica o<br />
l’adozione di sistemi computerizzati quali ESP® per evitare brusche sbandate.<br />
La maggior produzione e diffusione di tali pannelli raggiungerà obiettivi<br />
di riduzione di tali investimenti.<br />
A proposito di costi l’applicazione delle tecnologie citate richiederebbe<br />
investimenti e costi manutentivi pari a decine di migliaia di euro, si evince<br />
che per una casa unifamiliare i tempi di ritorno dell’investimento sarebbero<br />
stimati in lustri. Qualora invece, l’impiantistica venga utilizzata da decine<br />
di alloggi, i condominii, i “rientri” diventerebbero competitivi.<br />
Nessuno vieta di orientarvi verso tecnologie più povere ma rammentate il<br />
pragmatismo misurando l’effettiva resa per almeno dieci anni. La richiesta<br />
scritta di tali garanzie e relative penali allontanerà installatori poco seri.<br />
Vorremmo inoltre ricordare che tutti questi apparati necessitano “tagliandi<br />
periodici” di assistenza tali e quali quelli della vostra auto; d’altra<br />
parte i costi d’investimento sono simili o superiori. Da quanto sopra riportato<br />
si evince che non è vero che sfruttare il sole non costa nulla!<br />
Anche l’ombra crea limitazioni alle rese.<br />
Vi abbiamo confuso le idee? Auspichiamo invece di aver fornito elementi<br />
facilitanti la decisione.<br />
163
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
Quali innovazioni scegliere? Tutte quelle che sono disponibili in continuo,<br />
ad esempio quelle geotermiche e/o con pompe di calore, o che risentono in<br />
misura inferiore la stagionalità. Un altro fattore è la scelta di fonti che possano<br />
essere prontamente sfruttabili, ad esempio la fotovoltaica e l’eolica,<br />
che generano energia elettrica utilizzabile da “subito” (o meglio dopo i<br />
passaggi di vendita al gestore di rete; vedi premessa alle fonti rinnovabili).<br />
E’ inutile scaldare un poco l’acqua di un impianto termico con un collettore<br />
solare se abbiamo energia elettrica con cui possiamo anche eliminare<br />
l’impianto.<br />
Un’innovazione da seguire è l’accumulo di energia con “celle” che tramuterebbe<br />
“in continuo”, l’energia che per ora è disponibile solo in presenza<br />
del sole…<br />
L'ENERGIA GEOTERMICA<br />
Si tratta di rubare a Prometeo quanto lui aveva sottratto agli dei.<br />
Non è una nuova idea. Da sempre tale risorsa era nota e utilizzata nei<br />
pressi di acque termali, soffioni boraciferi o adiacenze vulcaniche; vedi le<br />
terme degli antichi Romani e le attuali o nelle centrali elettriche situate nei<br />
pressi del Monte Amiata.<br />
L'avvento tecnologico di trivelle che raggiungono profondità dapprima<br />
impensate ha evidenziato poi che nell'interno della crosta terrestre la<br />
temperatura è maggiore e, fatto importante, non risente della stagionalità<br />
e pertanto fornisce energia in continuo rendendola fonte rinnovabile<br />
primaria.<br />
La differenza di temperatura rispetto all'esterno può raggiungere, ad esempio,<br />
anche 20°C, a "soli" 100/150 metri di profondità. Ciò avviene<br />
perché si passa dai +10°C nel terreno ai -10°C in una fredda giornata invernale.<br />
Il fatto di aver disponibilità di calore costante, con tempi di risposta<br />
immediati, facilita una costante di erogazione calore. Se non ci fossero<br />
vincoli di trivellazione, di pompaggio eccetera converrebbe raggiungere<br />
profondità più elevate.<br />
I vincoli.<br />
I siti di trivellazione non sono tutti uguali; ce ne possono essere di più favorevoli<br />
o meno e non è detto che l'edificio, o meglio l'area, sia accessibile ai<br />
mezzi di trivellazione che invece non trovano ostacoli nella sede del co-<br />
164
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
struendo edificio in spazi aperti, anche pubblici dietro pagamento dei diritti.<br />
In tali casi potrebbe bastare un terreno o giardino condominiale dove interrare<br />
tubi captanti la temperatura del sottosuolo. Potete anche attivare<br />
una servitù su suolo pubblico. Ci penseranno poi le pompe di calore<br />
all’utilizzo di tale risorsa. D'altronde tutti sanno che per non far gelare i<br />
tubi dell'acqua è sufficiente, in Piemonte, interrarli di circa 60 cm, e ciò<br />
significa che sono sufficienti quei pochi gradi del terreno uniti a quei circa<br />
5°C dell'acqua per sconfiggere il gelo.<br />
Parliamo anche di ENERGIA EOLICA uso famiglia.<br />
Ci stiamo abituando a vedere torri di sostegno e pale mastodontiche, costruzioni<br />
di oltre 80 metri di altezza, per cui non ci sovviene di soppesare i<br />
vantaggi dell'eolico a livello di singolo edificio.<br />
Qualora l'edificio sia posto in siti favorevoli, può essere sufficiente la corrente<br />
d'aria che sfiora gli edifici non strozzati a valle e a monte da altri ostacoli<br />
come altre case/alberi, a far ruotare comignoli eolici che ci procurano<br />
un po' di energia. In Italia stanno diffondendosi e secondo la legge<br />
dei numeri, la produzione in serie, i costi diventeranno appetibili. Ripetiamo<br />
che non esiste una fonte di energia rinnovabile migliore di altre; forse<br />
più efficace in un certo ambiente sì, ma è l'insieme di più forme di energia<br />
che contribuisce al compito preposto, cioè il risparmio<br />
Un apparato opzionale<br />
CAMINETTO, ma non solo<br />
Premessa all’uso di stufe/camini.<br />
Prima di procedere all’acquisto o riutilizzo di una struttura esistente devono<br />
essere valutati alcuni fattori quali: l’utilizzo della legna da ardere,<br />
l’apparato di bruciatura, l’evacuazione dei fumi e l’emissioni di polveri<br />
nell’ambiente circostante e il pericolo per voi ed i bambini nel “condurre”<br />
il focolare. Pertanto se avete la fobia maniacale della pulizia di casa, non<br />
volete sporcarvi le mani, non “amate” gli animaletti nascosti nella corteccia<br />
e non avete lo spazio per la legna (almeno 1 metro cubo per 5-6 quintali),<br />
lasciate perdere…non fa per voi. Qualora invece, come noi, associate<br />
al parametro cura/attenzione dovuta a quanto è bello e gratificante nella rilassante<br />
simbiosi vista/ udito generata dalla fiamma il tutto contribuisce ad<br />
una migliore qualità della vita. L’effetto di convivialità indurrà inoltre i<br />
vostri amici a visitarvi.<br />
165
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
Caminetto domestico<br />
A tutti piace il focolare domestico, la piacevolezza ci veniva già raccontata<br />
nelle fiabe ma…la sua realizzazione e conduzione pone dei limiti che ne<br />
vincolano, per fortuna, la diffusione e spiegheremo poi i motivi. Il primo<br />
vincolo è dato dalla possibilità o meno di realizzazione delle opere murarie<br />
di installazione che si estendono anche al di fuori del locale di posa.<br />
Richiedono infatti una appropriata canna fumaria che raggiunga la sommità<br />
del tetto.<br />
Il secondo vincolo è dato dal consumo di un combustibile particolarmente<br />
ingombrante e dal basso rendimento calorifico effettivo. Si spazia dal 10% di<br />
un camino “aperto” a circa 60% degli inserti: sono quei parallelepipedi rettangolari<br />
predisposti zona fuoco, evacuazione fumi nella parte superiore con<br />
opzioni varie per recupero calore. Dato il consumo elevato, dai 18 o più<br />
Kg/ora nel camino a tiraggio naturale a circa 4 Kg/ora per gli inserti ipotizzando<br />
un utilizzo di circa 125 ore mese, 3 serali + 10 nel fine settimana, ne<br />
consegue un consumo, nel caso degli inserti, di circa 5 quintali mese. In pratica<br />
un ingombro di circa 1 metro cubo di legna di essenza mista.<br />
Se invece la vostra applicazione ha puro spirito di arredamento con utilizzi<br />
minimi, le “feste comandate” e la convivialità periodica con gli amici e<br />
parenti, i volumi e conseguenti pesi sono proporzionalmente ridotti; il parametro<br />
è sempre il consumo ora. Concludendo occorre avere spazi per il<br />
deposito, facilità di accesso ai mezzi di trasporto e sobbarcarsi la fatica di<br />
portarsi in casa, giornalmente, 15 o più Kg di combustibile. Qualora tutto<br />
quanto citato non abbia minato la vostra passione ed il gusto del bello, il<br />
tanto decantato “focolare domestico”, possiamo proseguire. Rammentando,<br />
poi, quanto dichiarato dai costruttori di caminetti, macchina termica<br />
secondo loro, ricordiamoci che i dati di consumi e prestazioni forniti nelle<br />
caratteristiche tecniche sono relativi; valgono cioè per il raffronto e la<br />
scelta fra i vari prodotti in commercio. L’utente, al pari dell’automobilista,<br />
non è quasi mai un condutture pilota del famoso “Mobil Economic Run”<br />
con la meta di raggiungere il traguardo con il minor consumo.<br />
Parimenti il conduttore di camini potrà, col tempo, raggiungere tali obiettivi.<br />
Proseguiamo per gli interessati.<br />
Caminetto vecchio e ripristino d’uso.<br />
Nelle case il camino era utilizzato prima dell’avvento delle stufe; ma ora<br />
anche case più nuove od in zone periferiche cittadine ne sono state corre-<br />
166
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
date su richiesta. Le canne fumarie originarie in mattoni, abbandonate nella<br />
cura periodica, l’adozione di serramenti “stagni”, certe modifiche dei<br />
tetti e soprattutto la nostra carenza di conoscenze in merito e la paura dello<br />
sporco da parte della padrona di casa hanno contribuito al “pensionamento”<br />
della struttura.<br />
Il ripristino.<br />
Dimenticate il far da sé, il consiglio vi viene da persone che hanno avuto<br />
l’opportunità di alimentare, nella vita, decine di stufe, caldaie a legna e<br />
carbone ed un certo numero di caminetti tuttora funzionanti.<br />
Richiedete l’intervento di un installatore (non un venditore), non importa<br />
se non installerete nuove strutture e seguite i consigli.<br />
Uno è già stato citato; l’incamiciatura con tubi rigidi coassiali della vecchia<br />
canna fumaria o se vi è più comodo la costruzione di nuova conduttura<br />
esterna; l’altro di conseguenza è il collegamento del vano focolare con<br />
la nuova condotta.<br />
Certamente ora il camino, aiutato da apposita presa d’aria dall’esterno avrà<br />
tiraggio e non farà fumo: avrete pertanto raggiunto l’obbiettivo<br />
dell’accensione. Rimangono da risolvere due problemi non da poco quale<br />
la sicurezza ed i costi gestionali dovuti al limitato rendimento energetico.<br />
Ne consegue che sarete giustamente tentati dall’acquisto di moderni focolari<br />
muniti di vetro antiscintilla. Il mercato è ricco di prodotti, molti dichiarano<br />
rendimenti da capogiro, ma la scelta deve essere ponderata in base alle<br />
nostre esigenze specifiche.<br />
Qualora vogliate utilizzare l’esperienza altrui sappiate che:<br />
- i vani focolare devono aver ampiezza di gran lunga maggiore delle stufe<br />
- lo spazio interno deve consentire il posizionamento dei ciocchi, con<br />
lunghezza standard di circa 40cm., sia in verticale che in profondità<br />
- il materiale costruttivo del focolare è preferibile sia in refrattari speciali<br />
e brevettati o almeno in ghisa ad elevato spessore. Infatti più che il<br />
rendimento è prioritario il “calore latente”, quello emanato a camino<br />
“spento” in similitudine ai forni a legna per la pizza.<br />
I condotti di aerazione forzata recuperano rendimenti energetici ma diffondono<br />
micropolveri nel locale (di ciò la pubblicità non parla). Sono preferibili<br />
canalizzazioni naturali di recupero calore dal focolaio, l’aria fredda<br />
ne lambisce le parti calde e viene convogliata tramite tubi a bocchette di<br />
aerazione.<br />
167
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
La conduzione di un camino<br />
Il primo ostacolo è il tiraggio o meglio la sua carenza. La fiamma anziché<br />
dirigersi verso l’alto vuole uscire nel locale sbattendo sul vetro.<br />
Recupero calore.<br />
Il dispositivo, in genere una piastra, è un responsabile della deviazione<br />
fumi dal percorso naturale. L’esigenza di creare un percorso tortuoso in<br />
cui i fumi cedano calore residuo, infatti, costituisce ostacolo alla retta via<br />
ed in carenza di tiraggio la fiamma dirigerà verso il vetro e se aprite<br />
l’antina affumicherà voi ed il locale. Immaginate di porre un coperchio<br />
sulla fiamma e di dover guidare la fiamma, senza farla espandere, verso<br />
l’alto…<br />
Scaldare i motori e la canna fumaria.<br />
Similmente alla vostra vecchia auto ove alla partenza “aprivate” l’aria e<br />
lasciavate gradualmente scaldare il motore anche con il camino dovete<br />
procedere allo stesso modo.<br />
Aprite l’aria, attraverso l’apposita leva e poi accendete gradatamente dei<br />
fogli di giornale uno alla volta arrotolati a tubo completamente inseriti nel<br />
focolare sino a quando non sentirete un rumore persistente di forgia o di<br />
treno in lontananza.<br />
Se non sentite questi suoni rinunciate all’accensione, potreste anche avere<br />
il camino occluso.<br />
Lasciate spegnere i fogli di giornale e poi batteteli con l’attizzatoio fino a<br />
ridurli in cenere, l’operazione ha lo scopo di liberare la griglia da cui arriverà<br />
l’aria comburente.<br />
Ora potete accendere il camino introducendo nuovi fogli di giornale e legnetti<br />
piccoli, pochissimi e distanziati al fine di essere lambiti completamente.<br />
In seguito aggiungerete legna di dimensioni maggiori. Non abbiate<br />
fretta ad aggiungere legna perché non sempre i legnetti sono sufficienti; in<br />
tal caso proseguire con i legnetti a costo di bruciarne moltissimi. Rammentate<br />
poi una regola semplicissima: un ciocco posto in verticale brucia<br />
più velocemente in quanto la fiamma “segue” la venatura del legno ed è<br />
facilitata dallo sprigionamento di gas facilmente infiammabili.<br />
Questa dell’accensione è l’operazione più difficile d’altronde quanti erano<br />
quelli che sapevano far partire a freddo la “500” al primo tentativo dosando<br />
mani sull’aria e piedi delicati sull’acceleratore? Non dimenticate inol-<br />
168
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
tre che potete facilitare l’accensione aprendo un porta, una finestra del locale<br />
in modo da far affluire più aria al focolare (è la manovra opposta a<br />
quella per limitare l’incendio in una stanza).<br />
I pericoli..<br />
Soppesiamo molto il fatto di avere il “fuoco in casa”.<br />
E qui mi rivolgo ai nuovi possessori di caminetti forse attratti dalla pubblicità<br />
di un bel caminetto posto su un pavimento in legno e con tappeti attrattivi<br />
(sic!). Qualsiasi anziano in simili posizioni non accenderebbe il<br />
camino … di una pipa! Noi invece pretendiamo, ormai la frittata è fatta, di<br />
utilizzare una ”bocca da fuoco” che è soventissimamente aperta per il<br />
buon governo senza portarne le conseguenze. Una scintilla può innescarvi<br />
un incendio se non siete presenti e pronti ad intervenire e per chi ha il focolare<br />
aperto, senza antina, non deve illudersi che i parascintille assolvano<br />
completamente allo scopo. La balistica di lancio è ad andamento casuale e<br />
per i più increduli anche verso il basso. Gli anziani sanno che alcune essenze,<br />
faggio e carpino ad esempio, non hanno sostanze volatili che si<br />
sprigionano sotto forma di scintille. Rimane il pericolo della fase di accensione<br />
ove occorrono legnetti, un tempo i “rifiuti” del bosco cioè le fascine,<br />
minuti come matite facilmente incendiabili. In questa fase si producono<br />
scintille a iosa e voi avrete l’antina del focolare socchiusa e quindi pericolosa<br />
per il lancio di pezzi incandescenti.<br />
Gli aiuti all’accensione … pericolosi.<br />
Questa dell’accensione è un’operazione che spazientisce i non addetti. La<br />
tentazione di utilizzare liquidi infiammabili, quali alcool e simili, è forte;<br />
ma il pericolo è in agguato. Questi materiali sono altamente volatili e non<br />
si vedono, il pericolo di accendere il non visto, ossia la scia di liquido caduto<br />
dal contenitore, è elevatissimo con relativi danni fisici.<br />
I sostituti.<br />
Qualora non riusciate nell’operazione, pur seguendo i consigli citati, potete<br />
aiutarvi con pezzettini di stoffa jeans in cotone ricavati da vecchi pantaloni<br />
o pezzi di lenzuola; naturalmente senza impregnarli di alcunché. Noi,<br />
definiteci “fissati”, utilizziamo i tubi vuoti della carta igienica riempiti dei<br />
materiali citati posti in modo tale da garantirne il tiraggio e l’accensione<br />
prolungata.<br />
169
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
Spegnimento ed accensione.<br />
La conduzione, al minimo, di un motore sporca le candele e così pure nel<br />
camino sporca i tubi fumo con prodotti carboniosi incombusti. Ciò renderà<br />
difficoltosa una nuova accensione. Parimenti all’auto ove dopo una lunga<br />
discesa diamo un colpetto di acceleratore, a frizione disinnestata, anche il<br />
camino deve spegnersi con fiamma attivata al massimo per pulire i condotti<br />
di evacuazione fumi.<br />
Una malizia.<br />
Anche la legna più secca tende, con il permanere all’aperto sotto tettoia, a<br />
raggiungere l’equilibrio con l’aria circostante non sempre favorevole specie<br />
nelle stagioni del riscaldamento, pertanto il fabbisogno di legna giornaliero<br />
va posto in casa vicino all’area di utilizzo ad “asciugare”. Anche<br />
quando immetterete nuova legna nel focolare dovrete continuare l’opera di<br />
asciugatura attivando al massimo il tiraggio per qualche minuto o, se non<br />
avete tempo, almeno per alcuni secondi.<br />
Manutenzione.<br />
Quella giornaliera, o a frequenza più ridotta, consiste nell’asportare la cenere<br />
e le polveri in zona focolare specie nelle parte inferiore di aspirazione<br />
aria comburente. Deve essere di cura maniacale per evitare di diffondere il<br />
pulviscolo attraverso le bocchette di aerazione. In caso di ventilazione forzata<br />
con aspirazione sul frontale, è il caso degli inserti, per il recupero del<br />
calore, che sconsigliamo, avrete la diffusione di ceneri e polveri minute<br />
(tipo Pm 10) nell’ambiente circostante nonostante la pulizia citata, i costruttori<br />
di caminetti tacciono in proposito.<br />
Manutenzione dei condotti fumo.<br />
La manutenzione mensile, a seconda del grado di utilizzo, consiste<br />
nell’utilizzo oculato di apposite polveri spazzacamino che diminuiscono<br />
l’entità della fuliggine aggrappata alle canne fumaria anche a quelle con<br />
pareti interne in acciaio inox.<br />
Annualmente occorre effettuare la pulizia canna con appositi scovoli, operazione<br />
da assegnare al fumista installatore.<br />
A voi toccherà sigillare ermeticamente la bocca del focolare e le finestrelle<br />
di aerazione per evitare il diffondersi delle polveri carboniose nerastre,<br />
e sovente untuose, nel locale circostante.<br />
170
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
Ripetiamo: in caso di apparati ove i residui di pulizia canna non possano<br />
essere completamente asportati occorre eseguire uno sportello apposito<br />
per tale rimozione in modo da evitarne l’autoaccensione e l’incendio.<br />
P.S. Ai cittadini ricordiamo che i focolai in ghisa non sono equiparabili a<br />
quelli in refrattario delle stufe bruciatutto (legna/carbone /segatura) ed accettano<br />
quale combustibile la sola legna da ardere pena la corrosione del<br />
focolare.<br />
Prima di affrontare il capitolo interventi edili che auspichiamo non troppo<br />
frequenti vediamo assieme gli interventi sporadici.<br />
COME EFFETTUARE CON CALMA LE EMERGENZE DI<br />
CASA<br />
Si suole dire persona prudente quella che indossa cinghia e bretelle. Anche<br />
per la casa vale la stessa regola. Alcune modifiche ne renderebbero<br />
più agevole la conduzione e potrebbero toglierci il panico di rimanere al<br />
buio o senza acqua, magari di notte o peggio nel periodo feriale.<br />
All’inconveniente ci “pensa” un forte temporale od un “cortocircuito”<br />
momentaneo ed improvviso. Il rimedio è la parcellizzazione e la prevenzione<br />
impiantistica. Un salvavita del tipo restart o stop & go dopo la verifica<br />
automatica che non esistono, o persistono, guasti impiantistici, ridarebbe<br />
corrente e vi eviterebbe ad esempio, di alienare, al ritorno da una<br />
vacanza, tutto il contenuto del freezer e frigo per non parlare di dei sistemi<br />
di deterrenza per i ladri. Per l’impianto idrico la prevenzione consiste<br />
nell’evitare i punti deboli; il “flessibile” è il principale. Ci facciamo<br />
ingannare da un tubo in maglia di acciaio che però, all’interno, ha un tubicino<br />
di gomma che, in primis quello dell’acqua calda, si usurerà. Il rimedio:<br />
sostituire “tutti” i flessibili con cannucce rigide inserendo il “rubinetto<br />
filtro”.<br />
In pratica ogni utenza ha la sua saracinesca e non vi obbligherà a chiudere<br />
centralmente l’acqua e non rimarrete privi del prezioso liquido nella abitazione.<br />
In proposito ai “flessibili” tenete in casa dei tappi maschi e femmina<br />
da 3/8”, 1/2“, 3/4” (un negozio di idraulica capisce tali specifiche) ed<br />
otturate temporaneamente l’improvvisa perdita. Rammentate che avendo<br />
tali ricambi in casa vi sarà più facile trovare qualche amico, far da sé, che<br />
vi risolverà temporaneamente il guasto.<br />
171
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
Modifiche future potranno riguardare le utenze principali quali, ad esempio,<br />
l’installazione di salvavita suppletivi sulle prese di lavatrici, boiler e<br />
ferri da stiro; la miniaturizzazione di tali dispositivi vi consentirà<br />
l’applicazione senza modifiche. Non dimentichiamo, e lo ripetiamo sino<br />
all’esasperazione, quanto riportato nel capitolo materiali: acquistiamo solo<br />
prodotti marchiati e sottoposti a norme severe quali, ad esempio, quelle<br />
tedesche per le apparecchiature elettriche e termiche.<br />
Evitate di acquistare e richiedere interventi al “massimo ribasso” come<br />
fa, errando, lo Stato; a noi interessa la durata!<br />
COME EVITARE INTERVENTI DI SOSTEGNO<br />
Tutti riteniamo che la manutenzione preventiva e periodica sia indispensabile.<br />
Vorremmo però rimarcare che l’attività del far da sé non deve essere<br />
un lavoro obbligatorio; verrebbe meno il piacere …<br />
Forse è opportuno evitare l’acquisto di materiali che richiedono troppo<br />
“sostegno”.E’ buona norma, ad esempio, non utilizzare all’esterno una recinzione<br />
in ferro o scaffali in legno in ambienti umidi in cantina; montare<br />
invece, una recinzione in blocchi in polvere di marmo/ quarzo forati o<br />
l’impiego di manufatti in plastica per ubicazioni umide ci toglierà molto<br />
lavoro. Ripetiamo l’importanza della scelta iniziale dei prodotti; una fascetta<br />
di serraggio se posizionata all’esterno andrà in acciaio inox ed i dadi<br />
e le viti della tettoia in ottone; così facendo vi sarete assicurati la reversibilità<br />
di smontaggio, anche il rame è virtuoso. Anche una cerniera in ottone,<br />
applicata sul legno, non vi darà grattacapi e certamente non cigolerà<br />
mai. Segnatevi con etichette adesive, apposte nei paraggi, gli interventi e<br />
le relative date, costituisce metodo virtuoso per evitare interventi improvvisi.<br />
Le lampade del luce scala esterno vanno sostituite in blocco verso il<br />
fine vita; etichette adesive applicate nei pressi dell’allaccio centrale vi<br />
guideranno; avrete altresì la possibilità di verificare l’effettiva durata dichiarata<br />
dal produttore ed orientarvi tra i vari marchi. Ancora, un tale intervento,<br />
privo di esigenze d’urgenza vi consentirà l’esame di anomalie in<br />
corso, infiltrazioni d’acqua in primis, ed una pulizia dell’apparato in vetro/<br />
plastica che migliorerà la resa illuminante. Parliamo di chiavi: l’uso improprio<br />
danneggia le serrature. Quante volte ci siamo spazientiti ad infilare,<br />
una dopo l’altra, le chiavi nella toppa? Ricorriamo a chiavi colorate o<br />
con adesivi che al buio non si distinguono. Un metodo virtuoso è<br />
l’adozione di accorgimenti da ipovedenti. Intaccature di lima sulla testa<br />
172
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
chiave, nella posizione superiore per le chiavi a nottolino (le più usuali),<br />
indicheranno al tatto ed in funzione del numero di “segni”, in progressione,<br />
la chiave del portoncino e dell’ingresso alloggio. Esistono tipologie di<br />
chiavi svizzere che, con unica chiave, aprono tutte le porte. Come recita<br />
una canzone “in questo mondo di ladri” non ve la proponiamo. E’ utile invece<br />
sostituire i nottolini con altri aventi chiavi a scheda non riproducibili<br />
se non dallo stesso negozio specializzato che vi ha fornito il nottolino: vi<br />
risparmierete l’ansia di quando perderete le chiavi! Lo so siamo all’antica<br />
ma, l’olio di macchine da cucire immesso una volta all’anno nella toppa<br />
ve ne assicurerà una lunga durata. Visto che abbiamo in mano tale oliatore,<br />
provvisto di un lungo beccuccio lubrifichiamo le astine delle manopole<br />
della cucina a gas; si sfilano facilmente… Non acceleriamo l’usura di tutto<br />
quanto è in casa. Quali innamorati facciamo conto di accarezzare l’amato<br />
e preoccupiamoci della sua salute. Evitiamo pertanto di serrare con forza<br />
rubinetti o sforzare leve degli stessi in quanto ignoriamo da quale parte<br />
vanno ruotati. In genere tutti i rubinetti si aprono in senso antiorario e, per<br />
quelli a leva la posizione della stessa parallela al tubo indica posizione “aperta”.<br />
Ancora, non poniamo panni bagnati su ringhiere in ferro, non sbattiamo<br />
porte e finestre quando le apriamo, ecc.. Curiamo le rughe, leggi<br />
fessurazioni e quando ritenuto ammalato. Il tempo risparmiato per interventi<br />
vari lo potremo dedicare ad attività creative maggiormente gratificanti.<br />
INTERVENTI EDILI<br />
Materiali, opere e le specifiche tecniche.<br />
Una singola opera edile, rappezzo, ristrutturazione, o modifica, coinvolge<br />
sia l’acquisto di materiali, alcuni di vostra scelta, sia l’attività d’impresa.<br />
Sperando che tutto venga eseguito secondo il progetto, le specifiche tecniche<br />
appunto, si aggiunge l’accuratezza esecutiva e la garanzia se richiesta.<br />
La garanzia viene “assicurata” a parole e non ha valore in caso di controversie.<br />
Solo se esplicitata come specifica tecnica aggiunta e con arco temporale<br />
ben definito assume una certa validità. Raramente viene accettata come<br />
clausola dalle imprese.<br />
Infatti si possono verificare concause che ne annullano l’efficacia. Costituisce<br />
comunque deterrente per la scelta dell’impresa, alcune rifiuteranno<br />
il lavoro, che per il pagamento finale. In proposito rammentare che lavo-<br />
173
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
rare sul “vecchio” può riservare sorprese, alcune trattate nel libro, per cui<br />
il “preventivo” non sarà vincolante. In quest’ultimo caso una ulteriore<br />
specifica tecnica quale il riaggiornare e convalidare il preventivo qualora<br />
la differenza riscontrata durante i lavori raggiunga una certa percentuale;<br />
eviterà malumori e discussioni.<br />
Le specifiche tecniche.<br />
Sono la formalizzazione, il mettere nero su bianco, di prescrizioni, di materiali,<br />
di prestazioni e forma (disegno) costruttiva, in specie le modifiche<br />
in corso d’opera che sono inevitabili, appendete una copia sul retro porta<br />
d’ingresso in modo che siano visibili a tutte le maestranze. Lo scritto sostituisce<br />
il vecchio ”faccia lei che sa” fonte di guai che rende impossibile<br />
qualsiasi reclamo successivo. In parole povere la “specifica” rappresenta<br />
tutto quanto può essere controllato strumentalmente. Nel caso di richiesta<br />
di garanzia di durata la strumentazione necessaria è… il calendario.<br />
I riferimenti edilizi storici, un aiuto dalla burocrazia: il punto di partenza<br />
per le varianti.<br />
La casa e la sua storia, un aiuto dalla burocrazia.<br />
Come già anticipato in altra parte in caso di acquisto/vendita<br />
/ristrutturazione o semplicemente se amate la storia della casa, nascita/modifiche/date/infrazioni/<br />
sanatorie, avete la possibilità di soddisfare tale<br />
curiosità. L’Archivio edilizio del Comune dell’immobile conserva tali<br />
documenti. Vi troverete i supporti cartacei, progetti, concessioni edilizie,<br />
infrazioni sanatorie e quanto sopra accennato. I disegni potrebbero tornarvi<br />
utili in caso di ristrutturazioni; costituiscono infatti il punto di partenza<br />
per le modifiche. Purtroppo, non sempre, i costruttori aggiornavano le varianti<br />
in corso d’opera (lo scoprirete quando deciderete nuove modifiche).<br />
Il passo successivo, burocratico, a fine lavori è anche l’aggiornamento ora<br />
informatizzato, al catasto (UTE).<br />
La planimetria ufficiale, indispensabile negli atti di compravendita, è depositata<br />
all’UTE.<br />
La difformità tra lo stato di fatto, la realtà edificata, e quanto denunciato,<br />
la planimetria ufficiale, verrà rilevata dal tecnico incaricato con perizia<br />
obbligatoria. Le varianti riscontrate in sede di perizia andranno sanate se<br />
possibile, in alcuni casi possono precludere l’atto notarile.<br />
Per tale motivo consigliamo di tenere la Planimetria ufficiale tra le carte di<br />
174
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
casa (se l’acquisto è recente la troverete allegata al rogito notarile).<br />
P.S. è possibile risalire sino ai primi decenni del 1900 ai disegni progettuali<br />
di edificazione e varianti edilizie in cronologia; rammentare che dovrete<br />
cercare la documentazione tramite l’indirizzo originale. Negli anni<br />
del Fascio i nomi delle vie differivano… se ne potrebbe scrivere un libro,<br />
via Pallamaglio ecc..<br />
I nostri interventi e la produzione in serie.<br />
Guardiamo ancora all’auto e constatiamo che una grossa fetta di qualità<br />
consegue ad elevati volumi e le azioni correttive alle relative grane segnalate<br />
dai clienti.<br />
Al confronto la nostra ristrutturazione edile è da considerarsi “fuori serie”<br />
o meglio elaborazione specifica unica ed irripetibile. Dovrà per tanto essere<br />
affidata ad imprese con artigiani Maestri, i più esperti. L’impresa li<br />
considera preziosi e non li dirotta ai lavori secondari. E’ come nel campo<br />
medico, non sempre avrete a disposizione il primario, il Maestro.<br />
I tagliandi, ovvero la verifica ed il mantenimento dell’efficacia<br />
d’intervento nel tempo potrebbero essere richiesti con specifica tecnica.<br />
L’esborso economico di acquisto casa motiva l’attività periodica dei tagliandi.<br />
La scelta dell’artigiano.<br />
Con il progredire della tecnologia e la disponibilità sul mercato di prefiniti<br />
o preassemblati in moti campi, ad esempio per l’impian-tistica idrica e lattoneria<br />
più disparata, molti volenterosi pensano di poter intraprendere<br />
nuovi mestieri con pochissima attrezzatura, i “ferri”.<br />
Ma, il mestiere non assimilato gradualmente in affiancamento sul campo<br />
non dà buoni risultati e noi, spinti da scelte condizionate da esigenze economiche<br />
(in genere l’artigiano meno caro), ne pagheremo le conseguenze.<br />
A volte anche funeste quali quelle di installazione di impianti a gas, bisognerebbe<br />
ritornare ai sigilli, piombatura, da togliersi solo dai tecnici.<br />
A nulla è valsa l’esperienza dell’industria che trasformandosi da manifatturiera,<br />
con tanti uomini, a società di capitale, tanto macchinario automatizzato<br />
e costoso ha allontanato e licenziato gli uomini anche validi. Le attività<br />
che si imparavano a bottega, intesa anche come fabbrica, sono ora<br />
nuovamente ed invanamente proposte da quelle stesse industrie disilluse<br />
oltre che dai spropositati investimenti anche della speranza che le macchi-<br />
175
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
ne si autoriparassero. I venditori di impianti esaltavano infatti la diagnostica<br />
di alto livello di cui i macchinari erano equipaggiati. In seguito “grazie”<br />
alla globalizzazione fu considerato più redditizio rivolgersi altrove; ci<br />
sarà sempre un paese con più bassi costi di mano d’opera (una delle cause<br />
della crisi). Pensate a ciò che è successo dal dopoguerra ove i vinti hanno<br />
raggiunto la supremazia mondiale. La logistica dei trasporti con i suoi limitati<br />
tempi e costi di consegna ha contribuito enormemente a ridurre le<br />
distanze. E per rimanere con i piedi in casa provate a cercare una impresa<br />
termica che disponga di un saldatore ossiacetilenico (saldare con la fiamma<br />
anziché con l’arco elettrico) per riparare o modificare l’impiantistica<br />
termica che sino agli anni ’70 era tutta a circolazione naturale.<br />
Non si avvaleva infatti di pompe che dovevano supplire anche ad errori<br />
impiantistici degli operai che non “conoscono” il percorso naturale<br />
dell’acqua calda in un circuito di riscaldamento. Naturalmente le scuole<br />
sfornano molta grammatica senza collegarla alla pratica. Fortunatamente<br />
ci sono le eccezioni che però altri paesi ambiscono. I più anziani ricordano<br />
che anche con la guerra le nazioni più progredite cercavano persone valide<br />
(non solo scienziati) dal “nemico”. Anche ora, così facendo non si spende<br />
in istruzione e si godono i frutti.<br />
Concludendo scegliete imprese ed artigiani che vi rilascino garanzie e<br />
certificazioni scritte.<br />
Globalizzazione.<br />
Adesso che in Italia c’è abbondanza di mano d’opera straniera, adattabile,<br />
volenterosa e predisposta ai lavori manuali disdegnati da noi c’è il rischio<br />
che l’impresa se ne avvalga troppo senza badare alla qualità. Sovente le<br />
operazioni intermedie loro assegnate non sono correttamente esaminate. E<br />
per andare sul faceto, ma non troppo, a specifica richiesta la 46/90, normativa<br />
di sicurezza, era stata considerata alla stregua di due numeri del lotto.<br />
Risposta azzeccata: il 90 la paura di essere in tali mani.<br />
Fidarsi è bene, controllare è meglio.<br />
Qualora abbiate tempo o conosciate persona affidabile e competente fate in<br />
modo di assistere ai “lavori in corso”. Senza creare intralcio o peggio pericolo,<br />
una capatina ogni tanto, ad inizio e fine dei singoli cicli di lavoro, può costituire<br />
deterrente alla fretta esecutiva (fretta che al giorno d’oggi si riscontra<br />
spesso a discapito della precisione lavorativa). La fotografia in continuo, in-<br />
176
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
tesa anche come documentazione fotografica dei percorsi impiantistici potrà<br />
tornarvi utile in futuri lavori di riparazione e/o modifiche. Ripetiamo: il faccia<br />
lei che sa rivolto all’esecutore va dimenticato.<br />
Se l’esecutore è serio dovrà presentarvi, in mancanza del vostro scritto, il<br />
suo progetto con costi e tempistiche. Voi dovrete sottoporre il tutto, non<br />
potete esimervi, ad un tecnico abilitato, geometra, architetto, ingegnere,<br />
per una approvazione. Ulteriore domanda all’esecutore è quella relativa ai<br />
danni indotti, dalla caduta calcinacci in strada, ai danni dell’ascensore e/o<br />
da perdite acqua di lavorazione. Ricordatevi che la franchigia assicurativa<br />
dovrà essere rimborsata dall’impresa. L’entità del risarcimento ai danneggiati<br />
non sarà uguale all’effettiva spesa sostenuta per la detrazione relativa<br />
allo stato di degrado predanni.<br />
Per i buoni rapporti con il vicinato stimolate perizie di parte preferibilmente<br />
con un tecnico, quelli dapprima citati, ma che sia anche abilitato dal<br />
tribunale, i cosiddetti C.T.U., Consulente Tecnico d’Ufficio.<br />
La documentazione di fine lavoro.<br />
Qui trattiamo un punto dolente.<br />
L’obiettivo principale dell’esecutore, non ce ne voglia, è la garanzia del pagamento<br />
dell’opera. Senza questo requisito niente chiavi o fine lavori<br />
...D’altronde la fidelizzazione non è ... per i clienti una tantum. Noi però,<br />
quelli paganti, vorremmo le “istruzioni per l’uso” e non solo, ad esempio, la<br />
consegna del libretto garanzia caldaia (chiami l’assistenza per la prima accensione<br />
e le verrà spiegato tutto!). In considerazione delle migliaia/decine<br />
di migliaia di euro spese per una ristrutturazione anche parziale, per non<br />
parlare delle cifre d’acquisto casa, desidereremmo avere almeno “il bugiardino”<br />
di cui è corredata la scatola di un comune antidolorifico.<br />
In attesa che ci venga fornito un Compact Disc con il progetto, le varianti<br />
esecutive fase per fase, operiamo autonomamente come dapprima descritto.<br />
In futuro potrà succedere che ci venga fornita la “fotografia” di casa. In<br />
realtà si tratta di termografie che evidenziano, ad esempio, la carenza di<br />
“ponti termici” e l’omogenea diffusione del riscaldamento, isolamento<br />
termico ecc… Costituisce obiettivo a tendere.<br />
I muratori e lo sporco.<br />
Noi, ma in primis la moglie, nutriamo verso di loro motivate repulsioni.<br />
La causa principe è che ignorano l’arte del pulito e diffondono polveri in<br />
177
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
tutta la casa. Ormai raramente si utilizza per “rompere” il classico martello<br />
e scalpello, che creano poca polvere. Per una scanalatura passacavi si utilizzano<br />
apparecchi elettrici portatili generosi produttori di polvere. Secondo<br />
gli operatori il progresso è quello che consente una riduzione dei tempi<br />
esecutivi indipendentemente dalle concause, e cioè polveri a gogò.<br />
Il mercato offre apparecchiature atte al recupero delle polveri e anche aspirapolveri<br />
a doppia filtrazione, classico sacchetto + filtro HEPA ma, a<br />
volte, occorre una terza mano, un secondo operatore che tenga la bocchetta<br />
aspirante vicino alla sorgente delle polveri.<br />
Ciò limita l’utilizzo ma riteniamo che se ci fosse una seria norma di tutela<br />
salute operaio, è il primo che ingurgita tale polvere, anche il committente,<br />
noi, avremmo vantaggi e cioè il pulito. L’innovazione tecnologica può<br />
aiutare moltissimo.<br />
Esecuzione, controlli e manodopera femminile.<br />
Nel campo edilizio italiano le maestranze femminili sono assenti.<br />
L’attuale minor gravosità del lavoro induce a rivederne l’ottica traendone<br />
vantaggi reciproci. Ove impiegate, il campo manifatturiero ad esempio,<br />
viene esaltata la loro precisione ed attenzione operativa. D’altronde sono<br />
abituate a consultare schemi di lavoro a maglia che molti tecnici considererebbero<br />
ostici. Decine di anni fa constatavamo la loro attività anche edile,<br />
non solo nei paesi dell’Est, ma addirittura in Svezia!<br />
Per riferirci alla gravosità di impegno il riscontro di alcune mansioni, manovratrici<br />
di carri ponte in fonderia, palesavano “rilassante” quello di un<br />
cantiere edile. E per tornare in tema di muratori ed “arte del pulito” le maestranze<br />
femminili contribuirebbero a quel decoro ed ordine che noi utenti<br />
desideriamo anche durante i lavori di ristrutturazione.<br />
A rafforzare quanto sopra vorremmo citare i danni che si riscontrano attualmente<br />
nella umile fase di “pulizia” preconsegna al cliente di una casa<br />
sottoposta ad interventi. L’affido di tali attività ad inesperti a volte lascia i<br />
”segni” del lavoro effettuato con prodotti di pulizia per asportazione colature<br />
di cementi con l’acido muriatico e conseguenti aloni eterni!<br />
Nessuna donna agirebbe in tal modo.<br />
Gli imprevisti dei lavori edili.<br />
Nell’elenco dei materiali non abbiamo citato quelli causati dall’acqua. E’<br />
un componente di tutti le malte e molti leganti; anche in questo caso dia-<br />
178
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
mo per scontata la sua presenza. Se ci soffermiamo a pensare ci renderemo<br />
conto che per rifare un pavimento ne occorrono decine e decine di litri.<br />
Occorre inoltre aggiungere quella utilizzata per abbattere le polveri di demolizione<br />
del ”vecchio” e quella per bagnare lo strato preposa al fine di<br />
garantire una amalgama con la nuova pavimentazione.<br />
Costituisce miracolo il non causare infiltrazioni ai piani sottostanti.<br />
Se non ponete fretta, con la scelta dell’impresa azzeccata, ciò è fattibile.<br />
Meglio però allertare l’impresa ed il vicino a porre attenzione ed avvisare<br />
in tempo…lasciategli il numero del telefonino se vi assentate, gli “incidenti”<br />
sono numerosi nelle ferie.<br />
Le nostre colpe verso l’impresa.<br />
Dopo aver esaltato certe anomalie vediamo anche il “mea culpa”. Non si<br />
può avere “tutto e subito”. Ogni operazione richiede tempo, esempio di<br />
posa, poi devono seguire interruzioni temporali, di giorni o anche settimane<br />
per procedere alle fasi successive.<br />
Tali lassi di tempo, ben noti e concessi in caso di costruzione del nuovo e<br />
di ristrutturazioni pesanti, muratore, idraulico, elettricista, nuovamente<br />
muratore e via discorrendo, vengono negati nei casi di “rappezzi”, e con<br />
tale termine ci riferiamo all’insieme dei materiali ed impianti. Abitando, in<br />
questi casi, nella casa “finita” consideriamo intralcio tali lavori. Pertanto<br />
per lasciare libera la zona lavori dovremmo trasferirci all’esterno o, se non<br />
possibile, nell’area residua della casa. I rimedi … futuri. Può darsi che in<br />
futuro l’impresa ci fornisca per tale periodo l’auto, pardon, la casa di cortesia<br />
…<br />
Trattiamo un argomento sovente dimenticato e che renderà ”inutili” certi<br />
interventi edili.<br />
LA PELLE dei MATERIALI<br />
Limitandoci a quelli coinvolti nell’edilizia, qualsiasi materiale ha una pelle,<br />
strato esterno superficiale, che può essere naturale o indotta. Ipotizziamo<br />
che ai primordi l’utilizzo del fuoco per fabbricare i mattoni, anche<br />
in questo caso una tecnologia per ridurre i tempi di produzione rispetto<br />
all’essiccazione naturale, abbia generato dei pezzi compatti o comunque<br />
con strati superficiali induriti che sarebbero successivamente estesi in<br />
molti campi. Si spazia dalla pietra di fiume levigata dal tempo e dalla na-<br />
179
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
tura a quella indotta dal procedimento di lavorazione quale cottura in forni<br />
per laterizi e/o lavorazioni termiche/meccaniche per i metalli. La pelle superficiale<br />
può essere d’ostacolo e non solo per il suo stato di rugosità più o<br />
meno elevato. Spaziamo dalla pietra ottenuta con frantumazione, ruvida,<br />
alla lastra di marmo, levigata con utensili abrasivi o al citato ferro laminato.<br />
In tal caso la sua impenetrabilità costituisce barriera all’imbibimento<br />
necessario per “legare” e cementarsi formando pertanto una corretta amalgama.<br />
Tuttavia la pelle ha anche i suoi pregi; ne è riprova il fatto che i<br />
materiali, pietre e marmi in primis, sottoposti a sabbiatura o aggressione<br />
da parte di certi prodotti chimici, utilizzati ad esempio per “lavaggio”<br />
facciate, perdono caratteristiche protettive nei confronti degli agenti atmosferici.<br />
La pelle può essere ottenuta, sia forzatamente con processi tecnologici<br />
sia mediante la temperatura, ad esempio con forni che modificano<br />
la struttura superficiale di un materiale arricchendola di componenti idonei<br />
all’utilizzo finale, nelle piastrelle per citare il caso più comune. Vedere<br />
anche pavimenti in legno ed in mattoni.<br />
“Dulcis in fundo”<br />
LA CASA E LE TASSE<br />
Quando parliamo di tasse, il dovuto allo Stato per l’elargizione di servizi<br />
quali istruzione, salute, sicurezza, ecc., dobbiamo conoscerne le regole<br />
(appunto: le leggi).<br />
La confusione è sovrana; i media ci propinano “intenzioni”, disegni di<br />
legge, come già approvati.<br />
La normativa in vigore è quella stabilita dall’articolo 73 della Costituzione<br />
Italiana (27/12/47).<br />
Il vigore della legge inizia il 15° giorno dalla pubblicazione sulla Gazzetta<br />
ufficiale (G.U.).<br />
La norma costituzionale prevede cioè che quanto deliberato sia pubblicamente<br />
reso noto ed editato. In pratica c’è analogia con gli antichi editti letti<br />
nelle piazze dai messaggeri dei sovrani.<br />
Purtroppo la G.U. non è l’unica fonte in quanto, progredendo il federalismo,<br />
altri enti impongono normative fiscali che coinvolgono il settore casa.<br />
Pertanto oltre alla classica IRPEF allo Stato, dobbiamo sborsare soldi anche<br />
alla Regione ed ai Comuni (vedi IRPEF regionale ed ICI per gli immobili,<br />
la vecchia TARSU per lo smaltimento dei rifiuti ecc). Ce ne sono<br />
180
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
anche altre “nascoste” nelle bollette delle società erogatrici di servizi<br />
“pubblici” vedi ad esempio contributo per la fognature pagate<br />
dall’acquedotto.<br />
Mentre queste ultime sono pagate in relazione ai consumi effettuati ve ne<br />
sono altre (IRPEF, ICI, TARSU) legate al “possesso” di case anche inutilizzate<br />
o scarsamente abitate (es. vecchia casa dei genitori).<br />
Gli importi dell’”imposizione”<br />
Dobbiamo reperirli nella G.U. per quanto dovuto allo Stato e le altre nei<br />
siti delle Regioni e Comuni e sono, nel caso dell’ICI, perennemente in ritardo<br />
o parziali; chiedete conferma alle ditte informatiche che preparano i<br />
programmi per la stesura della denuncia dei redditi.<br />
A proposito citiamo il Catasto la cui gestione, speriamo il più tardi possibile,<br />
dovrebbe passare ai Comuni. Rammentiamo che qualsiasi legge ha<br />
dei “buchi” interpretativi per cui occorre che una successiva “circolare applicativa”<br />
od un tecnico li dissipi. Immaginatevi il caos se tali “spiegazioni”<br />
avvenissero da più Enti, nel nostro caso migliaia di Comuni con “libere<br />
interpretazioni”, per non parlare di migliaia di archivi informatici che<br />
non si “parlano”.<br />
Già ora si constatano “ridicole” rendite catastali in zone di pregio, privilegio<br />
di pochi eletti, e ciò può non invogliare al dovere civico i comuni mortali.<br />
Non sempre “piccolo è bello”!<br />
Il Catasto, l’Ufficio Tecnico Erariale (U.T.E.)<br />
E’ l’inventario degli immobili esistenti in Italia e pertanto soggetti a tassazione<br />
secondo le leggi.<br />
I criteri di tassazione sono conseguenti alla classificazione del tipo di costruzione,<br />
rurale, civile sino alle ville e castelli, alla “grandezza” (consistenza)<br />
espressa in vani e/o superficie e zona censuaria di ubicazione del<br />
comune dell’immobile. Associato a tali dati conseguono valori economici<br />
di stima, la rendita catastale ovvero il valore di imposizione fiscale. Lo<br />
Stato, riporta la proprietà, o meglio la titolarità indicando nomi e codici fiscali<br />
relativi. Tralasciando quanto è sfuggito all’inventario, catasto, è su<br />
tali valori l’imposizione fiscale e nel caso della tassa rifiuti fa fede superficie<br />
totale dell’immobile rilevata dalla planimetria depositata in appositi<br />
uffici catastali per la parte abitativa e quanto riportato sulle visure sui locali<br />
collegati (box/ magazzini/ tettoie).<br />
181
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
Ne consegue che dovremmo aggiornare in continuo il catasto a fronte di<br />
varianti di proprietà (ora vincolo del notaio del rogito) e varianti di vani o<br />
superficie con apposita denuncia (dofca) del tecnico che progetta e segue<br />
le nostre modifiche.<br />
La visura.<br />
E’ un estratto che riporta la classificazione, la zona censuaria, e la consistenza<br />
dell’unità ed il relativo valore impositivo (rendita catastale). Mentre<br />
i dati di titolarità del possesso possono essere non aggiornati e pertanto<br />
non fanno fede il dato relativo al valore economico era denominato limite<br />
di non rettificabilità. Il Comune con appositi decreti comunali può invece<br />
variarli, in genere in aumento, agendo sui singoli valori di zone censuarie<br />
e/o categorie che moltiplicati per i dati fissi di vani e superfici danno come<br />
risultato finale il nuovo valore impositivo. Purtroppo la segnalazione<br />
dell’avvenuta modifica non è sempre comunicata per iscritto<br />
all’interessato in quanto è sufficiente esporre il tutto per iscritto negli Albi<br />
Comunali (pretori) in analogia alla Gazzetta Ufficiale.<br />
Abitabilità.<br />
In termini burocratici è il nulla osta delle autorità preposte all’utilizzo di<br />
un immobile nuovo.<br />
É un certificato che dovrete conservare unitamente ai documenti casa (rogito<br />
notarile, planimetria, visura catastale, denuncia ICI/TARSU). Vedi<br />
capitolo tasse. In termini pratici dovrebbe garantirci la possibilità di utilizzo<br />
con disagi minimi causati dal “nuovo” e cioè l’assenza di umidità ed<br />
esalazioni dannose.<br />
Vedi capitoli interventi edili e l’umidità residua.<br />
Manutenzione della visura e carte di casa<br />
Come abbiamo accennato il valore impositivo può cambiare, ma nulla vieta<br />
di contestarlo tramite il tecnico abilitato che vi consiglierà in merito, e<br />
pertanto dovrete verificarlo ogni anno per non diventare “evasori parziali”<br />
passibili di multe. La prima volta che entrate in possesso di tale documento,<br />
in genere all’acquisto casa, rivolgetevi al tecnico per eventuali aggiornamenti;<br />
soppesate quelli a voi sfavorevoli, quali ad es. classificazioni e<br />
categorie troppo elevate rispetto al reale contesto abitativo.<br />
182
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
La tassa rifiuti<br />
Spetta al proprietario solo se anche abitante; in caso opposto è compito<br />
dell’inquilino. Essendo tassa di possesso si paga per intero, anche sulla seconda<br />
casa eventualmente non abitata.<br />
Le agevoli fiscali, single/over ... enni sono “grazia ricevuta” da ogni singolo<br />
Comune e dovrete informarvi.<br />
Evasori?<br />
Dura lex sed lex. Piaccia o non piaccia la legge va rispettata. Lo Stato non<br />
ammette l’ignoranza delle leggi. Purtroppo ciò vale anche per le tasse di<br />
altri enti impositivi quali Regione e Comuni, anche se questi ultimi sono<br />
sovente, in carenza di aggiornamenti. Si deve comunque pagare anche in<br />
assenza di invii di bollettini. In caso opposto siamo evasori e come tali<br />
trattati. Qualora non riusciate ad aggiornare l’UTE il consiglio è quello di<br />
pagare un reddito presunto. Gli anziani ricordano ancora la dichiarazione<br />
“lunare”, definizione dell’allora Presidente della Repubblica, del ’92 anno<br />
di transizione dall’ILOR all’attuale ICI con l’intermezzo dell’ISI ove appunto<br />
si stimava e poi si autocertificava nella dichiarazione dei redditi il<br />
valore presunto dei fabbricati posseduti.<br />
Occorre sempre e comunque pagare. Successivamente si potrà “integrare”<br />
e l’eventuale contenzioso non ci considererà evasori totali. La tassa rifiuti<br />
e l’ICI sono da pagare anche se non residenti.<br />
Questo della non residenza se l’immobile posseduto è all’estero è terreno<br />
degli addetti ai lavori.<br />
La casa e gli aiuti di Stato.<br />
Un termine dimenticato: capienza. E’ il valore di massima agevolazione<br />
ammessa ed equivale all’importo di tasse pagate. L’agevolazione sarà<br />
pertanto nulla se il reddito nostro non raggiunge l’importo minimo imponibile<br />
e sarà via via a scalare per gli imponibili soggetti a tassazione ma<br />
leggendo tra le pieghe si scopre che, a volte, il fruitore può essere persona<br />
diversa dal proprietario casa. In alcuni casi può godere tali frutti un<br />
parente, affine, sino al sesto grado oppure può essere un conduttore. In<br />
genere i nostri figli, con impiego fisso, hanno capienza adeguata. Sia che<br />
subiate la decisione operativa da parte di una assemblea condominiale sia<br />
per vostra iniziativa rivolgetevi agli addetti ai lavori, Agenzia<br />
dell’Entrate (funziona!), CAF, Commercialisti. Ciò vale anche per la du-<br />
183
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
rata delle rateizzazioni che per gli anziani sono ridotte rispetto ai canonici<br />
10 anni.<br />
P.S. A coloro che abitualmente compilano la dichiarazione dei redditi con<br />
il mod. 730 ed ai nuovi dichiaranti, per godimento agevolazioni, ricordiamo<br />
che lo Stato effettua controlli sulla veridicità e vi richiederà magari a<br />
campione ed in anni successivi, tutta la documentazione di supporto e vi<br />
garantiamo che non è poca.<br />
Le carte di casa che dobbiamo avere.<br />
Rogito notarile: è’ l’atto di vendita/acquisto che garantisce il titolo di proprietà<br />
(quanto riportato al catasto non fa fede).<br />
Visura catastale: dati inventariali dello Stato, Catasto, utilizzati per la tassazione<br />
immobiliare, sia per IRPEF, ICI, TARSU.<br />
Planimetria catastale : é’ depositata al Catasto, U.T.E, dal costruttore originario<br />
ed aggiornata in continuo a fronte di modifiche, anche quelle interne<br />
con nuove suddivisioni di spazi, da parte di un tecnico abilitato. P.S.<br />
La planimetria è il documento su cui il Comune computa la TARSU per<br />
l’edificio abitato; per le pertinenze ed altri locali non abitati il riferimento<br />
è la visura ove la “consistenza” è riportata in superficie anziché in vani.<br />
Anomalie più diffuse: a parte quelle macroscopiche, mancanza del titolo di<br />
abitabilità dopo decenni di utilizzo, sono le varianti non segnalate dal costruttore,<br />
in corso d’opera, o dal precedente proprietario che generano l’invendibilità<br />
del bene. Il notaio incarica un perito per la verifica con, la realtà<br />
(lo “stato di fatto”). Dopo la messa in regola a titolo oneroso,”pagare<br />
prego”, il Comune e lo Stato vi richiederanno le tasse pregresse evase<br />
ecc…Potreste anche scoprire che la modifica attuata non sia sanabile ...,<br />
non sempre chi vende vi avvisa. Rivolgetevi al tecnico citato. E’ lui la<br />
persona cui affiderete la verifica della realtà con quanto depositato<br />
all’UTE..Se avete “grane” è preferibile rivolgersi ad un tecnico (geometra,<br />
architetto, ingegnere edile) che sia anche C.T.U., Consulente Tecnico<br />
d’Ufficio iscritto all’albo periti del Tribunale, in quanto maggiormente esperto.<br />
184
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
LE BUONE NOTIZIE<br />
Ultimamente si constata un certo fermento intorno all’argomento casa.<br />
Anche la pubblicità di vendite immobiliari cita le classificazioni energetiche<br />
delle nuove costruzioni in vendita. La scelta di materiali endemici<br />
e naturali sta diffondendosi e si inizia a parlare di impatto ambientale<br />
relativo.<br />
L’auspicio è anche quello che si pensi al ripristino del “vecchio”, almeno<br />
per la parte recuperabile ed adattabile ai nuovi requisiti … sarebbe un<br />
comportamento lungimirante.<br />
Nuovi materiali per la casa.<br />
In analogia a quanto citato su ogni singolo argomento riteniamo che un<br />
grosso apporto alla “salvezza futura” verrà dalla nano e biotecnologia. Un<br />
esempio è dato dallo sviluppo delle celle fotovoltaiche posate a film o veicolate<br />
in vernici. Purtroppo, gli interessi di sviluppo sono contrastati da<br />
quelli delle sette sorelle, i petrolieri, e da certa politica miope.<br />
La Ricerca avanza e porterà nuovi frutti.<br />
La bioedilizia ora ripropone per le case nuove certi concetti di biosostenibilità<br />
rivolta non solo ai materiali endemici ma anche ai costi di esercizio<br />
e mantenimento.<br />
La “morale” finale.<br />
Quanto trattato è un compendio di notizie, meglio di “buon senso”. Auspichiamo<br />
che non inducano la psicosi de “Il malato immaginario”. Rassicuratevi!<br />
Neppure i disastrati immobili dello Stato presentano tutte le anomalie<br />
citate. La conoscenza e l’osservanza di certe regole può esservi di<br />
aiuto. Riprendere alcune attività manuali e la continua ricerca della risoluzione<br />
anomalie, i pomposi problem solving ed il brain storming dei consulenti,<br />
apriranno la strada anche a nuove opportunità di lavoro. L’ingegno è<br />
sempre necessario in qualsiasi professione e non ultimo aumenterà la socializzazione<br />
con scambio di esperienze; nascerà il team…<br />
Settembre 2011 Paolo Artusio<br />
185
La patente di guida per la casa P. Artusio<br />
Bibliografia<br />
Stesso autore<br />
La casa, istruzioni per l’uso… Ed.SIMPLE 2008<br />
M. Pallante La felicità sostenibile Rizzoli editore<br />
C. Gabetti Occhio allo spreco Rizzoli editore<br />
Luca Mercalli Prepariamoci Chiare lettere<br />
Il disegno di copertina, della compianta moglie Marisa, é stato rielaborato<br />
dalle figlie Laura e Paola.<br />
L'impaginazione é stata curata dall'amica Rosali.<br />
Anche i proventi di questo libro sono a favore dell’”APiCE”, Associazione<br />
Piemontese Contro l’Epilessia, Onlus. www.apice.torino.it, mail:<br />
info@apice.torino.it<br />
Un plauso all’associazione, ai professori e medici coinvolti e sensibili al<br />
disagio di migliaia di pazienti, circa 500 000 (sì mezzo milione di persone)<br />
in tutta Italia, non sufficientemente tutelati dalle vigenti leggi.<br />
L'autore ringrazia e sarà riconoscente a chi destinerà il 5 per mille (a voi<br />
non costa nulla) scrivendo su dichiarazione redditi 975 243 500 10. Offerte<br />
fiscalmente detraibili su c.c.p. 34216101.<br />
186