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La questione dell’attribuzione di queste composizioni parainnografiche (9.1. – 9.3) merita maggiore<br />
approfondimento.<br />
Ai fogli 176r e 177v del manoscritto di Berlino si legge rispettivamente: " e<br />
F - F - F -, C. OUDIN, che per primo descrisse il codice, non azzarda ipotesi e scrive:<br />
“utrum vero sint odae illae Photii Constantinopolitani an alterius, viderint eruditi” 47 . Il cardinale<br />
PITRA, d’altro canto, afferma: “Nunc vero Photii eadem esse vix dubito” e propone come possibile<br />
autore un Fozio, monaco e innografo, dal “cognome” , del quale però non trovo<br />
riscontro nella prosopografia bizantina o nelle liste di innografi da me consultate 48 . MITSAKES, che<br />
riprende e discute le opinioni degli studiosi a lui precedenti, propende per assegnare tutti questi<br />
componimenti a Fozio patriarca, ritenendo indizi certi i tropari autobiografici contenuti nel canone.<br />
Inoltre, conclude MITSAKES, “It seems highly probable that here we are concerned with Photios the<br />
illustrious Patriarch… Poems contain indications that they were written by an eminent figure in<br />
public life, and further that they were written at a time of considerable upheaval”.<br />
10. Fozio autore di composizioni innografiche di contenuto medico<br />
Si accenna qui brevemente al fatto che un manoscritto marciano (Marc. gr. V 13, olim Nanianus<br />
247) attribuisce a un “Fozio ! ! ” un canone e sette stichera che trattano globalmente di<br />
flebotomia e della diagnosi di diverse malattie, ottenuta tramite l’analisi delle urine.<br />
• Venezia, Biblioteca Nazionale Marciana, gr. V 13 (coll.1221), olim Nanianus 247, anno<br />
1376, chart.<br />
Inscr.: ! ! " " " " $<br />
$ $ ( $ " , ff. 5, 6v<br />
Cat.: MIONI, Bibliothecae divi Marci, Pars Altera, I, 2, Classis V, p. 273<br />
L’iscrizione è però problematica: la menzione di un imperatore Giovanni, ad esempio, è<br />
incompatibile con l’epoca in cui visse Fozio.<br />
Si ricorda che fu GÉDÉON a pubblicare tre stichera come foziani, fidando nell’indicazione del<br />
manoscritto marciano e credendo che Fozio (patriarca, non distinto dal “monaco”), oltre ad essere<br />
stato autore di canti ecclesiastici, si fosse occupato anche di medicina 49 .<br />
Degli altri diciotto manoscritti che testimoniano tali componimenti, però, nessuno li attribuisce a<br />
Fozio, bensì a MASSIMO PLANUDE (mss. A, B, C, D, J, S) o a NICEFORO BLEMMIDA (mss. E, G, I, K,<br />
47 Cfr. OUDIN, Catalogus, p. 89<br />
48 PITRA, AS, p. 441 sg.<br />
49 GÉDÉON, , p. 399.<br />
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