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STAMPA - Associazione Italiana Genitori

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Minori & Media<br />

di Elisabetta Manduca<br />

Da internet ai social network<br />

Un progetto per informare e formare docenti, genitori e figli<br />

Il potenziamento a casa e a scuola dell’utilizzo del<br />

personal computer con connessione internet ha indubbiamente<br />

reso inderogabile il bisogno delle famiglie di<br />

conoscere la rete internet e di imparare a utilizzarla per<br />

seguire e proteggere i figli nei giochi e nello studio. La<br />

navigazione, infatti, può essere per i nostri figli uno strumento<br />

di grande opportunità educativa, didattica e comunicativa,<br />

ma dobbiamo sapere come salvaguardarli<br />

dai pericoli: conoscenza, attenzione e prevenzione sono<br />

condizioni indispensabili per assicurare loro adeguata<br />

protezione. Sicuramente siamo stati messi a dura prova,<br />

diciamocela tutta: viviamo la nostra maturità nell’era dell’High-Tech,<br />

ma a malapena riusciamo a domare un manuale<br />

di istruzione per accendere una fotocamera digitale.<br />

Quanti di noi cedono le armi ai propri figli, che invece<br />

si muovono agili e sicuri fra questi misteri? Espressioni<br />

come “Lui (il figlio) ne sa più di me” “Ah, questa roba<br />

non fa per me, lascio fare a lui” sono ormai ricorrenti.<br />

Questa “delega” per rinuncia quasi ci inorgoglisce, ci fa<br />

pensare “all’allievo che supera il maestro”. Inoltre, assuefatti<br />

da una pubblicità martellante, siamo rassicurati<br />

che basti un click per entrare nel mondo di Internet e<br />

usufruire di questo straordinario strumento, che ci semplifica<br />

la vita, facilita i contatti e azzera le distanze: all’interno<br />

delle mura domestiche, senza rischio di essere avvicinati<br />

da sconosciuti, al riparo da droga, alcool e proposte<br />

indecenti. Perché dovremmo temere di metterci in<br />

casa questo alieno? C’è, però, anche una zona buia, che<br />

pone i nostri figli a rischio di contatto con siti purtroppo<br />

dai contenuti violenti od osceni, sicuramente accattivanti,<br />

ma certamente non adatti alla loro crescita equilibrata.<br />

Internet apre la nostra casa ad un mondo straordinario,<br />

ma anche straordinariamente pericoloso. Un altro aspetto<br />

che ci rende difficile l’allineamento con<br />

la tecnologia è determinato dalla velocità<br />

in cui una tendenza nasce, si sviluppa<br />

trasformando gli stili comportamentali dei<br />

nostri figli e di riflesso i nostri. Abbiamo<br />

sofferto la presenza in casa dei telefonini,<br />

che dissacravano l’intimità familiare e azzeravano<br />

le regole del bon ton: una mano<br />

per mangiare, l’altra per digitare i messaggini<br />

sotto la tavola apparecchiata.<br />

Non abbiamo fatto in tempo a “digerire”<br />

gli sms, che irrompe nelle nostre case<br />

Messenger, la chat che consente di conversare<br />

gratuitamente con gli amici, in<br />

qualsiasi parte del mondo, ad ogni ora<br />

del giorno e, purtroppo, della notte. “Indovina<br />

se viene a cena?” potrebbe essere<br />

lo slogan sconfortato di una famiglia<br />

che si vede inghiottire il proprio figlio nel-<br />

la comunità virtuale. Pur intuendo la criticità del fenomeno,<br />

nonostante gli allarmi continuamente lanciati dai<br />

mezzi di comunicazione sui pericoli di internet, i genitori<br />

ancora si illudono che il problema sia del vicino della<br />

porta accanto. Arriviamo ad oggi, o meglio ai nuovi scenari<br />

virtuali: i social network, capaci di far socializzare<br />

milioni di giovani del continente. Quanti genitori sanno<br />

se i propri figli sono iscritti ad un social network? Sono<br />

in grado di vedere cosa essi pubblicano? Siamo consapevoli<br />

che un ulteriore indugio crea uno scollamento comunicativo<br />

e dialogico con i nostri figli non più risanabile?<br />

È quanto mai urgente ridurre questa forbice: l’<strong>Associazione</strong><br />

<strong>Genitori</strong> <strong>Italiana</strong> può contribuire in modo rilevante<br />

a creare figure capaci di interloquire con le famiglie<br />

e le istituzioni, a ridimensionare l’uso selvaggio della<br />

rete, a contrastare l’emulazione di comportamenti deviati,<br />

a dare valore al rischio di quanto possa pesare sui nostri<br />

figli un minuto di celebrità in rete. A Bergamo abbiamo<br />

elaborato un progetto (che ha il sostegno dell’<strong>Associazione</strong><br />

nazionale), articolato in due percorsi, rivolto uno<br />

ai genitori e l’altro agli alunni, il cui tema della sicurezza<br />

in rete è stato calibrato per le diverse utenze ed affrontati<br />

dal punto di vista tecnico-didattico, grazie ai nostri<br />

esperti interni e psicologico, normativo, grazie al contributo<br />

dell’<strong>Associazione</strong> Meter di Don Fortunato Di Noto e<br />

della Polizia Postale di Bergamo, con i quali abbiamo<br />

una sperimentata collaborazione. È necessario non solo<br />

tamponare una emergenza educativa, ponendosi come<br />

interlocutori tra scuola e famiglie, ma anche arrivare ad<br />

un intervento capillare e permanente nelle scuole dell’obbligo,<br />

che per il profilo didattico ed educativo può<br />

trovare nel POF la collocazione adeguata; per formare<br />

studenti aperti alla conoscenza, alle nuove tecnologie, a<br />

cui non solo inibire i “gusti potenzialmente tossici” dei<br />

nostri piccoli consumatori ma, come tutti auspichiamo, a<br />

formare cittadini consapevoli e responsabili.<br />

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ONLUS

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