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ilCatone - il Refuso

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24<br />

AMBIENTE<br />

a parità di tempo:<br />

Tutti contro. Da capodanno, quando è cominciata a circolare la notizia che<br />

Marrazzo aveva autorizzato <strong>il</strong> progetto per l’inceneritore di Roncigliano<br />

(Albano), si è scatenata una protesta a 360 gradi. Non solo quella dei cittadini<br />

delle zone limitrofe (<strong>il</strong> 16 gennaio, per esempio, folla convocata dal<br />

coordinamento rifiuti a piazza S. Pietro, sotto <strong>il</strong> palazzo Comunale,<br />

(nonostante la piogga). Non solo quella delle associazioni ambientaliste,<br />

o dei Verdi castellani. Il fronte del no ha acquisito voci ovunque, anche<br />

quella dei giovani forzisti, che usano parole non dissim<strong>il</strong>i da quelle del<br />

Verde Assessore Regionale F<strong>il</strong>iberto Zaratti. Il quale, in sintonia con <strong>il</strong><br />

Ministro, Verde, all’Ambiente Pecoraro Scanio, rema contro ogni nuovo<br />

impianto di incenerimento e punta ad una raccolta differenziata spinta,<br />

unico sistema per uscire dalle emergenze. Chi lo vuole, allora? Alcune<br />

parti politiche ne ritengono scontata la necessità: inut<strong>il</strong>e <strong>il</strong>ludersi, senza<br />

nuovi impianti di “termovalorizzazione” - dicono - si finirà come in<br />

Campania.<br />

Non è vero, risponde Zaratti, che si è schierato contro <strong>il</strong> piano rifiuti di<br />

Marrazzo (suffragato dai dubbi manifestati dallo stesso ministero che<br />

però ha approvato <strong>il</strong> piano) e contro l’inceneritore di Albano “perché non<br />

serve”: “La Regione Lazio ha stanziato altri 175 m<strong>il</strong>ioni di euro per spingere<br />

la raccolta differenziata. La strada è una: <strong>il</strong> porta a porta. Con questo<br />

sistema i risultati si vedono in sei mesi: si riduce alla metà <strong>il</strong> quantitativo<br />

di Cdr da smaltire e non serve potenziare gli impianti di incenermento.<br />

Lo stesso Ministro osserva che la produzione di Cdr è sovrastimata. Come<br />

dire, appunto, che se si spinge <strong>il</strong> Porta a Porta, non c’è bisogno di nuovi<br />

inceneritori. Piuttosto bisogna investire in campagne per <strong>il</strong> compostaggio<br />

e in un piano serio di riconversione degli impianti attuali. Colleferro, San<br />

Vittore, Malagrotta possono essere riconvertiti in impianti di trattamento<br />

meccanico biologico, come si fa a Sidney, a Ottawa... dove viene recuperato<br />

un ulteriore 70% di Cdr ed <strong>il</strong> restante 30% è biostab<strong>il</strong>izzato, non<br />

inquinante, e può andare quindi anche in discarica senza far danni”.<br />

D’altro canto in Australia la legge non permette la costruzione di termovalorizzatori.<br />

Stesso suggerimento arriva dai Giovani di Forza Italia di Albano, che,<br />

pur prendendo le distanze ufficiali dal popolo del no, citano esempi di trattamento<br />

Bio-meccanico in Germania e relazioni di Federico Valerio, direttore<br />

del dipartimento di chimica ambientale del’Istituto Nazionale per la<br />

Ricerca sul Cancro di Genova per affermare che “l’Italia è l’unico paese<br />

europeo a devolvere sovvenzioni statali ai gestori di inceneritori-gassificatori”.<br />

Stefano Montanari, direttore scientifico Nanodiagnostics di Modena.<br />

esperto di nanopatologie, malattie legate alle micro e nanoparticelle, è<br />

semplice e chiaro quando dice che “gli inceneritori sono quanto di inut<strong>il</strong>e<br />

e dannoso si possa immaginare. Per un elementare motivo: nulla si<br />

distrugge. Se si brucia una tonnellata di rifiuti, si ottiene una tonnellata<br />

di prodotto molto più tossico. I f<strong>il</strong>tri? Una presa in giro anche quelli che<br />

vengono promossi come in grado di bloccare <strong>il</strong> 99 per cento di scorie. Non<br />

è vero nulla. Fermano <strong>il</strong> 99 per cento di una piccola parte di ciò che esce,<br />

ossia le polveri primarie. Tutto <strong>il</strong> resto va per l’aria e ripiomba in terra. E<br />

ovviamente pure ciò che resta nel f<strong>il</strong>tro, torna in circolazione: nulla si<br />

distrugge”. Li chiamano termovalorizzatori, però. “Termovalorizzatore è<br />

una parola vietata dalla Comunità europea”.<br />

Dal WWF Castelli, linea di evidenziatore su un “controsenso logico e<br />

ambientale”. Fabio Papa dichiara: “Il Sindaco di Albano nel consiglio straordinario<br />

ha dichiarato di non volere <strong>il</strong> gassificatore, ma ha aggiunto che<br />

<strong>il</strong> ciclo dei rifiuti si deve chiudere con gli inceneritori. Un controsenso pauroso.<br />

Grave che non si pensi ad un serio programma di raccolta differenziata<br />

porta a porta, che sarebbe un passo decisivo verso la soluzione del<br />

problema”.

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