Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica 79.pdf - Bibliotheca ...

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Irocinio (Ielle cause,clietratteclii lai a buon
fine, presto i^li acquistarono nii prodigioso
numero di clietili. Fra questi vi fu l'udi-
tore dclcai-diiial PierdonatoCesi, il quale
gii commise alcune cause assai intricale
e diniciii del suo signore, che ridotte da
lui dopo lungo studio e laboriosa appli-
cazione, non senza rischio della sanità^ a
felice esilo, gli meritarono che l'uditore
io Tacesse prociualore del cardinale. Mor-
to frattanto l'uditore, il cardinal Cesi che
avea sperimentato l'abilità di Domenico,
lo surrogò al defunto, nel qual carico a-
veiidolo servilo con piena soddisfazione,
tiopo avergli ottenuto un canonicato in
Reggio, lo dichiarò uditore generale di sua
lega/ione d» Ijologna, in cui lai fama s'ac-
quistò d' integrità, dottrina e prudenza,
che il cardinal Anlonmaria Salviati successore
del Cesi nella legazione, doman-
dò e ottenne da Sisto V che lo dichiarasse
vicelegalo. \n assenza del cardinale il Pa-
pa Io noininò governatore della città, a CUI
presiedè con intera sua soddisfazione. Tor-
nato a Roma con bella reputazione, si guadagnò
la grazia de'principi e de'grandi,
e tra gli altri di Ferdinando I granduca
di Toscana, che da cardinale avea conce-
//ito gran concetto del suo merito, onde
lo fece consigliere di slato e uditore perpetuo
de'suoi dominii. Però accortosi Domenico
non esser gradilo alla corte, ov-
vero che il clima di Firenze gli riuscisse
nocivo, con prelesto di mutare aria, si re-
stituì a Roma, dove Clemente Vili l'ammise
tra' prelati di cotisulta, e neh 595
gli conferì il vescovato di Tivoli , chiesa
in cui istituì 3 nuove dignità, cioè di ar-
ciprete, decano e prepostOjOllre le preben-
de di teologo e penitenziere, assegnando
loro perdute i frutti d'alcuni benedzi sem-
plici e curati da lui soppressi. Nello slesso
anno il Papa lo fece governatore di Roma,
importante e gelosa carica in cui fe-
ce spiccare la sua previdenza, giustizia e
leltitudine, massime nell'assenza del Pa-
pa (|uaiulo si recò a prender possesso dì
Ferrara, laonde ucl tempo del suo jjover-
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no non successe in Pioma alcun omicidio.
Non pertanto, essendosi Domenico eleva-
lo col suo solo merito, che all' invidia e
gelosia è colpajHon andò immune da cen-
sure e calunnie degli emuli, che gli reca-
rono non lievi molestie, dalle quali usci
illeso per l'incontaminata sua innocenza.
Anzi queste stesse dicerie ingiuste determinarono
Clemente Vili ad accelerare la
sua esaltazione, ed a' 3 marzo 1098 lo
creò cardinale (ma credo che lo pubbli-
casse al ritorno da Ferrara) prete di s. Pie-
tro Montorio, e lo ascrisse a tutte le con-
gregazioni di Roma. Intervennea'concla-
vi di Leone XI e Paolo V,ed in quest'ul-
timo, come notai nel voi. LI,p. i33, sa-
rebbe stalo certamente eletto Papa, se al-
cune troppo libere e popolari maniere di
parlare, che gli erano famigliari, non gli a-
vessero fatto insorgere de' validi contrad-
dittori, e soprattutti il cardinal Baronie,
che colla sua autorità frastornò l'elezio-
ne in cui concorreva numeroso stuolo di
cardinali, esclamando: Non essere dicevo-
le cosa, collocare sulla cattedra di s. Pie-
tro uno dalla cui bocca uscivano [parole
meu'oneslee indegne della pontificia gra-
vità. Usato egli era d'accogliere con pia-
cere e affabilità le persone di bassa condizione,
ma di perspicace ingegno, chea
lui ricorrevano, ed esortandole allo stu-
dio, proponeva loro il proprio esempio che
da sì umili principii era asceso tanto in alto.
Nel i6o6 col beneplacito di Paolo V
rassegnò il suo vescovato a Giambattista
Tosco vescovo di Narni suo nipote. Giun-
to all'età d'86 anni non compiti, altri scrivendo
90, fu costretto nel 1 620 ad abban-
donar il mondo e passare all'altra vita in
Roma, ed ebbe sepoltura nel coro di della
sua litolare, col solo nome inciso sulla tom-
ba. ScrisseB grandi volumi di Conclusio-
ni comuni, ne'quali con ordine alfabetico
l'accolse con gran fatica le questioni tutta
che appartengono al di ri Ito ci vile ecanoni-
t;o, formando (piasi un'enciclopedia legale,
che in (|ue'lejnpi acquistò gran nome e fa-
ma. Verso la lìue de'suoi giorni, delenui-