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169 - Schumann Robert Alexander - Magia dell'Opera

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sonoro secondo il dirompente scaturire dell'immaginazione.<br />

Notevoli poi, nel settore delle forme libere, le op. 18-23, che concludono<br />

la decennale attività creativa pianistica, e specie le Noveletten (1838), i<br />

Nachtstucke e Faschingsschwank aus Wien (1839).<br />

Il 1840, come s'è detto, significa lo schiudersi di <strong>Schumann</strong> a nuovi<br />

interessi creativi. Il pianoforte, per sua stessa confessione divenuto ormai<br />

campo angusto, viene messo da parte, e soltanto saltuariamente, nei<br />

tredici anni successivi, rilanciato con nuove creazioni.<br />

VEDUTA DI ZWICKAU DOVE<br />

NACQUE IL COMPOSITORE<br />

Tra queste, però, almeno due capolavori: le Waldscenen (1848-1849) e i<br />

Gesange der Fruhe (1853). Ad attrarlo fuori dall'orbita tastieristica, in<br />

quel 1840, fu dapprima il Lied, cui dedicò un frenetico sforzo creativo,<br />

fecondo per qualità (oltre 15 numeri d'opus nel volgere di quel solo anno)<br />

e per qualità.<br />

La cospicua produzione svela <strong>Schumann</strong> successore di Schubert benché<br />

ormai pervenuto ad una diversa condizione liederistica da quella del<br />

viennese che lo avvicina al Lied come ad una possibile forma del<br />

comporre, ma non la dominante.<br />

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