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Chignoli Paolo 5^Din<br />

Supponendo che la luce provenga dal vuoto, l’angolo d’incidenza è legato a quello di rifrazione dalla legge di Snel:<br />

<br />

sin sin <br />

L’angolo , per far si che il segnale si propaghi nella fibra, deve essere maggiore dell’angolo limite. Supponendo che<br />

sia l’angolo d’incidenza per il quale l’onda rifratta nel nucleo incida sull’interfaccia nucleo-mantello secondo un<br />

angolo pari a quello limite. Nel caso l’onda sarà trasmessa per riflessioni successive.<br />

è quindi l’angolo massimo di propagazione, e cioè l’angolo massimo per cui il raggio verrà propagato poiché il<br />

suo angolo di incidenza sull’interfaccia nucleo-mantello sarà minore dell’angolo limite.<br />

APERTURA NUMERICA<br />

sin NA deve essere un valore più grande possibile poiché maggiore è NA migliore è la fibra ottica in quanto accetta un<br />

cono più ampio di raggi che possono essere trasmessi per riflessioni successive.<br />

Attraverso la legge di Snell possiamo calcolare NA in base a :<br />

sin <br />

Quindi per avere un NA elevato .<br />

Se il nucleo e mantello hanno lo stesso indice di rifrazione, è uguale a zero e quindi la fibra accetta solamente<br />

radiazioni con direzione coincidente con l’asse della fibra stessa.<br />

MODI DI PROPAGAZIONE<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

2<br />

D = Diametro del nucleo<br />

M è un numero intero che deve essere sempre approssimato per difetto. Indica i diversi possibili modi di propagazione<br />

delle radiazioni in una fibra ottica.<br />

Al crescere dell’apertura numerica, e quindi del cono delle frequenze accettate, assistiamo all’aumentare del<br />

numero di modi di propagazione. Se M è pari a uno la fibra si dice monomodale, mentre se è maggiore di 1 allora si<br />

dice multimodale.<br />

DISPERSIONE MODALE<br />

Nel caso di una fibra multimodale, immettendo contemporaneamente due impulsi, uno con angolo 0° e l’altro con<br />

angolo , in uscita otterremo un allargamento ed uno smussamento. Questo è dovuto al fatto che non tutti i modi di<br />

propagazione percorrono la stessa distanza.<br />

La dispersione modale è, dunque, la differenza ∆ di tempi che intercorre tra il segnale che percorre il percorso più<br />

veloce e quello più lento, e fa si che gli impulsi in uscita si trovino allargati rispetto a com’erano in ingresso.<br />

∆ <br />

<br />

<br />

<br />

<br />

Per ridurre la dispersione modale quindi bisogna fare si che . È necessario trovare un compromesso tra<br />

un’elevata apertura numerica ( ) e una bassa dispersione modale ( ). Per risolvere il problema della dispersione modale sono state create le fibre ottiche a indice graduale, che hanno un<br />

coefficiente di rifrazione massimo nell’asse della fibra.<br />

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