n. 6 novembre/dicembre 2003 - inComunione
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VITA ECCLESIALE<br />
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Al termine di una lunga malattia, nel pomeriggio del 29<br />
agosto scorso, all’età di 95 anni, si è spento il cardinale Corrado<br />
Ursi, Arcivescovo emerito di Napoli. Dopo la scomparsa,<br />
lo scorso 31 maggio, del suo “allievo” cardinal Francesco<br />
Colasuonno, costituiva con Salvatore De Giorgi, Arcivescovo<br />
di Palermo, la coppia dei porporati pugliesi.<br />
Appresa la dolorosa notizia il Santo Padre si è raccolto<br />
in preghiera, quindi ha fatto pervenire al cardinale Michele<br />
Giordano, Arcivescovo di Napoli, il seguente telegramma di<br />
cordoglio: “Ho appreso con dolore la mesta notizia della<br />
scomparsa del Signor Cardinale Corrado ursi, Arcivescovo<br />
emerito di Napoli, e nell’elevare fervide preghiere<br />
a Dio, perché conceda il riposo eterno a questo zelante e<br />
generoso Pastore, mi unisco spiritualmente ai fedeli di<br />
codesta comunità diocesana dove Egli esercitò con<br />
sollecitudine il ministero episcopale. Ricordo con<br />
ammirazione la sua feconda e molteplice attività<br />
apostolica, animata dal desiderio di applicare gli<br />
orientamenti pastorali del Concilio Vaticano II,<br />
promuovendo un autentico rinnovamento ecclesiale<br />
fedele a Cristo e sempre docile alle ispirazioni dello<br />
Spirito Santo. Nell’esprimere le mie sentite condoglianze<br />
ai familiari del compianto Porporato, a Lei, ai Vescovi ausiliari,<br />
al clero, alle comunità religiose ed a tutti i fedeli di<br />
codesta cara Arcidiocesi, di cuore imparto la confortatrice<br />
Benedizione Apostolica quale segno di fede e di speranza<br />
cristiana nel Signore Risorto”.<br />
nato ad Andria il 26 luglio del 1908, durante gli anni<br />
della “Grande guerra” entrò nel Seminario Minore di Andria,<br />
per poi passare in quello Maggiore di Molfetta, dove, il 25<br />
luglio del 1931, ricevette l’ordinazione presbiterale. Fu subito<br />
nominato vicerettore, nel 1942 pro-rettore e, nel 1944,<br />
rettore del Pontificio Seminario Regionale di Molfetta. Nel<br />
1951 papa Pio XII lo volle vescovo, assegnandogli la guida<br />
pastorale della Diocesi di Nardò, nel Salento; la consacrazione<br />
episcopale, presieduta dal cardinale Carlo Confalonieri, ebbe<br />
luogo all’interno della Cattedrale di Molfetta il 30 settembre<br />
dello stesso anno. Dieci anni dopo papa Giovanni XXIII lo<br />
promosse arcivescovo, assegnandogli la Metropolia di Acerenza,<br />
in Lucania, dove per tre anni (1962-65) fu coadiutore<br />
dell’Arcivescovo della Diocesi di Potenza-Marsico Nuovo,<br />
mons. Augusto Bertazzoni. Cinque anni più tardi, Paolo VI -<br />
che lo stimava tantissimo, avendolo conosciuto in occasione<br />
della famosa “Missione di Milano”, quando egli era ancora<br />
Arcivescovo di quella città - lo trasferì alla guida della prestigiosa<br />
e antica sede di napoli, come successore del compianto<br />
nov-dic<br />
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Il “cardInale deI poverI”<br />
la scomparsa a napoli dell’arcivescovo Ursi<br />
cardinal Alfonso Castaldo.<br />
Quel 29 giugno 1966,<br />
“don Corrado” fece il suo<br />
ingresso nella metropoli partenopea<br />
pieno di vitalità e di<br />
entusiasmo pastorale, accolto<br />
da un tripudio di gioia. un<br />
anno dopo, il 26 giugno 1967,<br />
fu lo stesso papa Montini, in<br />
un Concistoro pubblico, a<br />
crearlo (insieme all’arcivescovo<br />
di Cracovia, Karol Wojtyla) cardinale, col titolo di<br />
San Callisto.<br />
Più di vent’anni al servizio della Chiesa di Napoli, interamente<br />
spesi a favore dei baraccati, degli ex carcerati,<br />
contro l’analfabetismo, l’evasione scolastica dei bambini e<br />
la carenza delle strutture igienico-sanitarie. Fu l’instancabile<br />
e appassionato annunciatore della parola di Dio, lavorando<br />
intensamente al rinnovamento della catechesi, che avvicinasse<br />
la bellezza del Vangelo ai ragazzi, ai giovani, agli adulti.<br />
Promosse l’impegno sociale dei credenti, dal progetto della<br />
“bonifica della miseria” alla creazione e promozione della<br />
presenza della Caritas sul territorio. Rispettò sempre i ruoli<br />
e le competenze, mantenendo relazioni libere ed autentiche<br />
con tutti, senza mai cedere alla tentazione del calcolo di parte<br />
o del potere. Fu l’animatore del dialogo ecumenico, e creò<br />
a napoli l’amicizia ebraico-cristiana, segno dell’amore alla<br />
fede d’Israele, radice santa della Chiesa. Con l’impulso dato<br />
alla Facoltà Teologica e alla formazione dei futuri sacerdoti,<br />
suscitò una stagione di entusiasmi, di creatività, di impegno<br />
a cercare le vie del Vangelo. Fu rispettato e amato da tutti,<br />
credenti e non. Così, sulle pagine de “Il Mattino”, ricorda<br />
quegli anni il suo segretario mons. Mario Franco: “Seguivo<br />
il mio vescovo tra i baraccati, senza un tetto; tra i terremotati,<br />
senza certezza; lo vedevo seduto accanto ai reclusi o presso il<br />
letto degli infermi, e mi domandavo, e ancora mi domando,<br />
perché le loro lacrime non fossero più tanto amare e sulle<br />
loro labbra fiorisse un sorriso? L’abbraccio e la parola calda<br />
di un amico faceva nascere nel loro cuore la fiducia, più che<br />
nella persona del vescovo, in colui che a tutti provvede e tutti<br />
unisce nell’unico mistero di salvezza”.<br />
nel 1978 partecipò ai due Conclavi per l’elezione di papa<br />
Luciani e papa Wojtyla. Il 9 maggio del 1987 le sue dimissioni,<br />
per raggiunti limiti di età, furono accettate dal Santo Padre<br />
Giovanni Paolo II, che nominò al suo posto mons. Michele<br />
Giordano, Arcivescovo di Matera. Due anni fa, in occasione<br />
del suo giubileo episcopale, percorse ben 1.450 chilometri in