n. 6 novembre/dicembre 2003 - inComunione
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Istituzione o persona, come quelle che sono state fatte nei confronti<br />
della Missione Giovani, senza conoscere lo sviluppo degli eventi! Infatti<br />
lo studente e il Comitato studentesco del Liceo Scientifico mostrano in<br />
merito alla questione una non conoscenza dei fatti. La non conoscenza<br />
non ci può e non ci deve autorizzare a scrivere fiumi di parole che non<br />
corrispondono alla verità. Durante la fase organizzativa della Missione<br />
Diocesana “Giovani per i Giovani”, come Segreteria Generale, abbiamo<br />
chiesto, a tutti i proprietari di pub, bar, fabbriche, ecc. il permesso per<br />
poter entrare come missionari nei loro locali, per incontrare i giovani; là<br />
dove non ci è stato possibile essere presenti, siamo entrati come semplici<br />
cittadini e consumatori, senza chiedere alcun privilegio, rispetto agli<br />
altri. Tale richiesta è stata fatta anche alle Scuole Medie Superiori. Tutti<br />
i Dirigenti Scolastici hanno ricevuto nel giugno u.s. il “Progetto culturale<br />
della Missione”, con lettera di accompagnamento dell’Arcivescovo,<br />
Mons. Giovan Battista Pichierri, nella quale si chiedeva la collaborazione<br />
dell’istituzione scolastica per la realizzazione di detto progetto, sentito il<br />
parere del Collegio Docenti. Nel mese di settembre u.s. i Dirigenti hanno<br />
ricevuto la visita personale di un componente della segreteria per prendere<br />
accordi ai fini della presenza dei missionari nelle scuole. Ogni Dirigente ha<br />
comunicato le modalità di realizzazione di tale progetto all’interno del suo<br />
Istituto. Infatti ci sono stati Istituti che hanno dato la massima disponibilità<br />
di orario come l’I.I.S.S. “Bovio” e l’IPSIA, mentre l’ITC e il Liceo Scientifico<br />
solo nelle ore di religione. Rispettando i desideri dei Dirigenti e del corpo<br />
docente abbiamo lavorato in tal senso.<br />
Quindi la Segreteria generale della Missione, la Chiesa locale,<br />
l’Arcivescovo… nessuno ha fatto abuso di potere e di pressione ad alcuno,<br />
ma siamo entrati nelle Istituzioni Scolastiche, come anche siamo usciti,<br />
rispettando tutto e tutti chiedendo il permesso!<br />
Ancora una volta, con questa operazione meschina (articolo e<br />
volantinaggio), non ci siamo trovati di fronte ad una chiusura intellettuale<br />
spaventosa?<br />
Don Gianni Cafagna<br />
Responsabile del Settore diocesano<br />
per la pastorale giovanile<br />
Presentazione e ammissione<br />
al postulato<br />
Il Signore ti dia pace!<br />
Sono veramente felice di dover scrivere alla mia diocesi, cioè ad ogni<br />
lettore di questa nostra rivista.<br />
Sono Andrea Viscardi, un giovane di 23 anni proveniente dalla famiglia<br />
gifrina-francescana di Barletta: scrivo a nome anche di questi miei fratelli,<br />
sperando di interpretare abbastanza bene i loro sentimenti. Siamo cinque<br />
giovani: Mirco My, di anni 26 di Triggiano; Michele Monterisi, di anni 22 di<br />
Trani, Piero Errico, di anni 20 di Campi Salentina; Fabio Di Pierro, di anni<br />
20 di Galatina.<br />
Siamo i postulanti della Provincia della Puglia; stiamo facendo<br />
un’esperienza di riflessione e approfondimento della vita dei frati minori<br />
cappuccini.<br />
Ci troviamo da circa due mesi nella fraternità C.I.F.I.S. di Giffoni<br />
Valle Piana, nella Provincia religiosa di Basilicata - Salerno, insieme con<br />
fra Modesto Fragetti (Maestro e Guardiano), fra Rocco Casaburo (Vice<br />
Maestro e Vicario), fra Filippo, fra Emilio e fra Lucio. Stiamo proprio in<br />
buone mani.<br />
La nostra giornata è scandita, dalla preghiera, dal servizio fraterno,<br />
dalla meditazione, dallo studio e dal tempo libero per i nostri hobby.<br />
Il giorno 26 <strong>novembre</strong> abbiamo fatto l’ingresso ufficiale in questa casa<br />
di formazione, con il rito di ammissione al postulato e la consegna del TAU<br />
e del santo Vangelo. In rappresentanza della nostra Provincia vi erano<br />
fra Francesco Neri, vicario provinciale, fra Pietro Gallone, maestro che<br />
ci ha accompagnato nell’anno di accoglienza a Giovinazzo, fra Giuseppe<br />
Ciccimarra, componente dell’équipe vocazionale, fra Sabino Fuzio, vice<br />
maestro della casa di accoglienza di Giovinazzo. Avvertiamo il bisogno<br />
forte di farci conoscere perché noi non vi siamo estranei ma siamo parte<br />
integrante della diocesi. Ci affidiamo alla vostra preghiera costante perché<br />
siamo ai primi passi. Che il Signore continui a chiamare altri fratelli alla<br />
vita religiosa e sacerdotale.<br />
Crocifisso. Una<br />
testimonianza<br />
dall’Ipsia di Trani<br />
Andrea Viscardi<br />
N ella scuola in cui insegno non c’erano<br />
crocifissi da molti anni. Non perché qualcuno avesse<br />
protestato: erano stati semplicemente dimenticati da<br />
quando ci eravamo trasferiti nella nuova sede. Nessuno<br />
si era curato di riappenderli, nonostante le insistenze<br />
dell’insegnante di religione. Poi la questione è stata lasciata cadere<br />
nell’indifferenza generale, anche mia. Qualche settimana fa, però, dopo il<br />
caso di Adel Smith, entrando in una classe ho visto al muro dietro la cattedra<br />
una croce di cartone grigio. L’avevano fatta le alunne, spontaneamente,<br />
senza nessuna pressione o consiglio da parte di noi insegnanti. Mi hanno<br />
spiegato che si erano sentite offese dall’iniziativa di Smith, e che volevano<br />
reagire. Da quel momento la croce è rimasta. Anche in un’altra classe è<br />
stato appeso un piccolo crocifisso nello stile di Giotto.<br />
È stata una lezione dei ragazzi allo scoraggiamento e allo scetticismo<br />
di molti fra noi adulti. Se l’intenzione di Smith era quella di togliere di mezzo<br />
il Crocifisso, ho l’impressione che stia ottenendo il risultato esattamente<br />
contrario. Almeno ci costringe a ripensare il significato e il valore della<br />
Croce. Non conta nulla quel che il Crocifisso ha rappresentato, se non<br />
rappresenta un valore per noi qui e ora.<br />
Giovanni Romano<br />
nov-dic<br />
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LETTERE A “IN COMUNONE”<br />
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