Di conseguenza, tu hai ogni ragione per annientarli (simbolicamente), e se la tua maledizione provoca il loro reale annientamento, gioisci perché sei stato lo strumento per liberare il mondo da un parassita! Se il tuo successo o felicità disturba una persona, tu non gli devi nulla! E’ fatta per essere calpestata! SE LA GENTE DOVESSE CAPIRE LE CONSEGUENZE DELLE LORO AZIONI, CI PENSEREBBE DUE VOLTE! 49
LA VITA DOPO LA MORTE ATTRAVERSO L’APPAGAMENTO DELL’EGO L’UOMO è consapevole che, un certo giorno, morirà. Gli altri animali, quando sono prossimi alla morte, sanno che stanno per morire; ma non prima della morte certa l’animale percepisce l’arrivo della sua dipartita da questo mondo. E anche allora egli non può conoscere esattamente cosa succede nel moribondo. Spesso è precisato che gli animali accettano la morte serenamente, senza timore o resistenza. Questo è un bel concetto, ma solo nei veri casi in cui la morte, per l’animale, è inevitabile. Quando un animale è ammalato o ferito, combatte per la sua vita con ogni oncia di resistenza che gli è rimasta. E’ questa volontà incrollabile che lo farà vivere, e se l'uomo non fosse così “altamente evoluto”, egualmente avrebbe lo spirito di lotta necessario per rimanere vivo. E’ risaputo che molta gente muore semplicemente perché rinuncia e non ha più alcun interesse a vivere. Ciò è comprensibile se una persona è molto ammalata e senza nessuna reale possibilità di recupero. Ma spesso non è così. L’uomo è diventato pigro. Ha imparato a percorrere la via più facile per venirvene fuori. Persino il suicidio, per molte persone, è diventato meno ripugnante di tanti altri peccati. <strong>La</strong> religione biasima totalmente questo fatto. <strong>La</strong> morte, nella maggior parte delle religioni, è propagandata come un grande spirituale risveglio, preparato durante la vita. Questo concetto è molto affascinante per chi non ha avuto una vita soddisfacente; ma è un grande terrore per coloro che hanno sperimentato tutte le gioie che offre la vita. Ciò è come dovrebbe essere. E’ questa brama di vivere che permetterà alla persona attiva di vivere oltre l’inevitabile morte del suo corpo carnale. <strong>La</strong> storia insegna che gli uomini che hanno dato le loro vite nel perseguire un ideale sono stati divinizzati per il loro martirio. I leaders politici e religiosi sono stati molto scaltri nell’impostare i loro piani. Innalzando il martirio come uno splendido esempio per i loro seguaci, hanno eliminato la reazione di buonsenso a favore dell’auto-distruzione che è opposta a tutta la logica animale. Per il Satanista, il martirio e l’impersonale eroismo è associato non con l’integrità, ma con la stupidità. Questo, certamente, non deve essere applicato nelle situazioni che coinvolgono la sicurezza di un caro. Ma dare la propria vita per un qualche cosa di tanto impersonale quanto un problema religioso o politico, è l’estremo del masochismo. <strong>La</strong> vita è un grande compiacimento, la morte una grande astinenza. Per una persona che è soddisfatta per la sua esistenza terrestre, la vita è come un bel party; a nessuno piace lasciare un buon party. Allo stesso modo, se una persona si sta divertendo qui sulla terra, non sarà così pronta ad abbandonare questa vita per la promessa di una vita ultraterrena della quale nulla conosce. <strong>La</strong> mistica credenza orientale insegna agli umani a disciplinarsi contro ogni voglia di successo in modo che possano dissolversi nella “ Cosmica Consapevolezza Universale” - qualche cosa per evitare la buona e sana autosoddisfazione o il puro amor proprio nella realizzazione terrena! E’ interessante notare che le zone in cui questi generi di credenza fioriscono, sono quelle in cui i guadagni materiali non sono facilmente ottenibili. Per questa ragione la predominante credenza religiosa deve essere una forma che raccomanda ai suoi seguaci il rifiuto delle cose materiali e l’avversione per i simboli che attribuiscono una certa importanza ai guadagni terreni. Così la gente può essere pacificata nell’accettare il proprio destino, non importa quanto povero possa essere. 50
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