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Cattiva maestra<br />
televisione<br />
Bambini e TV: intervista ad Anna Oliverio Ferraris Marianna Gualazzi<br />
Televisione, computer, videogiochi,<br />
telefonini: siamo<br />
noi adulti ad essere divetati<br />
per primi “schermo e video<br />
dipendenti”. E i nostri figli<br />
ci seguono a ruota, richiedendo precocemente<br />
libero accesso al tablet e<br />
il possesso dello scettro-telecomando.<br />
Eppure basta un minimo di consapevolezza<br />
per capire che la televisione<br />
e gli altri media non sono adeguati ai<br />
nostri bimbi e che la loro presenza in<br />
famiglia va ridimensionata. Sarebbe<br />
sufficiente l’esempio di noi genitori<br />
a distogliere bambini e adolescenti<br />
dagli schermi e a riportare le loro<br />
vite là dove dovrebbero svolgersi:<br />
negli spazi della natura, nel gioco<br />
libero all’aria aperta, nel contatto<br />
con il gruppo dei pari, tra le pagine<br />
di un bel libro. Anna Oliverio<br />
Ferraris, professoressa di Psicologia<br />
dello sviuppo alla Sapienza di Roma<br />
e autrice di saggi e articoli in cui<br />
affronta il temi del rapporto con tv<br />
e nuovi media, ci spiega i pericoli di<br />
un’esposizione precoce e prolungata<br />
dei nostri bimbi agli schermi e ai loro<br />
contenuti.<br />
50 <strong>ViviConsapevole</strong> - <strong>Primavera</strong> <strong>2013</strong><br />
Oggi i bambini sono sempre più<br />
precocemente esposti al mezzo televisivo<br />
– ci sono programmi adatti<br />
ai picolissimi di anche solo un anno<br />
e mezzo. A quale età un bambino<br />
può iniziare ad approcciarsi alla<br />
televisione? Quali sono i tempi di<br />
esposizione adatti a ogni età (prescolare,<br />
scolare, adolescenza)?<br />
In realtà non ci sono programmi<br />
adatti ai piccolissimi, anche se lo si<br />
vuole far credere. Nei primi mesi e<br />
anni di vita i bambini devono prendere<br />
contatto con la realtà: non solo<br />
vedere, ma anche toccare, odorare,<br />
udire, spostarsi, esplorare, provare,<br />
riprovare, ripetere, inserirsi attivamente<br />
nei discorsi. Lo schermo<br />
televisivo fornisce delle immagini in<br />
movimento e dei suoni su cui il bambino<br />
non può esercitare alcuna forma<br />
di controllo, ma che deve limitarsi<br />
a seguire. Il televisore ipnotizza i<br />
bambini piccoli e li abitua alla passività.<br />
A 3-4 anni, quando un bambino<br />
incomincia ad avere una conoscenza<br />
del mondo reale e delle regole fondamentali<br />
del suo funzionamento, si<br />
può incominciare a mostrare qualche<br />
video di pochi minuti, adatto all’età<br />
sia per i tempi che per i contenuti:<br />
sono video che si trovano più facilmente<br />
in rete che in televisione. In<br />
seguito, scegliendo, può vedere dei<br />
cartoni o qualche breve programma.<br />
Non dimentichiamoci che in televisione<br />
si vedono continuamente spot<br />
pubblicitari i cui contenuti non sono<br />
indifferenti.<br />
Quali sono i suoi consigli per una<br />
fruizione più consapevole e meno<br />
passiva della tv da parte di bambini<br />
e adulti?<br />
È necessario che gli adulti abbiano<br />
una preparazione culturale che consenta<br />
loro di “leggere” i media, di<br />
capire cioè che cosa viene trasmesso<br />
non soltanto a livello esplicito, ma<br />
anche a livello implicito. Il linguaggio<br />
multimediale avviene a più livelli<br />
e spesso i messaggi impliciti (metacomunicazione)<br />
sono i più rilevanti.<br />
Per esempio è difficile che la pubblicità<br />
di un sapone parli dei requisiti<br />
del sapone, più spesso parla di seduzione<br />
e di sessualità. In molti serial<br />
televisivi, così come in molti altri