Triangolo Rosso - Associazioni Milano
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Settimia Spizzichino<br />
Ha dedicato<br />
la sua vita<br />
a raccontare<br />
dello sterminio<br />
una traccia di stanchezza sul<br />
suo volto. Al contrario, un entusiasmo,<br />
una felicità immensa.<br />
Anche questo era un<br />
modo per rendere testimonianza<br />
alle sue compagne, mai<br />
dimenticate, sempre amate.<br />
Una volta giunti a Birkenau e<br />
ad Auschwitz, Settimia ha fatto<br />
violenza a se stessa ed è<br />
tornata la ragazza di allora.<br />
Gli studenti hanno vissuto il<br />
lager non con una superstite<br />
ma con la Mimì che sulla<br />
Judenrampe vede allontanarsi<br />
la sorella con la piccola<br />
Rosanna in braccio, destinato<br />
da Mengele alla morte per<br />
gas. Con Mimì hanno sentito<br />
sul loro braccio la vergogna<br />
del tatuaggio. È Mimì che li<br />
ha portati nel Block 10 quel-<br />
Dal novembre 1999 all’ottobre<br />
2000 il sito Internet<br />
dell’Aned (Associazione nazionale<br />
ex deportati politici<br />
nei campi nazisti, all’indirizzo<br />
http://www.deportati.it) si<br />
colloca con certezza ai primi<br />
posti tra quelli che in Europa<br />
affrontano il tema della deportazione.<br />
Con oltre 4.000<br />
pagine, il sito ospita centinaia<br />
di schede bibliografiche sul<br />
fascimo, il nazismo e la deportazione,<br />
oltre a una decina<br />
di libri di memoria e di tesi<br />
di laurea riprodotti in ver-<br />
24<br />
lo degli esperimenti. Ed è stata<br />
la voce di Mimì che ha raccontato<br />
loro quanto accadeva<br />
al muro della Morte. Mimì ha<br />
fatto loro ascoltare le voci dei<br />
prigionieri russi lì fucilati, le<br />
voci dei politici torturati bestialmente<br />
nel Block 11.<br />
E hanno capito che la voce di<br />
Settimia-Mimì era la voce di<br />
tutti i “sommersi”.<br />
Una voce forte e chiara che<br />
non chiedeva compassione ma<br />
che richiamava tutti all’impegno<br />
della Memoria.<br />
Memoria di ciò che è stato<br />
perché mai più possa riaccadere.<br />
Mai come in questo<br />
“viaggio” nella Shoah,<br />
Settimia è stata così generosa<br />
di se stessa. Auschwitz -<br />
Birkenau, il suo lunghissimo<br />
586.000 contatti in un anno al<br />
sito dell’Associazione ex deportati<br />
Oltre 100 miliardi di “bit” per la memoria dei lager.<br />
Una fonte di documentazione indispensabile per la scuola e l’Università<br />
sione integrale, consultabili<br />
online o scaricabili gratuitamente.<br />
Da qualche giorno sono stati<br />
pubblicati anche gli elenchi<br />
nominativi degli italiani deportati<br />
nei lager di Mauthausen,<br />
Dachau, Natz-weiler,<br />
Sachsenhausen, Dora, Buchenwald,<br />
Ravensbruck,<br />
Stutthof, Majdanek e Neuengamme:<br />
decine di migliaia di<br />
nomi allineati uno in fila all’altro<br />
solo dopo decine di anni<br />
di paziente e ostinato lavoro.<br />
Prende corpo così il<br />
e totalizzante impegno l’hano<br />
resa di scorza dura. Eppure<br />
Settimia è capace di generosità<br />
estrema. Chi la conosce<br />
più da vicino, conosce anche<br />
questo suo aspetto. Chi la sta<br />
ricordando in questo momento,<br />
ha potuto godere della sua<br />
amicizia. Già questo è non<br />
piccolo dono. Settimia è la<br />
mia “mamma Roma”, miniera<br />
infinita di fatti e di aneddoti<br />
sulla città, sul Ghetto e i<br />
suoi abitanti. Ho conosciuto<br />
più di Roma dalle sue parole<br />
che da tanti libri.<br />
Una romana, Settimia, perennemente<br />
innamorata della<br />
sua città. Malgrado il 16 ottobre<br />
del ’43.<br />
Tanto innamorata che quando<br />
le fu proposto il matrimonio<br />
e lo stabilirsi in America,<br />
declinò tutto, rispondendo:<br />
“Ahò, ma per me Frascati è<br />
estero”. Perché Settimia è anche<br />
questa. Ed è anche quella<br />
che venuta a sapere della<br />
mia passione per alcuni piatti<br />
della cucina ebraico-romanesca,<br />
trova continuamente<br />
motivi per cucinarmi carciofi<br />
alla giudia, triglie alla mosaica,<br />
concia di zucchine. Non<br />
vi sembri irriverente: Settimia<br />
non è solo la sopravvissuta di<br />
Auschwitz. Settimia è anche<br />
amica nel sento piano della<br />
parola. Le faremmo torto se<br />
Grande libro della deportazione<br />
italiana, che potrebbe<br />
essere pubblicato già l’anno<br />
prossimo.<br />
Il sito dell’Aned si è affermato<br />
come un indispensabile<br />
strumento di consultazione e<br />
di documentazione storica,<br />
utile soprattutto al mondo della<br />
scuola e dell’Università.<br />
Lo dimostra l’elevatissimo numero<br />
di informazioni trasmesse:<br />
più di 100 miliardi di<br />
“bit” (105 miliardi e 352 milioni,<br />
per la precisione) trasferiti<br />
dal server a utenti re-<br />
la ricordassimo “solo” per la<br />
sua vicenda concentrazionaria.<br />
Ed io questo torto non posso<br />
e non voglio che da me lo<br />
riceva. Mi ha regalato momenti<br />
di rara intensità e la mia<br />
gratitudine sarà sempre poca<br />
cosa rispetto a ciò che ho ricevuto.<br />
E se qualcuno può dire<br />
che Settimia è donna dura,<br />
a volte scontrosa, poco incline<br />
a concedere, ebbene si sappia<br />
che chi molto può dare<br />
può molto chiedere. Ma quando<br />
ritiene di dare, molto sa<br />
dare. Così è Settimia.<br />
Ora Settimia ci ha improvvisamente<br />
lasciati. Stupiti, attoniti.<br />
Sì perché la pensavamo<br />
indistruttibile. Così, egoisticamente,<br />
la volevamo.<br />
La cultura ebraica, di cui<br />
Settimia è profondamente intrisa,<br />
ci insegna che nessuno<br />
è veramente morto fintanto<br />
che è vivo il suo ricordo.<br />
Ecco allora che possiamo affermare<br />
che Settimia non è<br />
morta. Ci ha “solo” privati<br />
della sua presenza fisica. Il<br />
suo ricordo, il ricordo che ciascuno<br />
di noi porterà in sé non<br />
può essere corroso dal tempo.<br />
È troppo forte, intenso ed<br />
intimo. Perciò, ricordandola,<br />
ho usato nello scrivere sempre<br />
il tempo presente.<br />
Perché Settimia non “era”.<br />
Settimia “è”.<br />
sidenti in oltre 60 paesi. Sono<br />
oltre 100 miliardi di sassolini<br />
che insieme speriamo concorrano<br />
a costruire un edificio<br />
importante: quello della<br />
memoria della pagina più nera<br />
non solo del Novecento, ma<br />
dell’intera storia dell’umanità.<br />
Il sito dell’Aned è ospitato<br />
gratuitamente dal provider romano<br />
Agorà. Tutto il progetto<br />
è stato realizzato su base<br />
volontaria, con il contributo<br />
di un piccolo gruppo di collaboratori<br />
italiani e stranieri.<br />
Dario Venegoni