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Triangolo Rosso - Associazioni Milano

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Il processo al Tribunale militare di Verona<br />

Condannato<br />

all’ergastolo il boia<br />

del lager di Bolzano<br />

Presenti come parti civili l’Aned, l’Anpi, il Comune di Bolzano<br />

e la Comunità ebraica di Merano - Chiesta l’estradizione del criminale<br />

che vive indisturbato a Vancouver da oltre 40 anni - Profonda emozione<br />

nell’opinione pubblica canadese<br />

Alla fine gli hanno dato l’ergastolo.<br />

Michael Seifert, il<br />

terribile “Misha” del campo<br />

di Bolzano, lo stesso che con<br />

l’inseparabile amico Otto<br />

Sein perseguitò, torturò e uccise<br />

i detenuti delle celle del<br />

campo per mesi e mesi, dovrà<br />

ora impegnarsi in una difficile<br />

guerra giudiziaria se<br />

vorrà evitare l’estradizione<br />

dal Canada – paese nel quale<br />

vive dal 1951 – e la detenzione<br />

nel nostro paese.<br />

La fase conclusiva del processo<br />

– iniziato nel giugno<br />

scorso – si è svolta con grande<br />

intensità nella settimana<br />

dal 20 al 24 novembre.<br />

L’Aned, l’Anpi, il Comune<br />

di Bolzano e la Comunità<br />

ebraica di Merano si erano<br />

costituiti parti civili (l’Aned<br />

e l’Anpi erano rappresentate<br />

dal presidente della nostra<br />

associazione, avv. Gianfranco<br />

Maris, e dall’avv. Sandro<br />

Canestrini).<br />

Davanti al Tribunale militare<br />

di Verona presieduto da<br />

Giovanni Pagliarulo sono sfilati<br />

una ventina di testimoni,<br />

in grandissima maggioranza<br />

superstiti del campo.<br />

Uno dopo l’altro, chi con<br />

qualche incertezza, chi con<br />

sicurezza, hanno raccontato<br />

4<br />

di Dario Venegoni<br />

i delitti orribili di cui sono<br />

stati testimoni tra l’estate del<br />

’44 e la fine di aprile del ’45.<br />

Molti hanno riconosciuto nella<br />

foto del ’44 che è stata<br />

mostrata in aula l’aguzzino<br />

che tante vittime ha mietuto<br />

allora.<br />

Alla fine del dibattimento il<br />

cumulo delle prove e delle<br />

testimonianze prodotte in tribunale<br />

è risultato tale che<br />

agli stessi avvocati difensori<br />

non è rimasto che chiedere<br />

la concessione delle attenuanti<br />

generiche.<br />

Era così giovane, hanno detto<br />

i difensori, tanto lontano<br />

da casa, c’era la guerra e poi<br />

era spaventato dai superiori<br />

(ufficiali delle SS non certo<br />

indulgenti), anche per via di<br />

certe mancanze di cui lui e<br />

l’amico Otto Sein si erano<br />

resi responsabili (allusione<br />

allo stupro di una ragazza a<br />

Bolzano, che costò a entrambi<br />

qualche tempo di detenzione<br />

nelle stesse celle del campo).<br />

E poi che risulti, in tutti<br />

questi 55 anni non ha più<br />

commesso alcun reato.<br />

In fondo – ha ricordato infine<br />

l’avvocato Massimo Ruffo<br />

– anche ad Albino Cologna,<br />

un italiano che era diretto superiore<br />

delle due giovanissi-<br />

Misha oggi nel giardino della sua casa a Vancouver.<br />

In basso, la lettura della sentenza al Tribunale di Verona.

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