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Leggi l'intero numero - Historical Diving Society Italia

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Un angolo della mostra storico-fotografica con l’attrezzatura<br />

da palombaro messa a disposizione dalla società<br />

“Lavori Subacquei F.lli Simoni - Piombino”<br />

La conferenza.<br />

La mostra è stata inaugurata con una conferenza<br />

tenutasi presso la Sala Conferenze del Castello<br />

di Piombino, è intervenuto il dott. Pablo Gorini,<br />

Assessore alla Cultura del Comune di Piombino,<br />

mentre il sig. Romano Bastianini, presidente<br />

della Lega Navale di Piombino, ha introdotto la<br />

relazione del sig. Alessandro Dondoli sulle tecniche<br />

navali dei sommergibili tedeschi in Mar<br />

Tirreno nel periodo della prima Guerra<br />

Mondiale. Per la seconda parte, dedicata al lavoro<br />

dei palombari, sono stata invitata a ricostruire<br />

la storia dell’attività palombaristica in <strong>Italia</strong> e a<br />

riproporre alcune foto storiche riguardanti i<br />

recuperi effettuati dai nostri palombari tratte dal<br />

mio libro Teste di rame. In viaggio con i palombari<br />

(ed.Ireco, 2000).<br />

Il palombaro.<br />

Aladino Simoni, 90 anni, palombaro di origini<br />

elbane, si è immerso per lavorare con lo scafandro<br />

per oltre 40 anni. Nel dopoguerra fu tra i<br />

primi palombari a scendere sul relitto del piroscafo<br />

Washington; il giorno dell’inaugurazione<br />

della mostra era presente in sala con la sua<br />

<strong>numero</strong>sa famiglia tra cui i tre figli, due dei<br />

quali, come spesso accade nelle famiglie di<br />

palombari, hanno continuato l’attività paterna,<br />

vincendo la resistenza del padre che avrebbe<br />

voluto per loro un lavoro meno pericoloso. Il<br />

capostipite Aladino ricorda come nonostante<br />

l’origine contadina, la passione per il mare lo<br />

abbia accompagnato per tutta la vita fin da bambino:<br />

“ Il mare è stato sempre un grande sogno,<br />

m’incantavo a veder passare i velieri e, spesso,<br />

marinavo la scuola per giocare sulla spiaggia,<br />

costruendo delle barchette improvvisate”. A<br />

nove anni era imbarcato come mozzo su una<br />

barca da pesca, il Fortunato. A diciassette otten-<br />

HDS NOTIZIE N. 28 - Novembre 2003 - pag. 27<br />

ne la qualifica di “giovanotto di prima” navigando<br />

sul Letizia, un tre alberi a vele quadre nel<br />

compartimento di Genova, ultimo veliero della<br />

marineria italiana che impiegava più di novanta<br />

giorni per coprire la sua rotta: Genova-<br />

Giamaica. Fu durante il servizio militare, con il<br />

corso alla Scuola Palombari della Spezia, che<br />

Simoni scoprì che “quella sott’acqua era la sua<br />

vera vita” e per questo continuò l’attività palombaristica<br />

come civile anche dopo il congedo. Nel<br />

dopoguerra il lavoro fu duro ed intenso: c’erano i<br />

porti da liberare dai relitti, nuove banchine da<br />

costruire, carene delle navi da tamponare, metallo<br />

da recuperare con le demolizioni subacquee e con<br />

la raccolta delle munizioni sperse sui fondali. Del<br />

piroscafo Washington il palombaro ricorda il racconto<br />

dei genitori, che dal paesino del Cavo<br />

sull’Isola d’Elba avevano assistito alle varie fasi<br />

dell’affondamento: i colpi di cannone sparati dal<br />

sommergibile davanti alla prua per fermare la<br />

nave, lo sbarco dei passeggeri e dell’equipaggio,<br />

il siluro che l’affondò. Ed è a questo racconto che<br />

ripensò quando nel dopoguerra, con il permesso<br />

ministeriale, iniziò le ricerche nel canale che divide<br />

l’isolotto di Palmaiola dal paesino del Cavo<br />

sull’Elba. Il relitto era proprio nel mezzo del<br />

canale : per otto anni Simoni s’immerse con lo<br />

scafandro a 40 m di profondità (subendo anche<br />

un’embolia), e prima di passare alla demolizione<br />

del piroscafo, portò a galla tutto ciò che poteva<br />

essere recuperato: i suoi figli andavano a scuola<br />

con i grembiuli ricavati dalle stoffe trovate nella<br />

stiva ed oggi, ormai nonni a loro volta, s’immergono<br />

ancora col vecchio scafandro nel porto di<br />

Piombino per realizzare l’ampliamento dell’attuale<br />

diga.<br />

Piombino, 18 ottobre 2003. Da sin.: i palombari Piero e<br />

Aladino Simoni, Francesca Giacché (HDSI), Sandro<br />

Leonelli (L.N.I. Piombino - sez. Subacquea), Corrado Neri<br />

(F.lli Neri S.p.A. - Livorno), il palombaro Guido Simoni.

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