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30 Alpes Maggio <strong>2012</strong><br />
di Anna Maria Goldoni<br />
Conoscevamo Nino Poli come<br />
un valente incisore, ma il suo<br />
poliedrico interesse per tutto<br />
quello che riguarda l’arte e la<br />
conoscenza di nuove tecniche l’ha indotto<br />
a provare a esprimersi in modi<br />
sempre diversi e su vari supporti. Sono<br />
nati così, pian piano, i suoi quadri “in<br />
rilievo” che propongono una natura<br />
violentata, come una denuncia pubblica<br />
di una rovina prevedibile, che deve essere<br />
fermata per rendere al futuro le immagini<br />
lontane e solari di un mondo ancora<br />
intatto e ripulito.<br />
Per Nino Poli il poter passeggiare fra i<br />
suoi boschi, fra i fiumi o in riva all’acqua,<br />
l’ha portato a osservare come, con<br />
il passar del tempo, le visioni sembrano<br />
mutare per una sorta d’abbandono di<br />
quei luoghi memorabili, anche nella loro<br />
semplicità, dove l’incuria dell’uomo e gli<br />
eventi, lasciano man mano un segno<br />
inconfondibile, una ferita che, senza<br />
una forte motivazione, non si riuscirà<br />
più a rimarginare. Rifiuti abbandonati,<br />
bottiglie e sacchetti di plastica, resti di<br />
bivacchi, di incendi, frane, alluvioni ...<br />
questo artista, nelle sue opere, ritrae le<br />
immagini più indicative del degrado, portandole<br />
a vere forme d’arte. I suoi lavori<br />
sono come documenti su cui riflettere e<br />
denunce da non sottovalutare.<br />
La sua sapiente conoscenza di diverse<br />
tecniche pittoriche gli permette di realizzare<br />
opere su vari piani, quasi come se la<br />
materia trattata fosse stata strappata, da<br />
un antico affresco, e riportata sulla tela,<br />
sovrapponendola più volte, per poterla<br />
osservare, toccare e meditare. Le forme si<br />
increspano, la terra si sgretola e l’acqua<br />
corrode tutto quello che non riesce più<br />
a nascondere, ma la luce che si ritrova<br />
in questi suoi “bassorilievi policromi”,<br />
insieme con alcuni particolari colorati in<br />
modo personale, riporta a una segreta e<br />
sentimentale speranza.<br />
Infatti, il suo grande amore per i luoghi<br />
da “riparare” e la sua grande capacità<br />
tecnica, gli consentono di fermare quelle<br />
immagini e poi renderle pubbliche per<br />
interessare gli osservatori, per indurli<br />
a trovare soluzioni atte a fermare il degrado,<br />
cercando di riportare tutto alla<br />
sua primitiva bellezza.<br />
Nell’opera “Incendio”, ad esempio, troviamo<br />
una natura che il fuoco ha reso incolore,<br />
fra cenere e lapilli, come alla base<br />
Incendio<br />
Nino Poli<br />
di un vulcano in eruzione, ma anche uno<br />
sprazzo di verde che, quasi incurante del<br />
calore che avvolge tutto lo spazio, lascia<br />
intuire una rinascita lenta, possibile e<br />
probabile.<br />
In “Relitto”, la vaga forma di una prua<br />
si è quasi incorporata fra i residui più<br />
svariati del fondale marino e l’acqua,<br />
come in un moto perpetuo, l’ha spogliata<br />
Relitto<br />
di ogni sua caratteristica, lasciandola<br />
testimone di un silenzioso abbandono<br />
mortale. In un altro dipinto, dallo stesso<br />
titolo, una lisca, come un moderno logo<br />
di fine esistenza, rimane adagiata fra<br />
scarti d’ogni genere, ormai inglobati<br />
indissolubilmente fra loro.<br />
“Desertificazione”, invece, propone un<br />
ambiente quasi lunare, dove ogni forma