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n. 5 2012 - Alpesagia

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42 Alpes Maggio <strong>2012</strong><br />

Casa torre a Dossa<br />

delle operazioni delle milizie spagnole<br />

che nel 1620, dopo il Sacro Macello, respingeranno<br />

sanguinosamente le forze<br />

grigionesi che, rinforzate da truppe<br />

di Berna e Zurigo, erano tornate alla<br />

riscossa.<br />

Anche in epoca moderna Tirano non<br />

smentisce la sua vocazione di avamposto<br />

e presidio militare della Valtellina e,<br />

più in genere, della stessa Lombardia.<br />

Gli Alpini sono appena nati, quando<br />

si decide di posizionarne un reparto<br />

(prima una Compagnia, poi un Battaglione)<br />

nella nostra città, a guardia<br />

delle frontiere svizzera ed asburgica. Vi<br />

resterà per decenni, divenendo il nucleo<br />

di quel Battaglione Tirano che poi, nei<br />

due conflitti mondiali, si coprirà di gloria.<br />

Una presenza pure numericamente<br />

ragguardevole: nel 1911 il comune di<br />

Tirano conta 7.000 abitanti, il Battaglione<br />

Tirano sul piede di pace non meno<br />

di 6/700 soldati. La caserma, situata<br />

sulla destra dell’Adda, rispetto alla città<br />

murata, ai tempi era isolata tra prati e<br />

coltivi: ancora<br />

all’epoca della<br />

Grande Guerra<br />

l’attuale corso<br />

Italia, voluto da<br />

Vienna nell’ambito<br />

della costruzione<br />

della<br />

strategica Strada dello Stelvio, correva<br />

nel verde. Quella che oggi è la parte moderna<br />

di Tirano non esisteva o quasi,<br />

fatta eccezione per le due stazioni delle<br />

FFSS e delle Ferrovie Retiche che, in caso<br />

di bisogno, rafforzavano la vocazione<br />

militare di Tirano.<br />

Non per nulla, durante la Grande<br />

Guerra, la città divenne il terminale dei<br />

rifornimenti diretti al Fronte dello Stelvio.<br />

Non abbiamo molte descrizioni di<br />

Tirano e della sua vita in quegli anni.<br />

L’ attenzione è logicamente sempre<br />

stata appuntata sulla linea di combattimento:<br />

quel Fronte di Rocce e Ghiacci,<br />

oltre i 3000 metri, che farà della Valtellina<br />

la linea di scontro più elevata (e<br />

Targa che ricorda l’antica caserma del Battaglione<br />

Tirano, oggi istituto di credito.<br />

difficile) della Grande Guerra. Ma tutto<br />

quanto serviva ai nostri combattenti,<br />

dalle munizioni ai viveri, dalle armi<br />

ai materiali, giungeva in ferrovia a<br />

Tirano. Qui veniva accantonato, smistato,<br />

organizzato, per poi proseguire<br />

per via ordinaria (ovvero su strade e<br />

mulattiere) verso l’Alta Valtellina.<br />

Senza dimenticare il Forte di Tirano,<br />

l’opera corazzata che all’epoca della costruzione<br />

(1910/’14) veniva chiamato<br />

Forte Canali, dal maggengo ove si trova.<br />

Solo in seguito, tra le due Guerre, gli fu<br />

dato il nome di Forte Sertoli, in ricordo<br />

del Tenente Antonio Sertoli, eroica<br />

medaglia d’oro valtellinese, caduto<br />

sull’Alto Isonzo. Il Forte, seppure un po’<br />

discosto dalla città, sorgeva sul suo territorio<br />

verso quota 1100, sulle boscose<br />

pendici del Monte Padrio, un poco più<br />

in basso dell’altipiano di Trivigno, ove<br />

erano altre fortificazioni e cannoniere.<br />

Tutti questi pezzi<br />

d’artiglieria dominavano<br />

la Valle di<br />

Poschiavo: il loro<br />

compito sarebbe<br />

stato (per fortuna<br />

possiamo<br />

utilizzare il condizionale)<br />

battere<br />

le colonne nemiche<br />

che, dal Bernina,<br />

mediante la strada<br />

e la ferrovia, fossero<br />

scese su Tirano,<br />

aggirando le nostre<br />

difese dello<br />

Stelvio. La storia<br />

non si fa né con<br />

i se né con i ma<br />

… tuttavia difficile sottrarsi all’idea<br />

che, senza i Forti di Tirano, Oga e Colico,<br />

forse Vienna si sarebbe lasciata<br />

tentare da una limitata invasione del<br />

territorio elvetico, cercando, attraverso<br />

l’Engadina, di prendere alle spalle le<br />

nostre truppe in Alta Valtellina e successivamente<br />

di scendere ad occupare<br />

i centri logistici e strategici di Tirano<br />

e Chiavenna. Una possibilità che, dal<br />

1915 al 1918, sarà un vero incubo<br />

per il nostro Comando Supremo. Ma il<br />

Forte Canali faceva buona guardia …<br />

Questa vocazione militare di Tirano,<br />

di cui noi abbiamo tratteggiato solo<br />

alcuni dati salienti, ha spinto l’amministrazione<br />

locale alla pubblicazione, in

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