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38 Alpes Maggio <strong>2012</strong><br />
Sci alpinismo tra i<br />
e la<br />
Testi e foto di Franco Benetti<br />
Quello che ci accingiamo a<br />
presentare è un itinerario<br />
che pur non conducendo a<br />
nessuna cima famosa, può<br />
sempre dare grandi soddisfazioni sia<br />
per la salita impegnativa che per la<br />
discesa in neve spesso farinosa, quella<br />
In alto: la testata della valle di Arigna con il<br />
Dente di Coca.<br />
Scialpinismo alla Pesciola.<br />
che tra scialpinisti viene definita come<br />
l’agognata “polvere”. Si tratta infatti<br />
di un itinerario sul versante destro<br />
idrografico della fredda Valle d’Arigna,<br />
famosa soprattutto per i “pezzotti”,<br />
tappeti fatti di stracci colorati, e per la<br />
“cropa”, un piatto molto appetitoso a<br />
base di panna e polenta, ma che è nota<br />
tra gli alpinisti perchè comprende anche<br />
itinerari come il Canalone di Druet,<br />
delle cime di Cagamei, del ghiacciaio<br />
dei Lupi e del Dente di Coca, che pur<br />
non essendo tutto a nord è per lunghi<br />
tratti della giornata completamente in<br />
ombra, soprattutto nei mesi invernali,<br />
con conseguente ottima conservazione<br />
dello strato nevoso.<br />
Lasciata la statale 38 dello Stelvio in<br />
località Casacce (Ponte in Valtellina), si<br />
scende al ponte sull’Adda e si imbocca<br />
la strada che sale verso Briotti, staccandosene<br />
sulla sinistra per addentrarsi in<br />
valle d’Arigna e raggiungere la centrale<br />
Falck dell’Armisa, in località Ca’<br />
Pizzini (1041 m), dove, appena prima<br />
del cancello, si trova un piccolo spazio<br />
per lasciare l’automobile. Si avvisa che<br />
è facile trovare la strada gelata e anche<br />
veri lastroni di ghiaccio che rendono<br />
difficile proseguire con qualsiasi auto.<br />
Lasciata l’auto, si prosegue con gli sci<br />
lungo un tratturo che conduce poi alle<br />
contrade di Pattini (1275 m) ed ai prati<br />
della Foppa (1360 m).<br />
Qui si trova un bivio, ed un cartello che<br />
segnala la direzione per i bivacchi Resnati<br />
Corti e il rifugio Donati (a destra)<br />
e quella per il rifugio Baita Pesciöla<br />
(a sinistra). Si segue quindi il ripido<br />
tracciato che risale i prati verso est,<br />
osservando la testata della val d’Arigna,<br />
dalla quale emergono, al centro,<br />
il pizzo ed il Dente di Coca, mentre<br />
verso ovest, superata una certa quota,<br />
si individuano, da sinistra, la cima di<br />
Caronno, il pizzo Biorco e ancora più<br />
in là il pizzo di Rodes e la punta di S.<br />
Stefano, cime che coronano le Orobie<br />
di Piateda. Superate le baite Moretti<br />
(1459 m), dove sulla destra si può<br />
ammirare una bella croce in legno<br />
che si staglia sullo sfondo della testata<br />
della valle, il tratturo prosegue fino alla<br />
sommità dei prati, cioè alle due baite<br />
Campèi (1647 m).<br />
Si tratta ora di individuare il sentiero<br />
che sale nel bosco: per farlo si volgano<br />
le spalle alla porta della prima baita<br />
e ci si dirige verso nord-nord-est, salendo<br />
leggermente fino ad incontrare<br />
una traccia sempre più marcata che<br />
entra nel bosco in corrispondenza di<br />
un ometto e di un bollo giallo su una<br />
pianta. Raggiunta una radura a 1695<br />
metri, il sentiero piega verso destra ed<br />
inizia una lunga traversata verso sud<br />
est. Un cartello provvidenziale ad un<br />
bivio avverte che si deve seguire la<br />
traccia di destra. Intorno a quota 1960<br />
m si esce dal bosco. Chi vuole può dirigersi<br />
al rifugio prosegue piegando con<br />
un traverso verso sinistra sopra alcuni<br />
dossi e dopo una breve rampa verso est,<br />
si trova proprio davanti al rifugio posto<br />
a 2005 m alla sommità di un bel dosso,<br />
accanto ad un’altra baita. Il rifugio è<br />
stato ricavato nel 1997 da una baita<br />
del Comune di Ponte in Valtellina, ed<br />
è gestita dall’Associazione degli Amici