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Le due anime del cardinale Lercaro

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se: « Egli è veramente il Pastore secondo il Cuore di Dio che<br />

abbiamo invocato nella quotidiana preghiera durante la nostra orfanezza<br />

» e che anche il defunto <strong>cardinale</strong> parteciperà « dal Cielo<br />

alla festa dei nostri cuori e si unirà al nostro plauso perché so che<br />

nel suo intimo prevedeva e desiderava passare il Suo Pastorale a<br />

Monsignor <strong>Le</strong>rcaro che teneva in altissima e affettuosa stima » 8 .<br />

Non solo lo stimava, ma lo considerava il suo erede. Giuseppe<br />

Battelli, curatore di un carteggio lercariano, ha scritto che la sua<br />

nomina era « prevedibile » perché Nasalli Rocca aveva espresso più<br />

volte questo desiderio 9 . Don Luigi Tommasini, parroco di Casaglia,<br />

ricorda che, poco prima di morire, il <strong>cardinale</strong> gli disse: « Vedi, a<br />

Bologna ci vorrebbe, e mi auguro che arrivi, un vescovo pio e dinamico<br />

come quello di Ravenna ».<br />

Don Tommasini è convinto che fu Nasalli Rocca a indicare a<br />

Roma il nome <strong>del</strong> successore. Lo impose, ancora una volta, Montini,<br />

vincendo le resistenze <strong>del</strong>la curia romana. La rapidità <strong>del</strong>la nomina,<br />

fatta senza osservare i tradizionali mesi di lutto, confermava che la<br />

scelta era vecchia e che la chiesa aveva fretta di dare un nuovo<br />

pastore a Bologna.<br />

Anche se il momento non era dei più felici — essendo numerose<br />

le chiese ancora distrutte dalla guerra — <strong>Le</strong>rcaro ebbe la fortuna<br />

di trovare una struttura curiale efficiente e un clero numeroso e<br />

disciplinato. Ricchi sul piano spirituale, i sacerdoti erano ritenuti<br />

carenti su quello culturale. Tutte le parrocchie erano coperte e dal<br />

seminario uscivano dai venti ai trenta sacerdoti all'anno.<br />

La struttura parrocchiale era efficiente perché il vecchio <strong>cardinale</strong><br />

— molto amato dai sacerdoti, secondo quanto afferma don Tommasini<br />

— aveva fatto quattro visite pastorali complete. Per parte sua,<br />

il clero — che negli ultimi anni aveva avvertito con preoccupazione<br />

l'indebolimento <strong>del</strong> polso di Nasalli Rocca — era pronto a rispondere<br />

con grande slancio alle direttive di un pastore giovane e dinamico,<br />

se fosse stato nominato. Ancora migliore la situazione<br />

<strong>del</strong>la curia, dove tutto era sotto il controllo <strong>del</strong> cancelliere monsignor<br />

Gilberto Baroni, lavoratore infaticabile e uomo di grande cultura.<br />

<strong>Le</strong>rcaro prese possesso <strong>del</strong>la diocesi il 22 giugno 1952 quando<br />

entrò trionfalmente in città. Doveva essere e fu un avvenimento<br />

di grande rilievo per marcare la differenza tra il vecchio e il nuovo<br />

pastore. I bolognesi dovevano comprendere che il cambiamento non<br />

era stato piccolo e che dopo quel giorno la città non sarebbe più<br />

stata quella di prima.<br />

Non <strong>del</strong>use le attese. Dimostrò di avere un carattere forte, in<br />

contrasto con la fragilità <strong>del</strong> corpo piccolo e minuto. I più non<br />

impiegarono molto tempo per capire che era fuorviante l'impressione<br />

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