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Le due anime del cardinale Lercaro

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industriale ». Quanto al primato politico, i partiti <strong>del</strong>la sinistra lo<br />

avevano conquistato in libere elezioni.<br />

Quel clima di relativa tranquillità sociale, così faticosamente creato,<br />

veniva rimesso in forse, perché in nome <strong>del</strong> primato religioso si<br />

puntava a quello politico, confondendo l'orientamento sociale dei<br />

bolognesi con la loro coscienza.<br />

I destinatari primi <strong>del</strong>le parole di <strong>Le</strong>rcaro erano i comunisti, la<br />

forza politica più consistente. Ma erano rivolte anche ai socialisti,<br />

considerati succubi <strong>del</strong> PCI. È dubbio invece che PCI e PSI riuscissero<br />

a decifrare compiutamente il significato di quel discorso.<br />

L'« Avanti! » e « l'Unità » — nelle pagine locali — diedero scarso<br />

rilievo alla notizia <strong>del</strong>la morte di Nasalli Rocca e non ricordarono<br />

i suoi buoni rapporti con il passato regime e quelli burrascosi con<br />

il mondo antifascista bolognese. Il 22 giugno solo l'« Avanti! » dedicò<br />

poche righe all'arrivo di <strong>Le</strong>rcaro, ignorando completamente il<br />

discorso.<br />

Il senso <strong>del</strong>le parole di <strong>Le</strong>rcaro fu inteso subito da quei cattolici<br />

— la maggioranza nella chiesa bolognese — che avevano salutato<br />

con favore la scomunica <strong>del</strong> 13 luglio 1949 contro il marxismo.<br />

Quel discorso significava che il nuovo pastore era in perfetta sintonia<br />

con Pio XII e che vedeva nel decreto <strong>del</strong> S. Uffizio lo strumento<br />

più idoneo per ricuperare alla fede le grandi masse che votavano<br />

a sinistra per ignoranza e paura.<br />

Tutti o quasi tutti ignoravano che la scomunica aveva messo in<br />

imbarazzo i vescovi <strong>del</strong>l'Emilia-Romagna perché creava più problemi<br />

di quanti non ne risolvesse. Proprio per questo si erano rivolti alla<br />

Santa sede per avere una chiave di lettura <strong>del</strong> documento e una<br />

indicazione sul modo di applicarlo in una terra dove la stragrande<br />

maggioranza dei cittadini era stata automaticamente esclusa dalla<br />

chiesa. <strong>Le</strong>rcaro rivelò quell'imbarazzo nel 1961, quando ammise che<br />

la scomunica conteneva la condanna e il modo di eluderla 13 .<br />

Di quell'imbarazzo non disse una parola nel momento in cui<br />

entrò a Bologna, dovendo dimostrare una certezza assoluta e una<br />

grande determinazione per la crociata che si apprestava a dirigere.<br />

Certezza e determinazione che riconfermò il 18 gennaio 1953 quando<br />

— al ritorno da Roma, dove aveva ricevuto il cappello cardinalizio<br />

— aggiunse un altro importante concetto a quello <strong>del</strong> volto<br />

che la città avrebbe dovuto ricuperare.<br />

Dopo essersi scusato <strong>del</strong>la breve assenza, disse: « ... ci rimetteremo<br />

al lavoro e vogliamo lavorare tutti generosamente, senza dissensi,<br />

con totale dedizione a Dio perché la nostra Bologna ritorni a<br />

essere la Bologna che deve essere, la Bologna di Cristo: la vogliamo<br />

con il suo bel volto cristiano, con il suo bel volto petroniano » 14 .<br />

13

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