02.06.2013 Views

Le due anime del cardinale Lercaro

Le due anime del cardinale Lercaro

Le due anime del cardinale Lercaro

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

parlare <strong>del</strong>la sua esperienza a un convegno sul tema « La morale, i<br />

giovani e la scuola » — non doveva essere un'occasione per una<br />

« esperienza pedagogica », ma per « un gesto di carità » e un modo<br />

cristiano per dividere il pane con « chi ha fame e ospitare sotto il<br />

proprio tetto chi non lo ha ». Per questo escluse subito sia la soluzione<br />

<strong>del</strong>la pensione che <strong>del</strong> collegio: «... questi ragazzi avrebbero<br />

formato con me, con mia sorella che vive accanto a me, con la mia<br />

vecchia mamma, allora centenaria vivente, una famiglia ».<br />

Il clima doveva essere appunto quello <strong>del</strong>la famiglia dove « Tutti<br />

siedono ugualmente a tavola, dove si avvicendano senza turni stabiliti,<br />

volontariamente per il servizio. Tutti prestano la loro opera<br />

per la pulizia <strong>del</strong>la casa... ». Niente disciplina e un libretto bancario<br />

separato per chi lo vuole e soprattutto « La posta in arrivo viene<br />

consegnata chiusa, e parte chiusa la posta in partenza ». La sera,<br />

« pur non essendo obbligati », rosario per tutti 74 .<br />

Questi i propositi iniziali. In pratica, le cose andarono in modo<br />

diverso e la « famiglia » finì per essere una esperienza edificante,<br />

ma dolorosa, quasi drammatica. <strong>Le</strong> cose andarono bene a Ravenna<br />

quando era piccola, ma non a Bologna quando si allargò sino a<br />

circa settanta elementi. Tutti o quasi tutti — ha scritto — erano<br />

« dei naufraghi che si erano afferrati al Vescovado come ad una tavola<br />

di salvezza ». Per questo « non sono mancati da parte di qualcuno<br />

<strong>del</strong>le deviazioni che hanno creato un profondo disagio » 75 .<br />

Per <strong>Le</strong>rcaro non fu facile neppure il rapporto con il mondo esterno<br />

con il quale dovette venire a patti per mantenere la « famiglia ».<br />

Anche se la considerava un « esempio di spirito comunitario alimentato<br />

dalla vita liturgica » 76 , si era sviluppata in un clima finanziario<br />

non proprio ideale. Giustamente aveva stabilito che « l'amore<br />

e la osservanza <strong>del</strong>la santa Povertà » dovevano essere il cemento unificante<br />

<strong>del</strong>la « famiglia », ma che lo « spirito di povertà non proibisce<br />

all'Opera di possedere e godere rendite » 77 .<br />

Solo che di rendite ne occorrevano molte per garantire a tutti i<br />

« figli » una vita normale: dal pane allo studio. Dopo essere stata<br />

ospitata in curia, in un palazzo appositamente affittato e a villa<br />

Revedin, nel 1966 la « famiglia » si trasferì definitivamente a<br />

villa S. Giacomo, costruita appositamente a Ponticella di S. Lazzaro<br />

di Savena, in collina.<br />

Dal momento che le rendite legali non bastavano, <strong>Le</strong>rcaro si<br />

diede da fare per integrarle. Oggi — scrisse ai « figli » da Roma, il<br />

7 novembre 1962, dove si trovava per il Concilio — mi sono incontrato<br />

con Ortolani e altri per avere in dono « qualche lotto di<br />

terreno a Roma ». Cosa diede in cambio non si sa perché il testo<br />

<strong>del</strong>la lettera risulta censurato dal curatore. Tre giorni dopo si in-<br />

43

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!