alla Calabria
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Luglio 2006<br />
Un restauro intelligente<br />
per il convento dei Cappuccini<br />
L'ex edificio religioso, il primo eretto dall'Ordine in <strong>Calabria</strong>, dopo quasi tre secoli d'incuria è tornato a<br />
vivere grazie <strong>alla</strong> volontà dell'amministrazione comunale. Oggi sede di una fondazione ed accademia<br />
di studi, assolve il ruolo di centro culturale per tutto il circondario<br />
Apoche centinaia di<br />
metri dall'abitato di<br />
Dipignano, in provincia<br />
di Cosenza, adagiato<br />
su un dolce ed arieggiato<br />
declivio, sorge l'ex convento<br />
dei Frati Minori<br />
Cappuccini, un edificio cinquecentesco<br />
d<strong>alla</strong> sagoma<br />
possente, riportato agli<br />
antichi splendori nei primi<br />
anni Novanta del secolo<br />
scorso, grazie ad un<br />
“restauro intelligente” - l'espressione<br />
è di S. Brich e A.<br />
Gallo, autori di un pamphlet<br />
sul tema - tenacemente<br />
voluto dall'allora sindaco, il<br />
senatore Carmine Garofalo.<br />
L'imponente struttura, incastonata<br />
nel verde immacolato<br />
della natura dipignanese,<br />
evoca la sentinella biblica<br />
che scruta nella notte in<br />
attesa dell'auro-<br />
ra, ed è divenuta oggi una<br />
sorta di cenacolo culturale,<br />
sede permanente della<br />
Fondazione “Ernesto<br />
Sabato” nonché punto di<br />
riferimento obbligato per<br />
appuntamenti culturali<br />
quali mostre d'arte, presentazioni<br />
di libri, dibattiti,<br />
concerti e quant'altro, di<br />
tutto il circondario dipignanese<br />
e della vicina Cosenza.<br />
Ma quali vicissitudini<br />
hanno scandito la storia<br />
plurisecolare di questo convento?<br />
E quale ruolo ha<br />
svolto per la devozione<br />
popolare di una terra famosa<br />
per i quadarari e le “lingue<br />
nascoste” -<br />
l'Ammâscânte degli erbari -<br />
che prima dei Cappuccini<br />
ha ospitato ceno-<br />
biti italo-greci e predicatori<br />
itineranti, monaci bigi ed<br />
eremiti solitari? Come è<br />
noto, l'Ordine dei Frati<br />
Minori Cappuccini nacque<br />
giuridicamente a seguito<br />
della Bolla papale Religionis<br />
zelus, che il pontefice<br />
Clemente VII emanò da<br />
Viterbo nell'anno del<br />
Signore 1528, il 3 di luglio.<br />
Nella nostra regione, i<br />
Cappuccini cominciarono<br />
ad espandersi e fabbricare<br />
conventi a partire dal 1532.<br />
La fondazione del protoconvento<br />
cappuccino dipignanese<br />
- il primo della<br />
provincia di Cosenza - è<br />
probabile che rimonti agli<br />
anni Trenta del<br />
CHIESE E CONVENTI<br />
di Antonio Scarcello<br />
ph piesse<br />
XVI secolo, come attestano<br />
storici del calibro di<br />
Giovanni Fiore da Cropani<br />
(Della <strong>Calabria</strong> Illustrata),<br />
Francesco Russo (I Frati<br />
Cappuccini della Provincia<br />
di Cosenza) ed altri ancora.<br />
Secondo fonti incerte, il<br />
convento sarebbe stato fondato<br />
dallo stesso iniziatore<br />
della riforma cappuccina in<br />
<strong>Calabria</strong>, Ludovico da<br />
Reggio, il quale, di ritorno<br />
d<strong>alla</strong> Santa Sede (1533),<br />
dove si era recato per perorare<br />
la causa dei primi<br />
Cappuccini, avrebbe<br />
espresso la volontà di ripagare<br />
con un gesto<br />
CHIESE E CONVENTI<br />
di generosità Francesco da<br />
Dipignano, suo fedele compagno<br />
di viaggio e fervente<br />
sostenitore presso la Curia<br />
Pontificia della piena autonomia<br />
dagli Osservanti.<br />
Anche se l'attendibilità<br />
delle fonti è tutta da verificare,<br />
la notizia non sembra<br />
campata in aria: quale occasione<br />
più propizia per rendere<br />
omaggio ad un religioso<br />
tanto zelante e meritevole,<br />
oltre che celebre predicatore?<br />
Francesco, infatti, era<br />
uomo di grande statura<br />
morale e di vastissima cultura,<br />
dotato di un eloquio<br />
spigliato ed efficace. Si era<br />
addottorato a Parigi e,<br />
insieme a Ludovico Cumi<br />
da Reggio e Bernardo<br />
Molizzi, aveva dato vita ad<br />
un sodalizio che, sin dal<br />
1518, prese a cuore il movimento<br />
riformistico calabrese,<br />
sia pure attraverso mille<br />
tribolazioni. L'ipotesi che il<br />
convento di Dipignano sia<br />
stato fondato intorno al<br />
1533 è confermata anche<br />
dai compilatori del Lexicon<br />
Capuccinum e da Mansueto<br />
da Paterno, il quale, rispondendo<br />
all'inchiesta innocenziana<br />
del 12 febbraio 1650,<br />
scrisse testualmente: “Il<br />
Convento dei Frati Minori<br />
Cappuccini di Dipignano,<br />
della Provincia di S.n Daniele<br />
seu di Cosenza, situato fuori<br />
della Terra di Dipignano, diocesi<br />
di Cosenza, in luogo aperto,<br />
a canto di strada Publica,<br />
un miglio piccolo lontano<br />
d<strong>alla</strong> Terra di Dipignano, ch'è<br />
terra aperta, fu fondato dalli<br />
primi nostri Padri Cappuccini<br />
l'anno 1532 o vero '33 in<br />
circa, col conzenzo dell'ordinario<br />
diocesano, con istantia<br />
di quei Popoli, e con le loro<br />
limosine fabbricato et eretto<br />
secondo la povera forma<br />
Cappuccina […]. Ha la Chiesa<br />
sotto il titolo et invocatione di<br />
S.ta Maria degli Angeli, quale<br />
CALABRIA CAL Produttiva<br />
ABRIA<br />
Produttiva<br />
è di grandissima divotione<br />
non solo <strong>alla</strong> suddetta Terra di<br />
Dipignano, ma di tutti questi<br />
contorni. Il detto Convento,<br />
oltre l'horto contiguo, ch'è<br />
della Sede Apostolica, com'è<br />
pure il medesimo Convento,<br />
non possiede entrate perpetue<br />
nè temporali, nè altra proprietà<br />
di beni stabili. Detto<br />
convento è luogo di Noviziato,<br />
nel quale habitano frati professi<br />
numero otto: 4 sacerdoti<br />
e 4 laici, Novitii numero<br />
otto”. Essendo il primo convento<br />
cappuccino del territorio<br />
cosentino, appare evidente<br />
che la struttura fu<br />
adibita sin dal principio a<br />
luogo di noviziato per coloro<br />
che si staccavano<br />
dall'Osservanza o che provenivano<br />
direttamente dal<br />
secolo. Dal convento dipignanese<br />
passarono personalità<br />
di primo piano nel<br />
panorama religioso e spirituale<br />
della provincia. Valga<br />
per tutti l'esempio del<br />
Beato Angelo di Acri, il<br />
quale vi entrò la prima<br />
volta nel 1689. Dopo duecentosettantotto<br />
anni di<br />
vita, il 10<br />
gennaio 1811, al pari di<br />
altri conventi della provincia,<br />
anche Dipignano andò<br />
soggetto <strong>alla</strong> legge eversiva<br />
della soppressione napoleonica.<br />
Non fu mai più<br />
riaperto, se non per qualche<br />
anno dopo il 1815, con<br />
la permanenza di fratelli<br />
non chierici. In seguito, fu<br />
ceduto <strong>alla</strong> famiglia Marini<br />
Serra, che ne fece uso privato<br />
per circa 180 anni. Poi<br />
il degrado. Bisognerà attendere<br />
fino al 1991 per vederne<br />
la rinascita, quando<br />
venne acquistato dal<br />
Comune e restaurato. Fino<br />
a qualche decennio addietro,<br />
prima che la chiesa<br />
annessa al convento subisse<br />
spoliazioni e saccheggi<br />
delle suppellettili, il luogo<br />
fu meta di intensi pellegrinaggi,<br />
centro nodale di pratiche<br />
pie e devozionali di<br />
grande richiamo e suggestione.<br />
Tra il popolo dipignanese,<br />
si era diffusa la<br />
credenza che gli occhi della<br />
Madonna raffigurata in<br />
effigie si muovessero; i<br />
fedeli vi accorrevano per<br />
assistere a questo fenomeno<br />
prodigioso,<br />
Luglio 2006<br />
quindi impetrare una grazia,<br />
invocare l'intervento<br />
miracoloso della Vergine,<br />
sciogliere un voto. Gli<br />
anziani, inoltre, raccontano<br />
di un'altra forma di pietà:<br />
quando la natura inclemente<br />
minacciava il raccolto<br />
della terra, i fedeli dipignanesi<br />
recavano in processione<br />
la venerata statua del<br />
Santissimo Ecce Homo,<br />
facendo attenzione a non<br />
passare troppo vicino <strong>alla</strong><br />
chiesa dei Cappuccini e,<br />
soprattutto, girando la statua<br />
di spalle rispetto al convento.<br />
In caso contrario, la<br />
statua sarebbe diventata<br />
talmente pesante da non<br />
poterne più sopportare il<br />
peso: Cristo, vedendola,<br />
non avrebbe mai accettato<br />
di staccarsi d<strong>alla</strong> Madre.<br />
Oggi, gli aspetti votivi e<br />
devozionali legati al convento<br />
sono venuti meno a<br />
vantaggio di un suo utilizzo<br />
a scopi esclusivamente<br />
culturali.