Ombre nella nebbia Dossier mafie in Lombardia - Narcomafie
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La fiaba della mafia <strong>in</strong>visibile<br />
e di un negozio di alimentari pagavano tangenti a favore di alcune<br />
persone, fra le quali ricordo mi nom<strong>in</strong>ò il cognome Filippelli, calabrese.<br />
Inoltre una volta ricordo ci trovavamo per strada e mi <strong>in</strong>dicò<br />
una persona che sarei <strong>in</strong> grado di riconoscere dicendomi che faceva<br />
parte di un gruppo di persone dedite alle estorsioni”.<br />
La ‘ndrangheta a Milano è tanto potente da permettersi di <strong>in</strong>timidire<br />
f<strong>in</strong> dentro il Tribunale e proprio durante il processo contro<br />
la cosca Barbaro-Papalia. A raccontarlo è addirittura lo stesso pm<br />
Alessandra Dolci, che <strong>in</strong> questo dibattimento rappresenta l’accusa.<br />
“Durante le pause – dice – più volte è stato visto Antonio Perre parlottare<br />
con alcuni imprenditori che dovevano poi essere sentiti come<br />
teste”. Risultato: quegli stessi imprenditori davanti alle domande del<br />
pm ritratteranno le dichiarazioni rilasciate solo poco tempo prima.<br />
Per la cronaca Antonio Perre, detto “U Ca<strong>in</strong>u”, oggi è latitante. Lui<br />
che per oltre un anno, dal luglio 2008 al novembre 2009, ha gestito<br />
gli affari del movimento terra per conto di Salvatore Barbaro, è<br />
scappato davanti agli uom<strong>in</strong>i della Dia che gli stavano presentando<br />
l’ord<strong>in</strong>anza d’arresto per l’operazione Parco sud.<br />
“I furti dei badili sono strani”<br />
Ecco allora il Tribunale di Milano, secondo piano, settima sezione.<br />
Francesco Baronchelli è un costruttore della zona di Bucc<strong>in</strong>asco.<br />
Lui <strong>in</strong> aula alla domanda del pm racconta che “a Bucc<strong>in</strong>asco c’è<br />
tensione. Meno male che non ho più lavorato lì”. Alla richiesta di<br />
motivazioni, Baronchelli <strong>in</strong>izia col dire che “<strong>in</strong> cantiere ci sono stati<br />
una serie di furti dai macch<strong>in</strong>ari f<strong>in</strong>o ai badili e i furti dei badili sono<br />
strani”. Lo dice più volte. Il problema erano quei badili spariti. “Per<br />
questo voi non lavorate più a Bucc<strong>in</strong>asco?”, chiede il giudice. Baronchelli<br />
prova a rispondere ma fa solo danni. “In altre zone della città<br />
abbiamo avuto furti, ma poi siamo tornati a lavorare”. Lui pensa di<br />
m<strong>in</strong>imizzare, ma <strong>in</strong> realtà stuzzica la curiosità del giudice. “Come<br />
mai – dice – solo a Bucc<strong>in</strong>asco non siete tornati a lavorare?”. La<br />
risposta non arriva. Va peggio a Marco Engel, architetto del cantiere<br />
“Bucc<strong>in</strong>asco più” <strong>in</strong> via Guido Rossa. “Durante una riunione<br />
tecnica – dice – Barbaro si presentò come l’uomo del movimento<br />
terra”. Ma lui non disse nulla. Un fatto che diventa grave, quando<br />
Engel ricorda che “<strong>in</strong> Comune il capo dell’Ufficio tecnico Fregoni,<br />
prima di quella riunione, mi aveva detto che quelli non devono fare<br />
il movimento terra”. Engle, però, lo dice <strong>in</strong> aula, <strong>in</strong>terpreta “quelli”<br />
<strong>in</strong> maniera <strong>in</strong>def<strong>in</strong>ita, non si sa “chi” e lui non ritiene di doverlo chiedere<br />
a Fregoni. Peccato che dall’<strong>in</strong>terrogatorio si capisca che “quelli”<br />
siano proprio i Barbaro. Uno, due, dieci imprenditori e altrettanti <strong>in</strong>ciampi,<br />
ricordi traballanti, racconti <strong>in</strong>verosimili. Tanto che il giudice<br />
si spazientisce e urla: “Voi dovete dire la verità”.