Ombre nella nebbia Dossier mafie in Lombardia - Narcomafie
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Dove si ann<strong>in</strong>dano i clan<br />
Lavorare secondo<br />
il “sistema ‘ndrangheta”<br />
di Mario Portanova | Narco<strong>mafie</strong> 7/8.2009<br />
Gli uom<strong>in</strong>i del clan entrano nel night club, vogliono bere gratis, vogliono<br />
imporre l’assunzione di alcune loro amiche, vogliono usare<br />
quel posto come luogo di riunione, vogliono <strong>in</strong>cassare il pizzo. Per<br />
essere più conv<strong>in</strong>centi, hanno lasciato fuori dalla porta un fornelletto<br />
acceso con una bombola di gas appoggiata sulla fiamma. Uno<br />
dei titolari corre fuori e riesce a dis<strong>in</strong>nescare <strong>in</strong> tempo l’ordigno.<br />
L’episodio è raccontato nelle carte di una delle ultime <strong>in</strong>chieste antimafia<br />
condotte <strong>in</strong> <strong>Lombardia</strong>, l’operazione Bad Boys. L’<strong>in</strong>chiesta<br />
dei carab<strong>in</strong>ieri di Varese ha svelato l’esistenza di un vero e proprio<br />
locale di ’ndrangheta <strong>nella</strong> cittad<strong>in</strong>a di Lonate Pozzolo: quello dei<br />
Rispoli-Novella, legati rispettivamente ai Farao-Mar<strong>in</strong>cola di Cirò<br />
Mar<strong>in</strong>a (Crotone) e ai Gallace-Cim<strong>in</strong>o di Guardavalle (Catanzaro).<br />
La cosca di Lonate, così come quella della vic<strong>in</strong>a Ferno, rispondeva<br />
al locale di Legnano, importante centro tra Milano e Varese. Non<br />
è tanto questa la sorpresa. A fare impressione è il quadro dip<strong>in</strong>to<br />
dall’ord<strong>in</strong>anza di custodia cautelare firmata da Mario Venditti, pm<br />
della Dda di Milano, che ha portato a 39 arresti il 23 aprile scorso.<br />
Cattivi ragazzi travestiti da imprenditori<br />
L’ord<strong>in</strong>anza parla di “assoggettamento e omertà” di un territorio<br />
dove l’organizzazione imponeva estorsioni, m<strong>in</strong>acciava i commercianti<br />
e gli amm<strong>in</strong>istratori pubblici, si abbandonava a provocazioni<br />
plateali per far capire chi comandava. Dove la sorella di un’imprenditrice<br />
<strong>in</strong> ritardo con i pagamenti veniva gambizzata nel suo ufficio.<br />
Dove diversi esercizi spompati dal pizzo e dall’usura f<strong>in</strong>ivano nelle<br />
mani del clan, che provvedeva a re<strong>in</strong>testarli a immigrati stranieri.<br />
Dove le segnalazioni degli imprenditori <strong>in</strong> difficoltà arrivavano,<br />
come da copione, da funzionari di banca. Un’organizzazione, hanno<br />
scritto i carab<strong>in</strong>ieri, i cui membri erano «quasi tutti legati ad attività<br />
connesse con l’edilizia, come titolari di imprese di costruzione e/o<br />
movimento terra, artigiani o meri prestatori di manodopera, che riuscivano<br />
a garantirsi appalti di cantieri anche di grosse dimensioni<br />
e, forti del potere derivante dall’appartenenza all’associazione, decidere<br />
a quali aziende cedere o subappaltare i lavori, dietro corresponsione<br />
di una percentuale sui guadagni».<br />
Ruspe e betoniere, però, non erano le sole armi a disposizione<br />
dell’organizzazione. L’<strong>in</strong>chiesta Bad Boys parte da una serie di reati<br />
commessi a Lonate Pozzolo e d<strong>in</strong>torni negli ultimi anni, compresi<br />
tre omicidi rimasti a lungo irrisolti: Cataldo Murano, trovato carbonizzato<br />
il 7 gennaio 2005 a Lonate, con un colpo di pistola <strong>in</strong><br />
corpo; Giuseppe Russo, ucciso <strong>in</strong> un bar del centro il 27 novembre