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Corr. re ell.-Galatina .pdf - Università Popolare "Aldo Vallone ...

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IL RE SCRIVE 15<br />

N<strong>ell</strong>e parole di Eumene è evidente il riferimento alla <strong>re</strong>cente vittoria romano-<br />

attalide su Antioco III a Magnesia al Sipilo e alla pace di Apamea, alla nuova au-<br />

torità concessa dai Romani a Eumene sull’Asia Mino<strong>re</strong> già seleucidica e al conse-<br />

guente declino d<strong>ell</strong>’autorità dei Seleucidi in Asia Mino<strong>re</strong>. È anche evidente che la<br />

comunità dei Toriaitai cerca di trar<strong>re</strong> il miglior profitto n<strong>ell</strong>a fase delicata del suo<br />

passaggio dal dominio seleucidico al dominio attalide per ottene<strong>re</strong> dal nuovo so-<br />

vrano le condizioni più favo<strong>re</strong>voli chiedendo e ottenendo il passaggio dalla sua<br />

condizione di colonia milita<strong>re</strong> seleucidica (katoikia) al rango di polis attalide.<br />

D’altra parte, il confronto fra la stabilità del beneficio concesso da Eumene fornito<br />

dei pieni poteri e la vacuità di un beneficio concesso da chi non ha più pote<strong>re</strong>, e-<br />

videntemente Antioco III, serve certamente ad afferma<strong>re</strong> la nuova autorità di Eu-<br />

mene; ma, l’invito esplicito e insistente a non fidarsi di chi invece con troppa leg-<br />

ge<strong>re</strong>zza pot<strong>re</strong>bbe fa<strong>re</strong> ancora concessioni pur non avendo più alcun pote<strong>re</strong>, sembra<br />

ave<strong>re</strong> il tono quasi di una minacia ma può anche esse<strong>re</strong> segno d<strong>ell</strong>a p<strong>re</strong>occupazio-<br />

ne del <strong>re</strong> per eventuali <strong>re</strong>sistenze al passaggio dal dominio seleucidico al nuovo<br />

dominio attalide, o per la persistenza di influenze d<strong>ell</strong>’amministrazione dei Seleu-<br />

cidi nei territori anatolici perduti. È l’unico caso in cui un <strong>re</strong> <strong>ell</strong>enistico esprime<br />

implicitamente in una epistola ufficiale timori e incertezze circa la capacità di af-<br />

ferma<strong>re</strong> il proprio pote<strong>re</strong>. Eumene sembra quasi stupefatto di fronte alla enormità<br />

del nuovo pote<strong>re</strong> e<strong>re</strong>ditato dai Seleucidi e sembra forse ammette<strong>re</strong> egli stesso la<br />

debolezza intrinseca di un pote<strong>re</strong> che altri, i Romani, gli hanno concesso.<br />

Venti anni più tardi Eumene, malfermo in salute, <strong>re</strong>duce dalla umiliazione in-<br />

flittagli dai Romani che gli avevano negato di sbarca<strong>re</strong> a Brindisi e prosegui<strong>re</strong> per<br />

Roma (segno forte d<strong>ell</strong>a distanza alla quale ormai Roma intendeva tene<strong>re</strong> Eunene<br />

dopo Pidna), con una sovversiva rivolta dei Galati in atto, risponde a un caloroso<br />

dec<strong>re</strong>to del koinon degli Ioni con una lettera (inverno 167/6 a.C.) n<strong>ell</strong>a quale, fra<br />

l’altro, dichiara di non ave<strong>re</strong> mai mancato occasione di <strong>re</strong>nde<strong>re</strong> ono<strong>re</strong> e gloria alle<br />

singole città e al koinon e si impegna a mantene<strong>re</strong> questa inclinazione. Queste di-<br />

chiarazioni sono chiosate da un auspicio del <strong>re</strong>: «Possano anche i fatti corrisponde<strong>re</strong><br />

a questa mia volontà! 42<br />

.» Maurice Holleaux, ipotizzando che Eumene stesso<br />

pot<strong>re</strong>bbe ave<strong>re</strong> dettato o scritto personalmente questa esclamazione, ha finemente<br />

osservato:<br />

42 C. B. WELLES, RC 52 ll. 42-48; ll. 47-48.

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