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6° Lezione - Struttura delle proteine - Scuola1024

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STRUTTURA DELLE PROTEINE


Peptide Peptide:<br />

corta catena (meno di 20 ammino acidi)<br />

mancanza di una struttura spaziale organizzata<br />

Polipeptide (proteina proteina):<br />

lunga catena di ammino acidi<br />

struttura spaziale organizzata


Le <strong>proteine</strong> svolgono numerose e svariate funzioni:<br />

SOSTEGNO<br />

SOSTEGNO: : Proteine strutturali, (collagene, cheratina, elastina,<br />

fibroina).<br />

MOVIMENTO<br />

MOVIMENTO: : Proteine contrattili (actina e miosina).<br />

TRASPORTO<br />

TRASPORTO: : Emoglobina, mioglobina, apolipo<strong>proteine</strong><br />

apolipo<strong>proteine</strong>, , albumina,<br />

<strong>proteine</strong> di membrana.<br />

CATALISI CATALISI: : Tutti gli enzimi<br />

ORMONALI<br />

ORMONALI: : Insulina e glucagone sono solo alcuni esempi di ormoni<br />

di natura proteica.<br />

"DIFESA DIFESA": ": Immunoglobuline (anticorpi).<br />

"ATTACCO<br />

ATTACCO": ": Tossine batteriche, veleni dei serpenti.<br />

RISERVA RISERVA: Normalmente le <strong>proteine</strong> non hanno un ruolo di riserva di<br />

amminoacidi, ma l' l'ovoalbumina<br />

ovoalbumina e la caseina sono esempi di <strong>proteine</strong><br />

con questa funzione funzione.


Forma e Funzione<br />

Le <strong>proteine</strong> di sostegno e alcune di quelle<br />

contrattili hanno una forma fibrosa fibrosa. . Sono<br />

costituite da catene polipeptidiche allungate,<br />

disposte in fasci lungo uno stesso asse a costituire<br />

le fibre fibre.. Sono insolubili in acqua.<br />

• Gli enzimi, gli anticorpi e le <strong>proteine</strong> di<br />

trasporto hanno invece una forma globulare globulare. . Le<br />

catene sono strettamente avvolte in forma<br />

compatta, sferica o globulare, come un gomitolo.<br />

Sono solubili in acqua.


D. L. Nelson, M. M. Cox, I PRINCIPI DI BIOCHIMICA DI LEHNINGER 4/E, Zanichelli Editore S.p.A. Copyright © 2006


<strong>Struttura</strong> primaria<br />

La struttura primaria di una proteina è l'ordine con cui gli<br />

amminoacidi si susseguono nella catena polipeptidica<br />

polipeptidica. . In breve,<br />

la struttura primaria si identifica con la sequenza<br />

amminoacidica<br />

amminoacidica.<br />

• L'ordine con cui gli amminoacidi si susseguono nella catena<br />

non è casuale, ma è rigorosamente immutabile per ogni<br />

particolare proteina di un organismo.<br />

• Così ad esempio l'albumina (una proteina sierica presente in<br />

numerosi organismi animali), in ogni individuo appartenente alla stessa<br />

specie, presenta sempre la stessa composizione in amminoacidi<br />

amminoacidi, , i quali<br />

sono legati l'uno all'altro sempre con lo stesso ordine ordine.


Il meccanismo della biosintesi proteica (che avviene sui ribosomi) assicura<br />

che la proteina sia costruita secondo le precise istruzioni contenute in una<br />

porzione di DNA, il gene.<br />

Nei geni, le informazioni sono codificate in triplette di basi basi, , ognuna <strong>delle</strong><br />

quali corrisponde ad un particolare amminoacido.<br />

Il cosiddetto "dogma centrale" ci ricorda che il flusso<br />

dell'informazione procede dal DNA all'RNA messaggero ed<br />

infine alla proteina, in cui l'informazione si concretizza in una<br />

entità funzionale.<br />

Le <strong>proteine</strong> sono infatti quelle molecole che realizzano gli<br />

obiettivi codificati nel "progetto dell'organismo", cioè nei geni del<br />

DNA cromosomico.


La struttura secondaria<br />

Le catene polipetidiche si ripiegano formando strutture regolari.<br />

Esistono diversi motivi proteici:<br />

elica Foglietto β Anse Ripiegamenti


I diversi motivi proteici impartiscono caratteristiche<br />

differenti<br />

L’ -elica elica<br />

La conformazione destrorsa<br />

elicoidale ha 3,6 residui per<br />

giro.<br />

In media 12 aa.<br />

Le linee tratteggiate indicano i<br />

legami idrogeno che si formano<br />

tra gruppi C=O e gruppi N-H<br />

che si trovano a quattro<br />

residui l’uno dall’altro lungo la<br />

catena polipeptidica.<br />

L’idrofilicità/idrofobicità della<br />

catena dipende dai gruppi R<br />

(verde) che sono rivolti verso<br />

l’esterno della molecola.<br />

[© Irving Geis.]<br />

Tratto da D. Voet, G. Voet e C.W. Pratt “Fondamenti di biochimica”<br />

Berg et al., BIOCHIMICA 6/E,<br />

Zanichelli editore S.p.A.<br />

Copyright © 2007


Modello spaziale di un’ -elica elica.<br />

Gli atomi dello scheletro sono<br />

colorati: carbonio carbonio, azoto azoto, ossigeno e<br />

idrogeno (bianco). Le catene laterali<br />

si proiettano verso l’esterno fuori<br />

dall’elica.<br />

Questa -elica è un segmento della<br />

mioglobina di capodoglio.<br />

La prolina, avendo il gruppo R<br />

impegnato nell’anello imminico, non ha<br />

un NH che possa formare un legame a<br />

H e a causa dell'anomalo ingombro<br />

sterico del proprio gruppo laterale,<br />

costringe il piano peptidico ad<br />

assumere angoli diedrici non idonei alla<br />

formazione dell'α-elica.<br />

Tratto da D. Voet, G. Voet e C.W. Pratt “Fondamenti di biochimica”


La permanente è un’operazione di ingegneria<br />

biochimica!<br />

L’ -cheratina assume la conformazione con il<br />

vapore acqueo ("messa in piega").<br />

La riduzione dei ponti disolfuro e il trattamento<br />

a caldo fa sì che la struttura ad -elica si<br />

“srotoli” e si allunghi. La soluzione riducente<br />

viene quindi lavata via e si aggiunge un agente<br />

ossidante che riforma ponti disolfuro nuovi tra<br />

le cys <strong>delle</strong> diverse catene. L’asciugatura<br />

rigenera le -eliche e il capello assume la forma<br />

del bigodino, arricciandosi.<br />

La cheratina presente in maggiore quantità<br />

nel capello è quella , fibrosa, a basso<br />

contenuto di gruppi SH, con PM circa 45 kD kD,<br />

insolubile in acqua acqua. Le catene polipeptidiche<br />

sono rese stabili da legami ponte idrogeno<br />

(conferiscono solidità) e ponti disolfuro disolfuro.


(a) Foglietto antiparallelo<br />

(5 (5--15 15 residui residui; ; 22--12<br />

12 catene catene polipeptidiche<br />

polipeptidiche): ):<br />

l’orientamento<br />

l’orientamento , , ( (Nterminale Nterminale vs vs<br />

Cterminale Cterminale) ) è è in in senso senso contrario contrario<br />

Foglietti<br />

Le linee tratteggiate indicano i legami<br />

idrogeno tra le catene polipeptidiche. Per<br />

maggiore chiarezza le catene laterali non<br />

sono state riportate.<br />

Normalmente i foglietti β non sono planari,<br />

ma tendono ad assumere una forma<br />

incurvata e lievemente "avvitata".<br />

[© Irving Geis]<br />

(b) Foglietto parallelo<br />

((55--15 15 residui residui; ; 22--12<br />

12 catene catene polipeptidiche<br />

polipeptidiche))<br />

Meno Meno stabile stabile ( (legami legami H H distorti distorti))<br />

D. L. Nelson, M. M. Cox, I PRINCIPI DI BIOCHIMICA DI LEHNINGER 4/E, Zanichelli Editore S.p.A. Copyright © 2006


Foglietto misto<br />

Foglietto avvolto<br />

Berg et al., BIOCHIMICA 6/E, Zanichelli editore S.p.A. Copyright © 2007


Ripiegamenti e anse<br />

Nelle <strong>proteine</strong> sono presenti anche tratti di<br />

catena apparentemente disorganizzati, di<br />

lunghezza molto variabile e più o meno convoluti convoluti.<br />

Questi tratti, definiti loop loop, fanno da collegamento<br />

fra α eliche o foglietti β ed hanno un importante<br />

ruolo nell’organizzazione 3D del peptide peptide.<br />

Sono relativamente flessibili e, soprattutto, consentono cambi di<br />

direzione, anche repentini, alle sequenze in conformazione α e β.<br />

Molto comuni sono i brevi loop di 3-5 residui che collegano due<br />

filamenti β consecutivi, orientati in modo antiparallelo (β-turns turns).<br />

Inoltre, i loop partecipano spesso alla formazione di siti di legame<br />

(loop loop "a forcina" degli anticorpi) o del sito attivo degli enzimi enzimi.<br />

Nelle regioni loop è quasi costante la presenza degli aminoacidi glicina glicina<br />

o prolina.<br />

prolina


(a) (b)<br />

Connessioni tra catene adiacenti in foglietti<br />

(a) Le catene antiparallele possono essere collegate da una piccola ansa (3-4 aa aa,<br />

residui Pro o Gly Gly).<br />

(b) Le catene parallele richiededono invece un’estesa connessione trasversale trasversale.<br />

[Tratta Tratta da Richardson, J.S., Adv Adv. Protein Chem Chem. 34 34, p. 196 (1981 1981).]<br />

Presente<br />

con<br />

maggiore<br />

frequenza<br />

Tratto da D. Voet, G. Voet e C.W. Pratt “Fondamenti di biochimica”


*<br />

*<br />

Distribuzione degli aa nelle diverse strutture II<br />

D. L. Nelson, M. M. Cox, I PRINCIPI DI BIOCHIMICA DI LEHNINGER 4/E, Zanichelli Editore S.p.A. Copyright © 2006


La struttura tridimensionale/terziaria<br />

Rappresenta la struttura tridimensionale vera e propria della<br />

proteina. In pratica, la struttura terziaria definisce le coordinate<br />

spaziali di tutti gli atomi del polipeptide.<br />

E’ caratteristica <strong>delle</strong> <strong>proteine</strong> globulari, assente in quelle fibrose<br />

E’ determinata da una sequenza aa unica ed è la struttura più stabile<br />

dal punto di vista termodinamico (conformazione nativa)<br />

E’ stabilizzata da forze non covalenti<br />

Determina ed influenza la funzione della<br />

proteina


E’ dovuta a legami ionici, ponti H,<br />

interazioni idrofobiche, covalenti<br />

P. Champe, R. Harvey, D. R. Ferrier, LE BASI DELLA BIOCHIMICA, Zanichelli Editore S.p.A. Copyright © 2006


Rappresentazioni di strutture terziarie: la mioglobina di<br />

a) A nastro<br />

b) A rete (risalto alla<br />

superficie)<br />

c) Evidenzia tasche e<br />

infossature<br />

d) Evidenzia le catene<br />

laterali dei residui<br />

idrofobici<br />

e) Modello spaziale con<br />

catene laterali<br />

capodoglio<br />

D. L. Nelson, M. M. Cox, I PRINCIPI DI BIOCHIMICA DI LEHNINGER 4/E, Zanichelli Editore S.p.A. Copyright © 2006


La struttura quaternaria


La struttura quaternaria<br />

Molte <strong>proteine</strong> nella loro forma attiva sono costituite dall'associazione<br />

di due o più unità di struttura terziaria (monomeri monomeri o subunità subunità), ), uguali<br />

(<strong>proteine</strong> <strong>proteine</strong> omo omo-oligomeriche<br />

oligomeriche) o diverse (<strong>proteine</strong> <strong>proteine</strong> etero etero-oligomeriche<br />

oligomeriche).<br />

Si parla in tal caso di struttura quaternaria<br />

quaternaria, per riferirsi<br />

all'organizzazione multimerica della proteina proteina.<br />

Le subunità sono tenute insieme da interazioni generalmente non<br />

covalenti, spesso di natura idrofobica idrofobica.<br />

Raramente, più catene peptidiche sono unite da legami covalenti covalenti.<br />

Es Es. le IgG IgG, in cui le catene leggere e pesanti sono tenute insieme da ponti<br />

disolfuro disolfuro.<br />

Altrettanto insolito è il coinvolgimento diretto di legami a ponte di<br />

idrogeno nell'associazione di più subunità subunità. Nella struttura quaternaria<br />

infatti, le subunità tendono ad affiancarsi in modo da contrapporre l'una<br />

all'altra le loro porzioni idrofobiche, rivolgendo verso l'esterno le regioni<br />

polari, idrofile idrofile.


La struttura quaternaria: l’esempio <strong>delle</strong> IgS<br />

D. L. Nelson, M. M. Cox, I PRINCIPI DI BIOCHIMICA DI LEHNINGER 4/E, Zanichelli Editore S.p.A S.p.A. Copyright © 2006


La struttura quaternaria: l’esempio <strong>delle</strong> IgS<br />

Il macrofago espone le <strong>proteine</strong> MHC<br />

(complesso maggiore di<br />

istocompatibilità) che lega frammenti<br />

peptidici derivanti dalla digestione di<br />

<strong>proteine</strong>.<br />

Quando i peptidi derivano dalla<br />

digestione <strong>delle</strong> <strong>proteine</strong> virali,<br />

diventano gli antigeni che il sistema<br />

immunitario riconosce come estranei.<br />

D. L. Nelson, M. M. Cox, I PRINCIPI DI BIOCHIMICA DI LEHNINGER 4/E, Zanichelli Editore S.p.A S.p.A. Copyright © 2006


Folding <strong>delle</strong> <strong>proteine</strong><br />

Per poter svolgere la propria funzione biologica, una<br />

proteina deve essere strutturata nella cosiddetta<br />

conformazione nativa<br />

La conformazione nativa è quella struttura 3D stabile e<br />

funzionale funzionale, , caratterizzata da un minimo di energia<br />

potenziale e da quella particolare conformazione, unica,<br />

che consente alla proteina di svolgere adeguatamente la<br />

funzione a cui è deputata.<br />

Il processo che dalla biosintesi del peptide, porta alla<br />

proteina strutturata nella forma nativa, biologicamente<br />

attiva, prende il nome di "folding folding". ".


Il meccanismo del folding è probabilmente un processo<br />

progressivo progressivo. Le strutture secondarie (α-eliche eliche e strutture<br />

β) si formano piuttosto rapidamente, dato che devono<br />

sottostare a "costrizioni" più rigide e a breve distanza distanza.<br />

Le regioni flessibili iniziano a ripiegarsi per effetto <strong>delle</strong><br />

interazioni a lungo raggio e <strong>delle</strong> interazioni con il solvente solvente.<br />

I residui polari tenderanno a rimanere esposti alla<br />

superficie, mentre quelli apolari verranno "sepolti"<br />

all'interno della proteina proteina.


Nonostante sia un processo termodinamicamente spontaneo, il<br />

folding "in vivo" è molto spesso facilitato da particolari<br />

<strong>proteine</strong> che vengono chiamate "chaperon chaperon molecolari molecolari".<br />

Agirebbero in modo da impedire alla proteina in fase di<br />

maturazione di intraprendere un percorso di strutturazione<br />

errato, che la condurrebbe ad un processo di aggregazione<br />

irreversibile<br />

irreversibile<br />

Questo aspetto del folding folding ha un'enorme importanza medica,<br />

poiché sembra che patologie quali l'Alzheimer, la fibrosi cistica<br />

e il morbo della mucca pazza (sindrome di Creutzfeldt<br />

Creutzfeldt-Jakob Jakob<br />

nell'uomo) abbiano una eziologia comune in un difettoso folding folding<br />

di alcune <strong>proteine</strong>, con conseguente aggregazione,<br />

precipitazione e successiva morte cellulare cellulare.


Unfolding<br />

Il folding è un processo reversibile.<br />

Esponendo una proteina<br />

nativa a condizioni<br />

particolari di<br />

temperatura, pH, forza<br />

ionica oppure all'azione<br />

di agenti denaturanti<br />

(quali urea o guanidina) o<br />

di detergenti, è possibile<br />

provocarne la<br />

destrutturazione più o<br />

meno completa<br />

("unfolding").


Ribonucleasi<br />

La denaturazione della proteina<br />

porta alla perdita della forma nativa e<br />

biologicamente attiva della proteina<br />

per alterazione <strong>delle</strong> strutture II e III<br />

(ma non della struttura primaria!!!)<br />

In vitro, un buon numero di <strong>proteine</strong><br />

denaturate tende a riacquistare<br />

spontaneamente la forma nativa<br />

(refolding o rinaturazione) per semplice<br />

rimozione <strong>delle</strong> cause che ne hanno<br />

provocato l'unfolding, ovvero in<br />

seguito al ripristino <strong>delle</strong> condizioni<br />

iniziali ottimali.<br />

D. L. Nelson, M. M. Cox, I PRINCIPI DI BIOCHIMICA DI LEHNINGER 4/E, Zanichelli Editore S.p.A. Copyright © 2006


I gruppi prostetici<br />

Parte non aminoacidica di una proteina coniugata<br />

Ha un ruolo<br />

determinante<br />

della funzione<br />

biologica della<br />

proteina


I polipeptidi di grandi dimensioni possono formare i<br />

domìni<br />

Alcune <strong>proteine</strong> presentano unità strutturalmente<br />

indipendenti che possiedono le caratteristiche di<br />

piccole <strong>proteine</strong> globulari<br />

La gliceraldeide 3P<br />

deidrogenasi possiede due<br />

domini: il primo lega il<br />

NAD + (rosso), il secondo secondo<br />

(verde) lega il substrato,<br />

la gliceraldeide 3P.


Riassumendo…..<br />

P. Champe, R. Harvey, D. R.<br />

Ferrier, LE BASI DELLA<br />

BIOCHIMICA, Zanichelli<br />

Editore S.p.A. Copyright ©<br />

2006

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