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Tesina - Liceo Scientifico Statale Vito Volterra

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I piccoli granelli di ghiaccio bianco (non trasparente come la grandine) si chiamano neve tonda o<br />

semplicemente "neve granulare". Quando i granelli hanno un nucleo opaco di cristalli di neve,<br />

circondato da uno strato trasparente di ghiaccio, si chiamano gragnola.<br />

Una leggera caduta di neve si chiama "imbiancata", mentre una tempesta di neve intensa si chiama<br />

"tormenta" o "bufera" (se accompagnata da forte vento). Il vento forte misto a neve, tipico<br />

dell'Antartide (che a volte supera i 200 km/h), si chiama blizzard.<br />

Uno "scaccianeve" non è propriamente una precipitazione ma una forte tempesta di vento che<br />

solleva la neve caduta in mulinelli simili a una vera tormenta.<br />

A seconda delle condizioni atmosferiche e della temperatura, la neve a terra può avere una<br />

consistenza molto diversa. Appena caduta, se si è sotto zero, la neve ha consistenza leggera e<br />

polverosa, mentre se si è sopra zero i fiocchi si uniscono in agglomerati più grandi, e a terra diventa<br />

molto pesante, e facilmente compattabile, la migliore per fare le palle di neve. Se nel secondo caso<br />

la temperatura scende successivamente sotto zero, cosa molto frequente in pianura, la neve ghiaccia,<br />

e prende la consistenza di polvere mista a ghiaccio, e non si può più utilizzare per costruzioni o<br />

palle di neve. Se invece nevica sotto zero, e poi la temperatura va sopra zero, cosa molto frequente<br />

in montagna, la neve diventa un po' più pesante. Successivi passaggi sopra e sotto zero generano la<br />

neve trasformata, che è molto compatta, quasi come in pista, ed è il tipo di neve che si trova a volte<br />

in primavera. Il vento invece forma una crosta, molto rigida e spessa sopra la neve polverosa, meno<br />

spessa sulla neve più molle. Talvolta si può vedere una leggera colorazione rosa a strati nella neve<br />

caduta: è la sabbia che arriva con il vento dal Sahara.<br />

Occorrenza della neve<br />

Nevicata primaverile sugli Appennini<br />

Le nevicate possono variare in durata e posizione geografica, in<br />

funzione di alcuni fattori come la latitudine, l'altitudine, l'orografia<br />

ed altri che condizionano il tempo in generale.<br />

Di solito le nevicate a bassa quota sono rare nelle regioni al di<br />

sotto dei 35° di latitudine e sulle coste occidentali dei grandi<br />

continenti, essendo più esposte ai venti di Ponente tipici delle medie latitudini e provenienti in<br />

questo caso dall'oceano, più caldo della terraferma durante l'inverno.<br />

Alcune cime montuose hanno una copertura perenne di neve, come quelle Himalayane al di<br />

sopra dei 5000 metri, quelle alpine dai 3000 metri in su e il monte Kilimangiaro in Tanzania, pur<br />

essendo molto vicino all'Equatore. Invece molte zone polari hanno precipitazioni molto scarse e<br />

quindi relativamente poca neve, nonostante il clima gelido.<br />

Nevicate consistenti spesso creano danni alle infrastrutture e bloccano la circolazione e i servizi,<br />

talvolta anche in zone dove ciò accade con frequenza. Interruzione dell'elettricità, dei servizi<br />

telefonici e di altre infrastrutture di base sono comuni nel caso di tempeste di neve. Spesso le scuole<br />

e altri uffici rimangono chiusi. In posti dove la neve è più rara questi problemi possono presentarsi<br />

anche con accumuli più modesti, tanto che le persone<br />

abituate ad abbondanti nevicate possono scherzare sui<br />

blocchi della circolazione stradale per pochi centimetri di<br />

neve.<br />

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