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Sanità animale - IZS della Lombardia e dell'Emilia Romagna

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corso e le informazioni tossicologiche per il medico.<br />

Purtroppo quasi tutti questi dati ed informazioni non<br />

compaiono sull’etichetta adesa ai sacchetti di polietilene<br />

contenenti 20-40-60-80 e 100 gr. di ac. ossalico e<br />

confezionati dall’Associazione degli Apicoltori dopo<br />

aver frazionato il contenuto del fusto originario da<br />

25 Kg. Preoccupa la mancanza di qualsiasi etichettatura<br />

sui sacchetti di carta e di polietilene contenenti<br />

ac. ossalico, sia anidro che biidrato, acquistato presso<br />

negozi di prodotti chimici. Un comportamento superfi<br />

ciale e deplorevole da parte del venditore che può<br />

comportare gravi rischi per l’acquirente.<br />

Analisi di laboratorio.<br />

Le analisi di laboratorio, eseguite per la ricerca di<br />

metalli pesanti (piombo e cadmio), hanno evidenziato<br />

che nel campione di ac. ossalico anidro, acquistato<br />

presso un rivenditore di prodotti chimici, le concentrazioni<br />

di piombo sono da 61 a 334 volte superiori<br />

rispetto a tutti gli altri campioni di ac. ossalico. Per<br />

questo motivo è importante che la purezza dell’ac. ossalico,<br />

da somministrare alle api, sia sempre garantita<br />

da una corretta etichettatura e da un’analisi chimica.<br />

Conclusioni.<br />

Gli apicoltori hanno individuato negli ac. organici un<br />

valido strumento di lotta contro la varroa da quando<br />

questo acaro ha sviluppato resistenza nei confronti<br />

degli acaricidi di sintesi (fl uvalinate, coumaphos,<br />

ecc.) In modo particolare l’acido ossalico, sia nella<br />

forma anidra che biidrata, è la sostanza chimica che<br />

ha trovato in Italia il maggior impiego per i trattamenti<br />

da eseguire in assenza di covata opercolata.<br />

Non essendo presente in commercio un medicinale<br />

registrato contenente acido ossalico, ma solo un mangime<br />

liquido, i Servizi Veterinari Regionali non sono<br />

mai entrati in merito alle modalità di approvvigionamento<br />

delegando al Servizio Veterinario dell’ASL<br />

competente per territorio, il controllo dei trattamenti<br />

eseguiti dagli apicoltori.<br />

Il sapere che l’acido ossalico era stato autorizzato dal<br />

Figura 4. Confezione di acido ossalico<br />

Reg. CE 1804/99 per l’impiego in apicoltura biologica<br />

e che era stato incluso dal Reg. CE n°546 del<br />

24-3-2004 nell’allegato II del Reg. CE 2377/90, fra<br />

le sostanze non soggette a limiti massimi di residui<br />

(MRL), ha generato negli apicoltori e nelle Associazioni<br />

Apistiche la falsa convinzione che fosse un acido<br />

organico non soggetto ad alcuna restrizione e che,<br />

come qualsiasi sostanza innocua, si potesse acquistare<br />

ovunque ed utilizzare a piacimento per i trattamenti<br />

contro la varroa apportando alle modalità di utilizzo<br />

consigliate le numerose varianti suggerite dalla vivace<br />

fantasia che è insita nell’apicoltore italiano.<br />

Le Associazioni Apistiche sono sempre state il punto<br />

di riferimento per molti apicoltori. Inizialmente, a<br />

seguito <strong>della</strong> diffusione <strong>della</strong> varroa, si sono attivate<br />

per insegnare agli apicoltori le tecniche apistiche<br />

da utilizzare per contrastare la diffusione dell’acaro.<br />

Nello stesso tempo, collaborando attivamente con i<br />

Servizi Veterinari dell’ASL, si sono rese disponibili<br />

per distribuire gli acaricidi di sintesi Apistan e Perizin.<br />

Questo comportamento si è consolidato negli<br />

anni tanto che, anche dopo la comparsa di varroe resistenti<br />

al fl uvalinate ed al coumaphos, le Associazioni<br />

hanno continuato a svolgere questo servizio a favore<br />

degli apicoltori distribuendo i prodotti consigliati<br />

dal Servizio Veterinario Regionale ed insegnando<br />

le modalità di utilizzo. Va precisato che, nonostante<br />

le buone intenzioni, le operazioni di frazionamento<br />

dell’acido ossalico non possono essere eseguite dalle<br />

Associazioni Apistiche in quanto competono esclusivamente<br />

alle ditte farmaceutiche ed alle farmacie.<br />

La preparazione <strong>della</strong> soluzione zuccherina con acido<br />

ossalico comporta per l’apicoltore il rischio di venire<br />

a contatto accidentalmente con i microcristalli.<br />

Per questo motivo sarebbe auspicabile la messa in<br />

commercio di soluzioni zuccherine pronte all’uso<br />

che avrebbero l’indubbio vantaggio di limitare i rischi<br />

per l’apicoltore ma soprattutto di garantire una<br />

preparazione dosata correttamente. Purtroppo attualmente<br />

nessuna ditta che sta commercializzando<br />

l’acido ossalico in soluzione zuccherina ha espletato<br />

le pratiche per ottenere l’A.I.C. (autorizzazione immissione<br />

in commercio). La preparazione “galenica”<br />

a base di ac. ossalico, dovrebbe essere effettuata<br />

dalle farmacie in base alle indicazioni riportate nella<br />

ricetta veterinaria. Purtroppo le farmacie si limitano<br />

alla semplice distribuzione di un acido organico<br />

preconfezionato lasciando all’apicoltore i rischi connessi<br />

alla preparazione <strong>della</strong> soluzione. D’altra parte<br />

la preparazione <strong>della</strong> soluzione zuccherina in farmacia<br />

comporterebbe per l’apicoltore un considerevole<br />

aumento dei costi. Capita spesso che gli apicoltori<br />

apportino alla formula originaria delle modifi che<br />

non suffragate da esperienze scientifi che ma basate<br />

esclusivamente su impressioni personali o sul sentito<br />

dire. E’ risaputo che l’effi cacia dell’acido ossalico<br />

nei confronti <strong>della</strong> varroa è condizionata dall’umidità<br />

<strong>Sanità</strong> <strong>animale</strong> 10 ’OSSERVATORIO<br />

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