Sanità animale - IZS della Lombardia e dell'Emilia Romagna
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Inoltre il registro ed i documenti relativi ai farmaci acquistati<br />
(ricette, fatture, scontrini, ecc.) devono essere<br />
conservati per cinque anni dall’ultima annotazione.<br />
L’art. 15 del Decreto Legislativo N° 158 del 16 marzo<br />
2006 obbliga l’apicoltore a registrare, entro 24 ore, la<br />
data d’inizio e di fi ne trattamento. Gli apicoltori, abituati<br />
ad eseguire con una certa indipendenza i trattamenti<br />
anti-varroa, ritengono la norma soffocante, anacronistica<br />
e burocratica. Per garantire il consumatore,<br />
a nostro avviso, la norma deve essere applicata compiutamente<br />
da tutti gli apicoltori professionisti e semiprofessionisti<br />
che producono e commercializzano i<br />
prodotti degli alveari: miele, cera, papa reale, propoli.<br />
Per gli apicoltori hobbisti, che producono esclusivamente<br />
per autoconsumo, potrebbe essere superfl uo il<br />
registro dei trattamenti: sarebbe suffi ciente la conservazione<br />
<strong>della</strong> ricetta veterinaria in triplice copia, vidimata<br />
dal farmacista, a dimostrazione dell’acquisto di<br />
un prodotto di qualità per l’esecuzione dei trattamenti<br />
relativi all’anno in corso. I Servizi Veterinari dell’ASL<br />
di Bergamo, valutato il ruolo ecologico- ambientale<br />
svolto dal settore apistico, per l’anno 2008 hanno deciso<br />
di fornire gratuitamente, a tutti gli apicoltori che<br />
ne faranno richiesta, le ricette per l’acquisto dell’ac.<br />
ossalico in farmacia. A questo punto bisogna ricordare<br />
che nell’allegato II, cioè fra le sostanze non soggette a<br />
limiti massimi di residui (MRL) negli alimenti di origine<br />
<strong>animale</strong>, oltre all’acido ossalico, vengono compresi<br />
anche l’acido lattico e l’acido formico. L’utilizzo<br />
di questi tre acidi organici per la lotta alla varroa può<br />
avvenire solo come “somministrazione in deroga” in<br />
base all’art. 11 del D.L. 193/06 in quanto non sono<br />
presenti in commercio medicinali che li contengono:<br />
un farmacista dovrebbe preparare estemporaneamente<br />
un medicinale contenente uno di queste sostanze in<br />
base alle indicazioni contenute in una prescrizione veterinaria<br />
(preparazione galenica). Tutte le problematiche<br />
affrontate e discusse nel presente lavoro valgono<br />
quindi per tutti gli acidi organici, in particolare per<br />
l’ac. formico, notevolmente impiegato per effettuare<br />
i trattamenti degli alveari situati soprattutto nell’arco<br />
alpino. La Direzione <strong>Sanità</strong> Pubblica, Settore<br />
<strong>Sanità</strong> ed Igiene degli allevamenti <strong>della</strong> Regione<br />
Piemonte il 20-7-07 (prot. N° 40448/27.3) con una<br />
circolare avente per oggetto “Trattamenti terapeutici<br />
per il controllo <strong>della</strong> varroasi” ha dato una risposta ai<br />
numerosi quesiti relativi all’impiego degli acidi organici.<br />
La si cita in quanto, a nostro avviso, puntualizza<br />
con chiarezza gli aspetti normativi che interessano<br />
il settore apistico coinvolgendo nello stesso tempo<br />
il Servizio Veterinario Pubblico. Negli ultimi anni il<br />
settore apistico si è trovato da solo ad affrontare nuove<br />
e gravi problematiche. Non sempre gli istituti di<br />
ricerca sono stati in grado di trovare di volta in volta<br />
effi caci e tempestive soluzioni che permettessero agli<br />
apicoltori di salvare le api. Anzi si è sempre avuta la<br />
sensazione che, per mancanza di fi nanziamenti, di<br />
coordinamento o di collaborazione, venissero svolte<br />
molte ricerche scientifi che ma che poche di queste<br />
fossero fi nalizzate alla soluzione dei problemi degli<br />
apicoltori. Lo stesso dicasi per la maggior parte dei<br />
Sevizi Veterinari che, non disponendo di personale<br />
qualifi cato, si sono limitati alla sterile applicazione<br />
delle norme di legge. Una situazione che ha portato<br />
apicoltori ed Associazioni Apistiche al “fai da te”. Pur<br />
di salvare le api, fonte del loro sostentamento, hanno<br />
iniziato a consultare riviste specializzate ed a svolgere<br />
sperimentazioni spesso ricorrendo all’utilizzo di<br />
prodotti non autorizzati. Sperimentazioni presentate<br />
come “lavori scientifi ci” in occasione dei convegni<br />
degli apicoltori. Una situazione di anarchia che, nonostante<br />
i buoni intenti e alcuni risultati positivi, deve<br />
essere regolamentata. E la prescrizione dei farmaci è<br />
il primo passo per evitare l’impiego di prodotti non<br />
autorizzati o di dubbia provenienza. Sicuramente non<br />
ci si deve limitare a questo. E’ auspicabile una stretta<br />
sinergia e collaborazione fra apicoltori, istituti di ricerca<br />
e Servizi Veterinari per far crescere e sviluppare<br />
il settore apistico.<br />
Ringraziamenti.<br />
– Dr.ssa Enrica Ferretti, Dirigente Responsabile del<br />
Reparto Contaminanti Ambientali dell’I.Z.S. di Brescia.<br />
– Associazione Produttori Apistici <strong>della</strong> Provincia di<br />
Bergamo<br />
– Associazione Produttori Apistici Sebini e Valli<br />
Confl uenti<br />
1. Referente Provinciale per l’Apicoltura Servizio<br />
Veterinario ASL di Bergamo<br />
La bibliografi a è disponibile presso l’autore<br />
<strong>Sanità</strong> <strong>animale</strong> 12 ’OSSERVATORIO<br />
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