Sanità animale - IZS della Lombardia e dell'Emilia Romagna
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L<br />
Le segnalazioni degli spopolamenti e delle<br />
mortalità degli alveari in Italia: resoconto 2008<br />
’OSSERVATORIO<br />
C. Porrini 1 , A.G. Sabatini 2 , F. Mutinelli 3 , M. Astuti 4 , A. Lavazza 5 , R. Piro 5 , D. Tesoriero 2 ,<br />
P. Medrzycki 2 , F. Sgolastra 1 , L. Bortolotti 2<br />
Introduzione<br />
Fra le cause dei danni al patrimonio apistico, registrati<br />
in questi ultimi anni, predominano i patogeni e gli<br />
agrofarmaci, vi sono però anche numerose importanti<br />
concause che possono agire in sinergia con i fattori<br />
principali. Al fi ne di comprendere ed affrontare il<br />
problema è importante, a questo riguardo, suddividere<br />
nel tempo e nello spazio l’area di indagine per<br />
individuare le cause che insistono sulle varie zone<br />
nelle diverse epoche. Per ora solo nel nord Italia, a<br />
seguito delle segnalazioni inviate dagli apicoltori nel<br />
corso degli ultimi anni, si è potuto distinguere in base<br />
alla stagionalità le principali cause <strong>della</strong> morte delle<br />
api e dello spopolamento degli alveari (fi g. 1). Nel<br />
periodo primaverile-estivo, nelle aree intensamente<br />
coltivate, le api subiscono perdite ingenti soprattutto<br />
a causa degli agrofarmaci, mentre i danni rilevabili<br />
nella tarda estate e fi no al termine dell’inverno successivo<br />
sono perlopiù di ordine patologico.<br />
L’indagine<br />
Nella primavera del 2008, a seguito delle segnalazioni<br />
di mortalità di api in concomitanza con la semina<br />
di mais, in diverse aree dell’Italia settentrionale, sono<br />
stati raccolti campioni uffi ciali di api, da parte delle<br />
ASL. In particolare, la Direzione Generale <strong>Sanità</strong><br />
<strong>della</strong> Regione <strong>Lombardia</strong> ha invitato gli apicoltori a<br />
segnalare casi di spopolamento e/o morie e i Servizi<br />
Veterinari dell’ASL a effettuare i sopralluoghi, le visite<br />
agli alveari ed i campionamenti di api, compilando<br />
Figura 1. Cause generali e specifi che, in relazione all’epoca<br />
e alla latitudine, dello spopolamento degli alveari<br />
e <strong>della</strong> mortalità delle api.<br />
un apposito verbale/questionario. I campioni dovevano<br />
essere successivamente inviati all’Istituto Zooprofi<br />
lattico Sperimentale di Brescia per l’accertamento<br />
di patogeni con particolare riferimento alle infezioni<br />
virali, e al CRA-Unità di Ricerca di Apicoltura e<br />
Bachicoltura di Bologna (CRA-API) per l’analisi di<br />
residui di Imidacloprid, Thiamethoxam, Clothianidin<br />
e Fipronil . In base alle medesime motivazioni, l’Istituto<br />
Zooprofi lattico Sperimentale delle Venezie ha<br />
provveduto a effettuare analoghi campionamenti nel<br />
territorio di sua competenza. Anche questi campioni<br />
sono stati successivamente analizzati per la presenza<br />
di virosi presso l’<strong>IZS</strong>LER di Brescia.<br />
In totale sono stati effettuati 105 campionamenti di<br />
api (65 nella <strong>Lombardia</strong> e 40 nelle Venezie), e 4 di<br />
polline nella <strong>Lombardia</strong>.<br />
Analisi di laboratorio<br />
Nella tabella 1 sono riportati in maniera sintetica i<br />
risultati delle analisi chimiche.<br />
La presenza di residui di Imidacloprid, Thiamethoxam<br />
e Clothianidin, utilizzati nella concia delle sementi<br />
di mais, in 52 campioni di api (tra cui 5 con<br />
presenza contemporanea di 2 pp.aa.) su 105 analizzati<br />
(49,5%) e in 3 campioni di polline (tra cui 1 con<br />
presenza contemporanea di 2 pp.aa.) su 4 analizzati<br />
(75%), è signifi cativa <strong>della</strong> causa del danno provocato<br />
alle api, identifi cata con l’esposizione diretta delle<br />
api ai pp.aa. citati e/o il bottinamento su vegetali a<br />
loro volta esposti ai prodotti stessi.<br />
Analisi chimiche e contesto agricolo<br />
Relativamente ai residui rinvenuti nelle api, si precisa<br />
che gli agrofarmaci possono essere presenti nei<br />
campioni di api morte in quantità più o meno rilevanti,<br />
o assenti, in base a diversi fattori.<br />
Innanzitutto le api possono venire in contatto con gli<br />
agrofarmaci irrorati nell’ambiente, raccogliendo nettare<br />
e polline sui fi ori di piante coltivate e non, la<br />
rugiada e la melata su foglie e rami, l'acqua da pozzanghere<br />
e fossi o intercettando, data la pelosità del<br />
loro corpo, le particelle in sospensione atmosferica o,<br />
ancora, investite direttamente dal trattamento antiparassitario.<br />
Queste contaminazioni si verifi cano quando<br />
si effettuano trattamenti in fi oritura, si impiegano<br />
dosaggi elevati, oppure si interviene in periodi o in<br />
ore non appropriate contaminando, tramite l’effetto<br />
deriva, le coltivazioni o le specie botaniche sponta-<br />
13 <strong>Sanità</strong> <strong>animale</strong>