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«Devo vederla.»<br />
«È meglio di no. Credimi. Non devi ricordare Trisha<br />
in quel modo.»<br />
Troy si accasciò lentamente sui gradini. La schiena<br />
era scossa da respiri irregolari.<br />
«Starei qui con te, ma devo tornare dentro» disse<br />
ancora Maggie. «Dammi la torcia.»<br />
Lui gliela allungò senza una parola. Maggie gli strinse<br />
una spalla, poi si voltò e spalancò la porta della scuola.<br />
<strong>Il</strong> pavimento bagnato era cosparso di lastre di cemento.<br />
C’erano colonne spezzate, in fi la come soldati. Tubature<br />
arrugginite, legno marcio, lamiere. Si poteva ancora riconoscere<br />
qualche traccia di ciò che era stata la vecchia<br />
scuola quando era in uso: una fontana d’acqua potabile,<br />
porte dipinte di rosso, targhe spezzate. Ma quel posto<br />
era morto da un sacco di tempo. Maggie lo vide per la<br />
prima volta per quello che era. Un luogo di sepoltura.<br />
Entrò, proiettando il fascio di luce in avanti. Si tenne<br />
rasente al muro, ma il colpo di pistola che temeva non<br />
arrivò. Allora iniziò a correre tra quelle rovine.<br />
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