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ALCHIMIA - Fuoco Sacro

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LOFFFA X, DECIMA E ULTIMA :<br />

LA PRATICA DELLA GRANDE OPERA<br />

w w w . e p i s t e m e . i t 36<br />

w w w . e p i s t e m e . i t<br />

Dunque supponiamo di ritenerci provvisti di una teoria sufficiente, fra<br />

imitazione della natura, studio dei classici e del monumento, e soprattutto sapendoci<br />

un pochino districare avendo acquisito una conoscenza generale della Filosofia<br />

dell’Alchimia come è esposta nelle lofffe precedenti. Ma come si dovrebbe<br />

praticamente procedere per ottenere il Lapis?<br />

In tanto dobbiamo sapere che le procedure pratiche dei vari autori, pur basate<br />

ovviamente sugli stessi principi, possono differire notevolmente fra di loro.<br />

Questa non è un’osservazione banale: spessissimo nei testi viene detto che la<br />

procedura seguita è assolutamente la stessa, fin nei minimi dettagli, fra operatori<br />

lontanissimi in senso geografico e temporale.<br />

Ciò va interpretato come immagine o antifurto ; e non va certo preso alla lettera:<br />

in ogni caso, come vedremo, le operazioni non sono poi astrusissime.<br />

Fulcanelli comincia col ricordarci che il laboratorio alchemico come se lo raffigura<br />

l’immaginario collettivo è frutto di un pregiudizio, è un’immagine separata dalla<br />

realtà.<br />

Abbiamo nelle Dimore una famosissima, molto ben fatta, immaginifica e pittorica<br />

descrizione del laboratorio , nello stile di Bruegel o Giovanni Stradano . Ma...<br />

“Tel est le tableau légendaire de l’alchimiste et de son laboratoire. Vision fantastique,<br />

dépourvue de vérité sortie de l’imagination populaire et reproduite sur les vieux<br />

almanachs, trésors du colportage. Souffleurs, magistes, sorciers, astrologues,<br />

nécromants? Anatheme et malediction!.<br />

Qual’ è il senso di questo pezzo? Se non è solo per colorire l’opera, un lecito<br />

divertissement, serve forse a dire che il vero laboratorio tutt’altra cosa? Come<br />

quello di Curie, o di Pasteur, o di Roengten? O come un laboratorio di virologia<br />

rapportato agli anni venti ? O è come la camera oscura di un dagherrotipista?<br />

Ciò premesso la pratica della Grande Opera consiste verosimilmente nell’esaltare<br />

potenziare un quid, il cosiddetto zolfo alchemico, che è già presente in tutti i<br />

minerali metallici, seppure in misura diversa secondo il tipo di minerale. Questo<br />

quid va prima riattivato, in quanto con le usuali operazioni estrattive e metallurgiche<br />

viene in gran parte danneggiato e talvolta può perdersi proprio del tutto. Cfr. file<br />

Crudare.<br />

Una volta riattivato e diremmo “riparato” lo zolfo alchemico diventa una sorta di<br />

attrattore potentissimo nei confronti di un tipo di energia cosmica, abbreviata per<br />

tutta la banca dati in 4H, in quanto nei vecchi trattati la sua abbreviazione è<br />

proprio una sorta di 4 con attaccata alla branca orizzontale una specie di H più<br />

piccola. Di questo 4H si parla diffusamente nei file crudare, segreto, top secret.<br />

Non è affatto impossibile che nel vastissimo spettro delle onde che investono la<br />

Terra già classificate dagli addetti ai lavori vi sia anche l’emanazione 4H , solo che,<br />

ovviamente non se ne conoscono gli effetti, che dovrebbero essere particolarmente<br />

spettacolari specie in certi periodi dell’anno. Può darsi che Willem Reich con il suo<br />

“orgone” avesse subodorato qualcosa del genere.<br />

Mi ha molto colpito l’affermazione di Abdul Salam in “La Nuova Fisica” sul fatto

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